Donbass, Occidente senza anima

 

Di Marinella Mondaini

 

Occidente senz’anima. Oggi come non mai vediamo in faccia l’abominevole cinismo dei politici europei, a partire dalla Merkel, Macron, Usa e Gran Bretagna. Nel Donbass l’ennesimo omicidio di bambini da parte degli ucraini che continuano a bombardare da 7 anni quelle martoriate due repubbliche autoproclamatesi indipendenti.

Il 3 aprile un drone ucraino ha sganciato una bomba su una casa d’abitazione, uccidendo sul colpo un bimbo di neanche 5 anni che giocava nel giardino e ferendo la nonna. E’ chiaro che chi lo manovrava vedeva benissimo che non stava colpendo un “terrorista – separatista” del Donbass! Il corpo del bimbo è stato ridotto in brandelli, una gambina non è stata nemmeno ritrovata, perciò, contrariamente all’usanza ortodossa, il funerale si è tenuto con la bara chiusa.

Nessuno ha condannato questo orrendo, ma ordinario atto di massacro della popolazione del Donbass.

Nessuna reazione. In Italia idem, i mass media non hanno scritto un solo rigo sulla notizia del bimbo dilaniato. La Rada, il parlamento ucraino, ha rifiutato ogni responsabilità e anzi, i deputati hanno esortato a non credere alla morte del bambino, perché “si tratta dell’ennesima propaganda del Cremlino”.

I funzionari dell’OSCE, di servizio nel Donbass per il monitoraggio, chiamati il giorno della disgrazia hanno rifiutato di recarsi sul posto, solo dopo qualche giorno sono stati costretti ad andare a casa della nonna per verificare l’accaduto e hanno confermato la morte del piccolo. Nel Donbass si sono sempre lamentati per il lavoro scadente dell’Osce, dicono che stanno dalla parte di Kiev.

In Russia il Comitato Investigativo ha aperto un procedimento penale per questo barbaro delitto, mentre il portavoce della Duma, Vjaceslav Volodin ha esortato ad escludere l’Ucraina dal Consiglio d’Europa. Ma nonostante il rumore, Bruxelles tace.

 “Bruxelles e Washington vogliono questa guerra!” – ha dichiarato Leonid Sluzkij, capo del Comitato per gli Affari Esteri della Duma.

Due giorni fa il Donbass ha pianto la morte di un’altra giovane vita spezzata, si tratta di un ragazzino di 16 anni che insieme a un amico passeggiava lungo il fiume, nella repubblica di Lugansk. E’ saltato sulle mine rimaste inesplose nei campi, l’amico è rimasto ferito. Durante questa guerra secondo l’Onu sarebbero morti 150 bambini, ma oltre a tenere il conto e scrivere le cifre, cosa ha fatto?

L’Occidente ignora da 7 anni i crimini di Kiev e mantiene le sanzioni alla Russia per l'”aggressione militare al Donbass”, 

Il presidente ucraino Zelenskij non solo non ha terminato la guerra, come aveva promesso, ma l’ha inasprita. Guarda la coincidenza, con la vittoria dei Democratici negli Stati Uniti, il governo ucraino, ringalluzzito, dichiara di voler mettere fine alle due repubbliche con una guerra in grande stile, sognando di vincere il nemico: la Russia, che secondo la narrazione ufficiale farebbe la guerra nel Donbass. Perciò da parecchi giorni sta mandando interi treni di armamenti pesanti e centinaia di soldati, continuando ad aumentare i bombardamenti sulla linea di demarcazione, per fare solo un esempio, ieri sera su Vesjoloe, sono piovute 15 mine da 120 mm. di calibro. 

La Russia, come da calendario, ha dato inizio alle esercitazioni militari, a nord come a sud, ma vedere fila di camion militari vicino alle frontiere di Crimea e Donbass ha allarmato Europa e Stati Uniti, i quali accusano la Russia di provocare l’Ucraina e vogliono spiegazioni! La Russia ha risposto che in casa propria sposta i suoi soldati dove meglio crede, strano che per lo spostamento di armi e soldati sul confine delle due repubbliche del Donbass Unione Europea e Stati Uniti tacciano!

“Il Donbass non vuole la guerra, la gente è stanca, vorremmo risolvere il conflitto pacificamente, – ha dichiarato Pushilin, capo della repubblica di Donezk, ma l’Ucraina continua a bombardare e i miliziani, oramai regolare esercito, non possono non rispondere”. 

Ora il nocciolo della questione è che gli Stati Uniti vogliono fermare ad ogni costo il gasdotto “North Stream 2” e per mezzo del loro strumento Zelenskij – cercano di coinvolgere la Russia nella guerra spingendo l’Ucraina a iniziare grandi combattimenti nel Donbass. Ma la Russia non ha intenzione di parteciparvi, oggi il segretario del Consiglio di Sicurezza della Fed. Russa, Nikolaj Patrushev, ha dichiarato che la Russia non vuole intromettersi nel conflitto interno dell’Ucraina, tuttavia segue attentamente l’andamento della situazione e prenderà misure concrete a seconda degli sviluppi.

Ricordo la promessa fatta tempo fa da Vladimir Putin: “se Kiev farà del Donbass una nuova Srebrenica, l’Ucraina perderà la propria statalità”. Nelle due repubbliche di Donezk e Lugansk oggi oltre 600.000 persone hanno ottenuto la cittadinanza della Federazione Russa e quindi la Russia sarà costretta a intervenire per difendere i propri cittadini.

L’altro ieri il ministro degli Esteri russo, Serghej Lavrov aveva dichiarato che Kiev non rispetta gli Accordi di Minsk e aveva chiesto a Macron e Merkel di darsi da fare per “far rinsavire i politici di Kiev finché non è tardi”. Dichiarazioni inusualmente severe che rispecchiano la gravità del momento. 

 

*Scrittrice, giornalista, traduttrice. Vive e lavora a Mosca