Grigliata di emendamenti

Dunque…

Come sapete, il Governo ha proposto una cabina di regia alle opposizioni, cioè un luogo finora utilizzato solo per non condividere decisioni come quella di ieri, che hanno suscitato un comprensibile allarme e una certa irritazione in molti sindaci. Questo fatto di cooperare in teoria con un Governo che non vuole cooperare in pratica rende inutilmente farraginoso il lavoro parlamentare, che già di suo, come sapete, non è esattamente snello, per la necessità di tutelare tutte le opinioni, di tenerne traccia, di dare loro modo di esprimersi.

Il decreto Cura Italia in questa fase del suo iter è l’Atto Senato 1766. La sua pagina potete facilmente raggiungerla dalla home page del Senato, ed è questa. Allo stato attuale voi potete vedere solo il testo (con la Relazione tecnica, che sta alla tragedia che incombe su di noi come l’orchestrina sta al noto iceberg: anche quell’orchestra, come la RGS, era fatta di bravi professionisti, ma il problema anche in quel caso era tragicamente un altro…), i dossier,  e le memorie depositate. Potete vedere anche la trattazione in sede consultiva, dove trovate i link alle due sedute che della Commissione che presiedo (nella prima sono intervenuto in discussione generale). Non vedete però gli emendamenti, che noi già abbiamo, raccolti nei relativi fascicoli.

Gli emendamenti a ogni articolo vengono numerati con regole precise, distinguendo intanto fra quelli soppressivi, quelli modificativi, e quelli aggiuntivi. Soppressivi e modificativi vengono numerati secondo la regola x.y, dove x è il numero dell’articolo cui si riferiscono e y il numero progressivo dell’emendamento. Il numero dell’emendamento non segue l’ordine di arrivo, ma la logica. Ad esempio, gli emendamenti soppressivi vengono illustrati, discussi e votati per primi, dato che, se li si approva, l’articolo viene appunto soppresso e non è più possibile modificarlo. Gli emendamenti identici vengono presentati consecutivamente per facilitarne la votazione congiunta. Gli emendamenti aggiuntivi, quelli cioè che propongono un articolo x-bis, o x-ter, ecc., vengono numerati secondo la regola x.0.y (cioè: c’è uno zero in mezzo).

Come sapete (?), per il deposito degli emendamenti viene fissata una scadenza in ufficio di presidenza di Commissione (che in questo caso erano le 17 di venerdì). Il relatore e il Governo però possono presentare emendamenti in qualsiasi momento, il che comporta che si assegni un certo tempo per elaborare i “sub” (emendamenti). In questo caso, siccome l’arrivo di emendamenti del Governo non era una eventualità ma una certezza, i termini li abbiamo fissati direttamente in Conferenza dei Capigruppo (dove io sostituivo il mio capo Massimiliano Romeo), e la scadenza dei “sub” è il 31.

Per una serie di problemi, oltre alla sede consultiva seguo anche la sede referente (in Bilancio abbiamo colleghi del Nord che per ovvi motivi è meglio si riguardino). Quindi, con la collaborazione a distanza dei colleghi più esperti, devo cooperare a “grigliare” gli emendamenti. Oltre al fascicolo ufficiale, infatti, ogni gruppo si fa un suo fascicolo, una “griglia”, in cui inserisce le proprie valutazioni sugli emendamenti propri e altrui. Va infatti deciso quali dei propri emendamenti “segnalare”, cioè proporre per una discussione approfondita, e quali di quelli altrui eventualmente approvare (o almeno non rifiutare). Non è un lavoro facilissimo in questo caso, perché il Cura Italia si occupa (male) di tutto. Di fatto è una legge di bilancio: 127 articoli (che poi diventeranno 127 commi di un maxiemendamento, prassi che serve a votare la fiducia con un’unica votazione, anziché con 127 votazioni!). Non tutti sono esperti di tutto e quindi ci aiutiamo a vicenda.

Intanto io, che ho studiato statistica, mi sono divertito a fare un grafico: quello del numero di emendamenti pro capite per gruppo parlamentare:

Vincono le autonomie, che hanno presentato 100 emendamenti, pari a 12,5 emendamenti per senatore. Noi, con i nostri 204 emendamenti, abbiamo presentato, scontentando molti colleghi che avevano cose interessanti da proporre, solo 3,5 emendamenti a testa (ricorderete anche il noto discorso dell’agganciarsi al treno). Nella maggioranza, il Gruppo Misto e Italia Viva sembrano essere piuttosto critici. Più contenti di tutti, ovviamente, i 5 Stelle, cui la prudenza suggerisce di quaeta non movere (ma tanto non durerà per sempre…).

Ora il nostro lavoro di “segnalazione” deve avvenire a due livelli: “cabina di regia” con il Governo, sperando che funzioni (per ora non ci sono segni concreti, ma aspettiamo), e ovviamente Commissione Bilancio. Siccome ci è stato detto da subito che emendamenti “costosi” non sarebbero stati accolti, la controproposta è stata di portarli in “cabina di regia” per valutarne l’inserimento nel decreto di aprile. Quindi bisognerà segnalare per la Commissione emendamenti “non costosi” (modifiche dell’ordinamento o altre a costo zero per la Ragioneria), mentre per la “cabina di regia” gli emendamenti “costosi”, che in Commissione saranno però convertiti in ordini del giorno e votati, in modo che il Governo si assuma un preciso impegno a intervenire.

In teoria questa strategia ha un senso e dovrebbe essere win-win: il Governo perde meno tempo sul decreto di marzo, ma le nostre proposte più significative, venendo inserite nel testo del decreto di aprile, diventerebbero efficaci prima che se aspettassimo il termine della conversione del decreto di marzo. Infatti, mentre il testo di un decreto legge produce effetti dalla sua pubblicazione in Gazzetta (cioè prima della sua conversione), il testo di un emendamento a un decreto legge diventa legge e produce effetti solo dopo la conversione.

In teoria.

Ma in pratica abbiamo a che fare con i nostri simpatici amici la cui peculiare antropologia qui abbiamo sviscerato in tante occasioni. Possiamo immaginare che creature così ontologicamente irrazionali possano approfittare di una opportunità di miglioramento paretiano? Io sono molto scettico. Come sapete, vorrei tanto sbagliarmi, ma purtroppo ci riesco di rado.

Vedremo.

Intanto, torno alla mia grigliata…
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“Grigliata di emendamenti” è stato scritto da Alberto Bagnai e pubblicato su Goofynomics.