“Io prega Allah per te!” (avvelenare i pozzi)

(…scrivo nel brusio suscitato dalle grillate dei grillini, riprendendo un tema già sviscerato qui, e in numerosi altri contributi…)

Ieri mi ero alzato alquanto sversato. Il cerino della DG (discussione generale) sulle comunicazioni del ministro Fitto era rimasto in mano a me, e non avevo avuto tempo di mettere la testa se non superficialmente sulla risoluzione di maggioranza, ad adjuvandum della quale (da deputato di maggioranza) sarei intervenuto. In buona  sostanza, mi ero limitato a controllarne gli impegni:

accertandomi che non contenessero roba tipo strage dei primogeniti, patrimoniale, case verdi, lockdown climatici, o simili (del Governo mi fido, ma il mio lavoro è controllarlo)!

D’altra parte, il pomeriggio precedente era stato dedicato all’esame degli ordini del giorno, ridondante liturgia della Camera bassa, sicché di tempo per “fare il tecnico” ne avevo avuto poco. Così, avviando l’automobile, mi chiedevo di cosa avrei parlato, come sarei intervenuto in un dibattito che secondo me non ci sarebbe proprio dovuto essere, per almeno due motivi. Intanto, perché il PNRR non sarebbe proprio dovuto partire: la corretta linea di intervento, anche secondo il mainstream, era questa, ma come al solito, sotto l’urgenza di una crisi, l’Europa aveva “fatto un progresso” proponendo con l’etichetta del PNRR il vino vecchio del BICC, una proposta tedesca che era stata puntualmente respinta al mittente per anni, semplicemente perché esponeva (come oggi ben si vede) a un livello indebito e irrazionale di ingerenza delle burocrazie europee nel processo politico nazionale. In secondo luogo, perché il dibattito attuale si basava largamente sul nulla, su una serie di fake news riprese dalla grande stampa, cui secondo me non si sarebbe nemmeno dovuto rispondere, e alle quali controbattere era desolante, anche perché solo una assoluta malafede poteva sostenere l’argomento dei “tagli”, e a me l’esercizio di confrontarmi con chi mente sapendo di mentire sembra un po’ sterile.

Al solito semaforo, il solito ambulante, credo pakistano, o afghano (non ho mai avuto tempo di approfondire questa, come infinite altre cose…), che tutte le mattine mi vede parlare da solo (le dirette Facebook itineranti…), e rispetta la mia follia, questa volta, vedendomi trasognato, si para sotto e mi chiede di aiutarlo perché a Roma non è rimasto più nessuno. La cosa meno inutile che avesse da offrire erano gli accendini, che come sapete sono dotati di vita propria e tendono a sottrarsi al controllo del proprietario. Me ne dà tre o quattro, gli do un pugno di euro, e lui mi ringrazia e mi saluta: “Grazie, tu brava persona, io prega Allah per te!”

Mi allontano, riconfortato da queste parole affettuose (per così poco!), applicando la scommessa di Pascal: considerando che proprio non sapevo a che santo votarmi per il mio intervento, l’idea che qualcuno invocasse su di me la benevolenza del vertice supremo delle tre grandi religioni monoteiste mi rassicurava. Sotto l’usbergo di cotanto protettore, decido in aula di dire quello che penso (male non fare, paura non avere), e il risultato lo vedete qui:

Fino a qui, a parte la palettata di ghiaino che mi sono tolto dalle scarpe, saremmo rimasti nella norma. Ma poi è apparsa la mano di Allah:

(o sarà stata quella dell’ufficio stampa?) e la matrix ha avuto un altro glitch: una semplice verità (il PNRR è stato usato dalla sinistra per avvelenare i pozzi) è passata al Tg1 e al Tg2, a pranzo e a cena (che a qualcuno sarà andata di traverso):

Il testo lo trovate, come al solito, sul mio canale Telegram.

(…e ora perdonatemi ma devo passare ad altro…)

___________

“”Io prega Allah per te!” (avvelenare i pozzi)” è stato scritto da Alberto Bagnai e pubblicato su Goofynomics.