Volando in Calabria

Quella che racconterò brevemente è la mia esperienza, prima in assoluto e forse anche unica, di volo.

Intendo per tale quell’ascesa, salita, slancio, svolazzamento deciso, energico e risoluto vissuto dentro una scatola di lamiera chiamata aereo.
Molte persone avranno provato tale esperienza di vita, altre sono in attesa di sperimentar la detta ebbrezza di finta libertà regalata dal progresso umano.
Il mio scritto si rivolge a tutti quelli che vorranno sperimentar il volo tra le alture del cielo ed a tutte quelle persone che hanno impresso tale straordinario elemento di vita ma che non hanno mai scritto o meditato su ciò.

Si attende nell’aeroporto, dopo aver spogliato il proprio corpo di tutte quelle cose materiali che non permettavano il superamento della linea di confine.

Mi viene in mente uno scritto di Seneca tratto dalle Epistulae Morales “Ti prego Lucillo mio carissimo, fà’ la sola ed unica cosa che può renderti felice: calpesta e distruggi questi beni che splendono solo esteriormente, che non dipendono da te ma ti sono dati da altri, dalla sorte; aspira al bene vero e godi solo di te!.

Ecco la lunga attesa.
Avanti e dietro aspettando quell’uccello meccanico che ti condurrà via in alto, li ove il cielo è sempre più blu.

Rombo di motori.

Il mondo piccolo piccolo scorge da quella finestra minuta e trasparente che si pone al tuo fianco.
Gira il mondo, gira la testa, ma nessuno resta per terra.
Stai volando.
Stai volando.
Intanto ecco il mimo di bordo che spiega come utilizzare in caso di inconvenienti gli strumenti salva vita…
Teatro di vita reale.
Ogni dieci minuti senti dire: menù colazione a poco prezzo.
Dopo altri dieci minuti si avvicina l’ora dell’aperitivo.
Menù aperitivo a poco prezzo.

Ma si può anche giocare alla lotteria, si possono comprare profumi, bambole, orologi, senza pagar l’iva a prezzi super scontati.

Sembra di essere nel paese delle meraviglie consumistiche.

Sudo.

Sono teso.

Decido di comprare le sigarette senza fumo.
Fumo non fumando.
Altro che follia immaginaria, è tutto vero, è tutto reale.
Nuvole, quante nuvole.
Filamenti di nuvole stratificate.
Il cielo lavora con lentezza.
Nell’essenza di tal lentezza, ora le nuvole hanno disteso il corpus nell’infinità incompresa di quell’orizzonte che si cerca di catturare.
Ma come si può catturare ciò che non si vede?
Ancora nuvole che ora divengono zucchero filato.
Penso che verrebbe la voglia di scender da quell’aereo per un solo attimo e sfiorare con le proprie dita quel meraviglioso splendido regalo offerto a tutti noi da madre natura.
Le nuvole.
Con impeto dolce, vieni rapito dalla profondità del mare.
Mare che si congiunge nel cielo.
Cielo smarrito nel perdutamente baciare il mare nostrum.
Le onde del dio Nettuno che mutano in nuvole assorte in un non definito movimento catartico.

La Calabria è lì

Sembra di vivere l’intensità dell’emozione con cui Venere andava alla ricerca di Psiche.
” Uno stormo di passeri e di altri uccelli canterini faceva mille giri volteggiando attorno al carro e seguendolo da vicino con allegri cinguettiii per festeggiare l’avvento della dea .Ed ecco che le nubi si ritirano, il cielo si apre davanti alla sua figlia e la dea viene accolta gioiosamente nelle più alte regioni dell’atmosfera…”( Tratto da Apuleio la favola di Amore e Psiche).
Ed è proprio quello che è accaduto in quell’ immortale frangente di tempo.
Ecco la dea Calabria.
Quanto sei bella Calabria.Neanche il tempo di comprendere che ti trovi in terra di Calabria, ed ecco che vieni accolto da quella che un tempo era Hipponion, Vibona, attuale Vibo Valentia.
Vento caldo, vento del sud, vento di mare scivola via per la tua pelle.
Aria di mafia devasta lo splendore di tale madre terra.
Un cartello collocato dal Comune dice ” vietato abbandonare rifiuti”.
Sotto quel cartello vengono abbandonati, come sfida alle regole dello Stato, lavatrici, bidoni di ferro, nefandezze umane.
Senti dire in dialetto calabrese dall’operatore ecologico ” dove li metto questi? Il mio dovere è pulire il centro, non qui”.
Già il senso del dovere.
Quanto eri bella Calabria.
Ma esistono uomini di Stato, sì, quello vero, quello non colluso con il crimine, uomini e donne, liberi pensatori, giovani menti che giorno dopo giorno vivono e respirano questa torrida aria.

Quanto diverrai bella Calabria.
Un tremendo colpo al cuore colpisce quel palpito di vita che pulsa nelle mie vene, nel mio sangue di uomo del sud.
Ma emerge anche la voce della speranza, la speranza non utopica, ma viva, vera e concreta di debellare il cancro maledetto della ‘ndrangheta.

2 Risposte a “Volando in Calabria”

  1. Caro Marco, molto bello,grazie. Ammiro e condivido la VOCE della SPERANZA non utopica,che deve coinvolcerci tutti(Sud e Nord) e stimolare l'impegno di ogniuno e delle istituzioni dello Stato in particolare nella battaglia determinata e decisiva per estirpare il maledetto cancro della 'ndrangheta.- Cordialmente G.L.

  2. Ed il mare? Quella bellezza deturpata dai depuratori non funzionanti? dove finisce di tutto e quel tutto te lo ritrovi sulla pelle sotto forme di mille bollicine che a grattarti non ti bastano le mani?

    E la nuova discarica a Pianopoli?

    E la rassegnazione di tanti che con un'alzata di spalle ti dicono"tanto sappiamo che c'è la 'ndrangheta e quindi meglio stare zitti?"

    Di quei tanti che buttano dai finestrini delle macchine lattine, bottigliette di plastica e carte? Tanto lo fanno tutti…..

    Amo la Calabria ma ogni volta che scendo √® un colpo al cuore nel vedere che accanto a rotonde e centri commerciali che sputano come funghi c'√® un degrado sempre maggiore….

    "E' arrivata anche qui la crisi", mi dicono….come se la crisi non ci fosse mai stata, come se lavorare in nero, con meno di quanto corrisponderebbe con un contratto non fosse all'ordine del giorno, dove se prendi gli assegni familiari allora il datore di lavoro, tanto gi√† i soldi dallo Stato li prendi, ti riduce il tuo stipendio gi√† misero….

    Sono tornata da pochi giorni anch'io dalla Calabria, dove vado almeno due volte l'anno….Il volo….volare….e ritrovarti dopo 20 minuti di volo a sentire il Comandante che dice "per un guasto tecnico, ormai risolto, ma dato che la compagnia ci tiene alla vostra sicurezza facciamo ritorno all'aeroporto di partenza". Paura? Si, tanta. Altro che brivido dell'avventura.

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