Generazione Zero: pi√π di un semplice corto

26480 341372197162 341360327162 4187950 5632465 n Contro le emozioni preconfezionate
Cos’è un corto? Il cortometraggio è un film più breve del normale che deve avere una durata minima di 75 min.; durata spesso imposta nei concorsi che può anche scendere a 25, 15 o anche 8 minuti.

Generazione Zero nasce dall’idea di due ragazzi dal viso pulito, Andrea di Tillo e Ludovico di Martino rispettivamente 19 e 18 anni, un perfetto mix di sogni, genialità o più semplicemente energia e voglia di fare; proprio a questo proposito mi piace ricordare la frase che Orson Welles disse dopo aver girato il suo più grande successo: ‚ÄúNon avevo mai messo piede su un set prima d’ora, sono stato toccato dalla grazia di una totale ignoranza‚Äù.
Il denominatore comune è stato -Novità- , voglia di intraprendere un percorso, un progetto nuovo che spezzi la quotidianità. Spezzare tutta quella routine basata sulla costruzione errata di un mondo giovanile che si trastulla tra sogni e amori, ben lontana da una ricostruzione veritiera che viceversa vede questo universo ben più partecipe alle questioni sociali.
Nato tra le più storiche zone e istituti di una nuova Roma, Generazione Zero ha saputo unire le diverse realtà dell’ hinterland capitolino, sotto forma di interviste e con un budget praticamente uguale a zero, che non può che dar merito a questi due giovani che hanno saputo organizzare una troupe di abili e appassionati ragazzi con precise competenze. Si è saputo unire passione giornalistica, cinematografica, musicale e così via di ogni singolo ragazzo, un perfetto esempio di low budget.
Realtà, strati sociali, ceti possiamo usare svariate definizioni, Andrea ha parlato di generazioni; con questo termine ha cercato di ritrarre le attuali situazioni giovanili e il loro approccio, per qualche verso ancora ingenuo, verso -il mondo degli adulti- universo sempre più lontano da loro ma che cerca di comprarli attraverso i mezzi di comunicazione. Certo non si è voluto giudicare la migliore o la più scadente preparazione nei vari contenuti trattati, quanto più dare testimonianze di come un quattordicenne o un ventenne vede quel mondo della politica, dell’economia, della letteratura o della televisione; dare più postazioni da cui osservare questo grande film che è la vita.
E’ stato riportare voci, impressioni ma anche mondi culturali che già nel periodo adolescenziale spaccano i giovani, creando divisioni. Non si è voluto lasciare nulla al caso, facendo attenzione a rappresentare le diverse appartenenze agli svariati gruppi in cui i ragazzi si riconoscono; si è parlato di -pariolini- -zecche- -emo- -truzzi- -coatti- mantenendo il rispetto che si deve a degli ideali spesso non condivisi. Se vogliamo questo cortometraggio possiamo paragonarlo al Paese delle Meraviglie di Alice, un mondo nascosto visibile a pochi eletti. Una generazione mai raccontata prima.
Non vi sono criteri precisi per la costruzione di un corto, possiamo parlare di una -dottrina più nota- che prevede due opposti approcci per la costruzione di cortometraggi. Si ha un montaggio lineare in modo tale che una storia fluisca dall’inizio alla fine non alternando spazi, altrimenti un montaggio alternato o parallelo in cui la storia segue più vicende parallelamente fino a giungere ad una conclusione comune. Andrea e Ludovico hanno lavorato attraverso quest’ultima tecnica, un balzo di fiore in fiore; l’avvicendamento di piccole storie, piccole visioni personali sul mondo che circonda i protagonisti, con lo scopo di far arrivare allo spettatore un comune fine, un messaggio che possa meglio rappresentare la Generazione Zero. Generazione che si impone diversa da quella rappresenta da Federico Moccia, noto autore autore di romanzi ‚Äúrosa‚Äù e registi di film come Tre Metri Sopra il Cielo, Ho voglia di te, Scusa Ma Ti chiamo Amore e AMORE 14.
L’esperienza a questo lavoro, che ho potuto toccare io stesso con mano, è risultata decisamente estranea alle aspettative. Questo mondo che spesso banalmente viene definito semplice farsa, creazione della nostra fantasia, non è altro che il tentativo di ritrarre la realtà che ci appare troppo irraggiungibile o inspiegabile, ma in fondo parliamo sempre di realtà; non a caso Wilde sosteneva: ‚ÄúLa propria vita è spesso la vita che non si vive‚Äù.
Certamente una splendida troupe di circa venti entusiasmanti adolescenti ha fatto sì che un semplice sogno potesse divenire realtà.
Ognuno ha fatto del suo, un piccolo sapere, un piccolo trucchetto ma anche battute e risate; un perfetto mix per portare a termine il tutto con una sorprendente serenità e partecipazione.

Diego Broglia. Università LA SAPIENZA, Roma

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Una risposta a “Generazione Zero: pi√π di un semplice corto”

  1. Bravi Ragazzi! Siete incamminati bene,complimanti. Cercate in ogni caso di non perdere la vostra pulita e gioiosa spontaneità; siate forti nel perseguire alcune mete (valori) dignità,responsabilità,amore per il sapere,rifiutando gli allettsmenti della volgarità,le false mete,gli specchietti di una società fondata sulle apparenze. Tutto questo vi aiuterà a sperare nel futuro. Un futuro che voi stessi sarete in grado di costruire se vi educherete alla Giustizia,alla condivisione,alla Verità,al senso di responsabilità del dovere e della solidarietà. Tutto questo si potrà realizzando non litigando (come fanno i "bambini adulti") ma lavorando insieme senza pregiudizi e diffidenze! Coraggio,avanti così! Cordialmente Giuliano '32 (diversamente giovane)

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