Sull’ordine dei lavori (2)

Ho votato e potrei andarmene, ma prima di farlo vorrei intanto capire se potrò tornare a palazzo (perché la mia scrivania richiede un intervento urgente!), e poi proseguire nel mio vano sforzo di darvi un’idea di come funzionano le cose.

Parto dalla seconda cosa (per la prima non potete aiutarmi). Ognuno di noi è impegnato in almeno una Commissione Permanente e ovviamente in Assemblea. La rappresentanza nelle Commissioni Permanenti è proporzionale alla dimensione dei gruppi in Assemblea, e siccome le Commissioni Permanenti sono 14, chi appartiene a gruppi con meno di 14 membri partecipa ai lavori di più Commissioni (e spesso deve scegliere se presidiare l’una o l’altra). Credo che abbiate capito che partecipare ai lavori di una Commissione può significare, ad esempio, fare il relatore, e quindi, almeno in teoria, doversi studiare atti legislativi, con note di lettura e dossier (questo è solo un esempio a caso), oltre al fascicolo degli emendamenti (che spesso viene in uno, due, tre,… volumi).

Ma comunque, nessuno di noi è membro di una sola Commissione.

Io, ad esempio sono anche membro:

1) della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, una Commissione bicamerale istituita con L. 26/3/2019 n. 18 (una delle poche leggi di iniziativa parlamentare passata per la mia Commissione, come ricorderete);

2) della Commissione di vigilanza sulla Cassa Depositi e Prestiti, completamente bloccata perché il Presidente (pro tempore, in quanto membro anziano) del PD non la convoca, dato che alla prima convocazione gli voteremmo contro assegnando la presidenza a un membro dell’opposizione, come è anche giusto che sia per una commissione che deve vigilare, e tanto più dovrebbe farlo in questa stagione di nomine (peraltro, tutte abbastanza inceppate per ragioni simili…);

3) della Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, la cosiddetta Commissione Segre, il simpatico tribunale politico voluto dal PD per censurare il web (come da noi ampiamente anticipato), che per ora non si è riunita.

Immaginatevi che le Commissioni bicamerali normalmente sono a palazzo S. Macuto (accanto a S. Ignazio), la Commissione CDP si riunisce appunto alla CDP (accanto al MEF), e la Commissione contro gli psicoreati ancora non si riunisce. Capirete lo sbattimento di muoversi da una parte all’altra, considerando che in effetti l’attività parlamentare inizia il martedì e termina il giovedì. Ognuna di queste Commissioni significa altre carte da leggere, a pena di irrilevanza. Non mi sto lamentando: ho accettato spintaneamente di aderire a ognuna di esse, per varie motivazioni. Ma, insomma, ora ne faccio parte, e quindi i luoghi in cui sono chiamato a scambiare idee (o virus) sono almeno cinque.

Sempre nell’ambito dei luoghi formali, ultimamente mi è capitato di dover sostituire il capogruppo nella Conferenza dei capigruppo, e se l’emergenza sanitaria continua, credo che potrebbe toccarmi di nuovo. Altra esperienza molto interessante…

Poi ci sono i luoghi informali. Ad esempio, in questo momento sono delegato a tenere i contatti coi tecnici economici di centrodestra (Brunetta e Fazzolari), e questo significa altri incontri.

Questi incontri si svolgono nel tempo, non sono come le aste del banditore walrasiano. Ci sono corridoi da attraversare, scaloni da salire, o da scendere, porte da aprire, colleghi da ascoltare, poi c’è il tempo di esprimersi, ecc. E naturalmente nessuno di noi è ubiquo: se sei da una parte, non puoi essere da un’altra… almeno entro certi limiti! Ad esempio, oggi, mentre in Sala Koch presiedevo la mia Commissione, simultaneamente concordavo coi colleghi di centrodestra un testo di risoluzione, e separatamente lo condividevo col negoziatore del PD. Questo perché alle 14 avevo, in simultanea, tre riunioni: la seduta della mia Commissione, una riunione coi delegati dei vari partiti per concordare il testo di una risoluzione comune, e una riunione della segreteria politica del mio partito. Ho dovuto rinunciare alla più interessante, perché comunque oggi, come sapete, ero di scena.

(…e mentre rileggevo quello che vi ho scritto, ho vinto un altro tavolo: quello tecnico fra governo e opposizione sul decretone COVID – le famose quattro gambe di cui ha parlato oggi il Ministro! A questo punto corro a casa a riposarmi: devo leggermi tutte le proposte delle associazioni di categoria, senza trascurare la lettura necessaria del ventennio. Ma di quest’ultima parleremo con calma, quando sarà possibile: il Potere mi ha appena chiamato…)
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“Sull’ordine dei lavori (2)” è stato scritto da Alberto Bagnai e pubblicato su Goofynomics.