Addendum sull’Albania

Torno un momento sul miracolo lettone. Vi avevo detto qui che il sito dell’Eurostat non consente di analizzare il Pil albanese dal lato del reddito, ma solo da quello della produzione e della spesa. In altre parole, non è possibile, consultando l’Eurostat, analizzare l’evoluzione di questa identità:

 Y = W + GOS + TS

quella che scompone il Pil Y nella somma dei redditi da lavoro W (compensation of employees), più i redditi da capitale/impresa (il risultato lordo di gestione, gross operating surplus, cui si aggiunge il reddito misto, mixed income, che è il risultato dell’attività economica svolta dalle famiglie: li ho indicati con GOS), più il saldo fra tasse pagate su produzione e importazioni e sussidi ricevuti (TS).

Per fortuna però c’è il sito dell’INSTAT. Lavorandoci un po’ ho tirato fuori questa tabella:

(dovete scusarmi se non ho compilato la parte coi conti del reddito dal 2013 al 2015 ma andava fatto numero per numero e ci avrei messo troppo tempo: il quadro è comunque chiaro e stabile), che ha la stessa struttura di quella del miracolo lettone:

Non ve la faccio tanto lunga perché ho poca batteria e poco campo. Diciamo che il miracolo albanese somiglia molto alla Lettonia “pre-miracolo”, quella del 2008: un Paese con una propensione al risparmio pressoché nulla (cioè con una propensione al consumo fuori scala, nel caso albanese oltre il 90%), che ha un tasso di investimento sostenuto (oltre il 20% del Pil), e che quindi campa di capitale estero, importando capitali per oltre il 10% del Pil all’anno. Nel caso albanese queste dinamiche sono evidenti ed esasperate.

Notate bene: il fatto di risparmiare poco, cioè di consumare molto, è ovviamente legato al fatto di guadagnare poco, cioè di avere salari molto vicini al livello di sussistenza. Capite così qual è il segreto dietro il famoso -248% (notate però che in termini distributivi la quota dei salari sul monte redditi aumenta).

Come sapete, il bel gioco del campare coi soldi degli altri non può durare per sempre (ed è già strano che ora vada avanti a ritmi simili: ma la spiegazione di questa anomalia risiede da un lato nelle dimensioni irrisorie dell’Albania, che attenuano la rischiosità sistemica del prestarle soldi incautamente, e dall’altro nell’ovvia pulsione geopolitica verso l’annessione dei fratelli balcanici al “progetto” europeo). Credo sappiate anche che prima si proporrà alle aquile albanesi un aggancio valutario, millantandolo come elemento di progresso e di promozione sociale (“anche noi avere monetona pesantona”!). Ottenuta così la certezza di essere ripagati in moneta “forte”, l’eurone, poi si chiederà il conto. A quel punto la tabella del miracolo albanese diventerà sovrapponibile a quella del miracolo lettone: crollo della propensione al consumo, della propensione all’investimento, e rientro del deficit estero, accompagnati da un ridimensionamento della quota salari.

Di tutta questa bella storia cogliamo l’unico lato positivo: non ci riguarda troppo (anche se ogni tanto conosco qualche imprenditore attratto da questo nuovo Eldorado: e fa bene ad andarci, per intercettare i soldi dei piddini disposti a pagare il -248%, purché sappia quando tornare!).

Resterà un QED di un futuro non troppo prossimo, ma nemmeno troppo remoto. Sempre, naturalmente, che non intervengano fattori più rilevanti in Paesi più rilevanti. Mi riferisco, ovviamente, ai termini dimensionali! Non si adontino eventuali fratelli albanesi qui presenti, cui non voglio assolutamente portare sfortuna, né dare consigli. Sorrido solo pensando alla singolare idiozia di quelli che, dopo avercela menata per anni con la storia che lo Statone gigantone ci avrebbe consentito di essere competitivi e di difendere il nostro tenore di vita, per potersi permettere una vacanza, da cittadini orgoglioni dello Statone gigantone, devono andare nel più minuscolo degli Stati europei degni di questo nome (escluse quindi le “città stato”), che si trova quindi ad essere più competitivo dello Statone gigantone.

Ma tanto a loro, come ad altri, in testa non entra. Il caso della Germania però dimostra che la Storia sa trovare i propri percorsi. Restiamo in contatto.

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“Addendum sull’Albania” è stato scritto da Alberto Bagnai e pubblicato su Goofynomics.