Il Papa, l’amore e la povertà

pulizia dalla chiesa

Quando parla il Papa che è il sovrano dello stato della Città del Vaticano, quindi, il Capo di uno Stato Estero,i media italiani, di norma riservano gran spazio alle sue riflessioni ai suoi pensieri alla sua intromissione negli affari di altro Stato quale l’Italia.

Questo fattore è importante ricordarlo, ovvero che il Papa è il Capo di altro Stato.

Uno Stato che per quanto piccolo possa essere in realtà vanta il reddito pro capite più alto del mondo.

E’ custode delle opere d’arte più rilevanti dell’ intera umanità.

Detto ciò veniamo alle parole del Capo di questo Stato espresse nella giornata di sabato.

La sua attenzione si è soffermata sul concetto di amore.

‚ÄúCerto ‚Äì ha riconosciuto il Santo Padre ‚Äì costa anche sacrificio vivere in modo vero l‚Äôamore‚Äù, ma si è detto sicuro che i giovani dell‚ÄôAzione Cattolica non hanno ‚Äúpaura della fatica di un amore impegnativo e autentico‚Äù giacché è ‚Äúl‚Äôunico che dà in fin dei conti la vera gioia!‚Äù. Anzi, ha proseguito il Papa, ‚Äúc‚Äôè una prova che vi dice se il vostro amore sta crescendo bene: se non escludete dalla vostra vita gli altri, soprattutto i vostri amici che soffrono e sono soli, le persone in difficoltà, e se aprite il vostro cuore al grande Amico che è Gesù‚Äù…http://www.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=435130

Il termine amore, quello prevalentemente utilizzato nei vangeli e quindi richiamato dalla Chiesa deriva dal greco αγάπη.

Ma cosa vuol dire Amore?

L’amore è l’emozione.

L’amore è la massima congiunzione dell’individuo nell’individuo amato.Non si può definire l’amore, la percezione della sua essenza, questa è meramente soggettiva così come lo è il vivere in sostanza l’amore con tutte quelle sensazioni, vibrazioni,ansie, attese, affanni, lacrime, sorrisi, che lo caratterizzano.

In poche parole l’amore non è altro che espressione di vita, se non vita stessa.

Ma ciò che voglio sottolineare è che la massima espressione dell’amore per la vita è quella vissuta nell’umiltà e nella coerenza di quei principi e valori da cui si tende a maturare ispirazione.

La Chiesa dovrebbe dare esempio di ciò. Visto che il loro Gesù a cui si richiamano spesso ha conferito grandi insegnamenti sul punto,specialmente sul concetto di povertà.
E credo che la povertà sia il punto più profondo ove toccare e vivere il senso dell’amore.
Gesù nel Vangelo di Matteo cap.10,9, invita i suoi discepoli con queste parole. “Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l‚Äôoperaio ha diritto al suo nutrimento”.

Se i rappresentanti della Chiesa seguissero l’esempio di chi ispira il loro fondamento religioso sicuramente sarebbero più credibili. Si è vero per esempio che Giovanni Paolo II ha venduto oggetti suoi personali per ricavare denaro per aiutare economicamente i poveri, ma è altrettanto vere che le ricchezze materiali della Chiesa sono così incommensurabili, per non parlare delle relative agevolazioni fiscali che ricevono dal nostro paese e quindi che in realtà paghiamo tutti noi, che l’esempio di Giovanni Paolo II è cosa sì importante ma irrilevante rispetto a quello che la Chiesa dovrebbe fare, ovvero spogliarsi di tutti i beni materiali, rinunciare a tutte le ricchezze, a tutte le proprietà, ovvero semplicemente attuare il volere di Gesù.

Allora forse la Chiesa sarebbe coerente e avrebbe tutti i diritti di questo mondo di parlare di Amore, e sacrificio nell’Amore.

Non si possono accettare moralismi sull’amore da chi vive nel pieno materialismo, non si possono accettare insegnamenti sull’amore da chi è chiuso nell’anacronismo più bieco, non si possono accettare insegnamenti sull’amore da chi in realtà professa giorno dopo giorno, con il suo modus operandi, tutt’altro che amore per la vita, per la povertà e verso la povertà.

di Marco Barone

In Italia 8 milioni di poveri

I dati diffusi questa mattina dall‚ÄôIstat indicano che l‚Äôesercito dei poveri è stabile a quasi 8 milioni di persone, pari al 13, 1% dell‚Äôintera popolazione. Ma al Mezzogiorno si conferma una situazione allarmante. Lo rende noto l‚Äôistat precisando che la soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile per persona, che nel 2009 è risultata di 983,01 euro.

Fonte stralcio & Notizia integrale from LaStampa.it 15 Lug.2010

Il Regno di Mammona (la dittatura dei soldi)

Invisible people
Creative Commons License photo credit: Andrea Costa Photography

Ripubblichiamo un intervento di Vipom su Antikosmikos che dovrebbe far riflettere tutti:

Chi non ha soldi è un mendicante, non viene neppure considerato come uomo.

Chi non ha soldi non viene ritenuto degno di vivere, lo si sopporta a malapena e all‚Äôoccasione gliene combinano tante da ridurlo ancora più in basso di dove si trova, perché non può difendersi, non può opporre alcuna resistenza.

Chi non ha soldi è un derelitto, un uomo senza peso né dignità, viene squalificato nel suo essere più profondo e guardato con pietà e compassione.

Chi non ha soldi viene bandito dalla società, la sua emarginazione diventa ogni giorno sempre più totale, finché quando muore.. al suo funerale assistono sì e no una decina di persone.

Chi non ha soldi ha perso tutto, persino la speranza, perché la comunità lo ha già condannato.

Ecco a cosa conducono i soldi, a distruggere l’essere in cambio dell’avere.

Questo è il regno di Mammona, il regno diabolico di chi comanda davvero nel mondo.

Venezia: multato per aver elemosinato

Euronight 358 (a mano libera)

Stazione di Venezia Mestre.

Gran caldo accoglieva i viaggiatori che si recavano a Mestre o che semplicemente attendevano nella stazione di detta città il treno che li avrebbe condotti in qualche città, paese, di questa strana Repubblica.

Treni regionali con finestrini aperti, l’aria condizionata non funzionava, treni eurostar con finestrini sigillati, l’aria condizionata funzionava perfettamente.

Ecco il banchetto dei gelati situato all’angolo dell’entrata principale della stazione, piccola fila di turisti a cercar rinfresco in una bibita gelata che in un normale market costerebbe meno della metà di quanto venduta in quel banchetto sponsorizzato da una nota marca di prodotti alimentari. Ma come dire, nessuna speculazione è in corso. Neanche dentro il noto mcdonald situato tra i bagni pubblici e puzzolenti della stazione di Mestre e la biglietteria dei treni, dove se per caso si vuole chiedere informazione su altre compagnie che da qualche tempo circolano in Italia, ben formati ed istruiti,il personale operante in detta stazione nega qualsiasi tipo di informazione sul punto… nel rispetto della piena logica del libero mercato concorrenziale.

Schifato da tutto ciò, provvedo ad accendermi la classica sigaretta in attesa del prossimo treno, destinazione Bologna.

Mi reco all’entrata della stazione ed ecco un ragazzo, che ora chiamerò Igor, avvicinarsi al sottoscritto e chiedere una sigaretta. Subito dopo si riavvicina per chiedere cortesemente l’accendino dato che non lo aveva per accendersela.

Nel mentre si accendeva con lentezza accompagnata dal senso del caldo, la desiderata sigaretta, ecco che al primo “tiro ” mi dice : sai mi hanno appena multato. Oggi ho raccolto 5 euro, e mi hanno fatto multa di 20 euro circa. Per aver chiesto l’elemosina. Cioè più di quanto ho raccolto in tutta la giornata.”

In quel momento non percepisco più il caldo.

Chiedere elemosina è un gran problema sociale e la soluzione migliore è reprimerla!

Complimenti!

Il ragazzo con il suo cane si allontanava lentamente e prova ad elemosinar ancora, cercando di tirar su qualche quattrino per comprarsi probabilmente un panino.

Sapevo dell’esistenza di ordinanze che da qualche anno in varie città d’Italia trovano sempre più diffusione; le cosi dette ordinanze anti accattonaggio.
Spesso nel contenuto di queste ordinanze repressive si legge che per tutelare l’immagine della città nonchè delle iniziative poste in essere in ambito sociale dal comune che il chieder elemosina lede nella loro sostanza, è vietato chiedere, appunto, elemosina, e violar tale divieto comporta sanzione amministrativa e confisca dei soldi ottenuti tramite accattonaggio.
Spesso, i luoghi ove è vietato di fatto l’accattonaggio sono precise aree, in particolare lungo le principali direttrici di grande flusso del centro storico,sui ponti e nell’area attigua agli stessi, nonché davanti a chiese, caserme, ospedali, banche, aeroporti, porti, stazioni, pontili e pensiline del trasporto pubblico, cimiteri e per un raggio di cento metri dagli incroci regolati da semaforo.

Le periferie sono spesso immuni da tali ordinanze perchè nessuna immagine della civiltà artificiosa umana rischia di essere compromessa!

Nella maggior parte dei casi, chi chiede elemosina pone la propria dignità sotto il peggior tappeto usurato e calpestato dalla inciviltà borghese. E vedersi applicata una sanzione amministrativa e la contestuale confisca di ciò che si è ottenuto con l’accattonaggio, nel buon nome della sicurezza dei cittadini, dell’immagine delle città, del non turbamento dello stile di vita borghese, è un vero insulto repressivo posto in essere dalla società apparente e frivola ma autoritaria di oggi giorno.

Crisi economica reale in fase di piena affermazione. Gli ammortizzatori sociali giungono al termine, il lavoro non c’è, l’accattonaggio incrementerà, così come incrementeranno i reati per stato di necessità, e la repressione sociale sarà sempre più dura. Costruiranno altre carceri per rinchiuderci dentro chi chiederà l’elemosina? Non mi stupirebbe se ciò dovesse succedere un giorno non poi così lontano!

Dopo aver fumato, ultima sigaretta, salgo sul treno con i finestrini aperti ( treno regionale) per Bologna.

Che società meschina!

elemosina