Una replica al ‘Corriere della Sera’ sulla questione Stalin

di Alessandro Pascale
 

Con un articolo di Fabrizio Dragosei, pubblicato in data 22 giugno 2018 sul sito https://www.corriere.it/esteri/18_giugno_23/ordini-tardivi-confusi-stalin-non-fermo-nazisti-242c4e54-7657-11e8-891d-7017f1270990.shtml, l’intellighenzia borghese italiana compie un attacco storiografico tanto eclatante quanto patetico, in quanto smentito ormai da anni dalla storiografia non asservita agli interessi degli Yankees. Sul perché Fabrizio Dragosei non sia al corrente di tali sviluppi storiografici ragiono nel mio prossimo libro, “Il Totalitarismo “Liberale”. Le tecniche imperialiste per l’egemonia culturale”. Per ora mi limito a far sapere alla Redazione del “Corriere della Sera”, ai docenti, agli studenti (piccoli e grandi) e agli appassionati di Storia contemporanea che possono trovare facilmente una smentita dettagliata alle affermazioni davvero imbarazzanti fatte da Dragosei.

Sconvolto dal livello di revisionismo storico con cui si è giunti ad una vera e propria riscrittura ufficiale della Storia, ho infatti da circa 6 mesi pubblicato gratuitamente sul sito www.intellettualecollettivo.ituna serie di materiali raccolti in un libro di 2500 pagine che ho titolato, in previsione di articoli come quello di Dragosei, “In Difesa del Socialismo Reale e del Marxismo-Leninismo”. Per quanto riguarda la vicenda qui riportata, cioè la presunta incompetenza e le colpe di Stalin durante la Seconda Guerra Mondiale, faccio presente che nel primo volume, al capitolo 10, paragrafi 11-11.5 (pagg. 906-916), si troverà un saggio di Domenico Losurdo che già da anni ha inquadrato la questione in una prospettiva assai più complessa da quella offerta da Dragosei e più in generale dalla storiografia borghese anticomunista. Consiglio la lettura anche dell’ultimo paragrafo, ossia l’analisi che fece Stalin stesso della Seconda Guerra Mondiale. Sono senz’altro materiali utili per sentire “l’altra campana”, anche se mi rifiuto di considerare che esistano diverse verità. La verità storica è una, e di certo non è quella offerta quotidianamente dalla redazione del “Corriere della Sera”.

Chiudo con un invito all’intellighenzia progressista (se esiste ancora) ad insorgere contro questa vergogna propagandistica; si osi tornare ad alzare la voce contro i meccanismi subdoli di inquinamento dell’immaginario culturale. Il silenzio degli intellettuali è assordante e non fa altro che il gioco dell’imperialismo, con cui la Borghesia sta distruggendo la possibilità per le future generazioni di avere una vita dignitosa e realmente libera. È arrivato il momento di dire chiaro e forte che il vero totalitarismo è quello in cui viviamo, nel quale la classe dominante riesce ad attuare un controllo sociale ormai di tipo orwelliano.