810 mesi di inflazzione

(…seguito della puntata precedente…)

Qualche giorno fa qualcuno di voi su Twitter, citando questo articolo di una rivista specializzata:

mi ringraziava cortesemente per essere, come dire, arrivato preparato all’argomento, avendo sentito parlare di razzi e piume su questo blog un anno fa, nella puntata precedente di questo post. Lettore cortese, quindi, cui faccio però notare che qui di “razzi e piume” si parla da molto, molto prima, direi almeno dal famoso “benza paper”, concepito nel 2013 e pubblicato nel 2015. C’è più roba in questo blog, cari lettori, di quanta possa sognarne la vostra filosofia, ma mi rendo conto che proprio per questo il tempo per leggerle manca.

In ogni caso, la citazione mi ha ricordato che era tempo di tornare su uno dei nostri argomenti preferiti, l’inflazione (che nei titoli definiamo inflazzione per individuare i cretini su Twitter). Come sapete, sta scendendo. Vi do intanto il grafico “nudo e crudo”:

poi quello assistito con due rette: una pari all’inflazione del giugno 2022 (in arancione), e una pari all’inflazione dell’ultimo giugno (in grigio):

Parlando di razzi e piume, queste due rette ci mostrano che in dodici mesi siamo passati dall’inflazione di gennaio 1986 a quella di aprile 1986 (quattro mesi). Attenzione però! Questo non significa che la discesa nell’ultimo anno sia stata più lenta di quella sperimentata negli anni ’80. Significa solo, come si vede benissimo nel grafico, che quando a giugno scorso gli esperti mi dicevano compunti “Eh, ma ora l’inflazione scenderà perché è vicina al picco!” avevano ragione, salvo per il trascurabile dettaglio che il picco sarebbe poi stato raggiunto a ottobre (cioè qualche mese dopo quando se l’aspettavano loro). Insomma: fra gennaio 1986 e aprile 1986 la strada fu tutta in discesa. Nell’ultimo anno è stata prima in salita e poi in discesa.

Può allora essere interessante valutare se i nove ultimi mesi di discesa dal picco siano in qualche modo nel solco delle esperienze precedenti. La tabella qui di seguito elenca i principali picchi precedenti, il calo assoluto dell’inflazione nei mesi successivi, e il calo percentuale:

Come è facile intuire, il calo assoluto dell’inflazione è correlato positivamente all’entità del picco (cioè: più sali in alto, più scendo in fretta). Se fossimo calati dal picco dell’ottobre scorso alla velocità assoluta sperimentata dopo il picco di novembre 1974 saremmo al 3.6% di inflazione. D’altra parte, la correlazione con la diminuzione percentuale dell’inflazione è più debole, ma inversa: più alto è il picco, meno rilevante (in media) il calo in termini percentuali. Per mettere un po’ di ordine in questi dati ve li rappresento come diagramma a dispersione:

Premesso che non c’è una correlazione fortissima (la nuvola è molto dispersa), la situazione attuale è rappresentata dal puntino rosso. Rispetto all’entità del punto di partenza, la percentuale di diminuzione dell’inflazione è superiore alla media. Insomma, la piuma questa volta sembra essere più “pesante” (o per meglio dire più aerodinamica).

Non so se sia del tutto una buona notizia. Forse va letta insieme alla notizia del giorno. Ma di questo dovremo necessariamente parlare dopo. Ora devo lasciarvi causa TG.

Buon proseguimento.

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“810 mesi di inflazzione” è stato scritto da Alberto Bagnai e pubblicato su Goofynomics.