Le origini dell’Amarone della Valpolicella

Da dove proviene il nome di un celebre vino italiano come l’Amarone della Valpolicella?
Il nome di questo rosso veronese strutturato, Amarone, deriva dalla parola “amaro”, adottata per distinguerlo dal dolce del Recioto della Valpolicella da cui ebbe, seppure involontariamente, origine. Infatti, il recioto è il corrispondente (per zona, uvaggio e tipologia) dell’amarone, ma è un passito dolce a differenza di quest’ultimo che è sempre passito seppur secco.
Il nuovo epiteto Amarone per indicare il Recioto Amaro o Recioto Secco nasce nella primavera del 1936 nella Cantina sociale Valpolicella, al tempo con sede presso Villa Mosconi ad Arbizzano di Valpolicella, ad opera del capocantina Adelino Lucchese, palato e fiuto eccezionali che, grazie al fortunato ritrovamento di una botte di recioto dimenticata in cantina e spillando il Recioto Amaro dal fusto di fermentazione, uscì in una esclamazione entusiastica: “Questo non è un Amaro, è un Amarone”. Il capocantina aveva regalato alla Valpolicella la parola magica e il direttore Gaetano Dall’Ora la usò subito in etichetta.
Di vino amaro si parlava fin dai tempi dell’Impero Romano. Catullo nel Carme 27 (49 A.C.) parlava infatti di “calices amariores” (bicchieri più amari). Ma anche altri documenti ne danno testimonianza.
Ma forse più di ogni altro vale il giudizio emesso da assaggiatori francesi a Parigi nel 1845 su una partita di vino “Rosso Austero Costa Calda” di San Vito di Negrar vecchio di 11 anni: “Supremo vino d’Italia preferibile a diversi Bordeaux ed Hermitage”.
Per trovare la prima etichetta e il primo documento di vendita si deve giungere al 1938, ma il vino venne ufficialmente commercializzato solo a partire dal 1953 dalla cantina Bolla. Ottenne subito un grande successo nonostante le quantità allora limitate.
Nel 1968 si è giunti finalmente all’approvazione ufficiale del primo disciplinare di produzione e al riconoscimento della DOC, protetto con legge dal 2010, e oggi rappresenta uno dei più apprezzati vini italiani, prodotto da speficici produttori locali come ad esempio Amarone Accordini e pochi altri che lo esportano nel mondo celebrando il trionfo dell’enogastronomia italiana.

Origini nome vino Amarone Valpolicella

L’onere della prova, ne parla il Cnr

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Andrea Camilleri, Luciano Pietronero e Giovanni Bachelet ne parleranno giovedi 25 novembre 2010, Roma, Cnr – Biblioteca “G. Marconi”, piazzale Aldo Moro 7, ore 17.20.

La ricerca del particolare è il punto di contatto tra l‚Äôindagine per la soluzione di un caso e l‚Äôesperimento scientifico; nello stesso tempo il particolare è la base di appoggio da cui muovere razionalmente e sperimentalmente per giungere alla definizione del sistema generale. Sia sul piano degli accadimenti umani, sia in quello fisico. La comparazione delle sequenze e per loro tramite la tentazione della legificazione del reale come via obbligata allo svelamento del vero, sono il terreno di confronto tra chi fa dell‚Äôindagine la propria missione, ben sapendo, però, che ogni affermazione postula, appunto, ‚Äúl‚Äôonere della prova‚Äù.

Onus probandi actori. Così il diritto romano: l‚Äôonere della prova spetta a chi promuove l‚Äôazione giudiziaria, il che, traslato nelle normali discussioni, equivale a dire che chi afferma qualcosa, ha poi il dovere di provarla. Vale per le azioni umane, ma anche per le teorie scientifiche le quali, però ‚Äì ha detto l‚Äôastrofisico inglese Stephen Hawking ‚Äì sono sempre provvisorie. Ipotesi che ‚Äì come ha sostenuto Albert Einstein ‚Äì ‚Äúnon sono unicamente determinati dal mondo esterno”.

Da Talete in poi l‚Äôuomo ha elaborato teorie su ciò che esiste, avvalorandole con gli esperimenti, sino a far coincidere il metodo sperimentale con quello scientifico. E così il pensiero umano è arrivato sino a Galileo. Oggi, però, il pensiero dell‚Äôuomo si è inoltrato in luoghi dove la definizione di esperimento si scontra con la nascita dell‚ÄôUniverso. Ed ecco allora che l‚Äôonere della prova ritorna‚Ķ.ma per scartare più che affermare.

Nella fisica contemporanea, le nozioni di legge, simmetria e spaziotempo sono strettamente interrelate, come tre vertici di un triangolo ognuno dei quali non può sussistere senza l’altro. La conservazione dell’energia è legata all’invarianza per traslazione nel tempo di un sistema fisico, la conservazione della quantità di moto all’invarianza per traslazione spaziale, e la conservazione del momento angolare all’invarianza per rotazioni nello spazio.

Immersi ina una serata di riflessione.

Perché ci si meraviglia per la sentenza di Brescia?

bologna, 2 agosto 1980
Creative Commons License photo credit: ho visto nina volare

Amici, sono stupito che esistano ancora persone che si meravigliano per certe sentenze!?
28 maggio 1974 strage di Brescia. Esplose una bomba in un cestino della spazzatura. Morirono 8 persone, i feriti furono 102 e oggi a Brescia tutti gli imputati sono stati assolti con la formula dell’insufficienza di prove.

Sull’Unità un dettagliato articolo con le motivazioni di una sentenza giunta dopo 36 anni

Perché ci si meraviglia, se nel paese del bunga bunga, dopo 36 anni non esistano colpevoli?

Non è normale in questa Italia dove il governo ha un gradimento del 55% ?

Perché nella strade di Piazza Fontana 12 Dicembre 1969 è stato diverso?
Storia della strage di Piazza Fontana
Perché nella strage della Stazione di Bologna 2 Agosto 1980 è stato diverso?
Storia della strage di Bologna
Perché nella strage dell‚ÄôItalicus 4 Agosto 1974 è stato diverso?
Storia della strage dell’Italicus
Perché nella strage di Ustica 27 Giugno 1980 è stato diverso?
Storia della strage di Ustica
Perché del disastro del Vajont 9 ottobre 1963 è stato diverso?
Storia del disastro del Vajont
Perché nel sequestro Moro strage di via Fani 16 Marzo 1978 è stato diverso?
Storia del sequestro Moro e della strage di Via Fani
Perché nell‚Äôassassinio di Giovanni Falcone strage di Capaci 23 Maggio 1992 è stato diverso?
Storia dell’assassino di Giovanni Falcone e della strage di Capaci
Perché nell‚Äôassassinio di Paolo Borsellino strage di Via d‚ÄôAmelio 19 Luglio 1992 è stato diverso?
Storia dell’assassinio di Paolo Borsellino e della strage di via d’Amelio

E dopo tante stragi senza colpevoli e mandanti, esiste ancora un’Italia che si meraviglia?

Italia Bella mostrati Gentile con Pane e Coraggio

 

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Forse  sono troppe le cose che vorrei passare e non sono tutte belle, forse a volte  amareggia  e non solo a me,  sapere che ciò che è stato scritto prima della nostra riapertura dal 2007 è andato perso, compresi i commenti,  tolgo il forse e pubblico quanto avevo già scritto poco più di un anno fa e recuperato da altro sito che mi ospitava: Ricordi al Bel Sole di Tripoli. Tra le ultime notizie “nuove” che arrivano dall’Africa, una: Un Nuovo Muro, Contro i Migranti. “Avrà inizio a novembre la costruzione della barriera fra Israele ed Egitto. Servirà a fermare gli africani che provano ad entrare nello Stato ebraico”. Tutto questo l’avevo in bozza da luglio 2010. Oggi è il 13 novembre, non so se il nuovo Muro è iniziato, so che oggi a Brescia c’è una Manifestazione con Corteo fino a una Gru, dove stanno appesi degli Umani che cercano e danno Pane e Coraggio proprio come una Musica di Ivano Fossati ci ricorda.

E alla fine c’è un video dove parla uno di noi, uno che ha deciso di dirle le cose che vede e sente, da anni, da quando è nato in terra di Sicilia ed è emigrata non solo in Italia…la Nuova Mafia.


Italia Bella Mostrati Gentile, cantavano alla fine dell’800 …Torno indietro quindi, come si fa da vecchi, e vi offro uno spaccato che mi sembra sempre dolorosamente attuale, aggiungo qualche video e foto “amarcord“. Concludo con il profumo dell’Africa  e la Sun Ra Arkestra, che ci ispira sempre speranza e forza negli umani e nelle creature che abitano la Terra, perchè “Pane e coraggio ci vogliono ancora che questo mondo non è cambiato pane e coraggio ci vogliono ancora sembra che il tempo non sia passato…”.

Doriana Goracci

Ricordi al bel sole di Tripoli

Ce l’ ha messa tutta mia madre, una vita, a fare intendere alle mie sorelle e a me che nonno non era un fascista. Era nata a Tripoli, lei, il padre e il nonno. Da parte materna, avevano avuto i natali in Egitto e in Marocco da almeno tre generazioni. Racconti partiti  da quel magnifico affabulatore di nonno Umberto, per fare omaggio col nome al re, come la sorella che si chiamava Italia: i viaggi sul Rex, i caffè di Nizza, la bisnonna che disse no all’ altare, le vergate della maestra sulle mani per fare i pesciolini‚  a tutte tranne alla nipote reale, i matrimoni , la casbah con i martelli che battono  rame e argento, le nuotate al porto, il calesse,  feste da ballo,  aromi di¬  spezie e cuscus, Venera la balia, gli amori degli ufficali, la lavandaia araba, i maltesi,  corse a cavallo, il terremoto…


Ma quali colonizzatori, erano commercianti di legname gli uni e laterizi gli altri, qualcuno prima degli anni ’40 aveva esagerato, si narra di uno zio che conservava un orecchio nel portafoglio staccato ad un capo arabo, il battesimo di mia madre con Graziani come padrino, la capacità di mio nonno cresciuto in una famiglia di atei che nascose battesimo e comunione e  poi diventò l’ interprete di Balbo‚mia madre scrisse un libro per sè e per noi di memorie, con gli occhi dell’ infanzia, il diario di una piccola italiana fuggita per sempre da Tripoli, dalla Libia: gli inglesi bombardavano, divenne una piccola giovane profuga, italiana.


Il riscatto avvenne a Roma quando la sua famiglia fascista, erano  in tre, ospitò in casa  per un anno una famiglia di quattro persone: erano ebrei.

Insieme alla musica che ha amato quanto le figlie e il marito, per fortuna riposa e non vede e non sente: non ha avuto mai  voce e dignità di pubblicazione il racconto della sua Tripoli.

Si è affannata lei e loro e tutti a farci capire quanto gli italiani si sentivono rappresentati dal Duce, attaccati a una radio a sentire il Verbo, sentirsi parte dell’ Italia, sentirsi dentro.

Andò sotto il Balcone mio nonno e disse a Tripoli di ascoltarlo: urlò prima di tutti Viva l’ Italia!

Fu la¬† liberazione, un tripudio di massa. Proseguì lei con l‚Äôamica Renata a camminare giù verso Roma, da Monteverde per andare al Conservatorio di Santa Cecilia, con timori non da poco‚c’ erano soldati e truppe di colore‚ magari alle faccette nere lei c’ era un po’  più abituata.

Era rimasta sola a raccontare in famiglia quell’ incrocio spettacolare di arabo spagnolo francese e siciliano, la vitalità degli italiani, il riscatto dalla vergogna dell’ occupazione e il postumo odio di Gheddafi: noi io non capivo, non sapevo, non vedevo, non avevo mai vissuto il disonore‚ e digitando oggi il suo nome , tante volte chissà‚ scopro che è rimasta traccia di lei sulla rete, per aver partecipato come oratrice ad un convegno, dal nome emblematico: Quasi tutto ancora da vivere‚ è una presentazione di una gustosa divagazione fantastico-poetica sui piaceri dell’ immaginazione o, se volete su sussurri e grida della fantasia .

Ho ascoltato per almeno venti anni il Racconto,  alternato a quello asciutto e fatto di terra dai nonni contadini toscani, profughi a Roma per un portierato, comunisti. Tutti questi  intimismi li avevo già chiamati  Fascismo di ritorno.

Mi affanno, ci affanniamo a mostrare le Odierne Vergogne, di una Tripoli che spedisce e ci manda, di un’ Italia che rimanda e spedisce il Razzismo , la Mafia, il Fascismo, e continua a campare con gli Affari internazionali.

Dicono che si comincia a superare un passato fatto di sangue e stragi, di intolleranze e odio, che stiamo diventando sempre più buoni e comprensivi, dicono  e ancora dicono e ci mostrano il sole dell’ Avvenire. Un presente mai diventato così chiaro.

Ce la dicono e ce la mettono tutta per farci capire quanto siamo comprensivi e giusti, quanto sia doveroso punire chi sia profugo, chi scappa.

Ce la mettono tutta e pubblicano tutto, quello che possa farci scordare, cosa significa essere umani e vivere in Terra come tali.

Quasi tutto ancora da vivere, forse c’ è una speranza per i sussurri e le grida della fantasia.

Doriana Goracci

10 maggio 2009



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Giochi d’azzardo: Italia prima in Europa con 1900 euro a testa

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L’Italia ha il primato, in Europa, per la maggior cifra giocata al tavolo, una media quasi 1.900 euro che vengono sottratti, all’economia reale, minorenni inclusi, il cui numero è passato da 860 mila unità a 2,1 milioni. L’Erario si preoccupa più di fare cassa che di sensibilizzare sulle tematiche di dipendenza da gioco”. Lo afferma Vittorio Carlomagno, presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani alla presentazione dello speciale “Gioco d’azzardo: il business dello Stato” edito in esclusiva con il periodico mensile “Contribuenti.it” da domani distribuito anche on line sul sito www.contribuenti.it.
Nei primi dieci mesi del 2010 si è registrato un aumento delle perdite legate alla dipendenza da giochi e scommesse del 14,1%. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono stati lasciati sul tavolo da gioco circa 640 mln in più.
In Italia, il solo gioco legalizzato coinvolge circa 29,3 MLN di persone, di cui 7,1 MLN con frequenza settimanale, e sviluppa un fatturato di circa 54,5 MLD di euro. Anche il coinvolgimento dei minorenni è aumentato passando da 860 mila unità a 2,1 milioni.

Secondo l’indagine pubblicata sul mensile Contribuenti.it, nel nostro Paese, il consumo e l’abuso di alcol e droghe viene visto come un problema sociale per la collettività e di salute per il singolo, mentre la dipendenza da gioco non viene riconosciuta dallo Stato, e chissà perché, come una malattia sebbene a livello psichiatrico, invece, venga catalogata come una vera e propria patologia. E così, tra il Superenalotto che presenta un montepremi per il “6‚Ä≥ fuori da ogni logica razionale, ed il poker on line legalizzato, non mancano le tentazioni di chi, affetto in maniera latente dal vizio del gioco, rischia di entrare nel tunnel della dipendenza. Ai tempi della crisi, tra l’altro, il fatturato dei giochi di St ato anziché scendere aumenta a conferma di come gli italiani, sempre più disperati, sono alla ricerca di un full d’assi o di una sestina vincente per ottenere ciò che non gli è permesso nella vita reale. Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani -¬† Infopress 0642828753

Mamma non son tanto felice, sgomberano la Liberazione

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La Liberazione di cui vi parlo oggi non è il quotidiano comunista, o la salvaguardia dell’altro , il Manifesto, e neanche della signora Aung San Suu Kyi, detenuta a vario titolo nel suo Paese birmano, ma di un museo che ho visitato da piccola e da cresciuta, nella città dove sono nata, Roma: Chiude il Museo della Liberazione, ex carcere nazista di via Tasso. E chi se le scorda quelle pareti, dove hanno scritto col sangue i torturati, i resistenti? L’annuncio del presidente Antonio Parisella è arrivato in una cerimonia pubblica: “dal 2 gennaio dovremo affidarci ad un commissario”. Mamma non son tanto felice…

Scrive Paolo Brogi sul Corriere di Roma:”La ragione, sempre la stessa: finanziamenti che vengono meno, con un bilancio già magrissimo da tempo. Nel 2010 assegnato solo un terzo di quanto atteso. “In queste condizioni non ce la facciamo più.Nel momento in cui insieme al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed al generale Vittorio Barbato e al commissariato alle onoranze ai caduti del Ministero della Difesa ,  il Museo storico della Liberazione viene onorato con l’ assegnazione dell’ importante riconoscimento del Premio ‚Sasso della Montagna della Pace‚debbo dare a tutti voi, per la prima volta pubblicamente, una notizia meno lieta che mai avrei voluto dare: è ormai molto probabile, è  quasi certo  che il 2 gennaio il Museo possa non aprire i battenti e che venga commissariato. Queste parole, pronunciate dal presidente del Museo Antonio Parisella, hanno lasciato nello stupore e nel disappunto le autorità e i circa 350 cittadini di Cervara (Roma) che avevano affollato la chiesa della Visitazione per partecipare all’ iniziativa della consegna dei premi promossa dal Comune di Cervara. Con gli amministratori del Museo ‚ ha poi dichiarato Parisella  abbiamo tenuto un’ apposita riunione nella quale, sulla base di una recente corrispondenza, abbiamo dovuto constatare che il Ministero per i beni e le attività culturali non ha operato, forse, il previsto taglio del 15% del contributo annuale di ‚50.000,00 previsto dalla legge istitutiva per il funzionamento del Museo, ma poi ci ha finora assegnato per il 2010 ‚ un esercizio finanziario che sta per concludersi ‚soltanto un terzo di quanto dovuto e gli uffici non sono in grado di confermarci né se saranno in grado di accreditarci il resto entro l’ anno in corso né su quale entrata certa il Museo potrà contare per il 2011. Neppure ci sono venute in aiuto con i loro contributi ‚ nonostante ripetute dichiarazioni alla stampa ‚ le amministrazioni locali, Regione Lazio, Comune, Provincia e Camera di Commercio di Roma, alle quali, secondo le indicazioni della legge istitutiva, ci eravamo rivolti fin dal maggio scorso, perché concorressero con lo Stato a garantire il raggiungimento degli scopi istituzionali del Museo.

E Bondi il ministro, tra le Macerie pompeiane dei Beni Culturali, riferirà alla Camera, e annuncia un Piano di manutenzione straordinaria, anche perchè se fosse responsabile in qualche modo di questo sfacelo “culturale” sarebbe pronto a lasciare la poltrona…Napolitano trova il viaggio del capo dello stato del Vaticano, Fonte d’ispirazione: si sa che tra nonni ci si intende, sulla Sacra Famiglia e l’ Ipocrisia. Precedenti a non finire, del genere “ispirazione e dialogo”.

Il Clima vulcanico brontola ed erutta, sale a 158 morti il bilancio dell’eruzione del vulcano Merapi nell’isola indonesiana di Giava, iniziata il 26 ottobre scorso. Come ebbi a dire per Cave Canem Attenti a Chi? “…un sistema buono c’è, pereliminare  il problema. Farci fuori, lentamente, avvelenandoci‚umani e animali. Vi pregherei di ricollegare‚il Sistema Globale e quanto autonomamente possiamo fare, Insieme.” Quale futuro e libertà per la Liberazione? Affidiamo all’Urna tanto per cambiare registro alle nostre azioni? O per Pari Opportunismi ci guardiamo Sanremo senza Giovinezza e Bella ciao?

O vogliamo rivedere come un cane, Kanellos- Louk, ha mostrato di non avere paura da che parte stare?


Alla fine di questo “pezzo”, metto una foto che mi è arrivata da una madre, amica di Facebook, una come tante purtoppo, che chiede Giustizia per il figlio, Attilio Manca. Cosa c’entra? C’entra che la famiglia di questo medico urologo italiano, con curriculum straordinario, è riuscita a far riaprire le indagini per il figlio nato il 20 febbraio 1969 e morto a Viterbo il 12 febbraio 2004, cadavere nella sua abitazione: presunta vittima di Mafia. C’entra Tutto: sono centinaia i casi di stragi insolute, di suicidi ammazzati, di morti sul lavoro e nelle carceri e si indaga. Vogliamo indagare sulla Liberazione?

Un cugino di mio padre, era un giovanissimo ragazzo toscano, morì nelle campagne per via di una bomba inesplosa nel limitare del dopoguerra: quale polvere deve alzarsi, oltre i miasmi che ci avvelenano l’esistenza, perchè noi reAgiamo ? Ho iniziato da alcuni mes e con molto piacere, la mia dieta vegetariana: di Macello ne ho la nausea. Contro la puzza delle Ricostruzioni e delle Missioni e delle Giornate, vi invito anche, appena possibile, a visitare a Roma, il Museo Storico della Liberazione a via Tasso,  portarci i giovani prima che chiuda  per mancanza di Fondi, perchè potremmo Affondare e non solo metaforicamente. La guerra è finita…? The Eve of distructionvenne scritta cantata da Barry McGuire nel 1965 e avevo solo 15 anni.La guardavo in televisione, noi eravamo quelli della generazione nata e vissuta  in pace. Mi scusino le Direzioni che ritengano che io sia andata Fuori Tema:  ho sempre troppe fonti d’ispirazione.

Doriana Goracci.




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Quanto sarà lungo e doloroso il viale del tramonto di Silvio Berlusconi?

Tormentato dagli scandali, con un governo diviso da feroci rivalità, stanco e malinconico, Beati voi che andate a dormire, ha detto Berlusconi ai ministri. Il resto dell’articolo, da cui provengono le sopracitate due righe, lo potete leggere poi con calma a questo link.
Ma la domanda che pone il titolo ve la siete mai posta? Lungo e doloroso questo viale del tramonto, per il Presidente del Consiglio, o per Noi cittadini che non riusciamo neanche più a far quadrare pranzo con cena, e perchè no colazione ormai da anni?
Ora tutti penseranno le solite cose dopo l’uscita di Gianfranco Fini, e si fregheranno le mani dicendo “Silvio Berlusconi è alla fine della sua performance politica”. Però c’è un però. Chi non conosce il mondo del Premier non può immaginare nulla del futuro di una personalità come la sua.
Io vi posso dire tranquillamente che ne vedremo delle belle perchè il Premier avrà mille difetti ma ha un pregio. Anzi, ha una profonda religiosità che molti non conoscono. La sua religione è il marketing.
I numeri sono la sua religione e lui, mentre gli altri chiacchierano, fa “marketing”.
E chi non ha conosciuto il mondo del marketing non può comprendere quanto è incredibile, ma terribilmente vera, la “dittatura dei numeri”. Quella dittatura che fa muovere tutto e di più.
Ai tempi della stesura del celebre “Via col vento”, si studiò tutto per filo e per segno. Ma l’operazione più importante fu la strategia del marketing minuziosamente preparata a tavolino. Tanto preparata bene che ancora oggi questo film è al top degli incassi in tutto il mondo. Leggete la storia di Via col vento e poi immaginatevi il Premier seduto a tavolino che studia il finale del suo film.
Molti pensano che il finale di questo film, di cui gli Italiani sono involontari protagonisti, lo stia scrivendo Gianfranco Fini. Il finale di questo film lo scriverà il Premier. A Silvio Berlusconi ed ai suoi cloni seduti non solo in Parlamento, non passa minimamente per la testa di perdere. E se per caso perde farà di tutto per farla apparire una vittoria.
Vi propongo quindi di rileggere un post per comprendere il perchè della foto inserita che molti non conoscono, e che racconta la storia di un marketing sconosciuto a molti datato 1993. Silvio Berlusconi per molti era ancora nel mondo delle televisioni.
Invece il sottoscritto amante della comunicazione, nel 1988, a seguito di un intervento di Berlusconi su Italia Uno, con una conferenza stampa improvvisamente apparsa sui teleschermi disse…Quest’uomo scenderà in politica, ha tre televisioni, e ne vedremo delle belle.
Venni deriso in famiglia, dagli amici ed anche dai clienti del mio negozio ove vendevo cose vecchie e non “antiquariato”. Ed era il 1988. Ripeto 1988. Pensate era il 1988 ed io e FratelMaghetto eravamo ancora nel mondo dei sogni e la Rete non c’era. Anzi era una chimera!
Facciamo la chiusa con il link promesso che ha per protagonista quella foto, e per scaramanzia rivediamo quel film che ha segnato la storia del cinema. Il più grande marketing della storia il cui finale era “Domani è un altro giorno”. Ogni giorno, io ed il fratellino fiabologo, questa frase la diciamo in coro prima di andare a cuccia. Ogni giorno speriamo che avvenga una grande magia. Ogni giorno speriamo che tutto e tutti se li porti via, nessuno escluso, ed in tutti i colori dell’arco costituzionale. Speriamo anche se, e purtroppo, essendo vissuti in una delle dimore imprenditoriali del Premier ben sappiamo che non mollerà mai l’osso. Solo una grande magia potrebbe far accadere l’impossibile. FratelMaghetto ieri sera ha scrutato la sfera e mi detto…Caro Fratel RobertoAldo nella sfera non ho visto un belino. C’era molta nebbia in valpadana. Vedremo cosa succederà la prossima settimana. Però ha concluso di avvisare la Rete che “pioveranno belini in ogni dove, paese, contrada e città”. Ambasciator non porta pena, prendete il messaggio del fratellino, guardate il Video ed attrezzatevi per ogni e qualsiasi evento. Il fratellino con il naso rosso mi ha detto di consigliarvi di fare approvvigionamento di scatolame. In particolare consiglia il fagiolo grosso bianco di Spagna perchè lui dice che in caso di problematiche alle utenze gas potrebbe essere di supporto.
E se queste cose le manda a dire il mago delle fiabe, probabilmente è un messaggio subliminale o forse c’è qualcosa che ci sfugge? Quale oscuro mistero avvolgono queste parole? Cosa ha a che vedere il gas con il fagiolo grosso bianco di Spagna? Ora Fratel RobertoAldo vi saluta perchè devo controllare il fratellino fiabologo se sta stegamando in cucina.Oggi è di turno lui ed avrebbe dovuto preparare la caponata di melanzane, ed i broccoletti saltati in padella. L’ultima volta che si è messo ai fornelli per poco di saltato c’era il cucinotto. Invaso da un denso fumo nero. Aveva bruciato tutto. Speriamo che questa sera non si ripeta lo show dell’ultima volta. Uno show tanto oscuro che l’odor di bruciato permane ancora adesso. Sembrava fosse passato lo zoccoluto con le corna che odora di zolfo e che striscia la coda. Arrivederci al prossimo post e speriamo che chi c’è lassù, e se c’è lassù, ce la mandi buona. Che cosa? Domanda ovvia. La risposta è “La buona comunicazione”.

Partiti 2010. Pericoli d’involuzione della democrazia, considerazioni di Ferdinando Imposimato

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… Occorre una forte iniziativa dei movimenti che tenda a responsabilizzare i partiti per un cambiamento: la gestione dei partiti con metodo democratico, con la partecipazione reale e il controllo da parte degli iscritti …

Ricevo da Ferdinando Imposimato e pubblico

Partiti 2010. Pericoli d’involuzione della democrazia
di Ferdinando Imposimato [17/03/2010]

In Italia la democrazia regredisce, nonostante l’azione dei movimenti e dei magistrati in difesa della legalità costituzionale. Il premier mantiene i consensi, anche se si registra una flessione non decisiva ai fini dell’esito delle prossime elezioni.

Il popolo viola è la novità politica fondamentale di questi ultimi tempi. La nascita e la crescita del movimento viola e le sue iniziative in difesa di libertà di stampa, Corte Costituzionale, magistratura e Costituzione sono le sole iniziative di opposizione al regime instaurato dal premier. E hanno consentito la partecipazione di tante persone fuori dai partiti al tentativo di cambiamento della politica, in difesa dei diritti inviolabili dell’uomo tra cui il diritto al lavoro dignitoso. E la libertà di informazione, pilastro della democrazia.

Ma non si coglie alcun segnale di rinnovamento nei partiti, che dovrebbero proporsi come forza alternativa. Cosa è successo, dopo che il CDA della RAI e la commissione parlamentare di Vigilanza hanno confermato la bocciatura dei talk show? Nulla. Silenzio. A parte le reazioni di Repubblica e del Fatto e i coraggiosi servizi della Dandini.

C’è un clima di rassegnazione e di indifferenza che evoca l’atmosfera di disimpegno che favorì l’avvento del fascismo. Ciò che preoccupa più di ogni altra cosa è l’assenza di segnali di cambiamento nei partiti, fondamento della democrazia. Riemergono personaggi logori e squalificati, responsabili del disastro del centro sinistra, che trovano spazi anche nei movimenti. Alla iniziativa popolare del 13 marzo in piazza del Popolo, tra coloro che hanno preso la parola è stato Paolo Ferrero, ex Ministro del Governo Prodi, uno dei maggiori responsabili della sconfitta del centro sinistra. Egli, assieme a Vendola, ha distrutto, con una scissione devastante, un grande partito come Rifondazione Comunista che, forte dell’8 %, raccoglieva il consenso di milioni di lavoratori. Secondo gli ultimi sondaggi, la sinistra radicale nel suo insieme non supera il 3%. Un crollo irreversibile.

Intanto nel PD continua a fare capolino l’irriducibile Massimo D’Alema, che concede interviste a destra e manca riproponendosi come il nuovo che avanza. Egli parla di ‚Äúbarbarie in circolazione‚Äù e ‚Äúdi un Presidente del Consiglio che, avendo due milioni e centomila disoccupati, si occupa di fare chiudere una trasmissione che per lui è scomoda‚Äù. E ottiene la patente del popolo viola per avere votato contro la legge sul legittimo impedimento. Ma si dimentica che egli ha gravi e imperdonabili colpe sulla nascita e la crescita di Berlusconi come leader incontrastato. Ed ecco il curriculum dell’ineffabile ‚Äúbaffino‚Äù.

D’Alema non ha mai cessato di colludere con il primo ministro, cui si è rivolto per averne l’appoggio prima per tentare la scalata al Quirinale, dicendosi disposto alle riforme volute dal Cavaliere, poi chiedendo il suo consenso per diventare Ministro degli Esteri della UE e infine avendo i voti del PDL per diventare Presidente del Copasir. Tutto questo in continuità con le scelleratezze del passato. Che, è bene ricordarlo anche al popolo viola, rischia di ritornare.

Infatti l’inizio del declino della democrazia italiana non è di oggi: risale all’elezione al parlamento di Silvio Berlusconi, avallata da D’Alema. Fu l’uso insipiente di una furbizia gravemente censurabile del centrosinistra a compiere il primo di una serie di errori, che hanno portato il paese sull’orlo del baratro oltre il quale sta la fine della nostra democrazia. La furbizia consistette nell’ ignorare, a dispetto delle censure di Paolo Sylos Labini, Giorgio Bocca e Vito Laterza- l’esistenza di un decreto presidenziale 30 marzo 1957 n 361 che all’articolo 10 contempla esattamente il caso Berlusconi: ‚ÄúNon sono eleggibili coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private, risultino vincolati con lo Stato per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica…‚Äù. Quando Berlusconi fu eletto in violazione della legge, la giunta delle elezioni , concluse per la sua eleggibilità , in base ad un’assurda interpretazione della legge. Anche allora le interpretazioni erano creative e non esplicative. E oggi il Premier dilaga . Questo era prevedibile: a non prevederlo furono D’Alema e Prodi, con l’assurda giustificazione che il problema del conflitto di interessi non interessava al Paese. Ma interessava alla democrazia che è competizione alla pari tra i partecipanti alla contesa elettorale, come stabilisce l’art 51 della Costituzione. Se questa regola cardine non é rispettata, tutto il sistema vacilla. L’allora Presidente del Consiglio Massimo D’Alema, che ignora la Costituzione e il conflitto di interessi, disse che Mediaset era un patrimonio nazionale. Il problema non era toccare Mediaset, ma applicare la legge. Ed il governo di centro sinistra si pronunciò per l’eleggibilità di Berlusconi per l’ ambizione di D’Alema che mirava ai voti del premier per stravolgere la Costituzione introducendo il Presidenzialismo .

Con quale faccia tosta, D’Alema accusa il premier, suo amico e sodale? Come fa a dimenticare che il disastro dell’Agcom- lo ricorda Sergio Rizzo sul Corsera del 15 marzo 2010- è dovuto ad una legge ‚Äúfatta male mentre era in pieno svolgimento la Bicamerale presieduta da Massimo D’Alema‚Äù. ‚ÄúIn quel momento- nota Rizzo- il tema del conflitto di interessi televisivo era stato completamente accantonato a vantaggio del compromesso. Una scelta insensata che portò alla nascita di un’ agenzia che è organo della maggioranza e non garantisce la indipendenza della informazione‚Äù. Con l’aggravante che i cittadini contribuenti sono costretti a pagare al Presidente Corrado Calabrò la bellezza di 477.752 euro lordi l’anno, mentre agli otto commissari provenienti dai vari partiti, ne toccano 398,127 l’anno. Un record assoluto che nessuna altra autorità ‚Äúindipendente‚Äù può vantare. Nè si vede un’opposizione convinta del PD di fronte al tentativo di ‚Äúprivatizzare‚Äù la giustizia del lavoro, privando i lavoratori italiani, già umiliati da precariato e miseria dei salari, della garanzia di giudici imparziali al servizio della Costituzione. Se dovesse passare quella legge, per i lavoratori sarebbe un disastro. ll disegno del premier è ridurre anche la Consulta ad un organo del governo, come Agcom, Cda RAI e vigilanza.

Il nodo resta sempre quello della degenerazione dei partiti, incapaci di rinnovarsi negli uomini e nelle regole. Lo ha ben detto anche Massimo Fini sul Fatto del 17 marzo. La degenerazione dei partiti è stata possibile grazie all’assenza di regole e controlli sul loro funzionamento. La vita dei partiti si è così spenta fino ad isterilirsi.

Nessuno dei bubboni più gravi esplosi negli ultimi tempi è dovuto all’azione dell’opposizione. Guido Bertolaso ha potuto affidare per anni appalti miliardari a imprenditori amici e amici degli amici, grazie all’assenza totale dei partiti della opposizione. E solo grazie alla magistratura di Firenze e di L’Aquila, si è scoperto il marciume che infesta la protezione civile. Oggi bisogna riconoscere che il problema non è più solo dei programmi che non esistono. E’ degli uomini che non rappresentano più gli interessi e i valori della sinistra.

La strada da percorrere è la gestione democratica e trasparente dei partiti, con regole sul loro funzionamento. Che non siano affidate a statuti interni, inesistenti o violati. A ben riflettere, la crisi dei partiti è stata voluta da coloro che costituiscono la loro leadership. Sul piano giuridico i partiti, pur essendo previsti dalla Costituzione (art. 49) come essenziali alla democrazia, sono semplici associazioni di fatto non riconosciute – sembra incredibile ma è così – disciplinate dagli articoli 36 e seguenti del codice civile. Come tali essi non sono soggetti ad alcun controllo nè di rango costituzionale ne di altro genere. La ragione di tutto questo è nella insufficienza della legislazione costituzionale e nella mancanza di una legge ordinaria in grado di fissare delle regole sulla democrazia interna, sull’accesso ai partiti e sulla tutela degli iscritti.

Su questa esigenza di riforma dei partiti, il popolo viola tace ed è inerte, ma anzi lascia spazio a personaggi senza credito e con gravi responsabilità. E’ la strada per l’autodistruzione dei movimenti. Essi non possono ignorare che i partiti, pure rappresentando interessi particolari della realtà sociale, svolgono una funzione pubblica che non può essere abbandonata a se stessa, come è adesso. E soprattutto non possono essere lasciati alla iniziativa di cambiamento degli stessi apparati, che non ci sarà mai. E quando i partiti sono, come oggi, senza statuto pubblico, si lascia scoperto uno dei settori più delicati della vita politica e si lasciano senza garanzia i cittadini.

Una battaglia al loro interno può avere conseguenze sulla direzione della cosa pubblica, e dunque sui cittadini, anche su quelli che non militano nei partiti. E dunque non è più tollerabile la gestione autoritaria e arbitraria dei partiti da parte della leadership, non solo nell’area della maggioranza ma anche in quella della opposizione.

Occorre una forte iniziativa dei movimenti che tenda a responsabilizzare i partiti per un cambiamento a partire da una legge ordinaria che preveda rotazione nelle cariche direttive, congressi periodici, programmi differenziati, l’eliminazione dei partiti-persona, controlli dei bilanci da parte di organi esterni indipendenti. E soprattutto la gestione dei partiti con metodo democratico, con la partecipazione reale e il controllo da parte degli iscritti.

Diversamente, di fronte allo spettacolo di oligarchie immarcescibili e di partiti logori e spenti nella opposizione e la valanga di abusi, attacchi alla stampa, alla giustizia, al Parlamento e ai lavoratori da parte della maggioranza si prospetta il dramma dell’astensionismo. Che non può essere arginato neppure dai movimenti; questi rischiano di morire rapidamente se si lasceranno egemonizzare da partiti e personaggi senza alcuna credibilità morale e nessun radicamento sociale, come purtroppo sembra stia accadendo.

Gruppo per il ripristino della Costituzione del 1948
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Iscrivetevi al Comitato Cittadino Democrazia Diretta
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Ecco come drogano le nostre menti, lo spiega il neurolinguista Noam Chomsky

60042 431333057381 71253357381 5626159 5887670 n Noam Chomsky: le 10 Strategie della Manipolazione attraverso i mass media

La manipolazione mediatica ormai non ha confini. Il consenso politico e quello d’opinione è regolato attraverso ben precise strategie mediatiche che si appoggiano su 10 regole di base. Noam Chomsky ci aiuta a svelare l’inganno.

Per questo ringrazio l’amico Tonino Basile che mi ha girato questo scritto da leggere con attenzione e riflettere.

In questi giorni di forte instabilità politica si riaccendono i toni e si rimescolano i temi che hanno animato il calderone mediatico degli ultimi 15 anni: sicurezza, giustizia, economia, tradimento, sesso. Nel nostro Paese succede che molti ingenui continuino ad esempio a meravigliarsi delle boutade del presidente del Consiglio, limitandosi a bollare barzellette e proclami del premier brianzolo come uscite inammissibili, senza considerare quanta macchinazione logica stia dietro ad ogni singola affermazione. Un meccanismo ben oliato a cui fanno ricorso non solo uomini politici, ma esperti di marketing e uomini di potere in genere. Un noto studioso di linguistica come Noam Chomsky ha stilato una lista di 10 regole, che vengono utilizzate per drogare le menti, ammaliandole, confondendo in loro ogni percezione, rimescolando realtà e fantasia, evidenza e costruzione illusoria. Ecco quali sono:

1-La strategia della distrazione

L‚Äôelemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l‚Äôattenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d‚Äôinteressarsi alle conoscenze essenziali, nell‚Äôarea della scienza, l‚Äôeconomia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. ‚ÄúMantenere l‚ÄôAttenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo ‚ÄúArmi silenziose per guerre tranquille‚Äù).

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni

Questo metodo è anche chiamato ‚Äúproblema- reazione- soluzione‚Äù. Si crea un problema, una ‚Äúsituazione‚Äù prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità

Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E‚Äô in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

4- La strategia del differire

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come ‚Äúdolorosa e necessaria‚Äù, ottenendo l‚Äôaccettazione pubblica, nel momento, per un‚Äôapplicazione futura. E‚Äô più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che ‚Äútutto andrà meglio domani‚Äù e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all‚Äôidea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini

La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? ‚ÄúSe qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedere ‚ÄúArmi silenziosi per guerre tranquille‚Äù).

6- Usare l‚Äôaspetto emotivo molto più della riflessione

Sfruttate l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette aprire la porta d‚Äôaccesso all‚Äôinconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti‚Ķ.

7- Mantenere il pubblico nell‚Äôignoranza e nella mediocrità

Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. ‚ÄúLa qualità dell‚Äôeducazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell‚Äôignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori”.

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità

Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza

Far credere all‚Äôindividuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l‚Äôindividuo si auto svaluta e s‚Äôincolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l‚Äôinibizione della sua azione. E senza azione non c‚Äôè rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano

Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il ‚Äúsistema‚Äù ha goduto di una conoscenza avanzata dell‚Äôessere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l‚Äôindividuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

4 novembre e l’Infestazione

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Il 4 novembre del 1921 la salma del Milite Ignoto viene inumata nell’Altare della Patria del Vittoriano di Roma:¬† vale per tutti, compresi i soldati senza nome, morti in guerra,¬† lo dice la parola del monumento per la Patria. E perchè dunque il 4 novembre è Festa e delle Forze Armate? Un blog, Corsari,¬† appassionato dell’argomento ce lo spiega: “Il 4 novembre 1918, novant’anni fa, aveva termine il primo conflitto mondiale. La “Grande Guerra” fu un evento che segnò profondamente l‚Äôinizio del XX¬∫ secolo, determinando radicali mutamenti politici e sociali. La data, che celebra la fine vittoriosa della guerra, commemora la firma dell‚Äôarmistizio siglato a Villa Giusti (Padova) con l‚ÄôImpero austro-ungarico. Il 4 novembre, nel tempo, è divenuta la giornata dedicata alle Forze Armate e all‚ÄôUnità Nazionale. Questa giornata ragazzi è dedicata a voi e un pensiero speciale va alle vostre famiglie che pazienti vi supportano per lunghi mesi durante le vostre missioni¬† in giro per il mondo, dandovi la forza per andare avanti nei momenti difficili¬† in teatri particolarmente rischiosi¬† dove anche i pochi minuti di una telefonata a casa possano bastare per rincuorarvi…Questa giornata vuole ricordare in special modo tutti coloro che sono morti nell‚Äôadempimento delle loro funzioni militari. Le nostre Forze Armate, oggi, sono chiamate ad operare, sotto l’egida delle Organizzazioni internazionali di riferimento ONU, NATO e Unione Europea, in numerose aree del mondo, caratterizzate da situazioni di crisi o instabilitଆ che compromettono le condizioni essenziali di convivenza e mettono a rischio le popolazioni locali e la sicurezza internazionale. Oltre 8.000 militari – uomini e donne dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica e dei Carabinieri – stanno conducendo con grande impegno operazioni nell’ambito di forze multinazionali in zone operative che vanno dall’Africa sahariana fino all’Afghanistan, attraversando il Mediterraneo, i Balcani e il Medio-Oriente. E quell’impegno, quella straordinaria dedizione nel perseguire gli obbiettivi, 謆 motivo di orgoglio per tutti noi. L’Italia¬† 謆 orgogliosa di voi.

Ho lasciato qualche riga, per capire quanto l’argomento possa toccare profondamente il cuore e far sprofondare nella tomba. Ma andiamo avanti.

Riporto i mezzi di cui dispongono le Suddette forze. Esercito Italiano : “Dispone di 200 carri armati Ariete, 120 Leopard I, 300 Centauro, 200 Dardo, 249 Freccia , 70 Pzh 2000, 192 M109, 22 MLRS. Marina militare: 2 portaerei, 4 cacciatorpediniere, 12 fregate, 8 corvette, 4 unità veloci da combattimento, 7 sottomarini, 3 navi da sbarco, 3 navi da rifornimento. Nel suo organico ha anche un reparto di forze speciali, il Comando subacquei ed incursori”.¬† Aereonautica militare: “una trentina di F-16 e un centinaio di Eurofighter Typhoon. Per¬†¬† missioni di attacco e ricognizione,¬† i Tornado (in varie versioni), gli AMX e gli Aermacchi MB-339, e¬† i nuovissimi Joint Strike Fighters. Per il trasporto aereo, infine, ricorre ai C-130J “Hercules”, ai neo-arrivati c27J “spartan” ed ai nuovissimi Boeing KC-767, nel doppio ruolo di cargo e aerorifornitore. L’Aeronautca Militare ha in dotazione anche diversi velivoli non pilotati UAV per la ricognizione delle Aree di Operazioni ed è responsabile anche del Soccorso Aereo (Search and Rescue – SAR). Nel suo organico ha anche un Reparto di Forze Speciali per Operazioni di Combat-SAR.”

Le calamità naturali si ripeterono come la guerra, in Italia. Il 4 novembre del 1333 ci fu un alluvione disastroso a Firenze, dicono.¬† Il 4 novembre del 1966,¬† la piena dell’Arno raggiunse Firenze passando alla storia come l’alluvione di Firenze. Lo stesso giorno fu¬† alluvionata anche Grosseto e Venezia venne¬† devastata dalla disastrosa acqua alta che arrivò¬† a quasi due metri¬† sopra il livello medio di marea, sommerse la città e tutte le isole della laguna. L’intero nord-est dell’Italia fu¬† colpito da una delle più grandi alluvioni mai verificatesi nell’Europa meridionale.

Mi piacerebbe sapere, se queste Forze Armate sono una ricchezza per noi, una risorsa umana, una difesa dei diritti della Costituzione, loro e chi le rappresenta. L’asse del potere, non si è mai spostato:¬† oggi è solo più mediaticamente in Missione. E rimanendo in tema , alla voce ordinariato militare si può leggere: “Il mondo militare ha proprie regole e tradizioni: dalla ‚Äúmilitarità‚Äù costitutiva di questo mondo non va escluso il Clero.Perciò la Chiesa Italiana ha voluto che i Cappellani Militari fossero inquadrati militarmente, equiparati di rango ai gradi di ufficiali, e vivessero con i militari.” Amen.

E di festa in festa infestati, alla ricerca del Partigiano che ci porta via, non sappiamo neanche dove ma sappiamo da un pezzo che siamo invasi… Un bella ciao non me lo faccio scappare, cogliendo¬† al volo l’Occasione per essere contro le Armi, con tutta me stessa a costo di passare per sovversiva.

Tante volte passasse  qualcuno che parla solo in inglese  un CONTRO LA GUERRA  LET ME LIVE lo invio  pure, con tanti tanti tanti Indistinti saluti ai noti.

Doriana Goracci


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foto dell’ 11 novembre 2001 a Roma

Un Primo Novembre di Santi

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Ringrazio Wikipedia e chi l’aggiorna,¬† altrimenti come avrei fatto a ricordare tutte queste sante azioni nei secoli? Ne ho scelti alcuni, e¬† se c’è qualcosa che non ti va ” dillo alla luna La voglio in faccia la verità e se sarà dura la chiamerò sfortuna Maledetta Sfortuna…”
Scritto nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre, quando dicono che Hallowen… fa incontrare gli spiriti e le streghe con i Santi. Altri ricordano Samain, la fine dell’estate.
Doriana Goracci


1 NOVEMBRE 885 РLa festa di Tutti i Santi viene spostata dal 13 maggio al 1º novembre da Papa Gregorio
1 NOVEMBRE 1745 – Papa Benedetto XIV pubblica la Lettera Enciclica Vix pervenit, sull’usura e altri guadagni disonesti
1 NOVEMBRE 1885 – Papa Leone XIII pubblica la Lettera Enciclica Misericors Dei Filius, sulla natura soprannaturale della Chiesa, sul potere ecclesiastico e sul potere civile, sulla iniquità delle ideologie moderne, sulla tendenza moderna ad emarginare la Chiesa e la sua autorità, sulla ingiustizia delle concezioni libertarie, sulla libertà religiosa, sulla funzione degli amministratori cattolici
1 NOVEMBRE 1911 – Gli italiani in Libia compiono il primo bombardamento aereo della storia
1 NOVEMBRE 1914 – Papa Benedetto XV pubblica la Lettera Enciclica Ad beatissimi apostolorum principis, sulle funeste condizioni che portano alla guerra, sui mali delle concezioni moderne, sulla erranza delle nuove ideologie, sulle divisioni tra Cattolici, sui mali del modernismo, sulla eccessiva indipendenza dei chierici
1 NOVEMBRE¬† 1952 – Operazione Ivy – Gli Stati Uniti detonano con successo la prima bomba all’idrogeno; nome in codice “Mike” [“m” for megaton], Sull’Isola Eniwetok nell’Atollo di Bikini, situato nell’oceano Pacifico
1 NOVEMBRE¬† 1960 – Durante la campagna elettorale per le presidenziali USA, John F. Kennedy annuncia l’idea dei Corpi della pace
1 NOVEMBRE¬† 1993 – Entra in vigore il Trattato di Maastricht, che stabilisce formalmente l’Unione europea
1 NOVEMBRE¬† 1998 – Viene istituita la Corte Europea dei diritti dell’uomo
1 NOVEMBRE¬† 2004 – Uccisa sui Pirenei Cannelle, l’ultima orsa femmina originaria del luogo. Il suo cucciolo è scappato ai cacciatori, ma gli esperti non sono fiduciosi sulla sua sorte.


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Simmetrie imperfette

simmetrie

Roma, Cnr – Biblioteca “G. Marconi”, piazzale Aldo Moro 7, Mercoledi 27 ottobre 2010 ore 17.30.

A ottobre riprendono i ‚ÄúDialoghi in Biblioteca‚Äù, il 27, infatti, nella sala di lettura della Guglielmo Marconi nella sede centrale dell‚Äôente, con il Presidente del Cnr, Professore Luciano Maiani, nella veste di moderatore, si svolgerà il dialogo sulle ‚ÄúSimmetrie imperfette‚Äù tra Gianrico Carofiglio e Giorgio Parisi. Su questo tema la modalità con la quale sono stati progettati i ‚Äúdialoghi‚Äù, raggiunge la sua espressione più virtuosa, e cioè quella della contaminazione tra i saperi (molto) diversi. Da una parte un grande fisico portatore, dunque, di una conoscenza scientifica di alto livello, dall‚Äôaltra uno scrittore di successo, ma anche e soprattutto un magistrato (adesso anche senatore della Repubblica) per il quale la ricerca della prova può basarsi, appunto, sulla rottura della riflessione simmetrica che altrimenti finirebbe per nascondere la verità processuale, cioè il territorio dove il magistrato ha trasformato in fantasia narrativa il limite della ragione.

“Simmetrie imperfette” : La ricerca delle leggi della natura, fin dal tempo dei greci, si è basata sulla ricerca di simmetrie. La figura del cerchio, ad esempio, il massimo esempio di simmetria, doveva corrispondere al percorso dei pianeti. Ma presto questa simmetria si rivela imperfetta e i pianeti sono costretti a seguire delle ellissi, cerchi imperfetti. Siamo solo all‚Äôinizio. Con la matematica si riesce a spiegare la fisica, a interpretare la realtà. La simmetria acquista un valore enorme: ad ogni simmetria matematica presente in una legge fisica risulta legato un principio di conservazione. Dalla simmetria per traslazioni spaziali, cioè l‚Äôinvarianza di una legge fisica per spostamenti nello spazio (la simmetria che ci garantisce che se una legge è valida a Roma, lo sarà anche a Parigi), discende la conservazione della quantità di moto, quel fenomeno che ci permette di costruire aerei a reazione. Dalla simmetria per traslazioni temporali, ovvero l‚Äôinvarianza di una legge fisica nel tempo (se è valida oggi, lo era anche ieri e lo sarà anche domani) deriva la conservazione dell‚Äôenergia che sfruttiamo in mille modi, ad esempio usiamo la spinta dell’acqua di una cascata per far girare le pale di un mulino. La simmetria per rotazione garantisce invece la conservazione del momento della quantità di moto che Valentino Rossi sfrutta per curvare con la sua moto, semplicemente piegandola. In natura esistono altre simmetrie. E altre conservazioni. Ad esempio la simmetria tra materia e antimateria, che ci garantisce che se tutto il mondo fosse fatto di antimateria sarebbe identico a questo e noi chiameremmo antimateria quella che oggi chiamiamo materia. Da qui deriva la conservazione della carica elettrica‚Ķ però dall‚Äôimperfezione di questa simmetria deriva l‚Äôuniverso, e non è poco!

L‚Äôenergia, infatti, se sufficiente, può trasformarsi in coppie particella-antiparticella. All‚Äôinizio dell‚Äôuniverso, quando la densità di energia era molto elevata, si formavano incessantemente coppie particella-antiparticella. Stando alle conoscenze di oggi, non esiste altro modo di formare materia, sempre in coppia particella-antiparticella. Quando poi si incontrano una particella e una antiparticella dello stesso tipo, si ‚Äúannichilano‚Äù, cioè scompaiono e si trasformano nuovamente in energia, sotto forma di luce. Con l’espansione dell’universo, la densità di energia diminuisce e non è più sufficiente per creare coppie particella-antiparticella. Se la simmetria tra materia e antimateria fosse stata perfetta, il nostro universo, oggi, sarebbe fatto solo di luce e noi non staremmo qui a porci queste domande.

Un discorso simile vale per la vita. Inizialmente l‚Äôembrione è sferico e le suddivisioni cellulari sono identiche in tutte le direzioni. Ad un certo punto, senza apparente motivo, la simmetria si rompe e inizia a formarsi la testa, gli arti, il corpo. Senza rottura di simmetria, non ci sarebbe la vita così come la conosciamo noi. A livello microscopico tutte le particelle sono identiche, tanto identiche da essere indistinguibili. Lo sono anche i legami tra le diverse particelle, e così non solo ogni protone è identico a ogni altro protone, ma lo è anche ogni atomo dello stesso elemento. Il fatto che le particelle e le loro interazioni siano sempre identiche è quello che garantisce la stabilità della materia‚Ķ ma l‚Äôinsieme di tutte queste cose uguali forma elementi macroscopici tutti rigorosamente diversi tra loro. Dove avviene questa rottura? In quale punto le cose da tutte uguali passano ad essere tutte diverse?

Moderatore è Luciano Maiani: Presidente del Cnr, è uno dei maggiori fisici a livello internazionale.Laureatosi a Roma nel 1964, ha cominciato la sua carriera all’ISS, trasferendosi subito all’università di Firenze presso la scuola dei fisici teorici italiani di Raoul Gatto. Nel 1969 si reca ad Harvard dove lavora fino al 1976. Lì, nel 1970, con Sheldon Lee Glashow e John Iliopoulos, contribuisce a estendere la famiglia dei quark ipotizzando il quarto quark, chiamato charm. Rientra in Italia come docente di fisica teorica dell’università di Roma ‚ÄòSapienza‚Äô e diventa visiting professor presso la Normale Superiore di Parigi (1977) e il Consiglio Europeo di Ricerche Nucleari (CERN) di Ginevra (1979-1980 e 1985-1986). Dal 1984 al 1991 fa parte del Comitato scientifico del Cern. Dal 1993 al 1997 è presidente dell‚ÄôINFN e dal primo gennaio 1997 alla fine del 2003 è direttore generale del CERN, dando impulso alla realizzazione del Large Hadron Collider (Lhc). Numerosi i riconoscimenti ricevuti, tra cui la medaglia Matteucci assegnata dall‚ÄôAccademia dei XL (1979), il premio Sakurai della Società americana di fisica (1987), la Medaglia Dirac del Centro di fisica teorica Abdus Salam di Trieste (2007).

Ne discutono Gianrico Carofiglio: Laureato in giurisprudenza, ha iniziato la carriera di magistrato nel 1986 e raggiungendo la Direzione Distrettuale antimafia di Bari.Il suo primo romanzo, Testimone inconsapevole, uscito nel 2002, segna l’inizio di una brillante serie di titoli che riscuotono successo di critica e pubblico. Dopo aver ricevuto numerosi premi per l’opera prima, nel 2005 Carofiglio vince il premio Bancarella, nel 2007 il premio Fregene e il premio Viadana, nel 2008 il premio Tropea e il premio Grinzane Cavour noir. Diversi riconoscimenti gli sono stati conferiti anche all’estero e dai suoi libri sono stati tratti due film. Dopo essere stato Consulente Parlamentare Antimafia, dal 2008, Carofiglio è Senatore della Repubblica.

Assieme a Giorgio Parisi: √à uno dei più autorevoli fisici contemporanei. Laureato a Roma nel 1970, dove adesso è professore di Fisica Teorica, ha lavorato presso la Columbia University, l’Institut des Hautes √âtudes Scientifiques e all‚Äô√âcole normale supérieure de Paris.Fa parte di numerose accademie scientifiche di diversi paesi tra cui, unico tra i fisici italiani insieme a Carlo Rubbia, è membro dell’Accademia Americana delle Scienze. Studioso estremamente poliedrico ha dato contributi essenziali in diversi campi: cromodinamica quantistica, fisica statistica, teoria delle stringhe, teoria del caos, teorie della complessità, fisica delle particelle elementari, allargando i suoi orizzonti anche alla biologia, immunologia e finanza. Ha ricevuto importanti riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui la medaglia Boltzmann e la medaglia Dirac, i più importanti premi per gli studiosi di fisica teorica.

Quando i servizi segreti spiavano Pci, Msi e quei terribili comunisti di Wanda Osiris, Vittorio De Sica, Bartali e Tito Schipa

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E per la serie “ma quanto è buona l’uva fogarina” oggi piomba la notizia nell’aere sereno del Bel Paese che, ed ovvero, indi e percui che e si narra che, tre bei documenti inediti indirizzati a Moro e trovati nell’Archivio centrale dello Stato documentano l’attività di spionaggio nei confronti dei due partiti. Le preoccupazioni maggiori venivano dai comunisti: “Hanno 300mila militanti pronti all’attività eversiva”.
Ovvero, e perquando, queste tre “veline” confermano i sospetti dell’attuale presidente del Copasir, Massimo D’Alema, sollevati di recente durante l’audizione del direttore del servizio segreto militare Aise, generale Adriano Santini, sull’attività spionistica dell’intelligence rivolta alla politica. Al generale Santini, D’Alema ha chiesto se i servizi svolgano ancora oggi attività di spionaggio nei confronti di partiti o di politici. La questione è diventata di stringente attualità alla luce della denuncia pubblica fatta dal capogruppo Fli alla Camera, Italo Bocchino, di essere stato pedinato in primavera dal controspionaggio dell’Aise nella centralissima piazza romana di San Silvestro. Ma altre presunte attività di spionaggio sarebbero avvenute – tra conferme e smentite – nei confronti di numerosi politici, fra i quali il ministro dell’Interno Roberto Maroni.

Cuindi, poi vi leggete tutte le belinate su questa splendida e splendente news che oggi brilla sul panorama politico italiano, e che fa una bella distanza perchè al Cavalier Cortese pare che cresca la panza, a questo prodogioso link, ed anche a questi splendidi ed ordunque, nonchè e guarda i documenti (Pdf): Uno & Due & Tre gentilmente offerti dalla stampa quella istituzionale.
Ma veniamo al titolo che prosegue con quei terribili comunisti dalla Wandissima in poi, che è narrato nel lontano 2007 e forse ve lo siete perso. Indi e percui andate di corsa a leggere che, nonchè e perciocchè, spiavano la Wanda, Vittorio, Gino, Tito ed anche Milva perchè erano dei terribilmente cattivoni e comunisti. Compreso nel prezzo, ovvero Gratis, però se volete potete fare una belin di donazione a Reset e cuindi sarete santi e beati, pertanto troverete due video di due dei terribilmente comunisti. Uno dei due Video è con l’imperdibile voce di Tito che non è il mio fruttarolo nel portone. Il Tito in questione fa rima con Schipa e non fumava la pipa.
Cuindi, riassumendo e concludendo, pare che stiano piovendo belini in ogni dove, paese, contrada e città. Organizzatevi all’uopo perchè salteranno tutte le marene e cuindi fate scorta di amarene, fagioli bianchi di spagna, crauti, sempre all’uopo per il riscaldamento naturale come i fagioli, e perchè no, anche qualche confezione di Pesto perchè in caso di buio pesto della Democrazia, due trenette con il Pesto saranno una grande magia anche per difendere la libertà di espressione che non è una mia opinione anche se è scritta nella mia magione alle falde del Monte Fasce…Paraponziponzipò!
Ovvero, stop a questo superpolpettone di parole. Non rileggo, e cuindi prendetevi tutto e di più di errori vari e sgrammaticature perchè ciò messo il Cuore. Leggete tutto quanto sopra. Leggete tutto quanto sotto. Guardatevi i Video e state in allegria perchè la situazione è grave, ma non è seria.
Buone Castagne a tutt* quant* anche nelle campagne, ed arrivederci alla prossima belinata che ci arriverà da Palazzo. Poche ore e ne leggeRete delle belle. Di più non posso dirvi perchè è un gran segreto sconosciuto ai più. Solo un indizio. Attrezzatevi con mutande con il sottogola perchè pioveranno belini in ogni dove, paese, contrada e città. Consigliato il modello in lega leggera!

Quando i Servizi Segreti controllavano quei terribili comunisti di Wanda Osiris, Vittorio De Sica, Bartali e Tito Schipa…

2 Agosto 1980 “Strage di Bologna, per gli studenti furono le Br”

Il trailer in anteprima del documentario “Un solo errore – Bologna, 2 agosto 1980″¬†Un documentario sulla tragedia del 2 agosto 1980 dimostra come, fra gran parte dei giovani bolognesi, regni l’ignoranza su quello che successe quel giorno e di chi fu la colpa. Per più della metà degli intervistati l’esplosione fu causata dalle Brigate Rosse. Ecco il trailer in anteprima del documentario “Un solo errore – Bologna, 2 agosto 1980”: regia di Matteo Pasi, produzione dell’Associazione Pereira e Arcoiris Tv, con la collaborazione dei Modena City Ramblers. Il film sarà presentato il 21 ottobre alla Festa della storia, evento organizzato dall’università di Bologna.

Fonte testo e Video from Repubblica.Tv 12 Ottobre 2010 & Speciale Reset 2 Agosto 2010

9 ottobre 1963

Va verso le strade del mondo questo treno, sui binari che il tempo non riesce a scalfire e continua il suo dondolio questo vagone e quasi ci s’addormenta al suo cullare. Sembra sull’asfalto, come un’auto, sembra a volte in aria come su cuscinetto d’aria.
Il vicino legge il suo giornale intento a non saltar parole, assorto, come divorasse le pagine e il suo silenzio viene rotto solo dalle pagine che cigolano quasi in mormorare assurdo.
Mi piace molto osservare il paesaggio dal treno: ora vedi spiagge assolate, ora campi di frumento che il vento sembra quasi ti spinga addosso, ora le baracche al limitare de paesi, di gente che ha un orto fuori dalle mura e che deve fare i conti con quello che ha in tasca, ci sono anche qui le baracche rammendate da fogli di latta, sono usate come capanni per attrezzi, ora vedi i girasoli che ti fanno ciao con la mano, ora le ciminiere di una fabbrica che eruttano un fumo bianco denso, spero sia vapore, ora la stazione abbandonata che ti guarda col suo muro scrostato piangente, ora vedi il cartellone enorme della marca di benzina…un gabbiano riesco a distinguere, ma forse è la mia fantasia che alza per un momento gli occhi al cielo, forse ho confuso questo simbolo di libertà con la nuvola che disegna lo spazio mentre il treno rallenta alla fermata della memoria.
Quante fermate alla fermata della memoria, quante! Le date degli altri, quelle mie, la storia, l’epopea, la lirica, la cultura…tantissime!
Ieri era il 9 ottobre e qui, siamo a Longarone, questa data è nella memoria di tutti: la stoltezza del dio soldo che s’è incarnata alla grande. Un grande lutto, non vola una mosca. Ma quei morti, quei morti…nessuno ce li ridà indietro. Ero una bambina quando nel 1963 avvenne il disastro del Vajont: ricordo che in famiglia se ne parlò, non vivevo ancora qui in zona. Oggi, in questi lunghi anni, ne sento parlare, fatti orribili che mai nessuno potrà cancellare…ossa che mai troveranno pace sotto la coltre della terra o consumate in chissà quale mare…e son lì che urlano, urlano ancora dopo 47 anni, per sempre il loro grido sarà nelle orecchie di tutti…l’eternità avrà il loro ricordo. Ma loro…quelle quasi 2000 creature…non vorrebbero farlo, ne sono costretti. Loro avrebbero preferito viver la loro vita qui: una vita semplice, una fiaba da raccontare ai nipoti, questo era il loro sogno. Non ci sono riusciti. Ancora una volta altri uomini, altre storie, per loro hanno deciso.
E la storia si ripete, si ripete sempre…altri uomini…altre vite…disperazioni che si sommano ad altre disperazioni…

Che Guevara se non fosse stato ammazzato…

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Oggi il Che se non fosse stato ammazzato avrebbe avuto 83¬† anni:¬† un anziano signore che avrebbe potuto raccontarci la Storia.”… L’8 ottobre 1967 venne ferito e catturato da un reparto anti-guerriglia dell’esercito boliviano – “assistito” da forze speciali statunitensi costituite da agenti speciali della CIA – a La Higuera, nella provincia di Vallegrande (dipartimento di Santa Cruz). Il giorno successivo venne ucciso e mutilato ai polsi e caviglie nella scuola del villaggio.
Il suo cadavere – dopo essere stato esposto al pubblico a Vallegrande – fu sepolto in un luogo segreto e ritrovato da una Missione di¬† antropologi forensi argentini e cubani, autorizzata dal governo¬† boliviano di Sanchez de Lozada, nel 1997. Da allora i suoi resti si trovano nel Mausoleo di Santa Clara di Cuba.”

Oggi invece 9 ottobre 2010 apprendiamo che in una Missione di Guerra per la Pace Infinita, 4 soldati italiani in Missione Nato, sono stati colpiti a morte e uno 謆 in fin di vita:¬† a Farah, in Afghanistan. Un elicottero ISAF si è alzato in volo, per il Ritorno a casa.

A chi ci vuole arginare:  Zitte da morte.

Hasta Siempre!

Doriana Goracci

Le ultime parole del “CHE”:
¬´Lo so che cosa sei venuto a fare, sono pronto. Resterò in piedi per questo. Sappi questo ora: stai per uccidere un uomo! Signor Colonnello, sono Ernesto “Che” Guevara mi spari, tanto sarò utile da morto come da vivo¬ª

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Repubblica Araba Saharawi Democratica, da Firenze il via per il riconoscimento

A Palazzo Medici Riccardi di Firenze si riuniranno personalità di livello mondiale, e intanto arriva anche il riconoscimento sull‚Äôimportanza dell‚Äôincontro da parte del Presidente della Repubblica Saharawi, Mohamed Abdelaziz.

Khadija Hamdi, premiere dame della Repubblica Saharawi e Ministro della Cultura, parteciperà alla conferenza organizzata (sabato 9 ottobre, dalle ore 9,30) a Palazzo Medici Riccardi per rilanciare, a livello mondiale, la causa Saharawi. E‚Äô la prima volta che l‚ÄôItalia ospita una iniziativa internazionale per il riconoscimento della Repubblica Araba Saharawi Democratica.

Alla conferenza fiorentina parteciperanno personalità di livello mondiale, a partire dalle rappresentanze diplomatiche dei paesi che riconoscono ufficialmente la RASD.

Prima dell‚Äôapertura dei lavori ‚Äì alle ore 9.30 ‚Äì è previsto un particolare momento di saluto nel Cortile di Michelozzo alla presenza di tutti i gonfaloni della Provincia, durante il quale la Filarmonica Musicale ‚ÄúMichelangiolo Paoli‚Äù di Campi Bisenzio eseguirà gli inni nazionali d‚ÄôItalia e del Saharawi. Alle ore 10, nella Sala Giordano, inizierà la conferenza internazionale con l‚Äôintervento degli studenti che hanno visitato i campi rifugiati Rasd e il coordinamento di Concita de Gregorio, direttore de l‚ÄôUnità.

Durante la Conferenza internazionale sarà presentata ufficialmente la campagna di sensibilizzazione ‚ÄúDalla parte dei bambini Saharawi ‚Äì Rifugiati figli di rifugiati‚Äù promossa da Carla Fracci, Assessore alla Cultura Provincia di Firenze e Ambasciatrice di Buona Volontà della Fao.

‚ÄúRiconoscere la Repubblica Saharawi ‚Äì scrive in una lettera, Mohamed Abdelaziz, Presidente della Repubblica Saharawi e Segretario generale del Fronte Polisario ‚Äì è, in primo luogo, un forte messaggio agli occupanti marocchini e in secondo luogo, alla Comunità Internazionale ed in particolare, al Consiglio di Sicurezza dell‚ÄôOnu, per accelerare la decolonizzazione del Sahara Occidentale ‚Äì in accordo con il diritto internazionale attraverso l‚Äôorganizzazione di un referendum di autodeterminazione libero e regolare per il popolo saharawi. E‚Äô per tutto questo ‚Äì prosegue ‚Äì che desiderio rivolgere, in nome della direzione del Fronte Polisario, del Governo della Repubblica Saharawi e di tutto il popolo saharawi, un messaggio di profondo ringraziamento e apprezzamento a tutta la Provincia di Firenze e a tutti quelli che contribuiscono al riconoscimento della Repubblica Saharawi‚Äù.

Alla giornata parteciperà anche Giustino Maria Apparicio Gutierrez – Ambasciatore di Timor Est a Roma, con l‚Äôintervento ‚ÄúLa lunga strada per l‚Äôautodeterminazione: il percorso di Timor Est‚Äù.

Sarà presente il Consigliere Affari Multilaterali, Ambasciata del Sudafrica a Roma, Duncan M. Sebefelo per parlare della ‚ÄúLotta per il riconoscimento dei diritti umani fondamentali‚Äù.

‚ÄúSull‚Äôimportanza dell‚Äôappoggio internazionale alla causa Saharawi‚Äù ne discuterà Luis Josè Berroteàn Acosta, Ambasciatore del Venezuela a Roma e Rappresentante Unione Africana. Infine, Fernando Pereita Lechosa del Coordinamento spagnolo di sostegno al Saharawi e Luciano Ardesi, Presidente Associazione Nazionale Solidarietà Popolo Saharawi tratterà il tema ‚ÄúReti di solidarietà: il contributo fondamentale dei volontari‚Äù.

‚ÄúLa Conferenza internazionale sull‚ÄôAutodeterminazione e il Riconoscimento della Repubblica Saharawi ‚Äì conclude il Presidente della Repubblica ‚Äì organizzata dalla Provincia di Firenze, sotto l‚Äôamministrazione di Andrea Barducci, oltre ad essere una posizione forte di sostegno e solidarietà per la legittima causa del popolo saharawi, mostra un successo giuridico e politico nel voler contrastare l‚Äôintransigenza e la mancanza di volontà politica da parte dei marocchini, che occupano illegalmente la terra di questo popolo nel Sahara Occidentale‚Äù.

Per saperne di più…

L’arte d’emergenza del SaccheggiatorCortese

A margine del No-B Day 2, mentre procedevo verso un palco ormai tiepido, mi ha attratto un’esibizione improvvisa(ta) su alcune grate lungo ¬†Piazza San Giovanni. Dei manifestini fotocopiati appiccicati in serie, quanto può benissimo passare inosservato tra cartacce residui della protesta antiberlusconiana, eppure è bastato uno sguardo per cambiare senso di marcia e rivolgersi ad esse con estrema curiosità, come del resto hanno fatto altri passanti. Il potere magnetico per gli sguardi risiedeva nelle opere di Claudio Scarpelli, artista di strada in emergenza conosciuto come SaccheggiatorCortese.

Il suo dire mi ricorda quell’ironia feroce ma, appunto, cortese, graffiante ma intelligente, che fa quotidianamente capolino qui su Reset Italia grazie ad autori straordinari come Enzo, Doriana o Roberto e tanti altri.

La galleria che propongo di seguito – e ringrazio Claudio per la “cortese” disponibilità al ri-saccheggio 🙂 – è solo un assaggio della genialità che troverete sul blog di Claudio, saccheggiatorcortese.splinder.com, ¬†dove oltre alle ri-costruzioni visuali, parafrasando la pubblicità per giungere a conclusioni paradossali, vi sono anche ri-creazioni polimateriche e testi, sciolti o in versi, che raccontano la triste realtà dell’era contemporanea. Claudio vi aspetta anche su Facebook.

Buona visione.

Miei cari benpensanti

di pura razza ruffiana

che trovate scandaloso

il solo masturbarsi…..

come giudicate

quel vostro ossequioso

leccare il culo

a chi comanda???

Poesia non saccheggiata del SaccheggiatorCortese, 1 settembre 2009

Ciao Amico Compagno Partigiano Raffaelino De Grada

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Non ci saranno funerali di Stato, nè folle oceaniche in Chiesa ma vorrei che si sapesse quanto segue: “Lunedì 4 ottobre 2010, alle 11, nella sala Napoleonica dell‚ÄôAccademia di Belle Arti di Brera, in via Brera, 28 a Milano,¬† verrà allestita la camera ardente, per l‚Äôultimo saluto a Raffaele De Grada. Ieri, venerdì 1 ottobre 2010, ci ha lasciato per sempre, all‚Äôetà di 94 anni, Raffaele De Grada, chiamato Raffaelino per distinguerlo dal padre noto pittore del Novecento italiano, è stato comandante partigiano, medaglia d‚Äôoro della Resistenza, parlamentare del Partito Comunista Italiano, consigliere del Comune di Milano, scrittore, insegnante all‚ÄôAccademia di Brera e presidente onorario della Sez. ANPI Martiri di Via Tibaldi di Milano. E‚Äô stato, tra l‚Äôaltro uno degli animatori di “Corrente”, esemplare movimento artistico d’avanguardia fondato a Milano dal Ernesto Treccani in posizione di fronda rispetto al regime mussoliniano e alla cultura ufficiale in linea con le direttive fasciste.”

Aveva 94 anni questo signore,¬† che¬† io non conoscevo, come invece con un balzo al cuore ha appreso chi come l’ amico¬† Antonio Camuso da Brindisi scrive:¬† “…De Grada, un nome che ha accompagnato la mia generazione¬† negli anni¬† della gioventù vissuta a passo di corsa,¬† ma sapendo che,¬†¬† nel caso avessimo smarrito la strada sarebbe bastato semplicemente fermarsi,¬† riprender fiato e chieder consiglio a uomini come ‚ÄúRaffaelino‚Äù…”

Qualcuno di noi ha avuto la straordinaria possibilità di conoscere i nonni, magari anche attraverso un racconto. Pochi giorni fa un’ autrice di Reset-Italia, Doriana Puglisi, ci aveva descritto,¬† Assieme ai nonni,¬† la sua scelta di lavorare per loro e con loro, in una struttura residenziale per anziani e concludeva il suo racconto di vita così:¬† “C‚Äôè sempre stato un nonno pronto a donarti il suo sorriso: magari anche senza denti, ma ti ha sorriso‚Ķe in quell‚Äôistante ti ha donato il tuo momento felice. Anche questa è vita, anche questo è amore‚Ķ” Vi allego la lettera comunicato dell’Associazione La Conta, e ringrazio chi me l’ha segnalata. Parla della sua vita, quella di un Amico, un Compagno, un Partigiano che ci ha donato più di un sorriso.

La canzone Ciao Bella Ciao, nessuno ce la porterà via, come chi è vissuto e morto per la Libertà. Si, ora e sempre Resistenza.

Doriana Goracci.


CIAO RAFFAELINO DE GRADA

Ieri, venerdì 1 ottobre 2010, ci ha lasciato per sempre, all‚Äôetà di 94 anni, Raffaele De Grada. Raffaele De Grada, chiamato Raffaelino per distinguerlo dal padre noto pittore del Novecento italiano, è stato comandante partigiano, medaglia d‚Äôoro della Resistenza, parlamentare del Partito Comunista Italiano, consigliere del Comune di Milano, scrittore, insegnante all‚ÄôAccademia di Brera e presidente onorario della Sez. ANPI Martiri di Via Tibaldi di Milano. E‚Äô stato, tra l‚Äôaltro uno degli animatori di “Corrente”, esemplare movimento artistico d’avanguardia fondato a Milano dal Ernesto Treccani in posizione di fronda rispetto al regime mussoliniano e alla cultura ufficiale in linea con le direttive fasciste. La sua scomparsa è una grave perdita per la cultura italiana, per ciò che ha rappresentato nel mondo dell‚Äôarte e nell‚Äôimpegno civile, etico, intellettuale e morale; per l‚Äôimpegno antifascista e per l‚Äôattività svolta in tutta la sua vita nelle istituzioni e nella società, contribuendo a rendere l‚ÄôItalia più giusta, libera e democratica. Raffaelino De Grada nasce a Zurigo nel 1916. Rientrata in Italia con la famiglia, Raffaelino inizia gli studi a San Gimignano, proseguendoli poi a Firenze e a Milano, dove si laurea nel ’39, allievo di Antonio Banfi e Matteo Marangoni. Dal ’35 pubblica saggi e scritti d’arte sulle principali riviste del tempo. Arrestato per attività politica contro il regime nel ’38 e nel ’43 e mobilitato in Sicilia nel 1941, dopo l’8 settembre ’43 organizza con Pajetta e Curiel il “Fronte della gioventù”, prima in Lombardia poi in Toscana, dove assume il comando militare della Brigata partigiana del Fronte per la liberazione di Firenze. Commentatore politico e dirigente Rai, è la prima voce di Radio Milano dopo la Liberazione il 27 aprile 1945. Dirige il Giornale Radio del Nord Italia sino al 1949; è nominato consigliere di amministrazione della Rai e svolge per anni il ruolo di critico d’arte alla radio. Dal ’49 al ’51 è a Parigi, segretario italiano del Comitato mondiale dei partigiani della Pace ed è tra i primi firmatari dell’appello di Stoccolma contro la bomba atomica. Eletto al consiglio comunale di Milano dal ’46 nelle liste del Partito comunista, lascia l’incarico nel ’59, allorché viene eletto deputato al Parlamento italiano. Dal ’65 all’86 è titolare della cattedra di Storia dell’arte all’Accademia di Brera. Dal ’71 al ’76 dirige l’Accademia e la Pinacoteca comunale di Ravenna. Dal 1989 al 2000 dirige l’Accademia di Arte e restauro “Aldo Galli” di Como. De Grada ha collaborato con importanti testate nazionali e ha scritto per le pagine del “Corriere della Sera”. Ha scritto saggi fondamentali nella storia dell’arte moderna, tra cui Boccioni, l’Ottocento italiano, Boldini e i Macchiaioli. Lo ricordiamo con l‚Äôintensità ed il rispetto che ha sempre legato tutti noi alla sua figura, che rimarrà esempio e punto di riferimento nelle nostre coscienze e nel nostro impegno.
CIAO, RAFFAELINO, GRAZIE PER TUTTO QUANTO CI HAI INSEGNATO. SARAI CON NOI, PER SEMPRE!
L’Associazione la Conta si stringe, nel cordoglio più sentito, alla moglie ed a tutti e suoi cari. Un sentito e forte abbraccio anche a tutti della Sezione ANPI Martiri di Viale Tibaldi ed al Coordinamento delle Sezioni ANPI della Zona 5 di Milano. I funerali di Raffaelino si svolgeranno lunedì 4 ottobre 2010, alle 11, nella sala Napoleonica dell‚ÄôAccademia di Belle Arti di Brera, in via Brera, 28 a Milano, dove verrà allestita la camera ardente, per l‚Äôultimo saluto.

La Sezione ANPI Barona si stringe, ¬†nel cordoglio più sentito, ¬†alla moglie ed a¬† tutti e suoi cari. Un sentito e forte abbraccio anche a tutta la Sezione ANPI Martiri di Viale Tibaldi ed al Coordinamento delle Sezioni ANPI della Zona 5 di Milano.


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BELLA CIAO CANTO PATRIOTTICO E SPARTITO

25 APRILE 1945 LIBERAZIONE D’ITALIA

Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!

Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiero in gran tempesta,
non donna di province,
ma bordello!
(Dante)

James Walston, professore di relazioni internazionali all‚ÄôAmerican University di Roma, ha definito l‚ÄôItalia un ‚Äúbordello state‚Äù. Ci spiega il perché su CityCorriere.it¬†

Lo ha intervistato Davide Casati. Da non perdere.

In un articolo sulla prestigiosa rivista Foreign Policy ha descritto l‚ÄôItalia come ‚ÄúBordello State‚Äù. Perché?

Quella parola è tratta da una citazione di Dante‚Ķ

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”: l’ha messa in testa all’articolo.

Esatto. Ma l‚Äôidea di bordello è importante non tanto perché ci sono state storie di sesso – dalla D‚ÄôAddario alle altre – quanto per la prostituzione politica, di princìpi.

Giorni fa la deputata finiana Angela Napoli alludeva alla “prostituzione” che potrebbe esser servita ad alcune parlamentari per avere un seggio…

Io non ho prove, ma la signora Lario e FareFuturo (fondazione vicina a Fini, ndr.) l‚Äôhanno detto abbastanza esplicitamente. Ma mi sembra più dannoso per il sistema politico italiano che un Bondi faccia dei versi da terza media per lodare il capo. Il corpo si può recuperare, la mente è più difficile…

Lei estende l‚Äôaccusa anche, più in generale, alla società italiana.

C‚Äôè un rispetto verso il potere che è molto pericoloso, specie quando è diffuso in una parte della società che dovrebbe controllarlo, cioè il giornalismo.

Per Berlusconi, però, la stampa è in grande maggioranza di sinistra.

C‚Äôè una parte della carta stampata che gli è avversa. Ma anche nel Venezuela di Chavez c‚Äôè una stampa d‚Äôopposizione. Il peccato originale nell‚ÄôItalia di Berlusconi è il conflitto d‚Äôinteressi. Non è normale in una democrazia che un politico, specie quando diventa premier, sia non solo uno degli imprenditori più ricchi del Paese, ma anche il padrone, anche se non esecutivo, di metà delle tv e condizionatore di altri 2 canali pubblici.

Berlusconi replicherebbe: e Annozero?

√à vero, ci sono programmi critici in tv. Ma la maggior parte degli italiani guarda il tg: e soprattutto in Italia, dove il tasso di lettura di quotidiani è basso, il peso relativo del tg è molto importante.

Il conflitto di interessi, però, c‚Äôè dal ‚Äò94. Perché gli italiani continuano a votare per Berlusconi?

All‚Äôestero se lo chiedono in molti. Le ragioni sono parecchie: è bravissimo in campagna elettorale, viene aiutato dal controllo di buona parte dei mass media televisivi, e riesce a vendere un sogno. Sia personale ‚Äì una giovinezza eterna e sfrenata: invecchiando si possono avere più capelli, meno rughe e più ragazze ‚Äì sia di successo economico altrettanto falso quanto i capelli. Infine, l‚Äôopposizione non riesce a consolidarsi.

Il professor Maurizio Viroli, di Princeton, dice che in Italia si è riusciti a ‚Äútrasformare, senza violenza, una repubblica democratica in una corte‚Äù. Concorda?

Berlusconi ha uno strapotere basato su media, potere politico e risorse finanziarie che sicuramente rende molti dei suoi collaboratori più cortigiani che servitori dello Stato. Ma non sono d‚Äôaccordo con chi parla di dittatura. L‚ÄôItalia ha ancora ‚Äì e bisogna ringraziare chi ha scritto la Costituzione ‚Äì punti di potere che mantengono una democrazia. Questi punti di potere ‚Äì come la Corte Costituzionale, o la carta stampata ‚Äì sono ancor più importanti da quando si è passati dalla spartizione partitocratica della prima Repubblica alla struttura maggioritaria, dove di fatto chi vince si prende tutto.

Lei parla anche dell‚ÄôItalia come ‚Äúnave sanza nocchiero‚Äù: manca un ministro dello Sviluppo, l‚Äôeconomia stenta, la disoccupazione giovanile è al 29,2%, l‚Äôuniversità perde finanziamenti, la competitività è ferma‚Ķ

Questa è la vera emergenza. Ma mi sembra che sia quasi percepita come la norma. Se si mette una rana in una pentola di acqua bollente, quella salta fuori. Ma se la si mette in una pentola di acqua fredda e poi la si riscalda, sta lì e viene bollita. L‚ÄôItalia è un po‚Äô come quella povera creatura…

Ma come viene vista dagli altri Paesi?

Chi la conosce bene si preoccupa della sostanza politica del problema. Al grande pubblico si presenta invece lo spettacolo di un buffone, di un clown. Da un lato è triste, perché non fa bene all‚Äôimmagine dell‚ÄôItalia; dall‚Äôaltro è pericoloso, perché non si può pensare a Berlusconi solo come al maleducato che insulta un deputato al parlamento europeo, o solo come un magnate con ville e piscine, dove ci sono ragazze nude come mostrato dalle foto di Zappadu.

I rapporti con gli altri Paesi possono risentirne?

L‚ÄôItalia è nel G7: gli altri Paesi trattano con l‚ÄôItalia indipendentemente da chi sia il premier. √à vero che Berlusconi riesce a tessere amicizie: aveva un rapporto buono con Bush e Blair. Ma ora i rapporti personali sono pochi. E questo tipo di politica è davvero importante solo con persone che democratiche non sono, come Putin e Gheddafi.

La situazione che lei descrive assomiglia a un circolo vizioso. Come se ne esce?

Nel ‚Äò900, ogni generazione di italiani ha vissuto una crisi. Le guerre mondiali, le rivolte del ‚Äô68 e il terrorismo, Mani pulite. Ogni volta si pensa che sarà il momento giusto per ‚Äúfare l‚ÄôItalia‚Äù, ma non si coglie l‚Äôoccasione per riforme profonde né si fanno le riforme incrementali fra una ‚Äúrivoluzione‚Äù e l‚Äôaltra. Anche quando Berlusconi se ne andrà si ripresenterà l‚Äôoccasione di una ‚Äúrivoluzione‚Äù, tra molte virgolette. Ci sarà la volontà di cogliere l‚Äôopportunità di cambiare davvero le cose?

Su lo stesso argomento scrive Giovanni Percolla

Foreign Policy racconta il crollo del paese nell’era di Berlusconi, tra le boutade in politica estera e l’economia in grande affanno. Italia: lirresistibile declino dello Stato bordello“Ahi, serva Italia, di dolor ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia ma bordello“. Comincia con un riadattamento dalla Divina Commedia di Dante l’articolo di Foreign Policy dedicato al declino del nostro paese nell’era di Berlusconi.

LA PROFEZIA DI SYLOS LABINI ‚Äì E l‚Äôautore James Walston ricorda che la frase di Dante era anche l‚Äôincipit di un‚Äôopera pubblicata postuma di Paolo Sylos Labini, economista ma soprattutto uomo di grande moralità e sempre in guerra, nell‚ÄôItalia di ieri contro gli andreottiani, in quella di oggi contro i berluscones. ‚ÄúPerché siamo caduti così in basso? Io esorto i miei concittadini a rifletterci‚Äù, scriveva Sylos Labini all‚Äôepoca, in un appello a favore dell‚Äôeconomia di mercato e della pluralità nell‚Äôinformazione, contro il miliardario Berlusconi. Oggi la nave italiana è ancora più in difficoltà nelle acque internazionali, soprattutto dopo una crisi economica mondiale che l‚Äôha colpita duramente, e quindi la profezia di Dante sembra ancora più attuale.

L‚ÄôESTATE TRAGICA ‚Äì Scrive FP che la crisi si è acuita a partire dalla fine di luglio, ma nel corso degli ultimi quindici giorni la mancanza di direzione è diventata parossistica. Per la maggior parte di agosto, Berlusconi ha minacciato le elezioni per schiacciare Gianfranco Fini, l‚Äôex alleato ribelle che ha rotto con il premier e ha formato un suo partito, e ai suoi seguaci di tacco. Poi, quando i sondaggi hanno mostrato che l‚Äôunico vero vincitore in un voto anticipato sarebbe stato Umberto Bossi e la sua Lega Nord, che favorisce l‚Äôautonomia per l‚ÄôItalia del nord ‚Äì e, peggio, che c‚Äôera una buona possibilità che Berlusconi non avrebbe avuto una maggioranza nel Senato ‚Äì ha iniziato a marcia indietro. In questi pochi giorni, le sue dichiarazioni pubbliche hanno fatto riferimento a ‚Äútre anni in più per realizzare le grandi riforme‚Äù. L‚Äôobiettivo immediato è quello di adottare una mozione di sostegno ad un piano in cinque punti riguardanti l‚Äôeconomia, il Sud, federalismo fiscale, giustizia e sicurezza. La questione più controversa è ‚Äúla giustizia‚Äù, che per Berlusconi significa darsi l‚Äôimmunità da procedimenti giudiziari (‚Äúper andare avanti con il compito di governare‚Äù, dice). I poteri di spesa decentrati sono fondamentali per la Lega Nord, ma altri nel centro-destra sono preoccupati che le parti più povere del paese perdano il sostegno.

LA LINEA INTERNAZIONALE – FP poi ricorda la recente conferenza stampa in cui Berlusconi ha definito Putin un dono di Dio, e attaccato Fini parlando di ‚Äúaziendine‚Äù (in italiano nel testo), e le polemiche per la visita di Gheddafi. Nel frattempo i suoi guai si moltiplicano, con i sondaggi in calo e la campagna acquisti tra senatori e deputati, oltre al caso P3. Il tutto viene inquadrato all‚Äôinterno dell‚Äôattuale declino italiano. Iniziato quasi 20 anni fa, quando divenne chiaro che l‚Äôeconomia non era in grado di affrontare le nuove sfide della globalizzazione. Ma ogni anno le cifre della produzione scendono rispetto all‚ÄôEuropa e, naturalmente, la Cina e le altre economie emergenti. La scorsa settimana, l‚ÄôOCSE ha calcolato che il PIL del paese diminuirebbe dello 0,3% nel terzo trimestre (facendo dell‚ÄôItalia l‚Äôunico paese del G-7 con una crescita negativa) e di crescere da un misero 0,1 per cento nel quarto trimestre. Una ripresa vera e propria non è iniziata e l‚ÄôItalia è al 48esimo posto per competitività a livello mondiale, dietro la Lituania e la prima del Montenegro. La disoccupazione giovanile è cresciuta al 29,2 per cento in maggio, in crescita del 4,7 punti percentuali a partire dal maggio dello scorso anno. Il ministro per lo sviluppo economico si è dimesso quattro mesi fa e ancora non è stato sostituito. E mentre l‚Äôanno scolastico inizia, gli insegnanti sono sul piede di guerra per tagli di bilancio, così come le forze di polizia. Ci sono un sacco di problemi reali, ma l‚ÄôItalia è ‚Äúuna nave senza timoniere‚Äù.

Non per, ma Reset lo scrive da tempo.