La psicologia dei buoni

Nonostante iBuoni™ siano spesso (e tendano a considerarsi sempre) intelligenti, c’è una cosa che è particolarmente difficile da fargli comprendere, per quanto sia attestata dalle fonti e sia in fondo facile da intuire: anche i nazisti credevano di essere dalla parte del giusto. Si può anzi supporre che essi lo credessero in modo particolarmente intenso, inattingibile da qualsiasi residuo di dubbio, perché in fondo nessun essere umano potrebbe giustificare ai propri occhi l’efferata intensità di certe atrocità commesse (una coscienza ce l’abbiamo tutti, credo…), se non, appunto, con un’altrettanto intensa, granitica, inscalfibile certezza di averle commesse essendo dalla parte del giusto.

Ne consegue (ma a questo punto iBuoni™ ce li siamo già persi per strada, e quindi continuiamo da soli) che qualsiasi etica fondata sul fragile pilastro del considerare se stessi nel giusto (e quindi “gli altri” dalla parte del torto) è destinata a franare miseramente sotto le proprie contraddizioni, di cui vi fornisco qui una breve antologia, prima di tornare sull’argomento con la maggiore attenzione che esso, indubbiamente, merita:

(…si potrebbe quasi dire, per tagliarla corta, che sentirsi fortemente ed esclusivamente dalla parte del giusto è, se non proprio la definizione di nazismo – rectius: di totalitarismo – quanto meno un presupposto, ovvero un ingrediente necessario di esso. Quindi, per quanto questo possa sembrare paradossale ai meno avvezzi a frequentare i libri senza figure, è ragionevole congetturare che la bontà de iBuoni™ sia sempre stata, e sempre sarà, la radice del male. Ma anche questa non è assolutamente una scoperta: se iBuoni™  capissero le canzoni che ascoltano, potrebbe bastare De Andrè a illuminarli. Invece, come sempre, questo compito pedagogico sarà riservato – altro paradosso – a quella maestra che, notoriamente, non ha allievi: la SStoria. Ma di questo, qui, abbiamo parlato tante volte mentre vedevamo arrivare quello che inevitabilmente è poi arrivato…)

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“La psicologia dei buoni” è stato scritto da Alberto Bagnai e pubblicato su Goofynomics.