Una turba di mezze calzette e la solitudine di un leader
Una turba di mezze calzette, è una frase che sbuca dall’editoriale pubblicato sul Corriere della Sera dal titolo “La solitudine di un leader” con la firma di Ernesto Galli Della Loggia.
Un redazionale che illustra al meglio la fine di un leader e della turba di mezze calzette.
Quelle mezze calzette assunte a tempo pieno e pronte a servire il loro leader.
Una turba di mezze calzette, di villan rifatti, di incompetenti, di procacciatori: la solitudine sociale del berlusconismo si è andata sempre più incarnando in questa schiera compiacente e zelante, pronta ad ogni servilismo per il proprio personale interesse. Sono stati essi i principali artefici della muraglia invalicabile costruita intorno al potere del capo. Da essi il capo è apparso inspiegabilmente sempre più dipendere. Da essi trarre i consigli che di sconfitta in sconfitta, di fallimento in fallimento, lo stanno portando ineluttabilmente alla fine.
Più che vinto dalle inesistenti vittorie dei suoi nemici, il berlusconismo oggi crolla vittima di una sorta di autoreclusione si direbbe quasi studiata con intenzione, compiaciutamente suicida. E sempre più quello che fu per antonomasia “un uomo solo al comando” ormai appare niente altro che un uomo solo e basta. Che forse neppure si rende conto ancora di esserlo.
Per chi conosce le atmosfere servili del Premier ben sa che quanto scrive Ernesto Galli Della Loggia corrisponde al vero. E quelle atmosfere vanno vissute per comprendere poi come si arriva “naturalmente” alla solitudine di un leader.
La storia insegna da sempre che ognuno di noi si annienta con le sue armi. Con quelle armi che pensa lo porteranno alla vittoria, ne abusa, e queste armi si rivoltano contro.
Il Premier darà le dimissioni, cadrà il governo, andremo a nuove elezioni? Nulla ancora si può sapere di un leader completamente solo ed attorniato da una turba di mezze calzette?
Una cosa è certa, la macchina elettorale del Premier ha sempre i motori accesi, e se chi di dovere non si organizza per tempo e si ritorna alle urne, questa volta il nuovo marketing politico firmato Silvio Berlusconi sarà impietoso. Il risultato sarà un plebiscito. Le forze di opposizione non pensino di avere a che fare con un leader di partito. Dall’altra parte c’è l’esperienza di 30 anni di pubblicità e di spot. Dall’altra parte c’è una storia italiana, quella storia italiana creata dal grande giocattolaio che ha creato l’uomo Silvio Berlusconi. Chi è il grande giocattolaio?
Vi lascio al Video non per scoprire chi è questo personaggio, ma per ascoltare. Ascoltate quanto dice con attenzione. Ascoltate quel messaggio. Anche lui aveva creduto in questo leader ormai in solitudine attorniato da una turba di mezze calzette. Anche lui finito nel dimenticatoio dei divorzi eccellenti del protagonista di “Una storia Italiana”. Quella storia italiana che molti italiani sperano si concluda a breve. Non illudiamoci, Silvio Berlusconi è una macchina pubblicitaria perfetta. Politicamente finito, ma venderà nuovamente il suo prodotto a mezza Italia, e l’altra mezza Italia non capirà perchè hanno perso nuovamente le elezioni. La politica ormai è un prodotto come un bel detersivo che prima o poi tutti comprano per provare se lava più bianco del bianco.
Arrivederci al prossimo post, speriamo di non andare alle urne a breve per non vedere l’ennesima vittoria di Berlusconi, e sopratutto speriamo sempre di leggerci in piena Libertà.
I dubbi sono sempre tanti sulla Libertà di espressione, anche se ieri dalla Birmania è arrivato a tutto il mondo un segnale importante. Cerchiamo di non perdere la speranza come ha detto ieri nuovamente libera Aung San Suu Kyi.
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