Gli epigoni

Il mondo dei nani e delle ballerine giganti del pensiero “antisistema” è in subbuglio!

Pare che abbiano trovato il grafico definitivo, quello che inchioda l’euro alle sue responsabilità. Una smoking gun che non ammette repliche. Meno male! Era ora! Tutti noi che intuivamo confusamente come ci fosse qualcosa che non andava, siamo grati ai pensatori indipendenti che con le loro elaborazioni originali hanno raggiunto questo importante risultato. Finalmente abbiamo uno strumento che ci consentirà di prevalere in ogni dibattito e di corroborare con una robusta evidenza la nostra intuizione che l’euro ci abbia messo in seria difficoltà, o meglio, per i pipperiani popperiani, di falsificare l’ipotesi tuttora molto accreditata che l’euro sia stata l’ancora di salvezza al collo della nostra economia.

Non possiamo che essere grati a chi ci ha procurato un simile strumento.

Quale?

Questo!

E chi ha addotto cotali elementi probanti?

L’epigono dell’Istituto Luce (epigono riuscitissimo, a mio avviso):

Vi potrebbe sembrare di averli già visti da un’altra parte?

Avreste ragione, ma nella sua cristallina e indefettibile onestà intellettuale il filmografo lo ammette e cita la fonte:

A produrre cotanta compelling evidence sarebbe stato er sor Trombetta, un altro nostro vecchio amico e frequentatore dei #goofy (dove probabilmente, impressionato dal concorso di popolo, maturò l’insano progetto di fare una “operazione politica”, che nelle sue idee doveva essere una sottrazione del nostro consenso, ma che nei fatti è stata una divisione del suo).

Una minima ricerca conferma che in effetti le cose stanno così.

La scoperta è risalente:

L’eureka anti-euro risalirebbe niente meno che a luglio di quest’anno!

E qui, oltre che la cristallina e indefettibile onestà intellettuale, si apprezza anche la magnanima e lungimirante nobiltà d’animo con cui questi giganti del pensiero lasciano correre su un episodio sinceramente spiacevole: un vile tentativo di appropriarsi della loro proprietà intellettuale compiuto da un tizio che dice di essere un docente di ruolo di economia (in aspettativa per motivi imprecisati). Questo personaggio squallido avrebbe utilizzato i risultati altrui per dare risalto a un suo progetto didattico tanto irrilevante quanto dilettantesco, che per questo motivo gli ha meritatamente rovinato la carriera universitaria facendolo diventare presidente di una Commissione bicamerale! Questo tentativo, tanto più meschino in quanto il vero autore di una simile ponderosa ricerca aveva firmato il risultato del suo lavoro, è stato perpetrato col favore delle tenebre nella notte di San Silvestro.

Il Bagnai ha cercato di farsi bello con le penne del Trombetta, ma il Brandi, brandendo l’originale sicut “spada de foco” (cit.), ha fatto giustizia di questo sleale tentativo di clickbait, ricacciando nelle tenebre del polveroso palazzo San Macuto (un palazzo dove questi fulgidi araldi dell’ideale antieuropeo, queste avanguardie della revolución, mai entreranno perché mai vorrebbero entrare, se non muniti di apriscatole, loro, che disdegnano i “lauti stipendi” e le “poltrone”), ricacciando nell’ombra, dicevamo, il dilettante che ha insozzato il loro lavoro associandolo a un progetto marginale e ininfluente come Goofynomics!

Poi dicono che non esiste giustizia al mondo!

Non è così. I cazzari e i fregnacciari alla fine vengono ripagati con la loro stessa moneta: Bagnai, avvilito e oppresso dalla vergogna per essere stato sbugiardato in pubblico, in questo momento starà distruggendo i suoi post. Ma non servirà a nulla: abbiamo gli screenshot che lo inchiodano, e l’associazione a/simmetrie ha anche un filmato che documenta un suo precedente tentativo, compiuto a fine novembre, di farsi bello con le penne del pollo, come Apelle figlio di Apollo.

Vergogna!

Al dolo del plagio si aggiunge l’aggravante della sua reiterazione!

In che mondo siamo, signora mia…

Un mondo in cui chi incontra il genio, invece di riconoscerlo e di prosternarsi non tanto alle sue ragioni, quanto proprio alla sua persona, si diverte a fare obiezioni capziose di questo tipo:

Vergogna!

Non si interrompe così, con il banale richiamo a un dato fattuale, un’emozione! Non si getta una secchiata di acqua gelida sulla fervida passione civile del coraggioso e originale Trombetta!

Anche se…

In effetti…

Il tracciato del Pil si appiattisce nel 2008, e l’euro entra in vigore nel 1999…

Questo fastidioso dettaglio, purtroppo, è ineludibile…

Ma approfondiamo bene l’argomento del Maestro Trombetta. Musica, Maestro!

Ehm…

Non trovate anche voi che qui ci sia più di una stecca? Eh, ma voi non avete studiato musica! Vi faccio un breve elenco:

  1. sì, fra il 1946 e il 1991 il tasso di crescita è stato circa del 5.7% l’anno (in realtà, secondo Banca d’Italia, del 5.5%), ma questa media così elevata risente del rimbalzo post bellico. Nel 1946 il tasso di crescita fu del 30% e nel 1947 del 18%. Già eliminando questi due anni, come sarebbe corretto fare (altrimenti ragioniamo come Conte, che dopo aver chiuso arbitrariamente mezzo Paese si imputa come successo un tasso di crescita strabiliante, dovuto semplicemente al fatto che il Paese era stato riaperto!), la media scenderebbe al 4.6%;
  2. sì, è vero, dall’ingresso nell’Unione Europea (1992) al 2022 (alla fine del grafico) il tasso di crescita dell’Italia è stato dello 0.6%, così come dall’adozione dell’euro nel 1999 al 2022 è stato dello 0.4%, ma allora perché, con un salto di cinque punti verso il basso della crescita, nel 1992 o nel 1999 non si nota alcun cambiamento di struttura? La crescita, in quelle date, procede sulla tendenza lineare (di cui non si dice con che dati è calcolata: quelli fino al 1992? Quelli fino al 1999?);
  3. ma soprattutto, se il tasso di crescita, immagino dopo l’entrata nell’UE, fosse stato quello medio precedente all’entrata, le cose non sarebbero andate come è indicato nel grafico. Con un tasso di crescita del 5.7% dal 1992 le cose sarebbero andate così:

Non ci credete? E allora fate il conto voi, ricordando che tasso di crescita del 5.7% significa che ogni anno il Pil è uguale a quello dell’anno precedente moltiplicato per 1.057:

Per un’altra razza di cretini, quelli che non sanno distinguere fra dati reali e nominali e non leggono i post, quindi non capiscono che in questa tabella i dati sono espressi in milioni di euro a prezzi 2010 perché così vengono forniti dalla Banca d’Italia nella sua ricostruzione storica, e quindi ragliano su Twitter “i dati non sono quelli giustih-oh, ih-oh!”, agevolo anche la simulazione partendo dai dati WEO:

Ovviamente non cambia nulla! Il profilo della serie nell’ipotesi del sor Trombetta (tasso di crescita ai valori precedenti all’entrata nell’Unione Europea) è ugualmente assurdo, c’è solo un minimo slittamento della serie dovuto alla diversa base dei prezzi (2015 invece di 2010).

Ora…

Io voglio bene a tutti, anche a chi non sa di cosa stia parlando. Che il sor Trombetta non lo sappia è evidente! Sapendolo, avrebbe detto la cosa corretta: non che “se il tasso di crescita fosse rimasto quello precedente all’ingresso nella UE” oggi il Pil sarebbe di circa 500 miliardi più alto (perché se lo avesse fatto sarebbe di circa 5800 miliardi più alto), ma che “se il Pil fosse rimasto sul suo tendenziale dal 1950 al 2007” oggi ecc. E fra le due cose, come vi ho fatto vedere, c’è una bella differenza!

Bene.

Forse cominciate a intravvedere dov’è il problema.

Solo una persona totalmente digiuna non dico di economia, ma di buon senso, potrebbe aspettarsi che un’economia avanzata come quella italiana potesse tenere negli anni ’90, o peggio ancora dagli anni ’90, tassi di crescita da economia emergente! In effetti di Paesi cresciuti al 5.7% di media il 1992 e il 2022 ce ne sono due:

(i conti, se volete, potete rifarli partendo da qui). Insomma, er sor Trombetta pensa di fare un accorato elogio del modello di sviluppo dell’Italia “sovrana” (qualsiasi cosa ciò voglia dire), e invece sta facendo l’elogio di un modello di sviluppo basato sull’esportazione di risorse naturali o sullo sfruttamento della manodopera a basso costo!

Cose che capitano quando non si è del mestiere…

Ma…

Ma visto che quella cifra di 500 miliardi in più rispetto al valore storico non è coerente con il discorso del sor Trombetta, qualcuno di malizioso potrebbe pensare che l’abbia tratta da un’altra fonte, e potrebbe googlare 500 miliardi, e magari potrebbe arrivare qui:

Ops…

E qui finisce l’ironia (forse), e cominciamo a parlare chiaro, partendo da una premessa, la solita: dovrebbe essere chiaro fin dal tredicesimo post di questo blog che a me di intestarmi idee mie o altrui non me ne frega assolutamente niente e conseguentemente che l’oggetto del mio sfottò non è minimamente il fatto che i sullodati giganti del pensiero non abbiano citato la fonte delle loro elaborazioni. Ho sempre insistito sulla assoluta non originalità dei contenuti della mia divulgazione, che sono assolutamente banali e devono la loro apparente originalità solo al fatto di essere diffusi in un contesto politico-istituzionale che, lui sì, è piuttosto, come dire, originale! La mia ricerca originale c’è ma è pubblicata in riviste scientifiche che sono legittimamente fuori portata per molti di voi e comunque verte su aspetti di nicchia, dato che sui temi di fondi dell’unione monetaria, come sa chi studia, aveva già detto tutto (inascoltato) James Meade nel 1957! Io vi ho dimostrato che della proprietà intellettuale delle mie idee non me ne fotte niente, quindi il problema non è quello, e vi ho altresì dimostrato che di essere stato il primo a intervenire in un dibattito che in realtà si era chiuso cinque anni prima che io nascessi altresì non me ne fotte niente (altrimenti, banalmente, non vi avrei insegnato quello che non avreste mai avuto modo di sapere se non ve lo avessi insegnato io, cioè, appunto, che il dibattito si era chiuso cinque anni prima che io potessi intervenirci)!

Quindi il problema non è “non hai citato la fonteeeeh!”, o “l’ho detto prima i-oh!”, come alcuni volenterosi, ma un po’ sciroccati membri di questa community (eggnente!) hanno rimproverato ai  summenzionati giganti del pensiero. Il problema, insomma, non è che non avete portato traffico su Goofynomics (mi sembra sufficientemente ovvio che io ho meno bisogno di voi di quanto voi abbiate bisogno di me!), anzi, se mai è il contrario: il problema è che citando cose a organo genitale esterno di carnivoro caniforme rischiate di attirare sul nostro lavoro un’attenzione sbagliata! Insomma: io non vorrei mai che qualcuno credesse che le scemenze sopra evidenziate le abbia dette io, perché io ho detto cose totalmente diverse e non ho nessuna intenzione di farmi screditare da chi, parassitando un lavoro in cerca di clickbait, ne fornisce un’immagine distorta e caricaturale.

E già capisco l’obiezione: “Vabbè, me sò sbajato, ma tanto basta che sse capimo…”. No, caro Trombetta, te lo dico come puoi capirlo tu, scusandomi con gli altri: basta che sse capimo un cazzo! La battaglia ideale che qui stiamo combattendo, e che tu dici di combattere, non è un gioco da dilettanti, non tollera cialtronate, semplicemente perché non ha alcun senso screditarsi con analisi così farlocche e controvertibili. I midwit di osservanza bocconiana, i seguaci del laureato, non vedono l’ora che qualcuno dica delle sesquipedali cretinate per massacrarlo e per attirare su tutto il movimento euroscettico il discredito che un certo modo di argomentare onestamente merita: ma lo merita chi lo mette in pratica perché parla di cose di cui non capisce nulla, non chi invece si adopera per divulgare nel più scrupoloso rigore metodologico, fottendosene del consenso.

Cioè io.

Insisto su un punto: sono anni che tirate avanti coi contenuti di Goofynomics, e a me questo fa solo piacere. Intanto, non essendo voi economisti, non avendo cioè i presupposti professionali, culturali, intellettuali per proporre dati e analisi economiche, è chiaro che volendo impicciarvi di economia da qualcuno dovrete pur fornirvi, e sinceramente non vedo nulla di male nel fatto che abbiate scelto un buon fornitore! Meglio rifornirsi qui che dal laureato, per dire. Ma il punto è un altro: non mandate in giro roba che non avete capito, altrimenti gettate il discredito della vostra scusabile ignoranza sul lavoro che qui stiamo facendo con serietà e competenza. Ripeto: la vostra ignoranza è scusabile, non è colpa né merito vostro se non siete economisti. Aggiungo: la vostra buona volontà è commendevole, e lo sarebbe anche di più se la aveste usata per aiutare anziché per danneggiare (non riuscendo a fare né l’una né l’altra cosa).

Io ve lo dico con  affetto. Quando Goofynomics è partito portavate ancora i calzoncini corti, vi ricordo ai nostri convegni, con la vostra freschezza e il vostro entusiasmo. Non siete cattive persone, e se voleste aiutare, senza smanie, con perseveranza, potreste essere senz’altro utili. Questa è l’ultima chiamata. Deponete la porca tigna del vostro narcisismo sterile e autodistruttivo, provate a immedesimarvi un minimo in quello spirito di servizio, servizio al Paese, ai nostri concittadini, alla verità del dato, alla serietà delle analisi, all’ambito delle proprie competenze, che qui abbiamo sempre osservato ed esemplificato, e provate a lavorare per il progetto, non contro il progetto.

Voi, con Paragone, avete in comune solo una cosa: il fatto che lo spazio politico del “vostro” dissenso si sta prosciugando, e non solo perché la Lega è stata coerente sul MES, ma anche perché l’altra vostra grande battaglia identitaria, quella sulla punturina, si sta svuotando di significato come chi sa analizzare la realtà aveva previsto:

(e anche lì, la partenza della Commissione d’inchiesta renderà istantaneamente poco interessanti tutti quelli che ringhieranno da fuori, senza poter vedere le carte, senza poter interrogare i protagonisti di quella vicenda).

Ma fra voi e Paragone c’è una grossa differenza: Gian è bravo, e tornando a fare l’autore guadagnerà un multiplo sostanzioso di quanto guadagnava in Parlamento (non è nemmeno da escludere che dietro le sue ultime decisioni ci sia anche la razionale e condivisibile scelta di smettere di rovinarsi la vita con beneficio scarso o nullo). Voi, pur avendo senz’altro talento e intelligenza, non avete le stesse possibilità di trovarvi un altro stagno in cui sguazzare, quando quello del vostro attuale consenso “di nicchia” sarà riassorbito dalla Lega. Qui non parla il politico: i vostri numeri già non sono interessanti per un politico. Qui parla quello che ha messo su questa community dove siete stati accolti e di cui avete fatto parte. Per quanto piccolo, quello che state perpetrando col vostro atteggiamento è uno spreco. Non solo: è un film già visto! Me li ricordo solo io quelli che pensavano di avere un consigliere comunale a Pescara e che da lì avrebbero cambiato er monno? Me lo ricordo solo io quello che a La Spezia ha preso sette voti? Non potete non fare la stessa fine, se aveste avuto modo di crescere sareste cresciuti, ma purtroppo non avete modo di crescere e questo post alla fine spiega bene perché.

Povertà non è vergogna, ma perseverare è diabolico, e soprattutto ridicolo.

Questo ramoscello di ulivo si autodistruggerà in tre, due, uno…

___________

“Gli epigoni” è stato scritto da Alberto Bagnai e pubblicato su Goofynomics.