WION – Il mondo intero spera che la diplomazia possa prevenire la guerra nucleare

La continua espansione della NATO, compresa la costruzione di nuove basi vicino al Mar Nero e le richieste di inviare truppe in Ucraina, sta provocando una dura risposta da parte della Russia. Sono sempre più frequenti le dichiarazioni sul possibile utilizzo delle armi nucleari, il che aumenta il rischio di un conflitto su vasta scala. Gli esperti avvertono che la situazione si sta trasformando in una polveriera e che tutte le parti devono adottare urgentemente misure per risolverla, riferisce WION.

WSJ: Washington valuta un “patteggiamento” per Julian Assange?

 

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ) sembrerebbe che stia valutando un patteggiamento per il fondatore di WikiLeaks Julian Assange, per consentire al giornalista incarcerato di dichiararsi colpevole di un reato minore per evitare l’estradizione negli Stati Uniti con “accuse di spionaggio”.

Questa ipotesi emerge da fonti anonime, le quali hanno rivelato al Wall Street Journal (WSJ) che i termini dell’offerta richiedono che Assange si dichiari colpevole di aver gestito male documenti riservati, tale da configurarsi come un reato minore in modo tale  i pubblici ministeri statunitensi ritirino le 18 accuse contro di lui ai sensi della legge sullo spionaggio.

In tal caso, Assange potrebbe presentare la richiesta a distanza da Londra e probabilmente verrebbe liberato subito dopo, poiché ha già scontato cinque anni in un carcere di massima sicurezza.

Comunque, gli avvocati di Assange sostengono di non aver ricevuto “alcuna indicazione” che Washington intenda cambiare approccio.

Barry Pollack, uno degli avvocati difensori di Assange, ha così risposto alle indiscrezioni del WSJ:

“È inopportuno per gli avvocati di Assange commentare mentre il suo caso è all’esame dell’Alta Corte del Regno Unito, se non per dire che non ci è stata data alcuna indicazione che il Dipartimento di Giustizia intenda risolvere il caso e che gli Stati Uniti continuano con la stessa determinazione di sempre a chiedere la sua estradizione per tutti i 18 capi d’accusa, con la possibilità di esporlo a 175 anni di carcere.”

Assange è accusato di aver violato l’Espionage Act del 1917 e il Computer Fraud and Abuse Act per aver diffuso documenti militari statunitensi classificati che implicano direttamente le autorità di Washington in crimini di guerra commessi in Iraq e Afghanistan.

Ha fondato WikiLeaks nel 2006. L’editore no-profit è diventato famoso nel 2010 quando ha pubblicato un video trapelato dall’interno di un elicottero americano mentre attaccava civili e giornalisti in Iraq. Nello stesso anno WikiLeaks pubblicò centinaia di migliaia di documenti statunitensi sulle guerre in Iraq e Afghanistan, nonché migliaia di dispacci diplomatici statunitensi. 

L’uso da parte di Washington dell’Espionage Act per perseguitare Assange rimane controverso, poiché il giornalista di origine australiana ha pubblicato, ma non ha rubato, il materiale riservato in questione.

Assange è diventato un simbolo della libertà di stampa. Molti a livello globale sostengono che sia nell’interesse pubblico che WikiLeaks pubblichi informazioni sui crimini di guerra e che Assange sia perseguitato per ragioni politiche.

Dopo quasi cinque anni di isolamento nella prigione di Belmarsh e con il peggioramento delle sue condizioni di salute, Assange quest’anno ha iniziato un’ultima campagna per evitare di essere estradato negli Stati Uniti. Il mese scorso, l’Alta Corte del Regno Unito ha rinviato la decisione sulla concessione ad Assange di un’ultima possibilità di presentare ricorso contro la sua estradizione.

 

Dal Mondo UNIPOLARE verso un Mondo MULTIPOLARE

 

Da alcuni anni il mondo è mutato e si stanno trasformando gli equilibri e le architetture geopolitiche, economiche e strategiche mondiali. Una mutazione veloce, quasi debordante, che procede tuttora ad un ritmo incalzante.

I vecchi equilibri/relazioni/alleanze fra le potenze mondiali e i rispettivi campi di influenza, vengono bruscamente rimessi in discussione, sul piano militare, politico, economico, culturale e persino spirituale. Piaccia o meno, la storia ci presenta questa situazione.

Come evolverà o si svilupperà o regredirà sarà, come sempre la storia e i fatti a sancirlo. Ma negare ciò che sta avvenendo o sottovalutarlo equivale, oggettivamente vivere fuori dalla realtà o in dimensioni autoreferenziali dottrinarie, nel contempo si tratta di NON IDEALIZZARE o rendere idilliaco un processo che è storico e materiale, QUINDI suscettibile ed esposto nei suoi passaggi, a continue modifiche, limiti, contraddizioni o reversibilità oggettive.

Dalla seconda metà del XX secolo fino al 1989 il mondo ha vissuto un’era bipolare, con due campi: da una parte l’URSS, i paesi socialisti, ma in questo campo rappresentato dall’URSS, va ricordato vi erano collocati, spesso in modo non formalizzato o organica, i ¾ dell’umanità (Movimento Non allineati, i paesi liberatisi dal colonialismo, i movimenti o Fronti antimperialisti in lotta, o paesi come la Francia che in difesa della propria indipendenza non aderiva alla NATO. Dall’altra parte il blocco USA/NATO con i paesi subalterni atlantisti.

Questa fase storica si concluse di fatto con la distruzione e dissolvimento dell’URSS e del suo campo, a inizio anni ’90, ed è stata di fatto un’era unipolare, esauritasi da poco.

Il nostro tempo è segnato dal multipolarismo: in cui molteplici attori rivendicano il diritto di operare sul palcoscenico mondiale, pretendendo rapporti più egualitari fra gli stati, indipendenza, sovranità. Il binomio dominatori/dominati viene rimesso in discussione, non in modo ideologico o di classe in senso marxista, ma come RICERCA di risposte sicuramente più sperimentali, meno delineate analiticamente, con mille contraddizioni anche profonde, ma i popoli e i paesi ne hanno una esigenza ormai di sopravvivenza per trovare vie di sviluppo, contro sfruttamento, rapina e saccheggio delle loro ricchezze, per cercare soluzioni di pace alle centinaia di micro o dispiegati conflitti interni, finanziati e sostenuti da potenze straniere per interessi imperialisti e di dominio.

I quattro cardini basilari su cui si regge e si qualifica una prospettiva di Mondo Multipolare, molto sinteticamente si possono identificare in:

  • La progettualità economica, dove non è messa in discussione la struttura delle classi sociali, di letture circa plusvalore e sfruttamento della forza lavoro o del sistema capitalistico in generale
  • La cooperazione reciprocamente vantaggiosa, come motore per lo sviluppo nazionale di ciascun paese. Con un interscambio commerciale, di materie prime e infrastrutture. A condizioni non certamente “socialistiche” ma sicuramente molto più favorevoli ai piccoli paesi del terzo e quarto mondo, che non gli ultimi trent’anni di mondo multipolare, fondati su rapine, saccheggi e ricatti, che hanno cancellato l’interesse nazionale di ogni paese più debole .
  • Il principio della NON ingerenza degli affari interni di ciascun paese, come principio di rispetto delle indipendenze e sovranità nazionali. Con la salvaguardia così di un rispetto reciproco delle caratteristiche intrinseche delle identità e peculiarità di ciascun popolo e paese.
  • Forse il punto più basilare per guardare al futuro: quello che fonda le relazioni tra paesi e stati sulla base di proposte, percorsi, sforzi indirizzati a soluzioni di PACE, negoziali, di conciliazione delle contraddizioni o conflitti. Questo dopo trent’anni di decine e decine di guerre e conflitti ( in questo momento sono 37 in corso…), penso che dovrebbe farci riflettere come militanti e attivisti contro la guerra e per la pace. Penso sia una prospettiva verso il futuro, perlomeno positiva da verificare e sperimentare.

Questo scenario apre ad un futuro incerto ma gravido di speranze per chi si batte affinché fra i popoli prevalga il dialogo e non lo scontro, la lotta per la pace e non la guerra. Dagli anni ’90 siamo stati abituati ad uno scenario di “guerre infinite”, prevaricazioni, ricatti, umiliazioni di interi popoli e paesi. Il mutamento attuale, pur con tutte le sue inevitabili contraddizioni, è foriero di una radicale inversione di rotta. A chi finora ha tratto vantaggio dalla vecchia configurazione dei rapporti internazionali basata sulla prevaricazione dei più deboli, si impone un nuovo modello, basato sulla pacificazione dei conflitti, sulla cooperazione, sul rispetto delle reciproche sfere di influenza, storiche, geografiche, culturali e spirituali. SI’ perché in questi ultimi anni, i conflitti e le aggressioni hanno anche un aspetto, molto sottile e non evidente, di  annientamento dei diritti dei popoli di mantenere e difendere proprie tradizioni, usi, identità e radici nazionali in nome di un presunta democratizzazione del mondo, che in realtà è un processo di “occidentalizzazione” del mondo, con l’uso dei “diritti umani”, ma solo quelli stabiliti o appartenenti al mondo occidentale, con l’imposizione di concezioni dei “diritti civili” ma solo di quelli funzionali al perpetrarsi dell’egemonia atlantista. Con l’uso e la fomentazione dello scontro di religioni sciiti/sunniti (Iran/Iraq, Yemen/RASaudita)), o Islam/Induismo (India/Pakistan), Cristiani/Musulmani (Sudan,Siria), Ortodossi/Ortodossi (Ucraina, Moldavia, Romania), ecc., tutto in una strategia politica di divisione/frammentazione di popoli e paesi per indebolire o soggiogare pezzi di mondo e restare egemoni e dominanti.

In questi anni, prima la CINA con la proposta della Silk Road/Via della Seta, un progetto strategico epocale, poi attraverso il ruolo centrale della RUSSIA con la progettualità dei BRICS, si è rotta l’egemonia politica, economica, militare, culturale e spiritualeUNIPOLARE nel mondo.

Pensiamo a quanta ricchezza intesa come materie prime, tradizioni storiche, produzioni industriali o artigianali, ambientali, saperi millenari, valori spirituali entra in campo e diventa patrimonio di popoli, al di là di ideologie, letture politiche o di fede, o laiche o differenti, ma che si mettono in gioco in una prospettiva paritaria, di interessi diversi ma comuni, di non ingerenze, di rispetto delle differenze…PUR RESTANDO OGNUNO CON LE PROPRIE, ma stando allo stesso tavolo di costruzione, di confronto, con obiettivi proficui, negoziali, di pacificazione, non di aggressione, sottomissione o di dominio, ma di scambio. Non è idillico o idealista, questa lettura è materialismo storico concreto. Perché la proposta strategica di un Mondo Multipolare, non è fondato su letture ideologiche o di alleanze politiche teoriche, MA FONDATE su necessità e proposte di sviluppo ECONOMICHE e PACIFICHE, dove però anche le forze che hanno una visione comunista, socialista, di cambiamenti più profondi, hanno un terreno fertile di impegno e proposte più avanzate, a difesa delle classi popolari e lavoratrici, ma solo se sono interni a questa lettura ( e ci sono…come in Russia). Quei paesi a cui non interessa ne restano fuori e continua la sua strada nel solco atlantista egemonizzato dal dollaro e dagli USA. 

Per i popoli e paesi NON servili si è riaccesa una speranza, una ipotesi di vie per uno sviluppo non più da soggiogati e sottomessi, ma da attori alla pari e non ricattati o costretti. Questa è una prospettiva che, come dicevo prima, è tutta da vedere nei suoi sviluppi, nelle sue contraddizioni o arretramenti. Ma per ogni uomo o popolo liberi e dignitosi, o che aspirano a questo, la speranza rappresenta un moto, una spinta positiva o in avanti. Questo è un fatto reale non un’idea.

Quanto sta avvenendo impone un profondo ripensamento di giudizi e prospettive, anche nel campo di chi cerca una alternativa all’attuale sistema. Sorgono nuovi paradigmi, nuove chiavi interpretative. Pur restando fermo l’orientamento principale, a difesa dei popoli e delle classi subalterne, è necessario ampliare la propria visione del mondo.

Lo sviluppo dirompente dei BRICS, della Nuova Via della Seta sono un DATO di Fatto della realtà e del mondo che stanno cambiando e, comunque la si pensi chi non si confronterà con tutto ciò, resterà fuori dalla storia, in primis, quelle forze che hanno come obiettivo di cambiare il mondo.

Gli imperi sorgono e gli imperi cadono, spesso attraverso il rifrangersi delle loro stesse contraddizioni internamente distruttive o loro inflitte dal mondo esterno.

Le più massicce tendenze nell’ordine mondiale moderno, si stanno manifestando nel rivolgersi da parte di decine di paesi in via di sviluppo, a richieste di adesione ai BRICS o di definire con questa associazione azioni congiunte. Allo stesso tempo, il progetto  più rilevante e strategica è l’obiettivo della de-dollarizzazione del mondo moderno, cioè il passaggio a normative commerciali internazionali in valute nazionali. Anche il piano di creare una nuova moneta comune, viene discussa sempre più attivamente tra i membri dei BRICS.

Quasi ogni giorno ora porta nuove prove di politiche più indipendenti dei paesi in via di sviluppo. Nel 42° Summit dell’ASEAN, tenutosi in Indonesia, è stato deciso di resistere alle pressioni di Washington volte a limitare la Cina nella regione indo-pacifica, questa è una ulteriore dimostrazione che anche l’ASEAN non intende essere una mera pedina nella geopolitica statunitense.

Per analizzare una prospettiva di Mondo Multipolare occorre sinteticamente vedere la situazione di chi guida, orienta e assoggetta il blocco Unipolare: gli Stati Uniti.

Tra le cause primarie del crollo dell’Impero Romano, furono tra le altre, il debito sempre più insostenibile guidato dalla moneta imperiale fiat, dalle mire insaziabili di guerra e di conquista, la disintegrazione del tessuto morale e sociale, dalla degenerazione corrotta della sua élite.

L’Impero Statunitense Globale, vettore e guida assoluta del Mondo Unipolare, a volte indicato come Impero del Caos, sembra identificarsi pienamente in questo scenario e potrebbe incontrare una fine simile, se continuerà con le sue attuali strategie aggressive e non disposte a trovare soluzioni negoziali o di cooperazione col resto del mondo. Per ora il partito unipolare e di guerra negli USA, su entrambi i fronti politici nazionali, si caratterizza piuttosto occupato da esponenti del fervore sciovinistico nazionalistico, quasi xenofobo contro tutto ciò che non è Stati Uniti o Atlantista.

Zbigniew Brzezinski, uno degli architetti storici della politica globalista statunitense, aveva avvertito già molti anni fa che la Russia e la Cina avrebbero gradualmente superato gli USA come superpotenze mondiali, inaugurando una nuova era di multipolarità.

L’insostenibile debito nazionale, l’esternalizzazione economico produttiva  e un sistema finanziario controllato dalla Federal Reserve Bank privata che ha controlla saldamente i destini del popolo statunitense creando una sempre più crescente disparità di reddito con una classe media impoverita e sempre più larghe parti di popolazione in stato di miseria, sono indicatori di prospettive pessimistiche per il futuro degli  USA, che trascinerà nel baratro anche i paesi atlantisti fedeli o ricattati. Questo potrebbe far capire perché decine di paesi in via di sviluppo o non soggiogati, africani, asiatici, sudamericani stanno volgendo i propri destini verso BRICS, Silk Road, cioè un Mondo Multipolare, in primis per sganciarsi dai cappi e ricatti che li hanno immiseriti e per trattare a condizioni meno capestri le loro ricchezze e perché il bisogno primario che hanno è quello di infrastrutture, mentre il blocco unipolare è più propenso e abituato a prendere e imporre anche militarmente, che a trattare. Oltre che avere negli armamenti l’investimento più importante e proficuo.

Per mantenere un ordine mondiale unipolare, l’Occidente atlantista ha bisogno del dominio imperialista. Deve avere la grande maggioranza dei paesi del mondo come stati vassalli, di fatto in un sistema internazionale neocoloniale. L’élite dirigente imperialista utilizza la maschera ideologica pseudo-progressista della “globalizzazione democratica”, della difesa dei diritti umani e civili, MAI di quelli sociali e collettivi, del superamento degli stati nazionali come pretesto per il proprio dominio. Usano istituzioni come l’UE, la Banca Mondiale, il FMI e il WEF per imporre il dominio economico e la NATO per imporre il dominio militare.

In contrasto a tutto questo c’è ora una proposta strategica che sta realizzando il più grande progetto di sviluppo economico e di costruzione strutturale mai intrapreso al mondo: la Nuova Via della Seta. Il progetto se si realizzerà determinerà un cambiamento sovvertitore della mappa economica ( e non solo) del mondo…L’epocale obiettivo è quella di far risorgere l’antica Via della Seta come un moderno corridoio di transito, commercio ed economico che va da Shanghai al mare del Nord, creando una zona economica e di cooperazione, che si estenderà per oltre un terzo della circonferenza della terra, con la costruzione di ferrovie, strade e autostrade moderne, reti di trasferimento e distribuzione di energia e reti in fibra ottica, gasdotti, oleodotti, ecc. Oltre ad un’altra parte altrettanto straordinaria che è la componente marittima la “Via della seta marittima” (MSR), grandiosa quanto il progetto terrestre, che collegherà la Cina con il Golfo Persico e il Mar Mediterraneo attraverso l’Asia centrale e l’Oceano Indiano. Una volta completata, collegherà quattro continenti: Asia, Europa e Africa e l’America Latina. La catena di progetti infrastrutturali creerà il più grande corridoio economico del mondo, coprendo una popolazione di 4,4 miliardi di abitanti e una produzione economica di 21 trilioni di dollari…Questo significherà una nuova rinascita nel commercio, nell’industria, nelle scoperte, nelle invenzione e nella cultura e decine di milioni di posti di lavoro e possibilità di prosperità e sviluppo per le classi popolari.

La Silk Road alla fine includerà più di 150 paesi e migliaia di organismi internazionali. Il più grande progetto infrastrutturale e di investimento della storia, che comprenderà il 65% della popolazione mondiale e inizialmente il 40% del PIL globale e sostituirà l’attuale fatiscente ordine “basato su regole funzionali all’egemonismo unipolare, con un impianto che rispetti l’indipendenza e la sovranità delle nazioni, rifiuti l’unilateralismo e si basi su principi basati sul mercato per favorire una ripartizione più equa della produzione e della ricchezza.

Esempi che possono far capire che questo processo mondiale di cambiamento è per ora dilagante, nonostante le dure contromisure e contro proposizioni da parte di Washington, che in questi ultimi anni ha attuato enormi pressioni e minacce, per esempio sugli Stati arabi, chiedendo che non permettessero il ritorno della Siria nella Lega degli Stati arabi, operazione fallita, vista la normalizzazione delle relazioni con Damasco di quasi tutti i paesi arabi e musulmani. Fatto che nel concreto della realtà siriana, significa da un lato la ripresa di aiuti umanitari per la popolazione e dall’altro un ulteriore passo verso la pace per il martoriato paese.

Gli stati arabi, come altri paesi del sud, capiscono che devono difendere da soli la loro sicurezza e i loro interessi nazionali senza sottomissioni agli USA, questo ha prodotto dopo decenni, la riconciliazione dell’Iran e dell’Arabia Saudita e l’inizio delle discussioni su sistemi di sicurezza nel Golfo senza gli Stati Uniti.

Un’altra dimostrazione forte e rischiosa, che evidenzia un ruolo più indipendente degli stati del Sud del mondo, è il loro rifiuto di aderire alle sanzioni anti-russe imposte dall’Occidente. È interessante notare che nessun Paese a maggioranza musulmana, nonostante le dure pressioni di Washington, ha accettato di sostenere le misure restrittive delle potenze occidentali contro Mosca. Al contrario dall’inizio del conflitto russo-ucraino, il commercio della Russia con Cina, India, Brasile, Iran e molti altri paesi in via di sviluppo è cresciuto notevolmente.

In un sondaggio condotto lo scorso anno dall’Arab Research Center di Doha, il 78% degli intervistati in 14 paesi arabi, ha affermato che gli Stati Uniti sono la principale fonte di minacce e instabilità nella regione e allo stesso tempo, la maggioranza definisce gli Stati Unitiuna potenza imperialista ipocrita che rispetta solo a parole i diritti umani e la democrazia…”.

Come scrisse già nel 2019, il giornalista e analista finanziario statunitense Robert Berke, su Oil Price: “…La nuova via della seta potrebbe cambiare per sempre l’economia del globo…”. Tutto questo, mentre la nostra epoca è ormai costellata di conflitti geopolitici e guerre  che stanno portando ad uno scontro devastante per l’umanità.

QUESTA è la proposta di un Mondo Multipolare, l’alternativa è sotto gli occhi di tutti. Guerre, conflitti, odio e soggiogamenti dispiegati.

Nei nostri sistemi di “DEMOCRATURE” (democrazia nella forma, dittatura/egemonica nella sostanza), la guerra è una necessità economica, un completo connubio tra sussidio pubblico e profitto privato: socialismo per i ricchi, capitalismo per i poveri. Il giorno dopo l’11 settembre i prezzi delle azioni dell’industria bellica salirono alle stelle. Si preparavano nuovi spargimenti di sangue, fu definita la “guerra infinita”, il che è positivo per gli affari delle multinazionali delle armi.

E questo è rimasto da allora un marchio di business: “guerra infinita”, garantiscono produzione, profitti, affari e assoggettamenti. Dall’Afghanistan, all’Iraq, Palestina, Siria, Sudan, Somalia, Libia, Yemen, Ucraina, Haiti. 

Nel mondo Unipolare ci raccontano quanto siano malvagi i Talebani: non che il furto di 7 miliardi di dollari delle riserve bancarie del paese da parte degli USA, stia causando migliaia di morti per fame e sofferenze ad altri milioni di civili.  

Al vertice di Madrid, la Nato, controllata dagli Stati Uniti, ha adottato un documento strategico che militarizza il continente europeo e prevede la prospettiva di una guerra con Russia e Cina. Proponendo una “guerra a più parti” contro rivali che sono alla pari e dotati di armi nucleari”. In altre parole, una guerra nucleare.

 CONCLUDENDO:

penso che proprio oggi, qui in questo evento che raccoglie persone e attivisti che hanno nella lotta per la pace, contro le guerre  un impegno concreto, sia importante comprendere che: per le guerre in Palestina, Yemen, Donbass, Libano, Siria, Libia, Sudan, Kosovo, Saharawi, Somalia, Eritrea, per la crisi in  Ucraina, per le crisi esplosive vicine ad esplodere come in Transnistria, Moldova, Bielorussia, Taiwan, Coree, ecc ( sono 37  in questo momento…) i venti di guerra sempre più forti nei Balcani, in Kosovo, Serbia, Repubb.SRPSKA. Per i popoli coinvolti, anche solo prospettive di fermare la guerra e i relativi massacri, creare tavoli di negoziazione, come è nella prospettiva di un Mondo Multipolare, credetemi E’ TANTO, ma proprio TANTO. Qualcuno dirà che è troppo poco, ma per i popoli aggrediti che resistono E’ TANTO.

Per essi è una necessità di sopravvivenza.

Nel mondo oggi è ormai chiara una frattura destinata ad allargarsi: da una parte i tre quarti dell’umanità, dall’altra un gruppo elitario/egemonico che pretende di continuare a stabilire le regole del gioco a suo uso e consumo, per mantenere i suoi privilegi e interessi. I popoli e paesi del mondo liberi e indipendenti non paiono più disponibili ad accettarlo e a continuare a sottomettersi.

Nel dicembre 2021 la Russia propose pubblicamente un tavolo di confronto e tra tutte le parti per varare un piano di sicurezza di vasta portata, che tenesse conto delle esigenze  di  tutti. Fu respinto, deriso o liquidato dai media occidentali. Chi ha letto quelle proposte punto per punto? Era una proposta di negoziazione e conciliazione. Era una proposta di PACE. Respinta, rifiutata. Perché? PERCHE’  in un Mondo Unipolare, essi hanno bisogno di guerre, di imposizioni, di conflitti tra i popoli…per continuare a dominare il mondo. Ma i tempi stanno cambiando e anche velocemente.

Penso che  sia necessario e utile per tutti creare momenti di riflessione, approfondimento, conoscenza, come questo,  cercando l’interazione con studiosi di vari indirizzi ed esperti internazionali interni e direttamente coinvolti in questo mutamento epocale. Noi, nel nostro piccolo ma con forti relazioni e collaborazioni internazionali, come Sezione italiana dell’Osservatorio Internazionale della Silk Road e come Iniziativa Mondo Multipolare/Centro Iniziative per la Verità e Giustizia, che esiste ormai da quattro anni, cerchiamo e cercheremo di organizzare momenti di approfondimento, confronto, con seminari, incontri pubblici e anche progetti internazionali, finalizzati a creare un tavolo di analisi e discussione aperta, laica e non dogmatica sul tema del mondo multipolare.

I nostri compiti possibili

  • Impegnarci e lavorare sull’informazione e rivolti ai giovani.
  • Denunciare l’invio di armi, munizioni, equipaggiamenti e personale militare nei teatri di guerra e nei conflitti
  • Attuare campagne informative costanti e capillari su cos’è e cosa fa la NATO e quanto costa ai cittadini italiani e rilanciare una cultura di indipendenza e sovranità, che significano liberarsi da una cultura storica di asservimento politico, economico e culturale
  • Insieme ad una continua Solidarietà concreta con i popoli aggrediti e resistenti, questo è un lavoro fattibile e concreto di sostegno e solidarietà verso i popoli del mondo che resistono

Non dimentichiamoci cosa disse nel lontano 1917, ma resta come una pietra miliare tuttoggi, il direttore del Manchester Guardian, C.P. Scott, affermò, in una conversazione, poi rivelata nelle sue memorie, al primo ministro britannico Lloyd George: “…Se la gente sapesse davvero la verità, la guerra finirebbe domani, ma loro non lo sanno e non possono saperlo…”

 

Enrico Vigna  –  IniziativaMondoMultipolare/CIVG –  22 marzo 2024

Jeffrey Sachs – Russia e USA: l’urgenza della diplomazia

di Jeffrey Sachs – Common Dreams

C’è stato un completo collasso della diplomazia tra gli Stati Uniti e la Russia, e un collasso quasi totale tra gli Stati Uniti e la Cina. L’Europa, che si è resa troppo dipendente dagli Stati Uniti, segue semplicemente la linea di Washington. L’assenza di diplomazia crea una dinamica di escalation che può portare alla guerra nucleare. La massima priorità per la pace globale è ristabilire la diplomazia degli Stati Uniti con Russia e Cina.

Lo stato delle cose è sintetizzato dagli incessanti insulti personali del Presidente Joe Biden ai suoi omologhi russi e cinesi. Invece di concentrarsi sulla politica, Biden si concentra sul personale vis-à-vis con il Presidente Vladimir Putin. Di recente, ha definito il Presidente Putin “un matto figlio di p*”. Nel marzo 2022, ha dichiarato che “Per amor di Dio, quest’uomo non può rimanere al potere”. Subito dopo un incontro con il Presidente cinese Xi Jinping lo scorso autunno, Biden lo ha definito “un dittatore”.

Questa personificazione grossolana delle complesse relazioni tra superpotenze è incompatibile con la pace e la risoluzione dei problemi. Inoltre, la grossolanità di questa retorica e l’assenza di seria diplomazia hanno aperto le porte a una scioccante irresponsabilità retorica. Il Presidente della Lettonia ha recentemente twittato “Russia delenda est” (“La Russia deve essere distrutta”), parafrasando l’antico ritornello di Catone il Vecchio nel chiedere la distruzione di Cartagine da parte di Roma prima della Terza Guerra Punica.

A un livello, queste affermazioni del tutto puerili richiamano tutte l’ammonimento del Presidente John F. Kennedy, che trasse la lezione più importante della crisi dei missili cubani come la necessità di evitare di umiliare un avversario armato di armi nucleari: “Soprattutto, difendendo i nostri interessi vitali, le potenze nucleari devono evitare quei confronti che costringono un avversario a scegliere tra una ritirata umiliante o una guerra nucleare. Adottare quel tipo di approccio nell’era nucleare sarebbe prova solo della bancarotta della nostra politica – o di un desiderio collettivo di morte per il mondo”.

Ma c’è un problema ancora più profondo in gioco. Tutta la politica estera degli Stati Uniti si basa attualmente sul confronto con le controparti piuttosto che sulla negoziazione effettiva con esse. Il refrain degli Stati Uniti è che l’altra parte non può essere affidabile per negoziare, quindi non vale la pena provarci.

Le negoziazioni oggi vengono denunciate come inutili, improbabili e segno di debolezza. Ci viene ripetuto costantemente che il britannico Neville Chamberlain cercò di negoziare con Hitler nel 1938, ma che Hitler lo ingannò, e che lo stesso accadrebbe con le negoziazioni di oggi. Per sottolineare il punto, ogni avversario degli Stati Uniti viene etichettato come un nuovo Hitler – Saddam Hussein, Bashar al-Assad, Vladimir Putin, Xi Jinping e altri – quindi ogni negoziazione sarebbe vana.

Il problema è che questa banalizzazione della storia e dei conflitti odierni ci sta portando sull’orlo della guerra nucleare. Il mondo è più vicino all’Armageddon nucleare che mai – 90 secondi dalla mezzanotte secondo l’Orologio dell’Apocalisse – perché le superpotenze nucleari non stanno negoziando. E gli Stati Uniti sono effettivamente diventati il meno diplomatico di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite, confrontando gli Stati in base al rispetto della Carta delle Nazioni Unite.

La diplomazia è vitale perché la maggior parte dei conflitti sono ciò che i teorici dei giochi chiamano “dilemmi strategici”. Un dilemma strategico è una situazione in cui la pace (o, più generalmente, la cooperazione) è migliore per entrambi gli avversari, ma in cui ciascuna parte ha l’incentivo a infrangere un accordo di pace per approfittare del nemico. Durante la crisi dei missili cubani, ad esempio, la pace era migliore sia per gli Stati Uniti che per l’Unione Sovietica rispetto alla guerra nucleare, ma ciascuna parte temeva che se avesse accettato un esito pacifico, l’altra parte avrebbe barato – ad esempio attraverso un primo attacco nucleare.

Le chiavi per la pace in tali casi sono i meccanismi di conformità. O come disse il Presidente Ronald Reagan negoziando con il Presidente sovietico Mikhail Gorbaciov, ripetendo una vecchia massima russa, “Fidarsi ma verificare”.

Ci sono molti meccanismi per costruire la fiducia. A livello di base, le due parti possono ricordarsi reciprocamente che si trovano in un “gioco ripetuto”, il che significa che i dilemmi strategici si presentano regolarmente tra di loro. Se una parte bara oggi, ciò compromette la possibilità di cooperazione in futuro. Ma ci sono molti meccanismi aggiuntivi per l’applicazione: trattati formali, garanzie di terze parti, monitoraggio sistematico, accordi graduati e così via.

JFK era fiducioso che l’accordo negoziato con il leader sovietico Nikita Khrushchev nell’ottobre 1962 per porre fine alla crisi missilistica cubana sarebbe durato – e così fu. In seguito fu fiducioso che anche il Trattato sulla messa al bando parziale degli esperimenti nucleari che aveva negoziato con Krusciov nel luglio 1963 sarebbe rimasto valido – e così fu. Come notò JFK a proposito di tali accordi, essi dipendono dalla negoziazione di un accordo che sia nel reciproco interesse di entrambe le parti: “Gli accordi a tal fine sono nell’interesse dell’Unione Sovietica così come del nostro – e anche le nazioni più ostili possono essere considerate affidabili e a mantenere gli obblighi derivanti dal trattato, e solo quegli obblighi derivanti dal trattato, che sono nel loro stesso interesse”.

I teorici dei giochi studiano i dilemmi strategici ormai da più di 70 anni, il più famoso dei quali è il dilemma del prigioniero. Hanno ripetutamente scoperto che un percorso chiave verso la cooperazione in un dilemma strategico passa attraverso il dialogo, anche se non vincolante. L’interazione umana aumenta notevolmente la probabilità di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa.

Chamberlain ha sbagliato a negoziare con Hitler a Monaco nel 1938? No. Sbagliò nei dettagli, raggiungendo un accordo sconsiderato che Hitler non intendeva rispettare e poi proclamando ingenuamente “la pace per il nostro tempo”. Tuttavia, i negoziati di Chamberlain con Hitler contribuirono alla sconfitta di Hitler. Esponendo chiaramente al mondo la perfidia di Hitler, il fallimento dell’accordo di Monaco spianò la strada a un risoluto Winston Churchill per prendere il potere in Gran Bretagna, con una profonda rivendicazione e con un profondo sostegno pubblico in Gran Bretagna e nel mondo, e poi, in ultima analisi, all’alleanza tra Regno Unito, Stati Uniti e Unione Sovietica per sconfiggere Hitler.

La ripetuta analogia con il 1938 è in ogni caso del tutto semplicistica e per certi versi addirittura arretrata. La guerra in Ucraina richiede un vero negoziato tra le parti – Russia, Ucraina e Stati Uniti – per affrontare questioni come l’allargamento della NATO e la sicurezza reciproca di tutte le parti in conflitto. Queste questioni pongono veri e propri dilemmi strategici, il che significa che tutte le parti – Stati Uniti, Russia e Ucraina – possono avanzare ponendo fine alla guerra e raggiungendo un risultato reciprocamente soddisfacente.

Inoltre, sono stati gli Stati Uniti e i loro alleati a rompere gli accordi e a rifiutare la diplomazia. Gli Stati Uniti hanno violato le solenni promesse fatte al presidente sovietico Mikhail Gorbachev e al presidente russo Boris Eltsin secondo cui la NATO non si sarebbe spostata di un centimetro verso est. Gli Stati Uniti hanno barato sostenendo il violento colpo di stato di Kiev che ha rovesciato il presidente ucraino Viktor Yanukovich. Gli Stati Uniti, la Germania, la Francia e il Regno Unito si sono doppiamente rifiutati di sostenere l’accordo di Minsk II. Gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente dal Trattato sui missili anti-balistici nel 2002 e dall’Accordo sulle forze intermedie nel 2019. Gli Stati Uniti si sono rifiutati di negoziare quando Putin ha proposto un progetto di Trattato Russia-USA sulle garanzie di sicurezza il 15 dicembre 2021.

In effetti, non c’è stata alcuna diplomazia diretta tra Biden e Putin dall’inizio del 2022. E quando Russia e Ucraina hanno negoziato direttamente nel marzo 2022, il Regno Unito e gli Stati Uniti sono intervenuti per bloccare un accordo basato sulla neutralità ucraina. Putin ha ribadito l’apertura della Russia ai negoziati nella sua intervista con Tucker Carlson il mese scorso e lo ha fatto di nuovo più recentemente.

La guerra infuria, con centinaia di migliaia di morti e centinaia di miliardi di dollari di distruzione. Ci stiamo avvicinando al baratro nucleare. È ora di parlare.

Nelle parole immortali e nella saggezza di JFK nel suo discorso inaugurale: “Non negoziamo mai per paura. Ma non dobbiamo mai temere di negoziare”.

(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

Iberia impedisce al giornalista Hernando Calvo Ospina di volare a Cuba

La compagnia Iberia ha impedito oggi al giornalista e scrittore Hernando Calvo Ospina l’accesso al volo Madrid-Santiago de Cuba, operato da Cubana de Aviacion, dall’aeroporto di Madrid Barajas, seguendo gli ordini emessi dalla National Transportation Security Administration (TSA) degli Stati Uniti. 

Non è la prima volta che Calvo Ospina, di origine colombiana e residente in Francia da molti anni, subisce l’arbitrario castigo di rimanere a terra essendo inserito dal 2003 nella No Fly list, che controlla il Terrorist Screening Center (TSC) del governo federale degli Stati Uniti. In altre occasioni, Air France, Air Europa e Corsair hanno impedito ugualmente di prendere voli con destinazione Cuba, adducendo false scuse prima di riconoscere che la lista dei passeggeri è controllata e deve essere autorizzata dalla TSA. 

Almeno dal marzo 2012, gli Stati Uniti obbligano le compagnie aeree europee a fornire i dati dei passeggeri per qualsiasi volo che attraversi lo spazio aereo statunitense, pena il divieto di accesso a detto spazio. E anche se un tempo si sollevavano proteste contro questa misura unilaterale davanti al commissario europeo per gli affari interni, la verità è che oggi è ancora più abusiva.

La cosa sorprendente della decisione presa da Iberia è che il volo Cubana de Aviación tra Madrid e Santiago de Cuba non si è nemmeno avvicinato alla no-fly zone imposta da Washington, e diventa piuttosto una condanna imposta dal gendarme globale che cerca di complicare il più possibile qualsiasi tipo di scambio con Cuba.

Secondo il video realizzato all’aeroporto dallo stesso giornalista, a cui Rebelión ha avuto accesso, il motivo del viaggio a Cuba era quello di consegnare copie dei documenti declassificati in Francia sull’esplosione della nave La Coubre nella baia dell’Avana nel marzo 1960, a partire dai quali Calvo Ospina ha svolto un’importante indagine che ha raccolto in un documentario e nel saggio El enigma de La Coubre* (L’enigma della Coubre). Trasportava anche 100 copie di questo libro con l’obiettivo di farlo conoscere a Cuba.

Secondo Cubana de Aviación, il problema era dovuto al fatto che il sistema informatico utilizzato all’aeroporto di Madrid per il check-in e l’imbarco dei passeggeri è controllato da Iberia, che è sotto la supervisione della TSA. Di conseguenza, quando sono stati inseriti i dati di Calvo Ospina, il sistema ha bloccato il suo accesso al volo, con l’ordine di non farlo imbarcare per Cuba.

Il giornalista colombiano ha sottolineato che “è una vergogna che [Cubana de Aviación] non abbia un proprio sistema e che dipenda da Iberia”, e si è rammaricato per il danno economico causato dall’ingiustificato divieto, “ma Cuba ha perso migliaia e migliaia di milioni con questo blocco”, in riferimento alla brutale politica di vessazione degli Stati Uniti nei confronti dell’isola per più di sei decenni.

*Edizione italiana : L’enigma de La Coubre – Castelvecchi Editore  

Fonte: Iberia impide al periodista colombiano Hernando Calvo Ospina volar con destino a Cuba – Rebelion  

A cosa punta il capo del Comando Sud con la sua nuova visita in Argentina?

Laura Richardson, capo del Comando Sud degli Stati Uniti, ha in programma una visita in Argentina ad aprile per incontrare le nuove autorità del governo di Javier Milei e discutere le questioni di interesse per Washington nella regione.

In realtà, il Comando Sud è un’unità del Pentagono destinata a difendere gli interessi statunitensi nella regione. Ha sede a Miami, controlla le basi statunitensi in America Latina e fornisce addestramento, intelligence e coordinamento militare a tutte le forze armate regionali su indicazione del Dipartimento di Stato.

Sebbene l’agenda di lavoro di Richardson in Argentina non sia stata ufficializzata né dalla Casa Bianca né dalla Casa Rosada, i media argentini suggeriscono che il capo militare lavorerà su questioni chiave per Washington, come l’ordine geopolitico regionale, la sicurezza internazionale, la lotta al narcotraffico e lo sfruttamento delle risorse energetiche argentine come litio, gas e petrolio.

Politico – La Russia sta vincendo la guerra globale del grano

Gli agricoltori di tutta Europa sono scesi in piazza per opporsi alle importazioni ucraine. Il malcontento di massa ha costretto i governi dell’UE a fare enormi concessioni ai manifestanti e ha minato i legami politici di Kiev con gli alleati occidentali, scrive Politico
 
Il motivo principale per cui gli agricoltori europei non possono vendere i loro prodotti quest’anno non ha “nulla a che fare” con l’Ucraina. È tutta colpa della Russia, che con il suo raccolto record e le sue esportazioni senza rivali ha fatto crollare il prezzo dei prodotti agricoli, sostiene la pubblicazione.
 
Grazie a un clima eccezionalmente favorevole, negli ultimi due anni la Russia ha coltivato una quantità di grano senza precedenti e l’ha venduta con successo sul mercato mondiale. Questo ha invertito il boom dei prezzi del grano, facendoli scendere a livelli che si sono rivelati non redditizi per gli agricoltori di Paesi come la Polonia, osserva Politico.
 
Nonostante l’attenzione sulle importazioni ucraine, alcuni Paesi dell’UE continuano ad acquistare i prodotti a basso costo di Mosca. Tra gli acquirenti regolari di grano russo ci sono Spagna, Italia e Francia, sottolinea l’articolo.
 
In mezzo all’instabilità politica dell’UE, la Russia è riuscita a distogliere l’attenzione da se stessa dirottando le sue ingenti esportazioni di grano verso altre parti del mondo dove cerca di mantenere la sua influenza geopolitica. Nell’ultimo anno, Mosca ha spedito centinaia di migliaia di tonnellate di grano gratuito a Paesi dell’Africa e dell’Asia. Ha anche firmato accordi con le nazioni dell’America Latina i cui raccolti sono stati decimati da condizioni climatiche estreme, osserva Politico.

Finian Cunningham – Il genocidio di Gaza rivela l’imbroglio delle guerre umanitarie USA/NATO

di Finian Cunningham – Strategic Culture

Venticinque anni fa, gli Stati Uniti e l’alleanza militare della NATO lanciarono una guerra illegale contro l’ex Jugoslavia.

È stato un evento spartiacque che ha portato a una serie di guerre della NATO guidate dagli Stati Uniti in tutto il mondo nel quarto di secolo successivo, fino ad oggi – tutte sulla base di qualche alto principio di “difesa” dei diritti umani o della democrazia.

Nell’ex Jugoslavia, la campagna di bombardamenti aerei durata 10 settimane e iniziata il 24 marzo 1999 ha causato centinaia di morti tra i civili e distrutto le infrastrutture di quello che allora era un Paese socialista ben sviluppato.

La motivazione dell’intervento militare fu dichiarata “umanitaria” – presumibilmente per proteggere i civili in una guerra civile.

L’avvocato e scrittore internazionale Dan Kovalik sostiene che il pretesto “umanitario” per il bombardamento della Jugoslavia da parte della NATO era fasullo.

Il vero obiettivo, sostiene, era che gli Stati Uniti e i loro partner imperialisti occidentali creassero un precedente per violare sistematicamente il diritto internazionale.

Kovalik è autore del libro “No More War: How the West Violates International Law by Using Humanitarian Intervention to Advance Economic and Strategic Interests”.

Il bombardamento della NATO sull’ex Jugoslavia non ha avuto l’autorizzazione legale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. È stata un’azione unilaterale, più precisamente definita come un’aggressione illegale – un crimine di guerra.

Kovalik osserva che il periodo storico era cruciale. Durante gli anni ’90, gli Stati Uniti stavano riconfigurando il loro potere imperiale nell’era post-Guerra Fredda (1945-90). Con la scomparsa dell’Unione Sovietica nel 1991, Washington si proclamò unica superpotenza. Secondo l’autore, gli Stati Uniti volevano affermare la loro prerogativa nel mondo post-Guerra Fredda di usare la loro potenza militare e quella dei loro partner della NATO ovunque e in qualsiasi momento per far avanzare i loro interessi strategici.

L’aggressione guidata dagli Stati Uniti contro la Jugoslavia è stata quindi un’apertura a un nuovo ordine mondiale che prevedeva l’uso a piacimento del potere militare USA e della NATO, in totale disprezzo del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite che era stata redatta nel 1945 per impedire il tipo di aggressione che la Germania nazista aveva condotto.

In breve, si trattava di una reinvenzione dell’imperialismo rivestito di virtù.

Dopo la Jugoslavia, balcanizzata a seguito dell’aggressione della NATO, gli Stati Uniti e i loro partner militari si sono imbarcati in un’orgia di guerre illegali e interventi segreti durata 25 anni. Afghanistan, Iraq, Somalia, Libia, Siria e altri luoghi del Medio Oriente e dell’Africa. Guerre infinite che costano trilioni di dollari ai popoli occidentali e fomentano una serie di problemi socio-economici, dall’immigrazione di massa alla povertà di massa – tutte queste guerre sono state intraprese dai successivi presidenti degli Stati Uniti, tra cui il democratico in carica Joe Biden e il suo rivale repubblicano Donald Trump.

L’attuale guerra in Ucraina – la più grande dalla Seconda Guerra Mondiale – può essere attribuita all’incessante espansione della NATO verso i confini della Russia negli ultimi 25 anni. Washington e i suoi partner occidentali affermano di difendere la democrazia, i diritti umani e il diritto internazionale in Ucraina dalla presunta aggressione russa. Questa narrazione occidentale ignora la realtà che gli Stati Uniti e i loro partner NATO hanno militarizzato un regime neonazista in Ucraina per almeno otto anni prima che l’attuale conflitto scoppiasse il 24 febbraio 2022.

Daniel Kovalik conclude con un argomento devastante: se gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO sono così preoccupati per i principi umanitari e la democrazia, allora perché non intervengono per fermare il genocidio a Gaza contro i palestinesi? Oltre 30.000 persone – soprattutto donne e bambini – sono state uccise dall’offensiva militare israeliana. Lungi dall’intervenire per proteggere i civili dai massacri e dalla fame israeliani, gli Stati Uniti e i suoi partner della NATO sono pienamente complici nel sostenere i crimini di guerra israeliani – militarmente, politicamente e diplomaticamente.

L’“intervento umanitario” occidentale, così prontamente intrapreso altrove, viene smascherato come una grottesca frode volta a coprire i crimini imperialisti statunitensi.

(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

Kennedy accusa Biden di censurare i social network

Il candidato indipendente alla presidenza degli Stati Uniti Robert Kennedy Jr. ha sostenuto le cause legali repubblicane contro la Casa Bianca per la censura sui social network. Allo stesso tempo, il politico ha affermato di aver riscontrato lui stesso la censura, scrive The Hill.

Secondo Kennedy, le autorità USA non dovrebbero influenzare il funzionamento delle piattaforme Internet, che hanno le proprie regole di condotta. Dopotutto, tale interferenza, di fatto, viola la libertà di parola sancita dalla Costituzione degli Stati Uniti.
 
“I social network dovrebbero essere in grado di controllare i loro siti e di rimuovere i contenuti pedopornografici, di incitamento alla violenza, al razzismo o altro. Non appena il governo interviene e dice loro cosa fare, abbiamo un problema di Primo Emendamento”, ha spiegato Kennedy in una recente intervista.
 
Ha anche ricordato la sua battaglia legale con la Casa Bianca per la censura. Kennedy ha detto che l’amministrazione Biden ha detto ai social media di limitare i suoi account con il pretesto di combattere la disinformazione, e così è stato. Il mese scorso ha vinto una causa per annullare l’ingiunzione, ma la decisione è stata sospesa in attesa di casi analoghi davanti alla Corte Suprema, come riporta The Hill.

Jeffrey Sachs – Quanto potrebbero essere in debito gli USA con il mondo per il Covid-19?

di Jeffrey Sachs – Common Dreams

Il governo degli Stati Uniti ha finanziato e sostenuto un programma di pericolosa ricerca di laboratorio che potrebbe aver portato alla creazione e al rilascio accidentale in laboratorio del SARS-CoV-2, il virus che ha causato la pandemia Covid-19. Dopo l’epidemia, il governo statunitense ha mentito per coprire il suo possibile ruolo. Il governo statunitense dovrebbe correggere le bugie, scoprire i fatti e fare ammenda con il resto del mondo.

Un gruppo di intrepidi cercatori di verità – giornalisti, scienziati, whistleblower – ha scoperto una vasta quantità di informazioni che indicano la probabile origine di laboratorio del SARS-CoV-2. Il più importante è stato l’intrepido lavoro di The Intercept e US Right to Know (USRTK), in particolare della reporter investigativa Emily Kopp di USRTK.

Sulla base di questo lavoro investigativo, la Commissione per la supervisione e la responsabilità della Camera, guidata dai repubblicani, sta ora conducendo un’importante indagine in una sottocommissione ristretta sulla pandemia da coronavirus. Al Senato, la voce principale per la trasparenza, l’onestà e la ragione nell’indagare sull’origine della SARS-Cov-2 è stata quella del senatore repubblicano Rand Paul.

Le prove della possibile creazione di un laboratorio ruotano attorno a un programma di ricerca pluriennale condotto dagli Stati Uniti che ha coinvolto scienziati statunitensi e cinesi. La ricerca è stata progettata da scienziati statunitensi, finanziata principalmente dai National Institutes of Health (NIH) e dal Dipartimento della Difesa e gestita da un’organizzazione statunitense, la EcoHealth Alliance (EHA), con gran parte del lavoro svolto presso l’Istituto di virologia di Wuhan (WIV). 

Ecco i fatti che conosciamo ad oggi.

Primo, il NIH è diventato il centro per la ricerca sulla difesa biologica a partire dal 2001. In altre parole, il NIH è diventato un braccio di ricerca delle comunità militari e di intelligence. I finanziamenti per la difesa biologica provenienti dal budget del Dipartimento della Difesa sono stati assegnati alla divisione del dottor Anthony Fauci, l’Istituto Nazionale per le Allergie e le Malattie Infettive (NIAID).

Secondo, il NIAID e la DARPA (nel Dipartimento della Difesa) hanno supportato una vasta ricerca su patogeni potenziali per la guerra biologica e la difesa biologica, nonché per la progettazione di vaccini per proteggere contro la guerra biologica o le eventuali fughe accidentali di patogeni naturali o manipolati dai laboratori. Parte del lavoro è stato svolto presso i Laboratori delle Montagne Rocciose del NIH, che hanno manipolato e testato virus utilizzando la loro colonia di pipistrelli interna.

Terzo, il NIAID è diventato un sostenitore finanziario su larga scala della ricerca sul Gain of Function (GoF), ovvero esperimenti di laboratorio progettati per modificare geneticamente i patogeni rendendoli ancora più patogeni, come virus più facili da trasmettere e/o più inclini a uccidere gli individui infetti. Questo tipo di ricerca è intrinsecamente pericoloso, sia perché mira a creare patogeni più pericolosi sia perché quei nuovi patogeni possono sfuggire dal laboratorio, sia accidentalmente che deliberatamente (ad esempio, come atto di guerra biologica o terrorismo).

Quarto, molti dei principali scienziati statunitensi si sono opposti alla ricerca GoF. Uno dei principali oppositori all’interno del governo era il dottor Robert Redfield, un virologo dell’esercito che sarebbe diventato in seguito il Direttore dei Centri per il Controllo delle Malattie (CDC) all’inizio della pandemia. Redfield sospettava fin dall’inizio che la pandemia fosse il risultato della ricerca supportata dal NIH, ma afferma di essere stato messo da parte da Fauci.

Quinto, a causa dei rischi molto elevati associati alla ricerca GoF, il governo degli Stati Uniti ha aggiunto ulteriori normative di biosicurezza nel 2017. La ricerca GoF doveva essere condotta in laboratori altamente sicuri, ovvero al Livello di Biosicurezza 3 (BSL-3) o al Livello di Biosicurezza 4 (BSL-4). Lavorare in un’impianto BSL-3 o 4 è più costoso e richiede più tempo rispetto al lavoro in un impianto BSL-2 a causa dei controlli aggiuntivi contro una possibile fuga del patogeno dall’impianto.

Sesto, un gruppo di ricerca supportato dal NIH, l’Alleanza EcoHealth (EHA), ha proposto di trasferire parte della sua ricerca GoF presso l’Istituto di Virologia di Wuhan (WIV). Nel 2017, l’EHA ha presentato una proposta al Defense Advanced Research Projects (DARPA) del governo degli Stati Uniti per il lavoro GoF presso il WIV. La proposta, chiamata DEFUSE, era un vero e proprio “manuale” per creare virus come il SARS-CoV-2 in laboratorio. Il piano DEFUSE prevedeva di indagare su oltre 180 ceppi di Betacoronavirus precedentemente non segnalati che erano stati raccolti dal WIV, e di utilizzare tecniche GoF per rendere questi virus più pericolosi. In particolare, il progetto proponeva di aggiungere siti di proteasi come il sito di clivaggio della furina (FCS) ai virus naturali per aumentare l’infettività e la trasmissibilità del virus.

Settimo, nella proposta preliminare, il direttore dell’EHA vantava che “la natura BSL2 del lavoro sui SARSr-CoV rende il nostro sistema altamente efficiente dal punto di vista dei costi rispetto ad altri sistemi di virus dei pipistrelli”, spingendo il principale scienziato responsabile della proposta dell’EHA a commentare che gli scienziati statunitensi “impazzirebbero” se scoprissero il supporto del governo degli Stati Uniti per la ricerca GoF presso il WIV in un impianto BSL2.

Ottavo, il Dipartimento della Difesa ha respinto la proposta DEFUSE nel 2018, tuttavia il finanziamento del NIAID per l’EHA copriva i principali scienziati del progetto DEFUSE. Pertanto, l’EHA aveva un finanziamento continuo del NIH per portare avanti il programma di ricerca DEFUSE.

Nono, quando l’epidemia è stata notata per la prima volta a Wuhan alla fine del 2019 e nel gennaio 2020, i principali virologi statunitensi associati al NIH credevano che il SARS-CoV-2 fosse probabilmente emerso dalla ricerca GoF, e lo hanno detto durante una chiamata telefonica con Fauci il 1º febbraio 2020. L’indizio più evidente per questi scienziati era la presenza del FCS nel SARS-CoV-2, con il FCS che appare esattamente nella posizione nel virus (la giunzione S1/S2) che era stata proposta nel programma DEFUSE.

Decimo, i principali funzionari del NIH, inclusi il Direttore Francis Collins e il Direttore del NIAID Fauci, hanno cercato di nascondere la ricerca GoF supportata dal NIH, e hanno promosso la pubblicazione di un articolo scientifico (“The Proximal Origin of SARS-CoV-2”) nel marzo 2020 che dichiarava un’origine naturale del virus. L’articolo ha completamente ignorato la proposta DEFUSE.

Undicesimo, alcuni funzionari statunitensi hanno iniziato a indicare il WIV come la fonte della fuga di laboratorio nascondendo il finanziamento del NIH e il programma di ricerca guidato dall’EHA che potrebbe aver portato al virus.

In dodicesimo luogo, i fatti di cui sopra sono venuti alla luce solo grazie a intrepidi reportage investigativi, whistleblower e fughe di notizie dall’interno del governo degli Stati Uniti, compresa la fuga di notizie sulla proposta DEFUSE. L’Ispettore generale del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani ha stabilito nel 2023 che i NIH non hanno supervisionato adeguatamente le sovvenzioni EHA.

Tredicesimo, gli investigatori si sono resi conto a posteriori che i ricercatori dei Rocky Mountain Labs, insieme a scienziati chiave associati all’EHA, stavano infettando i pipistrelli della frutta egiziani dell’RML con virus simili a quelli della SARS in esperimenti strettamente collegati a quelli proposti in DEFUSE.

Quattordicesimo, l’FBI e il Dipartimento dell’Energia hanno comunicato le loro valutazioni secondo cui la fuga in laboratorio del SARS-CoV-2 è la spiegazione più probabile del virus.

Quindicesimo, un whistleblower interno alla CIA ha recentemente affermato che il team della CIA che ha indagato sull’epidemia ha concluso che il SARS-CoV-2 è molto probabilmente uscito dal laboratorio, ma che alti funzionari della CIA hanno corrotto il team affinché riferisse di un’origine naturale del virus. 

La somma delle prove – e l’assenza di prove affidabili che indichino un’origine naturale (vedi qui e qui) – porta alla possibilità che gli Stati Uniti abbiano finanziato e attuato un pericoloso programma di ricerca del GoF che ha portato alla creazione del SARS-CoV-2 e quindi a una pandemia mondiale. Una recente ed efficace valutazione del biologo matematico Alex Washburne giunge alla conclusione “oltre ogni ragionevole dubbio che la SARS-CoV-2 è emersa da un laboratorio…”. Egli osserva inoltre che i collaboratori “hanno proceduto a montare quella che può legittimamente essere definita una campagna di disinformazione” per nascondere l’origine di laboratorio.

Un’origine di laboratorio del Covid-19 finanziata dagli Stati Uniti costituirebbe certamente il caso più significativo di grave negligenza governativa nella storia del mondo. Inoltre, è molto probabile che il governo statunitense continui a finanziare il pericoloso lavoro del GoF come parte del suo programma di biodifesa. Gli Stati Uniti devono dire tutta la verità, e forse anche un ampio risarcimento finanziario, al resto del mondo, a seconda di ciò che i fatti riveleranno alla fine.

Abbiamo bisogno di tre azioni urgenti. La prima è un’indagine scientifica indipendente in cui tutti i laboratori coinvolti nel programma di ricerca EHA negli Stati Uniti e in Cina aprano completamente i loro libri e registri agli investigatori indipendenti. La seconda è il blocco a livello mondiale della ricerca del GoF fino a quando un organismo scientifico globale indipendente non stabilirà le regole di base per la biosicurezza. Il terzo è che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite stabilisca una rigorosa responsabilità legale e finanziaria per i governi che violano le norme di sicurezza internazionali attraverso attività di ricerca pericolose che minacciano la salute e la sicurezza del resto del mondo. 

(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

Media Research Center: in 16 anni Google ha interferito 41 volte nelle elezioni USA

Negli ultimi 16 anni, Google ha interferito nelle elezioni statunitensi per 41 volte, riferisce Fox News. Secondo il Media Research Center, i suoi ricercatori hanno riscontrato esattamente questo numero di interventi da parte dell’azienda nelle elezioni USA, con un aumento vertiginoso della sua influenza, “che la rende sempre più dannosa per la democrazia”.

In ogni caso, Google ha danneggiato i candidati – indipendentemente dal partito – che minacciavano il candidato preferito del gigante tecnologico. “Attraverso i dirigenti di Google, il gigante tecnologico ha rivelato qualcosa che non avrebbe mai dovuto essere reso pubblico: che Google sta usando il suo immenso potere, le sue risorse e la sua portata per promuovere i suoi valori”, hanno affermato i ricercatori.

Per convalidare le sue affermazioni, MRC Free Speech America, una divisione del Centro, afferma che l’esempio più recente è stato registrato dopo che l’intelligenza artificiale di Google Gemini “si è rifiutata di rispondere a domande dannose” per l’attuale presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

L’influenza smodata di Google sulla tecnologia dell’informazione, sulla politica e sulle elezioni nordamericane è diventata evidente nel 2008. Non essendo riusciti a impedire l’insediamento dell’allora candidato presidenziale Donald Trump dopo le elezioni del 2016, Google ha reso chiaro a qualsiasi osservatore attento che avrebbe continuato a intromettersi nelle elezioni. Lo studio ha rilevato che, dal 2008 al febbraio 2024, “Google ha usato il suo potere per contribuire alla vittoria elettorale dei candidati più liberali, indipendentemente dal partito, mentre i loro avversari sono stati censurati”.

Gli esempi includono la chiara preferenza di Barack Obama rispetto a John McCain nel 2008, la preferenza a Obama per Mitt Romney nel 2012, la soppressione di notizie critiche nei confronti di Biden, l’occultamento della maggior parte dei siti web della campagna repubblicana in 12 competizioni al Senato nel 2022 e l’aiuto a Biden nel 2024, quando Google ha seppellito nei risultati di ricerca i siti web della campagna di ciascuno dei suoi principali avversari.

La coalizione statunitense-britannica ha lanciato 10 attacchi contro lo Yemen

 

Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno bombardato dieci volte diverse aree della provincia di Al-Hudaydah, nello Yemen occidentale.

Come riportato oggi dalla rete yemenita Al-Masirah, aerei da guerra statunitensi e britannici hanno attaccato quattro volte la regione di Al-Fazeh nella città di Al-Tahita, situata nella provincia occidentale di Al-Hudaydah. 

Inoltre, la coalizione degli aggressori ha bombardato in sei occasioni la zona di Al-Jabaneh, a ovest della città di Al-Hudaydah.

Lo scorso gennaio, Stati Uniti e Regno Unito, in sostegno a Tel Aviv, hanno intrapreso la formazione di una coalizione marittima con alcuni paesi occidentali per contrastare gli attacchi nello Yemen.

L’Arabia Saudita, tradizionale alleato USA, si congratula con Putin per la sua vittoria

 

Il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salmán al Saud, oggi, si è congratulato con il presidente russo Vladimir Putin per la sua vittoria alle elezioni presidenziali.

“Durante una conversazione telefonica, il principe ereditario saudita e il primo ministro Mohammad bin Salman Al-Saud si sono congratulati cordialmente con Vladimir Putin per la sua convincente vittoria alle elezioni presidenziali russe”, si legge nella nota.

La Russia ha tenuto le sue prime elezioni presidenziali di tre giorni dal 15 al 17 marzo. Secondo la Commissione elettorale centrale, dopo che è stato elaborato il 100% dei resoconti dei conteggi dei voti da parte delle commissioni elettorali locali, il capo di stato in carica Vladimir Putin ha ottenuto un clamoroso vantaggio sui suoi tre rivali con l’87,28% dei voti. L’affluenza alle urne è stata del 77,44%.

A sua volta, il leader russo si è congratulato con il principe ereditario saudita per il mese sacro musulmano del Ramada. “Vladimir Putin ha chiesto di portare i suoi migliori auguri al re dell’Arabia Saudita e al popolo del regno nel mese sacro del Ramadan”, ha aggiunto il Cremlino.

Molinari e gli studenti di Napoli. Il commento (definitivo) di Carlo Rovelli

 

Carlo Rovelli ha commentato con un post Facebook quello che è accaduto all’Università di Napoli con il direttore di Repubblica Molinari. Si tratta della migliore sintesi possibile di un grande e coraggioso intellettuale. Una autentica rarità in questo paese.

 

Le sue parole:

 

 

Studenti universitari non lasciano parlare Maurizio Molinari e David Parenzo.  Per il ministro, è un affronto alla libertà di parola.  I due infatti non possono mai dire quello che pensano.  Non li ascolta nessuno. Non hanno alcuna influenza.  Invece gli studenti pacifisti, le loro idee, sono ovunque, su tutti i giornali e su tutte le televisioni…

Venezuela: Maduro proclamato candidato del PSUV alle elezioni presidenziali

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro è stato nominato come candidato alla presidenza del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) per le elezioni del 28 luglio, nomina che ha accettato.

“Alla luce della decisione presa dal popolo nei territori e ratificata da questo V Congresso straordinario del PSUV e da questo IV Congresso straordinario del JPSUV, vi comunico che accetto la candidatura presidenziale per le elezioni del 28 luglio”, ha dichiarato il capo di Stato bolivariano dal Poliedro di Caracas, dove si è svolta la cerimonia di proclamazione.

Davanti ai rappresentanti delle comunità, delle Unità di Battaglia Bolívar Chávez (UBCh), dei leader del PSUV e del JPSUV, il candidato ormai ufficiale della Rivoluzione Bolivariana, ha affermato: “Abbiamo un solo destino, la vittoria popolare del 28 luglio”.

Ha inoltre sottolineato che un totale di 4.240.032 militanti del PSUV lo hanno designato come candidato presidenziale in 317.187 assemblee di base. “Ci sono state 257.215 assemblee di strada, questo il giovedì. Il venerdì, in appena 48 ore, sono state convocate le assemblee comunitarie e si sono tenute 44.737 assemblee comunitarie con i loro leader e le loro squadre di lavoro; e poi il sabato si sono riunite le gloriose Unità di Battaglia Bolívar-Chávez, 15.234 UBCh”.

Maduro ha inoltre affermato: “Il PSUV ha fatto un esercizio esemplare della metodologia del popolo, dal basso verso l’alto, per prendere questa decisione. Pochi diffondono questi numeri perché fanno male e bruciano gli oligarchi, i cognomi”. 

Il leader venezuelano ha ringraziato la partecipazione e la candidatura dei giovani del partito, dei membri della direzione nazionale del PSUV, del popolo organizzato delle comunità e della UBCh, e ha sottolineato il sentimento di amore e patriottismo che caratterizza il chavismo. “Il chavismo è una famiglia piena di amore per la patria, il chavismo è il bolivarismo del XXI secolo, sposato con le idee di tutte le generazioni. Siamo mossi dall’amore per ciò che è nostro, per la storia. Sono qui per voi, per la vostra forza, per la vostra intelligenza”.

La cerimonia di proclamazione si è svolta al suono di uno slogan: “Ascoltate oligarchi: el pueblo, unido, jamás será vencido!”.

Lula: la democrazia è in pericolo a causa del “fascismo, del nazismo e dell’estrema destra rabbiosa”

Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha avvertito che la democrazia nel mondo è in pericolo a causa del “fascismo, del nazismo, dell’estrema destra rabbiosa, ignorante, bruta, che offende la gente”.

Durante il suo discorso alla cerimonia di annuncio della ricostruzione dei comuni gaucho nello stato di Rio Grande do Sul, il presidente ha citato l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro e l’attuale presidente argentino, Javier Milei, come esempi di persone di destra che mettono a rischio la democrazia.

“La democrazia è a rischio (…) Milei in Argentina vuole chiudere persino la Banca Centrale. Vuole tagliare tutto con una sega”.

Rete quantistica: il primato mondiale cinese

di Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli 

La comunicazione quantistica consiste in un metodo di trasmissione delle informazioni (scritti, immagini, ecc.) utilizzando qubit/quantum bit, ossia un’unità di informazione quantistica che può rappresentare simultaneamente zero oppure 1, a differenza dei bit dei computer tradizionali: il processo di computazione e comunicazione di tale genere sfrutta i principi della meccanica quantistica al fine che la comunicazione rimanga segreta e inviolabile rispetto a terzi.

Ora, anche in questo campo importante della praxis tecnoscientifica contemporanea, la Cina rappresenta di gran lunga il numero uno su scala planetaria, come hanno dimostrato sia l’esperimento satellitare sino-russo del dicembre 2023 che la super rete di Internet in via di costruzione a Hefei, in Cina.

Per quanto riguarda il secondo elemento, stiamo parlando di “Una rete internet così avanzata da essere velocissima, altamente sincronizzata a livello temporale e ultrasicura, al punto da rendere praticamente impossibile qualsiasi tentativo di intercettazione o manipolazione dei dati. È quanto sta cercando di prendere forma a Hefei, città di più di quattro milioni di abitanti nella parte orientale della Cina, diventata il palcoscenico della più avanzata rete di comunicazione quantistica mai creata. Come riporta un recente articolo non sottoposto al processo di revisione tra pari pubblicato sulla piattaforma Arxiv, infatti, è proprio in questa città che un gruppo di ricercatori della University of science and technology of China ha implementato per la prima volta una rete quantistica multinodo, composta da tre dispositivi quantistici e un server centrale che si estende su un’area di oltre dieci chilometri, aprendo la strada a un futuro in cui le telecomunicazioni e le trasmissioni di dati sensibili saranno virtualmente inviolabili.

La rete di Hefei presenta alcune similitudini con le tradizionali reti di comunicazione, in quanto utilizza fibre ottiche per la trasmissione di dati. Tuttavia, ciò che la rende rivoluzionaria è il modo in cui i fotoni viaggiano al suo interno: essi attraversano la rete in specifici stati quantistici, che codificano le informazioni in modi unici e altamente protetti. La chiave di questa infrastruttura è il cosiddetto entanglement, una caratteristica unica dei sistemi quantistici che consente di stabilire connessioni strettissime tra le particelle coinvolte, anche se separate da distanze enormi. Una rete di comunicazione progettata in questo modo non solo migliora esponenzialmente la sicurezza nella trasmissione dei dati, ma promette di rivoluzionare anche settori come la crittografia, la telemedicina e le comunicazioni governative. In particolare, in questo esperimento, i ricercatori hanno ottenuto l’entanglement tra due nodi distanti 12,5 chilometri, e questa connessione è rimasta intatta anche dopo che i dati hanno viaggiato avanti e indietro tra i due nodi stessi. Inoltre, sono stati creati legami di entanglement simultaneamente su tre collegamenti diversi, rappresentando, di fatto, quanto di più vicino esista a una rete internet quantistica altamente sicura”.[1]

Finora uno dei limiti della rete quantistica era il ristretto range, di circa 1000 chilometri nella trasmissione dei dati e delle informazioni, almeno fino alla metà del 2023: barriera tuttavia superata di quasi quattro volte alla fine del 2023 da parte di Cina e Russia.

“In un significativo passo avanti per la comunicazione quantistica, scienziati provenienti da Russia e Cina hanno dimostrato con successo la trasmissione di informazioni quantistiche tramite comunicazione satellitare. Questa innovazione arriva a seguito dei recenti successi nella comunicazione quantistica tramite fibra ottica sottomarina.

L’esperimento ha utilizzato il satellite quantistico cinese, noto come “Mozi”, che è stato in orbita dal 2016 ed è principalmente gestito dall’Accademia Cinese delle Scienze. La collaborazione tra scienziati russi e cinesi è iniziata nel 2020, portando a un esperimento completo di comunicazione quantistica nel marzo 2023. Il test ha coinvolto la distribuzione di messaggi crittografati tra due stazioni a terra, sfruttando le chiavi di crittografia del satellite Mozi.

Contrariamente alle aspettative sensazionalistiche, i messaggi codificati utilizzati nel test erano relativamente innocui, mostrando una citazione del filosofo cinese Mozi e un’equazione del fisico sovietico Lev Landau. Il recente test di comunicazione quantistica “a ciclo completo” del 14 dicembre 2023 ha anche coinvolto la trasmissione di immagini codificate con chiavi quantistiche.

La comunicazione quantistica, che utilizza “qubit” invece dei tradizionali “bit”, ha un enorme potenziale per la trasmissione sicura dei dati. I qubit sono altamente vulnerabili alle interferenze esterne, rendendo più facile rilevare eventuali intercettazioni o manomissioni. Sfruttando i principi della meccanica quantistica, queste comunicazioni rimangono irrompibili senza essere rilevate.

Sebbene il range efefctivo delle tecnologie di trasmissione dei qubit sia attualmente limitato a circa 1.000 chilometri a causa della perdita di fotoni, i progressi nella comunicazione satellitare hanno esteso notevolmente questo range. Il recente test di successo ha coperto una distanza di oltre 3.800 chilometri, dimostrando che le reti internazionali di comunicazione quantistica sono nell’ambito delle possibilità.

Sebbene i risultati ottenuti siano dirompenti, l’applicazione pratica della comunicazione quantistica per consumatori, aziende e governi è ancora lontana. Le limitazioni dei computer quantistici e le debolezze del range nelle tecnologie attuali ostacolano una diffusa adozione. Tuttavia, questi progressi aprono la strada a futuri sviluppi e aprono possibilità di reti di comunicazione quantistica collaborative tra i paesi.

Alexey Fedorov dell’Università Nazionale delle Scienze e della Tecnologia della Russia e del Russian Quantum Center sottolinea l’utilizzo potenziale delle reti di comunicazione quantistica per la ricerca scientifica. Sebbene l’implementazione diffusa possa richiedere tempo, Fedorov esprime l’interesse del settore finanziario russo e accenna alla possibilità di una rete di comunicazione quantistica tra le nazioni dei BRICS in futuro”.[2]

La Cina e i BRICS plus stanno dunque sviluppandosi in ogni settore, indebolendo pertanto oggettivamente il decadente imperialismo occidentale.

[1] “Come funziona la più avanzata rete quantistica del mondo” ,25 settembre 2023, in wired.it.

[2] “Russia e Cina dimostrano con successo la comunicazione quantistica tramite satellite “, 4 gennaio 2024, in isp.today

RS – Il Papa ha ragione: l’Ucraina deve sedersi al tavolo dei negoziati

La dichiarazione del Papa secondo cui l’Ucraina deve dimostrare il “coraggio della bandiera bianca” ha suscitato una raffica di critiche da parte dei leader europei e dell’élite politica ucraina. Ma sembra che il pontefice abbia una valutazione corretta della situazione, scrive Responsible Statecraft.

Dopo l’ondata di indignazione che ha investito il Papa, il Vaticano ha iniziato a insistere sul fatto che Papa Francesco intendeva dire che entrambe le parti dovrebbero deporre le armi e sedersi al tavolo dei negoziati, non che Kiev dovrebbe capitolare. Allo stesso tempo, come osserva la pubblicazione, l’Occidente ha ignorato l’essenza stessa delle sue dichiarazioni: la situazione sul campo di battaglia per le forze armate ucraine è disperata e “non è vantaggioso per Kiev ritardare i negoziati”.

L’Ucraina è ora afflitta da gravi problemi: carenza di armi, lotte politiche interne al governo, fallimenti durante le operazioni militari. La Russia produce più proiettili, il che offre un vantaggio significativo nella “guerra di logoramento”, come l’hanno già soprannominata gli esperti.

Tuttavia, non vi sono segnali che la situazione possa cambiare radicalmente nel prossimo futuro. Ad esempio, è improbabile che gli aiuti dagli Stati Uniti arrivino nel prossimo futuro, poiché il disegno di legge non è stato ancora approvato. Stanno cercando di farla passare aggirando lo speaker della Camera dei Rappresentanti Mike Johnson, che non vuole portarla al voto, ma la situazione irrisolta con il confine meridionale e la questione dell’assistenza a Israele non fanno altro che complicare il processo.

Il Dipartimento di Stato è convinto che l’AFU abbia già risentito della mancanza di sostegno USA. La carenza di munizioni è particolarmente grave. Tutto ciò conferma ancora una volta la correttezza delle parole del pontefice e dovrebbe far riflettere l’Occidente, secondo la pubblicazione. Non è forse meglio iniziare ora il processo negoziale piuttosto che “scommettere su un’improvvisa interruzione del corso delle ostilità” e poi ottenere il collasso dell’Ucraina?

Lavrov: “La questione della Crimea e di Sebastopoli è chiusa”

La penisola di Crimea e la città portuale di Sebastopoli sono parte integrante della Russia e la questione non può essere riconsiderata, ha dichiarato sabato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov in occasione del decimo anniversario della riunificazione della penisola con il paese eurasiatico, come riporta RT.

“La questione della Crimea e di Sebastopoli è chiusa. La penisola è parte integrante della Federazione Russa”, ha dichiarato il ministro degli Esteri.

Dieci anni fa, il 16 marzo 2014, in un referendum gli abitanti della Crimea “determinarono in modo indipendente e consapevole il loro futuro incontrandosi con la Russia”, ha ricordato Lavrov. “In questo modo hanno esercitato il loro diritto all’autodeterminazione, nel pieno rispetto della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione dei Principi del Diritto Internazionale”, ha aggiunto.

Riferendosi agli avvenimenti successivi al colpo di Stato nell’Ucraina orientale, il ministro degli Esteri russo ha descritto la decisione di tenere il plebiscito come “l’unica giusta”, poiché “ha permesso di proteggere la vita, l’onore e la dignità della Crimea dalle usurpazioni del regime russofobo a Kiev.

“Ricordiamo tutti bene quella terribile e allarmante primavera quando, a seguito di un sanguinoso colpo di Stato, i neonazisti presero il potere a Kiev”, ha proseguito Lavrov.

Il capo della diplomazia russa ha parlato anche dei cosiddetti “treni dell’amicizia”, che “furono equipaggiati dai seguaci ideologici del [nazionalista ucraino Stepan] Bandera per sopprimere gli abitanti della penisola che non volevano tradire i loro valori, la loro cultura, la loro storia e le tradizioni secolari dei loro antenati”.

“Le successive sanzioni contro la Crimea, il sabotaggio delle linee elettriche, i blocchi dei trasporti, dell’energia e dell’acqua non hanno fatto altro che rafforzare la scelta giusta dei crimeani”, ha affermato il ministro.

Temur Pipia – Cecenia, Georgia e Ucraina: esercito di distruzione ed esercito di salvezza

Il politico georgiano Temur Pipia – Primo Segretario del Partito Comunista Unificato della Georgia – ha condiviso su l’AntiDiplomatico la sua visione sulle prospettive di risoluzione del conflitto ucraino.

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Un evento minore si è verificato nella città ucraina di Poltava: ignoti ucraini hanno distrutto una targa commemorativa del ceceno Dzhokhar Dudayev. Ma questo piccolo passo simbolico mi fa ricordare tanti dettagli importanti.

Immaginate: domani un militare nato a Napoli dichiarerà illegittimo il governo di Napoli. Lui e un gruppo di suoi sodali inizieranno a prendere strutture militari e armi, per poi irrompere nel municipio di Napoli e gettare dalla finestra il sindaco, così come tutti i consiglieri comunali.

Successivamente il militare dichiarerà che è giunto il momento di ripristinare l’indipendenza del Regno di Napoli. Per fare questo, inviterà tutti i napoletani che vivono a Roma a trasformare la capitale in una “zona disastrata”. Questo generale pazzo definirà la guerra con l’Italia il suo obiettivo principale.

Fantasmagoria? Distopia? Sì. Ma questo scenario è stato implementato da Dzhokhar Dudayev in Russia negli anni ’90 del secolo scorso. Era piuttosto cinico, quindi non ha detto che il suo obiettivo era il benessere del popolo ceceno. Ha affermato direttamente che aveva bisogno solo di una guerra con la Russia.

Questo è esattamente ciò di cui ha bisogno l’attuale leadership ucraina: una guerra con la Russia. Dudayev non ha risparmiato il suo popolo e il suo Paese per il bene del suo obiettivo. Zelensky e la sua cricca sono altrettanto pronti a combattere la Russia fino alla completa distruzione del loro Paese e fino all’ultimo ucraino. Questa parentela di interessi spiega perché in Ucraina è stata installata una targa commemorativa a Dudayev.

Non posso fare a meno di ricordare che la stessa metodologia è stata impiegata negli stessi anni nel nostro Paese. La Georgia dichiarò l’indipendenza e questo evento segnò l’inizio di guerre e conflitti all’interno del paese. La posizione anti-russa della nuova leadership è stata anche il principale vettore politico, per il bene del quale i politici non hanno risparmiato i loro cittadini.

Più tardi abbiamo assistito a uno spettacolo di clown da circo: il fuggitivo presidente della Georgia ha incontrato Dzhokhar Dudayev. E i due golpisti si scambiarono il riconoscimento reciproco: il georgiano riconobbe l’indipendenza della Cecenia e il ceceno riconobbe l’indipendenza della Georgia. Allo stesso tempo, sia l’uno che l’altro erano completamente illegittimi.

La somiglianza tra tutti e tre i regimi – georgiano, ceceno negli anni ’90 e ucraino oggi – è per me evidente. Si ha la sensazione che tutti e tre i “progetti” siano stati realizzati secondo le stesse istruzioni, secondo lo stesso disegno. Gli ingredienti del cocktail infernale che avvelena i paesi sono gli stessi: un sanguinoso colpo di Stato, la distruzione dei media indipendenti e dell’opposizione, il bando dei movimenti comunisti e la crescita del potere personale del leader. Ma la trasformazione dei paesi in dittature fasciste è avvenuta in mezzo a forti grida di slogan sulla democrazia, i diritti umani e la lotta contro il “totalitarismo russo”. Naturalmente, l’Europa e gli Stati Uniti hanno sostenuto i tiranni che parlavano di democrazia.

Un’altra somiglianza tra i tre regimi è l’inevitabile crescita della protesta interna. L’umore della popolazione ribolliva come l’acqua in un calderone. Ma il nuovo crudele ordine non diede spazio al vapore e la pressione aumentò al limite. Inizialmente, la guerra contro il proprio popolo portò alla completa soppressione della resistenza. Ma poi l’esercito della salvezza del loro Paese si è ribellato contro l’esercito della distruzione.

Tiranni come Zelensky e Dudayev credono che nello Stato totalitario da loro creato, dove anche una parola imprudente può diventare motivo di repressione, la protesta sia impossibile. Ma questo è un errore.

Ora il regime ucraino ha portato la popolazione al punto in cui la protesta comincia a cristallizzarsi sotto pressione. Giornalisti e blogger ucraini filogovernativi affermano apertamente che è necessario “stringere di più le viti”, perché a Kharkov, Odessa e persino Kiev ci sono molte persone che sognano di sottrarre queste città ai dettami delle autorità centrali e salvarle dalla guerra. In tutta l’Ucraina, i cittadini si stanno unendo per combattere i “cacciatori di teste” che catturano gli uomini come animali selvatici per mandarli nel tritacarne degli scontri militari. L’attività di guerriglia comincia ad apparire ovunque: gli ucraini danneggiano le strutture militari e logistiche per fermare la guerra.

Non era lo stesso nella Germania nazista? I lavoratori sabotarono le imprese dell’industria bellica, i residenti aiutarono i prigionieri di guerra e gli ebrei a fuggire dai campi di concentramento e i comunisti tedeschi portarono avanti la propaganda a rischio della loro vita.

Non è stato lo stesso in Italia, dove il movimento di resistenza assunse le proporzioni di una vera guerra contro il fascismo?

L’Esercito della Salvezza dell’Ucraina esiste già. Questa non è ancora una formazione armata e nemmeno una singola forza. Per quanto ne so, in questo momento gruppi disparati interessati a rovesciare un regime dittatoriale illegittimo e sanguinario stanno iniziando a cercare cautamente contatti tra loro. E, naturalmente, ogni “battaglione” di questo esercito agisce in modo indipendente. Danneggiare la targa commemorativa del dittatore terrorista ceceno è compito loro. Alcuni hacker attaccano sui siti web degli enti governativi, altri spargono volantini, altri organizzano atti di sabotaggio, altri si oppongono alla cattura di uomini per la mobilitazione.

Come comunista, sono lieto di rendermi conto che i comunisti assumono il ruolo guida nella formazione dell’Esercito della Salvezza dell’Ucraina. Ciò non sorprende: il tiranno Zelensky ha bandito più di dieci partiti comunisti e socialisti e le idee comuniste sono vietate dalla legge. La massima pressione genera la massima resistenza.

Se il regime di Zelensky non smetterà di terrorizzare i suoi concittadini, la repressione non farà altro che accelerare la formazione dell’esercito della salvezza dell’Ucraina in un’unica forza. E questo offre la possibilità non solo di porre fine al conflitto, ma anche di rovesciare la tirannia che getta il suo popolo nella fornace della russofobia.