Le regole (il convegno)

(…ritorno sull’argomento, riallacciandomi al save the date…)

 Nel mio ultimo intervento in aula:

ho avuto, grazie ad alcuni di voi (quelli che mi hanno votato…), la preziosa opportunità di affermare due principi di cui sono sufficientemente convinto da offrirli alla pubblica discussione (il che non significa “affermarli come verità assolute”, ma, appunto, renderli oggetto di dibattito):

  1. in assenza di una promozione sufficientemente incisiva delle terapie domiciliari precoci, a novembre si riprenderà coi lockdown (motivo per cui la data del #goofy10 quest’anno è stata fissata nel weekend 15-17 ottobre, e sapete con quanta precisione venne fissata la data del #goofy9: venimmo rinchiusi in casa il giorno dopo la chiusura del convegno…);
  2. nessuna riforma delle regole europee potrà essere sufficientemente incisiva se da queste regole non verrà espunto qualsiasi riferimento al concetto di Pil potenziale e quindi a quello di output gap che per la sua infondatezza teorica e per la sua pro-ciclicità è fonte di opacità, di arbitrio e di distorsione deflazionistica.

Non sono due punti particolarmente originali. Sul primo non mi dilungo, non è il mio campo, e comunque quattro mesi passano in fretta. Per capire se l’argomento, che tra l’altro ha riscontrato nella replica l’apprezzamento del premier, sia fondato, o meglio: per costringere quelli “bravi” ad ammettere che è fondato, ci vorrà necessariamente molto meno dell’ultima volta.

Sul secondo invece forse occorre dilungarsi, perché qualche motivo di perplessità c’è. Ne vedo almeno due:

  1. conoscendo i tempi europei, e sapendo dalle tante voci dei tanti corridoi qual è l’atteggiamento delle nostre controparti nell’Unione Europea, mi permetto di esprimere una rispettosa perplessità rispetto all’idea che “abbiamo tutto il tempo”. Personalmente temo di no, e mi piacerebbe che al “fate presto” che ci viene imposto su tanti temi, a partire da quello del fisco, in nome dell'”Europa”, gli Stati membri opponessero un cortese ma fermo “fate presto” all'”Europa” in nome della razionalità economica;
  2. non vedo nel dibattito italiano, né in quello politico, né in quello pubblico, una sufficiente consapevolezza di che cosa ci sia che non va nell’attuale sistema di governance fiscale, e non vedo nemmeno tentativi di promuovere in tempi sufficientemente rapidi questa consapevolezza.

Anche qui, sul primo punto c’è poco da fare: dipende da quello che il premier chiama “diplomazia economica” e che io chiamo “rapporti di forza”, rapporti che purtroppo in molte occasioni precedenti ci hanno visto soccombere.

Sul secondo punto (raising awareness), qualche cosa da fare invece c’è, ed è quello che qui abbiamo sempre fatto: promuovere il dibattito convocando le migliori intelligenze europee per individuare quali effettivamente siano le cause dei mali che ci affliggono, e quali terapie proporre, forti adesso non solo della nostra conoscenza della letteratura scientifica, ma anche, forse dovrei dire purtroppo, della nostra crescente consapevolezza di come funzionino (o non funzionino) le istituzioni.

Per questo motivo siete tutti invitati il 12 luglio prossimo, a partire dalle ore 14:30 all’Antonianum di Roma (lo stesso auditorium dove si svolse il #midterm goofy del 2014) a un dibattito organizzato dal gruppo parlamentare europeo Identità e Democrazia (ID), cui parteciperanno alcuni eminenti economisti, chiuso da una tavola rotonda cui parteciperanno parlamentari di tutti i partiti di maggioranza. Il tema del convegno sarà “Rebalancing Europe”. Nell’ordine interverranno Zsolt Darvas (di cui vi segnalo questo contributo), Philipp Heimberger (di cui vi avevo segnalato qui questo importante lavoro e che ha avuto anche l’attenzione dei media italiani per il suo sforzo nel riequilibrare la narrazione sui presunti vizi del nostro Paese), e Antonella Stirati (di cui vi segnalo questo lavoro, che come ricorderete venne presentato al #goofy9).

Alla tavola rotonda finale, moderata da Andrea Pancani, parteciperanno, da sinistra verso destra: Stefano Fassina, Tommaso Nannicini, Luigi Marattin, Mario Turco, Renato Brunetta e Alberto Bagnai. Su sei esperti economici dei partiti di maggioranza cinque sono docenti universitari e uno – quello più a sinistra! – ha lavorato al Fmi. I colleghi esteri forse capiranno che il livello del dibattito italiano è meno immaturo di quanto essi generalmente presumono e spero che questo li aiuti ad arricchire la loro e la nostra analisi. Sarà un’occasione di scambio molto importante e conto sulla vostra presenza.

Poi, naturalmente, ci sono quelli che dicono che “sono tutte chiacchiere”. Sono gli stessi che quando invece lotti in commissione per difendere la flat tax per le partite IVA (per fare un esempio fra i tanti di cosa piuttosto concreta) ti rimproverano di aver abbandonato la dimensione ideale del dibattito e di rifugiarti in tecnicismi o misure di dettaglio. Personalmente credo che il dibattito, rectius: il Dibattito, non sia stato così inutile, se ci ha condotto, come ci ha condotto, ad assistere a questa importante rivoluzione copernicana: era ora che qualcuno dicesse che nessun accordo è meglio di un accordo svantaggioso! Se a qualcuno spiace che a farlo sia stato Draghi, non so che farci. Sapete bene quanto ho lottato perché questo principio venisse affermato prima e, possibilmente, da altri, quelli in cui all’epoca mi identificavo e che in tanti modi hanno tradito la fiducia che riponevo (riponevamo?) in loro. L’importante è che certe idee si facciano strada, e soprattutto che poi si agisca in modo conseguente ad esse.

Ci vediamo presto.

(…a norma COVID non potremo avere più di 200 persone in sala. Sarete avvertiti quanto prima sulle modalità di prenotazione. Naturalmente a voi, che siete di famiglia, non potevo non dare questa anticipazione. Le prenotazioni avverranno inviando un’email all’indirizzo che vi dirò, e saranno accolte in ordine di arrivo, in base al meccanismo del “click day”. Restate in linea…)

___________

“Le regole (il convegno)” è stato scritto da Alberto Bagnai e pubblicato su Goofynomics.