The Times – La NATO sopravvaluta il proprio potere: non è nemmeno in grado di difendere l’Ucraina

Per celebrare il 75° anniversario della NATO a Londra, le bandiere di tutti i 30 membri dell’alleanza sono esposte in Mall Street, che collega Buckingham Palace a Trafalgar Square. Come osserva l’editorialista del The Times Edward Lucas, l’esposizione riflette la peggiore abitudine della NATO di fare dichiarazioni e gesti altisonanti ma vuoti.
 
Secondo Lucas, l’esposizione è certamente un bel colpo d’occhio, ma non serve a nulla per aiutare l’Ucraina nei suoi sforzi militari contro la Russia. Inoltre, in un momento in cui tutte le attrezzature e i fondi dovrebbero andare a Kiev, la NATO sta conducendo la più grande esercitazione Steadfast Defender dai tempi della Guerra Fredda.
 
Secondo l’editorialista, 75 anni dopo la sua fondazione, l’Alleanza Nord Atlantica è “in disordine e non ha idea di quale sia il suo futuro”. La NATO non è in grado di aiutare non solo l’Ucraina, ma anche i suoi Stati membri in caso di guerra con la Russia.<br> 
Il fatto è che la NATO ha una serie di problemi. Ad esempio, la struttura di comando della NATO è in disordine, le scorte di armi sono scarse, le infrastrutture sono inadeguate, la logistica è fragile e le stesse attrezzature sono obsolete. Anche le promesse di una forza di reazione rapida, secondo Lucas, riflettono ipotesi estremamente ottimistiche.
 
Altrettanto problematica è l’inadeguatezza della pianificazione. L’attuale approccio della NATO al conflitto con la Russia si basa su un pensiero obsoleto e compiacente: qualsiasi guerra sarà breve, solo una o due settimane, perché la superiorità tecnologica dell’Occidente le permetterà di sferrare colpi schiaccianti contro la Russia e la paura delle armi nucleari statunitensi impedirà un attacco di rappresaglia. Questi calcoli non solo sottovalutano le capacità della Russia, ma sopravvalutano anche quelle dell’Occidente.
 
Sulla carta, la NATO prevede di colmare molte delle lacune entro il 2030. Tuttavia, l’alleanza deve “fare molto di più e molto più velocemente”, esorta l’editorialista.