Amore e dating online

La nostra è la generazione del dating online, tra i trenta ed i cinquanta anni ci si trova in rete. E‚Äô un mezzo come un‚Äôaltro per ampliare le conoscenze. Questa almeno è la teoria. In pratica mi sono sempre ritrovata a dialogare con uomini che alla fine, anzi no prima della fine mi chiedevano il dolce.

Tutti in giro con cali glicemici?

No, tutti colpiti da bulimia dei sensi. Anche io ho navigato e mi sono divertita a farlo. Ho conosciuto uomini interessanti ed anche dei veri idioti, più o meno quello che succede nella realtà. Ho sostenuto dialoghi un pò piccanti e cene virtuali. Buffo l‚Äôapproccio è del tipo: immaginati tesoro che io ti abbia portato a cena in un posto fatto così, con un‚Äôatmosfera giusta e via con descrizioni minuziose. Nel menù sono generosissimi, delle prelibatezze indiscutibili, tanto il conto è virtuale. On line ti arrivano al volo anche decine di fiori, pure quelli non costano nulla. Insomma si evince che la teoria del corteggiamento i maschietti la conoscono, ma la applicano solo virtualmente.

Ho ascoltato mariti depressi e separati fin troppo brillanti. Mi sono fatta un‚Äôidea del mondo degli uomini e di quanto sia semplice capirli. Gli uomini sono trasparenti, anche quando fingono un ermetismo che proprio non gli appartiene. Gli uomini esprimono i loro bisogni, sempre, soprattutto quando hanno voglia di dolce. La differenza può farla la dialettica, sinceramente chi coniuga male i verbi è anche un pessimo amante. E‚Äô sempre l‚Äôattenzione che fa la differenza. Quindi in rete il solo indizio che puoi considerare fino da subito è la capacità di usare le parole. Una sorta di dimmi come scrivi e ti dirò quanto e come ti piace il dolce. E‚Äô comunque rischioso, nel senso che questa non è la regola. Sono uscita una sera con un tipo che mi lanciava sfide letterarie, la cena è stata piacevole il dolce sembrava uno di quelli buoni fatti in casa, era invece un dolce da grande distribuzione. Esattamente come i quattro salti in padella.

E‚Äô l‚Äôepoca della coppia free, i dolci si mangiano dove capita, infondo anche le pasticcerie esistono da sempre. Spesso mi immagino la scena di lui che rientra a casa e non ha voglia di cenare: ha già mangiato fuori, cena completa di dolce e lei che gli racconta di essersi sbafata una sacher deliziosa. Che dire magari ci si possono scambiare le ricette in questi casi? Insomma se si è così golosi non occorre sbandierarlo ai quattro venti solo per avere la coscienza libera. La coppia libera, in sintesi, è l‚Äôadattamento economico di una coppia scoppiata. Si decide di restare insieme per condividere affitto e spese domestiche poi ognuno mangia dove vuole. Costa meno delle famiglie allargate in effetti ed i bambini non fanno confusione sulla quantità dei nonni. Che poi accade che qualche bimbo abbia sei nonni e qualcuno nessuno e questo non è giusto e non solo per un fattore matematico.

Con il dating online scegli i dolci che vuoi come al supermercato, ma essendo appunto un supermercato la qualità ne risente. Ciò che i buongustai cercano è invece il cosidetto prodotto di nicchia. Insomma se vivi a Milano i salumi e la gastronomia migliori sono da Pek in via Spadari, esci da lì con una confezione accurata se occorre anche termica. Ecco perchè io preferisco uscire la sera anche se il mattino successivo ho la testa effetto spugna. Del resto in un epoca molto animalista credo di essere una delle poche e rare donne che ama la caccia, anche quella vera con cane e fucile. No la mia mira fa schifo e non ho il porto d‚Äôarmi quindi niente morti, solo il piacere della ricerca e di un buon segugio. Potrei addestrare un lagotto da tartufi li adoro. I tartufi ed anche i lagotti.

Sono iscritta ad un sito di incontri un dating on line appunto. Ogni settimana trovo tra le mail un messaggio che dice: Abbiamo trentacinque nuovi membri da presentarti. Dico io trentacinque ogni sette giorni che per un mese fanno centoquaranta membri. Che per un anno; no così si diventa diabetici. Poi dico io il testo, trentacinque membri, insomma concordo sul chiamare le cose con il loro nome in certi casi, ma questo lo trovo esagerato e pure di cattivo gusto, insomma chiamateli iscritti così diventa unisex. Ai maschietti che scrivono? Abbiamo trentacinque vagine da farti incontrare. Magari fosse direbbe qualcuno, anzi lo direbbero tutti i membri iscritti. E cosi vai membri e vagine come nei cartoni animati di Pene e Vagina.

Si io mi sono iscritta in un pò di questi siti tanto le signore non pagano, ai maschietti chiedono soldi invece, come nella realtà. Non ho mai pagato un ingresso in discoteca i miei amici maschi sempre. La rabbia è stata che quando mi sono iscritta come uomo ho potuto sostare gratuitamente solo tre giorni e tre notti. Ho bevuto litri di caffè, ma mi son fatta un‚Äôidea di come le signore viaggiano in rete. Vergognoso e poi ci lamentiamo di quei santi degli uomini. Sono rimasta sconvolta si batte anche nei dating on line ed in quel caso soldi non sono virtuali. E‚Äô il mestiere più antico del mondo che sta al passo coi tempi infondo.

 

 

Cosa sapete dell’Italia Liberata su Facebook?

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In una serata iniziata il 20 novembre e conclusa 48 ore dopo, non cambia la musica,¬† perch謆 Tudo isto existe Tudo isto é triste Tudo isto é fado. Era iniziata¬† pesante o meglio sul finire della giornata, con certi stralci di cronaca come questo: “L‚ÄôAquila 20 novembre 2010, epicentro della crisi del XXI secolo, cuore dello sciacallaggio di stato… violentare la storia, il presente e il futuro degli abitanti di un territorio”


oppure: fra tre giorni trentennale del terremoto in basilicata e irpinia….fu cesura netta …ed è voragine oggi¬†¬† ti allego stasera (notte direi , vista l’ora) un link sul terremoto dell’80….è un documentario girato da Lina Wertmuller e trasmesso (se la memoria non mi inganna) un anno dopo e cioè nel 1981… il documentario comincia al minuto 0.46 …….(il link porta il numero 6 perchè chi l’ha pubblicato lo ha fatto mettendo in sequenza due documentari sul terremoto dell’80) …..http://www.youtube.com/watch?v=IwIGe1iiCsU …ti invito a guardarlo con calma , è un documento molto interessante che oltre a parlare del terremoto ne fa pretesto per ritrarre un sud italia in fuga dal passato, è un documento etnografico in un certo senso …. certe considerazioni mi ricordano pasolini e il mondo contadino…. un saluto e fammi sapere appena lo vedrai cosa ne pensi ….Risposi all’amica: Sarà colpa del Fado? ‚ÄúHa trovato la sua incubazione negli ambienti al confine della malavita e della piccola delinquenza urbana, analogamente a quanto accadde con il tango in Argentina e col samba in Brasile, e con la stessa canzone tradizionale napoletana‚Äù.

Ma il bello doveva venire, in una domenica di novembre che più piovosa non si poteva, illuminata dalla Luce del Mondo di un Don che si faceva partecipe dell’Apertura del Con Dom per Tutti! Annunciai che eravamo FORA DEL TUNNEL…!ANSA : “Il direttore del programma Unaids delle Nazioni Unite per la lotta contro diffusione del virus dell’aids, Michel Sidibe, ha definito un ”passo avanti significativo e positivo” …l’affermazione fatta da Benedetto XVI sull’uso del preservativo in particolari casi, contenuta nel libro-intervista ”La luce del mondo”. ”Questa iniziativa riconosce che un comportamento sessuale responsabile e l’uso del preservativo hanno un ruolo importante nella prevenzione di hiv/aids”, ha aggiunto.” E fu Giubilo, ci stavamo Liberando…con il Sesso Sicuro, che mi fu raccomandato in quanto delizioso spot francese.

Mandai un Secondo Aggiornamento. Il Papa: “Bisogna educare il popolo di Dio al silenzio” I COMMENTI NON SONO DISABILITATI.Tra battutacce da squola imbecille, riportai tutti all’ordine delle Armi e degli Affari, arrivava Report con Finmeccanica. Ma intanto nuove amicizie si intrecciavano tra cui una con un giovane africano, vivente…in Italia, forse…che mi manda in anteprima assoluta mondiale un video, Swèd Ellil.wmv, accompagnato così: “Mohamed Ben Hammouda dedicato a tutti gli amici… specialmente agli amici in Tunisia che non possono accedere a “Youtube” per una censura di stato”.

Mi era venuta in mente tra le altre cosette di FB, la storia AfroItaliana che avevo raccolto: “Marcus era uno smilzo di 50 chili, senza denti e veniva dal Gambia. Aveva girato mezzo mondo prima di arrivare a Rosarno.¬†Marcus aveva 35 anni ma ne dimostrava quasi il doppio e¬†viveva in un luogo che semplicemente negava la dignità umana… Ed è veramente inaccettabile che oggi esseri umani siano costretti a vivere in condizioni che di umano non hanno veramente nulla…Lo sento ieri sera: “Marcus domani vengo a trovarti”, e lui ” mi porti del riso per piacere…”Sembra proprio una storia a lieto fine, una di quelle che “e che cazzo una per il verso giusto ogni tanto…”, e invece stamattina qualcosa accade: vanno a trovarlo in ospedale alcune scout, tornano sconvolte con un borsello con dentro il telefono di Marcus e qualche effetto personale: “Peppe, Marcus sta male, è in coma!”Corriamo in ospedale e davanti a noi una scena raccapricciante: fai fatica a credere che era quello che ieri ti ha chiesto di portargli il riso. “Cos’è successo?” – “Probabilmente un ictus”, “aveva un problema serio al cuore, una¬†polmonite bilaterale e altre complicazioni…”Marcus era un piccolo grande uomo e ci lascia in eredità la sua saggezza africana, la sua dignità di lavoratore, il suo amore di padre e marito.Addio Marcus, la terra ti sia lieve…”

A serata inoltrata dopo un mare di risate di cuore e una gara a dare notizie equo solidali, mi sono trovata a scrivere, data la quantità spropositata di pioggia perchè il Tempo sappiamo che fa, quanto appresso: “pare che Paolo Conte abbia scritto solo Vieni Via Con Me DUNQUE…DICO DUE BALLE AD UN TIZIO SEDUTO PIU’ IN LA’… E ALLORA UNA GIORNATA AL MARE CHI VUOLE SE NE VA VIA CON SE’…TANTO PER NON MORIRE…DI LUNEDI’.

E stamattina si riprende a fare da ponte, con quella grande speranza che può dare una cerimonia significativa come quella che il Papa consegna gli anelli ai nuovi 24 cardinali e vedo davanti un futuro Rosso, rosso rosso come quello che ha sottolineato il Papa: “Sull’anello che oggi vi consegno, sigillo del vostro patto nuziale con la Chiesa, è raffigurata l’immagine della Crocifissione”, mentre “il color del vostro abito allude al sangue, simbolo della vita e dell’amore”.

Da ultimo da un certo Ufficio Stampa, cn cui ebbi anche un incontro privato di mail, mi sottolinea questa mia previsione di trend, con altra mail ricevuta per posta nella notte: “Pizzo, pelliccia e tanto rosso per le poltrone per top manager e leader politici griffate ‚ÄúVip‚Äù Ventata fashion per le sedute ¬†realizzate da Vittorio Pappalardo che si classificano nella top list dei regali per Natale dei Vip. Un must che è stato donato anche al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed al numero uno di Confindustria Emma Marcegaglia.”E come molti mesi fa Adius ma vaffan….canta Piero Ciampi: “e non ridere non conosci l’educazione?”

Non torniamo¬† dove non ci siamo mai sedute, le poltrone non fanno per noi, tranne quella al pc e registriamo sulla pelle, come la Droga e il Traffico mondiale Multimediatico, con Agenzia Importazione Cocaina , hanno devastato interi non solo “quartieri degli USA, distruggendo cervelli e la volontà di lottare, di protestare…” ma qualsiasi Buon Senso Umano per il Bene Comune, finito in centinaia di tonnellate di¬† Mondezza e Rifiuti.Come dovrei concludere questo articolo secondo voi, se mai vogliamo chiamarlo così, il Report scellerato di nullafacenti su Facebook? Solo in un modo forse…e come l’ho iniziato: Tudo isto existe Tudo isto é triste Tudo isto é fado. Non contate sul nostro silenzio, abbaiamo starnazziamo ragliamo miagoliamo becchiamo,¬† con tutta la rabbia e l’amore che c’è ed¬† avremo. E così sia. Oggi niente Tappeti Rossi: Il mondo dello spettacolo si ferma, quasi tutto, perchè nei Titoli di coda c’è gente che lavora…Mi spiace per quanto non ho potuto riportare di Giornate vietate e dedicate ai Minori, e non fate l’ Amore in chat, fatelo nella vita.
Grazie Facebook.

Doriana Goracci

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L’Aquila in piazza per non essere dimenticata “Diretta webTv”

“E’ iniziata la diretta WebTV della manifestazione da L’Aquila”¬† E’ possibile seguire in diretta streaming la manifestazione dalla partenza a piazza d’Armi, all’arrivo e gli interventi sul palco a piazza Duomo, previsto intorno alle ore 17 .¬† Le troupe di inviati di www.abruzzo24ore.tv sono composte da Marco Signori, Luca di Gaicomantorio Diego Lepiscopo e Alessandro Di Giacomantonio. In studio Maria Laura Carducci, Filippo Tronca, Massimiliano Nibid.

20 Novembre All‚Äô Aquila Non C‚Äôè Posto per Macerie e Manganellate di Democrazia from Reset

Fonte News Testo e Streaming from Abruzzo24ore.Tv

 

20 Novembre All’ Aquila Non C’ è Posto per Macerie e Manganellate di Democrazia

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“Sono passati quasi due anni dal terremoto e quì all’ Aquila va sempre peggio, per questo abbiamo deciso di tornare ancora una volta in piazza. Lo faremo il 20 novembre, invitando i movimenti a partecipare e a farsi carico di una situazione drammatica. Sulla nostra pelle si è fatto e si sta facendo di tutto, la nostra città sta morendo, tra il disinteresse generale: vi invitiamo a stare un giorno con noi, per capire, per lottare.”

Stavolta chi scrive questo, non è Luigia o Laura Tarantino o Miss Kappa, all’ anagrafe Anna Pacifico Colasacco o tante altre e altri che ho proposto e conosciuto in rete e nella vita, ma Epicentro Solidale. Lo dice la parola stessa, quanto sia importante esserlo e insieme, da qualunque parte provenga l’aiuto e come è possibile e un po’ anche se ci sembra impossibile. Andando avanti nell’articolo si legge. ” Oggi L’ Aquila è una città fantasma, svuotata, senza più abitanti, dove si sopravvive senza diritti, senza lavoro, senza casa, con una crisi economica e sociale che colpisce sempre più persone. Ma la crisi di questa città è la crisi di un intero sistema e quanto viviamo noi è un modello che rischia di riproporsi, in dimensioni e modalità ancora più drammatiche. Manifestare a L’ Aquila non significa solo essere a fianco di circa centomila persone. Significa soprattutto capire che le catastrofi oggi rappresentano sia la nuova frontiera dell‚Äôarricchimento, sia la forma di governabilità, il modello con il quale imporre l‚Äôordine attraverso lo stato di emergenza. Il terremoto ha rappresentato il varco oltre il quale ciò che prima non era politicamente conveniente è diventato condivisibile, “necessario”. Si sta distruggendo un territorio e si sta riducendo una città ad un’ unica strada, ad un centro commerciale, ad una serie di dormitori, ad una miriade di baracche. Contemporaneamente ci vengono rubati i diritti: prima del terremoto nessun@ avrebbe accettato la limitazione delle proprie scelte, persino nell’ agire quotidiano, nessun@ avrebbe accettato di essere trattato non più come un cittadino ma come un mendicante costretto a ringraziare. Nessun@ avrebbe accettato di essere licenziato dall’ oggi al domani, di perdere la propria attività lavorativa, di vivere tra transenne, cancelli, colonne di mezzi militari e divise di ogni genere. Nessun@ avrebbe tollerato che i morti, i crolli, le difficoltà, la miseria, diventassero oggetto di speculazione per le grandi imprese o di propaganda per i politicanti. Questo è il vero volto del “miracolo” aquilano: un disastro! Si sono serviti di operazioni ciniche e violente: la militarizzazione del territorio, i sistemi di controllo, i campi, la sovraesposizione del G8, la Protezione Civile, i commissariamenti, le menzogne, il buonismo, la creazione di falsi nemici e di falsi miti. Vogliono produrre una società priva di ogni capacità critica, decisionale, resistenziale, frantumata in tante microscopiche nicchie; una società che rinunci alla propria dignità in cambio di quattro baracche con il televisore al plasma. E vogliono un territorio ridotto a merce. E’  quanto sta accadendo qui, in quella che era una tranquilla cittadina di provincia, è quanto potrebbe accadere ovunque! Epicentro Solidale.”

Questa volta riporto altre voci come le Donne in nero dell’Aquila, non so quante siano ma spiegano chiaramente: “…la nostra resistenza è quotidiana anche senza riunioni e striscioni… Questa manifestazione nazionale per noi significa opporci a tutto ciò che abbiamo sempre contrastato: militarizzazione, razzismo e violenze, occupazioni di territori, guerre, ma oggi significa partire ancora più in profondità da noi stesse, che abbiamo dentro le ferite, gli strappi e le perdite, che il terremoto ci ha provocato.”
E altre da Vicenza, dove ancora si lotta contro l’allargamento della base militare, e da Novara, dove sarà sede della linea di assemblaggio finale dei cacciabombardieri F35, che con molt chiarezza dicono: “Ci indigna il fatto che il centro de L’Aquila sia ancora pieno di macerie e vuoto di vita, mentre il governo prosegue nel progetto F35, già costato a noi cittadini italiani 2 miliardi di euro, che prevede l’acquisto di 131 bombardieri, al costo di almeno 100 milioni di euro ciascuno. …Per questo simbolicamente e provocatoriamente vi regaliamo per il 20 novembre almeno 25 di quei cacciabombardieri: con i corrispondenti 2,5 miliardi di euro si potrebbe “ristrutturare il centro storico dell’Aquila, 5.000 case inagibili, l’ospedale e la casa dello studente”.

Sempre le stesse Persone che sono contro la Malarazza, la Tav, il Ponte, il Vat, le Macerie di Democrazia.

Se non fossi stata chiara, spesso mi disperdo: la  Manifesta Azione Nazionale è sabato 20 novembre a L‚’ Aquila. Non rido e non dimentico neanche io…i Terremotati Manganellati a Roma il 7 luglio 2010 nel Bel Paese dallo Stivale Sfondato.

La voce di Alessandra Cora ancora vive.

Doriana Goracci


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SOS L’AQUILA chiama ITALIA
20 novembre 2010
L’AQUILA – MANIFESTAZIONE NAZIONALE
PARTENZA ORE 14 da PIAZZA D’ARMI

Guarda la lista delle adesioni!

Per adesioni scrivere a anno1aq[at]gmail.com

Come arrivare, il percorso, dove parcheggiare

E’ consigliata l’uscita autostradale (A24), L’Aquila Ovest. Di li gli autobus procedono per poche centinaia di metri, fanno scendere le persone nel punto di inizio della manifestazione (Piazza D’Armi – Via Corrado IV) e proseguono vuoti fino all’area designata per il parcheggio (viale Gran Sasso)

Guarda la mappa del percorso e dei parcheggi

Prenotazione autobus: Trento – Marina 339.8918578 | Verona – Eugenio 340.3228533 | Vicenza Nord Est – Olol 338.1212235 | Torino – Ezio 333.7640360, Silvia 349.2189851 | Val di Susa – Maurizio 334.8655120 | Milano – Andrea 346.3989550, Luca 335.7633967 | Bologna – Ludovica 389.6874064, Martina 333.4867501 | Firenze – Doretta 333.9938910 | Perugia – Ermelinda 349.1441295, Antonio 320.4407552 | Roma – Bartolo 320.0855289, studenti università Stefano 328.9073489, altri numeri Roma: 320.0855289 – 334.3358006 – 329.9565127 | Ciampino – Fabio 349.7863626 | Marche – Marianna 333.1295984 | Pescara – Renato 338.1195358 | Napoli – Laura 338.3031201 | Matera – Sandro 349.1894737 | Palermo – Radio Aut 333.6394387

Per dormire all’Aquila: 348.9953458


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Da una prima elementare di Teramo

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Per il buon nome della scuola e dei bambini che “contiene”, trascrivo e racconto, che va sempre peggio o forse meglio, perch謆 trovo nel percorso accidentato della Rete, amiche ed amici sempre più attivi e preziosi e buttano lì: vedi un po’ Doriana, che ne pensi? Con alcune ci siamo elette vicine di casa, quasi fossimo vicine e ci prendiamo il caffè, con lo zucchero. Ma la vicenda che mi ha riportato Ida Sulpizi Donati, su Facebook, non posso lasciarla riposare al confino di una cronaca locale, dovete saperla, dovete conoscerla. In questi casi è d’obbligo la parola che detesto, il dovere, ma credo sia sempre un diritto anche sapere e io faccio da staffetta, qualcuno condivida e inoltri, quanto¬† Giancarlo Falconi dal blog partecipato e ideato da Lorenzo Di Pietro con ¬† Leo Nodari , Le Banane , ci descrive con estrema precisione e sensibilitଆ e che accade a Teramo.¬† E accade dunque di avere acquisito una nuova conoscenza, grazie alla Rete, a Facebook, sempre da usare con cautela, e se ce la fanno usare,¬† ma si resiste.

Grazie, perchè la Scuola sia amore per l’apprendimento e la conoscenza e non il voto, il profitto, la distruzione¬† del bene comune più grande che abbiamo: la Cultura. Dove sei Maestro Alberto Manzi, forse non è mai troppo tardi?


Che arrivi questa crisi di coscienze…: Sei andato a scuola e ti hanno detto “siedi al tuo posto”, e già lì hai smesso di credere che il tuo posto sia dappertutto. L’ha scritto Silvano Agosti , come Il¬† Ritorno di Pinocchio. Ce lo auguriamo¬† tutti e tocca dirlo e farlo.

Doriana Goracci


Teramo: Sospetti maltrattamenti a Scuola

Raccontare l‚Äôomertà. Raccontare la verità. L‚Äôossimoro della vita civile. Il resto è una conseguenza che nutre la nostra attesa. Si alzerà un polverone? Ci saranno delle querele? Denunce? Mi aspetto, ci aspettiamo questo e altro, ma in fondo essere mamma è una missione, la manna del coraggio, una forza, che travalica la vita umana e diventa filosofia emotiva. Il segreto dell‚Äôesistenza.La storia è cittadina. La voce era flebile, poi si è fatta confidenza, poi gruppo e ora denuncia pubblica. Il palcoscenico è la scuola Elementare Noè Lucidi. Un‚Äôinsegnante e gli alunni di prima elementare. Un bambino si alza per temperare la matita nel cestino, come a casa gli hanno insegnato, come vuole l‚Äôeducazione di una terra pulita, dell‚Äôordine delle cose, dell‚Äôaffetto e del rispetto per le cose in comune. Sublimazione Civica. La reazione dell‚Äôeducatrice, dell‚Äôinsegnante sarebbe stata violenta. Il racconto delle mamme si fa cupo e triste. Balbuziente. La maestra avrebbe afferrato il bimbo per i capelli e sbattuto al proprio posto. Avrebbe vietato agli altri bimbi di fare amicizia con lui. L‚Äôavrebbe isolato. Come esempio e monito per gli altri. Un‚Äôetichetta che l‚Äôinsegnante si porterebbe dietro da tempo. Cattedre cambiate, mutate nei luoghi e materie, senza macchia di provvedimenti disciplinari. La dicitura del protocollo è sempre la stessa.‚ÄùSemplicemente per il buon nome della scuola è meglio non divulgare questi episodi‚Äù. Alle presunte vittime, i bambini, chi ci pensa? Chi li tutela? Chi controlla?Le invettive verso il bimbo sono continuate per ore e ore di lezioni, fin quando un bimbo con la mano alzata, la figurazione della speranza di un mondo diverso, ha suscitato la rabbia dell‚Äôinsegnate ‚ÄúMaestra, io sono suo amico, giochiamo sempre insieme‚Äù. Eccola, la ribellione tutta infantile, che gli adulti di convenzione e vigliaccheria perdono di costume. Non vi racconto altro. Non vi racconto come la maestra avrebbe trattato il piccolo rivoluzionario, che osato reagire e violare lo stato di terrore. Chiediamo semplicemente: Alla Procura di Teramo di ascoltare la testimonianza delle mamme per raccogliere una denuncia dettagliata. Al Provveditore di Teramo di ascoltare il Dirigente scolastico della Noè Lucidi.

Chiedo scusa ai bambini‚Ķtutto ciò che le vostre mamme vi hanno insegnato, sui colori del mondo, sui profumi dei fiori, sulla bellezza dell‚Äôamicizia‚Ķè vero. ¬†Tutto Il resto è brutto e cattivo‚Ķcome la scuola degli adulti grigi.

Giancarlo Falconi


http://blog.libero.it/stelladnz/getmedia.php?*or%60zo%26imJwm5%27%7F4612619i%3A%2501%25%3Baalaemz%2Fzfadllteyc%3E%2519%27z%05kgonmghom%05jB

Smile sonréire poi sorrisi riso risaie me viè da ride

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Il loro sorriso ci dice ‚Äúio so io, e voi non siete un cazzo‚Äù.¬† Mon dieu di chi sta parlando RadicalSchock alla fine del¬† diario da Citt√° del Messico. riso, risaie, me vié da¬†ride ? Di Antonio Iovine, il boss dei Casalesi. ‚ÄòO Ninno. Di Edgar Valdez, narcotrafficante messicano. Barbie. Detto questo, ride forse anche di qualche altro nome ma non voglio togliere a nessuno il gusto della lettura, perchè noi si guarda, molto, forse troppa televisione, finchè i denti ce li spezzano con una risata. Operazioni di Pulizia in corso.¬† Ancora…Sorridi.Sonréir. Smile.

E mi raccomando Hasta siempre Berlusconi! …dall’ Italia al Messico.


Doriana Goracci



diario da Citt√° del Messico. riso, risaie, me vié da¬†ride

Oggi c‚Äôé un bel sole nel Distrito Federal. l‚Äôarietta frizzante mi invoglia a fare passeggiate nei parchi, a sorridere alla vita.

Accendo il computer e con sette ore di ritardo mi metto a sfogliare versioni onlain di giornali patrii. Apro repubblica e vedo in primo piano la foto di un uomo sorridente. Passano le ore, il sito si aggiorna e cambiano le foto dell‚Äôuomo che non riconosco. Per√≥ esso é sempre (pi√∫) sorridente.

Intontito cerco di capire chi é cos√≠ importante da continuare a essere nella prima pagina di Repubblica per tanto tempo con tante foto, sempre sorridente.

Dice che si tratta di Antonio Iovine, il boss dei Casalesi. ‘O Ninno. Lui se la ride, col suo maglioncino magenta, anche un bell’uomo.

L‚Äôarresto é un gran ‚Äúcolpo al cuore al clan dei casalesi‚Äù cazzo. Davvero una grande operazione di polizia, la dimostrazione che per questo governo la lotta alla mafia é una priorit√° assoluta.

L‚Äôaltro giorno ci stava Roberto Saviano in televisione, per me su iutub, che diceva a Maroni, nel programma pi√∫ cazzuto della storia d‚ÄôItalia, quello che insieme ai compari fabiofazio e michelesantoro e serenadandini rappresentano la libert√° di espressione, di informazi√≥ne, la sinistra, e se li tolgono dalla rai allora vuol dire che siamo un paese piombato nel fascismo e invece se ci stanno allora siamo un paese democratico, e dunque mi accorgo che c‚Äôé una polemica in corso tra robertosaviano e robertomaroni. Uno dei due é ministro dell‚Äôinterno della lega, l‚Äôaltro é un famoso scrittore che come tutti sanno é il paladino della lotta alla mafia e l‚Äôunica voce autorevole e indiscutibile sul tema mafia. esso é L‚ÄôESPERTO.

e insomma, la polemica sorge perché robertosaviano ha detto che i leghisti del nord quelli che trascinano l‚Äôeconomia nazionale, loro volentieri usano il denaro che proviene dalla mafia, dalle mafie. Lo accettano nelle loro imprese, lo fanno entrare nei salotti puliti del nord, della gente onesta, dei celti che non si sporcano le mani.

Questo dice robertosaviano. E fino a prima era soltanto una verit√°, che da decenni é tale, per√≥ ora che l‚Äôha detta robertosaviano, allora diventa LA VERIT√Å maiuscola, e allora robertomaroni, che oltre a essere un musicista di grande livello e leghista é anche il ministro dell‚Äôinterno, allora robertomaroni si é risentito. C‚Äôé andato in puzza, come dicono qui in Messico.

Tutto questo per dire che il giorno dopo di questa polemica su temi di attualitá, arrestano un bell’uomo con un elegante maglione magenta. Proprio il giorno dopo. E quest’uomo, conosciuto dagli amici come ‘O Ninno, sorride. Sorride molto.

E allora nella mia mente si fa spazio l’immagine di un altro bell’uomo sorridente. Che indossava una polo Ralph Lauren verde quando lo hanno arrestato a Cittá del Messico qualche mese fa. Bello, biondo e sorridente in mezzo agli sbirri che lo tengono ammanettato di fronte alle macchine fotegrafiche.

Dammi un sorriso.

Flash.

Dammi senso dello stato.

Flash.

Dammi supponenza.

Flash.

Dammi sprezzo del pericolo.

Flash.

Anche l’uomo in verde ha un soprannome. Gli amici lo conoscono come La Barbie. Lui viene arrestato all’indomani di uno scandalo che colpisce al cuore le istituzioni messicane. Un’altra veritá che diventa VERITÁ. Il massacro da parte dei narcos di 72 migranti centroamericani nello stato di Tamaulipas.

Si sa cosa fa il narco, si sa cosa fanno ai migranti ma si preferisce tacere al riguardo, tanto come si preferisce tacere sui soldi che rinfrescano le finanze delle aziende del nord produttivo, marcite dal flusso ricco e costante di denaro mafioso.

E ci si scandalizza. Ci si indigna. E robertosaviano, che continua a dire cose ovvie e continuano a osannarlo o incularselo per questo.

E in questo delirio collettivo gli unici che ridono sono loro, i camorristi, in narcos. Che al momento dell’arresto decidono di rendere pubblica la VERITÁ, renderla evidente. Che sono loro che hanno in mano le redini delle nostre vite.

Il loro sorriso ci dice “io so io, e voi non siete un cazzo”.

17 novembre 2010 RadicalShock

Brescia con stragi italiane smacchiate

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Una strage senza colpevoli Assolti i cinque imputati. Otto morti e cento feriti nella strage del 28 maggio 1974. L’assoluzione in base ad un articolo assimilabile alla vecchia insufficienza di prove” E se la prima notizia, è sulle pagine dei giornali e in Tivù, la seconda è già cotta, è scesa dalla Gru: a Brescia il 15 novembre sera. C’era un signore, tale pier Paolo Pasolini che era cosi supponente da dire io so. Aveva almeno il coraggio di dirlo. E scriverlo. Il maestro Manzi, dopo 8 provvedimenti disciplinari, continuava a dire non è mai troppo tardi.

‚ÄúMentre il giudice leggeva la sentenza, con la memoria andavo a quei tragici momenti in piazza, e ho sentito forte la sensazione che tutto sia avvenuto assolutamente per nulla‚Äù Queste le parole di “Manlio Milani, presidente dell‚Äôassociazione familiari dei caduti di piazza della Loggia e che in quel tragico giorno ha perso moglie e amici, scuote il capo e abbassa la voce. Martedì pomeriggio la sentenza è arrivata come una scure a porre la parola fine su una pagina di storia che Brescia e l‚ÄôItalia non vogliono dimenticare.”

Appenderei almeno un punto interrogativo, questi Storici Alleggerimenti lo suggeriscono.

“Sono le 20,52 – del 16 novembre 2010 – quando ha fine la vicenda dell‚Äôoccupazione della gru nel cantiere metrobus di via San Faustino a Brescia. I quattro immigrati ancora sul braccio meccanico hanno deciso di scendere…La fine della vicenda di via San Faustino è stata costantemente seguita anche in Loggia, dove, lunedì pomeriggio, si è svolta la seduta del consiglio comunale. Soddisfazione è stata espressa da tutti i rappresentanti delle istituzioni per la conclusione positiva della vicenda. Il sindaco Paroli ha un obiettivo: evitare che ‚Äúsituazioni del genere possano ripetersi‚Äù. Nicola Gallizioli (Lega Nord) ha detto che a vincere, alla fine, è stata la linea della legalità seguita dalle istituzioni, ma ha anche affermato che ‚Äúla vicenda è stata strumentalizzata‚Äù. Per Emilio Del Bono (Pd) ora è il¬† momento che Brescia ritrovi la serenità, mentre il vicecapogruppo del Pdl, Andrea Ghezzi, ha rivolto un ringraziamento ai fautori dell‚Äôaccordo, sottolinenando la vicinanza alle forze dell‚Äôordine, dopo le polemiche scatenate dagli interventi di polizia dei giorni scorsi.

Ricopio per intero questo intervento: “il vicesindaco Fabio Rolfi ribadisce¬† che “nessun permesso, nessuna moratoria e nessun presidio è stato concesso. La proposta arrivata lunedì sera verrà presa in considerazione, ma i quattro immigrati sono scesi perchè sfiancati da due settimane di permanenza lassù e non perchè è stata fatta qualche promessa. Per noi prima di tutto vale il rispetto della legge, e ora la città deve ripartire facendo i conti con l’insofferenza e la giusta indignazione per le modalità con le quali è stata portata avanti questa protesta”.


Gli stranieri in Italia, non si sono fatti mancare anche loro la strage: ” la sera di giovedi 28 settembre 2008 a Castelvolturno, mor쬆 Antonio Celiento, un pregiudicato affiliato ai casalesi, e sei immigrati africani, vittime innocenti della strage.”

Ricordo, tanto per rimanere in tema Comunicazione e Informazione, seppure¬† casalinga, perchè c’è uno Stato delle Stragi che non cambia.¬† Ci rimarrà almeno il diritto al delirio?

Doriana Goracci




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Brescia chiama Italia Su per i Gi√π dalla Gru

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Da 17 giorni aspettiamo che siano riconosciuti i diritti umani per quelli che erano in sei e sono rimasti in quattro. Stasera siamo tutti con quelli che sono giù.


Oggi abbiamo avuto notizie molto dure da mandare giù, aspettando che scendessero giù dalla Gru, perchè ” La prefettura di Brescia ha bocciato la controposta dei migranti . Nel tardo pomeriggio di lunedì, infatti, i legali che rappresentano i quattro che da 16 giorni occupano una gru del cantiere in San Faustino, si sono visti rifiutare la¬†richiesta di moratoria, e la possibilità di discutere i rigetti dei migranti bresciani uno ad uno in un tavolo prefettizio con le istituzioni. Rimangono valide le garanzie per i singoli individui, ai quali è stato assicurato che non finiranno in un Cie nè che saranno espulsi una volta scesi. Ora gli avvocati Vicini, Savoldi, Zucca e Pezzucchi, che rappresentano i manifestanti¬† hanno raggiunto la gru, per spiegare gli sviluppi della trattativa.”

Era una notizia attesa, ed è arrivata: sono tornati giù. In questa Italia che non riesce a lottare per i diritti per tutti , che scorda il suo recente passato di noi migranti,¬† di noi in cerca di pane e il coraggio non si compra e non si vende come la libertà. Grazie per questa amara lezione dove non ci sono vinti e vincitori dove sappiamo solo che la risposta è ancora soffiare nel vento senza fine e insieme…per difendere almeno la dignità di esseri umani.

Doriana Goracci



“…Potete respingere, non riportare indietro,
è cenere dispersa la partenza, noi siamo solo andata.
Faremmo i servi, i figli che non fate,
nostre vite saranno i vostri libri d’avventura.
Portiamo Omero e Dante, il cieco e il pellegrino,
l‚Äôodore che perdeste, l‚Äôuguaglianza che avete sottomesso…”

Erri De Luca

I migranti sono scesi dalla gru

Era una notizia attesa, e finalmente è arrivata. I quattro immigrati che occupavano la gru da 17 giorni hanno lasciato il cantiere della metropolitana di San Faustino¬†a Brescia intorno alle 21,05. Insieme, fino all’ultimo, hanno compiuto una rampa di scale alla volta, aspettandosi l’un l’altro.
Ad accoglierli
nel cantiere, gli avvocati dell’associazione “Diritti per tutti” e gli agenti della questura, mentre gli attivisti del presidio e i rappresentanti di dell’associazione Diritti per tutti sono stati tenuti fuori, cosa che ha causato alcune tensioni (leggi qui). Intorno, una piazza festante, che ha scandito con slogan e applausi ogni passo che ha riportato i quattro a terra.
La soluzione della vicenda
è arrivata nonostante il tavolo prefettizio non abbia accolto la richiesta di una moratoria per discutere i rigetti delle domande di sanatoria fatti nel Bresciano (leggi qui), i quattro legali dei manifestanti hanno detto di aver ottenuto una serie di garanzie legate al problema degli extracomunitari che si son visti negare il permesso di soggiorno.¬†I quattro hanno anche ottenuto di non essere espulsi, nè di essere condotti in un Cie

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l’immagine di Pin Theon è tratta da http://claudiosala.wordpress.com/2010/11/15/pin-045/

Brescia Cronache di una domenica di novembre italiana

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Va così, che una domenica 14 novembre 2010, le famiglie italiane e le persone che non lo sono italiane ma risiedono in Italia, cercano di riposarsi, non come dice solo il buon Dio ma il Buon senso. E anche io mi sono voluta prendere una vacanza del corpo e della mente e me ne sono andata con un pezzo di famiglia mia in un bosco della Tuscia, dove si sta come d’autunno stanno le foglie, cadute a terra a formare un tappeto umido per le piogge e giallo marrone rosso. Basta guardare giù in basso¬† e¬† c’era un fermento di vita, funghi animaletti gatti selvatici, altri che occhieggiano e non li vediamo, altri sono andati già in letargo e poi insetti laboriosi, come un ragno estroso che si portava appresso una foglia…Era sospesa nell’aria e non scendeva stava a dondolare nello spazio, tenuta così da un filo di seta che reggeva miracolosamente al vento dolce e autunnale. Quando sono rientrata a casa col mio Cestino, senza funghi, state tranquille Forze dell’Ordine ‘che non ci capisco niente e non voglio avvelenarmi, sono andata a collegarmi col mondo di Facebook e ho appreso da un’amica che la situazione era molto tesa per i 4¬† Su su sulla Gru e quelli giù che non sapevano come fare per per rassicurarli e farli mangiare e farli scendere e resistere a tanto scempio della Legalità e della Sicurezza. E così, tra una passata e l’altra di informazioni da Quì Brescia Cibo e acqua per i quattro sulla gru alle 18 di domenica 14 novembre e Radio Onda d’Urto, si è fatta notte e mi ero addormentata dopo un Report di Autority dei Loro Affari, oscuri ai più e ora un po’ più noti ma siamo in Itaglia si sa, Bella e Gentile e ci vuole molta pazienza e coraggio, oltre che pane. Leggo QuìBrescia e poi un comunicato di Radio Onda d’Urto e infine è apparso un cuore fatto con delle candele, dal basso verso la Gru, perchè lo possano vedere da lassù, e me l’ha passato un’amica che non conosco nella realtà, ma è vero l’amore che ci porta a resistere contro questa Italia, che si chiede ancora se conviene: oh che sarà.¬† E¬† ho trovato un video “fatto in casa con delle diapositive” e allora passo questo, anche questo, per chi non avrà mai giudizio e per rimanere umani per un mio fratello che guardi il mondo e non la Tivù…nell’itaglietta piccola così come la provincia piccola così come certi ometti piccoli così…e un grande che comunica…cantando… Attenti al vicequestore.


Vi ricordo che i 4 rimasti su, non chiedono il VOTO o di entrare in un’URNA ma chiedono il permesso di soggiorno che hanno amaramente e inutilmente pagato e questi sono i rimasti sulla Gru:

RACHID. Marocchino, 35 anni, ha lasciato la scuola dopo la prima media. In Italia ha distribuito volantini.SAJAD. Pakistano, 27 anni, è laureato e ha un master in lingue. √à arrivato in Italia tre anni fa.ARUN. Pakistano, 24 anni, ha lavorato distribuendo volantini. JIMI. Egiziano, 25 anni, tecnico informatico, ha lavorato come metalmeccanico fino ad agosto.

Sabato 6 novembre accadeva che certi diritti distorti hanno redatto un articolo riportando: ¬´Basta truffare gli immigrati ‚Äì grida un migrante dalla gru – abbiamo pagato tutti i contributi¬ª Da ultimo un messaggio da un amico, Vladimiro Cordone, su Fb: “Ehiii….voi..sulla gru mi sentite? Siamo in tanti con voi, lo so che non ci vedete, siete troppo in alto per noi. Non ci fanno salire fin lassù, siamo in tanti. Gli Italiani non sono tutti razzisti. Avete sentito? Siamo in tanti, il nostro sogno 謆 di farvi scendere liberi. Lo sappiamo che è difficile ma noi siamo con voi. Avete sentito? ” Con tanti tanti tanti distinti saluti a chi non vede non sente non parla e carica…Oh che sarà: c’è tempo c’è spazio per tutte e tutti. Forse la Trattativa è a una svolta. In Italia

Doriana Goracci

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Ah che sarà che sarà che vanno sospirando nelle alcove¬† che vanno sussurrando in versi e strofe che vanno combinando in fondo al buio¬† che gira nelle teste e nelle parole che accende candele nelle processioni¬† che va parlando forte nei portoni e grida nei mercati che con certezza¬† sta nella natura nella bellezza quel che non ha ragione ne mai ce l’avrଆ quel che non ha rimedio ne mai ce l’avrà quel che non ha misura.¬† Ah che sarà che sarà che vive nell’idea di questi amanti che cantano¬† i poeti più deliranti¬† che giurano i profeti ubriacati che sta sul cammino dei mutilati¬† e nella fantasia degli infelici che sta nel dai e dai delle meretrici¬† nel piano derelitto dei bambini ah che sarà che sarଆ quel che non ha decenza ne mai ce l’avrଆ quel che non ha censura ne mai ce l’avrà quel che non ha ragione.¬† Ah che sarà che sarà che tutti i loro avvisi non potranno evitare¬† che tutte le risate andranno a sfidare che tutte le campane andranno a cantare¬† e tutti i figli insieme a consacrare e tutti i figli insieme a purificare¬† e i nostri destini ad incontrare perfino il Padre Eterno da così lontano¬† guardando quell’inferno dovrà benedire quel che non ha governo ne mai ce l’avrଆ quel che non ha vergogna ne mai ce l’avrà quel che non ha giudizio.¬† Ah che sarà che sarà quel che non ha governo ne mai ce l’avrଆ quel che non ha vergogna ne mai ce l’avrà quel che non ha giudizio.¬† Ah che sarà che sarà quel che non ha governo ne mai ce l’avrଆ quel che non ha vergogna ne mai ce l’avrà quel che non ha giudizio. (C. Buarque de Hollanda – I.Fossati)

Fonti:

http://dirittipertutti.gnumerica.org/

http://www.radiondadurto.org/

http://www.quibrescia.it/

http://www.dirittidistorti.it/

COMUNICATO STAMPA DELL’ASSOCIAZIONE DIRITTI PER TUTTI SUI FATTI DI SABATO 13 OTTOBRE IN VIA SAN FAUSTINO

Nel tardo pomeriggio di ieri, al termine di una manifestazione molto partecipata per esprimere sostegno ai quattro immigrati sulla gru di via San Faustino, alcune decine di persone totalmente estranee al presidio nei pressi della gru, sconosciute a noi e a tutti i partecipanti al presidio, all‚Äôimprovviso e all‚Äôinsaputa degli altri manifestanti, hanno per pochi minuti tentato di sfondare il fitto dispositivo di polizia e carabinieri che all‚Äôaltezza della chiesa di San Faustino impedisce di avvicinarsi alla gru. L‚Äôunico risultato concreto ottenuto da chi ha compiuto quest‚Äôazione è stato lo scatenare altre cariche di polizia, dopo quelle che senza alcun motivo le forze dell‚Äôordine avevano compiuto già lunedì 8 novembre. Anche ieri nel corso delle cariche polizia e carabinieri hanno operato fermi e pestaggi indiscriminati, che sono documentati dalle immagini video a disposizione di tutti. Non ci risulta che nel corso di questi fatti cose o vetrine abbiano subito danneggiamenti. Gli attivisti del presidio hanno fatto tutto quanto era nelle loro possibilità per riportare la calma fra i numerosissimi partecipanti in quel momento, mentre i pochi autori del tentativo di sfondamento subito fallito si stavano già dileguando. Ci sono volute decine di muniti e tanta fatica per riportare la calma. Soprattutto perché la tensione, anche tra i migranti, è oramai a un livello molto elevato. La responsabilità totale dell‚Äôinnalzamento costante della tensione in tutti questi giorni è da attribuire al ministro degli Interni, all‚ÄôAmministrazione comunale di Brescia, al Prefetto, ai più alti dirigenti della Questura di Brescia. Alla mancanza di qualsivoglia risposta positiva alle richieste dei migranti sulla gru da 15 giorni, si aggiunge il fatto, di inaudita gravità, che da giorni quelle quattro persone sono tenute in condizione di isolamente pressoché assoluto. Un vero e proprio stato d‚Äôassedio imposto dalle autorità appena elencate. Uno stato d‚Äôassedio che impedisce ai migranti sulla gru persino di comunicare con l‚Äôesterno, di ricevere una visita medica, indumenti. Di fatto, viene costantemente ostacolata e spesso impedita anche per più giorni consecutivi la stessa fornitura di cibo. Vengono tolte condizioni vitali che non possono essere negate a nessun essere umano, nemmeno in situazione di guerra. Contro quelle quattro persone, la loro dignità e il loro coraggio, è in atto una pressione talmente forte da diventare vera e propria vessazione. Siamo sulla soglia della barbarie. E la barbarie è impossibile da governare, per chiunque. Chiediamo con forza a tutti coloro che possono intervenire di muoversi con la massima urgenza per contribuire alla reale rimozione di questo stato d‚Äôassedio. Rinnoviamo a tutti e tutte l‚Äôappello a continuare con la massima partecipazione il presidio di sostegno in via San Faustino. Non lasceremo mai soli i ragazzi sulla gru. La loro lotta è la nostra lotta. Brescia, 14 novembre 2010 Associazione Diritti per Tutti

LA SOLIDARIETA’ E’ UN ARMA: MANDATECI I VOSTRI COMUNICATI DI SOLIDARIETA’. PARTECIPATE AL PRESIDIO.

Dopo lo sgombero del presidio in Piazzale Cesare Battisti con la violenza da parte della polizia e dei carabinieri guidati dal questore vicario di Brescia Emanuele Ricifari nella mattinata dell‚Äô8 novembre a Brescia, la lotta non si arresta e prosegue in via San Faustino, a pochi passi dalla gru occupata. Porta la tua solidarietà! Partecipa al presidio! Partecipa alla lotta! PERMESSO SUBITO PER TUTTI E TUTTE! I comunicati di solidarieta‚Äô vanno mandati a [email protected]; gli SMS al 335-1220759, per intervenire in diretta chiama al 030 45670

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Italia Bella mostrati Gentile con Pane e Coraggio

 

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Forse  sono troppe le cose che vorrei passare e non sono tutte belle, forse a volte  amareggia  e non solo a me,  sapere che ciò che è stato scritto prima della nostra riapertura dal 2007 è andato perso, compresi i commenti,  tolgo il forse e pubblico quanto avevo già scritto poco più di un anno fa e recuperato da altro sito che mi ospitava: Ricordi al Bel Sole di Tripoli. Tra le ultime notizie “nuove” che arrivano dall’Africa, una: Un Nuovo Muro, Contro i Migranti. “Avrà inizio a novembre la costruzione della barriera fra Israele ed Egitto. Servirà a fermare gli africani che provano ad entrare nello Stato ebraico”. Tutto questo l’avevo in bozza da luglio 2010. Oggi è il 13 novembre, non so se il nuovo Muro è iniziato, so che oggi a Brescia c’è una Manifestazione con Corteo fino a una Gru, dove stanno appesi degli Umani che cercano e danno Pane e Coraggio proprio come una Musica di Ivano Fossati ci ricorda.

E alla fine c’è un video dove parla uno di noi, uno che ha deciso di dirle le cose che vede e sente, da anni, da quando è nato in terra di Sicilia ed è emigrata non solo in Italia…la Nuova Mafia.


Italia Bella Mostrati Gentile, cantavano alla fine dell’800 …Torno indietro quindi, come si fa da vecchi, e vi offro uno spaccato che mi sembra sempre dolorosamente attuale, aggiungo qualche video e foto “amarcord“. Concludo con il profumo dell’Africa  e la Sun Ra Arkestra, che ci ispira sempre speranza e forza negli umani e nelle creature che abitano la Terra, perchè “Pane e coraggio ci vogliono ancora che questo mondo non è cambiato pane e coraggio ci vogliono ancora sembra che il tempo non sia passato…”.

Doriana Goracci

Ricordi al bel sole di Tripoli

Ce l’ ha messa tutta mia madre, una vita, a fare intendere alle mie sorelle e a me che nonno non era un fascista. Era nata a Tripoli, lei, il padre e il nonno. Da parte materna, avevano avuto i natali in Egitto e in Marocco da almeno tre generazioni. Racconti partiti  da quel magnifico affabulatore di nonno Umberto, per fare omaggio col nome al re, come la sorella che si chiamava Italia: i viaggi sul Rex, i caffè di Nizza, la bisnonna che disse no all’ altare, le vergate della maestra sulle mani per fare i pesciolini‚  a tutte tranne alla nipote reale, i matrimoni , la casbah con i martelli che battono  rame e argento, le nuotate al porto, il calesse,  feste da ballo,  aromi di¬  spezie e cuscus, Venera la balia, gli amori degli ufficali, la lavandaia araba, i maltesi,  corse a cavallo, il terremoto…


Ma quali colonizzatori, erano commercianti di legname gli uni e laterizi gli altri, qualcuno prima degli anni ’40 aveva esagerato, si narra di uno zio che conservava un orecchio nel portafoglio staccato ad un capo arabo, il battesimo di mia madre con Graziani come padrino, la capacità di mio nonno cresciuto in una famiglia di atei che nascose battesimo e comunione e  poi diventò l’ interprete di Balbo‚mia madre scrisse un libro per sè e per noi di memorie, con gli occhi dell’ infanzia, il diario di una piccola italiana fuggita per sempre da Tripoli, dalla Libia: gli inglesi bombardavano, divenne una piccola giovane profuga, italiana.


Il riscatto avvenne a Roma quando la sua famiglia fascista, erano  in tre, ospitò in casa  per un anno una famiglia di quattro persone: erano ebrei.

Insieme alla musica che ha amato quanto le figlie e il marito, per fortuna riposa e non vede e non sente: non ha avuto mai  voce e dignità di pubblicazione il racconto della sua Tripoli.

Si è affannata lei e loro e tutti a farci capire quanto gli italiani si sentivono rappresentati dal Duce, attaccati a una radio a sentire il Verbo, sentirsi parte dell’ Italia, sentirsi dentro.

Andò sotto il Balcone mio nonno e disse a Tripoli di ascoltarlo: urlò prima di tutti Viva l’ Italia!

Fu la¬† liberazione, un tripudio di massa. Proseguì lei con l‚Äôamica Renata a camminare giù verso Roma, da Monteverde per andare al Conservatorio di Santa Cecilia, con timori non da poco‚c’ erano soldati e truppe di colore‚ magari alle faccette nere lei c’ era un po’  più abituata.

Era rimasta sola a raccontare in famiglia quell’ incrocio spettacolare di arabo spagnolo francese e siciliano, la vitalità degli italiani, il riscatto dalla vergogna dell’ occupazione e il postumo odio di Gheddafi: noi io non capivo, non sapevo, non vedevo, non avevo mai vissuto il disonore‚ e digitando oggi il suo nome , tante volte chissà‚ scopro che è rimasta traccia di lei sulla rete, per aver partecipato come oratrice ad un convegno, dal nome emblematico: Quasi tutto ancora da vivere‚ è una presentazione di una gustosa divagazione fantastico-poetica sui piaceri dell’ immaginazione o, se volete su sussurri e grida della fantasia .

Ho ascoltato per almeno venti anni il Racconto,  alternato a quello asciutto e fatto di terra dai nonni contadini toscani, profughi a Roma per un portierato, comunisti. Tutti questi  intimismi li avevo già chiamati  Fascismo di ritorno.

Mi affanno, ci affanniamo a mostrare le Odierne Vergogne, di una Tripoli che spedisce e ci manda, di un’ Italia che rimanda e spedisce il Razzismo , la Mafia, il Fascismo, e continua a campare con gli Affari internazionali.

Dicono che si comincia a superare un passato fatto di sangue e stragi, di intolleranze e odio, che stiamo diventando sempre più buoni e comprensivi, dicono  e ancora dicono e ci mostrano il sole dell’ Avvenire. Un presente mai diventato così chiaro.

Ce la dicono e ce la mettono tutta per farci capire quanto siamo comprensivi e giusti, quanto sia doveroso punire chi sia profugo, chi scappa.

Ce la mettono tutta e pubblicano tutto, quello che possa farci scordare, cosa significa essere umani e vivere in Terra come tali.

Quasi tutto ancora da vivere, forse c’ è una speranza per i sussurri e le grida della fantasia.

Doriana Goracci

10 maggio 2009



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Mamma non son tanto felice, sgomberano la Liberazione

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La Liberazione di cui vi parlo oggi non è il quotidiano comunista, o la salvaguardia dell’altro , il Manifesto, e neanche della signora Aung San Suu Kyi, detenuta a vario titolo nel suo Paese birmano, ma di un museo che ho visitato da piccola e da cresciuta, nella città dove sono nata, Roma: Chiude il Museo della Liberazione, ex carcere nazista di via Tasso. E chi se le scorda quelle pareti, dove hanno scritto col sangue i torturati, i resistenti? L’annuncio del presidente Antonio Parisella è arrivato in una cerimonia pubblica: “dal 2 gennaio dovremo affidarci ad un commissario”. Mamma non son tanto felice…

Scrive Paolo Brogi sul Corriere di Roma:”La ragione, sempre la stessa: finanziamenti che vengono meno, con un bilancio già magrissimo da tempo. Nel 2010 assegnato solo un terzo di quanto atteso. “In queste condizioni non ce la facciamo più.Nel momento in cui insieme al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed al generale Vittorio Barbato e al commissariato alle onoranze ai caduti del Ministero della Difesa ,  il Museo storico della Liberazione viene onorato con l’ assegnazione dell’ importante riconoscimento del Premio ‚Sasso della Montagna della Pace‚debbo dare a tutti voi, per la prima volta pubblicamente, una notizia meno lieta che mai avrei voluto dare: è ormai molto probabile, è  quasi certo  che il 2 gennaio il Museo possa non aprire i battenti e che venga commissariato. Queste parole, pronunciate dal presidente del Museo Antonio Parisella, hanno lasciato nello stupore e nel disappunto le autorità e i circa 350 cittadini di Cervara (Roma) che avevano affollato la chiesa della Visitazione per partecipare all’ iniziativa della consegna dei premi promossa dal Comune di Cervara. Con gli amministratori del Museo ‚ ha poi dichiarato Parisella  abbiamo tenuto un’ apposita riunione nella quale, sulla base di una recente corrispondenza, abbiamo dovuto constatare che il Ministero per i beni e le attività culturali non ha operato, forse, il previsto taglio del 15% del contributo annuale di ‚50.000,00 previsto dalla legge istitutiva per il funzionamento del Museo, ma poi ci ha finora assegnato per il 2010 ‚ un esercizio finanziario che sta per concludersi ‚soltanto un terzo di quanto dovuto e gli uffici non sono in grado di confermarci né se saranno in grado di accreditarci il resto entro l’ anno in corso né su quale entrata certa il Museo potrà contare per il 2011. Neppure ci sono venute in aiuto con i loro contributi ‚ nonostante ripetute dichiarazioni alla stampa ‚ le amministrazioni locali, Regione Lazio, Comune, Provincia e Camera di Commercio di Roma, alle quali, secondo le indicazioni della legge istitutiva, ci eravamo rivolti fin dal maggio scorso, perché concorressero con lo Stato a garantire il raggiungimento degli scopi istituzionali del Museo.

E Bondi il ministro, tra le Macerie pompeiane dei Beni Culturali, riferirà alla Camera, e annuncia un Piano di manutenzione straordinaria, anche perchè se fosse responsabile in qualche modo di questo sfacelo “culturale” sarebbe pronto a lasciare la poltrona…Napolitano trova il viaggio del capo dello stato del Vaticano, Fonte d’ispirazione: si sa che tra nonni ci si intende, sulla Sacra Famiglia e l’ Ipocrisia. Precedenti a non finire, del genere “ispirazione e dialogo”.

Il Clima vulcanico brontola ed erutta, sale a 158 morti il bilancio dell’eruzione del vulcano Merapi nell’isola indonesiana di Giava, iniziata il 26 ottobre scorso. Come ebbi a dire per Cave Canem Attenti a Chi? “…un sistema buono c’è, pereliminare  il problema. Farci fuori, lentamente, avvelenandoci‚umani e animali. Vi pregherei di ricollegare‚il Sistema Globale e quanto autonomamente possiamo fare, Insieme.” Quale futuro e libertà per la Liberazione? Affidiamo all’Urna tanto per cambiare registro alle nostre azioni? O per Pari Opportunismi ci guardiamo Sanremo senza Giovinezza e Bella ciao?

O vogliamo rivedere come un cane, Kanellos- Louk, ha mostrato di non avere paura da che parte stare?


Alla fine di questo “pezzo”, metto una foto che mi è arrivata da una madre, amica di Facebook, una come tante purtoppo, che chiede Giustizia per il figlio, Attilio Manca. Cosa c’entra? C’entra che la famiglia di questo medico urologo italiano, con curriculum straordinario, è riuscita a far riaprire le indagini per il figlio nato il 20 febbraio 1969 e morto a Viterbo il 12 febbraio 2004, cadavere nella sua abitazione: presunta vittima di Mafia. C’entra Tutto: sono centinaia i casi di stragi insolute, di suicidi ammazzati, di morti sul lavoro e nelle carceri e si indaga. Vogliamo indagare sulla Liberazione?

Un cugino di mio padre, era un giovanissimo ragazzo toscano, morì nelle campagne per via di una bomba inesplosa nel limitare del dopoguerra: quale polvere deve alzarsi, oltre i miasmi che ci avvelenano l’esistenza, perchè noi reAgiamo ? Ho iniziato da alcuni mes e con molto piacere, la mia dieta vegetariana: di Macello ne ho la nausea. Contro la puzza delle Ricostruzioni e delle Missioni e delle Giornate, vi invito anche, appena possibile, a visitare a Roma, il Museo Storico della Liberazione a via Tasso,  portarci i giovani prima che chiuda  per mancanza di Fondi, perchè potremmo Affondare e non solo metaforicamente. La guerra è finita…? The Eve of distructionvenne scritta cantata da Barry McGuire nel 1965 e avevo solo 15 anni.La guardavo in televisione, noi eravamo quelli della generazione nata e vissuta  in pace. Mi scusino le Direzioni che ritengano che io sia andata Fuori Tema:  ho sempre troppe fonti d’ispirazione.

Doriana Goracci.




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Eppur che siamo donne le gambe Omsa ce le mandano in Serbia (Fase 2 Licenziamento Collettivo)

Un’amica mi scrive oggi una lettera che ne contiene un’altra dalle lavoratrici dell’Omsa e io ve la mando come l’ho ricevuta, porta una prefazione che sempre più spesso leggo: “Fate girare per favore, domani potremo essere noi ad essere licenziati!!! Valentina Vandilli.”Vorrei tanto accompagnarla con un Je ne veux pas travailler ma le cose non stanno così…


Dopo pagine e pagine della cronaca nera inviavo, tempo addietro, una canzone antica,  Sante Caserio di Pietro Gori: era il il 1894. E se la memoria non mi inganna già su Reset-Italia, qualcuno scrisse C’ era una volta Omsa che gambe ed ora non c’ è più. Quanto, chi e dove, va sparendo? E quando finisce la Cassa Integrazione, quale Pacchetto Sicurezza sarà consegnato con Foglio di via ? A chi lotta, un abbraccio grande, perchè ci sono donne uomini e bambini che continuano a camminare, sulla strada e Insieme.

Quanto sopra l’ho scritto a novembre dello scorso anno. Il 30 dicembre 2011: “Le lavoratrici Omsa invitano tutte le donne ad essere solidali con loro, “boicottando” i marchi Philippe Matignon – SiSi – Omsa – Golden Lady – Hue Donna – Hue Uomo – Saltallegro – Saltallegro Bebè – Serenella e vi sarebbero grate se voleste dare il vostro contributo alla campagna, anche solo girando questo video a quante più persone potete se non altro per non alimentare l’indifferenza… Basta alla legislazione che protegge sempre gli interessi unicamente lucrativi degli imprenditori !!”

Omsa Licenziamento collettivo: Licenziamento collettivo. È questo il destino che attende le 240 lavoratrici della Omsa, storico marchio delle calze italiane che al termine della cassa integrazione, perderanno tutte il lavoro. Oggi l’annuncio ufficiale dell’azienda che sposterà la produzione in Serbia.

Aggiorno dunque  con un video a loro dedicato da Alessandro Lanzani, per spiegare le  amare “novità “: Omsa chiude e licenzia a Faenza ma apre in Serbia. E noi ?

A settembre La Vecchia talpa parla con una lavoratrice Omsa

E ancora Per ricordare,    video Bologna – Donne OMSA in piazza Maggiore 22 Ott 2011: Intervento di Marina e Anna, lavoratrici e donne dell’Omsa di Faenza, dal palco in Piazza Maggiore a Bologna. “Indignate e impegnate e sempre a testa alta” nel far conoscere la loro storia e quella delle colleghe con cui condividono le preoccupazioni per il loro futuro lavorativo.

 

 Anno Nuovo, Fase Nuova? Vergogna ItaGlia, CresciTAGLIA…

Il resto dell’articolo rimane tale e quale. Grazie a chi BOICOTTA.

Doriana Goracci

Faenza: assordante silenzio sull’ emergenza all‚’ Omsa
Le lavoratrici OMSA invitano tutte le donne ad essere solidali con loro: boicottiamo i seguenti marchi: Omsa Serenella Golden Lady Philippe Matignon Sisi Hue DonnaHue Uomo Saltallegro Saltallegro Bebè Mandarina Duck

E’ con grande tristezza che inoltro questa mail…La stessa cosa è successa alle lavoratrici della Perla, che ora ha trasferito la produzione in Cina, della Mandarina Duck, ecc.Anche se il nostro caro presidente del consiglio parla di segni positivi ho la netta impressione che quest’anno e i prossimi a venire saranno davvero disastrosi per l’Italia. Amiche e amici,vi porto via un po’ di tempo raccontandovi quello che sta succedendo in questi giorni a Faenza, più o meno nell’indifferenza generale. Lo stabilimento OMSA di Faenza (RA) sta per essere chiuso, non per mancanza di lavoro, ma per mettere in pratica una politica di  delocalizzazione all’estero della produzione per maggiori guadagni. Il proprietario dell’OMSA, il signor Nerino Grassi, ha infatti deciso di spostare questo ramo di produzione in Serbia,dove ovviamente la manodopera, l’energia e il carico fiscale sono notevolmente più bassi. Questa decisione porterà oltre 300 dipendenti, in maggior parte donne e non più giovanissime, a rimanere senza lavoro.Le prospettive di impiego nel faentino sono scarse e le autorità hanno fatto poco e niente per incentivare Grassi a rimanere in Italia o per  trovare soluzioni occupazionali alternative per i dipendenti,salvo poi  spendere fiumi di parole di solidarietà adesso che non c’è più niente da fare. Da giorni le lavoratrici stanno presidiando i cancelli dell’azienda, al freddo, notte e giorno,in un tentativo disperato di impedire il trasferimento dei macchinari,(tentativo documentato anche da Striscia la Notizia sabato scorso,ma ad onor del vero il servizio è  stato brevissimo e piuttosto superficiale). Trovo sempre più allucinante che in Italia non esistano leggi che possano proteggere i lavoratori dall’essere trattati come mere fonti di reddito da lasciare  in mezzo a una strada non appena si profili all’orizzonte l’eventualità di un guadagno più facile. Le lavoratrici vi sarebbero grate se voleste dare il vostro contributo alla campagna,anche solo girando questa mail a quante più persone potete se non altro per non alimentare l’indifferenza. Le lavoratrici OMSA ringraziano quindi per l’aiuto e il supporto che vorrete dargli quali ennesime vittime di una legislazione che protegge sempre più gli interessi unicamente lucrativi degli profitto e lucro nel lavoro dipendente,imprenditori che non la vita e la  condizione lavorativa dei dipendenti.

Faenza: assordante silenzio sull’ emergenza all‚’ Omsa

Istituzioni sotto accusa per la gestione della crisi che investe 346 persone. Il 15 marzo 2011 si esaurirà  la cassa integrazione straordinaria¬†e loro rischiano di trovarsi senza lavoro Ravenna, 12 ottobre 2010 – CRISI OMSA: il ministero dello Sviluppo economico ha  richiamato  la proprietà dell’ industria tessile, il gruppo Golden Lady. Infatti non è stata ancora fissata la data dell’ incontro fra proprietà, istituzioni e sindacati che avrebbe dovuto avere luogo entro il 30 settembre. Questo nonostante le sollecitazioni da parte di Gian Pietro Castano, responsabile dell’ unità ministeriale per le aziende in crisi. Il rinvio dell’ incontro ha, secondo i sindacati, solo una spiegazione: la proprietà non ha ancora individuato imprenditori pronti a insediarsi nel sito e a ricollocare il personale. Lo stabilimento di via Pana va quindi lentamente  spegnendosi : quasi tutti i macchinari sono stati smontati. Sono trascorsi 230 giorni da quando i rappresentanti delle istituzioni (Castano, l’ allora sindaco Claudio Casadio, l’ allora assessore regionale Duccio Campagnoli e i segretari nazionali dei tessili di Cgil, Cisl e Uil) hanno accettato la volontà di un florido gruppo industriale di chiudere  l’ Omsa a Faenza per trasferire la produzione in Serbia, in cambio di un anno di cassa integrazione e di un impegno a “favorire l’ insediamento di nuove attività imprenditoriali”. Dopo 230 giorni, il gruppo Golden Lady non è stato ancora in grado di proporre un’ alternativa per quelle 346 persone che per 10, 20, 30 anni hanno contribuito alla sua crescita e ricchezza. Continua a prendere tempo, ma il tempo le lavoratrici e i lavoratori Omsa non ce l‚’ hanno: fra 150 giorni, il 15 marzo 2011, si esaurirà il primo anno di cassa integrazione straordinaria. E loro rischiano di trovarsi senza lavoro e senza ammortizzatore sociale: l’ erogazione di un secondo anno di cassa straordinaria infatti è vincolata alla ricollocazione di almeno 104 dipendenti. ANCHE sul fronte delle azioni finalizzate alla ricollocazione del personale, la proprietà si è mossa con estrema lentezza: ha aperto la procedura della mobilità solo per 20 persone e ha individuato un’ azienda specializzata nella ricollocazione di personale. Lavoro più‚ solo nel mezzo dell’ estate. Lentezze e ritardi nel fissare incontri, nel dare risposte, o non risposte, alle lavoratrici e ai lavoratori; ben più veloci i tempi per smontare macchine e cessare l’ attività. Il tutto senza che le istituzioni  il sindaco Giovanni Malpezzi, il vicepresidente della Provincia, ossia l’ ex sindaco Claudio Casadio, il deputato Pd Gabriele Albonetti, anche lui presente ad alcuni degli incontri al Mise ‚abbiano ritenuto opportuno denunciare  il comportamento di un grande imprenditore, Nerino Grassi, e della sua Golden Lady, leader internazionale della calza. “IL SECONDO gruppo manifatturiero della provincia ‚Äî afferma il coordinatore della Cgil, Idilio Galeotti ‚delocalizza, porta via 346 posti di lavoro in un periodo di piena crisi e le istituzioni tacciono, o quasi. Neppure un rimprovero per un grande imprenditore che chiude e se na va, perchè delocalizza. Confindustria tace e le istituzioni non ritengono di coinvolgerla. Non solo, dopo tante prepotenze da parte del gruppo Golden Ladyprosegue Galeotti  c’ è ancora chi si illude che se stiamo buoni, se teniamo bassi i toni della vertenza, Grassi regalerà qualcosa”. “Non si è ancora capito che questo comportamento favorisce solo l’ uscita in silenzio dell’ azienda dalle sue responsabilità. E lascia nei problemi non solo le e i dipendenti Omsa, ma la città di Faenza, i suoi cittadini, il suo territorio. Territorio dove tutto è fermo: la ripresa economica non si respira ancora”. Claudia Liverani

E già che ci siamo… Quante donne ancora dovranno cantarla? Che ERA BELLO IL MIO RAGAZZO


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by Enzo Apicella

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Via Libera per la Nostra Sicurezza Sulla Strada

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L’ Annunciaziò: ”Abbiamo dato il via libera, come anticipato nei giorni scorsi, al piano sulla sicurezza che era uno dei cinque punti del programma di rilancio dell’azione di governo che ha ottenuto un’ampia fiducia in Parlamento”. Lo afferma il premier, Silvio Berlusconi, nel corso di una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.”

A quando il Foglio di via per chi mangia e consuma sulla Tratta, l’Usura Bancaria, il Lavoro Nero, la Precarietà,la Privatizzazione dei Servizi, i Giochi Multimediali delle Televisioni e della Stampa, i Tagli alle Famiglie, alla Scuola, alla Sanità, alla Ricerca , alla Cultura, all’Ambiente…con tanta Compagnia pruriginosa e divina che conosce così bene la Miseria Umana e le sue Opere? “Il Consiglio dei ministri ha approvato il pacchetto sicurezza messo a punto dal ministro dell’Interno Roberto Maroni. Lo si apprende da fonti governative.Il pacchetto si compone di un decreto legge ed un disegno di legge. Diverse le misure contenute nel provvedimento: si va dalla possibilitଆ di espellere cittadini comunitari al ripristino dell’arresto in flagranza differita per i tifosi violenti, dal potenziamento dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalitଆ organizzata alla liberalizzazione delle connessioni internet. Nel pacchetto anche misure di sicurezza urbana come una stretta contro la prostituzione su strada e l’accattonaggio. In particolare sarà applicata la misura del foglio di via per chi esercita la prostituzione su strada violando le ordinanze dei sindaci in materia. Dall’1 gennaio ci si potrଆ collegare liberamente, senza restrizioni, alla rete wi-fi. Lo ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, illustrando le misure del pacchetto sicurezza approvato oggi. Con il provvedimento di oggi, ha spiegato Maroni, ”superiamo le restrizioni imposte dal decreto Pisanu cinque anni fa che ora sono state superate dall’evoluzione tecnologica”.

Leggo inoltre che viene introdotto col Pacchetto,¬† l’ “allontanamento coattivo” del cittadino comunitario per motivi di ordine pubblico se questi resta in Italia oltre i tre mesi senza avere un reddito, un lavoro, un’abitazione. In quanti dovrebbero¬† andarsene via per questi 3 piccoli problemi di sopravvivenza, che entrano in conflitto con gli articoli della Costituzione Italiana? O dovremmo essere tutti contenti per la liberalizzazione del¬† wi-fi, che nemmeno io so cosa significa e scrivo in rete da anni?

Grazie all’amicizia su FB, una persona oggi mi ha inviato una poesia:¬† l’ha scritta Diane Di Prima, poetessa nata a Brooklin il 6 agosto del 1938. Visse in maniera intensa la Beat Generation , non ha mai smesso di camminare, oggi “ vive e lavora a San Francisco, dove, dopo aver co-fondato il San Francisco Institute of Magical and Healing Arts, vi si dedica all’insegnamento“.¬† La sconosciuta poetessa statunitense aveva origini italiane: suo nonno materno, Domenico Mallozzi, è stato un attivo anarchico.¬† Allego al tutto, la Canzone alle 24, e ricordo sopratutto a chi è giovane che “Quando, verso la metà degli anni quaranta, prese vita quel movimento, non solo letterario, definito beat, nessuno si sarebbe aspettato che avrebbe modificato così radicalmente la vita, il modo stesso di fare poesia, la coscienza collettiva dell’epoca. Non fu facile, per quei ragazzi, orbitanti intorno alla Columbia University prima e alla City Lights Books dopo, portare avanti le loro idee, accusati come furono di oscenità e di infamie varie…il termine beat viene coniato da J.Kerouac nel 1947, ma l’atto di nascita ufficiale è il 1952, anno di pubblicazione di Go, un racconto di John Clellon Holmes.”

Go significa andare e come scrisse Kerouac “Dove andiamo? Non lo so , ma dobbiamo andare”.
Con profonda amarezza, sulla strada,  On the road:
“sapendo che l’amore è condividere Qui, là, e ovunque…Here, There and Everywhere“.

Doriana Goracci

Canzone alle 24

il tempo
ha mangiato la mia innocenza come un pistacchio

l’amore se n’è andato con la mia fiducia

o nobile primo amore
tutto verde limo
cosa hai fatto della mia risata?
cosa hai fatto della mia risata
e dei soldi che ti davo al venerdì
e dei buchi nelle mie scarpe?

Diane Di Prima



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Specchietti e ricami per allodole e altre creature umane

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Da un giornale web, On Tuscia, che mi è caro leggere, in quanto tratta della terra dove risiedo, alcune mattine addietro apprendo: “Nella giornata di giovedì, alle ore 10,45, una pattuglia del corpo forestale di Viterbo, durante il servizio d‚Äôistituto, ha proceduto al controllo venatorio di un cacciatore umbro, C.S., 40 anni, in località ‚ÄúVaccareccia‚Äù nel Comune di Viterbo.Durante la verifica si è accertato che l’uomo aveva abbattuto un esemplare di pispola (Anthus pratensis), specie non cacciabile e che, inoltre, esercitava la caccia alle allodole con l‚Äôausilio di un richiamo acustico elettromagnetico. Gli uomini del corpo forestale hanno quindi eseguito il sequestro dell‚Äôarma con relative cartucce, del richiamo e dell‚Äôesemplare abbattuto in violazione alla normativa vigente. La sanzione ex art. 30 lett. h) della L. 157/92 prevede l‚Äôammenda fino a 1.500 per ogni fattispecie (abbattimento di uccelli nei cui confronti la caccia non è consentita e utilizzo di richiami vietati) e la confisca del richiamo stesso.L’uomo è stato segnalato all‚Äôautorità giudiziaria e seguirà comunicazione anche al settore caccia e pesca della Provincia di Viterbo e alla Questura di Viterbo per valutazioni relative al porto d‚Äôarmi.”

Proseguendo le letture locali sul web, non sapevo che era¬† stato avviato… ” il Piano Strategico, processo avviato dal Comune di Capranica inerente il nuovo modo di progettare lo sviluppo della città sotto tutti i punti di vista e con la collaborazione della cittadinanza, ha visto svolgersi la sua prima riunione, con gli agricoltori, giovedì scorso e ora l‚Äôamministrazione incontrerà gli imprenditori e gli artigiani il prossimo 28 ottobre.…Al fine di ottimizzare lo sviluppo dell‚Äôagricoltura si può guardare, ad esempio, all‚Äôintroduzione di colture che possano essere realizzate durante i tempi morti della nocciolicoltura producendo così occupazione e ricchezza…” Le conclusioni non mi sono nuove:” I presenti hanno compilato un questionario con i propri dati anagrafici al fine di mantenere un costante contatto con l‚Äôamministrazione comunale durante lo sviluppo del Piano Strategico. Non è escluso, infine, che data la quantità e la qualità di sollecitazioni emerse, non si possa ritornare ad incontrare gli agricoltori per approfondire alcuni aspetti particolarmente importanti per la pianificazione strategica.”

E passando dagli specchietti per le allodole con richiami vari, ai Ricami…mi chiedo , che si aspettava¬† a mettere in prima pagina, storie come questa:”Dona Victoriana Sipac Mactzul è una tessitrice del Guatemala che nel 1983, in piena epoca di repressione delle comunità indigene, con un gruppo di donne maya decise, coraggiosamente, di mettere a frutto la conoscenza dell‚Äôarte della tessitura avviando un‚Äôattività produttiva, per creare una fonte di sostentamento. In questi giorni, è in Italia, ospite di Altromercato, la principale organizzazione di commercio equo e solidale nel nostro Paese, per promuovere la produzione tessile dell‚Äôassociazione guatemalteca Aj Quen, da lei fondata nel 1989, e per scambi di vedute con alcune imprese italiane. Nella sua agenda, anche la Tuscia, dove ha incontrato Italia Garipoli, una vita dedicata al ricamo e al restauro di manufatti tessili. Sono state dense di emozioni, le tre ore trascorse nel laboratorio di Tre Croci (frazione di Vetralla), presenti Miranda Boi, vicepresidente della Cna Associazione Provinciale di Viterbo, Alessandro Montesi, coordinatore del Consorzio Ctm Altromercato per l‚ÄôArea Centro Italia, Chiara Politini, volontaria della Bottega del Commercio Equo e Solidale di Viterbo, e Alessandra Piermattei, presidente dell‚ÄôAssociazione Mani Unite a livello provinciale.Prima, le presentazioni. Sono due esperienze di vita molto diverse, certo, quelle di Dona Victoriana e di Italia Garipoli, quest‚Äôultima di origine calabrese, stabilitasi nella provincia di Viterbo circa quaranta anni fa. Ma, nel raccontarsi, le due donne hanno scoperto di avere tante cose in comune, innanzitutto la passione, ‚Äúl‚Äôamore per il lavoro che non fa sentire la fatica‚Äù, come ha detto l‚Äôartigiana guatemalteca, esperta di telaio a cintura, ‚Äúbordado‚Äù (cucitura di applicazioni sui tessuti) e confezionamento, che ha spiegato come le donne indigene siano riuscite a costituire, in diverse zone del Guatemala, ventisei gruppi di lavoro, ciascuno con una specializzazione, tutti aderenti all‚Äôassociazione Aj Quen, oggi forte di 800 soci. ‚ÄúIl vostro Paese -ha affermato- è il nostro principale mercato‚Äù. Victoriana e Italia condividono altresì il sogno di tramandare le tradizioni produttive della loro terra. ‚ÄúSpero che i giovani si avvicinino all‚Äôarte del ricamo, perché non si disperda un prezioso patrimonio di saperi. Dobbiamo far riscoprire il valore della manualità e delle cose belle: questo mestiere, dove peraltro esistono opportunità di occupazione, non può estinguersi. Oggi, invece, il rischio c‚Äôè‚Äù, sono state le parole di Italia Garipoli (che ha anche un negozio a Roma).Durante la visita al laboratorio, lo scambio di informazioni sui tessuti utilizzati e su alcune tecniche di lavorazione. Dona Victoriana ha scattato, affascinata, decine di foto mentre Italia le mostrava, illustrandone le caratteristiche, alcuni dei suoi lavori -tovaglie, lenzuola, tende-, un abito da sposa antico da restaurare, una splendida collezione di pizzi e alcune fibre, come i fili di canapa e quelli ottenuti dalla ginestra. Altrettanto interesse, l‚Äôartigiana della Cna, colpita da alcuni lavori di grande precisione, dalla vivacità e dall‚Äôaccostamento dei colori, ha manifestato verso la manifattura del Guatemala. Entusiasta anche Miranda Boi: ‚ÄúQuesto incontro ci ha molto arricchito sul piano culturale. E‚Äô esemplare la storia di tante donne che, attraverso il lavoro, aggregandosi, hanno superato una fase drammatica, hanno migliorato le loro capacità economiche e, come nel caso di Victoriana, sono riuscite a far studiare i loro figli, ad aprire la prospettiva di un futuro migliore. Con la stessa passione e la straordinaria voglia di farcela che animano le nostre imprese al femminile‚Äù. In ricordo della giornata, la vicepresidente della Cna ha donato all‚Äôartigiana del Guatemala un pezzo in ceramica prodotto da un‚Äôimpresa della Tuscia nata e gestita da donne.” Pettegolezzi tra donne mentre tagliano e cuciono?

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Cercando qualche notizia in più, su questo incontro, mi sono resa conto che il¬† testo era stato fornito da Maremma Oggi il 25 maggio 2010, sotto la voce artigianato. Non dico che mi sento un’allodola, sono stonata e non cinguetto ma¬† da piccola ricordo ancora i ricami che facevo con mia madre, quando non c’era ancora la tivù e l’informazione web. Mio padre, dopo 4 calci al pallone e giri di campo per allenamento da arbitro, incollava francobolli, di sera. Ma ho trovato un appuntamento a Capranica , dove si ricicla¬† arte fermo al¬† 2008, per il pomeriggio di sabato 6 novembre , XIII Festa grande in enoteca, organizzato da una donna imprenditrice del Garden Center Linea Verde Nicolini : vino novello musica jazz con Fabio Fenucci Gianbattista Gioia Luca Celestini e cibi di qualità. Tanto per non Puntare sul turismo giudiziario per rilanciare la Tuscia, come ben illustrato su Viterbo Oggi. Mando per posta virtuale, anche questa.

Take Five! Amava l’improvvisazione Dave Brubeck, e respinse molte offerte fino all’annullamento di¬† programmi¬† televisivi¬† per¬† tendenza discriminatoria, non affatto isolata nell’ambiente musicale, difendendo l’Amicizia e l’ Arte che non ha confini. Buona giornata alla Libera Creativitଆ con casalinghi¬† Taglia e Cuci, perch謆 le Reti sono Invisibili

Doriana Goracci


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4 novembre e l’Infestazione

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Il 4 novembre del 1921 la salma del Milite Ignoto viene inumata nell’Altare della Patria del Vittoriano di Roma:¬† vale per tutti, compresi i soldati senza nome, morti in guerra,¬† lo dice la parola del monumento per la Patria. E perchè dunque il 4 novembre è Festa e delle Forze Armate? Un blog, Corsari,¬† appassionato dell’argomento ce lo spiega: “Il 4 novembre 1918, novant’anni fa, aveva termine il primo conflitto mondiale. La “Grande Guerra” fu un evento che segnò profondamente l‚Äôinizio del XX¬∫ secolo, determinando radicali mutamenti politici e sociali. La data, che celebra la fine vittoriosa della guerra, commemora la firma dell‚Äôarmistizio siglato a Villa Giusti (Padova) con l‚ÄôImpero austro-ungarico. Il 4 novembre, nel tempo, è divenuta la giornata dedicata alle Forze Armate e all‚ÄôUnità Nazionale. Questa giornata ragazzi è dedicata a voi e un pensiero speciale va alle vostre famiglie che pazienti vi supportano per lunghi mesi durante le vostre missioni¬† in giro per il mondo, dandovi la forza per andare avanti nei momenti difficili¬† in teatri particolarmente rischiosi¬† dove anche i pochi minuti di una telefonata a casa possano bastare per rincuorarvi…Questa giornata vuole ricordare in special modo tutti coloro che sono morti nell‚Äôadempimento delle loro funzioni militari. Le nostre Forze Armate, oggi, sono chiamate ad operare, sotto l’egida delle Organizzazioni internazionali di riferimento ONU, NATO e Unione Europea, in numerose aree del mondo, caratterizzate da situazioni di crisi o instabilitଆ che compromettono le condizioni essenziali di convivenza e mettono a rischio le popolazioni locali e la sicurezza internazionale. Oltre 8.000 militari – uomini e donne dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica e dei Carabinieri – stanno conducendo con grande impegno operazioni nell’ambito di forze multinazionali in zone operative che vanno dall’Africa sahariana fino all’Afghanistan, attraversando il Mediterraneo, i Balcani e il Medio-Oriente. E quell’impegno, quella straordinaria dedizione nel perseguire gli obbiettivi, 謆 motivo di orgoglio per tutti noi. L’Italia¬† 謆 orgogliosa di voi.

Ho lasciato qualche riga, per capire quanto l’argomento possa toccare profondamente il cuore e far sprofondare nella tomba. Ma andiamo avanti.

Riporto i mezzi di cui dispongono le Suddette forze. Esercito Italiano : “Dispone di 200 carri armati Ariete, 120 Leopard I, 300 Centauro, 200 Dardo, 249 Freccia , 70 Pzh 2000, 192 M109, 22 MLRS. Marina militare: 2 portaerei, 4 cacciatorpediniere, 12 fregate, 8 corvette, 4 unità veloci da combattimento, 7 sottomarini, 3 navi da sbarco, 3 navi da rifornimento. Nel suo organico ha anche un reparto di forze speciali, il Comando subacquei ed incursori”.¬† Aereonautica militare: “una trentina di F-16 e un centinaio di Eurofighter Typhoon. Per¬†¬† missioni di attacco e ricognizione,¬† i Tornado (in varie versioni), gli AMX e gli Aermacchi MB-339, e¬† i nuovissimi Joint Strike Fighters. Per il trasporto aereo, infine, ricorre ai C-130J “Hercules”, ai neo-arrivati c27J “spartan” ed ai nuovissimi Boeing KC-767, nel doppio ruolo di cargo e aerorifornitore. L’Aeronautca Militare ha in dotazione anche diversi velivoli non pilotati UAV per la ricognizione delle Aree di Operazioni ed è responsabile anche del Soccorso Aereo (Search and Rescue – SAR). Nel suo organico ha anche un Reparto di Forze Speciali per Operazioni di Combat-SAR.”

Le calamità naturali si ripeterono come la guerra, in Italia. Il 4 novembre del 1333 ci fu un alluvione disastroso a Firenze, dicono.¬† Il 4 novembre del 1966,¬† la piena dell’Arno raggiunse Firenze passando alla storia come l’alluvione di Firenze. Lo stesso giorno fu¬† alluvionata anche Grosseto e Venezia venne¬† devastata dalla disastrosa acqua alta che arrivò¬† a quasi due metri¬† sopra il livello medio di marea, sommerse la città e tutte le isole della laguna. L’intero nord-est dell’Italia fu¬† colpito da una delle più grandi alluvioni mai verificatesi nell’Europa meridionale.

Mi piacerebbe sapere, se queste Forze Armate sono una ricchezza per noi, una risorsa umana, una difesa dei diritti della Costituzione, loro e chi le rappresenta. L’asse del potere, non si è mai spostato:¬† oggi è solo più mediaticamente in Missione. E rimanendo in tema , alla voce ordinariato militare si può leggere: “Il mondo militare ha proprie regole e tradizioni: dalla ‚Äúmilitarità‚Äù costitutiva di questo mondo non va escluso il Clero.Perciò la Chiesa Italiana ha voluto che i Cappellani Militari fossero inquadrati militarmente, equiparati di rango ai gradi di ufficiali, e vivessero con i militari.” Amen.

E di festa in festa infestati, alla ricerca del Partigiano che ci porta via, non sappiamo neanche dove ma sappiamo da un pezzo che siamo invasi… Un bella ciao non me lo faccio scappare, cogliendo¬† al volo l’Occasione per essere contro le Armi, con tutta me stessa a costo di passare per sovversiva.

Tante volte passasse  qualcuno che parla solo in inglese  un CONTRO LA GUERRA  LET ME LIVE lo invio  pure, con tanti tanti tanti Indistinti saluti ai noti.

Doriana Goracci


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foto dell’ 11 novembre 2001 a Roma

Un Primo Novembre di Santi

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Ringrazio Wikipedia e chi l’aggiorna,¬† altrimenti come avrei fatto a ricordare tutte queste sante azioni nei secoli? Ne ho scelti alcuni, e¬† se c’è qualcosa che non ti va ” dillo alla luna La voglio in faccia la verità e se sarà dura la chiamerò sfortuna Maledetta Sfortuna…”
Scritto nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre, quando dicono che Hallowen… fa incontrare gli spiriti e le streghe con i Santi. Altri ricordano Samain, la fine dell’estate.
Doriana Goracci


1 NOVEMBRE 885 РLa festa di Tutti i Santi viene spostata dal 13 maggio al 1º novembre da Papa Gregorio
1 NOVEMBRE 1745 – Papa Benedetto XIV pubblica la Lettera Enciclica Vix pervenit, sull’usura e altri guadagni disonesti
1 NOVEMBRE 1885 – Papa Leone XIII pubblica la Lettera Enciclica Misericors Dei Filius, sulla natura soprannaturale della Chiesa, sul potere ecclesiastico e sul potere civile, sulla iniquità delle ideologie moderne, sulla tendenza moderna ad emarginare la Chiesa e la sua autorità, sulla ingiustizia delle concezioni libertarie, sulla libertà religiosa, sulla funzione degli amministratori cattolici
1 NOVEMBRE 1911 – Gli italiani in Libia compiono il primo bombardamento aereo della storia
1 NOVEMBRE 1914 – Papa Benedetto XV pubblica la Lettera Enciclica Ad beatissimi apostolorum principis, sulle funeste condizioni che portano alla guerra, sui mali delle concezioni moderne, sulla erranza delle nuove ideologie, sulle divisioni tra Cattolici, sui mali del modernismo, sulla eccessiva indipendenza dei chierici
1 NOVEMBRE¬† 1952 – Operazione Ivy – Gli Stati Uniti detonano con successo la prima bomba all’idrogeno; nome in codice “Mike” [“m” for megaton], Sull’Isola Eniwetok nell’Atollo di Bikini, situato nell’oceano Pacifico
1 NOVEMBRE¬† 1960 – Durante la campagna elettorale per le presidenziali USA, John F. Kennedy annuncia l’idea dei Corpi della pace
1 NOVEMBRE¬† 1993 – Entra in vigore il Trattato di Maastricht, che stabilisce formalmente l’Unione europea
1 NOVEMBRE¬† 1998 – Viene istituita la Corte Europea dei diritti dell’uomo
1 NOVEMBRE¬† 2004 – Uccisa sui Pirenei Cannelle, l’ultima orsa femmina originaria del luogo. Il suo cucciolo è scappato ai cacciatori, ma gli esperti non sono fiduciosi sulla sua sorte.


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Morte e Bellezza nell’Arma e nel Suicidio

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Il suicidio di una donna non è un fatto raro, tantomeno di un uomo: ci sono dei precedenti¬† nell’Arma. Ma se esce un titolo tra le news come questo: “AVEVA PRESTATO IL VOLTO PER UNA CAMPAGNA PROMOZIONALE DELL’ARMA, oppure Tenente carabinieri suicida in caserma: fu Miss Abruzzo e finalista a Miss Italia, la storia prende il volo, diventa bellezza commozione denuncia sgomento, profondo dolore.

“La tenente dell’arma dei carabinieri, Claudia Racciatti, 29 anni, finalista di Miss Italia nel ’99, testimonial ufficiale per l’Arma ed ex Miss Abruzzo, si è suicidata con un colpo di pistola al cuore nel proprio ufficio nella caserma Carlo Alberto Dalla Chiesa in viale Giulio Cesare, a Roma…temeva forse di subire un’azione disciplinare: è questa una delle ipotesi relative al motivo del suicidio. Sembrerebbe, infatti, che l’ufficiale fosse stata accusata da alcuni commilitoni della sottrazione di beni personali. Per accertare e chiarire l’intera vicenda i carabinieri hanno ascoltato amici e familiari della tenente…vivace ed estroversa, era molto nota in città: lo scorso anno il suo volto sorridente era apparso su un manifesto dei carabinieri distribuito in tutti i Comuni d’Italia per lanciare il il corso per Allievi ufficiali dell’Arma presso l’Accademia militare di Modena. Claudia Racciatti si era arruolata vincendo il concorso dei Carabinieri nel 2003. L’ufficiale era la figlia di Domenico Racciatti, comandante della stazione del Corpo Forestale dello Stato di Vasto.Il padre: voglio chiarezza. ¬´A noi sembra strano e impossibile quello che è successo. Spero che si riesca a fare chiarezza, ora so solo che avevo una figlia e adesso non c’è più¬ª. Lo ha detto Domenico Racciatti, padre di Claudia.”

Poniamo il caso, che è successo realmente ad agosto 2010, che la stampa esca con questo titolo: San Casciano Val di Pesa, carabiniere suicida in caserma. Il gesto dovuto a una delusione d’amore, pensate che abbia una grande eco? “Un carabiniere, Angelo Ricciardiello, si è ucciso nella caserma dell’arma a San Casciano Val di Pesa, sparandosi un colpo di pistola alla testa la notte scorsa. Il gesto sarebbe dovuto a una delusione affettiva. Il militare, un 30enne originario di Calvizzano nella provincia di Napoli ma che dal 2007 era in servizio in Toscana, ha lasciato un biglietto alla ex fidanzata.Il corpo è stato trovato da un collega intorno alle 22.30 nella sua stanza all’interno della caserma. Nessuno in caserma ha udito lo sparo, forse il carabiniere si è sparato durante il temporale che si è abbattuto sul paese e il colpo è stato coperto dal rumore dei tuoni.”

Andiamo di poco più indietro, a giugno 2010, Carabiniere suicida su Raccordo anulare: chiusa una corsia, coda di 21 chilometri.”Un colpo di pistola per porre fine alla sua vita. Un suicidio consumato in una piazzola di sosta nei pressi dello svincolo Flaminia. Poi l’arrivo delle forze dell’ordine, dei colleghi del carabiniere morto, la chiusura di una corsia per permettere i rilievi. Infine gli automobilisti curiosi che hanno rallentato l’andatura fino a bloccare il traffico e provocare una coda lunga 21 chilometri.E’ avvenuto tutto nelle prime ore del mattino e l’Anas, preoccupata di diramare il comunicato sul traffico impazzito sul Raccordo anulare di Roma, ha classificato il suicidio come “incidente mortale” sottolineando che era coinvolta una sola auto, appunto quella del carabiniere che si era fermato nella piazzola. L’uomo, C.F. si è ucciso intorno alle 7 in un’area di servizio all’altezza del chilometro 17, probabilmente al termine di una lite con la moglie.Di fatto, si erano create delle code dallo svincolo dell‚ÄôAutostrada Roma-Napoli (km 39,300) allo svincolo per la Bufalotta (km 17,900), in carreggiata esterna. Il traffico è tornato però alla normalità dopo tre ore.”

In tutti e tre i casi, Claudia, Angelo e (solo una sigla per il¬† terzo)¬† C.F. , hanno deciso di porre fine, nel 2010, alla loro vita con un’arma, loro che erano nell’Arma. Più o meno contenuti dalle Grida Mediatiche, se non coperti dal Rumore di altri temporali ed ingorghi.

Rimane anche un numero, che vorrei non crescesse: cinquantotto, 58 suicidi nelle carceri italiane nel solo 2010.¬† Perlopiù non sappiamo i nomi,¬† si fanno sempre delle indagini, come per i morti sul lavoro: la Ricostruzione dell’evento.

Lascio a voi le conclusioni, ma io sentivo la necessità di avere pietà e compassione anche per chi¬† muore e non era bello, e non era giovane, e non aveva famiglia e non aveva un onesto lavoro e chissà cosa gli mancava per dire no alla vita: chissa chi è stato… Rimangono i Legami d’acciaio, come certi Messaggi di donne italiane che continuano ad amare tanto: ¬´L‚Äôelaborazione di un lutto non è mai facile se riguarda una persona che si amava molto ma, quando le cause della morte portano ad affrontare un processo, allora tutto diventa più difficile. Ciò perché infinite volte se ne devono ripercorrere le circostanze, riesaminare i particolari. E quanto più a lungo il processo si trascina, tanto più è difficile riappacificare i ricordi¬ª. Scriveva Franca Caliolo.

Diceva Cesare Pavese, morto suicida e non con un’arma ma col sonnifero,¬† forse “…sarà come smettere un vizio…scenderemo nel gorgo, muti.” Lo stesso scrittore che tempo prima aveva lasciato un biglietto sul tavolino: Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.”


Doriana Goracci


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Le Donne Afghane Fuori da che?

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Dalla parte di chi non ha voce, giungono storie di donne, come Malalai Joya e un’intervista in cui rilascia alcune considerazioni: “Queste sono state le elezioni più fraudolente della nostra storia. Partecipare a questa beffa, significava dare credito al governo, essere complici di un inganno. Avrei perso la fiducia del mio popolo. Sapevo comunque dai miei sostenitori nel governo che Karzai e la sua cricca di fondamentalisti erano decisi a non lasciarmi vincere a nessun costo. E poi ci sono state le innumerevoli minacce di morte contro di me e i miei sostenitori. Molto concrete. Non posso rischiare la vita delle persone che mi sostengono e mi proteggono…Cosa puoi fare, allora, per portare avanti la tua battaglia?  Continuo a dire la verità sul mio Paese, in ogni parte del mondo. Voglio essere la voce di tutte le persone che rischiano ogni giorno, lavorando per un futuro diverso. Sono loro la speranza del mio paese. E cerco di stare vicino alla mia gente, di battermi per i loro diritti, di aiutarli come posso. Che cosa dovrebbe fare l’ Europa e in particolare l’ Italia per aiutare davvero l’ Afghanistan a uscire dalla crisi attuale? Smettere di seguire gli Usa in questa guerra devastante e di sostenere il governo fantoccio di Karzai.E’ in grado l’ Italia di non aiutare più gli assassini del popolo afghano ?” Quando va all’ estero, Malalai porta sempre con sé un album di fotografie, come se fosse quello di famiglia, pesante come un macigno. Immagini a colori, insopportabili: i corpi straziati delle vittime dei bombardamenti Usa e Nato, donne, uomini, vecchi, bambini, ricoverati negli ospedali. Lo mostra a tutti, perché capiscano di cosa parla.”

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Riporto poi integralmente l’intervista a Samia Walid, membro del Revolutionary association women Afghanistan, Rawa, tornata in Italia per un tour di conferenze organizzato dal Cisda: “La tortura infinita di essere una donna afgana”. Tramite questa organizzazione ho ricevuto una lettera da Cristina Cattafesta che aggiornandoci, mette in oggetto: Nel nostro piccolo… CISDA NEWS .Ho letto di iniziative in alcune città italiane, come quella sopra citata, piccole cose   dall’Osservatorio Afghano. Sono stati investiti molti soldi in questa guerra maledetta come tutte le guerre, e sopratutto da noi in Italia, dove si tagliano diritti costituzionali e si favoriscono commerci di armi e di traffici di carne in Missione, con la protezione delle banche e dei poteri: il 9 ottobre del 2009, avevo già scritto nel merito Errori ed Orrori di guerra. Le donne afghane dicono Fuori!.

Come al solito, alla fine ho scelto delle immagini, mi costava molto riportare quei Burqa ma donna, quei volti blindati dalla stoffa, poi ho trovato una fotografia di una donna palestinese con una bambina, in un sito che si chiama Pasquino, dove mi ha colpita non solo la foto che poi ho messo, ma la scritta in calce : “Il mondo si è riempito di mezzi di comunicazione ma abbiamo abolito tutti i luoghi di comunicazione”. Sembra davvero vano e anche assurdo dover ripetere tutto, come in una tragico spettacolo che continua indisturbato: questa giornata la dedico con il mio diario  di storie minori, a queste donne, con amore e rispetto. Senza limiti e senza confini, per la Natura.

Kabul, la cantano anche certi italiani…

Doriana Goracci

Sei andato a scuola e ti hanno detto “siedi al tuo posto”, e già lì hai smesso di credere che il tuo posto sia dappertutto.
(Silvano Agosti)


La tortura infinita di essere una donna afgana

INTERVISTA. Samia Walid della Revolutionary association women Afghanistan: “L’ attuale sistema, creato dagli americani, è più pericoloso dei talebani. Dietro ai discorsi democratici, si cela l’ attacco ai diritti del popolo”.
Samia Walid, membro del Revolutionary association women Afghanistan e voce democratica di quella straziata nazione, è tornata in Italia per un tour di conferenze organizzato dal Cisda. Ha constatato le crescenti difficoltà burocratiche per varcare le frontiere, ottenere il visto dalla nostra ambasciata, entrare nella cittadella fortificata dove sorgono tutti gli uffici di Kabul, un deserto abitato da funzionari e militari dove il cittadino afghano, al quale presterebbero servizio, è considerato un alieno.

Signora Walid, se domani tutte le truppe Isaf partissero dall’ Afghanistan cosa accadrebbe?
Sia che partano domani sia che restino per altri 3 o 6 anni la situazione rimarrà difficilissima. L’ intervento Nato l’ ha resa più grave del 2001, colpa di bombardamenti e morte seminati ogni giorno e della disillusione diffusa per la copertura data ai Signori della Guerra. Questo ha imbarbarito i rapporti sociali e umani. Nessun cambio di tattica può cancellare dalla mente degli afghani l’ operato occidentale: aver sparato sui matrimoni assassinando civili in festa, protetto mafiosi e corrotti di cui s’ è riempito il governo Karzai.

Come giudica Rawa i negoziati fra Karzai e le fazioni talebane?
La decisione di Washington, di cui Karzai è esecutore, è l’ ultimo tassello d’ un quadro devastante. Gli Usa ci invadevano in base alla lotta al terrorismo islamico, per nove anni hanno ucciso donne e bambini definendo le stragi danni collaterali all‚’ obiettivo finale. Ora l’ obiettivo è cooptare i Taliban al governo. E dopo aver ascoltato amenità attorno a presunti talebani moderati, vediamo che i loro leader, prelevati da Quetta e Peshawar, sono trasportati ai colloqui su aerei Nato. Cosa devono pensare le famiglie afghane in lutto?

I Taliban verranno riacquisiranno spazi ufficiali di potere?
E’  difficile che possa accadere in toto perché gli Usa puntano a dividere le forze. Però sia i Taliban, sia Karzai e il suo gruppo, sia altri potentati, vogliono una fetta di potere e gli americani, che mirano a controllare indirettamente il territorio, cercheranno di bilanciare le parti. I Taliban non sono cambiati, restano fedeli al fondamentalismo che non è peggiore di quello dei mujaheddin dell‚ÄôAllenza del Nord e dei sostenitori del pashtunwali Sayyaf, Fahim, Khalili.

Cos’ è cambiato dal governo talebano a quello filo occidentale dell’ attuale Presidente?
Del governo talebano sono note le atroci esecuzioni di donne lapidate, pratica tuttora in uso. Poco tempo fa, una coppia di giovani accusata d‚Äôimpurità è stata uccisa così e nessuno s’ è opposto. L’ attuale sistema può risultare addirittura più pericoloso perché dietro discorsi democratici si mascherano attacchi ai diritti del popolo. Scelti e pagati dagli americani, personaggi dell’ attuale governo praticano nefandezze pari se non più smaccate di quelle talebane.

Cos’ è mutato per le donne?
I Taliban ci negavano ogni diritto. Vivevamo murate vive, non potevamo uscire sena la compagnia d’ un uomo della famiglia. Ma se osserviamo la realtà odierna, i diritti delle donne afghane sono teorici e minimi. Il diritto allo studio, che esisteva anche prima della parentesi talebana, è un sogno. Anche le pochissime famiglie che dispongono di reddito tengono le ragazze in casa perché temono ritorsioni se si scopre che le loro figlie vanno a scuola. Aggressioni e stupri sono aumentati. Le nostre 68 parlamentari sono tutt’ altro che autonome per decisioni o denunce. Per interesse o per paura, non parlano e non difendono  le ragioni femminili. Molte di loro sono replicanti di chi le indottrina: Karzai e i leader etnici. Ancora una volta è il potere maschile a decidere per loro.

Ora la Nato punta a rafforzare esercito e polizia locali, a debellare povertà e coltivazione dell’ oppio. Ci riuscirà?
Nel vertice di Roma e in quello che ci sarà a Lisbona, i temi trattati non sono affatto nuovi. Due mesi dopo l’ inizio dell‚ÄôEnduring Freedom molte milizie talebane erano fuggite dal Paese: sarebbe stata la migliore occasione per addestrare forze armate locali, ma nulla è stato fatto. Ora se ne riparla puntando su una popolazione ancora più disperata, svilita e analfabeta. Altro bluff è la questione dell’ oppio. Negli ultimi anni non solo si sono superati livelli di produzione precedenti al 2001, ma la piaga s’ è diffusa in province dove un tempo non c’ era. I problemi non sono i singoli cittadini, bensì i vertici della società tutelati nell’ arricchimento illecito dagli statunitensi. Bismillah Khan, capo delle forze armate, e Rahim Wardak, ministro della difesa di cui si dice abbia in casa una prigione privata, sono criminali e occupano posizioni chiave con l’ idea che finché dura, s’ arricchiranno.

Lei ha assistito alle recenti elezioni: una farsa come le Presidenziali del 2009?
Sono state anche peggio di quelle di cinque anni fa. Nel 2005 il controllo sulla popolazione da parte di gruppi politici legati a Signori della Guerra o Taliban non erano così diffusi come oggi. Allora qualche voce democratica era riuscita a candidarsi e anche a essere eletta in Parlamento. Oggi è sempre più difficile. In più sono aumentati i brogli (1 milione e 300mila schede sono già state annullate nel corso dello spoglio, ndr). Pochi hanno diffuso notizie come quella riguardante il mullah Taraqi, della minoranza kuci legata ai talebani, che ha fatto sistemare un’ urna in casa per controllare meglio il voto. O sulle schede già segnate giunte dal Pakistan. E poi c’ è chi ha filmato le operazioni controllando dove finiva il voto. Sicuramente verranno eletti gli uomini del potere, con pochissime eccezioni di candidati indipendenti come Bashardost (che aveva ottenuto il 5% nelle Presidenziali del 2009, ndr).

Cresce il peso dell’ Iran nella regione, per un Afghanistan dilaniato da decenni di guerra ciò è un pericolo o un’ opportunità?
L’ Iran ha un’ influenza trentennale negli affari afghani e quest’ apertura diplomatica degli Stati Uniti nei suoi confronti è solo un passo di  real politik. Noi consideriamo il regime di Teheran fondamentalista e fascista, oppressore del popolo che ha come scopo il suo rovesciamento. Il governo di Ahmadinejad continua a diffondere dolore fra i profughi afghani che vengono incarcerati e condannati a morte per reati connessi alla loro condizione di fuggiaschi affamati. L’ Iran punterà a un Afghanistan diviso e fragile per poter sperare in un suo controllo parziale o totale.

Enrico Campofreda Terranews


 

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Contenuti legati e morti e ancora vivi

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Certi fatti li conoscono in pochi, sono marginali, certi altri¬† li leggono in un numero ancora più esiguo, sopratutto se si tratta di detenuti contenuti¬† legati e morti, mai prosciolti da certa cronaca nera, che diventa sempre più buia, fino alla fine:¬† ‚Äúpericolosi per sè e per gli altri e/o se si arreca pubblico scandalo‚Äú. La mia filosofia da 4 soldi è quella di farli circolare e comunicare, non fosse altro che per darne notizia. Così iniziavo il 17 agosto 2009 per¬† denunciare la morte di Francesco Mastrogiovanni, tramite la segnalazione di un amico.¬† Ne ho avuta un’altra¬†¬† alcuni giorni fa:¬† il titolo dell’Unione Sarda il 21 ottobre ,¬† L’ambulante morto in psichiatria:accusati di sequestro sette medici redatto da Maria Francesca Chiappe. Il fatto si svolge nel Reparto psichiatria dell’ospedale Ss.Trinità di Cagliari.

“Clamoroso colpo di scena nel caso della morte dell’ambulante quartese Giuseppe Casu. Sette medici del reparto psichiatria del Santissima Trinità di Cagliari sono stati accusati di sequestro di persona aggravato dall’abuso di potere. Giuseppe Casu è stato ucciso da un farmaco tossico per il cuore. Questa, almeno, è l’idea dei periti del Tribunale. Anche se sottolineano: non c’è la certezza ma un’¬´elevata probabilitପ. Il processo sul sessantenne quartese morto il 26 giugno 2006 dopo sei giorni di ricovero in Psichiatria al Santissima Trinità si giocherà tutto su quelle due parole. Però: il paziente è stato legato al letto per tutta la durata del ricovero, dal giorno del trattamento sanitario obbligatorio firmato dal sindaco di Quartu durante lo sgombero degli ambulanti da una piazza, fino a quando si è scoperto che non respirava più. E questo, dicono i periti, non si poteva fare. Di lì la nuova, clamorosa accusa contestata ieri al primario Gian Paolo Turri e agli psichiatri del suo reparto Maria Rosaria Cantone, Antonella Baita, Maria Rosa Murgia, Marco Murtas, Luciana Scamonatti, Marisa Coni: sequestro di persona aggravato dall’abuso di potere. Roba da dieci anni di reclusione. La notifica dell’avviso di conclusione delle indagini firmato dal sostituto Giangiacomo Pilia ha provocato stupore, rabbia, sconcerto negli ambienti medici cagliaritani. Eppure il nuovo stralcio di indagine è sostanzialmente un atto dovuto dopo il deposito della perizia, l’11 ottobre scorso, davanti al Tribunale monocratico che processa Turri e la Cantone per omicidio colposo aggravato: durante il dibattimento il pm lo ha quasi annunciato insieme al tentativo di portare la discussione sulla contenzione fisica. La difesa dei due psichiatri è insorta poiché è stato escluso che quella circostanza abbia portato alla morte del paziente. E allora il giudice Simone Nespoli ha chiesto al pm di motivare le sue domande e Pilia a quel punto ha dichiarato che la perizia avrebbe potuto portare alla contestazione di nuovi reati. In effetti i periti parlano senza mezzi termini di sequestro di persona e lo fanno sotto un profilo strettamente giuridico. Affrontando la questione della contenzione fisica hanno escluso che Casu sia stato ucciso da una trombo-embolia polmonare legata alla lunga immobilità, come invece avevano diagnosticato i medici del Santissima Trinità subito dopo l’improvvisa morte dell’ambulante. I periti Elda Feyles, specialista in anatomia e istologia patologica, Guglielmo Occhionero, psichiatra, e Rita Celli, medico legale, hanno innanzitutto individuato le norme: gli articoli 13 e 32 della Costituzione sulla inviolabilità della libertà personale e sul consenso all’atto terapeutico, il codice deontologico di medici e infermieri sulla contenzione fisica e farmacologica come evento straordinario e motivato, il codice penale: se c’è uno stato di necessità la misura di contenzione, sempre proporzionale al pericolo attuale di un danno grave non altrimenti evitabile, non solo può ma deve essere applicata se non si vuole incorrere nel reato di abbandono di incapace. I periti sono sicuri: ¬´La contenzione fisica è ammessa solo allo scopo di tutelare la vita o la salute della persona… qualora la contenzione fosse sostenuta da motivazioni di carattere disciplinare o per sopperire a carenze organizzative o per convenienza del personale sanitario si possono configurare i reati di sequestro di persona, violenza privata, maltrattamenti¬ª. Non solo, i periti negano che la contenzione a letto sia da considerare un trattamento sanitario vero e proprio: ¬´In generale, per prestare le prime cure il medico deve intervenire e vincere la resistenza solo se il paziente si trova in vero pericolo di vita. Nei casi psichiatrici quel pericolo non c’è quasi mai perché raramente esiste un pericolo di vita rispetto a una malattia mentale. Non risulta che mai nessuno sia morto di allucinazioni o delirio¬ª. I periti valutano dunque ¬´eccessivo¬ª legare a letto un paziente anche se per impedirgli il suicidio o costringerlo a curarsi. Di lì la conclusione: ¬´La diretta coercizione non è fra le prestazioni richiedibili allo psichiatra. E visto che l’organigramma del nuovo assetto della psichiatria non prevede figure di personale di custodia (come prima della legge Basaglia che ha chiuso i manicomi), essendo venuta meno tale esigenza che caratterizzava la vecchia normativa manicomiale, il ricorso all’uso della forza fisica è esterno al rapporto terapeutico¬ª. Nell’indagine-stralcio Baita, Murgia, Murtas, Scamonatti e Coni sono accusati anche di omicidio colposo, reato per il quale Turri e la Cantone sono già sotto processo: per il 29 novembre è fissata la requisitoria del pm. La Asl 8 ha intanto annunciato che in questa fase non prenderà provvedimenti nei confronti dei medici.”

Carmelo Musumeci ha invece redatto un documento che uno spazio come Macelleria Carceraria l’ha avuto. Porta una prefazione il suo “pezzo”: “Amami quando lo merito di meno, perché sarà quando ne ho più bisogno(Catullo) ” Dall‚Äôinizio dell‚Äôanno i suicidi in carcere sono 55 ‚Ķ e nessuno ne parla. Molte persone aldilà del muro di cinta si domandano perché molti detenuti si tolgano la vita. Invece molti detenuti al di qua del muro si domandano quale motivo hanno per non¬† togliersi la vita. La verità è che la morte in carcere è l‚Äôunica cosa che può portare un po‚Äô di speranza, amore sociale e felicità,¬† perché quando ti togli la vita hai il vantaggio di smettere di soffrire. Una volta il carcere era solo una discarica sociale,¬† ora è diventato anche un cimitero sociale…

E da un po‚Äô di anni a queste parte la cosa più difficile in carcere non è più morire,¬†¬† ma vivere. I detenuti in carcere vengono controllati, osservati, contati, ogni momento del giorno e della notte,¬† eppure riescono facilmente a togliersi la vita. Diciamo la verità: i detenuti non sono amati e non importa a nessuno se si tolgono la vita. Ormai le persone perbene si voltano dall‚Äôaltra parte,¬† mentre altri fanno finta di non vedere quello che vedono. Diciamoci la verità: questo accade perché la grandissima maggioranza della popolazione detenuta è costituita da individui disperati, poveri cristi, immigrati, tossicodipendenti, disoccupati e analfabeti. Persone di cui non importa a nessuno. Eppure di questa ‚Äúgentaglia‚Äù, di questa ‚Äúspazzatura umana‚Äù¬† non andrebbe buttato via nulla,¬† perché con lo slogan ‚ÄúTutti dentro‚Äù e ‚ÄúCertezza della pena‚Äù i partiti¬† più forcaioli vinceranno le prossime elezioni. Nella stragrande maggioranza dei casi la morte in carcere è la conseguenza di un¬† comportamento passivo e omissivo dello Stato, che scaraventa una persona¬† in una cella, la chiude a chiave e se ne va. Eppure l‚Äôeutanasia in Italia è proibita. Lo Stato non fa nulla per evitare la morte in carcere, non per niente l‚ÄôItalia è il Paese più condannato della Corte Europea dei Diritti Umani. Carmelo Musumeci Carcere Spoleto, ottobre 2010.”

Per concludere il mio articolo di certo non allegro e¬† leggero, che ho letto¬† su Facebook¬† tramite il gruppo Ecumenici, aggiungo Percorsi Sbarrati, un video sull’ergastolo ostativo prodotto dagli stessi ergastonali. Anche questo su Facebook, come “Urla dal silenzio“, unendomi ¬† alla voce di Ecumenici che sottoscrive cos쬆 la Macelleria Carceraria: ” Ecumenici solidarizza con gli ergastolani in Italia contro il c.d. “fine pena mai!” Non ne vogliamo sapere di partiti e politici forcaioli, di destra e di sinistra, fascisti, liberali, democratici o comunisti. -… Dovrete fare i conti anche con noi!! Digiuno della fame il prossimo primo dicembre ovunque, dentro le carceri e fuori.”

Mi auguro che quanto ho scritto sia segnalato e non solo da quelle persone che quotidianamente ritengono corretto farlo al Team di Facebook, qualunque cosa io¬† comunichi sulla mia pagina, anche privatamente e¬† chiedendone la rimozione, me compresa, ovviamente:¬† non le ringrazio affatto, nè a nome mio, nè di nessuno e mi spiace ma non ci fermeranno, possono contarci.¬† Lo scrivo pubblicamente.

‚ÄúAlcuni dicono che la pioggia sia brutta, ma non sanno che permette di girare a testa alta con il viso coperto dalle lacrime‚Äù: è parte di un dialogo tra due diavoli all’inferno e un’amica loro che gli scrive.

Doriana Goracci

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Foto tratta da Urla dal silenzio

Dalla Russia contro l’ Orrore

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Nella notte¬† invio ¬† su Facebook una nenia dolce, tratta da un film di Tony Gatlif,¬† Swing,¬† e un ‘amica aveva scritto Per tutti i bambini che non sanno cos’è una ninna nanna. Poi non prendo sonno e leggo…Non metto le foto, che sono sull’Ansa del 25 ottobre. Vengono da un orfanatrofio russo, gestito da suore. Sono fuggite le ragazzine e hanno denunciato gli abusi:¬† Sospese le “attività “dell’istituto. Le suore non hanno ammesso. Da Mondo si aggiunge: ” Proprio la pubblicazione delle drammatiche testimonianze ha indotto le autorità a effettuare controlli presso l’istituto che hanno portato, oggi, alla drammatica conferma. Secondo quanto appurato, le ragazzine venivano regolarmente vessate dalle suore che le costringevano a lavorare nei campi dalle prime ore del mattino fino a tarda sera. Ogni piccola disobbedienza veniva punita con 12, 50 o 70 cinghiate. Spesso le ragazze venivano costrette a leggere salmi ad alta voce anche fino a tarda notte mentre la mattina seguente venivano svegliate anche alle cinque del mattino per lavorare. I media russi riportano che le prime denunce erano state avanzate già lo scorso anno, ma dopo verifiche non si era avuto alcun riscontro, per questo la vicenda era stata lasciata cadere. Fino alla fuga la scorsa settimana delle tre ragazze.¬† Alcune delle suore interpellate dalle autorità, e anche dalla diocesi della regione di Vladimir che è intervenuta, hanno riconosciuto di aver praticato varie punizioni sulle orfane accolte nell’istituto, ma non hanno ammesso i maltrattamenti, nemmeno sotto giuramento. Le attività dell’istituto restano sospese. In Russia lo scorso anno sono stati segnalati circa 100 mila casi di bambini vittime di abusi, fino a 2.000 sono morti a causa di violenze e maltrattamenti, mentre si contano circa 700 mila minori abbandonati, senza tutela, più di quanti erano alla fine della seconda guerra mondiale. Ma l’incubo non finisce qui per gli orfani russi: circa un terzo di quelli adottati negli ultimi tre anni sono stati restituiti agli orfanotrofi russi, anche a causa della crisi finanziaria che ha ritardato il versamento dei fondi statali.”

Nella stessa giornata si può anche apprendere che ” Il neosindaco di Mosca Sergei Sobyanin, che si è insediato la scorsa settimana, tra le sue prime disposizioni ha dato l’ordine di pulire le strade della capitale russa utilizzando aspirapolveri.¬† Lo ha reso noto l’ufficio stampa del comune di Mosca.¬† ‘Il sindaco ha notato che, nonostante le strade siano pulite, l’aria che si respira in cittଆ 謆 carica di polvere, per questo ha disposto che vengano utilizzate delle aspirapolveri’, ha riferito il servizio stampa del municipio.”

Corri corri scappa via …e urla al mondo la vergogna di chi ti ha rubato la vita, la libertà. Siano maledette e maledetti tutti coloro che abusano e negano l’infanzia, per¬† potere disumano.

SWING !

Doriana Goracci

Russia: orfanotrofio degli orrori

“Maltrattamenti e crudeli punizioni contro bambine di un orfanotrofio gestito nella regione di Vladimir da suore, a 200 km da Mosca, suscita indignazione in Russia dove il fenomeno è una piaga. Fino a 70 cinghiate, orari di lavoro estenuanti, punizioni continue, fino a 16 giorni a pane e acqua. Lo hanno raccontato al quotidiano Isvetsia 3 adolescenti fuggite dall’istituto e giunte a Mosca. Le suore non hanno ammesso i maltrattamenti ma le attività dell’istituto sono sospese.



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