Vaccino Covid non sufficiente, virus è batteriofago.Sconvolgente ricerca italiana

“Vaccino Covid19 attuale non sufficiente: ci vuole altro per debellare il virus”. Il Sars Cov 2 entra nei batteri: questo cambia tutto.

“Sars Cov 2 è anche un virus batteriofago. Significa che entra nei batteri e replica il suo RNA anche da lì. Abbiamo finalmente l’evidenza scientifica, con tanto di foto del virus mentre colonizza il batterio. Ciò significa che stiamo seguendo procedure da integrare. Per debellarlo ci vuole altro rispetto ai virus classici. Non servono solo le chiusure, serve disinfettare e prevenire. Ed ora c’è il razionale scientifico per cui funzionano gli antibiotici. Avremo bisogno di un vaccino anche contro le tossine che abbiamo trovato e producono i nostri batteri, in maniera molto simile al meccanismo della difterite. I vaccini attuali non saranno sufficienti. Fra un po’ avremo molte più varianti: la variante lombarda, veneta, di Milano e di Roma”.
La scoperta fatta da Carlo Brogna, Simone Cristoni e gli altri dottori del gruppo di ricerca con la capofila Craniomed, fondata nel 2018 per studiare le proteine, è sensazionale.

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Che conseguenze ha questa scoperta su tutto quanto si sta facendo per contenerlo?

Enormi. In primis,  visto che  è anche un  batteriofago bisogna accettare l’evidenza che sta ovunque. Colonizza fogne, acque, mari. Tutto (ecco perché si aveva notizia del virus nella papaia o nel frigo, nelle fogne Olandesi o di Milano, ndr). Non credo che basti chiudere tutto periodicamente senza  disinfettare continuamente, come hanno fatto in Cina, le scuole, luoghi pubblici, mezzi di trasporto,  le strade. La disinfestazione periodica dovrebbe essere fatta con protocolli prestabiliti  e coordinati. Certo, la mascherina è una protezione, ma  non sufficiente. Il contatto e la trasmissione orofecale rappresenta una altra spiegazione agli aumenti continui dei positivi. Inoltre essendo ubiquitario e replicandosi velocemente è riduttivo parlare di variante brasiliana o inglese: fra poco avremo moltissime varianti , la variante lombarda, laziale, poi quella milanese e romana e poi quella individuale! Insomma lo avremo tutti nel giro di qualche anno. La cosa positiva è che ora abbiamo il razionale su come curarlo precocemente  e il fattore tempo risulta importantissimo.  Si può curare con gli antibiotici ed evitando alcuni farmaci”

Leggi l’articolo completo inerente la scoperta del ricercatore Carlo Brogna su Affari Italiani

I numeri aggiornati sul Covid19: contagi e decessi in Italia e negli altri Paesi

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PA: la luna della digitalizzazione, il dito dello smart working

Più che stigmatizzare il lavoro agile, serve sanzionare pesantemente le amministrazioni pubbliche che continuano a trascinare i piedi sul processo di informatizzazione e digitalizzazione

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“PA: la luna della digitalizzazione, il dito dello smart working” è stato scritto da The Editor e pubblicato su Phastidio.net.

 

Il lavoro agile nella Pubblica Amministrazione italiana ha certamente creato problemi, ma appare proprio che vi sia, nella stampa e nella politica in generale, una contrarietà a priori, da cui derivano continue inchieste, articoli ed interviste volte ad evidenziare inefficienze. Con evidenti amplificazioni e banalizzazioni.

Il Sole 24 Ore del 16 ottobre ne è la prova, con due articoli distinti. Il primo, “Covid e smart working nella Pa: permessi edilizi ridotti del 25-30%”, di Paola Pierotti e Giorgio Santilli, sciorina una serie di numeri, per evidenziare la riduzione dei titoli edilizi segnata nel 2020 rispetto al 2019.

E’ un fatto ineccepibile, come lo sono i numeri della flessione dell’attività edilizia. Ma, si tratta, tuttavia di mezze verità.

Risulta, quindi, certamente fondato affermare che l’attività edilizia sia stata influenzata dallo smart working, che ha reso più difficoltosa l’asseverazione tecnica dei progetti, visto che i progettisti hanno avuto maggiori difficoltà a contattare gli uffici per ottenere certificazioni di destinazione urbanistica e consulenze preventive.

La digitalizzazione prosegue a gonfie vele nel Paese, ed è testimonianza il fatto che anche le agenzie di marketing digitale registrano una crescita sostanziale in questi ultimi mesi caratterizzati dall’emergenza Covid19, ma la Pubblica Amministrazione ancora stenta ad adeguarsi e il settore edilizio è una delle cartine tornasole che testimoniano questo fatto.

Se il legislatore nazionale comprendesse che le PA non sanno, non possono e non vogliono autovalutarsi, un’amministrazione che dichiara di non avere attività compatibili con lo smart working, contestualmente confessa di avere un organizzazione arcaica e di violare da anni ed anni la normativa sintetizzata prima; andrebbe, allora, valutata da organismi esterni e terzi e pesantemente sanzionata, non solo vietando qualsiasi erogazione di premi, ma anche prevedendo commissariamenti e interruzioni della carriera politica per chi negli anni ha negato investimenti e programmazioni nell innovazione.

Ma questo ovviamente non avverrà mai. E quella pubblica amministrazione che ancora gestisce immani archivi cartacei ed emette certificati che non servono, continuerà ad autopremiarsi come quell’altra PA che ha deciso di investire ed entrare negli anni 2000 investendo nel digitale e rendendo possibile il lavoro agile.

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