Con chi andiamo via?

 

Ieri sera mezza Italia era incollata al video a vedere il programma di Fabio Fazio. L’attenzione era tutta legata alla presenza di Roberto Maroni che non si è ben compreso in che veste ha partecipato al programma. In veste di Ministro, o in veste di rappresentante del partito a cui è legato? Il dubbio c’è!
Fazzolettino verde appenna accennato nel taschino, che nel Terzo Millennio è un tocco che si potrebbe definire¬†”provinciale”, ma agli Italiani sta bene questo provincialismo, come stanno bene tante altre cose. Chiudo l’argomento, diciamo istituzionale, e dal titolo bisogna decidere con chi andare via. Io direi che è meglio andare via con David Anzalone. Il suo show ieri sera a “Vieni via con me” è stato indescrivibile sotto il profilo emozionale.
La Rai ha caricato il suo intervento in Rete e ve lo porgo. Gustatevi questo ragazzo che ha chiuso il finale del suo show con la frase “perchè Noi non facciamo un cazzo. Quel “Noi” sono gli handicappati. Io ed mio fratellino fiabologo ci siamo molto commossi. Quel finale è stato un vero colpo al cuore!
Se non avete potuto vedere David, oggi in un momento di tranquillità, guardatelo con attenzione ed alla fine forse penseRete che al mondo non abbiamo bisogno di eroi.
Il mondo ha bisogno di persone coraggiose. Di persone coraggiose come David Anzalone!
Ora Fratel RobertoAldo vi saluta, vado a controllare il fratellino maghetto che da quando ha iniziato le trasmissioni con il suo ‚ÄúVideoPolpettone della sera‚Äù è tutto il giorno attaccato al piccì a fare le prove. Dovreste vederlo. Scene da manicomio in piena regola!
Nell‚Äôattesa, oltre al Video di David Anzalone, fate un salto a vedere il VideoPolpettone di ieri sera del fratellino che, forse non farà molto ridere, però diciamolo tra Noi in gran segreto. Il fratellino ci sta mettendo il Cuore. Stasera ci sarà la Sesta puntata del suo show e vedremo cosa combinerà!
Fratel RobertoAldo saluta e fate girare lo show di David Anzalone. Un essere umano che ci mette la faccia ed un grandissimo coraggio.

Video Le opportunità dell’essere handicappati¬† di David Anzalone a “Vieni via con me”

Official Site David Anzalone

Beppe Grillo (35,9) supera nei sondaggi Silvio Berlusconi (32,4)

Ieri il Premier a Lisbona ha parlato anche di politica interna ed ha sfoderato i sondaggi: ”L’ultimo mi dà al 56% dei consensi”. Dalla rilevazione periodica Demos “Atlante Politico”, chiaramente riferito al panorama italiano, però salta fuori un dato che forse il Presidente del Coniglio non conosce, oppure qualcosa potrebbe essergli sfuggito.
Beppe Grillo si attesta al 35,9 e Silvio Berlusconi 32,4. Altri nomi risultano nei sondaggi a superare il Premier, però essere superati da un personaggio “non politico”, anzi da un comico, è non solo un segnale. Nel sondaggio Demos del 13 Settembre 2010 il Premier era al 37,6 e Beppe Grillo al 31,2.
Forse il vero contendente è proprio un Beppe Grillo, un nemico di cui il Premier non parla mai? Nell’attesa di vedere cosa succederà a questo governo, ma sopratutto cosa ci sarà dopo, sempre sperando in Libertà, arrivederci al prossimo post dal vostro affezionato Cartapazio Bertollotti.

Nov.2010 “24mo Atlante Politico” & “23mo Atlante Politico” Sett. 2010 from Demos.it

[vimeo]http://vimeo.com/400282[/vimeo]

Prendere la mafia per i maroni, non basta

antonio_iovineOggi sono in vena di congetture e perciò, a leggere la notizia dell’arresto di Antonio Iovine, boss della Camorra latitante da oltre 14 anni, mi viene da pensare che il capo-clan, per sfuggire alla cattura, si fosse rifugiato in un qualche cilindro magico, di quelli dai quali anche i prestigiatori alle prime armi tirano fuori fazzoletti e colombe. Sembra che Iovine possa rappresentare la colomba del cilindro di Maroni, ovviamente nel senso di simbolo della pace concessa a Saviano, dopo le polemiche scaturite dal monologo dell’ultima puntata di “Vieni via con me” dello scorso 15 novembre. E invece no, il boss latitante non era nascosto in un cilidro magico, ma in un normalissimo appartamento a Casal di Principe. Quando si dice che le i nascondigli migliori sono quelli più banali. Come il portafogli che cerchi in tutta casa senza trovarlo e poi ti accorgi di averlo in tasca.

Certo che i miei sono solo insani pensieri, viziati dal ricordo, ad esempio, di Gaspare Spatuzza, boss affiliato al clan dei fratelli Graviano, che accusò Berlusconi di aver messo il Paese nelle mani della mafia. Era il 4 dicembre 2009 ed il giorno dopo i titoli dei giornali erano concentrati sull’arresto dei boss Nicchi e Fidanzati.
Certamente sarà stata una coincidenza. Che grosso modo si è ripetuta qualche mese dopo, quando ci fu, a metà luglio 2010, la famosa maxi retata contro la ‘ndrangheta, preceduta, di pochi giorni, dalla notizia della condanna per mafia di Dell’Utri, co-fondatore di Forza Italia insieme a Sivlio Berlusconi.

Quello che è certo, invece, all’opposto delle mio spicciolo immaginario dietrologico, è un uso propagandistico di questi successi. Non c’è bisogno di riportare citazioni di membri del governo attuale, da Berlusconi a Maroni, per ricordare il solito panegirico dell’esecutivo in materia di lotta alla criminalità organizzata, troppo spesso dimenticando il lavoro, quello sì encomiabile, della magistratura e delle forze dell’ordine nel combattere le mafie.
Ma anche in questo caso, è difficile non notare come gli arresti, seppure eccellenti, si riferiscano all’ala militare delle organizzazioni mafiose. E’ ovvio che le mafie non si combattono solo su quel fronte, essendo quello mafioso un sistema di potere che si regge, come afferma il procuratore generale Roberto Scarpinato nel libro-intervista Il ritorno del Principe, su un codice culturale della corruzione. Insomma, non basta fare i duri e prendere, come si dice, il toro (la mafia in questo caso) per le palle (o per i maroni che dir si voglia).
Si capisce, quindi, come quegli arresti, seppure duri colpi all’organizzazione militare delle mafie, non bastano a sconfiggerle. E’ come catturare una lucertola dalla coda: si stacca e dopo un po’ ricresce, ma intanto il rettile scappa via e continua la sua corsa. Anche per questo non ho mai capito l’apprezzamento spropositato di Saviano nei confronti di Maroni, quando di lui disse che ¬´sul fronte antimafia è uno dei migliori ministri dell‚ÄôInterno di sempre¬ª.

Sono convinto che Guy Debord, se fosse ancora in vita e avesse avuto la possibilità di giudicare più ampiamente le attività del governo, avrebbe confermato la sua tesi, riportata nei “Commentari alla società dello spettacolo”, secondo la quale ¬´ci si sbaglia ogni volta che si vuole spiegare qualcosa opponendo la mafia allo Stato: essi non sono mai in rivalitପ.
In questo senso, che lo scudo fiscale abbia dato una bella mano alla protezione dei capitali mafiosi è ormai cosa detta da più parti. Così come è evidente che i tagli ai fondi da destinare alle forze dell’ordine vadano in senso opposto alla lotta alla criminalità organizzata. E non si può considerare un’azione di lotta dura alle mafie, la norma approvata in Parlamento con la quale si prevede che “i beni [‚Ķ] di cui non sia possibile effettuare la destinazione o il trasferimento per le finalità di pubblico interesse ivi contemplate entro i termini previsti dall‚Äôarticolo 2-decies [180 giorni dalla confisca definitiva, ndr], sono destinati alla vendita”. Non è difficile immaginare che fine faranno i beni non destinati al pubblico interesse e perciò venduti all’asta (quando la norma fu approvata, quasi un anno fa, si parlava di ben 3500 beni all’asta!).

Ora, giorni di crisi profonda sono annunciati per il governo e c’è già chi ride amaro sulla necessità dell’esecutivo di arrestare Matteo Messina Denaro, nelle prossime settimane. Ne saremmo ovviamente tutti molto contenti, mantenendo però la speranza che a sempre meno persone la vista sarà offuscata dal fumo della propaganda politica.

[fonte: postillanea.blogspot.com]

Ressa con scorta di Maroni “Giornalista ricoverata all’ospedale”

Una giornalista di Sky è rimasta contusa nelle fasi concitate dell’uscita del ministro dell’Interno Maroni dalla sala di Castel dell’Ovo, a Napoli, dove si è svolta un’iniziativa per le scuole dell’Unione industriali di Napoli. Alessandra del Mondo ha cercato di avvicinarsi con il microfono al ministro, ma un poliziotto l’ha bloccata sollevandola da terra e trattenendola per alcuni secondi.
La cronista ha accusato difficoltà di respirazione ed è stata colta da un malore, scoppiando in lacrime. La donna è stata accompagnata all’ospedale Loreto Mare dove i medici, dopo aver eseguito una ecografia e una radiografia, le hanno diagnosticato un trauma toracico-addominale da schiacciamento, guaribile in cinque giorni.

Fonte News NapoliRepubblica.it 28 Sett.2010

Perchè non destinare i soldi sequestrati alla mafia alla Scuola Pubblica?

School is finally closed
Creative Commons License photo credit: mauspray

Sul sito del Ministero dell’Interno si legge che in tema di sequestro di beni alla mafia, il Ministro Maroni vuole ripianare i tagli alle Forze dell’ordine con le somme del Fondo unico di giustizia sostenendo che ¬´Spero che entro la fine dell’anno le risorse possano arrivare a 2 miliardi e mezzo¬ª

In sostanza l’obiettivo è di arrivare a 2 miliardi e mezzo entro la fine del 2010 per ripianare, con i soldi in contanti sequestrati alla mafia e alle altre organizzazioni criminali e custoditi nel Fondo Unico di giustizia, i tagli subiti dal ministero dell’Interno.
Questo è l’obiettivo dichiarato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni che ha risposto ad una interpellanza urgente alla Camera dei deputati presentata dai deputati Lo Presti e Bocchino.

¬´Nel Fondo – ha dichiarato Maroni – confluiscono le somme e i titoli che vengono sequestrati nel corso delle operazioni contro la criminalità organizzata. Al primo settembre di quest’anno risultano intestate al Fondo risorse per un valore di 2 miliardi e 200 milioni di euro. Soldi che sono stati recuperati e che possono essere immediatamente riutilizzati. Quanto ai titoli sequestrati, la legge di recente approvata in Parlamento, ci permette di venderli¬ª e di monetizzare il ricavato.

¬´La legge – ha spiegato Maroni – prevede anche le procedure di assegnazione di questo tesoro. Confido che, grazie a questo provvedimento, sia possibile ripianare le riduzioni di bilancio che sono state fatte anche al ministero dell’Interno. Sono risorse straordinarie che noi abbiamo tolto alla mafia. Spero che entro la fine dell’anno – ha concluso il ministro – queste risorse possano arrivare a 2 miliardi e mezzo in modo da compensare le riduzioni e aumentare la disponibilità dei finanziamenti da mettere a disposizione delle Forze dell’ordine¬ª.

Maroni ha ricordato che :
¬´in due anni e quattro mesi di vita del governo – ha riferito il titolare del Viminale – il valore complessivo dei sequestri supera i 13 miliardi di euro, due volte e mezzo in più rispetto al periodo precedente. Le confische dei beni sono aumentate, raggiungendo un valore di 3 miliardi circa¬ª.

Come è noto il mondo della Scuola è stato oggetto di rilevanti tagli che hanno comportato lo stato di disoccupazione per tantissimi docenti c.d.precari, che hanno comportato condizioni di disagio strutturale nelle scuole, che hanno comportato in sostanza una grande agonia per l’intero settore dell’Istruzione Pubblica Italiana.

I Governi siano essi di destra o sinistra, quando si tratta di combattere contro lo Stato nello Stato ovvero la mafia, tendono sempre a parlare di numeri, cifre, di sequestri di beni, di latitanti arrestati ecc. Si parla sempre delle carenze organiche e strutturali che caratterizzano le forze dell’ordine nonchè la magistratura impegnata a contrastare a livello repressivo la mafia.

Ma si parla sempre di repressione legalitaria.

Come sarà noto ai più, la mafia, sia essa quella calabrese, siciliana, pugliese, campana ecc, che è ben radicata nel nord italia da anni, è prima di ogni cosa un fenomeno culturale. Sin dal tempo della frequenza delle scuole medie i ragazzi, parenti dei mafiosi, figli dei mafiosi, tendono ad evidenziare il loro status ricattando docenti e compagni di scuola. Anche con la violenza.

Lo status del mafioso, onore e rispetto.

Ecco l’ Omertà.

Il timore.

Il silenzio.

La mafia avanza.

La mafia governa le paure.

La repressione non potrà mai da sola sconfiggere la mafia, ciò è follia,ciò è illusione. Certo colpire le mafie direttamente nelle loro “tasche”, è una gran cosa, ma ripeto,ciò non è utile per reprimere totalmente il fenomeno mafioso.

La scuola pubblica ha il dovere etico e morale di colmare questo vuoto e stato d’ignoranza diffusa affermata e radicata in determinate aree territoriali.

La c.d cultura della legalità diffusa nelle scuole tramite alcune iniziative istituzionali caratterizzate per esempio dal regalo di matite “antimafia” agli studenti, dall’organizzazione di convegni presso scuole di polizia, con l’intervento, quando succede, nelle scuole stesse dei magistrati che combattono la mafia, può essere definito come utile ed efficace strumento per contrastare a livello culturale e sociale la mafia?

Ovviamente no.

In questo paese la lotta alla mafia è stata quasi integralmente “affidata” alla repressione di Stato nello Stato.

Alla repressione legalitaria gestita dalla forze dell’Ordine.

Contrastare la falla mafia con il tampone limitato e temporaneo della repressione legalitaria comporterà presto l’esplosione della maledetta falla mafia.

Quale miglior modo per contrastare la mafia se non investendo nella Scuola Pubblica Italiana?

I soldi ci sono, dice con orgoglio il Ministro Maroni.

Io ripeto che la mafia esiste.

La mafia è estesa in tutto il paese.

La mafia c’è.

Allora cari governanti, perchè non intervenire e destinare una buona parte di quelle enormi cifre sequestrate alla mafia al mondo dell’Istruzione? Quanti posti di lavoro salveremmo? Quanti edifici scolastici potrebbero essere, finalmente, strutturati a norma di legge? Quante carenze organiche, strutturali e qualitative potrebbero essere colmate con una sola minima parte di quei miliardi di euro sequestrati alla mafia? Investire nella scuola pubblica è l’unico modo per contrastare veramente la mafia. Investire nel personale docente, investire nelle strutture, investire per una scuola che riesca ad intervenire in situazioni di disagio sociale senza alcun timore, investire nella scuola per l’educazione ad altro senso di Stato e civiltà e forma mentis, è necessario, si deve.

Solo in questo modo è possibile contrastare il fenomeno mafioso.

Perchè se il tutto viene “gestito” solo come questione di repressione legalitaria allora vuol dire che del fenomeno mafia non si è compreso ben nulla.

Spero che questa riflessione non cada nel vuoto.
http://baronemarco.blogspot.com/

Berghem Fest “Foto & Video”

Fumogeni e petardi hanno interrotto a lungo il dibattito tra i ministri Maroni, Tremonti e Calderoli al ¬´Berghem Fest¬ª ad Alzano Lombardo. Sono stati i tifosi dell’Atalanta che hanno fatto irruzione per protestare contro la tessera del tifoso.

Tutte le foto, la Notizia in integrale ed il Video from Corriere.it 26 Ag.2010

Il caso della card che non c’è di Roberto StraccaIl blog

Tessera del tifoso, prime trasferte: nuove misure d’emergenza

Sabato all’Olimpico la protesta “civile” degli ultrà giallorossi

Tifosi Atalanta a Festa della Lega interrompono comizio di Maroni

Ultrà dell’Atalanta hanno interrotto Il comizio del Ministro Roberto Maroni al Berghem fest di Alzano Lombardo. I tifosi hanno fatto irruzione alla festa leghista con una scarica di petardi e fumogeni che hanno bloccato l’intervento del numero uno del viminale. L’improvviso scoppio di alcuni petardi ha allarmato gli agenti della scorta.
Mentre il ministro stava parlando, in platea si sono sentite nove esplosioni dietro al palco.
Le forze dell’ordine si sono subito schierate e ora ci sono alcune automobili in fiamme.
I tifosi, diverse decine secondo alcuni testimoni, si erano radunati in un bar del paese per poi dirigersi verso la festa, che ospitava il ministro dell’Interno.

Fonte stralcio & Notizia integrale from Repubblica.it

No Cota? No party

Alla Festa del Pd, forfait di Tremonti, Calderoli e Maroni. “Poco democratici, senza Cota non andremo. “La decisione dei ministri dopo il mancato invito al governatore del Piemonte. “Gli organizzatori non accettano il voto popolare”. La replica: “Pretesto per sottrarsi al confronto”.
Prima ancora del suo inizio, la festa nazionale del Pd, in programma a Torino dal 28 agosto al 12 settembre, fa discutere per la lista degli assenti. Il mancato invito al governatore del Piemonte Roberto Cota 1, motivato con la necessità di “non legittimare” il leader leghista come presidente, alla luce dei ricorsi elettorali in corso, provoca il forfait polemico dei ministri Giulio Tremonti, Roberto Calderoli e Roberto Maroni. Una decisione giustificata con l’atteggiamento “non democratico degli organizzatori della festa del Pd che non accettano il voto popolare e neppure rispettano le istituzioni”.

Quanto sopra un breve stralcio della notizia che potete leggere in integrale al seguente link.
Chiaramente una pausa di riflessione ci è dovuta, non sull’accaduto ma su quanto sta accadendo a Palazzo, o forse c’è qualcosa di più di cui non si parla e che ci sfugge?
In attesa di novità da Palazzo, e sempre sperando in Libertà, auguro buona lettura e buona visione, ed arrivederci al prossimo post dal Vostro affezionato Cartapazio Bortollotti.

In Padania è Notte dei lunghi coltelli

Il consiglio federale della Lega Nord (ovvero Umberto Bossi) ha scomunicato Terra Insubre, l’associazione culturale varesina che 1) declina il presidio identitario in chiave “piccolo padana” (la supposta “Insubria” comprenderebbe la Lombardia occidentale, il Piemonte orientale e la Svizzera italiana); 2) condivide il proprio logo con le nuove estreme destre europee; 3) ogni anno organizza un festival dagli sponsor eccellenti; 4) vanta tra i propri iscritti il ministro Maroni.

(tratto da: L’AntiComunitarista)