Il terzo, il quarto, il quinto…
Sentiamo sentiamo quale novità l’anima, la parola, oggi m’ispirano “Son depresso, non riesco a dormire, il lavoro non mi da pace, me lo sogno di notte, è uno stress continuo, non ne posso più” “Come mai? Cosa c’è che non va? Non ci credo tanto a questa faccenda del lavoro…” “E’ vero, so che con te il palco dura poco, casca assai presto…la moglie ed io…” “Già…così è. Quando ci son problemi personali si dà spesso la colpa al lavoro. E pensi che cambiando lavoro la tua infelicità si risolverebbe? Se così fosse…prova a cambiarlo” “No, mi piace il lavoro che ho” “E allora? Allora niente, dovrei trovare un’amica che stesse con me, per consolarmi, per riversare su di lei tutto il mio essere” “Ah beh…se la trovi…” “Già…ma duran poco queste storielle…” “E non ti sei mai chiesto come mai?” “E’ che si stufano…” “E te credo…impegnarsi in una storia di, chiamiamolo, amore, e sicuramente solo unilaterale, che non porta da nessuna parte, convienine, non è proprio il massimo che si possa pretendere dalla vita. A meno che non t’imbatti in una donna che è nelle tue stesse condizioni, depressa, e con marito, e vi fate compagnia, quel tanto che basta per sentirvi utili una all’altro. Fino a che dura…dura” “Ma io non la vorrei una donna così…a me piacciono le persone vitali, solari” “Cerca, cerca…chi cerca trova. E tu in cambio cosa le daresti a una donna come quelle che piacciono a te? La tua presenza quando vuoi, come puoi? E non mi disturbare….?!? Non hai mai pensato a separarti?” “No, sto bene con mia moglie…” “Ah benissimo! Stacci allora…”
Ancora devo sentire queste storielle, c’è ancora chi ha voglia di prendersi in giro e far del male a se stesso/a e ad altri. Ma che vogliono dalla vita le persone così…insicure a voler dir poco…ipocrite a voler dir tanto. A me spiace profondamente dir questo, ma è quello che penso e nulla cambierebbe se non lo dicessi, non per me, non per loro, in quanto tutto il mio essere esprime chiaramente ciò che penso…scusatemi tanto: ho tolto il bavaglio, ultimamente più che mai e quello che devo dire lo dico…pardon per le ferite, non me ne vogliate. Parlo a quelle persone che fanno il doppio gioco da sempre, da sempre insoddisfatte del loro rapporto coniugale, da sempre bugiardi…si, bugiardi…ci sono forse altre parole? Capisco il periodo dell’innamoramento con un’altra persona, devi avere anche il tempo per rendertene conto diamine e potrebbe anche andare male con quell’altra persona, in cui il doppio gioco è per forza di cose un dato di fatto…ma poi…come fai ad avere il coraggio di guardare negli occhi il marito/moglie o l’amante se da tutta una vita ti comporti così? Come si fa? I sensi di colpa probabimente esistono se qualcosa si prova verso l’altro…
Mi dicevano che i casi di analisi con persone che conducono una doppia vita aumentano…non è questione di falso moralismo…è questione di correttezza, di rispetto…le parti interessate lo sapessero sarebbe diverso…ma, almeno nella maggioranza dei casi dubito sia così…è questione che non si vive più liberi…si ha sempre paura, paura di venire scoperti e di dover affrontare il tutto e già la paura di dover affrontare il tutto mi da’ fastidio solo a pronunciarla. Ma cosa credete che gli altri non abbiano paure? Le affrontano, semplicemente le affrontano, cercando di risolvere i loro problemi in nome del viver bene, del loro vivere bene. Mi auguro che il cielo mi illumini dovessi trovarmi in situazioni del genere, ma m’illumini prima che accadano…
Doriana Puglisi