Torna El Infierno con Radical Schock Italiano

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All’inizio di luglio del 2009 riportai il¬† diario dalla Repubblica Bananera dell‚ÄôHonduras, con questa introduzione, poi si spostò ad Haiti, poi tornò a¬† Citta del Messico, dove sta, così:” L‚Äôultimo invio di Federico Mastrogiovanni dall‚ÄôHonduras: ha meno di 30 anni, un precario italiano. Non ce l‚Äôha mandato nessuno, c‚Äôè andato da solo e scrive sul suo Radical Shock: ‚ÄúMa in compenso corro giorno e notte per servire la benemerita radio svizzera che mi sta dando da magnà‚Äù Giornalismo volontario‚Ķcrepa come ti pare, già me lo sento il commento.” Alcuni giorni dopo, Annalisa Melandri, in un commento sulla Resistenza al Golpe in Honduras, scrisse di lui: ” Pochi lo sanno ma nel gruppo di giornalisti di diversi paesi che hanno accompagnato ieri il presidente Mel Zelaya nel suo viaggio da Managua fin dentro al territorio honduregno, c‚Äôè il giornalista italiano freelance Federico Mastrogiovanni, fondatore di Andinamedia. Questo è il suo blog http://radicalshock.wordpress.com/ e questa la diretta con Radio Tra Mondo da Managua qualche ora prima della partenza verso Las Manos.I grandi giornalisti, dopo aver lasciato gli alberghi di Tegucigalpa (ma ci sono stati?) sono ritornati ai loro desk. Fare di questo lavoro anche una militanza è tutt‚Äôaltra cosa.”

Nell’articolo che allego, menziona “El Infierno di Luis Estrada, che racconta tanto del Messico di questi giorni. Di questi anni”.

Crisi e violenza Le parole ricorrenti nel trailer del film, come elezioni e indipendenza. Qualcosa è cambiato? Non so, lascio a voi giudicare:¬† sono contenta che abbia ripreso a scrivere, come lui è capace. Io passo parola… tutto è così surreale e vicino. Fuggire dove?

Doriana Goracci

diario da Città del Messico. fuggire¬†dove?

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Sono passati i mesi. Questo blog ha fatto la muffa, ma non è ancora morto. Sono successe cose. La Spagna ha vinto il mondiale mentre queste pagine invecchiavano. Fini è stato illuminato sulla via di Damasco, dopo anni di collusione con lo schifo. Non è il primo a ravvedersi. Si vede che la nave sta proprio per affondare.
Nel Messico sono successe tante tante cose. Allo scrivente, al paese. Oggi, dopo tanto tempo mi viene di nuovo voglia di scrivere su questo muro. Perché è successa una cosa bizzarra, una delle tante, ma non so perché questa mi piace tanto.
Insomma, ieri a Tamaulipas, lo stato del nord dove qualche settimana fa sono stati ritrovati i corpi di 72 migranti ammazzati e ammucchiati in un casolare, insomma ieri a Tamaulipas, lo stato del nord dove Cartello del Golfo e Zetas si contendono la piazza, insomma ieri a Tamaulipas, se mi fate parlare vi spiego cosa è accaduto.
Dunque, in un carcere statale c‚Äôerano stipati dentro tutti dei cattivoni, tutti ammucchiati l√≠, dentro questo carcere statale dello stato di Tamaulipas. A un certo punto uno dice, vabbè siamo tanti qua dentro, è ora di uscire. E allora con l‚Äôaiuto di un manipolo di guardie 89 criminali, in carcere per crimini federali, tipo narcotraffico, omicidi, sequestri, scorticamenti, torture ecc., scappano.
Scappano con una scala appoggiata al muro. Così. Con un convoglio di furgoni parcheggiati fuori ad aspettarli.
89.
89 più alcune guardie che sono ‚Äúscomparse‚Äù.
E questo secondo loro è un paese normale.
Questo è un paese dove tra tre giorni, cento milioni di subnormali andranno a gridare il loro orgoglio patriottico, nel festeggiamento del bicentenario dell‚Äôindipendenza e del centenario della rivoluzione. Scrivo indipendenza e rivoluzione minuscoli perché prima di regalare maiuscole vorrei capire da cosa si sono resi indipendenti e qual è stata in fondo la rivoluzione. E soprattutto vorrei capire cosa cazzo avranno da festeggiare.
Questo paese è al tracollo. E le strade sono tappezzate di bandiere tricolori tricchettracche e bombe a mano. Soprattutto bombe a mano.
Nel frattempo al cinema esce questo film, El Infierno, di Luis Estrada, che racconta tanto del Messico di questi giorni. Di questi anni.
Ritorno al mio blog perché dopo mesi in cui non ho proprio avuto voglia di scrivere nulla, ho ritrovato l‚Äôenergia, la motivazione.
E la motivazione è sempre la stessa. Sono troppe le cose da raccontare di questo paese, che ti affascina e ti seduce, che ti fa incazzare da morire, per la bontà, la grandezza e la stupidità e impotenza delle sue genti.
In questi giorni si compie la farsa suprema del bi-centenario. Si dissolvono nel patriottismo ottuso (come ogni patriottismo) le lacrime che vengono sparse ogni giorno sul martoriato suolo messicano. Si fa appello ai valori nazionali da parte di una classe politica senza vergogna, che ha solo da vergognarsi.
E cento milioni di messicani appresso a questa stupida bandiera grondante sangue.
¬°Que viva México, cabrones!


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5 Risposte a “Torna El Infierno con Radical Schock Italiano”

  1. Cara Doriana, il popolo messicano segue e festeggia quei valori che ha appreso (o meglio,gli hanno fatto apprendere) dal sillabario degli analfabeti e quindi qualche scusante la si pu√≤ concedere; ma il popolo italiano,√® meritevole di qualche scusante??!!….Un caro saluto, Giuliano

  2. Scelgo la voce di un giuovane italiano per il racconto dal messico, ho citato oggi il Maestro Alberto Manzi, quello del non √® mai troppo tardi…morto, non almeno nella mia memoria. http://www.megachip.info/modules.php?name=Section
    …In periodo elettorale, il tema informazione torna alla ribalta solo per l'applicazione della legge 28 del 2000, che norma la comunicazione politica in campagna elettorale, sempre pi√π difficile da attuare. Eppure bisogna resistere e provare, come fece lo straordinario maestro Alberto Manzi. Ci disse che Non √® mai troppo tardi, trasmissione con cui alfabetizz√≤ l'Italia tra il 1960 e il 1968. Fu un rivoluzionario della scuola e della cultura, uno che si serv√¨ dallo schermo e non per lo schermo, di lavagna e gesso, che permise di conseguire a circa un milione e mezzo di italiani, la licenza elementare: lo seguivano prima di cena. E ritorn√≤ famoso per alcuni, nel 1981, perch√© rifiut√≤ il metodo delle nuove "schede di valutazione", che avevano sostituito la pagella, per cui come "disobbediente" pag√≤ in prima persona con la sospensione dall'insegnamento e della paga, da sempre uguale a quella dei suoi colleghi. Era sicuro il maestro che l'avremmo capito, che in noi c'era del buono, che lui non aveva fatto altro che rimuovere quel desiderio sopito di conoscere: fece crescere, in poche parole, la capacit√† intellettuale che √® in tutti noi…

  3. Prima di parlare dal Messico si deve conoscere la storia…quello che capita adesso √® colpa della droga…come √® capitato in certo punto in Italia con la mafia…scusa come capita ancora…l'aquila che si trova nella bandiera ha un valore importante…e averla messo cosi √® una vera stupidit√†…

  4. Carissima Patricia, ti chiedo scusa per la nostra presunzione di voler giudicare l'agire di un popolo che non conosciamo intimamente. Gli uomini tendono sempre a vedere la pagliuzza nell'occhio del prossimo anzichè curarsi di togliere la trave dal loro! Un fraterno saluto, Giuliano

  5. Cara Doriana, il Maestro Alberto Manzi rimane come sempre un esempio scomodo e quindi da dimenticare……..Come si fa ad imitare Uno che si √® impegnato senza risparmio di energie e rischiando quello che in effetti gli √® capitato?? Egli non ha infatti lottato per i suoi "diritti" ma per quelli del suo prossimo; una autentica pazzia per la mentalit√† corrente! La cosa importante √®:ottenere un buon posto! Degli altri,chi se ne frega?!!!!!!!!!! E' certamente pi√π facile pensare ai nostri "diritti"che ai nostri "Doveri" nei confronti dei Diritti degli altri! Per questo i maestri (e non solo) come Alberto Manzi sono cos√¨ rari e ricordati solemente da chi, come Te ha buona memoria ma,sopratutto buona volont√†. Molto cordialmente ti saluto G.L.

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