Exit poll referendum 2020: sarebbe avanti il NO. Nessuna riduzione del numero di parlamentari

Sorprendenti novità – Alle proiezioni del referendum 2020 che prevede la riduzione del numero dei parlamentari italiani il NO sarebbe avanti dunque se questo sarà l’esito finale tutto resterà come prevede la Costituzione Italiana: nessuna riduzione. Va ribadito che i dati degli exit poll non sono definitivi ma si tratta solo di stime basate su una risicata percentuale di aventi diritto al voto (che peraltro possono anche dare informazioni inesatte in fase di sondaggio).

In termini di affluenza alle urne, nella rilevazione delle ore 12 aveva votato poco più del 12% degli aventi diritto al voto referendario – che è accorpato anche alle elezioni regionali in corso in alcune regioni italiane. I residenti all’estero hanno già votato per posta, come di consueto.

L’iter della riduzione del numero di parlamentari

Il 20 settembre gli italiani sono chiamati a pronunciarsi votando sul referendum costituzionale relativo al taglio del numero dei parlamentari.

Il referendum costituzionale indetto a gennaio 2020 per il 29 marzo scorso è stato posticipato a causa dell’emergenza Covid-19.

La riduzione del numero dei parlamentari, è un punto del programma politico nato dall’accordo tra Movimento 5 stelle M5S e Lega all’indomani della nascita del governo Conte I nel maggio del 2018 secondo il “Contratto per il governo del cambiamento”. Ne è nato un disegno di legge costituzionale che prevede:

  • la modifica dell’art. 59 della Costituzione, con riduzione a 5, del numero di senatori a vita (ossia di coloro “che hanno illustrato la patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico o letterario”) che il Presidente della Repubblica può nominare.
  • la modifica dell’art. 56 della Costituzione italiana, con riduzione del numero dei deputati della Camera da 630 a 400, e della circoscrizione estero con riduzione dei deputati da 12 a 8.
  • la modifica dell’art. 57 della Costituzione italiana, con riduzione del numero dei senatori da 315 a 200 e della circoscrizione estero da 6 a 3. Ogni regione italiana inoltre avrà un numero minimo di senatori, non più di 7 (come attualmente previsto) ma di 3.

Il testo del quesito che gli elettori troveranno sulla propria scheda è il seguente: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente “modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari?”

È sufficiente la maggioranza dei sì, a prescindere dal numero dei votanti, perchè la modifica venga promulgata. In caso di prevalenza dei no invece, gli articoli 56, 57 e 59 rimarranno invariati. Infatti, in questo tipo di referendum non c’è quorum (solitamente il 50%+1).

Le ragioni di chi vota Sì

I sostenitori del Sì argomentano che:

  • la riduzione dei costi della politica, per un risparmio complessivo di oltre 80 milioni di euro annui;
  • l’auspicata maggiore efficienza del funzionamento del parlamento, in ragione del minor numero di parlamentari.

Le ragioni di chi vota NO

Secondo i sostenitori del NO, che includono anche parlamentari e attivisti del M5S, invece:

  • i benefici invocati sulla riduzione dei costi della politica sarebbero irrisori, incidendo per pochi euro all’anno per ciascun italiano;
  • il miglioramento dell’efficienza del parlamento non sarebbe un automatismo collegato al minor numero di parlamentari, quanto piuttosto una conseguenza dei meccanismi di formazione del processo legislativo che la riforma lascia invece intatti;
  • la riduzione del numero dei parlamentari creerebbe invece seripericoli in ordine alla rappresentatività del popolo in parlamento. La drastica riduzione del numero dei senatori infatti, determinerebbe la mancanza di rappresentanti provenienti dai territori più piccoli. L’Italia avrebbe un deputato ogni 151 mila abitanti e un senatore ogni 302 mila abitanti (il testo originario della Costituzione prevedeva un deputato ogni 80 mila abitanti ed un senatore ogni 200 mila), con il numero più basso di parlamentari di tutti i grandi paesi d’Europa. Il ruolo del Parlamento neresterebbe quindi complessivamente svilito ed indebolito.

Occorre ricordare che l’eventuale riduzione del numero di parlamentari avverrà dopo lo scioglimento delle camere o alla prima cessazione dell’attuale legislatura e comunque non prima di 60 giorni dalla entrata in vigore della legge. Pertanto la modifica non andrà a toccare l’attuale Parlamento, ma la prossima legislatura.

 

Elezioni Politiche 2018: straordinaria vittoria del M5S, Italia divisa in due

Elezioni Politiche 2018 Italia

Il nuovo parlamento

Riepilogo risultati elezioni 2018

Trionfo del M5S con percentuali altissime soprattutto al Sud dove fa ‘cappotto’ in numerose regioni (prende tutti i seggi). Grave sconfitta per il Pd: Renzi si dimette, ma resta ancora sulla poltrona temendo che alcuni del PD sostengano un governo M5S.

Dominio della Lega nel Lombardo-Veneto. La situazione al momento è paralizzata: al centrodestra mancano circa 50 deputati, al M5s quasi 90. Un punto di partenza potrebbe essere la maggioranza che eleggerà i presidenti delle Camere

Il Movimento 5 stelle (M5s) aumenta i propri voti di oltre 1,5 milioni, passando da 8.704.809 nel 2013 a 10.522.272 di ieri. Una crescita di 7,1 punti percentuali (dal 25,5% al 32,6%). Il primo partito italiano, con una distribuzione dei consensi ampia sul territorio nazionale, sebbene con un maggiore insediamento nelle regioni del Centro-sud, cresce del 20,9% sui valori assoluti delle precedenti elezioni politiche. Si tratta di un fenomeno infrequente per i partiti “nuovi”, il cui risultato alle elezioni successive al debutto spesso si traduce in una débâcle tanto che spesso in letteratura si fa riferimento al concetto di flash party. Questi risultati indicano invece che il M5s non è un partito passeggero o estemporaneo rispetto alla storia politico-elettorale italiana, bensì un attore politico in corso di progressiva strutturazione territoriale e destinato a durare nel tempo, al di là degli accadimenti locali che lo contraddistinguono.

TUTTI I RISULTATI ELETTORALI

Scarica l’analisi sul voto fatta dall’Istituto Cattaneo (PDF)

 

 

Elezioni: M5S alla volata finale oltre il 40%. Exit Poll e proiezioni a partire dalle 23

exit poll proiezioni elezioni

In attesa degli exit poll, i sondaggi non possono essere diffusi, neppure i tanti sondaggi clandestini circolati in queste ore sotto banco, ma ormai appare chiaro che la vittoria del Movimento 5 Stelle sarà ancora più netta di quanto non si pensasse sino a pochi giorni fa, soprattutto al Sud.

Il PD è dilaniato dal gravissimo scandalo sui rifiuti che ha coinvolto i De Luca, messo a nudo dall’inchiesta di FanPage, oltre allo scandalo Consip, alle candidature imposte come la Boschi a Bolzano, a gran parte del partito e degli elettori fuggiti in Liberi e Uguali, la formazione di Bersani, D’Alema e Grasso che annovera anche Vendola, Civati, Fassina e tanti altri esponenti di sinistra.

Nel centrodestra Berlusconi arriva stracotto con le solite promesse che gli italiani conoscono da 25 anni e un candidato premier (Tajani) messo lì per arginare gli estremismi della Lega di Salvini e della Meloni.

Il resto non pervenuto. Il M5S invece si presenta con una squadra di governo fatta da straordinarie personalità del mondo accademico, un programma di investimenti per il Paese e il reddito di cittadinanza che sconfiggerà definitivamente la povertà. Non ci sono paragoni dunque è plausibile che il risultato giocherà a favore della compagine di Luigi Di Maio.

Intanto l’affluenza alle urne è più alta del solito. C’è caos alle urne, ritardi nello spoglio del voto estero. I primi exit poll e le prime proiezioni arriveranno a partire dalle ore 23.

Sondaggio Elettorale Online: Chi voteresti alle Elezioni Politiche 2018?

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Sondaggi Elettorali Online: Chi voteresti alle Elezioni Politiche 2018?

Attenzione, si fa presente che questo non è un sondaggio ufficiale e non ha alcuna valenza ma solo una consultazione goliardica, mancando di qualsivoglia caratteristica di campionamento della popolazione e non potendo garantire al 100% che un utente indichi più di una preferenza.

Il Movimento 5 Stelle al No-B Day 2 del Popolo Viola

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Molti si chiedono se il Movimento 5 Stelle parteciperà o no al No-B Day 2 organizzato Sabato 2 Ottobre dal Popolo Viola a Roma.
Trattandosi di due movimenti civili autonomi e privi di struttura organizzativa – ¬†il PV non dispone neppure di uno statuto né di alcun rappresentante politico eletto sotto la sua bandiera – mi pare che la risposta si posa desumere dall’evidenza dei fatti e da un po’ di logica.
L’evidenza dei fatti vedrà certamente molti degli iscritti al 5S presenti anche alla manifestazione del PV, anche il sottoscritto tra pochi minuti. Presumibilmente tra i partecipanti al Woodstock cesenate di una settimana prima vi erano molti sostenitori del PV che sfilano oggi a Roma.
La logica inoltre, riscontrando una comunanza di obiettivi ed un’assenza di incompatibilità, suggerirebbe che il 5S aderisca al No-B Day 2.
Se una stampa evidentemente faziosa, giocando sulle scelte personali di chi anima il movimento, va a cogliere eventuali personalismi pubblicando dichiarazioni secondo cui 5S aderisce o meno al PV si tratta pur sempre di un’affermazione parziale.
Io come iscritto partecipo e come me molti altri quindi è vera l’affermazione secondo cui 5S partecipa al No-B Day 2, non essendoci esplicitamente dichiarazioni ufficiali in contrasto, ma questo fatto resta pur sempre nel novero personale, sebbene presumo maggioritario.¬†Se qualcuno non dovesse partecipare varrà altrettanto.
L’Italia dei Valori (Di Pietro) e Sinisrta e Libertà (Vendola) partecipano in forma decisa (avendo anche nel frattempo riempito di manifesti – alcuni abusivi – la città di Roma) perché dall’evento ha da trarre un privilegio mediatico, esponendo simboli e leader. Il PD al solito aspetta la fine per rilasciare qualche dichiarazione ‘peggiorista’ che nel migliore dei casi sottolineerà la presenza di qualche esponente “a titolo meramente personale” (v. Bindi).
Nel 5S invece manca un leader ufficiale, un gotha, esistono solo degli eletti, altri referenti (v. De Magistris e Alfano) sono stati allontanati (o si sono allontanati), ma la figura di Beppe Grillo, fondatore e unica voce in capitolo ufficiale a livello nazionale, resta sempre la più influente. Il Movimento 5 Stelle fortunatamente non è più solo un movimento di ‘grillini’. Ci sono persone slegate da questo rapporto di sudditanza verso il pensiero del leader e ciò non significa affatto che esistano ‘correnti’ o altro. Esiste semplicemente dibattito. Esistono anche arrivisti che tramite il movimento sperano nel carrierismo politico, accade negli orti di tutti i simboli in crescita, quando si vive in odor di elezioni…
Ora, Grillo non ha promosso per niente il No-B Day 2 sul proprio blog, molto influente. Questo fatto evidente a tutti da un lato dispiace, dall’altro probabilmente risulta un bene, perché consente a certa stampa famelica di non snaturare il tutto come una piccola manifestazione di partito – o di movimento. Fa più scena, clamore e paura una manifestazione spontanea, qual’è il No-B Day, animata solo da cittadini liberi, da una rete caotica che riesce ad agglomerare unità nutrite di persone e idee verso un obiettivo condiviso – e il tutto resiste al tempo – mentre i partiti, nel giro di pochi giorni o al massimo mesi, si parcellizzano in miriadi di personalismi impercettibili.
Purtroppo, certa stampa famelica, ora dirà che Grillo è contro il PV. Non mi pare, se fosse così sarebbe davvero triste. Ma Grillo in fin dei conti, per quanto influente, non potrà mai permettersi il lusso di controllare le menti degli iscritti 5S, se è vero che queste sono libere e piene di coscienza propria. Cosa differente dal mare di voti legati a questo piuttosto che a quel parlamentare che trasborda da un partito all’altro con operazioni di piccolo cabotaggio a scopi meramente personali.
Il Movimento 5S è altra cosa, quindi a mio avviso partecipa a pieno titolo al No-B Day 2, ma lo fa con la sua risorsa principale, gli iscritti, e non con i simboli vuoti che caratterizzano gli altri partiti per i quali iscritti e militanti sono interinali/precari/hostess della democrazia.

Sarebbe comunque auspicabile un commento di Grillo sulla manifestazione.