La moneta unica dei BRICS

Ne parleremo al #goofy12 con relatori di livello (non il solito pattume che vi viene somministrato dai media).

Per farvi arrivare preparati, vi fornisco un paio di disegnini:

Dal secondo, in particolare, appare evidente la crisi della Cina di cui i media ci riferiscono. Appare cioè evidente che questa crisi è solo nel referto dei media…

Sul primo ci sarebbero, com’è naturale, tante considerazioni da fare, ma per motivi di orario mi limito a una, di carattere descrittivo. Nei trent’anni dal 1992 al 2022 gli Usa hanno sostanzialmente tenuto botta in termini di quota del Pil mondiale (con un impercettibile arretramento del -0,3%). I grandi perdenti sono stati Giappone (-11.5%) e Eurozona (-12.5%). A fronte di questo arretramento del -24.4% (arrotondato), i BRICS sono avanzati del 20,5% e il complesso degli altri Paesi (molto eterogeneo: dentro c’è dal Regno Unito alla Somalia al Turkmenistan alla Svizzera…) del 3.9%.

Sarebbe utile estendere le serie per vedere come sono andati nel corso di tutto il secondo dopoguerra i poli attualmente declinanti dell’economia mondiale (Giappone ed Eurozona), per capire se questo declino li ha sempre caratterizzati, o se è stato preceduto da una fase di espansione. Per quel che riguarda noi, in particolare, la tendenza negativa è piuttosto evidente da Maastricht in poi, ma questo non ci consente di trarre alcuna conclusione perché ci manca il pezzo precedente della Storia, quello dal 1946 al 1991. Domani con calma cerco di ricostruirvelo, e intanto buona notte!

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“La moneta unica dei BRICS” è stato scritto da Alberto Bagnai e pubblicato su Goofynomics.