Libri? Che passione!

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Ho letto tantissimo nella mia vita: da romanzi a saggi, da fumetti a trattati di cucina, da favole a poesie, erbari, epopee: di tutto e di più. Già da ragazzina frequentavo le biblioteche e di solito era il bibliotecario che m’indicava i libri da leggere dopo aver ascoltato gli argomenti di cui mi sarebbe piaciuto leggere.
Ricordo che nella biblioteca di Milazzo , oltre al letto e il divano dove aveva dormito e s’era riposato Garibaldi, c’erano tanti di quei libri che ci avrei perso ore ed ore a rimirarli se solo l’omino dei libri me l’avesse permesso: ho sempre avuto un’adorazione per i libri.
Da ragazzina mi attirava molto Moravia come scrittore: ‚Äúgli indifferenti‚Äù, ‚Äúla noia‚Äù, ‚Äúla bellavita‚Äù, ‚Äúla mascherata‚Äù…: tutti quelli che mi capitavano a tiro erano miei: me ne feci una cultura. Poi passai ad altri autori, ma Moravia resterà per sempre il primo amore, come colui coi quali libri scoprii il vasto mondo della lettura: il mio mondo della lettura. Grazie Moravia: per me sarai sempre un grande!
Ci fu, tanti anni dopo, in me, un bel periodo lungo qualche anno in cui praticamente divoravo in media un libro ogni due giorni, fino a che decisi che non potevo andare avanti così e poi non avevo più posto in casa, già piena in ogni angolo di scatoloni, oltre che in mansarda su tutte le travi a mia disposizione, il mucchio di libri era ormai diventata una specie di ossessione, un continuo spostarli da una parte all’altra per farsi spazio. A dir la verità non mi spiego neanche adesso come abbia fatto a divorare quel gran numero di libri visto che tempo non ne avevo proprio, ma lo trovavo sempre, leggevo anche di notte; per cui giunsi a una grande conclusione che poi mi servì anche nella vita futura che fu quella, cioè, che per le cose che mi piace fare il tempo lo troverò sempre, qualunque cosa accada, anche se delle priorità devi creartele e dartele. E difatti adesso è notte e son qui che dedico il mio tempo a questa che è diventata una delle mie passioni da circa un decennio: la scrittura.
Il mio romanzo preferito è, fin quelli letti fino a qui, ‚ÄúMarco e Mattio‚Äù di Sebastiano Vassalli: l’unico libro che ho letto due volte. Vassalli si occupò di casi psichiatrici: uno per volume e fino a qualche tempo fa prima di cominciare a scrivere saggi. La narrazione di questo libro è ambientata a Zoldo, qui nel bellunese, e finisce la sua strada a Venezia. Qui l’autore narra la storia di Marco Lovat, figlio di ciabattino, ai tempi della pellagra, che per il rimorso¬†di avere avuto rapporti omosessuali tenta una spettacolare crocefissione finendo nel manicomio di San Servolo, a Venezia, primo manicomio in Europa, oggi museo manicomiale visitabile gratuitamente tutti i giorni dalle ore 9,30 alle 17,30 (venerdì dalle 9,30 alle 15,30) telefonando per appuntamento al numero 041 5240119, meglio se qualche giorno prima. Non ci son mai stata ma conto di recarmici al più presto: adoro Venezia e da qui, più o meno, è a un tiro di schioppo.

Ma il libro che in assoluto, fino a qua, m’è piaciuto di più è uno di quei libroni grossi grossi: un libro che considero un’opera d’arte. S’intitola ‚ÄúCodex Bellunensis‚Äù ed è un erbario, farmacologia botanica, degli inizi del xv secolo scritto non si sa da chi, sembra siano stati almeno due persone a stilarlo nella zona del bellunese, sembrerebbe medici: erbario che è stato ritrovato proprietà della British Library di Londra e che il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi col patrocinio della Comunità Europea, Repubblica Italiana, Regione Veneto, fondo FE.A.O.G ‚Äì sezione orientamento ‚Äì programma Leader Plus ‚Äì e della Direzione per la Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente, ha riprodotto. Ci son dentro delle riproduzioni di pitture straordinarie di varie piante della zona, di fiori, la descrizione e la sua qualità curativa. Ma ci sono disegni anche di animaletti vari, del formaggio, del pane, della frutta, del corpo umano. Il libro è scritto in lingua volgare e insieme ad esso c’è un ‚ÄúCommentario‚Äù con traduzione del testo e commenti. L’ho sfogliato innumerevoli volte questo libro e pensato alle mani che disegnavano e scrivevano di notte magari, impiegando una vita per completarlo, i caratteri minuti del testo, intingendo chissà con che pennelli in quegli inchiostri ricavati dalle piante. Continuo a sfogliarlo ogni tanto e sempre mi appare nuovo, con la sua piantaggine, la sua ginestra, il suo finocchio, il suo cardo, il suo martagone, il suo aneto, la sua tormentilla, la stella alpina…in ogni pianta i dettagli sono minuziosamente spiegati con didascalie su ogni parte della pianta e i disegni mi affascinano molto. Un’opera d’arte: né più, né meno e mi sa tanto di poesia questo libro, di un’antica poesia.
Si attinge sempre qualcosa da un buon libro e le parole a volte scavano in noi dei solchi più o meno profondi.
Una frase mi è rimasta impressa, una frase detta davanti a una buona tazzina di caffè al bar, frase dettami da uno scrittore della zona: ‚ÄúNiente mi danno gli scrittori giovani, son fugaci, scrivono in stile tecnico, senza cuore; dovrebbero far fare politica ai giovani e lasciare la scrittura a noi di una certa età‚Äù. Non so perché, ma questa frase l’ho inscatolata in me e stanotte mi ritorna.
Personalmente sono per la libera espressione, ma preferisco sempre leggere scritti che arrivano dal cuore adesso, scritti di persone che non hanno più paura di se stesse. Ma cosa dico? Per scrivere, per pubblicare precisamente, non bisogna averne di paura perché se no non lo fai. Emozioni tante…ma la paura è superata quando ci si decide a pubblicare. E non è noia, e non è falsa modestia, e non è riservatezza: è solo paura. E’ mettersi in gioco. E noi tutti sappiamo quanto costi per tutti il mettersi in gioco, quanto costi la nudità dell’anima, l’arrivarci…ad essere.

Libri

Sfogliarvi leggervi vivervi immergersi ora
per sempre come ieri più vissuti ora
con più calma senza ansia senza nevrosi
con passione solita più matura più alta
il fuoco del sapere accorcia le distanze
fra i popoli tra la gente la vita dilania
la tristezza siamo lì tra le righe
di un foglio di carta per amare
questa vita questa madre natura
sempre generosa sempre vitale
sempre una meraviglia che richiede
occhio un piede tira l’altro e il cammino
più possente più vero si fa più sciolto
verace tra i pericoli d‚Äôottusità risate
a mezza voce e rauchi corvi che iniettano
una canzone al vento fiori che scintillano
il loro colore creduto perso
pagine sbiadite bisbigliano la vecchiaia
di pensiero sciupato frivolezze un rossetto
troppo acceso di volontà rimaste tali
fogli e fogli rilucenti di semplicità
e accoratezze novità simmetrie
melodie e visi ignoti comuni radicamenti
valori immediati e bugie geometriche
ramificati ghirigori sul tappeto profetico
risero del perché ora noto ci resta
questa risata quel ch‚Äôè fatto reso
vasi di porcellana espongono il loro
marchio agli insicuri spuntoni di roccia
che non sanno se cadere o se restare
rudimenti di calcificate realtà fanno
dell’uomo uno spirito errante
coraggio parlate libri diteci
come saremmo se voi non foste.

05/03/04 h. 16,45

Doriana Puglisi

“Gli uomini creano gli dei a propria immagine, non solo riguardo alla loro forma, ma anche al loro modo di vivere”.
Aristotele

4 Risposte a “Libri? Che passione!”

  1. Ti condivido integralmente, spogliandomi di qualunque lettura del passato, perchè il tuo è un invito costante alla vita, leggerla con incanto che non è solo disincanto e scusa l'impiccio delle parole ma penso che tu mi intendi e senti quello sento io, e non siamo sole Doriana. Stamattina tramite quel mezzo che ci ha fatte incontrare, Facebook, ho appreso da un'altra amica Gisella che spesso ci commenta, che Adriana Zarri non c'è più. Scriveva libri lettere dalla sua casa e dal suo orto, con i conigli, difendeva la sua solitudine e quel mare di amici con cui corrispondeva e sperava, forse non spera più. Il suo messaggio, come il tuo per me è una luce non artificiale, sempre accesa. Grazie e buon cammino per tutt* Noi.

  2. Dispiace sempre quando una persona raggiunge il cielo, l'altra estremit√† della vita si compie, dispiace anche se non si conosce, dispiace e basta: di parole non ne ho mai trovate in queste occasioni e forse nemmeno servono…le parole le trovo dopo magari e quando meno me le aspetto.

    Si, il passato √® passato e la nostra vera storia √® oggi, ma ogni tanto mi piace ricordarla perch√® son fatta della mia storia e mi piace rendermi conto dei perch√®…e per fissare dei punti scritti e fermi su cui sto lavorando.

    Mai mi stancher√≤ di dire, e pensare, che averti conosciuto √® stato fondamentale per me: grazie a te e ringraziamo fb…

    Buona giornata Do, buona giornata a tutti:)

  3. Doriana P. e Doriana G.

    Mi avete commossa dai continenti dei libri che parlano come amici e sapete far vivere nel tempo della coscienza al ricordo di amici che in queste vie avete imparato ad amare.

    Per un istante infinito sono stata vicina ad entrambe

  4. Leggo praticamente ogni volta che posso. Mi capita a volte, soffermandomi a pensare a quello che ho letto, mi sento come lo scolare in un'interrogazione a scuola che ha un vuoto di memoria. Sembra quasi di non aver recepito quello che l'autore voleva dire. Poi, mi trovo a ragionare su questioni della vita reale e tornano alla mente le letture fatte. In quei momenti soprattutto mi rendo conto, ogni volta, quasi con meraviglia, la potenza dei libri.

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