Carità e coscienza

(…aspettando i risultati delle elezioni in Sardegna…)

Da plurimi e convergenti indizi afferro quale sia stato il principale ostacolo alla capacità di coinvolgimento di questo blog, un ostacolo vecchio quanto il mondo, codificato dalla saggezza popolare (ex multis: pancia piena non crede al digiuno), un ostacolo oggettivamente insormontabile.

Spesso ci siamo ripetuti, citando Upton Sinclair, che era inutile cercare di far capire certe cose a persone il cui stipendio dipendeva dal non capirle. Questo è senz’altro vero. Forse è altrettanto e più vero che è impossibile cercare di far capire certe cose a persone convinte che esse non le riguardino.

Il primo tema politico, insomma, resta sempre quello della carità, intesa come l’accorgersi delle cose che non vanno quando ancora non sono capitate a te.

Me ne sono reso conto leggendo qualche giorno fa su Sinistrainrete un articolo del Chimico scettico.

Urgono due premesse: la prima è che sì, ogni tanto leggo Sinistrainrete, è un aggregatore (o, come dice lui, archivio) di blog interessante, ovviamente in diversi gradi di lettura: può darsi che qualcosa sembri interessante a me per motivi diversi da quelli per cui sembra interessante a lui, ma questo poco importa. Chi vi scrive qui è lo stesso che ha aperto il blog tredici anni fa. Resto fra i blog consigliati da Sinistrainrete e credo che ci siano vari motivi per questa scelta che potrà sembrare strana a dei turisti del dibattito. Il primo di questi motivi è che “sinistra” non significa “PD”, che anzi della sinistra è il contrario!

Seconda premessa: del Chimico scettico e del suo blog ho appreso l’esistenza durante la pandemia, anche se il blog preesisteva (risulta iniziato nel 2018). Ho sempre trovato il suo lavoro equilibrato e interessante, se non altro perché a differenza di un altro recente meteorite, Critica climatica, cita le fonti ed è più accorto nel reprimere eventuali pulsioni antipolitiche. Quindi non ce l’ho su con lui, al contrario!, e quello che segue non va letto come una : “Guarda quello [epiteto a piacere] del Chimico scettico che non si rende conto ecc.!”, ma al contrario come uno sconsolato: “Guarda come siamo messi se perfino una persona pregiata come il Chimico scettico si è perso certi dettagli…”.

Quali dettagli?

Faccio prima se vi riporto la frase che ha colpito la mia attenzione: “gli ultimi due anni mi hanno fatto capire com’è che il fascismo si è diffuso in Italia” (in questo articolo).

Ora, noi qui una riflessione sul pericolo di derive autoritarie di vario genere, più o meno assimilabili al “fascismo” storico, l’abbiamo avviata da tanto tempo e su diversi piani: soffermandoci desolati sul conformismo della professione scientifica, tutta pronta a mettere la propria firma sotto a un progetto (quello dell’unione monetaria) in cui i suoi esponenti più autorevoli avevano individuato più di un “effetto collaterale” (e ci dicevamo costernati che se al fascismo si erano opposti in dodici, all’eurismo nella professione accademica si era opposto solo uno); analizzando le conseguenze redistributive delle politiche di austerità (cioè di svalutazione interna) cui l’eurismo naturaliter conduceva, quelle politiche di cui oggi tutti dicono, più o meno convintamente, che fossero un errore, senza però chiarire quale motivazione questo errore avesse, ovvero quali ne fossero i risultati in termini di dialettica fra classi sociali (cosa che noi avevano fatto ad esempio qui, parlando della Lettonia, ma prima ancora qui…); riflettendo quindi sul legame storico fra politiche di austerità, polarizzazione del discorso politico e avvento dei regimi autoritari, un tema che oggi è mainstream, al punto che siamo già alle meta-analisi (cioè agli articoli che sintetizzano i risultati di un’intera letteratura: uno è questo, e vale la pena di dargli un’occhiata), ma che certo era altrettanto mainstream quando dicevo, inascoltato e incompreso sul “manifesto”, che “nel lungo periodo le politiche di destra avvantaggiano solo la destra” (qui), o quando, un pochino (dieci anni) prima del meritorio lavoro di Galofré-Vilà e altri su austerità e ascesa del partito nazista, ci rendevamo conto che Hitler non era il prodotto della mitologica “inflazione di Weimar”, ma dell’austerità (qui ad esempio ce lo documentava Alex), e ce ne preoccupavamo.

Insomma, la riflessione che mi veniva, leggendo le parole del pregiato Chimico scettico, era forse un po’ ingenerosa, e sicuramente molto insidiosa (il rischio del paternalismo è sempre imminente, come, del resto, quello del grillismo). Potrei sintetizzarla così: ci sono tante brave, ottime persone che di questo:

non hanno mai saputo niente (o, peggio ancora, lo hanno metabolizzato aderendo distratte al racconto del mainstream, o magari alla consolante idea che “tanto qui non potrà succedere!”), e che da questo:

non sono (ancora) state attinte.

Ora, attorno a questa constatazione potremmo organizzare diverse riflessioni, ma non ho tempo di farlo in modo sufficientemente strutturato, quindi vi accontenterete.

La prima riflessione è che carità vuole non solo che ci si accorga del Male e lo si contrasti prima che esso ti colpisca personalmente, ma anche che non lo si invochi come strumento pedagogico!

Certo che se il povero Chimico scettico si fosse trovato in mezzo a una strada nel periodo in cui tanti imprenditori si sono tolti la vita forse una riflessione l’avrebbe fatta, ma forse anche no. Come dicevo oggi alla Scuola di formazione, se a molti è passato inosservato il fatto che il percorso storico del Pil invece che alla C di crescita ci ha portato alla D di depressione, ciò significa che essi evidentemente hanno mantenuto o aumentato le proprie posizioni di benessere relativo. Ma allora, visto che la somma deve sempre fare il totale, questo significa anche che moltissimi altri siano stati letteralmente frantumati dalla crisi, al punto da non poter neanche organizzare una riflessione, neanche abbozzare una presa di coscienza. Non è augurando a chi non ha capito di ritrovarsi come il pensionato greco che riusciremo a costruire la diffusa consapevolezza necessaria per cambiare traiettoria.

D’altra parte, la storia dei “punturini” contiene due lezioni importanti e complementari: la prima, per loro, è che puoi disinteressarti di quanto ti accade intorno, ma prima o poi la realtà busserà alla tua porta; la seconda, per noi, è che sulla presa di coscienza individuale, sulla reazione alla minaccia esistenziale diretta, non si può costruire alcun discorso politico di sufficiente respiro.

Insomma: il fatto che altri si accorgano che siamo in una situazione delicata è senz’altro positivo. Senza una corretta attribuzione di responsabilità, però, senza una corretta analisi, rischia di diventare un fatto episodico, effimero, di alimentare il pulviscolo degli “zero virgola”. L’anomalia italiana esiste, ed è nel fatto che chi ci ha condotto da B a D sia ancora in Parlamento con percentuali ragguardevoli, il che significa che c’è una percentuale ragguardevole di italiani che ha visto difesi i propri interessi da chi ha portato il Paese in depressione, o, più probabilmente, che non ha maturato una coscienza sufficientemente lucida di quali siano i suoi interessi.

Come possiamo aiutare questa presa di coscienza?

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“Carità e coscienza” è stato scritto da Alberto Bagnai e pubblicato su Goofynomics.