Il giorno del giudizio

Ormai ci siamo, il giorno del giudizio sta per arrivare, il circoletto rosso è posto sulla giornata di giovedì 18 novembre, da quel giorno si scatenerà l‚Äôinferno – di cui abbiamo avuto piccoli assaggi anche in questi giorni. Giovedì infatti inizierà la campagna elettorale più selvaggia e cruente degli ultimi 150 anni, B. è riuscito ad ottenere ciò che voleva ovvero 1 o 2 mesi di ingombro per mettere appunto la sua macchina da guerra, e guerra sarà! Cose che non abbiamo mai visto, ci sarà un contro attacco totale, una campagna a tappeto che prevede l‚Äôoccupazione perenne di radio e televisione, il mantra preordinato è quello già collaudato del tradimento, la colpa dell‚Äôimmobilismo e dell‚Äôingovernabilità verrà interamente addossata al drappello finiano, reo di aver voltato le spalle in un momento delicato, impedendo così di fatto il processo delle riforme e dell‚Äôattuazione del programma, parallelamente inizierà una campagna selvaggia di calciomercato che attraverserà trasversalmente camera e senato coinvolgendo deputati e senatori di destra e sinistra. B. è un uomo molto potente ed è questo che lo distingue da tutti gli uomini politici passati e presenti ovvero anche privo del suo potere politico conserva un potere economico non indifferente in grado operare una grande influenza persuasiva, insomma come disse Andreotti alla vigilia del processo di Perugia: ‚Äú‚ĶMi difenderò con tutte le mie forze, che non sono poche‚Äù!
Il problema vero al di là di tutti gli scenari possibili che analisti e giornalisti si stanno sforzando di immaginare e che si ha paura di fare un passo decisivo. Mi spiego; capito e compreso che il problema è B. allora tutte le forze politiche che ritengono che questo sia il problema principale ed assolutamente ostativo alla vita democratica del paese, devono assolutamente:
1) sfiduciare il governo
2) allearsi temporaneamente
3) votare oltre alla legge elettorale una semplice leggina che regoli il conflitto di interessi che proclami la completa e totale ineleggibilità dell‚Äôattuale Premier.
E‚Äô difficile ci vuole forza e tanto coraggio, correndo il rischio di un serio sollevamento popolare, fare insomma come è accaduto in Thailandia poco tempo fa.
Se non è così, se non è B. il vero problema ma si tratta solo di rivedere e riorganizzare politiche operative ed accordi di governo allora preghiamo i finiani ei pidiellini di trovare un accordo, chiudetevi in una stanza e trovate la quadra, evitate questa mattanza inutile questa nuova guerra che si sta pericolosamente armando nel paese, chi ha aperto il rubinetto adesso non ha scelte o beve o affoga.