Eppur che siamo donne le gambe Omsa ce le mandano in Serbia (Fase 2 Licenziamento Collettivo)

Un’amica mi scrive oggi una lettera che ne contiene un’altra dalle lavoratrici dell’Omsa e io ve la mando come l’ho ricevuta, porta una prefazione che sempre più spesso leggo: “Fate girare per favore, domani potremo essere noi ad essere licenziati!!! Valentina Vandilli.”Vorrei tanto accompagnarla con un Je ne veux pas travailler ma le cose non stanno così…


Dopo pagine e pagine della cronaca nera inviavo, tempo addietro, una canzone antica,  Sante Caserio di Pietro Gori: era il il 1894. E se la memoria non mi inganna già su Reset-Italia, qualcuno scrisse C’ era una volta Omsa che gambe ed ora non c’ è più. Quanto, chi e dove, va sparendo? E quando finisce la Cassa Integrazione, quale Pacchetto Sicurezza sarà consegnato con Foglio di via ? A chi lotta, un abbraccio grande, perchè ci sono donne uomini e bambini che continuano a camminare, sulla strada e Insieme.

Quanto sopra l’ho scritto a novembre dello scorso anno. Il 30 dicembre 2011: “Le lavoratrici Omsa invitano tutte le donne ad essere solidali con loro, “boicottando” i marchi Philippe Matignon – SiSi – Omsa – Golden Lady – Hue Donna – Hue Uomo – Saltallegro – Saltallegro Bebè – Serenella e vi sarebbero grate se voleste dare il vostro contributo alla campagna, anche solo girando questo video a quante più persone potete se non altro per non alimentare l’indifferenza… Basta alla legislazione che protegge sempre gli interessi unicamente lucrativi degli imprenditori !!”

Omsa Licenziamento collettivo: Licenziamento collettivo. È questo il destino che attende le 240 lavoratrici della Omsa, storico marchio delle calze italiane che al termine della cassa integrazione, perderanno tutte il lavoro. Oggi l’annuncio ufficiale dell’azienda che sposterà la produzione in Serbia.

Aggiorno dunque  con un video a loro dedicato da Alessandro Lanzani, per spiegare le  amare “novità “: Omsa chiude e licenzia a Faenza ma apre in Serbia. E noi ?

A settembre La Vecchia talpa parla con una lavoratrice Omsa

E ancora Per ricordare,    video Bologna – Donne OMSA in piazza Maggiore 22 Ott 2011: Intervento di Marina e Anna, lavoratrici e donne dell’Omsa di Faenza, dal palco in Piazza Maggiore a Bologna. “Indignate e impegnate e sempre a testa alta” nel far conoscere la loro storia e quella delle colleghe con cui condividono le preoccupazioni per il loro futuro lavorativo.

 

 Anno Nuovo, Fase Nuova? Vergogna ItaGlia, CresciTAGLIA…

Il resto dell’articolo rimane tale e quale. Grazie a chi BOICOTTA.

Doriana Goracci

Faenza: assordante silenzio sull’ emergenza all‚’ Omsa
Le lavoratrici OMSA invitano tutte le donne ad essere solidali con loro: boicottiamo i seguenti marchi: Omsa Serenella Golden Lady Philippe Matignon Sisi Hue DonnaHue Uomo Saltallegro Saltallegro Bebè Mandarina Duck

E’ con grande tristezza che inoltro questa mail…La stessa cosa è successa alle lavoratrici della Perla, che ora ha trasferito la produzione in Cina, della Mandarina Duck, ecc.Anche se il nostro caro presidente del consiglio parla di segni positivi ho la netta impressione che quest’anno e i prossimi a venire saranno davvero disastrosi per l’Italia. Amiche e amici,vi porto via un po’ di tempo raccontandovi quello che sta succedendo in questi giorni a Faenza, più o meno nell’indifferenza generale. Lo stabilimento OMSA di Faenza (RA) sta per essere chiuso, non per mancanza di lavoro, ma per mettere in pratica una politica di  delocalizzazione all’estero della produzione per maggiori guadagni. Il proprietario dell’OMSA, il signor Nerino Grassi, ha infatti deciso di spostare questo ramo di produzione in Serbia,dove ovviamente la manodopera, l’energia e il carico fiscale sono notevolmente più bassi. Questa decisione porterà oltre 300 dipendenti, in maggior parte donne e non più giovanissime, a rimanere senza lavoro.Le prospettive di impiego nel faentino sono scarse e le autorità hanno fatto poco e niente per incentivare Grassi a rimanere in Italia o per  trovare soluzioni occupazionali alternative per i dipendenti,salvo poi  spendere fiumi di parole di solidarietà adesso che non c’è più niente da fare. Da giorni le lavoratrici stanno presidiando i cancelli dell’azienda, al freddo, notte e giorno,in un tentativo disperato di impedire il trasferimento dei macchinari,(tentativo documentato anche da Striscia la Notizia sabato scorso,ma ad onor del vero il servizio è  stato brevissimo e piuttosto superficiale). Trovo sempre più allucinante che in Italia non esistano leggi che possano proteggere i lavoratori dall’essere trattati come mere fonti di reddito da lasciare  in mezzo a una strada non appena si profili all’orizzonte l’eventualità di un guadagno più facile. Le lavoratrici vi sarebbero grate se voleste dare il vostro contributo alla campagna,anche solo girando questa mail a quante più persone potete se non altro per non alimentare l’indifferenza. Le lavoratrici OMSA ringraziano quindi per l’aiuto e il supporto che vorrete dargli quali ennesime vittime di una legislazione che protegge sempre più gli interessi unicamente lucrativi degli profitto e lucro nel lavoro dipendente,imprenditori che non la vita e la  condizione lavorativa dei dipendenti.

Faenza: assordante silenzio sull’ emergenza all‚’ Omsa

Istituzioni sotto accusa per la gestione della crisi che investe 346 persone. Il 15 marzo 2011 si esaurirà  la cassa integrazione straordinaria¬†e loro rischiano di trovarsi senza lavoro Ravenna, 12 ottobre 2010 – CRISI OMSA: il ministero dello Sviluppo economico ha  richiamato  la proprietà dell’ industria tessile, il gruppo Golden Lady. Infatti non è stata ancora fissata la data dell’ incontro fra proprietà, istituzioni e sindacati che avrebbe dovuto avere luogo entro il 30 settembre. Questo nonostante le sollecitazioni da parte di Gian Pietro Castano, responsabile dell’ unità ministeriale per le aziende in crisi. Il rinvio dell’ incontro ha, secondo i sindacati, solo una spiegazione: la proprietà non ha ancora individuato imprenditori pronti a insediarsi nel sito e a ricollocare il personale. Lo stabilimento di via Pana va quindi lentamente  spegnendosi : quasi tutti i macchinari sono stati smontati. Sono trascorsi 230 giorni da quando i rappresentanti delle istituzioni (Castano, l’ allora sindaco Claudio Casadio, l’ allora assessore regionale Duccio Campagnoli e i segretari nazionali dei tessili di Cgil, Cisl e Uil) hanno accettato la volontà di un florido gruppo industriale di chiudere  l’ Omsa a Faenza per trasferire la produzione in Serbia, in cambio di un anno di cassa integrazione e di un impegno a “favorire l’ insediamento di nuove attività imprenditoriali”. Dopo 230 giorni, il gruppo Golden Lady non è stato ancora in grado di proporre un’ alternativa per quelle 346 persone che per 10, 20, 30 anni hanno contribuito alla sua crescita e ricchezza. Continua a prendere tempo, ma il tempo le lavoratrici e i lavoratori Omsa non ce l‚’ hanno: fra 150 giorni, il 15 marzo 2011, si esaurirà il primo anno di cassa integrazione straordinaria. E loro rischiano di trovarsi senza lavoro e senza ammortizzatore sociale: l’ erogazione di un secondo anno di cassa straordinaria infatti è vincolata alla ricollocazione di almeno 104 dipendenti. ANCHE sul fronte delle azioni finalizzate alla ricollocazione del personale, la proprietà si è mossa con estrema lentezza: ha aperto la procedura della mobilità solo per 20 persone e ha individuato un’ azienda specializzata nella ricollocazione di personale. Lavoro più‚ solo nel mezzo dell’ estate. Lentezze e ritardi nel fissare incontri, nel dare risposte, o non risposte, alle lavoratrici e ai lavoratori; ben più veloci i tempi per smontare macchine e cessare l’ attività. Il tutto senza che le istituzioni  il sindaco Giovanni Malpezzi, il vicepresidente della Provincia, ossia l’ ex sindaco Claudio Casadio, il deputato Pd Gabriele Albonetti, anche lui presente ad alcuni degli incontri al Mise ‚abbiano ritenuto opportuno denunciare  il comportamento di un grande imprenditore, Nerino Grassi, e della sua Golden Lady, leader internazionale della calza. “IL SECONDO gruppo manifatturiero della provincia ‚Äî afferma il coordinatore della Cgil, Idilio Galeotti ‚delocalizza, porta via 346 posti di lavoro in un periodo di piena crisi e le istituzioni tacciono, o quasi. Neppure un rimprovero per un grande imprenditore che chiude e se na va, perchè delocalizza. Confindustria tace e le istituzioni non ritengono di coinvolgerla. Non solo, dopo tante prepotenze da parte del gruppo Golden Ladyprosegue Galeotti  c’ è ancora chi si illude che se stiamo buoni, se teniamo bassi i toni della vertenza, Grassi regalerà qualcosa”. “Non si è ancora capito che questo comportamento favorisce solo l’ uscita in silenzio dell’ azienda dalle sue responsabilità. E lascia nei problemi non solo le e i dipendenti Omsa, ma la città di Faenza, i suoi cittadini, il suo territorio. Territorio dove tutto è fermo: la ripresa economica non si respira ancora”. Claudia Liverani

E già che ci siamo… Quante donne ancora dovranno cantarla? Che ERA BELLO IL MIO RAGAZZO


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by Enzo Apicella

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4 Risposte a “Eppur che siamo donne le gambe Omsa ce le mandano in Serbia (Fase 2 Licenziamento Collettivo)”

  1. Io avrei fatto inoltre una bella indagine sul sindaco di Faenza, non quello attuale ma quello uscito anno scorso che prima di andarsene ha fatto più danni di Carlo in Francia. Bastava che la guardia di finanza facesse una piccolissima ndagine sui suoi conti correnti entrate-uscite e si scoprivano tante ma dico tante cose, come per esempio la moschea di via Galvani chi e come è stata pagata e in cambio di cosa? La giunta uscente e il relativo consiglio comunale era formato da una ciurma di delinquenti, ma come al solito si è guardato al dito e non alla luna. Le promesse fatte dal sindaco uscente agli operai della OMSA sono state tante, ma sono tutte finite nelle tasche del sindaco stesso, ma infondo chissenefrega no? Avanti tutta.

  2. Faenza? Non si sa nulla dei Conti che passano, ai consigli comunali, a volte neanche se sei nel consiglio stesso…risalire ricollegare e non annegare. Ma a quanto pare √® pi√π facile dire Padrone sei un cattivo…annate avanti, protestate, sui tetti…e poi chiedere in ginocchio lavoro e morire per il lavoro. Moreno √® ATROCE vedere la presa per i fondelli, siano pantaloni maschili o femminili, della Costituzione, che andrebbe declinata, riletta, ripassata per poi ERUTTARLA a chi ha il DOVERE di applicarla.

    Sar√† mia cura inviare stanotte, perch√® devo anche uscire, per piacere mio, i messaggi che mi stanno inviando privatamente…LA STORIA che sarebbe NOSTRA. Grazie Amico carissimo…

  3. Ho aggiornato direttamente l'articolo con video e notizie. Siamo con le lavoratrici dell'Omsa, con chi non perderà MAI la dignità e lotta. Buon Anno

  4. …Ma non si capisce o non si vuole mostrare che sta nascendo nel mondo un "proletariato globale" nel quale il DIRITTO del mercato ha la priorità sul DIRITTO alla VITA e all'esistenza di donne e uomini…sempre più ostentatamente.

    Crescita? QUESTI sono gli effetti della crescita vista da lorsignori della guerra…una guerra che anche senza armi miete vittime, e conduce all'asservimento, pena la miseria più nera.

    Incrociare le lotte è l'unica possibile salvezza: vedere nel singolo caso la trama dell'intero piano di riduzione in schiavitù, prodotto dal capitalismo più lercio e criminale…

    Altrove, bambini che producono per questo occidente decadente e monopolizzato dal dominio.

    La farsa delle delle false opposizioni sta cedendo il posto al cinismo più lurido, ormai il sistema mostra il suo vero volto.

    Oggi l'OMSA, domani la FIAT, dopodomani qualche altra azienda.

    Paradossale, ma un futuro DEGNO sarebbe POSSIBILE solo sottraendosi a questo sistema di cose: battersi per lo stipendio fine a se stesso dimostra di alimentarlo. In Spagna collettivizzarono le idealità prima ancora della produzione.

    Qui ed ora collettivizziamo la disperazione.

    Siamo CERTAMENTE con le operaie dell'OMSA, ma MAI con il RICATTO del PADRONE di sempre.

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