Ottimizzazione in azienda: non si capisce un kaizen

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Si parla di ottimizzazione e questa è tracciata dalla moda. Cioè un azienda adotta un modello già funzionale e collaudato nelle nazioni, per esempio il Giappone, che sono delle potenze industriali. A ruota le altre aziende seguono l’esempio rinnovando così la loro efficienza ed efficacia. Di innovativo nel copiare un modello non c’è nulla. Esso cioè non determina una migliore o una nuova posizione sul mercato, quale invece potrebbe essere una politica di espansione all’ estero o la diversificazione di un prodotto in risposta al cambiamento di domanda del consumatore. Riduce bensì i costi e i tempi di produzione attraverso, ad esempio, il concetto di polifunzionalità integrazione e polivalenza degli addetti alla produzione. Come rendere le abitudini di lavoro polifunzionali, polivalenti e integrate alla polifunzionalità e polivalenza dei colleghi? attraverso un processo motivazionale che è l’aspetto teorico del modello di formazione.

L’esempio pratico è il seguente. Per poter ridurre i costi d’impresa l’amministratore delegato di un azienda decide di prepensionare i prossimi alla pensione da qui a tre anni. Stabilisce che gli addetti alla confezionatura debbano svolgere maggiori operazioni di controllo della qualità e di manutenzione ordinaria attraverso una formazione che comporti una certificazione, cioè il riconoscimento di saper adempiere, oltre alla confezionatura, ad altre mansioni (polivalenza, polifunzionalità, integrazione).

Due gli aspetti negativi. Il primo un riduzione del personale, quindi una maggiore attribuzione di incarichi. Il secondo è che il livello di responsabilità civile e penale nel caso di controversia per infortuni, per l’azienda si riduce mentre aumenta la colpa per l’operaio. Se per esempio nell’operazione di manutenzione di una barra saldante essa schiacciasse gli arti superiori di un operaio, dal momento che egli risulta certificato per quel tipo di operazione difficilmente potrà imputare all’azienda di non aver adottato le necessarie misure di sicurezza. L’aspetto positivo è che, almeno per quanto riguarda il ccnl per l’industria alimentare, un percorso del genere è riconosciuto quale obiettivo strategico fondamentale per il mantenimento e l’accrescimento dei livelli di competitività e di efficienza dei diversi sistemi aziendali, dunque suscettibile di contrattazione per eventuali premi e inquadramenti. E’ di fondamentale importanza che gli operai tengano a mente, in casi del genere, che la contrattazione di premi e inquadramenti avviene prima del progetto in quanto un progetto non può essere esecutivo se non è riconosciuto come accordo. Sottolineo l’importanza perchè l’operaio spesso tende a cascare dalle nuvole, cioè non essere a conoscenza o addirittura illudersi quando, per sapere quali sono le proprie spettanze, basterebbe richiedere una copia dell’accordo stipulato. Addirittura occorrerebbe formularlo attraverso una partecipazione attiva che generi pressione ai sindacati, al fine di determinare un risultato non solo per l’azienda ma anche per le proprie tasche. Altrimenti l’azienda, a maggiori e migliori prestazioni della classe operaia, avrà ottimizzato anche i salari.

Terzarepubblica (Chriscecco)