Gli infiltrati del 16 ottobre 2010

Scrivo questa riflessione dopo aver vissuto in prima persona la manifestazione del 16 ottobre in Roma.
Si è tentato, con le solite strategie, di deviare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle possibili violenze che “dovevano” derivare dalla manifestazione del 16 ottobre.
Anche io ho scritto in precedenza sul punto rilevando che delle provocazioni sono in corso da tempo, vedi la questione del volantino Br a Violante, lo strano “attentato” a Belpietro,ecc.
L’attenzione deve essere sempre alta su questo c’è poco da dire.

Ma tale intento, oggi, al potere dei governanti non è riuscito.

Dunque veniamo alla giornata di lotta dei lavoratori e non solo.
Si parte dalla stazione di Bologna che già alle prime ore dell’alba è colma di manifestanti.
Ciò lascia intravedere la grande partecipazione prevista per tale iniziativa.
Si viaggia in treno, molti utilizzeranno i bus, altri i mezzi privati.
Ben cinque ore di lunga marcia.
Ma chi è giunto da Bolzano o dalle isole avrà sicuramente faticato di più.
Tutto nella solita ordinarietà.
Si giunge in Piazza della Repubblica verso le 13.00 circa, proprio nel momento in cui arrivano in massa i collettivi, gli studenti delle scuole ed universitari.
L’attenzione dei fotografi cade su due fumogeni uno giallo e poi uno rosso accesi nel bel mezzo del viale.
Atmosfera calda ma nel contempo mite.
Si notano tanti visi sorridenti.
Si sorride, si armonizza con la solidarietà sociale.
La rabbia , il furore per l’ingiustizia del sistema oggi viene mascherata dall’ironia.
Si sorride.
Tanti abbracci tra compagni che non si vedevano da molto tempo.

Studenti ed operai uniti nella lotta.

Oggi, dopo l’importante manifestazione e sciopero dei cobas scuola, si pone continuità all’autunno caldo del 2010.
Ma dopo anni di assopimento in verità qualcosa è mutato.
Movimenti , centri sociali, autonomi, operai, partiti extraparlamentari tutti uniti per la difesa del diritto al lavoro e nel lavoro.
Si legge in uno dei tanti volantini distributi “senza diritti si è solo schiavi”.

Schiavi del sistema, schiavi nel sistema vigente.

Allarme allarme arrivano gli infiltrati.

Se infiltrarsi vuol dire “introdurre di nascosto qualcuno in un’organizzazione, per controllarla” e se per organizzazione intendiamo in linea di massima il sistema di potere esistente, allora oggi siamo tutti infiltrati.

Vedo dalla finestra di una delle tante vie romane percorse dal corteo, una persona anziana che alza il volume,dalla sua radio, dell’internazionale.
Sarà lui l’infiltrato?

Seguono applausi.

Vedo tanti bambini in braccio ai loro genitori.
Saranno loro gli infiltrati?

Vedo una donna nomade portare i palloncini dell’italia dei valori.
Sarà lei l’infiltrata?

Ma osservo anche una banda musicale che suona bandiera rossa, e tanti lavoratori sorridenti cantare bella ciao, tanti studenti correre uniti per i viali romani, tanti compagni abbracciati nel riproporre gli storici cordoni di sicurezza, saranno loro gli infiltrati?

Siamo tutti infiltrati nel sistema di potere.

Si lo siamo, da oggi lo siamo.

Ma per destabilizzarlo, per affermare la giustizia sociale, per lottare contro lo sfruttamento dei deboli, contro il razzismo, la xenofobia, contro l’ingiustizia presente.

Vedo anche molti baristi chiudere freneticamente le loro attività, pensando che magari gli infiltrati,ops i manifestanti, danneggiassero le loro vetrine.

Osservo anche Epifani essere scortato come un Presidente della Repubblica.

Ma ahimè vedo pochi lavoratori immigrati.

Tante bandiere rosse, tanta voglia di cambiare lo stato presente delle cose, ma soprattutto oggi è emerso un grande spirito unitario di lotta.

Questo i padroni lo hanno ben compreso. Ecco allora le dichiarazioni a caldo dei governanti a dir poco meschine, ma comprensibili. Si, dico comprensibili perchè hanno capito che da oggi qualcosa cambierà nelle lotte sociali.

Oggi è prevalsa l’intelligenza,lo spirito di solidarietà, e l’armonia tra i lavoratori e gli studenti ed i movimenti.

La strada da percorrere è questa.

Unirsi, un fronte unico di lotta convergendo le lotte delle varie realtà lavorative e sociali italiane in solo canale, per dire basta a questo sistema, basta all’autoreferenzialità, basta al settarismo, basta all’ipocrisia, basta alla corsa alle poltrone, basta alle divisioni.

Solo così potremmo gestire anche la lotta dura, solo così potremmo veramente consegnare il potere al popolo.

Oggi eravamo tutti infiltrati, si, lo eravamo, lo siamo.

Condanna unanime ai diritti

MARCHIONNE IN MINIERA

Quando la casta esprime una condanna unanime c’è da stare tranquilli.¬†Possibile che nessun¬†esponente, anche della sedicente opposizione (ma siamo poi certi che sia davvero unanime la condanna?), possa in un certo modo dire “ma forse stavolta…”.

Possibile. Si scandalizzerebbero tutti (o quasi) e la voce discordante diverrebbe il capro espiatorio di un’azione che purtroppo la stampa italiana legge superficialmente. Mai a occuparsi delle cause, sempre degli effetti.

Le condanne unanimi corrispondono evidentemente al fare quadrato intorno al malcapitato di turno con cui si condivide una condizione di perenne privilegio che non si vuole assolutamente perdere.

D’accordo, si condanni la violenza eppure come si fa a giustificare (addirittura difendere) certa autorevole avvocatura di cittadini e lavoratori, leggi sindacati, quando fa comunella con la casta lasciando di fatto il popolo sovrano privo di rappresentanti fidati, privo di voci che contano, privo di diritti attuali e soprattutto futuri?

La casta esprime condanna unanime, molto spesso, su ciò che invece la maggioranza di un popolo stremato approva.

A sparare troppa merda sulla società, sappiano lorsignori, poi ritorna, talvolta recapitata da Poste Italiane.

Un nuovo, pesante, attacco contro la Cisl: questa volta ad essere colpita è la sede nazionale dell‚Äôorganizzazione sindacale, contro la quale il gruppo antagonista (in realtà si tratta di una pacifica rete di cittadini, NdA) ‚ÄúAction‚Äù ha lanciato uova, fumogeni ed imbrattato con vernice mura e bandiere.

L‚Äôepisodio, che ha suscitato l‚Äôunanime e trasversale condanna del mondo politico e del sindacato, Cgil e Fiom comprese, è stato il più grave (quindi immaginiamo il resto, NdA) in una giornata che ha comunque fatto registrare analoghe azioni di intolleranza, questa volta targate Fiom (quindi paradossalmente la stessa che condanna il gesto di Action, NdA), contro una sede, sempre della Cisl ma a Merate, e scritte offensive contro Marchionne (foto scattata in altra città da Carlo Infante, le scritte contro Marchionne compaiono un po’ ovunque,¬†NdA), Bonanni e Sacconi a Ivrea, sempre accanto ad una sede della Cisl.

Una lettera anonima contenente escrementi è stata inoltre recapitata alla Consigliera per le pari opportunità del ministero del Lavoro, Alessandra Servidori (continua su La Stampa e altre fonti).

Visto che la stampa italiana, come si diceva, si occupa solo della superficie, del fatto in sè, senza menzionare altro, anche laddove presente, ma preoccupandosi di demonizzare l’autore con attributi altisonanti che rievocano (addirittura) gli anni di piombo, sarebbe invece opportuno comprendere a fondo le ragioni del gesto, Il modo migliore per farlo è invitare a leggere quanto dichiarato dalla rete Action, Diritti in Movimento sul proprio sito: LINK

L’arte d’emergenza del SaccheggiatorCortese

A margine del No-B Day 2, mentre procedevo verso un palco ormai tiepido, mi ha attratto un’esibizione improvvisa(ta) su alcune grate lungo ¬†Piazza San Giovanni. Dei manifestini fotocopiati appiccicati in serie, quanto può benissimo passare inosservato tra cartacce residui della protesta antiberlusconiana, eppure è bastato uno sguardo per cambiare senso di marcia e rivolgersi ad esse con estrema curiosità, come del resto hanno fatto altri passanti. Il potere magnetico per gli sguardi risiedeva nelle opere di Claudio Scarpelli, artista di strada in emergenza conosciuto come SaccheggiatorCortese.

Il suo dire mi ricorda quell’ironia feroce ma, appunto, cortese, graffiante ma intelligente, che fa quotidianamente capolino qui su Reset Italia grazie ad autori straordinari come Enzo, Doriana o Roberto e tanti altri.

La galleria che propongo di seguito – e ringrazio Claudio per la “cortese” disponibilità al ri-saccheggio 🙂 – è solo un assaggio della genialità che troverete sul blog di Claudio, saccheggiatorcortese.splinder.com, ¬†dove oltre alle ri-costruzioni visuali, parafrasando la pubblicità per giungere a conclusioni paradossali, vi sono anche ri-creazioni polimateriche e testi, sciolti o in versi, che raccontano la triste realtà dell’era contemporanea. Claudio vi aspetta anche su Facebook.

Buona visione.

Miei cari benpensanti

di pura razza ruffiana

che trovate scandaloso

il solo masturbarsi…..

come giudicate

quel vostro ossequioso

leccare il culo

a chi comanda???

Poesia non saccheggiata del SaccheggiatorCortese, 1 settembre 2009

Il Movimento 5 Stelle al No-B Day 2 del Popolo Viola

popolo-viola-no-b-day-2
Molti si chiedono se il Movimento 5 Stelle parteciperà o no al No-B Day 2 organizzato Sabato 2 Ottobre dal Popolo Viola a Roma.
Trattandosi di due movimenti civili autonomi e privi di struttura organizzativa – ¬†il PV non dispone neppure di uno statuto né di alcun rappresentante politico eletto sotto la sua bandiera – mi pare che la risposta si posa desumere dall’evidenza dei fatti e da un po’ di logica.
L’evidenza dei fatti vedrà certamente molti degli iscritti al 5S presenti anche alla manifestazione del PV, anche il sottoscritto tra pochi minuti. Presumibilmente tra i partecipanti al Woodstock cesenate di una settimana prima vi erano molti sostenitori del PV che sfilano oggi a Roma.
La logica inoltre, riscontrando una comunanza di obiettivi ed un’assenza di incompatibilità, suggerirebbe che il 5S aderisca al No-B Day 2.
Se una stampa evidentemente faziosa, giocando sulle scelte personali di chi anima il movimento, va a cogliere eventuali personalismi pubblicando dichiarazioni secondo cui 5S aderisce o meno al PV si tratta pur sempre di un’affermazione parziale.
Io come iscritto partecipo e come me molti altri quindi è vera l’affermazione secondo cui 5S partecipa al No-B Day 2, non essendoci esplicitamente dichiarazioni ufficiali in contrasto, ma questo fatto resta pur sempre nel novero personale, sebbene presumo maggioritario.¬†Se qualcuno non dovesse partecipare varrà altrettanto.
L’Italia dei Valori (Di Pietro) e Sinisrta e Libertà (Vendola) partecipano in forma decisa (avendo anche nel frattempo riempito di manifesti – alcuni abusivi – la città di Roma) perché dall’evento ha da trarre un privilegio mediatico, esponendo simboli e leader. Il PD al solito aspetta la fine per rilasciare qualche dichiarazione ‘peggiorista’ che nel migliore dei casi sottolineerà la presenza di qualche esponente “a titolo meramente personale” (v. Bindi).
Nel 5S invece manca un leader ufficiale, un gotha, esistono solo degli eletti, altri referenti (v. De Magistris e Alfano) sono stati allontanati (o si sono allontanati), ma la figura di Beppe Grillo, fondatore e unica voce in capitolo ufficiale a livello nazionale, resta sempre la più influente. Il Movimento 5 Stelle fortunatamente non è più solo un movimento di ‘grillini’. Ci sono persone slegate da questo rapporto di sudditanza verso il pensiero del leader e ciò non significa affatto che esistano ‘correnti’ o altro. Esiste semplicemente dibattito. Esistono anche arrivisti che tramite il movimento sperano nel carrierismo politico, accade negli orti di tutti i simboli in crescita, quando si vive in odor di elezioni…
Ora, Grillo non ha promosso per niente il No-B Day 2 sul proprio blog, molto influente. Questo fatto evidente a tutti da un lato dispiace, dall’altro probabilmente risulta un bene, perché consente a certa stampa famelica di non snaturare il tutto come una piccola manifestazione di partito – o di movimento. Fa più scena, clamore e paura una manifestazione spontanea, qual’è il No-B Day, animata solo da cittadini liberi, da una rete caotica che riesce ad agglomerare unità nutrite di persone e idee verso un obiettivo condiviso – e il tutto resiste al tempo – mentre i partiti, nel giro di pochi giorni o al massimo mesi, si parcellizzano in miriadi di personalismi impercettibili.
Purtroppo, certa stampa famelica, ora dirà che Grillo è contro il PV. Non mi pare, se fosse così sarebbe davvero triste. Ma Grillo in fin dei conti, per quanto influente, non potrà mai permettersi il lusso di controllare le menti degli iscritti 5S, se è vero che queste sono libere e piene di coscienza propria. Cosa differente dal mare di voti legati a questo piuttosto che a quel parlamentare che trasborda da un partito all’altro con operazioni di piccolo cabotaggio a scopi meramente personali.
Il Movimento 5S è altra cosa, quindi a mio avviso partecipa a pieno titolo al No-B Day 2, ma lo fa con la sua risorsa principale, gli iscritti, e non con i simboli vuoti che caratterizzano gli altri partiti per i quali iscritti e militanti sono interinali/precari/hostess della democrazia.

Sarebbe comunque auspicabile un commento di Grillo sulla manifestazione.

Affitti e spese: Roma è la città più cara d’Italia

Stazione Roma Trastevere, Italia

Per spese, tasse ed affitti Roma è sicuramente la città più cara d‚ÄôItalia. E se chi vive al suo interno lo sospettava da parecchio tempo, chi non la conosceva bene ne ha avuto conferma grazie ad una ricerca effettuata dalla Camera di Commercio di Milano, impegnata a studiare la situazione spese della sua città, comparata con il resto d‚ÄôItalia e le principali città estere.
Il quadro ovviamente è tutt‚Äôaltro che roseo per la Capitale. Che si piazza 21esima nella classifica generale.

Specialmente in materia di affitti, Roma è la città che sembra dare il peggio di sé. Persino la caotica ed altrettanto cara Milano non raggiunge, a quanto pare, le vette che si toccano a Roma. Sarà perché erroneamente pensando la maggior parte delle persone di ogni età, provenienti da altre regioni eleggono la capitale come punto di partenza per una nuova vita; sarà forse perché tra le sue mura vi sono dei poli universitari grandi e di discreta importanza, ma la situazione degli affitti a Roma è variegata e non sempre giustamente orientata dal punto di vista legale.

Gli affitti in nero sono ampiamente diffusi, specialmente nelle zone periferiche dove talvolta il degrado si insinua in maniera silenziosa ed i prezzi, all‚Äôinterno del Grande Raccordo Anulare ed a prescindere dalle zone, per un immobile non scendono al di sotto dei 900 euro, sia che sia presente un contratto o non sia stato stipulato. Situazione ben diversa è riscontrabile nelle zone satellite della città al di fuori del raccordo, è infatti possibile imbattersi in offerte vantaggiose ed in bilocali e trilocali da 600-700 euro di canone mensile, comunque molto lontani dalla media di altre capitali europee, molto più funzionali e vivibili della caotica capitale italiana.

Abusivismo bipartisan, ad ogni temperatura

partito democratico e la destra espongono manifesti abusivi a roma - 2010
POLITICA TRA LA GENTE | Due di centinaia o forse migliaia dei manifesti abusivi politici che ogni giorno dell'anno riempiono le strade di Roma

Il buon esempio da parte dei ‘giusti’ non manca mai, anche a beneficio dei turisti che in questi giorni in cui si sfiorano i 40¬∞ affollano una Roma eterna capitale della sporcizia e dei disservizi grazie a chi la governa (o l’ha governata).
Non importa che i sedicenti giusti siano al governo o all’opposizione, né che condividano lo stesso bidone di una raccolta differenziata che spesso è fatta solo dai cittadini. Quel che conta è che non paghino le tasse di affissione, si rivolgano al lavoro nero e sporchino la città per promuovere i propri affari cercando adepti. In realtà l’affissione abusiva non produce risultati diretti se non in termini risibili. Il vero scopo delle affissioni è spesso quello di dimostrare la propria forza, la propria presenza, la capacità di violare il territorio, quasi a marcarlo come fanno i cani che pisciano negli angoli per dire: qui è roba mia.

Nessuna battaglia reciproca sulla questione, la guerra sarebbe controproducente anzi, una sanatoria puntuale che dopo la campagna elettorale fa sì che i manifesti abusivi dei partiti ricevano un iniquo trattamento di favore rispetto ad altri eventuali manifesti abusivi. Una multa irrisoria e via.

I manifesti elettorali sui bidoni dell’immondizia non fanno brutta figura, ma vanno molto d’accordo. Probabilmente il lavoratore in nero si divide tra due committenti, la destra di Storace, nata con idee battagliere e separatiste e poi tornata all’ovile, e il Partito Democratico il cui acronimo ancora tra gli italiani ricorda solo la targa di Padova o una fortunata bestemmia di moda al vaticano nei giorni peggiori del pedoscandalo internazionale (la festa è quasi finita eh?)

L’abusivo con secchio e ramazza da quasi due settimane, quotidianamente affigge gli updates del PD sull’ex gloriosa “festa dell’unità” ribattezzata “festa democratica” tra i mugugni di tutti, compreso chi ha inventato l’infelice definizione, ribattezzata quindi per limitare i danni “festa dell’unità di Roma senza numero civico / festa democratica III” presentata ai contribuenti (che probabilmente non sanno di finanziarla grazie alla legge sui rimborsi elettorali) da un pessimo manifesto degno del peggior eurociarpame velinistico berlusconeide.

Lo ha fatto anche oggi, asfaltando di colla il nome di Ignazio Marino, poi quello di Luca Barbareschi, illustre invitato del PD. Si parlasse un po’ di sinistra, di val di susa, di abruzzo, di P3.. altro che Luca Barbareschi, tra stand gastronomici, marketing berlusconiano e comunicazione di pessimo gusto.

E lasciassero in pace la città, devastata da strati di manifesti, affissi abusivamente sia negli spazi loro riservati sia dove capita, senza che la polizia municipale intervenga. Per carità, accadde lo stesso per il PDL, e continuerà ad accadere perché i padroni delle strade dei poveri elettori e tartassati sono loro. Le strade dei loro padroni invece restano immuni. Avete mai visto un manifesto politico sull’Aventino? Tanto più abusivo?

Antonio Di Pietro annuncia: il 29 luglio presenteremo le firme dei referendum in Cassazione

pescara
Creative Commons License photo credit: Carlo Costantini

Nel corso di un incontro coi giovani tenuto nella serata di mercoledì 14 luglio presso il Ristotheatre di Roma, il leader dell’ Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha annunciato che il prossimo 29 luglio saranno presentate presso la Corte di Cassazione le 500.000 firme necessarie a chiedere l’organizzazione di una consultazione referendaria per tre quesiti: abrogazione del legittimo impedimento (leggasi impunità per la casta di governo), abrogazione della legge che privatizza l’acqua (acqua pubblica!) e abrogazione delle norme che re-istituiscono la generazione di energia nucleare in Italia.

Tre referendum contro politiche del governo lontane dalla volontà popolare, tant’è che la campagna referendaria è stata un successo (firme raccolte in pochi mesi). Ora si spera che la Cassazione non bocci i quesiti.

L’eventuale (secondo molti ormai imminente) caduta del governo Berlusconi (che Di Pietro etichetta come il quarto referendum, il più importante) farebbe slittare le consultazioni referendarie.

Nel corso dell’incontro Di Pietro ha festeggiato anche il superamento di 100.000 fans su Facebook (primo politico in Italia, un numero maggiore dei fans di Berlusconi e Bersani sommati), inoltre con il prof. Tranfaglia, storico e responsabile del settore cultura dell’IdV ha annunciato l’avvio di una nuova Scuola di Comunicazione Politica per 200 giovani.¬†Festeggiamenti e brindisi anche per le dimissioni (forzate) di Nicola Cosentino, l’esponente campano del PdL su cui pende un mandato di arresto per coinvolgimento con la camorra.

Unica nota stonata della serata la presenza in prima linea di Gianfranco Mascia il quale, oltre a presentare l’evento, parlava apertamente a nome dell’IdV. Solo pochi giorni fa invece incontrava il vicepresidente del Partito Democratico, Ivan Scalfarotto, in qualità di rappresentante del Popolo Viola, facendo andare su tutte le furie gli stessi componenti del Popolo Viola i quali non gli riconoscono alcuna autorità a parlare a loro nome – non è la prima volta che accade.

La casta de’ tassinari

World Class Traffic Jam
Creative Commons License photo credit: joiseyshowaa

Una notizia che si commenta da sola.

Il consiglio comunale di Roma ha approvato la delibera 21 che autorizza l’aumento delle tariffe dei taxi. Il provvedimento porta da 0,98 euro a 1,42 euro il costo chilometrico della tariffa progressiva per i primi cinque km. Passa da 40 a 45 euro (più 1 euro per ogni bagaglio) la tariffa di sola andata per l’aeroporto di Fiumicino, e da 30 a 35 euro la tariffa per l’aeroporto di Ciampino. Fissata a 120 euro la tariffa per il porto di Civitavecchia.
Il via libera alle nuove tariffe è arrivato con 30 voti favorevoli (maggioranza populista), 16 contrari e 1 astenuto.

Dopo i doverosi ringraziamenti di rito alla junta Alemanno, che da sempre propugnava (o propugnetta) una riduzione del carico fiscale ai cittadini, c’è da ribadire che tutto questo peserà sulle tasche dei cittadini i quali, oltre ad subire servizi di trasporto pubblico cari, carenti e di qualità precaria, da oggi dovranno pagare tariffe ancora più esorbitanti per un servizio offerto praticamente in regime di monopolio a differenza di altri paesi occidentali dov’è liberalizzato.
Con tutto il rispetto dei tanti tassisti onesti che compiono un lavoro pesante e faticano ad arrivare alle fine del mese, resta il fatto che il settore nel quale operano appare immotivatamente privilegiato rispetto ad altri e questi privilegi li pagano i cittadini. Liberalizzare il mercato significa invece introdurre nuovi operatori, concorrenti, magari più efficienti, creando moltissimi posti di lavoro. Significa anche consentire tariffe libere, riducendole e incentivando l’uso di taxi al posto di auto private soprattutto per brevi tragitti, risolvendo così anche il problema dei parcheggi. Invece se domani un tizio disoccupato, magari superando un pubblico esame di abilitazione, volesse operare con efficienza un servizio di trasporto pubblico, magari dove serve e non c’è o non basta o non è fornito bene, non può farlo, lo dice la legge, quella stessa legge scritta e riscritta da una classe politica che invece bada altamente a farsi i cazzi suoi e minacciare chi prova a intralciare o denunciare i propri affari.

I tassinari romani, se non tutti una buona parte di essi, evidentemente stanno da sempre simpatici al PdL tant’è che compaiono anche nel trash-clip ‘Menomale che Silvio c’è’ (menomale che il video c’è, a beneficio di qualche scettico che dovesse ancora nutrire dubbi circa il Q.I. di certo elettorato PdL).
Quando Bersani da ministro provò a liberalizzare le licenze, i taxisti scatenarono una guerra che bloccò Roma e il ‘pericolo’ (per loro) rientrò così come le speranze dei cittadini. Così continuiamo a vedere licenze tramandate di generazione in generazione e tariffe a lievitazione istantanea, prima di mettere in forno.
Chiaramente gli sventurati che saliranno a bordo… Coloro i quali giustificano e/o votano questi aumenti non si preoccupano poiché di norma viaggiano in autoblu a spese degli italioti tartassati che a volte li votano con allegria e, sorprendentemente, li difendono. Fortuna che sono sempre meno, ma c’è ancora qualche masochista convinto che questi aumenti continui sono nell’interesse del paese e dei cittadini. Se li paghi lui. Se i suoi punti di riferimento predicano libertà allora vorremmo davvero un mondo e un mercato più libero e contestualmente più sano, dove ciascuno può intraprendere e il migliore è premiato. Nell’Italia di oggi tutto ciò esiste solo in una dimensione onirica.

Guarda le foto dei personaggi coinvolti negli scontri di consiglio comunale. Cafoni? Giudicate voi

Taxi
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Onde e leucemie. Il vero riscatto di Radio Vaticana

Il lavoro peritale del prof. Andrea Micheli, disposto cinque anni fa dal gip Zaira Secchi, si è concluso con una formulazione netta e chiara: esisterebbe un nesso di causalità tra le morti per leucemia di bambini residenti esposti per lungo periodo alle emissioni elettromagnetiche degli impianti di Radio Vaticana.

Il processo per omicidio colposo plurimo non è finito, anzi deve ancora cominciare, ma saltano agli occhi le battute d’agenzia con le quali si da voce alla replica della “Chiesa”. “Secondo la letteratura scientifica internazionale in materia di effetti dell’elettrosmog sulla salute umana- ha sostenuto il direttore dell’emittente vaticana- non è stata mai dimostrata l’esistenza di un nesso di causalità…”. Inoltre l’emittente vaticana ha espresso “stupore” per la divulgazione della notizia ed ha annunciato che “presenterà al più presto le proprie considerazioni e controdeduzioni dei propri consulenti tecnici, il prof. Umberto Veronesi e la dottoressa Susanna Lagorio”.

Noi tutti avremmo voluto che la conclusione scientifica forense fosse stata diversa da quella cruda e sconvolgente che viene presentata oggi agli occhi del mondo. I cittadini attivi dei comitati di Roma nord forse avrebbero preferito essere annoverati tra i visionari che lottano senza ragione contro mulini a vento. Ma più di dieci lunghi anni di controversie giudiziarie e di perizie, pronunce della Cassazione e condanne per il reato di “getto pericoloso di cose” sembrano propendere per una verità diversa da quella sperata: esisterebbe e sarebbe reale il rischio per i bambini di ammalarsi e morire abitando per lunghi periodi nei pressi di grandi sorgenti elettromagnetiche.

Un uomo di Chiesa ha certezze religiose in quanto uomo di “Fede” che crede nel dogma. Ma la fede e la convinzione assoluta nel campo religioso non possono divenire certezze scientifiche. In altre parole, come si fa a costruire un dogma sull’innocuità degli impianti trasmittenti di Santa Maria di Galeria ? Possono i credenti o le stesse Autorità ecclesiastiche sposare la tesi innocentista e minimalista solo per un fatto di devozione alla Chiesa cattolica? Il dubbio che Radio Vaticana possa aver effettivamente causato danni alla salute dei bambini non dovrebbe …..

Terremotati e pestati. Roma come Atene

L'AQUILA CHE RESISTE

Chi è stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, ben due volte, trotterella indisturbato per le aule del Senato, fregiandosi di uno dei massimi titoli che lo Stato possa riconoscere ad un cittadino, scortato e difeso a spese dei cittadini.
Chi invece è incensurato ed esercita il sacrosanto diritto costituzionale di manifestare, per di più munito di autorizzazione, viene pestato a sangue. Non fa niente se la casa gli è appena caduta in testa. Non fa niente se ha l’età di una nonnina e neppure se possiede un utero: viene pestato perché si permette di presentarsi sotto alle mura del castello e minaccia la tranquillità anche di quell’amico di mafiosi che va tutelato.

C’è qualcosa di perverso e raccapricciante in tutto questo. Uno Stato che rivolge i suoi anticorpi contro i suoi cittadini, ovvero contro se stesso, è come un corpo ammalato di tumore che una malattia autoimmune divora dall’interno. E’ destinato a morire. E noi con lui.

I poliziotti sono i cittadini-anticorpi dell’organismo-Stato. Dovrebbero uccidere i corpi estranei e potenzialmente nocivi. Invece si avventano sugli organi sani. Cittadini che picchiano altri cittadini. Legalmente.

Non vi fa ribrezzo? L’Italia deve andare in chemio. Subito.

Da ByoBlu VideoBlog di Claudio Messora

 

Cari amici vicini e lontani, siate la nostra eco

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Cari amici vicini e lontani, fate che questo articolo non l’ho scritto io ma Laura Tarantino, una dall’Abruzzo, che scrive su Facebook, una nota. Ricordate, stanno stiamo a Roma, dalle 10 in poi.Tanto per cominciare.Vediamo di cosa siamo capaci, in Rete, con la Rete. Prove. S.O.S. L’Aquila – per non far morire una città ed i suoi abitanti: Gli Aquilani manifesteranno a Roma mercoledì 7 luglio. Grideranno al Governo di non sancire, con la finanziaria, la morte di una città e di una comunità. Chiedono danaro sicuro per la ricostruzione. E lavoro e incentivi per la ripresa dell’economia al collasso. In città desolazione e povertà si toccano con mano.L’Aquila è un patrimonio di tutti. E il diritto al lavoro e ad un’esistenza dignitosa sono valori universali. Vi aspettiamo numerosi. Dateci una mano. Per non morire.

Da un’amica dell’Aquila.

Doriana Goracci

Cari amici vicini e lontani amici, conoscenti, parenti, stretti e laschi, abbiamo bisogno di voi. Sono 15 mesi oggi, 15 mesi da quando “terry”, come qualcuno lo chiama amichevolmente qui, ha deciso che era il momento di capovolgere le nostre vite, e catapultarci in una sur-realtà inimmaginabile fino al alle 3 e 31 del 6 aprile del 2009 (pure se, pure se, mica tanto vero che non si sarebbe potuta immaginare, ma oggi non è questo il punto).

Ho letto un commento poco fa, su un blog, qualcuno che diceva “non posso fare a meno di pensare a cosa hanno provato tutte quelle persone”.

Esercizio inutile, secondo me, energie sprecate. Intanto perché tanto non basteranno tutti gli sforzi creativi di questa terra per far immaginare cosa si prova, ma soprattutto perché è passato, il 6 aprile 2009 è passato …

Occorre pensare non a quello che è successo, ma a quello che sta accadendo ORA all’Aquila. A questo dovete pensare. Si chiedeva stamattina il mio amico Enrico: “come vi sentireste se aveste una malattia curabilissima ma il vostro medico vi dicesse che la cura costa troppo e quindi dovete morire? Lo so, la domanda è brutale, ma credo vi faccia capire come ci sentiamo noi aquilani.” L’ho ripostato sul mio stato, chiedendo risposte e commenti, pur sapendo come sarebbe andata (0 commenti)

A noi ora ci stanno uccidendo con interventi che hanno il sapore dell’elemosina e non ci permettono di programmare nulla del nostro futuro. La città è già scesa in piazza, il 16 giugno, compatta, da destra a sinistra, Curia inclusa, 20.000 persone hanno sfilato compatte in città e sull’autostrada e i tg nazionali ci hanno ignorato (come si fa ad ignorare 20.000 persone che occupano un’autostrada???). Domani in migliaia saremo a Roma a protestare, di nuovo tutti, dai sindaci ai comitati, da destra a sinistra, semplici cittadini e organizzazioni, Curia, Ateneo, Confindustria, sindacati ed associazioni di categoria. Saremo la mattina a montecitorio e il pomeriggio in senato, e forse ci oscureranno ancora.

Siamo stanchi di interventini disorganici, di 6 mesi in mesi, che hanno solo il sapore dell’elemosina. Non sto qui a entrare nei dettagli delle richieste, che per esempio potete trovare in altri blog (politicambiente, ad esempio, o 3e32) e che si possono riassumere in due frasi: (1) parità di trattamento con i terremotati dell’Umbria, ma soprattutto (2) strumenti legislativi ed economici a lungo termine che ci permettano di programmare il nostro futuro e RI-costruire.

Sto scrivendo questa nota perché ora abbiamo bisogno di voi, ché forse ci oscureranno di nuovo: domani e nei prossimi giorni rilanciate la nostra voce, diffondete sul web di quello che accade . Basta pensare a quello che abbiamo provato allora! pensate a quello che stiamo provando adesso.

Il terremoto è una chiamata alla armi: ad ognuno di noi decidere se rispondere oppure no.

Il terremoto è ora, è ora che ci stanno uccidendo .. .

Laura Tarantino

 

http://www.altracitta.org/wp-content/uploads/2010/02/pescomaggiore.jpg

Torna l’Hackmeeting a Roma, controculture digitali a confronto

Dal 2 al 4 luglio si terrà l’Hackmeeting presso il¬†C.S.A. La Torre di Roma. Un incontro delle comunita’, delle controculture digitali e non, e delle individualita’ che si pongono in maniera critica e propositiva rispetto all’avanzare delle nuove tecnologie, sempre piu’ legate a doppio filo al controllo sociale, alle imprese belliche e alla commercializzazione di ogni spazio vitale. Tre giorni di seminari, giochi, feste, dibattiti, scambi di idee e apprendimento collettivo.
La presenza di Hackmeeting a Roma, non è un caso. Anche qui, infatti, si sta provando a forzare la frammentazione e l’autodistruzione dei movimenti sociali, guidando un processo di erosione delle sicurezze conquistate da percorsi trentennali di autonomia. Tornare con Hackmeeting significa mettere in crisi questi percorsi e riadattarli per resistere a questo sabotaggio subdolo.

In attesa di luglio, alcune realtà hanno organizzato degli¬†eventi che si rifanno ai temi del meeting.