Fantasticando
Buttare all’aria tutto
rinascere
moltiplicare le proprie energie
raccogliendo le ultime forze
sventagliare l’anima al vento
esser moribondi e poi rialzarsi
aprire il proprio intelletto
a chi lo vuole ascoltare
a chi vuol vedere l’anima tua
esultare
a chi mostra la sua in tutta la pienezza
questo è l’uomo
questo sono io
essenza dell’essenza
e vagare
da un polo all’altro
fino a riscoprir me stessa
fino a trovare i miei desideri
il resto è pochezza
il resto ve lo lascio
illumina le tue giornate
di una luce che mai possedesti
e il tuo mattino luminoso
sorgerà a porgerti la mano
Capita che perdi il senso della misura, della quantità, del concreto. E fantasticando ti trovi su un tram che ti porta, che ne so, nei castelli di Ludwig il pazzo, o dal Conte Dracula o chissà dove, nel castello di Cenerentola, nella casa di Hansel e Gretel. Sei lì, in uno di quei posti e ti comporti come il gatto dagli stivali, anche se sei in Transilvania, e sei Eolo che va a scavar diamanti nella grotta di Polifemo, Ulisse dentro il cavallo di Troia.
Ma guarda tu che pensieri, il massimo della fantasia, della pazza lucidità, dell‚Äôassurda incoerenza, la mia, quella di stasera, quella di sempre.
Fantasticando sono un fiore: un‚Äôarnica, gialla, nella sua essenza guarisco i mali, fuori e dentro, i semi volando attecchiscono un po‚Äô più in la, dove altre arniche nasceranno, è il ciclo, il ciclo della vita, l‚Äôimmenso ed unico, Madre Natura ha pensato, ha fatto. Fantasticando sono un fiume, con la sua acqua che scorre, ricevo acqua dalle cime,
la porto alla vita, al mare, i sassi costa fatica passarli, bisogna dividersi, piegarsi, muoversi, strisciare, vegliare la crescita delle trote, nutrirle. Ognuno ha un suo perché, un suo senso, ogni cosa ha la sua ragione.
Fantasticando devo dire che ogni miseria può venir sconfitta, ogni guerra abolita, fabbriche di armi rivedute in cibo, rarità divenire usualità.
Fantasticando galoppo Efeso, lassù nel suo cielo ambrato di un meriggio di primavera, verso una nuova visione, una ragione che dica ci sono, una realtà che sa di miraggio, che non sia pulviscolo negli occhi, che non sia lo sciorinamento di un rosario a cui bisogna sempre dire hora pro nobis. Fantasticando siamo noi, come siamo, perché siamo e perché ci siamo.
Fantasticando questa nostra vita la possiamo rendere novella o favola o tragedia, come vogliamo. Fantasticando ci vogliamo bene, ama il prossimo tuo come te stesso.
Ringrazio Arturo Caltabiano per la sua opera qui raffigurata
Doriana Puglisi