Generazione Zero 2: perché , nonostante tutto, non possiamo fare a meno della politica

26480 341372197162 341360327162 4187950 5632465 n Paura e delirio per Generazione Zero I Tagli e noi

Quando si pensa agli adolescenti a tutto si pensa tranne che alla politica, comunemente si pensa che i giovani siano più interessati ad altre materie come la musica o il cinema.
Effettivamente se si va a vedere cosa emozioni di più ragazzi e ragazze tra la premiazione agli MTV Music Awards, l’ultimo film con Johnny Depp o la riforma del governo, non penso che ci siano dubbi che la politica vada automaticamente all’ultimo posto.
Aggiungiamoci che tutto si può dire sulla vita politica odierna tranne che inviti la gente a seguirla, tra bugie, denuncie, insulti e bunga bunga.
Ma allora perchè sono oltre due anni che le scuole scendono in piazza? Perchè non stanno tutti a casa a guardare la tv? Perchè, nonostante tutto, non possiamo fare a meno della politica?
Perchè c’è una cosa da sapere sulla generazione zero, sebbene in tempi normali preferisca rilassarsi e divertirsi, guai a rompergli le uova nel paniere, mai azzardarsi a privarli dei loro diritti e dei loro sogni.
E ultimamente i sogni e i diritti dei giovani sono stati usati peggio della carta igenica dalla casta politica, questione su cui si è parlato e discusso ma che vorrei brevemente riassumere:
in seguito ad una carenza di fondi per non rinunciare ai propri privilegi e per non perdere voti costringendo gli evasori fiscali (gran parte della popolazione e dell’elettorato) a pagare le tasse il governo ha attuato una serie di tagli a cose meno importanti delle auto blu e dei benefici per i parlamentari vengono tagliati fondi pari a otto miliardi di euro all’istruzione che nel pratico significa strutture scolastiche che cadono a pezzi, numero insufficiente di personale, retribuzione scarsa o inesistente per i ricercatori e i tirocinanti.
Manovra meschina attuata pensando che le reazioni sarebbero state trascurabili, i soliti “compagni” a urlare in qualche piazza senza nessuno che realmente li ascolti.
Errore imperdonabile. La protesta che ne è conseguita è stata una lotta senza bandiere che ha portato a lottare ragazzi e ragazze a prescindere dalla fede politica, un evento che senza dubbio caratterizza la nostra generazione per la sua portata e per quanto ha influito sui giovani portandoli ad interessarsi di politica.
Come il primo capitolo ha scovato l’esistenza di una gioventù alternativa a Moccia dando voce a chi voleva ribellarsi alla mediocrità vigente, Generazione Zero 2, scritto con la collaborazione di studenti di scienze politiche, guarda nel particolare tutte le motivazioni che hanno portato una generazione a muoversi unita per salvare il suo diritto più importante, il diritto al futuro.
Chiedendo ai diretti interessati le loro esperienze e qualche riflessione questo corto andrà a definire cosa ha portato alla protesta, quanto è costata alle migliaia di protagonisti in termini di tempo, fatica e duro lavoro e quanto ha avuto successo, chi ha avuto la meglio e perchè.
Ideali e diritti, successi e delusioni, sogni e futuro, rabbia e tenacia, unione e divergenze.
Generazione Zero due ci mostrerà perchè, nonostante tutto non possiamo fare a meno della politica.

 di Andrea Bezzi        

Paura e delirio per Generazione Zero “I Tagli e noi”

26480 341372197162 341360327162 4187950 5632465 n Generazione Zero: più di un semplice corto
Mi sorprendo a volte di quanto gli italiani si stupiscano, o abbiano ancora energia per stupirsi, di fronte ai tagli sull’istruzione.
Eppure questo stanco clische’ si realizza ogni qualvolta che il governo tal dei tali prometta ai suoi elettori piu’ di quanto sia possibile mantenere: tutte le volte che un politico annuncia un taglio alle tasse,da qualche parte in Italia un educatore stringe i denti.
Possibile che si pensi che le tasse si possano abbassare senza conseguenza alcuna? che tutto il resto rimanga inviolato?
Qualcuno potrebbe domandarsi: ” ma perche’ l’istruzione?” Ovvio: l’ istruzione e’¬† l’unico degli organi di uno stato che mostra solo a lungo termine le ferite riportate.
Immaginate: se qualcuno vi tagliasse una gamba, subito sanguinereste, e¬† il danno sarebbe evidente a tutti: ma se qualcuno vi desse un pugno nello stomaco, non solo non si vedrebbe, ma voi potreste andarvene in giro per settimane finche’ un bel giorno stramazzate a terra. D’altronde in Italia e’ sempre stato cosi: come in guerra si disegnava una riga sulla gamba per far finta di avere le calze, cosi oggi si preferisce andarsene in giro con un orecchino nuovo e un emorragia interna. Apparenza, apparenza, apparenza.
I tagli all’Istruzione sono quel proverbiale “quick fix” (un’americanata,insomma) che i governi usano spesso e volentieri per riparare ai danni che (di nuovo,spesso e volentieri) loro stessi affliggono.
Ora, non per buttarmi in un’invettiva marxista, ma dovrebbe apparire chiaro che questa losca operazione sia il risultato del “tutto&subito” capitalista.
Ironia della sorte, e’ l’istruzione che sta salvando dalla crisi i paesi che le si affidano: la BMW non solo non ha subito perdite, ma duplica di giorno in giorno i suoi profitti, perche’ la Germania investe in ricerca.
Fatevi qualche conto:vi stupisce ora che il metaforico corpo italiano si ritrovi all’ospedale con un’emorragia, e vi stupira’ quando accadra’ ancora e ancora?
Dio ha avuto la sfortunata idea, per noi di generazione zero, di metterci al mondo due decenni fa: ora siamo studenti e l’istruzione mostra i suoi acciacchi.
Altra ironia della sorte, l’educazione si trova alla base di quel castello di carte che si chiama lavoro, denaro, benessere.
La Generazione Zero, infima tra tutte,vedra’ cadergli addosso tutte queste carte.
Non mi credete? Lungi dal diventare Cassandra, ho le prove:
Andiamo a vedere cosa accade ai nostri fratelli, ai nostri cugini, a qualche giovane zio. Ora moltiplicatelo per due. Ora immaginate che accada a voi (“finche’ e’ ai cugini..” direte).
Ora che vi ho spaventato (spero) a sufficienza, forse in cantina c’e’ ancora una valigia di cartone di qualche nonno. Immigration time.
di Julia Boitani (Sapienza, Università di Roma)

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Generazione Zero: pi√π di un semplice corto

26480 341372197162 341360327162 4187950 5632465 n Contro le emozioni preconfezionate
Cos’è un corto? Il cortometraggio è un film più breve del normale che deve avere una durata minima di 75 min.; durata spesso imposta nei concorsi che può anche scendere a 25, 15 o anche 8 minuti.

Generazione Zero nasce dall’idea di due ragazzi dal viso pulito, Andrea di Tillo e Ludovico di Martino rispettivamente 19 e 18 anni, un perfetto mix di sogni, genialità o più semplicemente energia e voglia di fare; proprio a questo proposito mi piace ricordare la frase che Orson Welles disse dopo aver girato il suo più grande successo: ‚ÄúNon avevo mai messo piede su un set prima d’ora, sono stato toccato dalla grazia di una totale ignoranza‚Äù.
Il denominatore comune è stato -Novità- , voglia di intraprendere un percorso, un progetto nuovo che spezzi la quotidianità. Spezzare tutta quella routine basata sulla costruzione errata di un mondo giovanile che si trastulla tra sogni e amori, ben lontana da una ricostruzione veritiera che viceversa vede questo universo ben più partecipe alle questioni sociali.
Nato tra le più storiche zone e istituti di una nuova Roma, Generazione Zero ha saputo unire le diverse realtà dell’ hinterland capitolino, sotto forma di interviste e con un budget praticamente uguale a zero, che non può che dar merito a questi due giovani che hanno saputo organizzare una troupe di abili e appassionati ragazzi con precise competenze. Si è saputo unire passione giornalistica, cinematografica, musicale e così via di ogni singolo ragazzo, un perfetto esempio di low budget.
Realtà, strati sociali, ceti possiamo usare svariate definizioni, Andrea ha parlato di generazioni; con questo termine ha cercato di ritrarre le attuali situazioni giovanili e il loro approccio, per qualche verso ancora ingenuo, verso -il mondo degli adulti- universo sempre più lontano da loro ma che cerca di comprarli attraverso i mezzi di comunicazione. Certo non si è voluto giudicare la migliore o la più scadente preparazione nei vari contenuti trattati, quanto più dare testimonianze di come un quattordicenne o un ventenne vede quel mondo della politica, dell’economia, della letteratura o della televisione; dare più postazioni da cui osservare questo grande film che è la vita.
E’ stato riportare voci, impressioni ma anche mondi culturali che già nel periodo adolescenziale spaccano i giovani, creando divisioni. Non si è voluto lasciare nulla al caso, facendo attenzione a rappresentare le diverse appartenenze agli svariati gruppi in cui i ragazzi si riconoscono; si è parlato di -pariolini- -zecche- -emo- -truzzi- -coatti- mantenendo il rispetto che si deve a degli ideali spesso non condivisi. Se vogliamo questo cortometraggio possiamo paragonarlo al Paese delle Meraviglie di Alice, un mondo nascosto visibile a pochi eletti. Una generazione mai raccontata prima.
Non vi sono criteri precisi per la costruzione di un corto, possiamo parlare di una -dottrina più nota- che prevede due opposti approcci per la costruzione di cortometraggi. Si ha un montaggio lineare in modo tale che una storia fluisca dall’inizio alla fine non alternando spazi, altrimenti un montaggio alternato o parallelo in cui la storia segue più vicende parallelamente fino a giungere ad una conclusione comune. Andrea e Ludovico hanno lavorato attraverso quest’ultima tecnica, un balzo di fiore in fiore; l’avvicendamento di piccole storie, piccole visioni personali sul mondo che circonda i protagonisti, con lo scopo di far arrivare allo spettatore un comune fine, un messaggio che possa meglio rappresentare la Generazione Zero. Generazione che si impone diversa da quella rappresenta da Federico Moccia, noto autore autore di romanzi ‚Äúrosa‚Äù e registi di film come Tre Metri Sopra il Cielo, Ho voglia di te, Scusa Ma Ti chiamo Amore e AMORE 14.
L’esperienza a questo lavoro, che ho potuto toccare io stesso con mano, è risultata decisamente estranea alle aspettative. Questo mondo che spesso banalmente viene definito semplice farsa, creazione della nostra fantasia, non è altro che il tentativo di ritrarre la realtà che ci appare troppo irraggiungibile o inspiegabile, ma in fondo parliamo sempre di realtà; non a caso Wilde sosteneva: ‚ÄúLa propria vita è spesso la vita che non si vive‚Äù.
Certamente una splendida troupe di circa venti entusiasmanti adolescenti ha fatto sì che un semplice sogno potesse divenire realtà.
Ognuno ha fatto del suo, un piccolo sapere, un piccolo trucchetto ma anche battute e risate; un perfetto mix per portare a termine il tutto con una sorprendente serenità e partecipazione.

Diego Broglia. Università LA SAPIENZA, Roma

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La nuova “rete” dei viaggiatori

Da quando la rete si è estesa, e ha esteso la possibilità di condivisione e contatto di ciascuno, le abitudini di tutti noi sono cambiate. Uno degli aspetti che maggiormente ha cambiato il modo di lavorare e di organizzare le proprie prospettive è quello legato al mondo dei viaggi.

È storia ormai antica che le agenzie di viaggio lavorino un terzo di quello che lavoravano un tempo, da quando la rete ha fornito e continua ad ottimizzare quotidianamente l’utilizzo degli strumenti che rendono facile organizzare un viaggio a ciascuno.

Noi abbiamo fatto di questa filosofia self-made il fulcro del nostro blog e oggi vogliamo portare la vostra attenzione su un fenomeno che va al di là degli strumenti per l‚Äôorganizzazione di un viaggio, per arrivare alla costruzione di un itinerario in base ad un passaparola in rete.

Lo spunto alla riflessione ce lo fornisce il gran parlare di questi ultimi giorni circa Basilicata Coast to Coast. Il regista Rocco Papaleo ha incontrato, infatti, un paio di  giorni fa, alcuni blogger Italiani cui ha presentato il DVD e Blu-Ray del film, con un contenuto speciale “Post Scriptum” e per chiacchierare con alcuni protagonisti della rete in prima persona. Il film Basilicata Coast to Coast ha dato vita ad un fenomeno interessante: la trasposizione dell’esperienza dal film alla rete e alla vita reale, per poi tornare in rete.

Per gli operatori del Centro Visite di Masseria Radogna del Parco della Murgia materana, l’uscita del film dell’attore-regista lucano ha fatto scoprire una Basilicata dagli itinerari inediti. (ANSA)

A detta del regista, come testimoniano alcuni video postati in rete, quest‚Äôanno il turismo in Basilicata è aumentato quasi del 20%. Sembra, infatti, che la nuova tendenza turistica dell‚Äôanno sia stata proprio la partenza alla volta del percorso descritto dal regista: arrivo in auto al Centro visita di Masseria Radogna per poi lanciarsi in esplorazioni e visite al parco e alle chiese rupestri.

Da quando è uscito il film, infatti, l‚Äôitinerario che i protagonisti percorrono da una costa all‚Äôaltra della Basilicata è stato ripercorso da tantissime persone. Un itinerario suggerito in un percorso cinematografico, attraverso la rete è divenuto pretesto di viaggio. Vari blog hanno pubblicato il percorso e tutti i tips & tricks per affrontarlo al meglio.

Qualche esempio

http://www.econote.it/2010/08/14/basilicata-coast-to-coast/

http://www.blogvacanza.com/index.php/2010/08/basilicata-coast-to-coast/

http://www.ilcicloviaggiatore.it/forum/viewtopic.php?f=38&t=1656

http://www.utilitymagazine.it/turismo/1690-la-basilicata-coast-to-coast-dal-tirreno-allo-jonio.html

http://alexeidos.blogspot.com/2010/08/basilicata-cast-to-coast-il-diario-di.html

C‚Äôè chi ha girato dei veri e propri cortometraggi nel rifare il percorso:

http://www.youtube.com/watch?v=qQYl6peolek

Si sono susseguiti tam-tam in rete,  persone in  cerca di compagni di  avventura per compiere l’impresa dei protagonisti del film: attraversare la Basilicata da parte a parte a piedi in 10 giorni.

La riflessione che consegue è: l‚Äôaggregazione e la condivisione che sono il fulcro della rete possono davvero dare vita a nuovi centri di interesse e nuove prospettive! Il passa parola e la condivisione delle esperienze personali fanno in modo che le possibilità di ciascuno si amplino e un film può divenire un buon motivo per partire alla scoperta di un territorio come la Basilicata.

Quanti avrebbero mai pensato di compiere un’impresa del genere prima di leggere nei blog le recensioni del film e le proposte di aggregazione lanciate in rete?

La rete può anche questo, può modellare un contenuto in base alle mille sfaccettature che sono presenti in ciascuno, abitante di essa, e fare in modo che un racconto divenga vita reale e viceversa.

Noi di puntini di viaggio ci siamo innamorate della rete tempo fa e ancora di più abbiamo apprezzato quanto la condivisione delle esperienze sia fonte di arricchimento per noi e per gli altri. Condividere un link, suggerire un itinerario può avere conseguenze grandissime, come quello di incidere sulle ferie e sui programmi altrui o far crescere il turismo in una regione del nostro paese.

Le community di viaggio, come tutte le altre community, in rete sono affascinanti proprio per quello, perché la condivisione di esperienze innesca dei meccanismi che sortiscono effetti imprevedibili e perché la condivisione di un link può significare tante, tantissime cose! La rete non isola ma accomuna, coinvolge, porta valore. La rete cambia il modo di porci nei confronti delle cose e di affrontarle. Pensare di partire ripercorrendo i luoghi¬† di cui abbiamo letto nel blog di qualcuno, riassaporare le emozioni che abbiamo immaginato leggendone in rete o guardando una foto su flickr.

Questa nuova forma di organizzare i nostri percorsi sia fisici che emozionali, crediamo sia essa la vita che pulsa in rete.

Condividere le esperienze in modo da agevolare chi verrà dopo di noi, rendendo tutto più ricco e più piacevole è un‚Äôemozione unica ed è il motivo che ci spinge a scrivere sul nostro blog.

Non c‚Äôè soddisfazione più grande che sentirti dire ‚ÄúLeggendo il vostro blog mi sembrava di essere con voi in quel momento, è stato come viaggiare!‚Äù oppure ‚ÄúHo letto il vostro blog e ho fatto lo stesso giro, è stato bellissimo!‚Äù.

Scrivete, leggete condividete e date vita a nuovi itinerari.