Elezioni: M5S alla volata finale oltre il 40%. Exit Poll e proiezioni a partire dalle 23

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In attesa degli exit poll, i sondaggi non possono essere diffusi, neppure i tanti sondaggi clandestini circolati in queste ore sotto banco, ma ormai appare chiaro che la vittoria del Movimento 5 Stelle sarà ancora più netta di quanto non si pensasse sino a pochi giorni fa, soprattutto al Sud.

Il PD è dilaniato dal gravissimo scandalo sui rifiuti che ha coinvolto i De Luca, messo a nudo dall’inchiesta di FanPage, oltre allo scandalo Consip, alle candidature imposte come la Boschi a Bolzano, a gran parte del partito e degli elettori fuggiti in Liberi e Uguali, la formazione di Bersani, D’Alema e Grasso che annovera anche Vendola, Civati, Fassina e tanti altri esponenti di sinistra.

Nel centrodestra Berlusconi arriva stracotto con le solite promesse che gli italiani conoscono da 25 anni e un candidato premier (Tajani) messo lì per arginare gli estremismi della Lega di Salvini e della Meloni.

Il resto non pervenuto. Il M5S invece si presenta con una squadra di governo fatta da straordinarie personalità del mondo accademico, un programma di investimenti per il Paese e il reddito di cittadinanza che sconfiggerà definitivamente la povertà. Non ci sono paragoni dunque è plausibile che il risultato giocherà a favore della compagine di Luigi Di Maio.

Intanto l’affluenza alle urne è più alta del solito. C’è caos alle urne, ritardi nello spoglio del voto estero. I primi exit poll e le prime proiezioni arriveranno a partire dalle ore 23.

A.A.A. Abusivi, Asini, Ambecilli

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La cultura¬†ERA¬†di sinistra. A Roma il PD pensa bene di sperperare le laute mance del finanziamento pubblico ai partiti, anni addietro ribattezzato coralmente dal parlamento “rimborsi elettorali” per far contenti milioni di elettori tartassati, affiggendo l’ennesimo manifesto abusivo che cancella ogni dubbio sul fatto che il partito oggi non abbia nulla a che fare con gli antenati sinistroidali, sedicenti primati-sti nella comunicazione politica. Oggi il PD (acronimo di una fortunata bestemmia) può finalmente competere a pieno titolo con Circoli de la Libbbertà e af-fini.

“Il centrodestra, con la complicità di Alemanno e Polverini, approvano il pedaggio sul GRA (Grande Raccordo Anulare, nda)”.
Vi pare?

Dinanzi alla triste vicenda dell’ennesima gabella berlusconiana che graverà sui vessati sudditi, la questione del verbo singolare o plurale sarebbe anche una quisquilia, ma desta perplessità il fatto che nessuno abbia letto il contenuto dei manifesti 70×100 prima di far sì che ornassero pareti (spesso fatiscenti) di strutture pubbliche della città eterna, autentico biglietto da visita della casta, offrendo nel contempo lavoro alla nutrita schiera di loschi professionisti dell’affissione abusiva (bipartisan). Oltrettuto per i partiti non pagano alcuna multa.

La satira se la fanno da soli, ma non sapremo mai quale fosse la matrice di cotanto populismo: ¬†bersany, bindy, d’alemy, ciwaty in erba ma-anche veltrony o altri autoreferenziati animatori dell’infinita serie di fiumare secche che raccolgono famelici professionisti dell’eterna opposizione collaborazionista? Vista la tendenza ad outsourcizzare, la copywriter potrebbe anche chiamarsi gelminy…

Manifesto affisso abusivamente in via Taranto a Roma, fotografato il 27 Settembre 2010.

A ben vedere, a sinistra c’è un’agguerrita concorrenza…

banche rifondazione

Il segretario, visibilmente preoccupato, si rimbocca le maniche…

manifesti pd 2010


Abusivismo bipartisan, ad ogni temperatura

partito democratico e la destra espongono manifesti abusivi a roma - 2010
POLITICA TRA LA GENTE | Due di centinaia o forse migliaia dei manifesti abusivi politici che ogni giorno dell'anno riempiono le strade di Roma

Il buon esempio da parte dei ‘giusti’ non manca mai, anche a beneficio dei turisti che in questi giorni in cui si sfiorano i 40¬∞ affollano una Roma eterna capitale della sporcizia e dei disservizi grazie a chi la governa (o l’ha governata).
Non importa che i sedicenti giusti siano al governo o all’opposizione, né che condividano lo stesso bidone di una raccolta differenziata che spesso è fatta solo dai cittadini. Quel che conta è che non paghino le tasse di affissione, si rivolgano al lavoro nero e sporchino la città per promuovere i propri affari cercando adepti. In realtà l’affissione abusiva non produce risultati diretti se non in termini risibili. Il vero scopo delle affissioni è spesso quello di dimostrare la propria forza, la propria presenza, la capacità di violare il territorio, quasi a marcarlo come fanno i cani che pisciano negli angoli per dire: qui è roba mia.

Nessuna battaglia reciproca sulla questione, la guerra sarebbe controproducente anzi, una sanatoria puntuale che dopo la campagna elettorale fa sì che i manifesti abusivi dei partiti ricevano un iniquo trattamento di favore rispetto ad altri eventuali manifesti abusivi. Una multa irrisoria e via.

I manifesti elettorali sui bidoni dell’immondizia non fanno brutta figura, ma vanno molto d’accordo. Probabilmente il lavoratore in nero si divide tra due committenti, la destra di Storace, nata con idee battagliere e separatiste e poi tornata all’ovile, e il Partito Democratico il cui acronimo ancora tra gli italiani ricorda solo la targa di Padova o una fortunata bestemmia di moda al vaticano nei giorni peggiori del pedoscandalo internazionale (la festa è quasi finita eh?)

L’abusivo con secchio e ramazza da quasi due settimane, quotidianamente affigge gli updates del PD sull’ex gloriosa “festa dell’unità” ribattezzata “festa democratica” tra i mugugni di tutti, compreso chi ha inventato l’infelice definizione, ribattezzata quindi per limitare i danni “festa dell’unità di Roma senza numero civico / festa democratica III” presentata ai contribuenti (che probabilmente non sanno di finanziarla grazie alla legge sui rimborsi elettorali) da un pessimo manifesto degno del peggior eurociarpame velinistico berlusconeide.

Lo ha fatto anche oggi, asfaltando di colla il nome di Ignazio Marino, poi quello di Luca Barbareschi, illustre invitato del PD. Si parlasse un po’ di sinistra, di val di susa, di abruzzo, di P3.. altro che Luca Barbareschi, tra stand gastronomici, marketing berlusconiano e comunicazione di pessimo gusto.

E lasciassero in pace la città, devastata da strati di manifesti, affissi abusivamente sia negli spazi loro riservati sia dove capita, senza che la polizia municipale intervenga. Per carità, accadde lo stesso per il PDL, e continuerà ad accadere perché i padroni delle strade dei poveri elettori e tartassati sono loro. Le strade dei loro padroni invece restano immuni. Avete mai visto un manifesto politico sull’Aventino? Tanto più abusivo?

Il PD, alla disperata ricerca di voti, s’inventa un dialogo col Popolo Viola. Ma la verit√† √® un’altra…

pd e popolo viola non c'entrano nulla
SCREENSHOT L’articolo ‘incriminato’ sull’Unità

Riportiamo volentieri un post pubblicato sul sito ufficiale del Popolo Viola (ilpopoloviola.eu) in cui si sottolinea come le voci secondo cui il Partito Democratico stia cercando un dialogo/accordo/non-sappiamo-cosa con lo stesso Popolo Viola siano assolutamente fantasiose, prive di fondamento. Da tempo un tale Gianfranco Mascia si autodefinisce in più occasioni portavoce/rappresentante/membro del Popolo Viola che, invero, non ha rappresentanti o portavoce ufficiali e, ogni volta che parla, anteponendo il suo nome, scatena l’ira delle centinaia di migliaia di attivisti viola che non lo conoscono, non sanno chi sia.

Ora, il Partito Democratico, che prevede un quasi imminente crollo del berlusconismo, si ritrova alla disperata ricerca di voti per risalire dal quel (più che giusto) 25% in cui è D’Alema e soci l’hanno confinato, così, tramite un organo di stampa vicino, L’Unità (che percepisce il finanziamento pubblico all’editoria), dirama una notizia falsa (foto): quella secondo cui il Popolo Viola abbia aperto un dialogo con il PD. In realtà si tratta del dialogo tra due marginali, il Mascia, appunto, e un certo Scalfarotto, che da anni lo sentiamo come alternativa del centrosinistra (in effetti alle primarie raccolse l’invidiabile cifra dello 0.5% che oggi gli consente di essere vice-presidente del PD, evidentemente cooptato dalla nomenklatura che invece non ha sbattuto le porte in faccia a Pannella, Di Pietro e Beppe Grillo).

Ci piacerebbe sapere se Mascia e Scalfarotto si saranno presi un caffé alla buvette parlando di ministeri e sottosegretari…
Orbene, un briciolo di verità Silvio Berlusconi la dice: certa stampa di sinistra è faziosa e falsa (se non direttamente indirettamente, come in questo caso). Ma ha ragione solo a metà poiché, evidentemente, questo atteggiamento è condiviso con la sua stampa, che non è da meno. Cosa resta? Una stampa completamente alienata dalla realtà, un giornalismo che diventa propaganda elettorale o, peggio, pubblicità ingannevole. E per fortuna resta un indefinito arcipelago di bloggers, rigorosamente lontani dal .it – che di questi tempi non si sa mai… anche il bavaglio alla rete e ai suoi bloggers è bipartisan e i giornalisti si guardano bene dal metterlo in rilievo, scioperano solo per la loro casta.

C‚Äôè aria di elezioni anticipate e il Partito Democratico risorge improvvisamente con una delle sue geniali e più memorabili intuizioni: si inventa un rapporto, anzi ‚Äúuna discussione‚Äù con i movimenti, in particolare col popolo viola. Una discussione che non esiste (e che viene sparata in home-page sul sito del quotidiano del Pd) se non nella fervida fantasia dell‚Äôautrice dell‚Äôarticolo e di chi l‚Äôarticolo ha commissionato. Ma come, dove avverrebbe questa ‚Äúdiscussione‚Äù? E tra chi? Semplice alla Festa de L‚ÄôUnità di Roma dove a stringere il rapporto partiti movimenti ci sarebbero Ivan Scalfarotto del Pd e un dipendente di Italia dei Valori, Gianfranco Mascia, il Forrest Gump del movimentismo, uno che un giorno si qualifica come MoveOn, un altro come Boicotta il Biscione e un altro ancora come popolo viola. A seconda di ciò che serve. Stasera Mascia, più volte diffidato dall‚Äôusare il movimento per fini personali (grazie al movimento è già stato assunto da Italia dei Valori e ha pubblicato un libro) spiegherà alla platea dell‚ÄôUnità come costruire una relazione tra se stesso e il Pd. Non è che Idv lo vuole liquidare?

Ovviamente il popolo viola, assolutamente autonomo da tutti i partiti (anche quelli che considera rispettabili), con questo ménage à trois (Mascia-Scalfarotto-Fornario) non c‚Äôentra nulla…