Lo “Strascino”

Osservando la querelle tutta verbale tra l’onorevole Alessandra Mussolini e il ministro per le pari opportunità Mara Carfagna, mi viene in mente un simpatico siparietto tratto dalla famosa favola in musica di Giambattista Basile: “La Gatta Cenerentola“, opera splendidamente riadattata per il teatro da Roberto De Simone che prevede nella parte finale, la cosiddetta scena delle ingiurie, ovvero una scena in cui la matrigna da un lato e le lavandaie dall’altro si scambiano tutta una serie di epiteti figurati e metaforici decantati in un napoletano antico e sublime che danno una veste colta e letterata anche all’insulto più nefando; le chiassate, dette anche “jacovelle”, tra le donne del popolo (vajasse) finiscono quasi sempre con il rituale dello “strascino”, ovvero la presa per i capelli da parte di una delle due contendenti al fine di trascinarene l’altra per terra o preferibilmente sulle scale, in questo caso vedo il ministro avvantaggiato non foss’altro che per il taglio di capelli.

Mi auguro che non finisca così, in quest’Italia rappezzata ci manca solo un finale grottesco da opera dei pupi per infilare così il più grande numero di squallide figuracce agli occhi di noi stessi più che del mondo intero. Sicuramente in una fase politica così complicata e complessa se proprio dal centro destra nasce un caso Cosentino ovvero una levata di scudi che cerca di far capire che possiamo arrestare quanti latitanti vogliamo ma che se non estirpiamo il cancro alla radice questo comunque si metastetizzerà in mille altre forme, allora possiamo credere che l’araba fenice può e forse deve, rinascere solo dalle sue ceneri, solo se distruggi puoi ricostruire, per questo motivo chi viene illuminato sulla via di Damasco e dopo la Carfagna credo (spero) che altri lo saranno, forse comportarsi in modo così corretto ed elegante non è proprio l’ideale, se infatti da un lato onora il merito del protagonista, dall’altro “trascina” pericolosamente l’agonia di un mondo che proprio nelle sue battute finali può riservarci le sorprese più dolorose, in un moderno “strascino” che non vede soccombere per terra solo uno dei contendenti ma tutto il paese.