L’araba Fenicia della banda larga italiana

Tra i motivi del ritardo nella nomina del ministro per lo sviluppo e la successiva nomina del dipendente Mediaset Paolo Romani vi è il provvedimento per l’assegnazioni delle frequenze. Di cosa si tratta? DI svariate questioni. La prima è che con lo switch off fra l’analogico e il digitale si liberano le frequenze ( quelle che vanno sopra gli 800 Mhz). A chi assegnarle? Con quale criterio? e sopratutto , così come vuole Tremonti, a quanto ammonterà il guadagno da parte dello Stato?

Ma non è finita qua.

Occorre riservare, cosi come ci impongono le direttive europee, i canali dal 61 al 69 UHF per i servizi di trasporto dati della telefonia mobile entro il 2013. Direttive europee costruite per combattere in maniera decisa il digital divide e per diffondere la banda larga mobile. E anche se la sistemazione delle frequenze procede a rilento con non poche difficoltà nel passaggio dal sistema analogico a quello della televisione digitale terrestre, rimangono ancora oggi irrisolte le incognite tecniche sulla sottrazione dei canali dello spettro e le conseguenze sulle emettenti tv (in particolare quelle locali) che dovranno cederle.

Gli interessi in gioco non sono pochi.
Vi sono i piccoli imprenditori che hanno fatto delle loro tv locali fonte di guadagni attraverso la pubblicità locale ( e gratis per le proprie aziende) e le televendite e che devono lasciare libere le frequenze a loro assegnate. Per i piccoli imprenditori delle tv lombarde(sopratutto) la madre di tutte le polemiche è l‚Äôassegnazione delle nuove frequenze, ovvero i nuovi ‚Äúgioielli‚Äù corredati di tutte le potenzialità del digitale terrestre. Con lo switch-off infatti a cambiare non è il numero delle frequenze bensì la capacità trasmissiva di queste: a una frequenza analogica (che trasmetteva un solo canale), adesso corrisponderà una frequenza digitale – un multiplex – in grado di ospitare fino a sei canali (a seconda della qualità video). Ed è proprio qui che nascono i problemi. Le frequenze previste per le tv locali sono un numero insufficiente per garantire un‚Äôadeguata transizione al digitale . Il piano prevede solo 27 frequenze per le cento tv locali operanti complessivamente nell‚Äôarea.

Vi è la telefonia mobile che attraverso l’agenzia Agcom lo scorso luglio nella relazione annuale alla Camera dei deputati lanciò l‚Äôallarme sulla saturazione futura delle rete mobile. Il presidente dell‚ÄôAutorità Calabrò ha recentemente ribadito: ¬´C‚Äôè assoluto bisogno di frequenze per la rete mobile>> e spinge per la rapida definizione delle regole della gara pubblica per l‚Äôassegnazione delle frequenze dei 1800 MHz e per i 2500 MHz occupati dalla Difesa( le frequenze sui 2500 MHz sono impiegate con i protocolli WiMax per Internet wireless fisso a lungo raggio) ; gara che vedrà protagonisti tutti gli operatori della telefonia e delle telecomunicazioni del mercato italiano

Vi è la possibilità (necessità) di far fruttare alle casse dello Stato una cifra stimata intorno ai 2/2,5 miliardi di euro.(Tremonti ha individuato nei ricavi dell‚Äôimmaginaria asta, la fonte di sostentamento economico per le spese obbligatorie del prossimo decreto da ben 7 miliardi di euro)

Inoltre e non per ultimo il neo ministro allo Sviluppo Economico Romani vuole togliersi di dosso la nomea di racconta frottole( più facile a dirsi che a farlo) , riferendosi ai famosi 800 milioni ( preventivamente eran 1,4 miliardi ,fin dal governo Prodi, confermati dal governo Berlusconi, poi passati a 800 dall’allora sottosegretario Romani e confermati da Brunetta, per diventare 100, ma, giuravano, pochi maledetti e subito) da destinare alla diffusione del WI Fi e da lui indicati come già pronti nel cassetto, pronta cassa, ma che ancora, da allora, mai visti, spariti nel nulla. A dir il vero egli afferma che non è stata colpa sua, ma che altre emergenze del paese hanno costretto a stornare quei fondi stanziati. Ma se ciò fosse vero, e se è vero, come è vero, che il nostro paese vive normalmente in uno stato continuo emergenziale, chi potrà mai assicurarci delle promesse, delle parole di stanziamenti di fondi fatte dall’attuale governo?

Una risposta a “L’araba Fenicia della banda larga italiana”

  1. non ti dico cosa ho ascoltato stamane alla radio riguardo all'wifi…sembrava fosse dannoso per i giovani…e poi mi scappa troppo da ridere per raccontare il resto. Povera Italia! Ciao a tutti:)!!!

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