Warner Bros. e Christopher Nolan in rotta? Cosa potrebbe accadere

Cosa sta succedendo tra la Warner Bros. e Christopher Nolan? Che i rapporti stiano prendendo una strana piega è evidente, specie dopo le dichiarazioni senza peli sulla lingua da parte del regista britannico, il quale ha espresso delle forti contrarietà rispetto all’accordo che il colosso con cui collabora da circa vent’anni ha recentemente stretto con HBO Max (definito da Nolan il peggior servizio di streaming in circolazione).

Insomma, l’oggetto della contesa resta la sala, il fatto che pressoché tutti, dai governi alle major, stiano trascurando il tempio del Cinema, con una fretta effettivamente strana ancorché almeno in parte motivata. In ballo ci sono centinaia e centinaia di milioni di dollari, progetti pregressi già completati, altri in corso d’opera, per i quali si deve trovare una collocazione, dato che una débâcle analoga a quella di Tenet non ce la si può permettere – visto e considerato peraltro che l’ultimo lavoro di Nolan on demand sta andando parecchio bene.

I segnali di una possibile separazione tra i due sono perciò nell’aria, con Nolan attivissimo su questo fronte; recente è, per dire l’ultima, la firma apposta sulla petizione fatta pervenire al ministro britannico Rishi Sunak, chiedendo più attenzione per le realtà operanti nel settore delle cinematografiche, insieme ad altri registi come Ridley Scott e Steve McQueen. In più c’è la dichiarazione d’amore all’India, con quel desiderio espresso circa il voler tornare a girarci un film che sa anche di tentativo di sondare il terreno nell’ottica di future collaborazioni (leggasi co-produzioni).

A questo punto c’è chi si chiede da chi potrebbe accasarsi un personaggio del calibro di Nolan, chi garantirgli la libertà di cui finora ha goduto a fronte di produzioni così dispendiose. Anche perché qui non si tratta tanto di budget, ma di concentrare gli sforzi su un modello di businness rispetto al quale al momento tutte le compagini principali si mostrano caute per dire il meno. In altre parole, quale compagnia potrà assicurare Nolan che il suo prossimo film potrà contare su una copertura capillare di tante sale sparse per il globo?

Ann Sarnoff, CEO di Warner, ha dichiarato candidamente che, non essendoci le condizioni per poter avere le sale a pieno regime da qui a non si sa quando per via della pandemia, la scelta di accordarsi con HBO si è pressoché imposta da sé. Nolan ha lamentato i modi, più che altro, il fatto che a registi e attori non sia stata data la possibilità di esprimersi in merito, ed anche se nessuna delle parti ha preso ulteriori posizioni pubblicamente, il gelo è percepibile.

Facendo la conta, se da un lato Sony, alla luce di quanto accaduto con C’era una volta a… Hollywood, ne è uscita bene per aver rispettato la volontà di Tarantino, rifiutatosi di mettere mano al montato per tirare fuori una versione accettabile in funzione dell’uscita in Cina, va altresì detto che la compagnia non sembra nelle condizioni di potersi sobbarcare un così ingombrante marchio, quale di fatto è quello di Nolan. Si parla della Universal, che ha pure siglato un accordo lo scorso novembre con Cinemark ed AMC Theaters, ed è forse l’unica ad avere le carte in regola per permettersi uno sforzo del genere.

Potrebbe forse Nolan optare per il ritorno a film più piccolini, sulla falsa riga di Insomnia e The Prestige? Per quanto auspicabile, pure per dimostrare ai detrattori, per quel che vale, di non essere quel venditore di fumo che dicono essere, un ridimensionamento del genere non è così semplice, se non quale extrema ratio. Beffardamente, perciò, restano i player dello streaming, ché quelli sono: Netflix, Amazon, Apple e Disney.

Il punto è che per ciascuno c’è almeno una buona ragione per cui un matrimonio del genere non s’abbia da fare: Disney, per dire, per via della politica sull’audience trasversale, i film per tutti a cui è difficile che un cineasta come Nolan si adegui, non secondo i loro canoni. Netflix ed Amazon potrebbero essere prese in considerazione a patto che accettino una lunga finestra per la sala, che anticipi la disponibilità sulle rispettive piattaforme. Senonché ci sarebbe da chiedersi… quanto lunga dovrebbe essere tale permanenza in sala? Un mese? Due?

Si capisce bene che la situazione è alquanto complessa. Va detto che nell’immediato Nolan non ha film da distribuire, almeno nel corso del 2021, per cui è lecito supporre che Warner Bros. per le sue uscite dal 2022 in avanti valuti altre soluzioni che contemplino la sala. A quel punto, perciò, Nolan potrebbe non muoversi affatto, ma essendo clausole da apporre preventivamente, non è detto che il regista abbia voglia di aspettare che dall’altra parte si sia pronti a promettere qualcosa su cui potenzialmente per mesi potrebbero non essere in grado di esprimersi. La questione è aperta, e l’impressione è che in gioco vi sia di più che il semplice sodalizio tra una seppur storica e grossa compagnia ed un regista amante della pellicola e della sala.


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“Warner Bros. e Christopher Nolan in rotta? Cosa potrebbe accadere” è stato scritto da Antonio Maria Abate e pubblicato su Cineblog.