Hai subito mobbing ? E’ colpa anche tua lo dice il Tar di Perugia

Il mobbing è sempre più arduo da dimostrare. Non ha diritto al risarcimento del danno da mobbing il lavoratore che soffre di una malattia psicosomatica dettata dai “cattivi rapporti umani” sul posto di lavoro.

Lo ha stabilito il Tar di Perugia che, con la sentenza 469, depositata il 24 settembre 2010 (Pres. Lignani, Est. Ungaro), ha respinto il ricorso di un dipendente pubblico che si era ammalato di una grave forma di gastrite a causa, aveva sostenuto, del mobbing subito sul luogo di lavoro.

Nell’esaminare i casi di preteso ‘mobbing’ – leggesi nella sentenza – il Giudice deve evitare di assumere acriticamente l’angolo visuale prospettato dal lavoratore che asserisce di esserne vittima“.

E’ possibile – prosegue il Tar – che i comportamenti del datore di lavoro, pur se oggettivamente sgraditi, non siano tali da provocare significative sofferenze e disagi, se non in personalità dotate di una sensibilità esasperata o addirittura patologica ‚Ķ E’ anche possibile che gli atti del datore di lavoro siano di per sé ragionevoli e giustificati e in particolare che abbiano una certa giustificazione o quanto meno spiegazione siccome indotti da comportamenti reprensibili dello stesso interessato, ovvero da sue carenze sul piano lavorativo, difficoltà caratteriali, etc.“.

Non si deve cioè sottovalutare – concludono i Giudici – l’ipotesi che l’insorgere di un clima di cattivi rapporti umani derivi, almeno in parte, anche da responsabilità dell’interessato‚Äù.

La strada del mobbing, dunque, è sempre più ardua da pecorrere.

Della serie: “becco e bastonato”

Una risposta a “Hai subito mobbing ? E’ colpa anche tua lo dice il Tar di Perugia”

  1. Ezio, mi colpì un articolo su Agoravox, 15 maggio 2009: I costi economico-sociali del disagio lavorativo e del fenomeno mobbing.

    al punto che lo commentai come segue,grazie.

    Mi piace lavorare…si mi era piaciuto il mio lavoro e un film che vidi in anteprima a Roma, al cinema Quattrofontane con la regista Francesca Comencini e gli attori, molti non professionisti. non erano comparse e neanche figuranti, il pubblico presente che applaud√¨ e pose le sue domande. C‚Äôero anche io, stavo dentro a un periodo di mobbing, dopo 30 anni di banca, trascorsi in borsa, come consulente finanziaria. Ho frequentato per un anno l‚ÄôAsl di Ponte Milvio a Roma per il disagio lavorativo, mi sono sottoposta per 3 giornate al Policlinico di Roma Neuropsichiatria, con altri lavoratori e lavoratrici, provenienti da totalmente diverse tra loro realt√† lavorative e anagrafiche. Una volta ancora, ho capito quanto sia importante, sapere e conoscere e trovare amicizia. Non feci causa, malgrado ne avessi il diritto e possibilit√† dopo anni di ottenere un riconoscimento economico. Conservo ancora l‚Äôinvalidit√† civile, anche per questo passaggio, ottenuto dall‚ÄôAsl della provincia in cui vivo adesso. Se non per due volte, anni fa, non ho avuto mai l‚Äôopportunit√† di usare psicofamaci. La cura migliore per me, fu usufruire, data l‚Äôet√† e il servizio, dell‚Äôesodo volontario dall‚Äôazienda. Non √® opportunit√† possibile per il 95% di chi √® colpito da mobbing e ne √® consapevole. Gi√† questo √® una conquista, capire sapere…Hanno messo in conto tutto, Anche chi ricorre e vince, Stato compreso…amministrato da chi? E chi ha acconsentito, tutto questo? Gatta Mammona? E il lavoro √® una domanda alla Pari con l‚Äôofferta? Io scrivo comunico denuncio, posso farlo da anni, perch√® sono una garantita oggi pensionata, rimane tutto il resto …non portate perfavore esempi europei, fanno male…a noi che siamo Unici a ricorrere solo alla Protezione della Chiesa. I conti li ho fatti e continuo a farli. Sempre a disposizione per condividere.
    http://www.agoravox.it/I-costi-economico-sociali-

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