Perifrasi della kostituziona taGliana: art.45 – cooperative ed artigianato

Come ho spiegato in perifrasi di precedenti articoli, anche questa iniziale dichiarazione dell’art.45, apparentemente innocente e candida, coincide con uno dei più collaudati raggiri giuridici presenti nel sacro testo. Il raggiro consiste nell’indicare la repubblica come titolata a riconoscere. Che significa che la suddetta Repubblica è titolata a non riconoscere o ritirare il riconoscimento.

Art. 45. La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità. La legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell’artigianato.

Riconoscere equivale a stabilire cosa/chi ha dignità di esistere e cosa e chi no; cosa/chi ha dignità di approvazione e partecipazione e cosa/chi invece merita il rifiuto e l’esclusione. Si consuma quindi con l’articolo 45 una ulteriore iniezione di veleno sociale nella comunità umana. Quando la cooperazione è un fatto primario e naturale di ogni comunità, che non ha bisogno di alcun riconoscimento repubblikano.

Il veleno costituzionale insinua e consolida nella società, l’idea che vi possa essere una cooperazione che merita riconoscimento, e una cooperazione che non lo merita. Una stupidaggine che non ha bisogno di essere spiegata, e una bestemmia contro l’etica.

Vi sono il bene e il male. E qualunque cosa, da un’azione individuale ad una collettiva, da una cooperazione mutualistica o ad un’attività con fini di lucro, possono essere improntate al bene o al male.

Non è un fatto di categoria, tanto meno acquisita per sempre. In altre parole non basta che un’associazione o una cooperativa si dichiarino benefiche, perché lo siano effettivamente e lo siano sempre e comunque.

Il veleno iniettato dai padrini costituenti, continuamente alimentato dai banditi della partitokrazia contemporanea, loro degni eredi, ha prodotto e continua a produrre un fiorire di attività di cooperazione, mascherate da statuti e dichiarazioni edulcorate, alla ricerca di sussidi, riconoscimenti e provvidenze, che altro non hanno fatto e non fanno che danneggiare la cooperazione libera, volontaria e con fini di lucro.

Anche in questo articolo, come nel precedente, si conferma il disprezzo e la protervia degli autori del corano statalista, verso la proprietà privata, il denaro, la cooperazione volontaria, la creazione libera di ricchezza e prosperità, l’economia e la concorrenza. Un veleno letale proveniente da quella radice malefica che è il kattokomunismo. Dei comunisti non so e del comunismo ho il massimo disprezzo. Dei cattolici, o meglio di quella parte che si è autoproclamata “cattolici adulti” con phrodi e il suo nume tutelare Andreatta bonanima, con la bindi, coi casini e tutto il gotha demokristiano di Cialtronia, so qualcosa di più. Li considero da sempre dei deviati mentali che hanno conosciuto Marx all’oratorio e il Vangelo al festival delle salamelle. Tanta parte delle curia italiane hanno responsabilità gravissime in questo senso.

(Nota: l’altra sera da formigli su la7, tale ricucci parassita del pd, dichiarava giulivo e impettito: “….ho cominciato a fare politica, quando un sacerdote mi ha detto che essa è la pià alta forma di carità….” Avessi l’occasione di trovarmi davanti il suddetto parassita e quel deficiente del suo confessore, li coprirei entrambi di letame, unico materiale idoneo alla dichiarazione del parassita da una parte, e alla bestemmia contro Dio da parte del prelato, dall’altra)

La costituzione stabilisce quindi che ci sono due tipi di cooperazione. Una buona e benedetta, una cattiva e maledetta. La cooperazione libera, senza carattere di mutualità, per soli fini di vile lucro non gode di alcunchè. Che sarebbe ancora il male minore, se non fosse che nel mercato vi sono due cooperazioni che non godono dello stesso trattamento. L’art.45 rappresenta un grave strasbismo storico e sociale, che ha posto le basi del divario e della disparità di valore e trattamento, della cooperazione libera a carattere meramente economico da quella a carattere mutualistico. Un classico dell’eguaglianza democratica.

Dopo l’incipit dell’articolo, non poteva mancare il solito ricorso al termine “legge”, mistico “soffio soprannaturale” che in ossequio alla sua radice maligna, la costituzione taGliana, viene alitato dai colli di roma sull’intera penisola, ininterrottamente da oltre 70 anni attraverso paginate e paginate di Gazzetta Ufficiale. Strabilianti sono i risultati:A:rco di Trunfio: Perifrasi della costituzione italiana, articolo 45

CRISI NERA ARTIGIANATO

E’ sintomatico della protervia costituzionale, che persino alla cooperazione catalogata “buona” non poteva bastare solo il riconoscimento, prontamente infatti la repubblika promette di intervenire con:

  • promozione (cioè sussidi e provvidenze, incentivi e sgravi fiscali)
  • controlli (si sa mai che anche tra i cooperanti buoni non si aggiri qualche vizioso del lucro)
  • carattere Arco di Trunfio: Perifrasi della costituzione italiana, articolo 45
  • finalità Arco di Trunfio: Perifrasi della costituzione italiana, articolo 45

Non ci sono parole. Arco di Trunfio: Perifrasi della costituzione italiana, articolo 45

All’artigianato e agli artigiani è dedicata la stoccata finale dell’art.45.  Arco di Trunfio: Perifrasi della costituzione italiana, articolo 45

Per disgrazia, la costituzione non è la Gazzetta dello Sport o Novella 2000, motivo per il quale l’art.45 sta li da 70 anni e nessuno dei circa 2 milioni di artigiani italiani si è accorto di nulla. Se la confartigianato anziché sparare dossier e fare il pianto greco ai piedi del dio stato, avesse soltanto fatto conoscere cosa è lo stato per l’artigianato e gli artigiani, decine di migliaia di falegnami, ambulanti, carrozzieri e muratori avrebbero dato l’assalto ai covi romani delle curie statalizie, già nei lontani anni 60 o 70. Oggi l’italia sarebbe stato un paese certamente migliore e la confartigianato defunta.

Non mi soffermo sul regime giuridico e fiscale che grazie all’art.45,  ha permesso la nascita e la crescita di tutto un sistema economico (cooperative rosse, rosa e bianco latte) operante in condizioni di protezione e copertura, che è una vera e propria bestemmia alla Libertà.

Ennessimo paradosso e contraddizione di un paese prigioniero di decine di commissioni e authority per la concorrenza, la privacy, la corruzione, la tutela dei consumatori, e via discorrendo.

COMMENTO FINALE: caso mai qualcuno storcesse il naso alla sola lettura del termine “lucro”, mi faccia sapere eventualmente se offre o mette a disposizione qualcosa di suo gratuitamente (tipo ospitalità, soldi, lavoro, prestazioni artigiane appunto). Ne approfitterei prontamente.

per le puntate precedenti riguardati gli articoli dal 1 al 44, e gli altri articoli (oltre 300) dello stesso autore, digitare:

PERIFRASI COSTITUZIONE e ALTRI ARTICOLI DELLO STESSO AUTORE


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“Perifrasi della kostituziona taGliana: art.45 – cooperative ed artigianato” è stato scritto da JLS e pubblicato su Rischio Calcolato.