Chiamiamoli col loro nome…gli strani personaggi del pallone e della tv

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Pedro & Frank de la “Posta del Gufo” scrive, personalmente condivido e sottoscrivo: “So che quello che leggerete potrà non piacere a tutti.
Capita anche a me, qualche volta, di non essere d’accordo con ciò che leggo, ma stavolta non cercate di trovare un compromesso, quello che scrivo, giusto o sbagliato, è una convinzione che deriva da una lunghissima meditazione sull’argomento e il fatto che mi riferisca, per comodità, a personaggi recenti non deve essere preso per qualcosa di personale verso questa o quella figura, piuttosto verso un atteggiamento che sta diventando maggioritario e che, francamente, non condivido e non voglio condividere.
Ho appreso con grande gioia che l’allenatore dello Sporting Gijon ha definito José Mourinho “una canaglia” e che gli spagnoli, molto meno accondiscendenti all’esterofilia di noi italiani, lo chiamano “el traductor”, perché prima di diventare lo “Special One” era quello che ripeteva in spagnolo ai giocatori del Barcellona ciò che predicava Van Gaal in inglese.
In Spagna un personaggio come lui, che vilipende i colleghi in pubblico e poi li blandisce con gli SMS invitandoli ad assistere ai suoi allenamenti, intimidisce continuamente il quarto uomo ed il direttore di gara, se mediocri, salvo poi comportarsi in maniera quasi irreprensibile quando trova uno dei rari arbitri “con los cojones”, che esulta smodatamente e in maniera spesso provocatoria, che abbandona le conferenze stampa, che sfotte professionisti pagati la centesima parte di lui rifiutandosi di rispondere o usando il tormentone ripreso da “Colorado café” : “No è mio problema”, lo chiamano ancora così: canaglia.
Noi da tempo ( e non solo Mourinho, ma anche, in altri campi, per esempio Corona) li chiamiamo “vincenti” , dopo averli chiamati “rampanti” così come chiamavamo “yuppies”, gli stronzi.
Qua la mano amico del Gijon, grazie per aver usato la parola giusta.
Veniamo al caso Cassano.
Ognuno sull’argomento è libero di pensarla come vuole, ma nel mondo in cui vivo io uno che chiama “vecchio di m…” il proprio boss, difficilmente riscuote lo stipendio il ventisette del mese successivo, e probabilmente moltissimi di noi, quando sono in trasferta per lavoro, dormono in alberghi come (se non peggiori di) quello che Fantantonio ha definito “albergo di m…”.
Il giorno dopo però ha chiesto scusa, e, commuovendo qualcuno, si è oferto di pagare una multa di un milione di Euro (come dire: c’ho li sordi e faccio come c… mi pare).
Se lo cacceranno a calci in culo, non verserò, non dico una lacrima, ma neppure una goccia d’inchiostro: gli volevano dare un premio quei tifosi la cui passione permette a lui ed a quelli come lui di vivere una vita che loro non possono neppure sognare. Gli volevano dare un premio, mica gli chiedevano di pulire i cessi.
Basta, la misura è colma, ci vorrà più che un colpo sotto o un tiro ad effetto, per farmi ricredere, caro Cassano, spero tanto che la maglia azzurra finisca sulle spalle di qualcuno, magari meno bravo, ma che non pensa che andare una sera a ricevere un premio e soprattutto l’amore dei suoi tifosi sia una “serata di m…”.
Naturalmente la cosa non è importante, io sono solo uno che in “alberghi di m…” ci ha passato tanti giorni per guadagnarsi la pagnotta, e nonostante ciò so di essere fortunato.
Ne ho strapiene le palle di personaggi così cui tutti sono pronti a riconoscere le attenuanti generiche. d’accordo ha avuto un’infanzia difficile, ma per la miseria, a quanti altri disgraziati, molto meno fortunati di uno come lui, non si perdona “nec iota unum” ed a gente così deve essere concesso di poter insultare pesantemente il proprio datore di lavoro (provate – lo ripeto – a farlo anche voi poi vedrete…) e non solo non pagare dazio, ma sentirsi anche attorno l’affetto di tutti.
Spero che Garrone (tutt’altro che uno stinco di santo) tenga duro e che non sia una manovra per nascondere la cessione di Cassano a un grande club in difficoltà, e che una volta per tutte si insegni, non solo a Cassano, che c’è una misura in tutte le cose.
Per me il calcio è un’altra cosa, ed ho perdonato tutto solo ad uno: Diego Maradona.
E se ora qualcuno Cassano lo paragona a lui, allora è bene che cambi pusher.
Così la penso, così ve l’ho detta, non avevo intenzione né di irritarvi né di contraddirvi, ma se l’ho fatto…”no è mio problema”