Via Libera per la Nostra Sicurezza Sulla Strada

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L’ Annunciaziò: ”Abbiamo dato il via libera, come anticipato nei giorni scorsi, al piano sulla sicurezza che era uno dei cinque punti del programma di rilancio dell’azione di governo che ha ottenuto un’ampia fiducia in Parlamento”. Lo afferma il premier, Silvio Berlusconi, nel corso di una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.”

A quando il Foglio di via per chi mangia e consuma sulla Tratta, l’Usura Bancaria, il Lavoro Nero, la Precarietà,la Privatizzazione dei Servizi, i Giochi Multimediali delle Televisioni e della Stampa, i Tagli alle Famiglie, alla Scuola, alla Sanità, alla Ricerca , alla Cultura, all’Ambiente…con tanta Compagnia pruriginosa e divina che conosce così bene la Miseria Umana e le sue Opere? “Il Consiglio dei ministri ha approvato il pacchetto sicurezza messo a punto dal ministro dell’Interno Roberto Maroni. Lo si apprende da fonti governative.Il pacchetto si compone di un decreto legge ed un disegno di legge. Diverse le misure contenute nel provvedimento: si va dalla possibilitଆ di espellere cittadini comunitari al ripristino dell’arresto in flagranza differita per i tifosi violenti, dal potenziamento dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalitଆ organizzata alla liberalizzazione delle connessioni internet. Nel pacchetto anche misure di sicurezza urbana come una stretta contro la prostituzione su strada e l’accattonaggio. In particolare sarà applicata la misura del foglio di via per chi esercita la prostituzione su strada violando le ordinanze dei sindaci in materia. Dall’1 gennaio ci si potrଆ collegare liberamente, senza restrizioni, alla rete wi-fi. Lo ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, illustrando le misure del pacchetto sicurezza approvato oggi. Con il provvedimento di oggi, ha spiegato Maroni, ”superiamo le restrizioni imposte dal decreto Pisanu cinque anni fa che ora sono state superate dall’evoluzione tecnologica”.

Leggo inoltre che viene introdotto col Pacchetto,¬† l’ “allontanamento coattivo” del cittadino comunitario per motivi di ordine pubblico se questi resta in Italia oltre i tre mesi senza avere un reddito, un lavoro, un’abitazione. In quanti dovrebbero¬† andarsene via per questi 3 piccoli problemi di sopravvivenza, che entrano in conflitto con gli articoli della Costituzione Italiana? O dovremmo essere tutti contenti per la liberalizzazione del¬† wi-fi, che nemmeno io so cosa significa e scrivo in rete da anni?

Grazie all’amicizia su FB, una persona oggi mi ha inviato una poesia:¬† l’ha scritta Diane Di Prima, poetessa nata a Brooklin il 6 agosto del 1938. Visse in maniera intensa la Beat Generation , non ha mai smesso di camminare, oggi “ vive e lavora a San Francisco, dove, dopo aver co-fondato il San Francisco Institute of Magical and Healing Arts, vi si dedica all’insegnamento“.¬† La sconosciuta poetessa statunitense aveva origini italiane: suo nonno materno, Domenico Mallozzi, è stato un attivo anarchico.¬† Allego al tutto, la Canzone alle 24, e ricordo sopratutto a chi è giovane che “Quando, verso la metà degli anni quaranta, prese vita quel movimento, non solo letterario, definito beat, nessuno si sarebbe aspettato che avrebbe modificato così radicalmente la vita, il modo stesso di fare poesia, la coscienza collettiva dell’epoca. Non fu facile, per quei ragazzi, orbitanti intorno alla Columbia University prima e alla City Lights Books dopo, portare avanti le loro idee, accusati come furono di oscenità e di infamie varie…il termine beat viene coniato da J.Kerouac nel 1947, ma l’atto di nascita ufficiale è il 1952, anno di pubblicazione di Go, un racconto di John Clellon Holmes.”

Go significa andare e come scrisse Kerouac “Dove andiamo? Non lo so , ma dobbiamo andare”.
Con profonda amarezza, sulla strada,  On the road:
“sapendo che l’amore è condividere Qui, là, e ovunque…Here, There and Everywhere“.

Doriana Goracci

Canzone alle 24

il tempo
ha mangiato la mia innocenza come un pistacchio

l’amore se n’è andato con la mia fiducia

o nobile primo amore
tutto verde limo
cosa hai fatto della mia risata?
cosa hai fatto della mia risata
e dei soldi che ti davo al venerdì
e dei buchi nelle mie scarpe?

Diane Di Prima



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Specchietti e ricami per allodole e altre creature umane

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Da un giornale web, On Tuscia, che mi è caro leggere, in quanto tratta della terra dove risiedo, alcune mattine addietro apprendo: “Nella giornata di giovedì, alle ore 10,45, una pattuglia del corpo forestale di Viterbo, durante il servizio d‚Äôistituto, ha proceduto al controllo venatorio di un cacciatore umbro, C.S., 40 anni, in località ‚ÄúVaccareccia‚Äù nel Comune di Viterbo.Durante la verifica si è accertato che l’uomo aveva abbattuto un esemplare di pispola (Anthus pratensis), specie non cacciabile e che, inoltre, esercitava la caccia alle allodole con l‚Äôausilio di un richiamo acustico elettromagnetico. Gli uomini del corpo forestale hanno quindi eseguito il sequestro dell‚Äôarma con relative cartucce, del richiamo e dell‚Äôesemplare abbattuto in violazione alla normativa vigente. La sanzione ex art. 30 lett. h) della L. 157/92 prevede l‚Äôammenda fino a 1.500 per ogni fattispecie (abbattimento di uccelli nei cui confronti la caccia non è consentita e utilizzo di richiami vietati) e la confisca del richiamo stesso.L’uomo è stato segnalato all‚Äôautorità giudiziaria e seguirà comunicazione anche al settore caccia e pesca della Provincia di Viterbo e alla Questura di Viterbo per valutazioni relative al porto d‚Äôarmi.”

Proseguendo le letture locali sul web, non sapevo che era¬† stato avviato… ” il Piano Strategico, processo avviato dal Comune di Capranica inerente il nuovo modo di progettare lo sviluppo della città sotto tutti i punti di vista e con la collaborazione della cittadinanza, ha visto svolgersi la sua prima riunione, con gli agricoltori, giovedì scorso e ora l‚Äôamministrazione incontrerà gli imprenditori e gli artigiani il prossimo 28 ottobre.…Al fine di ottimizzare lo sviluppo dell‚Äôagricoltura si può guardare, ad esempio, all‚Äôintroduzione di colture che possano essere realizzate durante i tempi morti della nocciolicoltura producendo così occupazione e ricchezza…” Le conclusioni non mi sono nuove:” I presenti hanno compilato un questionario con i propri dati anagrafici al fine di mantenere un costante contatto con l‚Äôamministrazione comunale durante lo sviluppo del Piano Strategico. Non è escluso, infine, che data la quantità e la qualità di sollecitazioni emerse, non si possa ritornare ad incontrare gli agricoltori per approfondire alcuni aspetti particolarmente importanti per la pianificazione strategica.”

E passando dagli specchietti per le allodole con richiami vari, ai Ricami…mi chiedo , che si aspettava¬† a mettere in prima pagina, storie come questa:”Dona Victoriana Sipac Mactzul è una tessitrice del Guatemala che nel 1983, in piena epoca di repressione delle comunità indigene, con un gruppo di donne maya decise, coraggiosamente, di mettere a frutto la conoscenza dell‚Äôarte della tessitura avviando un‚Äôattività produttiva, per creare una fonte di sostentamento. In questi giorni, è in Italia, ospite di Altromercato, la principale organizzazione di commercio equo e solidale nel nostro Paese, per promuovere la produzione tessile dell‚Äôassociazione guatemalteca Aj Quen, da lei fondata nel 1989, e per scambi di vedute con alcune imprese italiane. Nella sua agenda, anche la Tuscia, dove ha incontrato Italia Garipoli, una vita dedicata al ricamo e al restauro di manufatti tessili. Sono state dense di emozioni, le tre ore trascorse nel laboratorio di Tre Croci (frazione di Vetralla), presenti Miranda Boi, vicepresidente della Cna Associazione Provinciale di Viterbo, Alessandro Montesi, coordinatore del Consorzio Ctm Altromercato per l‚ÄôArea Centro Italia, Chiara Politini, volontaria della Bottega del Commercio Equo e Solidale di Viterbo, e Alessandra Piermattei, presidente dell‚ÄôAssociazione Mani Unite a livello provinciale.Prima, le presentazioni. Sono due esperienze di vita molto diverse, certo, quelle di Dona Victoriana e di Italia Garipoli, quest‚Äôultima di origine calabrese, stabilitasi nella provincia di Viterbo circa quaranta anni fa. Ma, nel raccontarsi, le due donne hanno scoperto di avere tante cose in comune, innanzitutto la passione, ‚Äúl‚Äôamore per il lavoro che non fa sentire la fatica‚Äù, come ha detto l‚Äôartigiana guatemalteca, esperta di telaio a cintura, ‚Äúbordado‚Äù (cucitura di applicazioni sui tessuti) e confezionamento, che ha spiegato come le donne indigene siano riuscite a costituire, in diverse zone del Guatemala, ventisei gruppi di lavoro, ciascuno con una specializzazione, tutti aderenti all‚Äôassociazione Aj Quen, oggi forte di 800 soci. ‚ÄúIl vostro Paese -ha affermato- è il nostro principale mercato‚Äù. Victoriana e Italia condividono altresì il sogno di tramandare le tradizioni produttive della loro terra. ‚ÄúSpero che i giovani si avvicinino all‚Äôarte del ricamo, perché non si disperda un prezioso patrimonio di saperi. Dobbiamo far riscoprire il valore della manualità e delle cose belle: questo mestiere, dove peraltro esistono opportunità di occupazione, non può estinguersi. Oggi, invece, il rischio c‚Äôè‚Äù, sono state le parole di Italia Garipoli (che ha anche un negozio a Roma).Durante la visita al laboratorio, lo scambio di informazioni sui tessuti utilizzati e su alcune tecniche di lavorazione. Dona Victoriana ha scattato, affascinata, decine di foto mentre Italia le mostrava, illustrandone le caratteristiche, alcuni dei suoi lavori -tovaglie, lenzuola, tende-, un abito da sposa antico da restaurare, una splendida collezione di pizzi e alcune fibre, come i fili di canapa e quelli ottenuti dalla ginestra. Altrettanto interesse, l‚Äôartigiana della Cna, colpita da alcuni lavori di grande precisione, dalla vivacità e dall‚Äôaccostamento dei colori, ha manifestato verso la manifattura del Guatemala. Entusiasta anche Miranda Boi: ‚ÄúQuesto incontro ci ha molto arricchito sul piano culturale. E‚Äô esemplare la storia di tante donne che, attraverso il lavoro, aggregandosi, hanno superato una fase drammatica, hanno migliorato le loro capacità economiche e, come nel caso di Victoriana, sono riuscite a far studiare i loro figli, ad aprire la prospettiva di un futuro migliore. Con la stessa passione e la straordinaria voglia di farcela che animano le nostre imprese al femminile‚Äù. In ricordo della giornata, la vicepresidente della Cna ha donato all‚Äôartigiana del Guatemala un pezzo in ceramica prodotto da un‚Äôimpresa della Tuscia nata e gestita da donne.” Pettegolezzi tra donne mentre tagliano e cuciono?

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Cercando qualche notizia in più, su questo incontro, mi sono resa conto che il¬† testo era stato fornito da Maremma Oggi il 25 maggio 2010, sotto la voce artigianato. Non dico che mi sento un’allodola, sono stonata e non cinguetto ma¬† da piccola ricordo ancora i ricami che facevo con mia madre, quando non c’era ancora la tivù e l’informazione web. Mio padre, dopo 4 calci al pallone e giri di campo per allenamento da arbitro, incollava francobolli, di sera. Ma ho trovato un appuntamento a Capranica , dove si ricicla¬† arte fermo al¬† 2008, per il pomeriggio di sabato 6 novembre , XIII Festa grande in enoteca, organizzato da una donna imprenditrice del Garden Center Linea Verde Nicolini : vino novello musica jazz con Fabio Fenucci Gianbattista Gioia Luca Celestini e cibi di qualità. Tanto per non Puntare sul turismo giudiziario per rilanciare la Tuscia, come ben illustrato su Viterbo Oggi. Mando per posta virtuale, anche questa.

Take Five! Amava l’improvvisazione Dave Brubeck, e respinse molte offerte fino all’annullamento di¬† programmi¬† televisivi¬† per¬† tendenza discriminatoria, non affatto isolata nell’ambiente musicale, difendendo l’Amicizia e l’ Arte che non ha confini. Buona giornata alla Libera Creativitଆ con casalinghi¬† Taglia e Cuci, perch謆 le Reti sono Invisibili

Doriana Goracci


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Ecco come drogano le nostre menti, lo spiega il neurolinguista Noam Chomsky

60042 431333057381 71253357381 5626159 5887670 n Noam Chomsky: le 10 Strategie della Manipolazione attraverso i mass media

La manipolazione mediatica ormai non ha confini. Il consenso politico e quello d’opinione è regolato attraverso ben precise strategie mediatiche che si appoggiano su 10 regole di base. Noam Chomsky ci aiuta a svelare l’inganno.

Per questo ringrazio l’amico Tonino Basile che mi ha girato questo scritto da leggere con attenzione e riflettere.

In questi giorni di forte instabilità politica si riaccendono i toni e si rimescolano i temi che hanno animato il calderone mediatico degli ultimi 15 anni: sicurezza, giustizia, economia, tradimento, sesso. Nel nostro Paese succede che molti ingenui continuino ad esempio a meravigliarsi delle boutade del presidente del Consiglio, limitandosi a bollare barzellette e proclami del premier brianzolo come uscite inammissibili, senza considerare quanta macchinazione logica stia dietro ad ogni singola affermazione. Un meccanismo ben oliato a cui fanno ricorso non solo uomini politici, ma esperti di marketing e uomini di potere in genere. Un noto studioso di linguistica come Noam Chomsky ha stilato una lista di 10 regole, che vengono utilizzate per drogare le menti, ammaliandole, confondendo in loro ogni percezione, rimescolando realtà e fantasia, evidenza e costruzione illusoria. Ecco quali sono:

1-La strategia della distrazione

L‚Äôelemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l‚Äôattenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d‚Äôinteressarsi alle conoscenze essenziali, nell‚Äôarea della scienza, l‚Äôeconomia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. ‚ÄúMantenere l‚ÄôAttenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo ‚ÄúArmi silenziose per guerre tranquille‚Äù).

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni

Questo metodo è anche chiamato ‚Äúproblema- reazione- soluzione‚Äù. Si crea un problema, una ‚Äúsituazione‚Äù prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità

Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E‚Äô in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

4- La strategia del differire

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come ‚Äúdolorosa e necessaria‚Äù, ottenendo l‚Äôaccettazione pubblica, nel momento, per un‚Äôapplicazione futura. E‚Äô più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che ‚Äútutto andrà meglio domani‚Äù e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all‚Äôidea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini

La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? ‚ÄúSe qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedere ‚ÄúArmi silenziosi per guerre tranquille‚Äù).

6- Usare l‚Äôaspetto emotivo molto più della riflessione

Sfruttate l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette aprire la porta d‚Äôaccesso all‚Äôinconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti‚Ķ.

7- Mantenere il pubblico nell‚Äôignoranza e nella mediocrità

Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. ‚ÄúLa qualità dell‚Äôeducazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell‚Äôignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori”.

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità

Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza

Far credere all‚Äôindividuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l‚Äôindividuo si auto svaluta e s‚Äôincolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l‚Äôinibizione della sua azione. E senza azione non c‚Äôè rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano

Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il ‚Äúsistema‚Äù ha goduto di una conoscenza avanzata dell‚Äôessere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l‚Äôindividuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

Robotica tra etica e diritto, ne parla l’Ittig-Cnr

Il Comitato scientifico dell’Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica del Cnr, coordinato da Giancarlo Taddei Elmi. In collaborazione con il Dipartimento Identità Culturale del Cnr organizza il Seminario – Tavola rotonda: Robotica tra Etica e Diritto, mercoledi 24 novembre 2010, alle ore 9.00, presso la sede dell’ITTIG-CNR, in via dei Barucci n¬∞ 20.
La giornata di studio mira a discutere in modo interdisciplinare un tema di grande attualità, gli esiti etici e giuridici della robotica intesa come scienza che costruisce e applica le macchine robotiche. I domini dove vengono utilizzati oggi i robot sono molteplici e molteplici sono le funzioni che questi svolgono.
L’aspetto etico può essere visto sotto due profili, come etica della robotica, ossia le regole per i costruttori e gli utilizzatori dei robot e come etica dei robot, ossia le regole di comportamento dei robot stessi. Anche l’aspetto giuridico ha due profili, uno di diritto della robotica ossia la regolamentazione giuridica della costruzione e dell’uso dei robot e delle conseguenze da essi prodotte e l’altro dei diritti dei robot, ossia la regolamentazione giuridica dei comportamenti e delle azioni dei robot con attribuzione di diritti e doveri e previsione della responsabilità degli effetti delle loro azioni. Discuteranno questi temi filosofi della scienza e del diritto e informatici.
Per informazioni ed iscrizioni: Segreteria scientifica e organizzativa Giancarlo Taddei Elmi, è consigliabile l’iscrizione gratuita, vista la disponibilità limitata di posti a disposizione, entro il 23 novembre 2010 al Fax 0554399605 o via email: [email protected]

Esplosione in fabbrica a Paderno “Video & Foto”

“Ho visto i corpi dei miei colleghi che venivano portati via dall’ambulanza. Erano completamente ustionati, è stato un disastro”, ha detto uno dei dipendenti dell’azienda in cui si è verificata una esplosione. Esplosione in un’azienda chimica di Paderno Dugnano, nel Milanese, intorno alle 15. Dieci i feriti, fra i quali due ustionati in maniera gravissima e altri quattro in codice rosso. Sul posto sono intervenuti mezzi del pronto soccorso, l’automedica e l’elicottero del 118 di Milano. In azione anche 13 squadre di vigili del fuoco gli esperti del Nucleo chimico-batteriologico (Nbcr).

Fonte stralcio ed integrale News & Tutte le foto & Tutte le foto & Image from Corriere.it

Operaio licenziato si uccide from Corriere.it

Nel nuovo numero della Rivista “Informatica e diritto” dell’Ittig-Cnr: ‚ÄúDiritti di libert√† nel mondo virtuale della rete‚Äù

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Nel nuovo numero della Rivista “Informatica e diritto”: ‚ÄúDiritti di libertà nel mondo virtuale della rete‚Äù
a cura di Marina Pietrangelo. La rivista semestrale d’informatica giuridica e di diritto dell’informatica ha dato il seguito naturale della call indetta tre mesi orsono dal comitato scientifico della stessa, al fine di approfondire tematiche inerenti ai diritti di libertà nel mondo virtuale della rete, alla quale, hanno risposto firme autorevoli del mondo scientifico. La prefazione a cura di Marina Pietrangelo, come del resto gli abstracts in inglese e italiano sono consultabili in rete:
http://www.ittig.cnr.it/EditoriaServizi/AttivitaEditoriale/InformaticaEDiritto/1-2009.html
La rivista in questo numero affronta “L’internet governance”, con scritti di Laura Abba, Stefano Trumpy, Davide De Grazia, Antonio A. Martino, Alessandro Nicotra e Rita Rossi, temi come “La riservatezza dei dati personali in Internet” con contributi di Daniela Messina, Jeanne Pia Mifsud-Bonnici, Ugo Pagallo e Giuseppe Vaciago e, in chiusura “L’Internet di seconda generazione e il diritto” con il contributo di Francesca Badocco, Elena Bassoli, Maria Concetta De Vivo, Guido Di Donato e Giovanni Pellerino.
La rivista semestrale d’informatica giuridica e di diritto dell’informatica “Informatica e diritto” è curata dall‚ÄôIstituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica del Cnr (Ittig-Cnr). Direttore Responsabile è Costantino Ciampi (tra l‚Äôaltro direttore anche dello stesso istituto del Cnr). Per informazioni e reperibilità della stessa: Segreteria di Redazione Rivista “Informatica e diritto”, Via de’ Barucci, 20 ‚Äì 50127, Firenze – tel.: +39 055 43995 – fax: +39 055 4399605 – mail: [email protected]
Si tratta di una rivista d’informatica giuridica e di diritto dell’informatica, sorta nel 1975 per iniziativa dell’Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica del CNR. E’ stata dall’inizio (fino al 1991) pubblicata dalla casa editrice Le Monnier, mentre dal 1992 diventa un periodico semestrale pubblicato a Napoli da Edizioni Scientifiche Italiane. Dato il carattere scientifico della pubblicazione e l’ampia partecipazione di collaboratori internazionali, gli articoli sono redatti oltre che in lingua italiana, anche nelle principali lingue europee come francese, inglese, portoghese, spagnolo e tedesco. Il periodico è dedicato allo studio e all’analisi critica dei problemi applicativi delle nuove tecnologie dell’informazione nel campo del diritto, nonché dei problemi giuridici scaturenti dallo sviluppo dell’informatica e della telematica nelle moderne società. Relativamente all’informatica giuridica, la Rivista accoglie studi in tema di documentazione giuridica automatica, sistemi informativi, automazione della Pubblica Amministrazione e degli studi legali, tecniche di intelligenza artificiale e di rappresentazione della conoscenza applicata al diritto, sistemi esperti in campo legale, offrendo un panorama sufficientemente indicativo delle tendenze di sviluppo dell’informatica giuridica in Italia e all’estero. Per quanto riguarda il diritto dell’informatica, oltre ai problemi quali quello relativo alla riservatezza delle informazioni personali contenute nelle basi di dati pubbliche e private vengono trattate questioni più recenti in merito alla protezione giuridica del software, allo sviluppo della contrattualistica avente per oggetto beni e servizi telematici, nonché alla disciplina per regolare l’introduzione e l’uso dell’informatica nel settore pubblico.

Geapress comunica: Gatto Francofonte, tutti denunciati i responsabili. Di loro si occuperà la Procura dei minori.

Indagini concluse e tutti denunciati. Sono cinque i minori responsabili del video prima inserito e subito tolto dal gruppo ‚Äúmala crew‚Äù. Sono stati già notiziati dagli inquirenti. Maltrattamento di animali, dunque, il reato. La Procura dei Minori del Tribunale di Siracusa si occuperà ora del loro caso. Impossibile stamani poter parlare con il Sindaco di Francofonte, dove si è consumato il misfatto. Qualche imbarazzo in Comune, poi qualcuno ci dice che è il giorno dei morti.

Sulla vicenda è invece intervenuto il Presidente della Provincia di Siracusa On.le Nicola Bono che così ha dichiarato ‚Äú‚ÄúEsprimo il mio sdegno nei confronti di un atto di gratuita violenza nei confronti di un essere indifeso che, al contrario, merita rispetto e considerazione.Condivido perfettamente, essendo da sempre un sostenitore della tutela degli animali la nuova iniziativa di legge governativa tesa ad introdurre una specifica ipotesi di reato per la violenza agli animali che prevede fino a due anni di carcere in ordine alla gravità delle azioni commesse‚Äú.

Il video, caricato inizialmente nel gruppo neocostituito ‚Äúmala crew‚Äù, era stato subito oggetto delle proteste di utenti indignati i quali, a quanto pare, si beccarono pure risposte strafottenti da parte di alcuni del gruppetto. Secondo quanto appreso da GeaPress le indagini avrebbero fatto capo sia alla Polizia Postale che all‚ÄôArma dei Carabinieri. Ora la conferma. Stamani tutti denunciati e già notiziati.

A parte le attenuanti, tra cui la particolare situazione dei minori che si spera possano essere recuperati per quello che hanno fatto anche dagli assistenti sociali, GeaPress precisa l‚Äôincongruità di una legge, quale quella sul maltrattamento, la quale prevede solo multe e basse pene reclusive non applicabili, comunque, in flagranza di reato. Le previsioni di pena più pesanti non valgono inoltre per le condotte colpose, ma solo per quelle dolose, tra le quali, evidentemente, anche il grave fatto occorso a Francofonte. Solo in casi remoti, comunque, chi tortura un animale potrà finire in carcere.

Conclusioni personali: andrà come al solito tutto a “tarallucci e vino”, in Italia è così. Basta buonismo, basta bravate di minorenni, pene severe. Lavori socialmente utili ? Lavori …. e non aggiungo altro il resto ai commenti dei lettori. Mi ha fatto piacere l’intervento del Presidente della Provincia, desolante il comportamento delle altre istituzioni politiche.

Rischio geo-idrologico in Italia, il punto del dr. Guzzetti del Cnr

Alluvione

Gli eventi di frana e di inondazione di questi ultimi giorni hanno riportato alla ribalta dei media il problema del dissesto idrogeologico. Le domande che ci vengono poste sono sempre le stesse. Sono eventi che si potevano prevedere? Esistono responsabilità? E‚Äô possibile limitare gli impatti di tali eventi? Cosa si deve fare?

Vale la pena ricordare che frane e inondazioni, come la maggior parte dei fenomeni naturali, sono ‚Äì appunto ‚Äì del tutto naturali, e contribuiscono a scolpire il paesaggio italiano così come noi lo conosciamo. Il problema si pone quando frane e inondazioni interferiscono con la sfera degli interessi e delle attività umane: le persone, gli edifici pubblici e privati, le infrastrutture, ma anche i beni culturali, e il patrimonio agricolo e forestale. In questi casi il danno prodotto da frane e da inondazioni può essere molto rilevante. Quel che è indubbio è che un più adeguato utilizzo del territorio può ridurre gli effetti ‚Äì anche tragici ‚Äì degli eventi di frana e di inondazione. Veniamo da un lungo periodo di scarsa o totale mancata attenzione all‚Äôutilizzo del territorio. Sistemare le cose adesso è certamente possibile ma costoso e, soprattutto richiede uno sforzo di lungo periodo. In questo campo, non esistono scorciatoie o soluzioni miracolistiche.

Quel che è interessante è che in Italia è particolarmente elevato l‚Äôimpatto che le frane e le inondazioni hanno sulla popolazione. L‚ÄôIstituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI), del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), ha prodotto un catalogo di eventi di frana e di inondazioni storiche in Italia. Il catalogo ‚Äì unico per completezza e copertura temporale ‚Äì ha permesso di definire i livelli di rischio da frana e da inondazione a cui è soggetta la popolazione Italiana, come pure di identificare ‚Äú, ossia aree del paese maggiormente soggette a fenomeni franosi e d‚Äôinondazioni con conseguenze potenzialmente fatali.

Analizzando la parte del catalogo che copre il periodo più recente, fra il 1950 al 2008, emerge come vi siano state almeno 6380 vittime (morti, dispersi, feriti) per frana, e almeno 2699 vittime di inondazioni. Nel periodo considerato, tutte le regioni italiane hanno subito vittime per frana o per inondazione. Le regioni più esposte al rischio da frana per la popolazione sono state il Trentino ‚Äì Alto Adige (675 vittime dovute a 198 eventi franosi), la Campania (431 vittime in 231 eventi), la Sicilia (374 vittime in 33 eventi), e il Piemonte (252 vittime in 88 eventi). In Veneto, il solo evento del Vajont del 9 ottobre 1963 causò oltre 1900 vittime. Le regioni più esposte al rischio da inondazione per la popolazione sono state il Piemonte (235 vittime in 73 eventi alluvionali), la Campania (211 vittime in 59 eventi), la Toscana (456 vittime in 51 eventi), e la Calabria (517 vittime in 37 eventi).

Il CNR IRPI oltre a produrre ricerca innovativa sui processi di base che controllano e caratterizzando i fenomeni di dissesto geo-idrologico, lavora per definire metodi, strategie e strumenti utili alla previsione degli eventi, per la valutazione della vulnerabilità, e per la mitigazione del rischio da frana e da inondazione. Per il Dipartimento della Protezione Civile, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, IRPI sta sviluppando un sistema prototipale per la previsione di frane indotte dalle precipitazioni, sulla base di soglie di pioggia e di misure e previsioni quantitative della precipitazione. Il CNR IRPI ha anche messo a punto metodologie per la definizione e la mappatura del rischio da frana e da inondazione a differenti scale geografiche, da quella nazionale a quella locale.

Dott. Fausto Guzzetti – Direttore f.f. CNR IRPI

Il diritto di accesso ad Internet, ne parla l’Ittig-Cnr

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Nel contesto dell’Internet Governance Forum Italia 2010, sezione incontri tematici, la Tavola rotonda: Il diritto di accesso ad Internet. Si svolgerà martedì 30 novembre 2010, ore 9.30-13.30, al CNR – Sala Pentagono, P.le Aldo Moro, 7 ‚Äì Roma.

I lavori della giornata saranno dedicati al rilevante tema dell’accesso ad Internet considerato dalla prospettiva del giurista. Il quesito iniziale affrontato dai relatori sarà, dunque, quello relativo al riconoscimento in via legislativa o, diversamente, in via interpretativa di un possibile “nuovo” diritto di accesso alla Rete.

La disamina del quadro legislativo e giurisprudenziale a livello nazionale, sovranazionale ed internazionale supporterà le riflessioni e le proposte dei relatori, che saranno poi presentate nella sessione plenaria dell’IGF Italia 2010. (http://www.igf-italia.it/igf-italia10/programma)

Dettagli tecnici dell’evento: La partecipazione alla tavola rotonda è gratuita, ma è necessario registrarsi entro il 25 novembre 2010. I dettagli della tavola rotonda e argomenti trattati nella brochure (http://www.ittig.cnr.it/EditoriaServizi/EventiConvegni/brochure30novembre.jpg), mentre la registrazione è on-line: http://www.igf-italia.it/igf-italia10/registrazione.

‚ÄúCrediamo che il nostro contributo di giuristi all’Internet Governance Forum Italia 2010 possa essere particolarmente rilevante ‚Äì apre Marina Pietrangelo, componente del Comitato scientifico assieme a Costantino Ciampi e Sebastiano Faro dell’Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica del Cnr, oltre che referente della segreteria scientifica e organizzativa dell’evento – Infatti, nella fase attuale qualunque riflessione su Internet non può prescindere da una riflessione non tanto e non solo sull’accesso ad Internet, quanto soprattutto sulla necessità di riconoscere un ‚Äúdiritto‚Äù di accesso a tale mezzo.‚Äù
‚ÄúDi accesso alla Rete si discute da anni e proprio nei primi IGF globali organizzati dall’ONU si sottolineò l’importanza della garanzia dell’accesso alla Rete per tutti gli individui ‚Äì continua Marina Pietrangelo – Oggi, dunque, i tempi sono maturi per confrontare i diversi approcci seguiti da alcuni legislatori (Finlandia, Estonia, Italia) e/o le modifiche ai testi costituzionali (Grecia, Ecuador) e/o le pronunce giurisprudenziali (Francia, Belgio, Germania), tutti finalizzati a sancire un nuovo e trasversale diritto. Molti sono gli interrogativi che ancora meritano una risposta: il riconoscimento in via legislativa di un diritto siffatto, come per esempio è avvenuto nel nostro Paese con la cosiddetta legge ‚ÄúStanca ‚Äú(v. l’art. 1, co.1, l. n. 4/2004), è di per sé sufficiente a porre una tutela o non è forse necessario prevedere che tale diritto sia realmente esigibile e, dunque, che i governi affianchino alle previsioni legislative azioni mirate per rendere effettivo il diritto in questione?. E ancora, il riconoscimento a livello costituzionale di tale diritto, come è avvenuto già in alcuni Paesi, pone garanzie ulteriori di effettività? E poi, per esempio, seguendo l’orientamento del Conseil constitutionnel francese (v. la décision n. 2009-580 DC del 10 giugno 2009), il diritto di accesso ad Internet può essere oggi considerato un diritto fondamentale, vista la sua caratteristica di presupposto necessario delle libertà di comunicazione e di espressione, sancite nelle Carte costituzionali ?. Qual è il contributo dell’Unione europea in tema di diritto di accesso ad Internet, anche alla luce delle recenti modifiche apportate al cosiddetto ‚Äúpacchetto telecom‚Äù? E di nuovo, nel nostro Paese, non è forse giunto il momento di considerare Internet un servizio universale ?‚Äù
Pagina web: http://www.ittig.cnr.it/EditoriaServizi/EventiConvegni/tavolaRotondaCNR30novembre2010.html

Un Primo Novembre di Santi

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Ringrazio Wikipedia e chi l’aggiorna,¬† altrimenti come avrei fatto a ricordare tutte queste sante azioni nei secoli? Ne ho scelti alcuni, e¬† se c’è qualcosa che non ti va ” dillo alla luna La voglio in faccia la verità e se sarà dura la chiamerò sfortuna Maledetta Sfortuna…”
Scritto nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre, quando dicono che Hallowen… fa incontrare gli spiriti e le streghe con i Santi. Altri ricordano Samain, la fine dell’estate.
Doriana Goracci


1 NOVEMBRE 885 РLa festa di Tutti i Santi viene spostata dal 13 maggio al 1º novembre da Papa Gregorio
1 NOVEMBRE 1745 – Papa Benedetto XIV pubblica la Lettera Enciclica Vix pervenit, sull’usura e altri guadagni disonesti
1 NOVEMBRE 1885 – Papa Leone XIII pubblica la Lettera Enciclica Misericors Dei Filius, sulla natura soprannaturale della Chiesa, sul potere ecclesiastico e sul potere civile, sulla iniquità delle ideologie moderne, sulla tendenza moderna ad emarginare la Chiesa e la sua autorità, sulla ingiustizia delle concezioni libertarie, sulla libertà religiosa, sulla funzione degli amministratori cattolici
1 NOVEMBRE 1911 – Gli italiani in Libia compiono il primo bombardamento aereo della storia
1 NOVEMBRE 1914 – Papa Benedetto XV pubblica la Lettera Enciclica Ad beatissimi apostolorum principis, sulle funeste condizioni che portano alla guerra, sui mali delle concezioni moderne, sulla erranza delle nuove ideologie, sulle divisioni tra Cattolici, sui mali del modernismo, sulla eccessiva indipendenza dei chierici
1 NOVEMBRE¬† 1952 – Operazione Ivy – Gli Stati Uniti detonano con successo la prima bomba all’idrogeno; nome in codice “Mike” [“m” for megaton], Sull’Isola Eniwetok nell’Atollo di Bikini, situato nell’oceano Pacifico
1 NOVEMBRE¬† 1960 – Durante la campagna elettorale per le presidenziali USA, John F. Kennedy annuncia l’idea dei Corpi della pace
1 NOVEMBRE¬† 1993 – Entra in vigore il Trattato di Maastricht, che stabilisce formalmente l’Unione europea
1 NOVEMBRE¬† 1998 – Viene istituita la Corte Europea dei diritti dell’uomo
1 NOVEMBRE¬† 2004 – Uccisa sui Pirenei Cannelle, l’ultima orsa femmina originaria del luogo. Il suo cucciolo è scappato ai cacciatori, ma gli esperti non sono fiduciosi sulla sua sorte.


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Morte e Bellezza nell’Arma e nel Suicidio

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Il suicidio di una donna non è un fatto raro, tantomeno di un uomo: ci sono dei precedenti¬† nell’Arma. Ma se esce un titolo tra le news come questo: “AVEVA PRESTATO IL VOLTO PER UNA CAMPAGNA PROMOZIONALE DELL’ARMA, oppure Tenente carabinieri suicida in caserma: fu Miss Abruzzo e finalista a Miss Italia, la storia prende il volo, diventa bellezza commozione denuncia sgomento, profondo dolore.

“La tenente dell’arma dei carabinieri, Claudia Racciatti, 29 anni, finalista di Miss Italia nel ’99, testimonial ufficiale per l’Arma ed ex Miss Abruzzo, si è suicidata con un colpo di pistola al cuore nel proprio ufficio nella caserma Carlo Alberto Dalla Chiesa in viale Giulio Cesare, a Roma…temeva forse di subire un’azione disciplinare: è questa una delle ipotesi relative al motivo del suicidio. Sembrerebbe, infatti, che l’ufficiale fosse stata accusata da alcuni commilitoni della sottrazione di beni personali. Per accertare e chiarire l’intera vicenda i carabinieri hanno ascoltato amici e familiari della tenente…vivace ed estroversa, era molto nota in città: lo scorso anno il suo volto sorridente era apparso su un manifesto dei carabinieri distribuito in tutti i Comuni d’Italia per lanciare il il corso per Allievi ufficiali dell’Arma presso l’Accademia militare di Modena. Claudia Racciatti si era arruolata vincendo il concorso dei Carabinieri nel 2003. L’ufficiale era la figlia di Domenico Racciatti, comandante della stazione del Corpo Forestale dello Stato di Vasto.Il padre: voglio chiarezza. ¬´A noi sembra strano e impossibile quello che è successo. Spero che si riesca a fare chiarezza, ora so solo che avevo una figlia e adesso non c’è più¬ª. Lo ha detto Domenico Racciatti, padre di Claudia.”

Poniamo il caso, che è successo realmente ad agosto 2010, che la stampa esca con questo titolo: San Casciano Val di Pesa, carabiniere suicida in caserma. Il gesto dovuto a una delusione d’amore, pensate che abbia una grande eco? “Un carabiniere, Angelo Ricciardiello, si è ucciso nella caserma dell’arma a San Casciano Val di Pesa, sparandosi un colpo di pistola alla testa la notte scorsa. Il gesto sarebbe dovuto a una delusione affettiva. Il militare, un 30enne originario di Calvizzano nella provincia di Napoli ma che dal 2007 era in servizio in Toscana, ha lasciato un biglietto alla ex fidanzata.Il corpo è stato trovato da un collega intorno alle 22.30 nella sua stanza all’interno della caserma. Nessuno in caserma ha udito lo sparo, forse il carabiniere si è sparato durante il temporale che si è abbattuto sul paese e il colpo è stato coperto dal rumore dei tuoni.”

Andiamo di poco più indietro, a giugno 2010, Carabiniere suicida su Raccordo anulare: chiusa una corsia, coda di 21 chilometri.”Un colpo di pistola per porre fine alla sua vita. Un suicidio consumato in una piazzola di sosta nei pressi dello svincolo Flaminia. Poi l’arrivo delle forze dell’ordine, dei colleghi del carabiniere morto, la chiusura di una corsia per permettere i rilievi. Infine gli automobilisti curiosi che hanno rallentato l’andatura fino a bloccare il traffico e provocare una coda lunga 21 chilometri.E’ avvenuto tutto nelle prime ore del mattino e l’Anas, preoccupata di diramare il comunicato sul traffico impazzito sul Raccordo anulare di Roma, ha classificato il suicidio come “incidente mortale” sottolineando che era coinvolta una sola auto, appunto quella del carabiniere che si era fermato nella piazzola. L’uomo, C.F. si è ucciso intorno alle 7 in un’area di servizio all’altezza del chilometro 17, probabilmente al termine di una lite con la moglie.Di fatto, si erano create delle code dallo svincolo dell‚ÄôAutostrada Roma-Napoli (km 39,300) allo svincolo per la Bufalotta (km 17,900), in carreggiata esterna. Il traffico è tornato però alla normalità dopo tre ore.”

In tutti e tre i casi, Claudia, Angelo e (solo una sigla per il¬† terzo)¬† C.F. , hanno deciso di porre fine, nel 2010, alla loro vita con un’arma, loro che erano nell’Arma. Più o meno contenuti dalle Grida Mediatiche, se non coperti dal Rumore di altri temporali ed ingorghi.

Rimane anche un numero, che vorrei non crescesse: cinquantotto, 58 suicidi nelle carceri italiane nel solo 2010.¬† Perlopiù non sappiamo i nomi,¬† si fanno sempre delle indagini, come per i morti sul lavoro: la Ricostruzione dell’evento.

Lascio a voi le conclusioni, ma io sentivo la necessità di avere pietà e compassione anche per chi¬† muore e non era bello, e non era giovane, e non aveva famiglia e non aveva un onesto lavoro e chissà cosa gli mancava per dire no alla vita: chissa chi è stato… Rimangono i Legami d’acciaio, come certi Messaggi di donne italiane che continuano ad amare tanto: ¬´L‚Äôelaborazione di un lutto non è mai facile se riguarda una persona che si amava molto ma, quando le cause della morte portano ad affrontare un processo, allora tutto diventa più difficile. Ciò perché infinite volte se ne devono ripercorrere le circostanze, riesaminare i particolari. E quanto più a lungo il processo si trascina, tanto più è difficile riappacificare i ricordi¬ª. Scriveva Franca Caliolo.

Diceva Cesare Pavese, morto suicida e non con un’arma ma col sonnifero,¬† forse “…sarà come smettere un vizio…scenderemo nel gorgo, muti.” Lo stesso scrittore che tempo prima aveva lasciato un biglietto sul tavolino: Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.”


Doriana Goracci


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Le Donne Afghane Fuori da che?

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Dalla parte di chi non ha voce, giungono storie di donne, come Malalai Joya e un’intervista in cui rilascia alcune considerazioni: “Queste sono state le elezioni più fraudolente della nostra storia. Partecipare a questa beffa, significava dare credito al governo, essere complici di un inganno. Avrei perso la fiducia del mio popolo. Sapevo comunque dai miei sostenitori nel governo che Karzai e la sua cricca di fondamentalisti erano decisi a non lasciarmi vincere a nessun costo. E poi ci sono state le innumerevoli minacce di morte contro di me e i miei sostenitori. Molto concrete. Non posso rischiare la vita delle persone che mi sostengono e mi proteggono…Cosa puoi fare, allora, per portare avanti la tua battaglia?  Continuo a dire la verità sul mio Paese, in ogni parte del mondo. Voglio essere la voce di tutte le persone che rischiano ogni giorno, lavorando per un futuro diverso. Sono loro la speranza del mio paese. E cerco di stare vicino alla mia gente, di battermi per i loro diritti, di aiutarli come posso. Che cosa dovrebbe fare l’ Europa e in particolare l’ Italia per aiutare davvero l’ Afghanistan a uscire dalla crisi attuale? Smettere di seguire gli Usa in questa guerra devastante e di sostenere il governo fantoccio di Karzai.E’ in grado l’ Italia di non aiutare più gli assassini del popolo afghano ?” Quando va all’ estero, Malalai porta sempre con sé un album di fotografie, come se fosse quello di famiglia, pesante come un macigno. Immagini a colori, insopportabili: i corpi straziati delle vittime dei bombardamenti Usa e Nato, donne, uomini, vecchi, bambini, ricoverati negli ospedali. Lo mostra a tutti, perché capiscano di cosa parla.”

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Riporto poi integralmente l’intervista a Samia Walid, membro del Revolutionary association women Afghanistan, Rawa, tornata in Italia per un tour di conferenze organizzato dal Cisda: “La tortura infinita di essere una donna afgana”. Tramite questa organizzazione ho ricevuto una lettera da Cristina Cattafesta che aggiornandoci, mette in oggetto: Nel nostro piccolo… CISDA NEWS .Ho letto di iniziative in alcune città italiane, come quella sopra citata, piccole cose   dall’Osservatorio Afghano. Sono stati investiti molti soldi in questa guerra maledetta come tutte le guerre, e sopratutto da noi in Italia, dove si tagliano diritti costituzionali e si favoriscono commerci di armi e di traffici di carne in Missione, con la protezione delle banche e dei poteri: il 9 ottobre del 2009, avevo già scritto nel merito Errori ed Orrori di guerra. Le donne afghane dicono Fuori!.

Come al solito, alla fine ho scelto delle immagini, mi costava molto riportare quei Burqa ma donna, quei volti blindati dalla stoffa, poi ho trovato una fotografia di una donna palestinese con una bambina, in un sito che si chiama Pasquino, dove mi ha colpita non solo la foto che poi ho messo, ma la scritta in calce : “Il mondo si è riempito di mezzi di comunicazione ma abbiamo abolito tutti i luoghi di comunicazione”. Sembra davvero vano e anche assurdo dover ripetere tutto, come in una tragico spettacolo che continua indisturbato: questa giornata la dedico con il mio diario  di storie minori, a queste donne, con amore e rispetto. Senza limiti e senza confini, per la Natura.

Kabul, la cantano anche certi italiani…

Doriana Goracci

Sei andato a scuola e ti hanno detto “siedi al tuo posto”, e già lì hai smesso di credere che il tuo posto sia dappertutto.
(Silvano Agosti)


La tortura infinita di essere una donna afgana

INTERVISTA. Samia Walid della Revolutionary association women Afghanistan: “L’ attuale sistema, creato dagli americani, è più pericoloso dei talebani. Dietro ai discorsi democratici, si cela l’ attacco ai diritti del popolo”.
Samia Walid, membro del Revolutionary association women Afghanistan e voce democratica di quella straziata nazione, è tornata in Italia per un tour di conferenze organizzato dal Cisda. Ha constatato le crescenti difficoltà burocratiche per varcare le frontiere, ottenere il visto dalla nostra ambasciata, entrare nella cittadella fortificata dove sorgono tutti gli uffici di Kabul, un deserto abitato da funzionari e militari dove il cittadino afghano, al quale presterebbero servizio, è considerato un alieno.

Signora Walid, se domani tutte le truppe Isaf partissero dall’ Afghanistan cosa accadrebbe?
Sia che partano domani sia che restino per altri 3 o 6 anni la situazione rimarrà difficilissima. L’ intervento Nato l’ ha resa più grave del 2001, colpa di bombardamenti e morte seminati ogni giorno e della disillusione diffusa per la copertura data ai Signori della Guerra. Questo ha imbarbarito i rapporti sociali e umani. Nessun cambio di tattica può cancellare dalla mente degli afghani l’ operato occidentale: aver sparato sui matrimoni assassinando civili in festa, protetto mafiosi e corrotti di cui s’ è riempito il governo Karzai.

Come giudica Rawa i negoziati fra Karzai e le fazioni talebane?
La decisione di Washington, di cui Karzai è esecutore, è l’ ultimo tassello d’ un quadro devastante. Gli Usa ci invadevano in base alla lotta al terrorismo islamico, per nove anni hanno ucciso donne e bambini definendo le stragi danni collaterali all‚’ obiettivo finale. Ora l’ obiettivo è cooptare i Taliban al governo. E dopo aver ascoltato amenità attorno a presunti talebani moderati, vediamo che i loro leader, prelevati da Quetta e Peshawar, sono trasportati ai colloqui su aerei Nato. Cosa devono pensare le famiglie afghane in lutto?

I Taliban verranno riacquisiranno spazi ufficiali di potere?
E’  difficile che possa accadere in toto perché gli Usa puntano a dividere le forze. Però sia i Taliban, sia Karzai e il suo gruppo, sia altri potentati, vogliono una fetta di potere e gli americani, che mirano a controllare indirettamente il territorio, cercheranno di bilanciare le parti. I Taliban non sono cambiati, restano fedeli al fondamentalismo che non è peggiore di quello dei mujaheddin dell‚ÄôAllenza del Nord e dei sostenitori del pashtunwali Sayyaf, Fahim, Khalili.

Cos’ è cambiato dal governo talebano a quello filo occidentale dell’ attuale Presidente?
Del governo talebano sono note le atroci esecuzioni di donne lapidate, pratica tuttora in uso. Poco tempo fa, una coppia di giovani accusata d‚Äôimpurità è stata uccisa così e nessuno s’ è opposto. L’ attuale sistema può risultare addirittura più pericoloso perché dietro discorsi democratici si mascherano attacchi ai diritti del popolo. Scelti e pagati dagli americani, personaggi dell’ attuale governo praticano nefandezze pari se non più smaccate di quelle talebane.

Cos’ è mutato per le donne?
I Taliban ci negavano ogni diritto. Vivevamo murate vive, non potevamo uscire sena la compagnia d’ un uomo della famiglia. Ma se osserviamo la realtà odierna, i diritti delle donne afghane sono teorici e minimi. Il diritto allo studio, che esisteva anche prima della parentesi talebana, è un sogno. Anche le pochissime famiglie che dispongono di reddito tengono le ragazze in casa perché temono ritorsioni se si scopre che le loro figlie vanno a scuola. Aggressioni e stupri sono aumentati. Le nostre 68 parlamentari sono tutt’ altro che autonome per decisioni o denunce. Per interesse o per paura, non parlano e non difendono  le ragioni femminili. Molte di loro sono replicanti di chi le indottrina: Karzai e i leader etnici. Ancora una volta è il potere maschile a decidere per loro.

Ora la Nato punta a rafforzare esercito e polizia locali, a debellare povertà e coltivazione dell’ oppio. Ci riuscirà?
Nel vertice di Roma e in quello che ci sarà a Lisbona, i temi trattati non sono affatto nuovi. Due mesi dopo l’ inizio dell‚ÄôEnduring Freedom molte milizie talebane erano fuggite dal Paese: sarebbe stata la migliore occasione per addestrare forze armate locali, ma nulla è stato fatto. Ora se ne riparla puntando su una popolazione ancora più disperata, svilita e analfabeta. Altro bluff è la questione dell’ oppio. Negli ultimi anni non solo si sono superati livelli di produzione precedenti al 2001, ma la piaga s’ è diffusa in province dove un tempo non c’ era. I problemi non sono i singoli cittadini, bensì i vertici della società tutelati nell’ arricchimento illecito dagli statunitensi. Bismillah Khan, capo delle forze armate, e Rahim Wardak, ministro della difesa di cui si dice abbia in casa una prigione privata, sono criminali e occupano posizioni chiave con l’ idea che finché dura, s’ arricchiranno.

Lei ha assistito alle recenti elezioni: una farsa come le Presidenziali del 2009?
Sono state anche peggio di quelle di cinque anni fa. Nel 2005 il controllo sulla popolazione da parte di gruppi politici legati a Signori della Guerra o Taliban non erano così diffusi come oggi. Allora qualche voce democratica era riuscita a candidarsi e anche a essere eletta in Parlamento. Oggi è sempre più difficile. In più sono aumentati i brogli (1 milione e 300mila schede sono già state annullate nel corso dello spoglio, ndr). Pochi hanno diffuso notizie come quella riguardante il mullah Taraqi, della minoranza kuci legata ai talebani, che ha fatto sistemare un’ urna in casa per controllare meglio il voto. O sulle schede già segnate giunte dal Pakistan. E poi c’ è chi ha filmato le operazioni controllando dove finiva il voto. Sicuramente verranno eletti gli uomini del potere, con pochissime eccezioni di candidati indipendenti come Bashardost (che aveva ottenuto il 5% nelle Presidenziali del 2009, ndr).

Cresce il peso dell’ Iran nella regione, per un Afghanistan dilaniato da decenni di guerra ciò è un pericolo o un’ opportunità?
L’ Iran ha un’ influenza trentennale negli affari afghani e quest’ apertura diplomatica degli Stati Uniti nei suoi confronti è solo un passo di  real politik. Noi consideriamo il regime di Teheran fondamentalista e fascista, oppressore del popolo che ha come scopo il suo rovesciamento. Il governo di Ahmadinejad continua a diffondere dolore fra i profughi afghani che vengono incarcerati e condannati a morte per reati connessi alla loro condizione di fuggiaschi affamati. L’ Iran punterà a un Afghanistan diviso e fragile per poter sperare in un suo controllo parziale o totale.

Enrico Campofreda Terranews


 

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Contenuti legati e morti e ancora vivi

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Certi fatti li conoscono in pochi, sono marginali, certi altri¬† li leggono in un numero ancora più esiguo, sopratutto se si tratta di detenuti contenuti¬† legati e morti, mai prosciolti da certa cronaca nera, che diventa sempre più buia, fino alla fine:¬† ‚Äúpericolosi per sè e per gli altri e/o se si arreca pubblico scandalo‚Äú. La mia filosofia da 4 soldi è quella di farli circolare e comunicare, non fosse altro che per darne notizia. Così iniziavo il 17 agosto 2009 per¬† denunciare la morte di Francesco Mastrogiovanni, tramite la segnalazione di un amico.¬† Ne ho avuta un’altra¬†¬† alcuni giorni fa:¬† il titolo dell’Unione Sarda il 21 ottobre ,¬† L’ambulante morto in psichiatria:accusati di sequestro sette medici redatto da Maria Francesca Chiappe. Il fatto si svolge nel Reparto psichiatria dell’ospedale Ss.Trinità di Cagliari.

“Clamoroso colpo di scena nel caso della morte dell’ambulante quartese Giuseppe Casu. Sette medici del reparto psichiatria del Santissima Trinità di Cagliari sono stati accusati di sequestro di persona aggravato dall’abuso di potere. Giuseppe Casu è stato ucciso da un farmaco tossico per il cuore. Questa, almeno, è l’idea dei periti del Tribunale. Anche se sottolineano: non c’è la certezza ma un’¬´elevata probabilitପ. Il processo sul sessantenne quartese morto il 26 giugno 2006 dopo sei giorni di ricovero in Psichiatria al Santissima Trinità si giocherà tutto su quelle due parole. Però: il paziente è stato legato al letto per tutta la durata del ricovero, dal giorno del trattamento sanitario obbligatorio firmato dal sindaco di Quartu durante lo sgombero degli ambulanti da una piazza, fino a quando si è scoperto che non respirava più. E questo, dicono i periti, non si poteva fare. Di lì la nuova, clamorosa accusa contestata ieri al primario Gian Paolo Turri e agli psichiatri del suo reparto Maria Rosaria Cantone, Antonella Baita, Maria Rosa Murgia, Marco Murtas, Luciana Scamonatti, Marisa Coni: sequestro di persona aggravato dall’abuso di potere. Roba da dieci anni di reclusione. La notifica dell’avviso di conclusione delle indagini firmato dal sostituto Giangiacomo Pilia ha provocato stupore, rabbia, sconcerto negli ambienti medici cagliaritani. Eppure il nuovo stralcio di indagine è sostanzialmente un atto dovuto dopo il deposito della perizia, l’11 ottobre scorso, davanti al Tribunale monocratico che processa Turri e la Cantone per omicidio colposo aggravato: durante il dibattimento il pm lo ha quasi annunciato insieme al tentativo di portare la discussione sulla contenzione fisica. La difesa dei due psichiatri è insorta poiché è stato escluso che quella circostanza abbia portato alla morte del paziente. E allora il giudice Simone Nespoli ha chiesto al pm di motivare le sue domande e Pilia a quel punto ha dichiarato che la perizia avrebbe potuto portare alla contestazione di nuovi reati. In effetti i periti parlano senza mezzi termini di sequestro di persona e lo fanno sotto un profilo strettamente giuridico. Affrontando la questione della contenzione fisica hanno escluso che Casu sia stato ucciso da una trombo-embolia polmonare legata alla lunga immobilità, come invece avevano diagnosticato i medici del Santissima Trinità subito dopo l’improvvisa morte dell’ambulante. I periti Elda Feyles, specialista in anatomia e istologia patologica, Guglielmo Occhionero, psichiatra, e Rita Celli, medico legale, hanno innanzitutto individuato le norme: gli articoli 13 e 32 della Costituzione sulla inviolabilità della libertà personale e sul consenso all’atto terapeutico, il codice deontologico di medici e infermieri sulla contenzione fisica e farmacologica come evento straordinario e motivato, il codice penale: se c’è uno stato di necessità la misura di contenzione, sempre proporzionale al pericolo attuale di un danno grave non altrimenti evitabile, non solo può ma deve essere applicata se non si vuole incorrere nel reato di abbandono di incapace. I periti sono sicuri: ¬´La contenzione fisica è ammessa solo allo scopo di tutelare la vita o la salute della persona… qualora la contenzione fosse sostenuta da motivazioni di carattere disciplinare o per sopperire a carenze organizzative o per convenienza del personale sanitario si possono configurare i reati di sequestro di persona, violenza privata, maltrattamenti¬ª. Non solo, i periti negano che la contenzione a letto sia da considerare un trattamento sanitario vero e proprio: ¬´In generale, per prestare le prime cure il medico deve intervenire e vincere la resistenza solo se il paziente si trova in vero pericolo di vita. Nei casi psichiatrici quel pericolo non c’è quasi mai perché raramente esiste un pericolo di vita rispetto a una malattia mentale. Non risulta che mai nessuno sia morto di allucinazioni o delirio¬ª. I periti valutano dunque ¬´eccessivo¬ª legare a letto un paziente anche se per impedirgli il suicidio o costringerlo a curarsi. Di lì la conclusione: ¬´La diretta coercizione non è fra le prestazioni richiedibili allo psichiatra. E visto che l’organigramma del nuovo assetto della psichiatria non prevede figure di personale di custodia (come prima della legge Basaglia che ha chiuso i manicomi), essendo venuta meno tale esigenza che caratterizzava la vecchia normativa manicomiale, il ricorso all’uso della forza fisica è esterno al rapporto terapeutico¬ª. Nell’indagine-stralcio Baita, Murgia, Murtas, Scamonatti e Coni sono accusati anche di omicidio colposo, reato per il quale Turri e la Cantone sono già sotto processo: per il 29 novembre è fissata la requisitoria del pm. La Asl 8 ha intanto annunciato che in questa fase non prenderà provvedimenti nei confronti dei medici.”

Carmelo Musumeci ha invece redatto un documento che uno spazio come Macelleria Carceraria l’ha avuto. Porta una prefazione il suo “pezzo”: “Amami quando lo merito di meno, perché sarà quando ne ho più bisogno(Catullo) ” Dall‚Äôinizio dell‚Äôanno i suicidi in carcere sono 55 ‚Ķ e nessuno ne parla. Molte persone aldilà del muro di cinta si domandano perché molti detenuti si tolgano la vita. Invece molti detenuti al di qua del muro si domandano quale motivo hanno per non¬† togliersi la vita. La verità è che la morte in carcere è l‚Äôunica cosa che può portare un po‚Äô di speranza, amore sociale e felicità,¬† perché quando ti togli la vita hai il vantaggio di smettere di soffrire. Una volta il carcere era solo una discarica sociale,¬† ora è diventato anche un cimitero sociale…

E da un po‚Äô di anni a queste parte la cosa più difficile in carcere non è più morire,¬†¬† ma vivere. I detenuti in carcere vengono controllati, osservati, contati, ogni momento del giorno e della notte,¬† eppure riescono facilmente a togliersi la vita. Diciamo la verità: i detenuti non sono amati e non importa a nessuno se si tolgono la vita. Ormai le persone perbene si voltano dall‚Äôaltra parte,¬† mentre altri fanno finta di non vedere quello che vedono. Diciamoci la verità: questo accade perché la grandissima maggioranza della popolazione detenuta è costituita da individui disperati, poveri cristi, immigrati, tossicodipendenti, disoccupati e analfabeti. Persone di cui non importa a nessuno. Eppure di questa ‚Äúgentaglia‚Äù, di questa ‚Äúspazzatura umana‚Äù¬† non andrebbe buttato via nulla,¬† perché con lo slogan ‚ÄúTutti dentro‚Äù e ‚ÄúCertezza della pena‚Äù i partiti¬† più forcaioli vinceranno le prossime elezioni. Nella stragrande maggioranza dei casi la morte in carcere è la conseguenza di un¬† comportamento passivo e omissivo dello Stato, che scaraventa una persona¬† in una cella, la chiude a chiave e se ne va. Eppure l‚Äôeutanasia in Italia è proibita. Lo Stato non fa nulla per evitare la morte in carcere, non per niente l‚ÄôItalia è il Paese più condannato della Corte Europea dei Diritti Umani. Carmelo Musumeci Carcere Spoleto, ottobre 2010.”

Per concludere il mio articolo di certo non allegro e¬† leggero, che ho letto¬† su Facebook¬† tramite il gruppo Ecumenici, aggiungo Percorsi Sbarrati, un video sull’ergastolo ostativo prodotto dagli stessi ergastonali. Anche questo su Facebook, come “Urla dal silenzio“, unendomi ¬† alla voce di Ecumenici che sottoscrive cos쬆 la Macelleria Carceraria: ” Ecumenici solidarizza con gli ergastolani in Italia contro il c.d. “fine pena mai!” Non ne vogliamo sapere di partiti e politici forcaioli, di destra e di sinistra, fascisti, liberali, democratici o comunisti. -… Dovrete fare i conti anche con noi!! Digiuno della fame il prossimo primo dicembre ovunque, dentro le carceri e fuori.”

Mi auguro che quanto ho scritto sia segnalato e non solo da quelle persone che quotidianamente ritengono corretto farlo al Team di Facebook, qualunque cosa io¬† comunichi sulla mia pagina, anche privatamente e¬† chiedendone la rimozione, me compresa, ovviamente:¬† non le ringrazio affatto, nè a nome mio, nè di nessuno e mi spiace ma non ci fermeranno, possono contarci.¬† Lo scrivo pubblicamente.

‚ÄúAlcuni dicono che la pioggia sia brutta, ma non sanno che permette di girare a testa alta con il viso coperto dalle lacrime‚Äù: è parte di un dialogo tra due diavoli all’inferno e un’amica loro che gli scrive.

Doriana Goracci

http://urladalsilenzio.files.wordpress.com/2010/10/ivano-carmelo-gerti1.jpg?w=655&h=1040

Foto tratta da Urla dal silenzio

Marcianise:operaio assunto sei ore dopo la morte

Alla tragedia di una morte bianca segue lo scandalo di un‚Äôassunzione post mortem. Accade anche questo in quella che viene definita Terra di lavoro ‚Äî il Casertano ‚Äî ma in cui il lavoro è troppo spesso in nero. Era in nero anche quello di Renato Uccella, il perito elettrotecnico di Capodrise, ma originario del Napoletano, caduto giù dal tetto di uno stabilimento industriale di Marcianise. Uccella non solo lavorava senza tutele, ma è stato assunto dal suo datore di lavoro qualche ora dopo la sua tragica morte.

Fonte stralcio & Notizia integrale from CorriereMezzogiorno.it 27 Ott.2010

Dalla Russia contro l’ Orrore

http://www.rai.it/SITITG/Static/immagine/14/OrfaniBambiniFotoSimbolo.jpg

Nella notte¬† invio ¬† su Facebook una nenia dolce, tratta da un film di Tony Gatlif,¬† Swing,¬† e un ‘amica aveva scritto Per tutti i bambini che non sanno cos’è una ninna nanna. Poi non prendo sonno e leggo…Non metto le foto, che sono sull’Ansa del 25 ottobre. Vengono da un orfanatrofio russo, gestito da suore. Sono fuggite le ragazzine e hanno denunciato gli abusi:¬† Sospese le “attività “dell’istituto. Le suore non hanno ammesso. Da Mondo si aggiunge: ” Proprio la pubblicazione delle drammatiche testimonianze ha indotto le autorità a effettuare controlli presso l’istituto che hanno portato, oggi, alla drammatica conferma. Secondo quanto appurato, le ragazzine venivano regolarmente vessate dalle suore che le costringevano a lavorare nei campi dalle prime ore del mattino fino a tarda sera. Ogni piccola disobbedienza veniva punita con 12, 50 o 70 cinghiate. Spesso le ragazze venivano costrette a leggere salmi ad alta voce anche fino a tarda notte mentre la mattina seguente venivano svegliate anche alle cinque del mattino per lavorare. I media russi riportano che le prime denunce erano state avanzate già lo scorso anno, ma dopo verifiche non si era avuto alcun riscontro, per questo la vicenda era stata lasciata cadere. Fino alla fuga la scorsa settimana delle tre ragazze.¬† Alcune delle suore interpellate dalle autorità, e anche dalla diocesi della regione di Vladimir che è intervenuta, hanno riconosciuto di aver praticato varie punizioni sulle orfane accolte nell’istituto, ma non hanno ammesso i maltrattamenti, nemmeno sotto giuramento. Le attività dell’istituto restano sospese. In Russia lo scorso anno sono stati segnalati circa 100 mila casi di bambini vittime di abusi, fino a 2.000 sono morti a causa di violenze e maltrattamenti, mentre si contano circa 700 mila minori abbandonati, senza tutela, più di quanti erano alla fine della seconda guerra mondiale. Ma l’incubo non finisce qui per gli orfani russi: circa un terzo di quelli adottati negli ultimi tre anni sono stati restituiti agli orfanotrofi russi, anche a causa della crisi finanziaria che ha ritardato il versamento dei fondi statali.”

Nella stessa giornata si può anche apprendere che ” Il neosindaco di Mosca Sergei Sobyanin, che si è insediato la scorsa settimana, tra le sue prime disposizioni ha dato l’ordine di pulire le strade della capitale russa utilizzando aspirapolveri.¬† Lo ha reso noto l’ufficio stampa del comune di Mosca.¬† ‘Il sindaco ha notato che, nonostante le strade siano pulite, l’aria che si respira in cittଆ 謆 carica di polvere, per questo ha disposto che vengano utilizzate delle aspirapolveri’, ha riferito il servizio stampa del municipio.”

Corri corri scappa via …e urla al mondo la vergogna di chi ti ha rubato la vita, la libertà. Siano maledette e maledetti tutti coloro che abusano e negano l’infanzia, per¬† potere disumano.

SWING !

Doriana Goracci

Russia: orfanotrofio degli orrori

“Maltrattamenti e crudeli punizioni contro bambine di un orfanotrofio gestito nella regione di Vladimir da suore, a 200 km da Mosca, suscita indignazione in Russia dove il fenomeno è una piaga. Fino a 70 cinghiate, orari di lavoro estenuanti, punizioni continue, fino a 16 giorni a pane e acqua. Lo hanno raccontato al quotidiano Isvetsia 3 adolescenti fuggite dall’istituto e giunte a Mosca. Le suore non hanno ammesso i maltrattamenti ma le attività dell’istituto sono sospese.



http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/63/Balalaika,_garmon_and_a_shepherd%27s_horn.jpg

Colerosi Collerici Collusi Sconosciuti

http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:evx9mDGTydP-JM:http://img187.imageshack.us/img187/688/manoan2.jpg&t=1

Stando a Città del Messico si può seguire l’Italia? Stando ad Haiti si può seguire il Colera? Stando a casa propria si può seguire cosa c’è dentro¬† Casa? Un’ opinione da chi¬† ad Haiti c’è stato con 4 romaniIo continuo a fare ‚Äù questo‚Äù Ponte. Ho messo RadicalShock nel titolo, così chi si schifa, salta: Quelli che benpensano‚Ķ(gennaio 2010). E allora? Andare camminare lavorare...con i contanti, con tanti tanti tanti tanti auguri ! Per le visite guidate era d’obbligo la prenotazione…E tranquilli che L’epidemia di colera si stabilizza, come la Monnezza: “Sono oltre 250 i morti per il colera ad Haiti e 3mila i contagiati”…e “altrimenti credo che sarଆ necessario intervenire in modo più duro di quanto non si sia fatto finora”.

Chiacchiere intorno alla rivoluzione, talking about Revolution.

Doriana Goracci


diario da Città del Messico.¬†Colerosi

‚ÄúAd Haiti ci sta IL COLERA. ci stanno la gente che muoiono di colera!!‚Äù Questo gridano i giornali di mezzo mondo, leggendo le agenzie che vengono da quel buco del culo antillano dimenticato nel corso di questi nove mesi, in cui tutti abbiamo avuto ben altro a cui pensare. In Italia per esempio ci hanno messo due giorni in più del resto del mondo a riportare la notizia sui giornali. Erano tutti troppo impegnati a comprare i biglietti del pullman per Avetrana, per andare a vedere i ‚Äúluoghi dell‚Äôorrore‚Äù della ‚Äúpovera Sarah S(ti)cazzi‚Äù crepata per mano di zio e cugina.

Allora mentre stavo onlain a prenotare un volo comitiva Città del Messico-Avetrana, nell‚Äôattesa del pagamento con carta di credito, ho sfogliato le pagine dei giornali e ho visto che ad Haiti si muore di colera. Dice che ci so stati tipo ducento morti. Lo dice il presidente (ah, perché ad Haiti c‚Äôhanno pure il presidente? ah non‚Ķ non pensavo). Siccome il pagamento è un po‚Äô lento (ao, c‚Äôho pur sempre una connessione messicana) e non mi si aprono le foto di Sarah e Sabrina e Michele e Mariangela, allora vado un attimo su uichipedia a vedere che cazzo è sto colera. a un certo punto dice ‚ÄúIl batterio si trasmette per via oro-fecale, tramite l‚Äôingestione di acqua o cibi contaminati da esso. I molluschi, a causa della loro azione filtrante, sono in grado di accumulare al loro interno un buon numero di vibrioni, costituendo, così, un buon mezzo d‚Äôinfezione qualora siano consumati crudi o poco cotti.‚Äù

Orofecale. mi viene in mente la parodia della allora ministra Fumagalli Carulli ‚ÄúSimpson‚Äù in un programma della Dandini degli anni 90‚Ä≤. Lei spiegava che si chiamano rapporti OROGENITALI perché i rapporti con i genitori sono d‚Äôoro!

ecco. Orofecale vuol dire che mangiarsi la propria (o altrui) merda infetta è d‚Äôoro. fa bene. Poi in un ulteriore attacco di noia mi chiedo. Ma come? Ma chi è che si mangia la merda? Dai, seri, come fanno? Cioè, come? In che senso? dai, vabbè che so negri quelli a Taiti, ma che schifo, no?

Non mi riesco a capacitare che una cosa tipo sto famoso colera gli viene alla gente. Ancora oggi. Maddai, non l’avevamo debellato? Ma poi Haiti non era risolto tutto? so passati mille mesi, te pare che ancora questi rompono le palle?

Però sta cosa de colera me suona, già l‚Äôavevo sentita‚Ķ non mi ricordo esattamente, ma già l‚Äôho sentita. Soprattutto st‚Äôaccoppiata negri-colera mi suona tantissimo‚Ķ Mentre si carica la pagina del video girato dalla madre di Sarah mentre lo zio e il cane la stupravano e la cugina si masturbava guardandoli e brunovespa si masturbava guardando il cane vado a recuperare un vecchio post su Haiti. Questo. Un altro me all‚Äôepoca scriveva ‚ÄúTra qualche giorno una dottoressa che viene dal Cile a riconoscere i cadaveri negli hotel mi dirà che la malaria e il colera si trasmettono bevendo acqua infetta con gli umori dei cadaveri lasciati per strada. Ma questo adesso ancora non lo so. E non ho ancora visto il sorriso stanco di questa donna mentre cerca di spiegarmi l‚Äôorrore. Per cui per me sono solo persone che si procurano l‚Äôacqua in questo primo pomeriggio torrido di Haiti. Sono passati poco meno di tre giorni dal terremoto e non si cammina per la strada.‚Äù

E allora va da sé che mi ricordo pure di questo. dove lo stesso stronzo di prima scriveva: ‚ÄúParlando con un‚Äôamabile e bionda dottora americana della Florida che è venuta a amputare arti ad Haiti, la pratica più comune tra i suoi colleghi che si trovano davanti fratture esposte incancrenite come se piovesse e hanno a disposizione solo cartone e garza per ingessare o le seghe circolari di prima per amputare, discuto sul problema malattie, e lei sostiene che no, non c‚Äôè un vero pericolo epidemie. Certo, a meno che la gente non si metta a bere l‚Äôacqua infetta inquinata da monnezza e liquidi corporei fuoriusciti dai cadaveri. La guardo basito. Ma cosa cazzo credi che stia facendo la gente lì fuori? Ah, dice lei, magari gli haitiani lo fanno che c‚Äôentra? Ah, scusa infatti sono una minoranza gli haitiani che stanno terremotati ad Haiti. Scusa, so stronzo io!‚Äù

Ora, non è per fare il fico e dire ‚Äúio l‚Äôavevo detto‚Äù, però l‚Äôavevo detto. E non solo io. Perché se l‚Äôavessi detto io non vorrebbe dire un cazzo. Il problema è che lo sapevano un po‚Äô tutti, che si poteva prevedere, che magari invece di fare un‚Äôoccupazione militare e poi scordarsi di questi poveracci si poteva fare qualcosa in più per migliorare le condizioni dell‚Äôacqua. Ah, perché dimenticavo di dire che non è che questi sono stronzi che si mangiano la loro (o altrui) merda. √à che l‚Äôacqua che hanno a disposizione è infetta. √à piena di merda, in senso letterale. E quindi alla lunga diventa quasi inevitabile che si piglino il colera. E se uno si legge uichipedia, essa ti dice pure che la malattia si manifesta nel 20% degli infetti. E che degli infetti il 40-50% crepa. Io mi aspetterei altri morti. Da ammucchiarsi sulle centinaia di migliaia che già ci sono stati.

Ora finalmente mi si è aperta la pagina dei fedeli di Padre Pio che insieme a un circolo di Forza Italia (so che non esiste più, ma io sono retrò) di Monza hanno organizzato 17 pullman per la ‚Äúcasa degli orrori‚Äù comprensivo di pranzo al sacco con Anna Maria Franzoni, quindi non ho più tempo per pensare a questi ‚Äúcolerosi terremotati‚Äù. Del resto diciamoci la verità. Ma a noi che cazzo ce ne frega?

Ah. Ho visto il video quello di vespa. Da paura!


http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc4/hs944.snc4/73773_127760890611135_100001316734967_142123_8090717_n.jpg

da Kontrapunkte
http://claudiosala.wordpress.com/2010/10/24/pin-038/

In Francia Marea Montante in Italia Monta la Monnezza

http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash2/hs461.ash2/73460_167390473287835_100000506498057_507242_2153646_n.jpg

Anticipo che l’articolo, corredato da video e foto, è lungo, perch謆 ho scelto di mettere in chiaro¬† alcuni link,¬†¬† che difficilmente vengono aperti, come si fa con le finestre sulla strada. E andrò a tratti, ora in Francia, ora in Italia. Inizio con la proposta¬† del primo documento,¬† senza testo,¬† ma che invito ad ascoltare e vedere : http://vimeo.com/16050285
La protesta di Terzigno è anche questa, fatta da gente comune che da tempo diffonde la sua storia, anche a scuola per la strada in famiglia: esiste e resiste. Poi ci spiegherà il¬† capo dello Stato del Vaticano residente in Italia con tanti Din Don Dan, cosa significa trovare “con il concorso e la buona volontà di tutti una giusta e condivisa soluzione al problema”¬† e¬† “inviare”¬† il¬† vescovo di Nola,¬† con un messaggio rivolto alle popolazioni di Boscoreale e Terzigno per dire che Egli¬† segue con “paterna attenzione” le preoccupanti notizie¬† e per farsi interprete “della Sua vicinanza spirituale” di¬† “Sua Santitଆ che volentieri imparte la Sua benedizione alle care popolazioni dell’area”.
[vimeo]http://vimeo.com/16050285[/vimeo]
Michele Basso ha tradotto invece certe storie marginali francesi:¬† che saranno due anni in più per avere la pensione? E’ Marea Montante. “Il governo lo temeva e questa volta aveva ragione. I giovani sono entrati in ballo, non solo nei cortei dinamici e pieni di vita delle manifestazioni nazionali del 12 e 16 ottobre, ma tutti i giorni da una settimana a questa parte, praticando lo sciopero in movimento da un liceo all‚Äôaltro. Quegli scioperi in movimento che sono sul punto di diffondersi tra i diversi settori di salariati.Hanno una bella faccia tosta quei ministri che volevano contrapporre l‚Äôun l‚Äôaltra le generazioni! Secondo loro, i pensionati andrebbero in pensione troppo presto, il che sarebbe a detrimento dei giovani, e bisognerebbe che noi pagassimo più contributi, per un tempo più lungo guadagnando di meno, e accontentarci di una pensione miserabile, e altre stupidaggini. L‚Äôazione di disinformazione non ha funzionato. Tutte unite, le diverse generazioni del mondo del lavoro¬†! Nelle piazze, negli scioperi, nei blocchi, nelle assemblee interprofessionali, nelle manifestazioni, negli slogan! FERROVIERI INSEGNANTI LICEALI TASSISTE CAMIONISTI…E MOLTI ALTRI ! Tanto più che questa settimana, non soltanto i liceali, i nostri figli, sono entrati in ballo. I ferrovieri si sono collocati in prima fila, ma sono stati chiari¬†: ‚Äúla nostra locomotiva non deve avanzare da sola, aderite allo sciopero‚Äù, hanno detto agli altri salariati. E alla fine della settimana il loro appello è stato capito. Infatti, di locomotive, ce n‚Äôerano già alcune altre: i portuali, i lavoratori delle mense e i postelegrafonici di Marsiglia, gli apprendisti delle raffinerie … Ma occorreva che ciò si moltiplicasse, dopo il nuovo successo della manifestazione nazionale di martedì 12 ottobre. Allora tra i professori e i maestri, per esempio, dove fino ad allora si esitava, se n‚Äôè discusso¬†: ¬´¬†non ¬†si possono lasciare soli i ferrovieri¬†! ¬ª. E in qualche giorno, centinaia di licei sono stati bloccati, e non solo dagli studenti. ¬†E quando il governo ha ordinato ai prefetti di usare i lacrimogeni e i flashballs contro i ragazzini, i professori, i sindacalisti e molti altri sono arrivati a protestare, a interporsi, a sostenere i liceali. Ciò che succede in una parte degli insegnanti, accade anche in un mucchio di altri settori, e non solo nel settore pubblico. Nelle manifestazioni, i lavoratori del settore privato, delle piccole, medie e grandi imprese, si mostrano sempre più. Oh, tutto questo non esplode di colpo, ci sono la disoccupazione, i bassi salari, i lavori precari, i ricatti padronali. Allora si riflette, si pesano le possibilità di un autentico movimento generale, si osserva. Ma gli stati d‚Äôanimo si evolvono rapidamente, il tempo sociale si accelera. FINE DELL’ISOLAMENTO Per ora, ¬†sono spesso minoranze a prendere l‚Äôiniziativa, ma un po‚Äô dovunque nel paese. Ci si riunisce in assemblee generali.¬† Non si entra subito per forza in sciopero, ma si partecipa a¬† brevi interruzioni del lavoro, ad adunate locali. Si va a vedere i salariati vicini, si va a sostenere i ferrovieri o il blocco delle raffinerie. Perché è una delle caratteristiche più promettenti del movimento in corso: i salariati in lotta, o sul punto di aderirvi, escono dall‚Äôisolamento, dalla loro sola impresa, dal loro solo settore.¬† Si stanno costituendo nuclei inter-imprese. Tutte queste iniziative locali devono tendere ad un unico scopo, verso un solo movimento generale irresistibile. Ecco come a poco a poco il paese potrebbe arrivare allo sciopero generale, quello autentico. ¬†¬†Quel nuovo Maggio ‚Äô68 a cui tutti pensano e che potrebbe divenire un ottobre 2010,¬† ancora più pericoloso per il governo e il padronato. Un maremoto sociale che porti via, al suo passaggio, non solo la scellerata riforma delle pensioni, ma anche tutti i piani contro il lavoro, i salari e le conquiste sociali.”

http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSlsIiPdICtOWCgGJQ5Fmpsw93L2O5SmTVseOgluHvLV5kdHXs&t=1&usg=__8Kgw-5qa6LBIe1pSMhUauVlXN1o=


Il 21 ottobre si veniva a sapere in Itaglia, che “L’accesso all’aeroporto di Marsiglia-Provence, bloccato per cinque ore dai manifestanti contro la riforma delle pensioni, 謆 stato sbloccato, secondo fonti giornalistiche sul posto. I circa 200 manifestanti hanno lasciato il sito mentre arrivavano le forze dell’ordine. La circolazione ha ripreso regolarmente ed 謆 in corso di smaltimento la coda di diversi chilometri formata da veicoli costretti a fermarsi prima dello sbarramento. Molti viaggiatori sono stati costretti ad abbandonare le loro auto sul ciglio della strada e a raggiungere l’aeroporto a piedi. Il presidente Nicolas Sarkozy ha ribadito di voler andare fino in fondo con la legge di riforma, il cui voto definitivo in Senato 謆 previsto per giovedì.”

http://www.teatrodelmediterraneo.org/images/Sciopero%20studenti%20parigini%202007.jpg

Da una traduzione di gran lunga meno curata ma essenziale, si apprende¬† da Indymedia cosa avviene nella periferia francese:” Dagli ambienti gerarchici della polizia parigina,¬†¬† dopo l’ospedalizzazione di un liceale di 16 anni ferito al volto da uno sparo di flashball, arriva una dichiarazione: ‚ÄúIl prefetto di Parigi, nella foga dell’incidente di Montreuil, ha disposto di non¬† utilizzare più il flashball‚Äù. Questo è stato quanto dichiarato, venerdi 15 ottobre, dal¬†¬† prefetto des Hauts-de-Seine, Patrick Strzoda, durante un incontro con la stampa, secondo quanto dice l’AFP…¬† La prefettura¬† di polizia non ha confermato l’informazione, accontentandosi d’affermare che Michel Gaudin aveva ‚Äúricordato le condizioni restrittive d’utilizzo del flash-ball, tanto sul piano tecnico che su quello giuridico‚Äù. In mattinata varie centinaia di liceali si sono ritrovati davanti al municipio di Montreuil a sostegno del ragazzo che dovrebbe essere giunto¬† presso l’ospedale parigino Lariboisiere. Cronologia dei fatti, narrati dalla vigilia. La polizia é d’uscita, questo giovedi 14 ottobre, a Montreuil-sous-Bois. Due espulsioni di squatts e dei violenti scontri con dei liceali in sciopero, nello spazio di qualche ora. Il prefetto della Seine-Saint-Denis, Christian Lambert, già massimo dirigente del RAID (corpo della polizia speciale) ha messo in campo i grandi mezzi. Camionette di CRS, tonfa, flashball, gas lacrimogeni, con mire differenti Poi ci son stati lacrimogeni e flash ball e ho visto il ferito nel furgone dei pompieri. Un altro ragazzino é stato arrestato e ammanettato di fronte ai compagni. Delle ragazzine si sono beccate le loro prime manganellate. ‚ÄúMandare in questa maniera i CRS su dei ragazzini, in sciopero, é inammissibile‚Äù. E denuncia l’iperbanalizzazione dell’utilizzo del flashball nelle banlieu, ‚Äúpropio dove gli sbirri hanno un sentimento d’impunità totale. Dei poliziotti non intervenirebbero mai in questa maniera nel centro di Parigi‚Äù. Degli scontri violenti hanno avuto luogo, la stessa polizia lo riconosce. Secondo un’usanza rodata in questi situazioni, la prefettura della Seine-Saint-Denis diffonde tramite l’AFP i ‚Äúsuoi elementi di linguaggio‚Äù: i poliziotti ‚Äúsono stati presi come bersaglio di ogni sorta di proiettili, un giovane di 16 anni é stato leggermente ferito in faccia da uno sparo di flashball‚Äù, l’adolescente é stato portato all’ospedale Andre-Gregoire di Montreuil e l’Ispezione generale dei Servizi ‚Äúé stata sequestrata‚Äù dal prefetto. ‚ÄúDal momento che dei liceali bloccano degli stabilimenti non possiamo più¬† rispondere della loro sicurezza, poiché alcuni blocchi rischiano di degenerare in rivolte urbane‚Äù, dichiara l’ispettore Daniel Auverlot. Woerth: “Ringrazio il sangue freddo delle forze dell’ordine‚Äù Verso le 13.00 parecchie centinaia di allievi di tre licei di Montreuil, Condorcet, Eugenie-Cotton et Jean-Jaures, si trovano davanti al municipio. Margot, ultimo anno, spiega perché manifesta contro le pensioni: ‚Äúnon blocchiamo per piacere. Sarkozy vuole obbligare i nostri genitori a lavorare più¬† a lungo, senza che abbiano nessun diritto in più, quando poi noi dal momento che arriviamo nel mondo del lavoro non avremo lavoro. √à la storia del mondo alla rovescia!‚Äù A quell’ora, oltre ai liceali, una folla eterogenea di Montreuillois si ritrova davanti al municipio, degli insegnanti indignati, dei sindacalisti della CGT, e degli impeigati territoriali in collera, degli agenti del municipio incalzati dai militanti che si oppongono alle espulsioni dei rom. Messaggi in rapida successione e disordinati al megafono, discussioni a ripetizione sugli avvenimenti della giornata. Deraglia in tutti i sensi. Alcuni liceali raggiungono, in metro, le manifestazioni parigine a Jussieu o davanti al Medef. Altri, in maniera spontanea marciano in città. Prima di attraversare la tangenziale in direzione del liceo Ravel, una cinquantina di loro si immergono in un centro commerciale, riuscendone con la stessa rapidità con cui sono entrati, ma seminando il panico tra i commercianti. Una volta a Parigi il loro corteo si divide le forze dell’ordine intervengono ancora una volta con i gas. Gli occhi arrossati, parecchi giovani rientrano a casa con un sentimento d’incomprensione enorme: ‚Äúdomani riverremo, bloccheremo il liceo e avremo le nostre felpe incappucciate le nostre scarpe da ginnastica e del materiale per difenderci!‚Äù ci dice Fatima, al liceo Eugenie-Cotton. Nel pomeriggio le violenze hanno una¬† eco fino al senato dove Dominique Voynet (Verdi), la sindaca della città prende in disparte Eric Woerth (UNP): “ho ben capito che avete cercato di dare la responsabilità alla sinistra dei disordini che solo la vostra cecità e la vostra sordità possono spiegare (…), che siete in difficoltà di fronte alla strada. Ma vi pongo la domanda: il potere é cosi tanto debole da ridursi a questo tipo di provocazioni? Cosa puo mai valere un potere politico quando é ridotto a sparare sui propri figli? Alle domande¬† il ministro del lavoro risponde : “ringrazio per il sangue freddo le forze dell’ordine in Francia‚Äù prendendosela ‚Äú con tutti coloro che spingono i giovani a scendere in strada‚Äù. Durante una conferenza stampa, Dominique Voynet precisa che il liceale colpito dal flashball ha ‚Äútre fratture al volto e che sarà operato domani (venerdi) e che rischia di perdere un occhio‚Äù. Dagli ambienti gerarchici della polizia parigina,¬†¬† dopo l’ospedalizzazione di un liceale di 16 anni ferito al volto da uno sparo di flashball, arriva una dichiarazione: ‚ÄúIl prefetto di Parigi, nella foga dell’incidente di Montreuil, ha disposto di non¬† utilizzare più il flashball‚Äù. Questo è stato quanto dichiarato, venerdi 15 ottobre, dal¬†¬† prefetto des Hauts-de-Seine, Patrick Strzoda, durante un incontro con la stampa, secondo quanto dice l’AFP. Questo richiamo al non uso del flashball, è stato¬† inoltrato¬† giovedi alle 11.00, ed esteso¬† ai tre dipartimenti della piccola corona sulla quale il prefetto di Parigi ha autorità, ossia la Seine-Saint-Denis, les Hauts-de-Seine et le Val-de-Marne.Risultato: persone in strada, sans papier arrestati, liceali sotto chock, nei quali uno in ospedale per una ferita al viso da flashball e un’atmosfera elettrica dappertutto in città. Tutto comincia con l’espulsione di due squatts all’alba. I poliziotti fanno irruzione in un posto chiamato ‚Äúle hangar‚Äù nel quale alloggiavano degli stranieri sans papier, principalmente di origine maliana. Secondo parecchie testimonianze, sei persone sono state arrestate e messe in prigione preventiva. Tocca poi allo squatt della Demie-Lune, li vicino, a venire accerchiato. Ci vivevano da due anni dei militanti attivi nella lotta contro le espulsioni dei rom e dei sans papier, Il luogo serviva anche da sala concerti e dibattiti, nella direzione dello squat La Clinique, il cui sgombero un anno e mezzo fa s’era terminato con una dramma simile: un manifestante era stato gravemente ferito a un occhio da uno spaqro di flash ball. Presente giovedi mattina al momento dei fatti un residente della Demie Lune incontrato davanti al municipio di Montreuil racconta che i poliziotti hanno distrutto le porte, che hanno imposto alle persone che vivevano nello squatt di prendere solo il minimo necessario e che le ruspe sono arrivate subito per distruggere tutto. Allertato su quello che stava succedendo lo scrittore Yves Pages si é recato nelle vicinanze dello squatt. Ha spiegato che da li un dispiegamento di polizia é partito verso il liceo Jean-Jaures. “Li ho seguiti in scooter‚Äù ci dice, ‚Äúe là davanti al liceo ho visto dei poliziotti iperarmati in tenuta robocop, uno spiegamento di forze assolutamente sproporzionato di fronte alla situazione. Sono un genitore di un allievo del liceo e allora ho chiesto a uno dei poliziotti una spiegazione. Mi ha messo sotto il naso il flash ball e mi ha detto: ‚Äústi stronzetti non dovrebbero far altro che restare a casa dai loro genitori, stronzo.‚Äù Un altro, con gas lacrimogeno pronto all’uso, mi ha detto che in qualche modo si dovevano pur difendere.” Venerd쬆 mattina annuncia di denunciare la Commissione nazionale di deontologia e di sicurezza‚Äù e a proposito dell’utilizzo del flashball ricorda che ‚Äúquando l’arma é apparsa si diceva che non era un’arma letale, mentre nei fatti¬† é un’arma molto pericolosa e imprecisa che può¬† spaccare le ossa‚Äù. Mediapart – 14 ottobre 2010 – Carine Fouteau, Hugo Vitrani”

Chissà cosa ne è stato della protesta dei pastori sardi a oltranza , che l’Ansa il 21 ottobre si premurava dirci: “da due giorni presidiano il palazzo del Consiglio regionale della Sardegna. Ieri notte, infatti, non 謆 andata a buon fine la mediazione tentata dall’assessore dell’Agricoltura e dalla presidente dell’Assemblea. Oggi il leader del Movimento, Felice Floris ha spiegato che ci sono state ‘solo promesse generiche. Noi rimaniamo qui e continuiamo la nostra battaglia’, ha annunciato.”

http://images.sassarinotizie.com/ImageServer.ashx?id=2116&size=300

Il Governo spromuove la monnezza campana facendo ampia pulizia con¬† femmine vetero ciociare: si aprono gli Spot…


“Questo Paese è profondamente malato e razzista e fascista e intollerante, non perchè alcune decine di donne e uomini tirano monnezza a uno che sbraita a fini elettorali di vita e di morte ma perchè un bambino di otto anni, porta come un marchio da lager, il suo essere napoletano e viene picchiato perchè è nato lì. E‚Äô un fatto di cronaca, accaduto nel trevigiano. I genitori hanno dovuto trasferirlo in un altro paese del vicentino, legare la loro esistenza al nomadismo dei rifiuti. E‚Äô vero: i rifiuti hanno viaggiato da nord a sud e da sud a nord e da est a ovest e viceversa, in un girotondo di morte e di malaffare.‚ÄúSe mi mandi ancora in quella scuola mi uccido‚Äù: lo chiamano bullismo. No, è pura cieca violenza che si mangia nelle sante famiglie italiane, dove si piangono i morti in tv e dove si festeggia per la vittoria di un Grande Fratello o del partito che vince. E‚Äô l‚ÄôItalia della scommessa: vediamo quanto regge ancora questo sistema, vediamo se è importante e vitale insegnare nelle scuole la Vita dell‚Äôembrione. Vediamo se è importante mangiare pane e diossina e respirare amianto e democrazia, vediamo se è importante sapere quanto ci costa tutto questo, anzi non saperlo affatto. Potrebbero prenderci per pazzi, nel mondo, per non reagire. Anzi non parliamone, come avevano consigliato per Ferrara, minimizziamo l‚Äôaccaduto come, per delicatezza, intende fare il dirigente scolastico. Tanto gli italiani scordano presto.”¬† L’ avevo¬† scritto ai primi di aprile del 2008.

“nell’immondezzaio i disperati cercano da mangiare, cercano in mezzo alla gente, in mezzo alla strada domandando, voi figli di nessuno negli anni dimenticati…dovunque vada¬† l’alba sulla mia strada senza catene vi andremo insieme …” i miei¬†¬† auguri¬† perch謆 la Luna scenda dal monte come i rifiuti e la Marea salga.

Doriana Goracci

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E io me ne fregio…

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Ettore Petrolini per tutto quello che è riuscito a darci dal punto di vista artistico, ma in questo brano riesce a dipingere la politica del suo tempo con una delicatezza e una perniciosità magistrale, …la satira di Petrolini era molto apprezzata da Mussolini che per quel che mi risulta non lo ebbe a censurare mai…la domanda che sorge spontanea ascoltantolo è …cosa è cambiato in Italia dopo tanti anni? Sembrerebbe nulla, la parte in cui dice “quando il popolo si abitua a dire che sei bravo…” è attualissima.

Ettore Petrolini (Roma, 13 gennaio 1884 ‚Äì Roma, 29 giugno 1936) è stato un attore e drammaturgo italiano, specializzato nel genere comico. √à considerato uno dei massimi esponenti di quelle forme di spettacolo a lungo considerate come teatro minore, termine con il quale si identificavano il teatro di varietà, la rivista e l’avanspettacolo. Viene ricordato nello spettacolo l’atteggiamento sbeffeggiante verso la dittatura che portò il grande attore, in occasione della medaglia che Mussolini gli volle conferire, a pronunciare l’immortale ringraziamento: “E io me ne fregio!”. La sua importanza nel panorama del teatro italiano è oggi pienamente riconosciuta. Riassumendo in sé l’attore e l’autore, Petrolini ha inventato un repertorio ed una maniera che hanno profondamente influenzato il teatro comico italiano del Novecento.

Simmetrie imperfette

simmetrie

Roma, Cnr – Biblioteca “G. Marconi”, piazzale Aldo Moro 7, Mercoledi 27 ottobre 2010 ore 17.30.

A ottobre riprendono i ‚ÄúDialoghi in Biblioteca‚Äù, il 27, infatti, nella sala di lettura della Guglielmo Marconi nella sede centrale dell‚Äôente, con il Presidente del Cnr, Professore Luciano Maiani, nella veste di moderatore, si svolgerà il dialogo sulle ‚ÄúSimmetrie imperfette‚Äù tra Gianrico Carofiglio e Giorgio Parisi. Su questo tema la modalità con la quale sono stati progettati i ‚Äúdialoghi‚Äù, raggiunge la sua espressione più virtuosa, e cioè quella della contaminazione tra i saperi (molto) diversi. Da una parte un grande fisico portatore, dunque, di una conoscenza scientifica di alto livello, dall‚Äôaltra uno scrittore di successo, ma anche e soprattutto un magistrato (adesso anche senatore della Repubblica) per il quale la ricerca della prova può basarsi, appunto, sulla rottura della riflessione simmetrica che altrimenti finirebbe per nascondere la verità processuale, cioè il territorio dove il magistrato ha trasformato in fantasia narrativa il limite della ragione.

“Simmetrie imperfette” : La ricerca delle leggi della natura, fin dal tempo dei greci, si è basata sulla ricerca di simmetrie. La figura del cerchio, ad esempio, il massimo esempio di simmetria, doveva corrispondere al percorso dei pianeti. Ma presto questa simmetria si rivela imperfetta e i pianeti sono costretti a seguire delle ellissi, cerchi imperfetti. Siamo solo all‚Äôinizio. Con la matematica si riesce a spiegare la fisica, a interpretare la realtà. La simmetria acquista un valore enorme: ad ogni simmetria matematica presente in una legge fisica risulta legato un principio di conservazione. Dalla simmetria per traslazioni spaziali, cioè l‚Äôinvarianza di una legge fisica per spostamenti nello spazio (la simmetria che ci garantisce che se una legge è valida a Roma, lo sarà anche a Parigi), discende la conservazione della quantità di moto, quel fenomeno che ci permette di costruire aerei a reazione. Dalla simmetria per traslazioni temporali, ovvero l‚Äôinvarianza di una legge fisica nel tempo (se è valida oggi, lo era anche ieri e lo sarà anche domani) deriva la conservazione dell‚Äôenergia che sfruttiamo in mille modi, ad esempio usiamo la spinta dell’acqua di una cascata per far girare le pale di un mulino. La simmetria per rotazione garantisce invece la conservazione del momento della quantità di moto che Valentino Rossi sfrutta per curvare con la sua moto, semplicemente piegandola. In natura esistono altre simmetrie. E altre conservazioni. Ad esempio la simmetria tra materia e antimateria, che ci garantisce che se tutto il mondo fosse fatto di antimateria sarebbe identico a questo e noi chiameremmo antimateria quella che oggi chiamiamo materia. Da qui deriva la conservazione della carica elettrica‚Ķ però dall‚Äôimperfezione di questa simmetria deriva l‚Äôuniverso, e non è poco!

L‚Äôenergia, infatti, se sufficiente, può trasformarsi in coppie particella-antiparticella. All‚Äôinizio dell‚Äôuniverso, quando la densità di energia era molto elevata, si formavano incessantemente coppie particella-antiparticella. Stando alle conoscenze di oggi, non esiste altro modo di formare materia, sempre in coppia particella-antiparticella. Quando poi si incontrano una particella e una antiparticella dello stesso tipo, si ‚Äúannichilano‚Äù, cioè scompaiono e si trasformano nuovamente in energia, sotto forma di luce. Con l’espansione dell’universo, la densità di energia diminuisce e non è più sufficiente per creare coppie particella-antiparticella. Se la simmetria tra materia e antimateria fosse stata perfetta, il nostro universo, oggi, sarebbe fatto solo di luce e noi non staremmo qui a porci queste domande.

Un discorso simile vale per la vita. Inizialmente l‚Äôembrione è sferico e le suddivisioni cellulari sono identiche in tutte le direzioni. Ad un certo punto, senza apparente motivo, la simmetria si rompe e inizia a formarsi la testa, gli arti, il corpo. Senza rottura di simmetria, non ci sarebbe la vita così come la conosciamo noi. A livello microscopico tutte le particelle sono identiche, tanto identiche da essere indistinguibili. Lo sono anche i legami tra le diverse particelle, e così non solo ogni protone è identico a ogni altro protone, ma lo è anche ogni atomo dello stesso elemento. Il fatto che le particelle e le loro interazioni siano sempre identiche è quello che garantisce la stabilità della materia‚Ķ ma l‚Äôinsieme di tutte queste cose uguali forma elementi macroscopici tutti rigorosamente diversi tra loro. Dove avviene questa rottura? In quale punto le cose da tutte uguali passano ad essere tutte diverse?

Moderatore è Luciano Maiani: Presidente del Cnr, è uno dei maggiori fisici a livello internazionale.Laureatosi a Roma nel 1964, ha cominciato la sua carriera all’ISS, trasferendosi subito all’università di Firenze presso la scuola dei fisici teorici italiani di Raoul Gatto. Nel 1969 si reca ad Harvard dove lavora fino al 1976. Lì, nel 1970, con Sheldon Lee Glashow e John Iliopoulos, contribuisce a estendere la famiglia dei quark ipotizzando il quarto quark, chiamato charm. Rientra in Italia come docente di fisica teorica dell’università di Roma ‚ÄòSapienza‚Äô e diventa visiting professor presso la Normale Superiore di Parigi (1977) e il Consiglio Europeo di Ricerche Nucleari (CERN) di Ginevra (1979-1980 e 1985-1986). Dal 1984 al 1991 fa parte del Comitato scientifico del Cern. Dal 1993 al 1997 è presidente dell‚ÄôINFN e dal primo gennaio 1997 alla fine del 2003 è direttore generale del CERN, dando impulso alla realizzazione del Large Hadron Collider (Lhc). Numerosi i riconoscimenti ricevuti, tra cui la medaglia Matteucci assegnata dall‚ÄôAccademia dei XL (1979), il premio Sakurai della Società americana di fisica (1987), la Medaglia Dirac del Centro di fisica teorica Abdus Salam di Trieste (2007).

Ne discutono Gianrico Carofiglio: Laureato in giurisprudenza, ha iniziato la carriera di magistrato nel 1986 e raggiungendo la Direzione Distrettuale antimafia di Bari.Il suo primo romanzo, Testimone inconsapevole, uscito nel 2002, segna l’inizio di una brillante serie di titoli che riscuotono successo di critica e pubblico. Dopo aver ricevuto numerosi premi per l’opera prima, nel 2005 Carofiglio vince il premio Bancarella, nel 2007 il premio Fregene e il premio Viadana, nel 2008 il premio Tropea e il premio Grinzane Cavour noir. Diversi riconoscimenti gli sono stati conferiti anche all’estero e dai suoi libri sono stati tratti due film. Dopo essere stato Consulente Parlamentare Antimafia, dal 2008, Carofiglio è Senatore della Repubblica.

Assieme a Giorgio Parisi: √à uno dei più autorevoli fisici contemporanei. Laureato a Roma nel 1970, dove adesso è professore di Fisica Teorica, ha lavorato presso la Columbia University, l’Institut des Hautes √âtudes Scientifiques e all‚Äô√âcole normale supérieure de Paris.Fa parte di numerose accademie scientifiche di diversi paesi tra cui, unico tra i fisici italiani insieme a Carlo Rubbia, è membro dell’Accademia Americana delle Scienze. Studioso estremamente poliedrico ha dato contributi essenziali in diversi campi: cromodinamica quantistica, fisica statistica, teoria delle stringhe, teoria del caos, teorie della complessità, fisica delle particelle elementari, allargando i suoi orizzonti anche alla biologia, immunologia e finanza. Ha ricevuto importanti riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui la medaglia Boltzmann e la medaglia Dirac, i più importanti premi per gli studiosi di fisica teorica.

Due milioni di “.it”, lo comunica il Cnr

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Raddoppia in soli cinque anni la presenza italiana in rete: il duemilionesimo indirizzo Internet a targa italiana è light-stone.it. Il suffisso assegnato dal Registro .it, servizio dell‚ÄôIstituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche (Iit-Cnr) di Pisa, si conferma al quinto posto in Europa e al nono nel mondo.
Due milioni di .it: raddoppiano in cinque anni le registrazioni dei domini ‚Äòa targa italiana‚Äô, attestando il nostro suffisso internet al quinto posto in Europa e al nono nel mondo. Il duemilionesimo indirizzo web a ‚Äútarga italiana‚Äù attivato dal Registro .it – la struttura gestita dall‚ÄôIstituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr) e incaricata di assegnare i domini .it ‚Äì è ‚Äúlight-stone.it‚Äù, indirizzo richiesto da una società in nome collettivo di Acqualagna (Pu) e registrato con il sistema sincrono, in tempo reale.
Si segna così un‚Äôaltra tappa fondamentale di una storia che si apre il 23 dicembre 1987 con cnr.it, il primo dominio internet italiano. Nel 2005 il milionesimo dominio ‚Äò.it‚Äô era stato raggiunto da un privato cittadino Luca Vullo di Caltanissetta – studente del Dams di Bologna che aveva richiesto l‚Äôomonimo lucavullo.it: ‚ÄúIl trend di questi ultimi anni conferma che il mercato dei nomi internet non conosce crisi e che essere presenti in rete connota una forte identità culturale e nazionale‚Äù, commenta il direttore dell‚ÄôIit-Cnr, Domenico Laforenza.
L‚Äôintroduzione del sistema sincrono, il 28 settembre 2009, ha fortemente influenzato la crescita del mercato dei domini italiani, considerando che la media mensile di registrazioni è salita a 32mila al mese, delle quali oltre 27mila in tempo reale: un andamento che ha permesso di raggiungere già il 30 settembre 2010, con 324mila nuove registrazioni, il totale dell‚Äôintero 2009 (339mila).
‚ÄúLe procedure più snelle e la tempistica decisamente più efficiente, garantite dal sistema sincrono‚Äù, commenta Laforenza, ‚Äúhanno indotto la stragrande maggioranza degli utenti a privilegiare fin da subito questo canale di registrazione, riducendo fortemente l‚Äôimpatto del vecchio sistema asincrono sul totale delle nuove registrazioni. L‚Äôattivazione del dominio in poche ore, senza inutili attese, l‚Äôeliminazione della carta e del fax, hanno determinato il successo della scelta del Registro di introdurre le registrazioni automatiche‚Äù.
‚ÄúIl sistema sincrono è stato sicuramente una tappa fondamentale del processo di innovazione del Registro‚Äù, afferma Maurizio Martinelli, responsabile dell‚ÄôUnità Sistemi e Sviluppo del Registro.it. ‚ÄúA breve saranno introdotte altre novità tecnologiche importanti tra le quali l‚ÄôIdn (Internationalized domain name), che permetterà di registrare i propri domini mantenendo il nome esattamente uguale alla reale denominazione di persona, società o marchio (ad esempio registrare nomi con lettere accentate)‚Äù.
La classifica dei paesi europei per numero di domini vede l‚ÄôItalia al quinto posto e in testa la Germania (.de), seguita da Inghilterra (.uk), Olanda (.nl); Unione europea (.eu). Nel mondo il ‚Äò.it‚Äô è al nono posto, preceduto ‚Äì oltre che dai domini europei appena citati ‚Äì dal .cn cinese, secondo in classifica, dal .ru russo, dal .ar argentino e dal .br brasiliano, rispettivamente sesto, settimo e ottavo.
Per informazioni: Luca Trombella, Registro .it – Istituto di Informatica e Telematica del Cnr di Pisa. Anna Vaccarelli, responsabile Relazioni esterne, media e comunicazioni del Registro .it.