Antonio Di Pietro annuncia: il 29 luglio presenteremo le firme dei referendum in Cassazione

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Creative Commons License photo credit: Carlo Costantini

Nel corso di un incontro coi giovani tenuto nella serata di mercoledì 14 luglio presso il Ristotheatre di Roma, il leader dell’ Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha annunciato che il prossimo 29 luglio saranno presentate presso la Corte di Cassazione le 500.000 firme necessarie a chiedere l’organizzazione di una consultazione referendaria per tre quesiti: abrogazione del legittimo impedimento (leggasi impunità per la casta di governo), abrogazione della legge che privatizza l’acqua (acqua pubblica!) e abrogazione delle norme che re-istituiscono la generazione di energia nucleare in Italia.

Tre referendum contro politiche del governo lontane dalla volontà popolare, tant’è che la campagna referendaria è stata un successo (firme raccolte in pochi mesi). Ora si spera che la Cassazione non bocci i quesiti.

L’eventuale (secondo molti ormai imminente) caduta del governo Berlusconi (che Di Pietro etichetta come il quarto referendum, il più importante) farebbe slittare le consultazioni referendarie.

Nel corso dell’incontro Di Pietro ha festeggiato anche il superamento di 100.000 fans su Facebook (primo politico in Italia, un numero maggiore dei fans di Berlusconi e Bersani sommati), inoltre con il prof. Tranfaglia, storico e responsabile del settore cultura dell’IdV ha annunciato l’avvio di una nuova Scuola di Comunicazione Politica per 200 giovani.¬†Festeggiamenti e brindisi anche per le dimissioni (forzate) di Nicola Cosentino, l’esponente campano del PdL su cui pende un mandato di arresto per coinvolgimento con la camorra.

Unica nota stonata della serata la presenza in prima linea di Gianfranco Mascia il quale, oltre a presentare l’evento, parlava apertamente a nome dell’IdV. Solo pochi giorni fa invece incontrava il vicepresidente del Partito Democratico, Ivan Scalfarotto, in qualità di rappresentante del Popolo Viola, facendo andare su tutte le furie gli stessi componenti del Popolo Viola i quali non gli riconoscono alcuna autorità a parlare a loro nome – non è la prima volta che accade.

Il PD, alla disperata ricerca di voti, s’inventa un dialogo col Popolo Viola. Ma la verit√† √® un’altra…

pd e popolo viola non c'entrano nulla
SCREENSHOT L’articolo ‘incriminato’ sull’Unità

Riportiamo volentieri un post pubblicato sul sito ufficiale del Popolo Viola (ilpopoloviola.eu) in cui si sottolinea come le voci secondo cui il Partito Democratico stia cercando un dialogo/accordo/non-sappiamo-cosa con lo stesso Popolo Viola siano assolutamente fantasiose, prive di fondamento. Da tempo un tale Gianfranco Mascia si autodefinisce in più occasioni portavoce/rappresentante/membro del Popolo Viola che, invero, non ha rappresentanti o portavoce ufficiali e, ogni volta che parla, anteponendo il suo nome, scatena l’ira delle centinaia di migliaia di attivisti viola che non lo conoscono, non sanno chi sia.

Ora, il Partito Democratico, che prevede un quasi imminente crollo del berlusconismo, si ritrova alla disperata ricerca di voti per risalire dal quel (più che giusto) 25% in cui è D’Alema e soci l’hanno confinato, così, tramite un organo di stampa vicino, L’Unità (che percepisce il finanziamento pubblico all’editoria), dirama una notizia falsa (foto): quella secondo cui il Popolo Viola abbia aperto un dialogo con il PD. In realtà si tratta del dialogo tra due marginali, il Mascia, appunto, e un certo Scalfarotto, che da anni lo sentiamo come alternativa del centrosinistra (in effetti alle primarie raccolse l’invidiabile cifra dello 0.5% che oggi gli consente di essere vice-presidente del PD, evidentemente cooptato dalla nomenklatura che invece non ha sbattuto le porte in faccia a Pannella, Di Pietro e Beppe Grillo).

Ci piacerebbe sapere se Mascia e Scalfarotto si saranno presi un caffé alla buvette parlando di ministeri e sottosegretari…
Orbene, un briciolo di verità Silvio Berlusconi la dice: certa stampa di sinistra è faziosa e falsa (se non direttamente indirettamente, come in questo caso). Ma ha ragione solo a metà poiché, evidentemente, questo atteggiamento è condiviso con la sua stampa, che non è da meno. Cosa resta? Una stampa completamente alienata dalla realtà, un giornalismo che diventa propaganda elettorale o, peggio, pubblicità ingannevole. E per fortuna resta un indefinito arcipelago di bloggers, rigorosamente lontani dal .it – che di questi tempi non si sa mai… anche il bavaglio alla rete e ai suoi bloggers è bipartisan e i giornalisti si guardano bene dal metterlo in rilievo, scioperano solo per la loro casta.

C‚Äôè aria di elezioni anticipate e il Partito Democratico risorge improvvisamente con una delle sue geniali e più memorabili intuizioni: si inventa un rapporto, anzi ‚Äúuna discussione‚Äù con i movimenti, in particolare col popolo viola. Una discussione che non esiste (e che viene sparata in home-page sul sito del quotidiano del Pd) se non nella fervida fantasia dell‚Äôautrice dell‚Äôarticolo e di chi l‚Äôarticolo ha commissionato. Ma come, dove avverrebbe questa ‚Äúdiscussione‚Äù? E tra chi? Semplice alla Festa de L‚ÄôUnità di Roma dove a stringere il rapporto partiti movimenti ci sarebbero Ivan Scalfarotto del Pd e un dipendente di Italia dei Valori, Gianfranco Mascia, il Forrest Gump del movimentismo, uno che un giorno si qualifica come MoveOn, un altro come Boicotta il Biscione e un altro ancora come popolo viola. A seconda di ciò che serve. Stasera Mascia, più volte diffidato dall‚Äôusare il movimento per fini personali (grazie al movimento è già stato assunto da Italia dei Valori e ha pubblicato un libro) spiegherà alla platea dell‚ÄôUnità come costruire una relazione tra se stesso e il Pd. Non è che Idv lo vuole liquidare?

Ovviamente il popolo viola, assolutamente autonomo da tutti i partiti (anche quelli che considera rispettabili), con questo ménage à trois (Mascia-Scalfarotto-Fornario) non c‚Äôentra nulla…