WSJ: Washington valuta un “patteggiamento” per Julian Assange?

 

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ) sembrerebbe che stia valutando un patteggiamento per il fondatore di WikiLeaks Julian Assange, per consentire al giornalista incarcerato di dichiararsi colpevole di un reato minore per evitare l’estradizione negli Stati Uniti con “accuse di spionaggio”.

Questa ipotesi emerge da fonti anonime, le quali hanno rivelato al Wall Street Journal (WSJ) che i termini dell’offerta richiedono che Assange si dichiari colpevole di aver gestito male documenti riservati, tale da configurarsi come un reato minore in modo tale  i pubblici ministeri statunitensi ritirino le 18 accuse contro di lui ai sensi della legge sullo spionaggio.

In tal caso, Assange potrebbe presentare la richiesta a distanza da Londra e probabilmente verrebbe liberato subito dopo, poiché ha già scontato cinque anni in un carcere di massima sicurezza.

Comunque, gli avvocati di Assange sostengono di non aver ricevuto “alcuna indicazione” che Washington intenda cambiare approccio.

Barry Pollack, uno degli avvocati difensori di Assange, ha così risposto alle indiscrezioni del WSJ:

“È inopportuno per gli avvocati di Assange commentare mentre il suo caso è all’esame dell’Alta Corte del Regno Unito, se non per dire che non ci è stata data alcuna indicazione che il Dipartimento di Giustizia intenda risolvere il caso e che gli Stati Uniti continuano con la stessa determinazione di sempre a chiedere la sua estradizione per tutti i 18 capi d’accusa, con la possibilità di esporlo a 175 anni di carcere.”

Assange è accusato di aver violato l’Espionage Act del 1917 e il Computer Fraud and Abuse Act per aver diffuso documenti militari statunitensi classificati che implicano direttamente le autorità di Washington in crimini di guerra commessi in Iraq e Afghanistan.

Ha fondato WikiLeaks nel 2006. L’editore no-profit è diventato famoso nel 2010 quando ha pubblicato un video trapelato dall’interno di un elicottero americano mentre attaccava civili e giornalisti in Iraq. Nello stesso anno WikiLeaks pubblicò centinaia di migliaia di documenti statunitensi sulle guerre in Iraq e Afghanistan, nonché migliaia di dispacci diplomatici statunitensi. 

L’uso da parte di Washington dell’Espionage Act per perseguitare Assange rimane controverso, poiché il giornalista di origine australiana ha pubblicato, ma non ha rubato, il materiale riservato in questione.

Assange è diventato un simbolo della libertà di stampa. Molti a livello globale sostengono che sia nell’interesse pubblico che WikiLeaks pubblichi informazioni sui crimini di guerra e che Assange sia perseguitato per ragioni politiche.

Dopo quasi cinque anni di isolamento nella prigione di Belmarsh e con il peggioramento delle sue condizioni di salute, Assange quest’anno ha iniziato un’ultima campagna per evitare di essere estradato negli Stati Uniti. Il mese scorso, l’Alta Corte del Regno Unito ha rinviato la decisione sulla concessione ad Assange di un’ultima possibilità di presentare ricorso contro la sua estradizione.