7 ottimi consigli per le neo mamme (2023)

Tutti i genitori ci sono passati, e tutti i genitori possono relazionarsi con quella che è certamente una delle esperienze che ci cambiano la vita – quella di diventare un nuovo genitore.

7 ottimi consigli neo mamme
7 ottimi consigli neo mamme

Ecco 7 ottimi consigli per le neo mamme e in generale i nuovi genitori.

1. Segui il tuo istinto

Non fare paragoni, fidati solo del tuo istinto.

Ci saranno sempre informazioni contrastanti… su ogni argomento! Il meglio che possiamo fare è ascoltare/imparare da entrambe le parti e poi decidere cosa è meglio per la nostra famiglia e cosa c’è nel nostro cuore. Il più grande trucco per la maternità è non sentirsi in colpa o sentirsi come se si dovesse spiegare una qualsiasi delle decisioni che si prendono.

Abbiamo sentito così tante linee guida contraddittorie su se e per quanto tempo lasciare che il bambino “pianga” all’ora di andare a letto. Ci siamo sentiti piuttosto in colpa a lasciar piangere nostra figlia, ma una volta che abbiamo provato, è diventata rapidamente una bambina che poteva addormentarsi da sola in modo affidabile. Abbiamo dovuto imparare a fidarci del nostro istinto sulla strada giusta nella nostra situazione.

Alcune decisioni possono essere bianche o nere, ma la maggior parte dovrebbe essere guidata dalle priorità e dai valori dei genitori piuttosto che da internet o da amici benintenzionati.

2. Sii gentile con te stessa

Abbraccia il disordine e il caos, perché nessuno si ricorderà di una casa pulita o del bucato fatto, ma tu ricorderai i ricordi divertenti.

Fate molte passeggiate con il passeggino: fanno bene ai genitori e al bambino. Un ulteriore vantaggio è che i bambini dormono sempre meglio all’aria aperta.

Inizialmente ho resistito al consiglio di “dormire quando il bambino dorme” perché pensavo che mi avrebbe dato più tempo per fare le cose. Mi sono presto resa conto che l’opportunità di essere (semi)riposata era il miglior regalo che potessi fare a me stessa.

3. Cerca opportunità per legare con il tuo bambino e fare ricordi

Amali ogni volta che puoi. Sorridi molto. Fissa i loro occhi. Apprezza ogni momento.

Date ai vostri figli molti e molti ricordi.

Fate tutte le foto e assicuratevi che qualcuno faccia delle foto anche a voi. Scrivete le cose che volete ricordare.

Godetevi ogni momento possibile, anche quelli difficili. I bambini crescono troppo in fretta, e se vi preoccupate troppo delle cose che non contano, perderete le opportunità di godervi quelle che contano.

A volte i genitori si eccitano troppo per la “prossima” fase di sviluppo. Prendetevi del tempo per godervi ogni pietra miliare della crescita.

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4. Regola le tue aspettative di mamma

Imparare a stare bene con tutto ciò che richiede 10 volte più tempo di prima di avere figli. Preparati a vivere nell’incertezza e cerca di essere più flessibile con le tue aspettative. Sii d’accordo con il fatto di non essere d’accordo a volte.

Cercate di fare pace con la vostra nuova vita e il vostro nuovo ruolo – come genitore e come co-genitore. Ho sentito qualcuno dire che è come se un interruttore venisse girato da “coppia romantica” a “squadra tattica”. I soprannomi che io e mio marito ci siamo dati in quelle prime settimane erano “Sacco di cibo” e “Ragazzo delle pulizie”. Abbiamo cercato di ridere attraverso la nostra stanchezza per i nostri nuovi ruoli.

Ricorda che le mamme e i papà fanno le cose in modo diverso l’uno dall’altro e che tutti vogliamo avere successo. Mettetevi d’accordo sulle cose grandi e lasciate perdere quelle piccole.

5. Trova il tuo gruppo ideale

Ho capito presto che era importante avere una tribù di altri neo-genitori, per scambiare storie su questo periodo unico, e per aiutare con il babysitting, i pasti e le faccende di casa. A distanza di anni, sono ancora buona amica di molte di queste persone!

Delega i compiti a familiari e/o amici disponibili. Se non avete familiari/amici locali disponibili (per aiutarvi a fare la spesa, cucinare e fare il bucato), considerate la possibilità di esternalizzare questi compiti durante i primi giorni e le prime settimane.

6. Arruola l’aiuto di esperti

Prendete lezioni per genitori in anticipo e assumete un aiuto. Raccomando di fare formazione molto prima che i bambini siano qui, e lungo tutte le loro fasi di sviluppo.

Mi sono unita a un gruppo di genitori attraverso Parents Place che ha aiutato me e mia figlia a socializzare e a trovare risposte alle mie domande sui genitori.

7. Sappi che le cose diventeranno più facili col tempo

Il primo mese sembra un giorno molto, molto lungo. I mesi 2 e 3 sono piuttosto duri, ma migliora mese dopo mese. L’allattamento al seno è più impegnativo di quanto si pensi, ma anche questo diventa più facile nel corso dei primi mesi. Fare il genitore è il lavoro più difficile ma più gratificante di sempre.-Tati, MomWifeLadyLife

Ricordate: anche questo passerà. Per quanto estenuante possa sembrare questa fase, è solo una fase. Prima che tu te ne accorga, il tuo bambino ti guarderà e sorriderà… e ti renderai conto che quelle dure prime settimane ne sono valse la pena.

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Si può azzerare il berlusconismo?

Direi che è cosa buona e giusta avere interlocutori che si dichiarano disposti a soccorrere il povero ometto di Arcore. Ne ha così bisogno poveretto!
Egli è certamente e impetuosamente preso da tanti problemi che neppure si rende conto di quanto tanta gente lo ammiri e lo voglia aiutare.
Solo gli stolti possono augurarsi sfracelli e distruzioni a carico del piccolo sacerdote dal “grande ingegno imprenditoriale”.
C‚Äôè chi, convinto, sostiene che egli ci ha lasciato un‚Äôeredità inestimabile: ‚Äúha reso disponibile la sua esperienza di imprenditore a tutti noi‚Äù, testuale. Non l‚Äôho sentita, l‚Äôho proprio letta la frase, nero su bianco. E non su un giornalino di famiglia o su qualche foglietto affiliato al partito. Tuttavia sarebbe ingeneroso mettere alla berlina pubblicamente un simile cretino al quale, per altro si da spazio su un giornalone nazionale. Inoltre non sono sicuro che capirebbe.
Dal canto mio direi che è facilissimo fare l‚Äôimprenditore quando si fanno dozzine di leggi e leggine che aiutano le proprie aziende e le aziende che lavorano per le proprie aziende e le aziende degli amici che lavorano per le aziende che interessano il proprio o i mercati che a quelli fanno capo.
Forse chi sostiene le capacità imprenditoriali del Berlusca non lo sa. Forse non legge la Gazzetta Ufficiale.
E ogni giorno, “ogni santo giorno” vi si trovano leggi e regolamenti e decreti e prolusioni che in un modo o in un altro non fanno che creare una rete di favori, di connivenze manageriali, di legami finanziari e di contributi lobbistici a favore di Mediaset e di ogni altra impresa direttamente o indirettamente legata alla rete imprenditoriale e finanziaria di Berlusconi o dei suoi figli o del fratello o degli amici di tutti questi.
Naturalmente la cronaca non ce lo racconta essendo occupata con gli omicidi di derelitti e di mignotte, con le acrobazie da viagra in ville arroccate e con le interviste a questo o a quell‚Äôidiota appena uscito dalla ‚Äúbouvette‚Äù di Montecitorio. La cronaca si sa deve vendere, magari schifezze, purché siano vendute e producano proventi e attenzione.
Ora che tutto sta affondando, ora che la nave fa acqua e le stive sono già allagate, molti sorci scappano. Alcuni troveranno morte sicura ma altri si ricicleranno e si trasformeranno. Incontreranno una nuova vita e diranno che prima non c‚Äôerano o non avevano capito oppure non si erano resi conto di cosa stesse realmente accadendo.
Pronti a ricominciare, ovviamente al primo cenno di distrazione dei più accorti. In ogni regione d‚ÄôItalia, in ogni provincia, in ogni comune ci sia il partito del reuccio di Arcore si fanno conti e si fanno affari. e tutti i conti e gli affari si fanno seguendo la stessa logica imprenditoriale: io progetto, creo, organizzo, festeggio, inauguro, bandisco gare, elargisco appalti, invento programmi con i soldi pubblici con il solo ed unico scopo di crearmi un sottobosco di clientela politico-affaristica che mi venga in soccorso quando dovesse servirmi. E quando? Per esempio al momento di un‚Äôelezione, al rinnovo di un consiglio di amministrazione, quando si debbano nominare consiglieri di un ente pubblico, quando si debba costruire una strada davanti a casa mia, o una chiesa davanti alla casa del prete che ha benedetto le mie nozze o una casa nuova all‚Äôavvocato che ha consacrato la mia separazione senza eccessivo esborso.
E’ una rete inestricabile di fattura infinitamente peggiore di quella che a suo tempo fu costruita da Craxi (un altro statista – sic!)
Berlusconi passerà. Nonostante tutto non ha ancora comprato le azioni dell‚Äôultraterreno‚ĶCredo.
Purtroppo i sorci scappano ma la lezione l‚Äôhanno imparata e sono certo che il berlusconismo troverà altra linfa e nuova vita prima o poi in forma più virulenta e cattiva.
A meno che non si crei un cortocircuito e venga spazzata via l’ignoranza e la dabbenaggine italica in   poche (pochissime) generazioni. Un augurio che faccio a tutti quelli che verranno.

Amore e dating online

La nostra è la generazione del dating online, tra i trenta ed i cinquanta anni ci si trova in rete. E‚Äô un mezzo come un‚Äôaltro per ampliare le conoscenze. Questa almeno è la teoria. In pratica mi sono sempre ritrovata a dialogare con uomini che alla fine, anzi no prima della fine mi chiedevano il dolce.

Tutti in giro con cali glicemici?

No, tutti colpiti da bulimia dei sensi. Anche io ho navigato e mi sono divertita a farlo. Ho conosciuto uomini interessanti ed anche dei veri idioti, più o meno quello che succede nella realtà. Ho sostenuto dialoghi un pò piccanti e cene virtuali. Buffo l‚Äôapproccio è del tipo: immaginati tesoro che io ti abbia portato a cena in un posto fatto così, con un‚Äôatmosfera giusta e via con descrizioni minuziose. Nel menù sono generosissimi, delle prelibatezze indiscutibili, tanto il conto è virtuale. On line ti arrivano al volo anche decine di fiori, pure quelli non costano nulla. Insomma si evince che la teoria del corteggiamento i maschietti la conoscono, ma la applicano solo virtualmente.

Ho ascoltato mariti depressi e separati fin troppo brillanti. Mi sono fatta un‚Äôidea del mondo degli uomini e di quanto sia semplice capirli. Gli uomini sono trasparenti, anche quando fingono un ermetismo che proprio non gli appartiene. Gli uomini esprimono i loro bisogni, sempre, soprattutto quando hanno voglia di dolce. La differenza può farla la dialettica, sinceramente chi coniuga male i verbi è anche un pessimo amante. E‚Äô sempre l‚Äôattenzione che fa la differenza. Quindi in rete il solo indizio che puoi considerare fino da subito è la capacità di usare le parole. Una sorta di dimmi come scrivi e ti dirò quanto e come ti piace il dolce. E‚Äô comunque rischioso, nel senso che questa non è la regola. Sono uscita una sera con un tipo che mi lanciava sfide letterarie, la cena è stata piacevole il dolce sembrava uno di quelli buoni fatti in casa, era invece un dolce da grande distribuzione. Esattamente come i quattro salti in padella.

E‚Äô l‚Äôepoca della coppia free, i dolci si mangiano dove capita, infondo anche le pasticcerie esistono da sempre. Spesso mi immagino la scena di lui che rientra a casa e non ha voglia di cenare: ha già mangiato fuori, cena completa di dolce e lei che gli racconta di essersi sbafata una sacher deliziosa. Che dire magari ci si possono scambiare le ricette in questi casi? Insomma se si è così golosi non occorre sbandierarlo ai quattro venti solo per avere la coscienza libera. La coppia libera, in sintesi, è l‚Äôadattamento economico di una coppia scoppiata. Si decide di restare insieme per condividere affitto e spese domestiche poi ognuno mangia dove vuole. Costa meno delle famiglie allargate in effetti ed i bambini non fanno confusione sulla quantità dei nonni. Che poi accade che qualche bimbo abbia sei nonni e qualcuno nessuno e questo non è giusto e non solo per un fattore matematico.

Con il dating online scegli i dolci che vuoi come al supermercato, ma essendo appunto un supermercato la qualità ne risente. Ciò che i buongustai cercano è invece il cosidetto prodotto di nicchia. Insomma se vivi a Milano i salumi e la gastronomia migliori sono da Pek in via Spadari, esci da lì con una confezione accurata se occorre anche termica. Ecco perchè io preferisco uscire la sera anche se il mattino successivo ho la testa effetto spugna. Del resto in un epoca molto animalista credo di essere una delle poche e rare donne che ama la caccia, anche quella vera con cane e fucile. No la mia mira fa schifo e non ho il porto d‚Äôarmi quindi niente morti, solo il piacere della ricerca e di un buon segugio. Potrei addestrare un lagotto da tartufi li adoro. I tartufi ed anche i lagotti.

Sono iscritta ad un sito di incontri un dating on line appunto. Ogni settimana trovo tra le mail un messaggio che dice: Abbiamo trentacinque nuovi membri da presentarti. Dico io trentacinque ogni sette giorni che per un mese fanno centoquaranta membri. Che per un anno; no così si diventa diabetici. Poi dico io il testo, trentacinque membri, insomma concordo sul chiamare le cose con il loro nome in certi casi, ma questo lo trovo esagerato e pure di cattivo gusto, insomma chiamateli iscritti così diventa unisex. Ai maschietti che scrivono? Abbiamo trentacinque vagine da farti incontrare. Magari fosse direbbe qualcuno, anzi lo direbbero tutti i membri iscritti. E cosi vai membri e vagine come nei cartoni animati di Pene e Vagina.

Si io mi sono iscritta in un pò di questi siti tanto le signore non pagano, ai maschietti chiedono soldi invece, come nella realtà. Non ho mai pagato un ingresso in discoteca i miei amici maschi sempre. La rabbia è stata che quando mi sono iscritta come uomo ho potuto sostare gratuitamente solo tre giorni e tre notti. Ho bevuto litri di caffè, ma mi son fatta un‚Äôidea di come le signore viaggiano in rete. Vergognoso e poi ci lamentiamo di quei santi degli uomini. Sono rimasta sconvolta si batte anche nei dating on line ed in quel caso soldi non sono virtuali. E‚Äô il mestiere più antico del mondo che sta al passo coi tempi infondo.

 

 

Lo “Strascino”

Osservando la querelle tutta verbale tra l’onorevole Alessandra Mussolini e il ministro per le pari opportunità Mara Carfagna, mi viene in mente un simpatico siparietto tratto dalla famosa favola in musica di Giambattista Basile: “La Gatta Cenerentola“, opera splendidamente riadattata per il teatro da Roberto De Simone che prevede nella parte finale, la cosiddetta scena delle ingiurie, ovvero una scena in cui la matrigna da un lato e le lavandaie dall’altro si scambiano tutta una serie di epiteti figurati e metaforici decantati in un napoletano antico e sublime che danno una veste colta e letterata anche all’insulto più nefando; le chiassate, dette anche “jacovelle”, tra le donne del popolo (vajasse) finiscono quasi sempre con il rituale dello “strascino”, ovvero la presa per i capelli da parte di una delle due contendenti al fine di trascinarene l’altra per terra o preferibilmente sulle scale, in questo caso vedo il ministro avvantaggiato non foss’altro che per il taglio di capelli.
Mi auguro che non finisca così, in quest’Italia rappezzata ci manca solo un finale grottesco da opera dei pupi per infilare così il più grande numero di squallide figuracce agli occhi di noi stessi più che del mondo intero. Sicuramente in una fase politica così complicata e complessa se proprio dal centro destra nasce un caso Cosentino ovvero una levata di scudi che cerca di far capire che possiamo arrestare quanti latitanti vogliamo ma che se non estirpiamo il cancro alla radice questo comunque si metastetizzerà in mille altre forme, allora possiamo credere che l’araba fenice può e forse deve, rinascere solo dalle sue ceneri, solo se distruggi puoi ricostruire, per questo motivo chi viene illuminato sulla via di Damasco e dopo la Carfagna credo (spero) che altri lo saranno, forse comportarsi in modo così corretto ed elegante non è proprio l’ideale, se infatti da un lato onora il merito del protagonista, dall’altro “trascina” pericolosamente l’agonia di un mondo che proprio nelle sue battute finali può riservarci le sorprese più dolorose, in un moderno “strascino” che non vede soccombere per terra solo uno dei contendenti ma tutto il paese.

Cosa sapete dell’Italia Liberata su Facebook?

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In una serata iniziata il 20 novembre e conclusa 48 ore dopo, non cambia la musica,¬† perch謆 Tudo isto existe Tudo isto é triste Tudo isto é fado. Era iniziata¬† pesante o meglio sul finire della giornata, con certi stralci di cronaca come questo: “L‚ÄôAquila 20 novembre 2010, epicentro della crisi del XXI secolo, cuore dello sciacallaggio di stato… violentare la storia, il presente e il futuro degli abitanti di un territorio”


oppure: fra tre giorni trentennale del terremoto in basilicata e irpinia….fu cesura netta …ed è voragine oggi¬†¬† ti allego stasera (notte direi , vista l’ora) un link sul terremoto dell’80….è un documentario girato da Lina Wertmuller e trasmesso (se la memoria non mi inganna) un anno dopo e cioè nel 1981… il documentario comincia al minuto 0.46 …….(il link porta il numero 6 perchè chi l’ha pubblicato lo ha fatto mettendo in sequenza due documentari sul terremoto dell’80) …..http://www.youtube.com/watch?v=IwIGe1iiCsU …ti invito a guardarlo con calma , è un documento molto interessante che oltre a parlare del terremoto ne fa pretesto per ritrarre un sud italia in fuga dal passato, è un documento etnografico in un certo senso …. certe considerazioni mi ricordano pasolini e il mondo contadino…. un saluto e fammi sapere appena lo vedrai cosa ne pensi ….Risposi all’amica: Sarà colpa del Fado? ‚ÄúHa trovato la sua incubazione negli ambienti al confine della malavita e della piccola delinquenza urbana, analogamente a quanto accadde con il tango in Argentina e col samba in Brasile, e con la stessa canzone tradizionale napoletana‚Äù.

Ma il bello doveva venire, in una domenica di novembre che più piovosa non si poteva, illuminata dalla Luce del Mondo di un Don che si faceva partecipe dell’Apertura del Con Dom per Tutti! Annunciai che eravamo FORA DEL TUNNEL…!ANSA : “Il direttore del programma Unaids delle Nazioni Unite per la lotta contro diffusione del virus dell’aids, Michel Sidibe, ha definito un ”passo avanti significativo e positivo” …l’affermazione fatta da Benedetto XVI sull’uso del preservativo in particolari casi, contenuta nel libro-intervista ”La luce del mondo”. ”Questa iniziativa riconosce che un comportamento sessuale responsabile e l’uso del preservativo hanno un ruolo importante nella prevenzione di hiv/aids”, ha aggiunto.” E fu Giubilo, ci stavamo Liberando…con il Sesso Sicuro, che mi fu raccomandato in quanto delizioso spot francese.

Mandai un Secondo Aggiornamento. Il Papa: “Bisogna educare il popolo di Dio al silenzio” I COMMENTI NON SONO DISABILITATI.Tra battutacce da squola imbecille, riportai tutti all’ordine delle Armi e degli Affari, arrivava Report con Finmeccanica. Ma intanto nuove amicizie si intrecciavano tra cui una con un giovane africano, vivente…in Italia, forse…che mi manda in anteprima assoluta mondiale un video, Swèd Ellil.wmv, accompagnato così: “Mohamed Ben Hammouda dedicato a tutti gli amici… specialmente agli amici in Tunisia che non possono accedere a “Youtube” per una censura di stato”.

Mi era venuta in mente tra le altre cosette di FB, la storia AfroItaliana che avevo raccolto: “Marcus era uno smilzo di 50 chili, senza denti e veniva dal Gambia. Aveva girato mezzo mondo prima di arrivare a Rosarno.¬†Marcus aveva 35 anni ma ne dimostrava quasi il doppio e¬†viveva in un luogo che semplicemente negava la dignità umana… Ed è veramente inaccettabile che oggi esseri umani siano costretti a vivere in condizioni che di umano non hanno veramente nulla…Lo sento ieri sera: “Marcus domani vengo a trovarti”, e lui ” mi porti del riso per piacere…”Sembra proprio una storia a lieto fine, una di quelle che “e che cazzo una per il verso giusto ogni tanto…”, e invece stamattina qualcosa accade: vanno a trovarlo in ospedale alcune scout, tornano sconvolte con un borsello con dentro il telefono di Marcus e qualche effetto personale: “Peppe, Marcus sta male, è in coma!”Corriamo in ospedale e davanti a noi una scena raccapricciante: fai fatica a credere che era quello che ieri ti ha chiesto di portargli il riso. “Cos’è successo?” – “Probabilmente un ictus”, “aveva un problema serio al cuore, una¬†polmonite bilaterale e altre complicazioni…”Marcus era un piccolo grande uomo e ci lascia in eredità la sua saggezza africana, la sua dignità di lavoratore, il suo amore di padre e marito.Addio Marcus, la terra ti sia lieve…”

A serata inoltrata dopo un mare di risate di cuore e una gara a dare notizie equo solidali, mi sono trovata a scrivere, data la quantità spropositata di pioggia perchè il Tempo sappiamo che fa, quanto appresso: “pare che Paolo Conte abbia scritto solo Vieni Via Con Me DUNQUE…DICO DUE BALLE AD UN TIZIO SEDUTO PIU’ IN LA’… E ALLORA UNA GIORNATA AL MARE CHI VUOLE SE NE VA VIA CON SE’…TANTO PER NON MORIRE…DI LUNEDI’.

E stamattina si riprende a fare da ponte, con quella grande speranza che può dare una cerimonia significativa come quella che il Papa consegna gli anelli ai nuovi 24 cardinali e vedo davanti un futuro Rosso, rosso rosso come quello che ha sottolineato il Papa: “Sull’anello che oggi vi consegno, sigillo del vostro patto nuziale con la Chiesa, è raffigurata l’immagine della Crocifissione”, mentre “il color del vostro abito allude al sangue, simbolo della vita e dell’amore”.

Da ultimo da un certo Ufficio Stampa, cn cui ebbi anche un incontro privato di mail, mi sottolinea questa mia previsione di trend, con altra mail ricevuta per posta nella notte: “Pizzo, pelliccia e tanto rosso per le poltrone per top manager e leader politici griffate ‚ÄúVip‚Äù Ventata fashion per le sedute ¬†realizzate da Vittorio Pappalardo che si classificano nella top list dei regali per Natale dei Vip. Un must che è stato donato anche al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed al numero uno di Confindustria Emma Marcegaglia.”E come molti mesi fa Adius ma vaffan….canta Piero Ciampi: “e non ridere non conosci l’educazione?”

Non torniamo¬† dove non ci siamo mai sedute, le poltrone non fanno per noi, tranne quella al pc e registriamo sulla pelle, come la Droga e il Traffico mondiale Multimediatico, con Agenzia Importazione Cocaina , hanno devastato interi non solo “quartieri degli USA, distruggendo cervelli e la volontà di lottare, di protestare…” ma qualsiasi Buon Senso Umano per il Bene Comune, finito in centinaia di tonnellate di¬† Mondezza e Rifiuti.Come dovrei concludere questo articolo secondo voi, se mai vogliamo chiamarlo così, il Report scellerato di nullafacenti su Facebook? Solo in un modo forse…e come l’ho iniziato: Tudo isto existe Tudo isto é triste Tudo isto é fado. Non contate sul nostro silenzio, abbaiamo starnazziamo ragliamo miagoliamo becchiamo,¬† con tutta la rabbia e l’amore che c’è ed¬† avremo. E così sia. Oggi niente Tappeti Rossi: Il mondo dello spettacolo si ferma, quasi tutto, perchè nei Titoli di coda c’è gente che lavora…Mi spiace per quanto non ho potuto riportare di Giornate vietate e dedicate ai Minori, e non fate l’ Amore in chat, fatelo nella vita.
Grazie Facebook.

Doriana Goracci

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Dal 2011 alla monnezza napoletana penserà una specialista?

Munnezz!!
Creative Commons License photo credit: AdrianoIt

Amici, la nostra Ministra delle pari opportunità Mara Carfagna ha confermato:

Corriere della Sera, tutto quello che non sapere sulle dimissioni di Mara Carfagna

Vado via dal 15 dicembre ¬´Lascio Pdl, Parlamento e ministero, lascerò lo scranno di parlamentare, perché non voglio dare adito a strumentalizzazioni¬ª !? Pare che, essendo Lei una partenopea DOC, dal prossimo 2011 si occuperà a tempo pieno di Napoli e del irrisolvibile problema della monnezza !? Alleluia !!!!

Molto bene! Direi che nessuno è più qualificato di Lei, per occuparsi di monnezza !?

Tutto quello che non avete mai visto sulle qualità di Mara Carfagna

Ancora una volta, dissento dal nostro Cavaliere che, ha definito Mara Carfagna, ininfluente !?

Il peccato dell’origine

Sig. Giuliano lei mi scuserà se io torno costantemente sul tema della religione ma come lei ben sa io sono piuttosto ateo e le sue affermazioni molte volte mi fanno sorridere.

Come promesso apro un articolo sul tema.

Mi riferisco all’articolo “non aver paura di non tacere” e vorrei approfondire un punto.

Tralascio le sue affermazioni in cui sostiene che gesu cristo sarebbe da 2000 anni presente nelle chiese, in quanto se fossi in lui le distruggerei tutte e mi vergognerei come un ladro per quello che avrei dovuto assistere per 2000 anni.

Ma comunque..de gustibus….

Mi permetta di fare però una riflessione, che forse, alla sua mente obnubilata dai dogmi è sfuggita!

Lei afferma che

“il Battesimo,cancella la colpa d‚Äôorigine e ci riapre la porta del Regno; tuttavia, tale colpa, ha lasciato nel nostro animo,una cicatrice indelebile. Essa ci rende sensibili alle lusinghe ed alle false luci che il mondo ci offre e che noi tutti,dobbiamo rifuggire usando umiltà, ragione e buona volontà. Nessun uomo,laico o prelato che sia, è immune da questa condizione.”

Mi scusi ma quale colpa? Quella di aver mangiato una mela? Ecco qui si innesca un mio dubbio.

Ma se dio ha creato l’uomo e la donna e li ha messi nel paradiso terrestre,mi chiedo con che criterio li abbia creati:

Li ha creati per infinita bontà oppure animato da perversa crudeltà. Mi spiego meglio affinchè non mi tiri fuori la solita cantilena di gesù morto in croce.

Se per infinita bontà questi due esseri umani dovevano avere un culo spropositato di poter approfittare di un paradiso tutto per loro. Anzi ma a quel punto a che pro creare una terra così grande se bastava un paradiso, tanto c’erano solo loro due!

E se erano esseri superiori non potevano venire tentati in quanto dovevano per forza essere immuni.

Diverso invece se questi due esseri invece non erano superiori, ma esseri in tutto e per tutto uguali a noi.

A questo punto questi due esseri subivano le lusinghe e le tentazioni ed allora non aveva senso tenerli segregati nel paradiso terrestre, ma potevano andare tranquillamente per la loro strada, in quanto questo dio perverso sapeva benissimo che si sarebbero dannati

Ed allora le torno a chiedere, quale colpa? La colpa di essere nati soggetti alle lusinghe? Ma è stato dio a crearli così. E questo dio perverso non aspettava altro che questi due esseri peccassero per poter dare finalmente libero sfogo al suo istinto di cacciarli definitivamente dal paradiso.

E poiché a noi, come lei dice ci rimane una cicatrice, non è cambiato nulla, peccatori eravamo prima e peccatori siamo ora. Allora questo gesu cristo che accidenti ¬†di colpa ci ha tolto?

La prego sig. Giuliano, mi chiarisca questo dubbio: però le chiedo un favore: non mi tiri fuori la storia di suo padre antifascista o di sua moglie o della sua famiglia che la conosciamo a memoria, e tanto più si risparmi la tiritera di gesù morto sulla croce che anche questa la conosciamo tutti a memoria.

e prima che lo faccia lei, le faccio notare che volutamente ho scritto gesu e dio con le lettere minuscole.

Grazie

Benedetto XVI, conosce la funzione del profilattico?

Argentinean condom
Creative Commons License photo credit: JorgeRioBRAZIL

Amici, mentre sto leggendo quanto riportato dal Corriere di oggi sono allibito.

Sul Corriere della Sera le prime parole di Benedetto XVI a favore del profilattico

In merito al contenuto del libro-intervista Luce del mondo del giornalista tedesco Peter Seewald (di cui l’Osservatore Romano ha anticipato alcuni passaggi) ho la netta sensazione che il Santo Padre non conosca molto bene la funzione del profilattico!?!?
Sarebbe bene che qualcuno spiegasse a Benedetto XVI la vera unica ed esclusiva DUPLICE funzione di un profilattico!!!
Caro Santo Padre un profilattico, dettosi anche preservativo, ha una primaria funzione ANTICONCEZIONALE per evitare gravidanze indesiderate e rappresenta quindi la prevenzione primaria contro l‚Äôaborto !!! La seconda funzione, probabilmente più importante della primaria, è quella di essere il metodo più sicuro oggi al mondo, come PREVENZIONE al contagio epidemico di malattie letali quali la AIDS !!! Carissimo Santo Padre in tutti e due i casi, chiunque utilizzi il profilattico, lo fa per fare sesso senza problemi e senza congetture etico morali di cui, la Sua Eminenza si preoccupa inutilmente!!!
Caro Santo Padre, se Lei fosse un comune mortale peccatore, come qualche miliardo di persone NORMALI, avrebbe delle pulsioni carnali che per essere soddisfatte necessitano di un oggetto, pensato dalla scienza e prodotto industrialmente che si chiama PROFILATTICO!

Per cui, carissimo Santo Padre, prima di esternare assurdità come quelle riportate nell‚Äôarticolo sopra allegato, rifletta e parli di argomentazioni a Lei più confacenti. Lasci ai LAICI e agli SCIENZIATI, decidere se è bene o male che vengano utilizzati i profilattici e soprattutto visto che per Voi ecclesiastici, il profilattico, è un oggetto che non dovrebbe servirVi, vista la Vostra propensione forzata alla CASTITA‚Äô, occupatevi dei Vostri problemi e lasciate ai LAICI PECCATORI decidere se è bene o male utilizzare per quale scopo e ragione, un ¬´satanico¬ª profilattico!

Santo Padre, Lei si occupi delle Sue orazioni e preghiere, che alla nostre pulsioni sessuali pensiamo noi laici peccatori!

Santa Romana Chiesa con la sua intransigente messa all‚Äôindice del preservativo, è responsabile della diffusione della AIDS nel mondo e di tutti i bambini che muoiono di fame nel terzo mondo che avrebbero potuto fare a meno di nascere!!!
Solo l’ignoranza, l’integralismo e il pregiudizio possono condannare un metodo preventivo come il profilattico!!!

Mai pi√π disoccupati: “vecchi” e giovani accomunati

Mi viene in mente la faccia mortificata di un signore che avevo avvicinato a Milano per chiedere quale mezzo di superficie potessi prendere per andare dove dovevo andare, dopo la mia risposta “non con la metro, perchè il biglietto l’ho già utilizzato” e lui “ma in superficie ci mette un secolo, mentre con la metro arriva in 10 minuti” e io “ma dovrei spendere un altro euro, mentre in superficie ho ancora ¬†tempo da utilizzare, tanto sono disoccupata!”.

Mi ritrovavo a 53 anni a risparmiare su un biglietto come quando da ragazzina da Ponte Garibaldi me la facevo a piedi fino a Piazzale Clodio per comprarmi il disco dei Procol Harum. Adesso invece, dovevo stringere la cinghia in attesa dell’accredito del mio ultimo compenso da co.co.pro. nel tentativo di tirar su la somma dei miei insufficienti contributi per andare in pensione a 60, motivo per cui mi ero trasferita. Veramente mi serviva tirarli su non nella gestione separata bensì in quella ordinaria, ma quell’incarico nella Milano più generosa di occasioni ero sicura che mi avrebbe portato bene. E non sbagliavo.

Dopo 3 anni di somministrazioni tre mesi per tre mesi, e i contributi che desideravo oltre ad un lavoro che amavo e per il quale ero ricambiata con altrettanto affetto dalle persone che aiutavo a trovare un lavoro, la mazzata. Via tutto dalla scrivania, niente rinnovo, per decreto legislativo. Ma il mio lavoro era nel pieno della produzione! Sconcerto e disoccupazione.

Si trova il sistema: riprendo da dove avevo interrotto ma con altro contratto, che però non dava diritto a indennità di disoccupazione appena smesso.

Termina la produzione (chiude il Settore), e tutti a casa.

Trovo il sistema di recuperare il diritto all’indennità di disoccupazione con un lavoro breve ma nella gestione ordinaria. ¬†A 59 anni è improbabile che trovi altra occasione, quindi devo spalmare l’indennità su due anni anzichè uno, in attesa della pensione.

Che vita avventurosa, alla fine! A me non dispiaceva cambiare spesso lavoro, cimentarmi in nuove imprese e viaggiare. I miei periodi di disoccupazione sono andati da pochi giorni a 2 anni, parzialmente o per nulla coperti a seconda del contratto dal quale provenivo. E questo secondo me è il problema da affontare: la copertura nella transizione. Nel vecchio, lento tram, nel più veloce e nuovo, e quando possibile prendendo la metropolitana, l’importante è avere un posto dove andare per sentirsi ed essere visti attivi, senza pagare il biglietto se disoccupati in cerca di lavoro. Ma un posto che non sia deposito di curriculum e “si guardi le inserzioni” bensì “a domani, per l’avvio al lavoro o l’indennità di disoccupazione”. Per tutti sicura, senza distinzioni.

A Pisa, Siracusa, Torino e Napoli arriva la meritocrazia nella scuola…Premiati docenti e scuole ‚Äúmigliori‚Äù

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¬´Ogni bambino è un individuo prezioso¬ª, scriveva Michael Young l’artefice del termine meritocrazia: ¬´La scuola non deve essere legata alle strutture dell’ occupazione, piegata a fornire gente per il lavoro, bensì spinta a incoraggiare tutti i talenti umani¬ª
Ovviamente da umanista socialista che era Young, per lui la meritocrazia aveva un significato negativo, al pari di aristocrazia. Ma i governanti ed i politici hanno colto tale termine per ribaltare la sua essenza.
Meritocrazia, ovvero competizione, ovvero ulteriore tassello che comporterà la piena trasformazione della scuola pubblica in scuola aziendale.

Ecco quanto si legge in una nota del 18 novembre 2010 del Ministero della Istruzione:
Per la prima volta dopo decenni di dibattiti parte finalmente un progetto concreto che introduce il merito nel sistema d‚Äôistruzione italiano, per valutare e premiare le scuole e i docenti migliori. La sperimentazione ha l‚Äôobiettivo di individuare criteri, metodologie e competenze per valorizzare il merito e migliorare quindi la qualità del sistema scolastico secondo le migliori esperienze europee ed internazionali. La sperimentazione sarà finanziata con parte del 30% dei risparmi ottenuti grazie alla razionalizzazione delle spesa al netto delle risorse destinate al recupero per il personale docente degli scatti biennali.
Ai docenti particolarmente meritevoli ‚Äì continua il comunicato stampa – verrà assegnato un premio pari ad una mensilità di stipendio. Agli istituti migliori un premio fino ad un massimo di 70 mila euro.
‚Äú√à un giorno storico ‚Äì ha dichiarato il ministro Mariastella Gelmini – Finalmente si iniziano a valutare i professori e le scuole su base meritocratica. Premi dunque ai migliori e non soldi legati solo all‚Äôanzianità di carriera che comunque, grazie allo sforzo del governo, sono stati garantiti a tutto il settore‚Äù.

Progetto sperimentale per la valutazione delle scuole.
Il progetto sarà proposto a tutte le scuole medie delle province di Pisa e Siracusa.
Le scuole saranno valutate prendendo in considerazione:

* il livello di miglioramento degli apprendimenti degli studenti, individuato attraverso i test INVALSI;
* una serie di indicatori (rapporto scuola-famiglia, rapporto scuola-territorio, gestione delle risorse, livelli di abbandono‚Ķ) verificati da un team di osservatori esterni composto da un ispettore e da due esperti indipendenti che, al termine delle attività, proporranno una relazione complessiva.

Sulla base dei risultati ottenuti verrà formulata da una Commissione tecnica regionale una graduatoria finale. Alle scuole che si collocheranno nella fascia più alta sarà assegnato un premio (fino ad un massimo di 70mila euro) da destinare esclusivamente al personale effettivamente impiegato nell‚Äôistituto durante il periodo di sperimentazione.

Contemporaneamente sarà avviato un monitoraggio sull‚Äôintera sperimentazione per analizzare i cambiamenti nelle scuole a seguito dell‚Äôintroduzione dei meccanismi di valutazione.

Progetto sperimentale per premiare i docenti migliori.
Il secondo progetto mira ad individuare metodi e criteri per premiare gli insegnanti che si distinguono per le capacità e la professionalità dimostrate.
La sperimentazione riguarderà i docenti delle scuole di due città, Torino e Napoli.
In ogni scuola verrà costituito un ‚Äúnucleo‚Äù composto dal Dirigente scolastico, da due docenti eletti dal Collegio dei docenti e dal presidente del Consiglio di Istituto in qualità di osservatore. Il ‚Äúnucleo‚Äù avrà il compito di valutare i docenti che hanno aderito volontariamente alla sperimentazione.La valutazione farà riferimento a due elementi:

* curriculum vitae;
* documento di valutazione.

In aggiunta a questi elementi il nucleo dovrà considerare anche i risultati di indagini realizzate per rilevare l‚Äôapprezzamento dei docenti da parte dei genitori e degli studenti. Sperimentare l‚Äôutilizzo di indicatori dell‚Äôapprezzamento da parte di genitori e studenti costituisce un elemento qualificante della sperimentazione, poiché rende la valutazione più completa, significativa e soprattutto non autoreferenziale.

Gli insegnanti meritevoli saranno individuati e premiati entro aprile/maggio 2011.
Una quota del 30% consentirà, inoltre, di rafforzare l‚Äôazione dell‚ÄôINVALSI ed estendere ad altre materie e livelli scolastici l‚Äôutilizzo di test per la valutazione degli apprendimenti.

Nel recente passato sono state effettuate varie lotte, varie giornate di mobilitazione, di comunicazione, seminari, convegni, proprio per denunciare il vero scopo dell’INVALSI.
Invalsi che ora svela la sua essenzialità, cosa che era stata compresa sin dall’inizio in verità, ma pochi credevano che in tempi così rapidi sarebbe conseguita alla sua elaborazione , allo svolgimento di quei Test nelle scuole, l’applicazione diretta della meritocrazia.
Purtroppo la scuola delle competizioni, introdotta con il concetto di autonomia che è uno dei primari capisaldi del PD, non può produrre qualità nel senso di ottimo sviluppo delle capacità cognitive dei ragazzi.
Produce solo concorrenza aziendalistica, caccia agli sponsor, e rivalità tra docenti.
Si è riusciti in questo modo a dividere una categoria che ancora oggi non può essere definita classe, proprio perchè manca un vero e proprio senso di appartenenza.
Premiare i docenti migliori(?) ma chi ha diritto di decidere che un docente è più bravo dell’altro? Esiste la libertà d’insegnamento,qualcosa conta ancora in questa scuola che vuole ispirarsi proprio a quel modello inglese che tanto ha fatto discutere in precedenza?

Sarebbe cosa bella e giusta se i docenti selezionati come migliori rifiutassero quella mensilità aggiuntiva anche per rispetto di chi vive la precarietà lavorativa nella scuola.

Sarebbe cosa bella e giusta se le scuole che ricevono quei premi li rifiutassero anche per rispetto di quelle scuole che non possono permettersi l’acquisto della carta.

Appunto, sarebbe cosa bella e giusta.

Sarebbe…http://baronemarco.blogspot.com/

20 Novembre All’ Aquila Non C’ è Posto per Macerie e Manganellate di Democrazia

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“Sono passati quasi due anni dal terremoto e quì all’ Aquila va sempre peggio, per questo abbiamo deciso di tornare ancora una volta in piazza. Lo faremo il 20 novembre, invitando i movimenti a partecipare e a farsi carico di una situazione drammatica. Sulla nostra pelle si è fatto e si sta facendo di tutto, la nostra città sta morendo, tra il disinteresse generale: vi invitiamo a stare un giorno con noi, per capire, per lottare.”

Stavolta chi scrive questo, non è Luigia o Laura Tarantino o Miss Kappa, all’ anagrafe Anna Pacifico Colasacco o tante altre e altri che ho proposto e conosciuto in rete e nella vita, ma Epicentro Solidale. Lo dice la parola stessa, quanto sia importante esserlo e insieme, da qualunque parte provenga l’aiuto e come è possibile e un po’ anche se ci sembra impossibile. Andando avanti nell’articolo si legge. ” Oggi L’ Aquila è una città fantasma, svuotata, senza più abitanti, dove si sopravvive senza diritti, senza lavoro, senza casa, con una crisi economica e sociale che colpisce sempre più persone. Ma la crisi di questa città è la crisi di un intero sistema e quanto viviamo noi è un modello che rischia di riproporsi, in dimensioni e modalità ancora più drammatiche. Manifestare a L’ Aquila non significa solo essere a fianco di circa centomila persone. Significa soprattutto capire che le catastrofi oggi rappresentano sia la nuova frontiera dell‚Äôarricchimento, sia la forma di governabilità, il modello con il quale imporre l‚Äôordine attraverso lo stato di emergenza. Il terremoto ha rappresentato il varco oltre il quale ciò che prima non era politicamente conveniente è diventato condivisibile, “necessario”. Si sta distruggendo un territorio e si sta riducendo una città ad un’ unica strada, ad un centro commerciale, ad una serie di dormitori, ad una miriade di baracche. Contemporaneamente ci vengono rubati i diritti: prima del terremoto nessun@ avrebbe accettato la limitazione delle proprie scelte, persino nell’ agire quotidiano, nessun@ avrebbe accettato di essere trattato non più come un cittadino ma come un mendicante costretto a ringraziare. Nessun@ avrebbe accettato di essere licenziato dall’ oggi al domani, di perdere la propria attività lavorativa, di vivere tra transenne, cancelli, colonne di mezzi militari e divise di ogni genere. Nessun@ avrebbe tollerato che i morti, i crolli, le difficoltà, la miseria, diventassero oggetto di speculazione per le grandi imprese o di propaganda per i politicanti. Questo è il vero volto del “miracolo” aquilano: un disastro! Si sono serviti di operazioni ciniche e violente: la militarizzazione del territorio, i sistemi di controllo, i campi, la sovraesposizione del G8, la Protezione Civile, i commissariamenti, le menzogne, il buonismo, la creazione di falsi nemici e di falsi miti. Vogliono produrre una società priva di ogni capacità critica, decisionale, resistenziale, frantumata in tante microscopiche nicchie; una società che rinunci alla propria dignità in cambio di quattro baracche con il televisore al plasma. E vogliono un territorio ridotto a merce. E’  quanto sta accadendo qui, in quella che era una tranquilla cittadina di provincia, è quanto potrebbe accadere ovunque! Epicentro Solidale.”

Questa volta riporto altre voci come le Donne in nero dell’Aquila, non so quante siano ma spiegano chiaramente: “…la nostra resistenza è quotidiana anche senza riunioni e striscioni… Questa manifestazione nazionale per noi significa opporci a tutto ciò che abbiamo sempre contrastato: militarizzazione, razzismo e violenze, occupazioni di territori, guerre, ma oggi significa partire ancora più in profondità da noi stesse, che abbiamo dentro le ferite, gli strappi e le perdite, che il terremoto ci ha provocato.”
E altre da Vicenza, dove ancora si lotta contro l’allargamento della base militare, e da Novara, dove sarà sede della linea di assemblaggio finale dei cacciabombardieri F35, che con molt chiarezza dicono: “Ci indigna il fatto che il centro de L’Aquila sia ancora pieno di macerie e vuoto di vita, mentre il governo prosegue nel progetto F35, già costato a noi cittadini italiani 2 miliardi di euro, che prevede l’acquisto di 131 bombardieri, al costo di almeno 100 milioni di euro ciascuno. …Per questo simbolicamente e provocatoriamente vi regaliamo per il 20 novembre almeno 25 di quei cacciabombardieri: con i corrispondenti 2,5 miliardi di euro si potrebbe “ristrutturare il centro storico dell’Aquila, 5.000 case inagibili, l’ospedale e la casa dello studente”.

Sempre le stesse Persone che sono contro la Malarazza, la Tav, il Ponte, il Vat, le Macerie di Democrazia.

Se non fossi stata chiara, spesso mi disperdo: la  Manifesta Azione Nazionale è sabato 20 novembre a L‚’ Aquila. Non rido e non dimentico neanche io…i Terremotati Manganellati a Roma il 7 luglio 2010 nel Bel Paese dallo Stivale Sfondato.

La voce di Alessandra Cora ancora vive.

Doriana Goracci


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SOS L’AQUILA chiama ITALIA
20 novembre 2010
L’AQUILA – MANIFESTAZIONE NAZIONALE
PARTENZA ORE 14 da PIAZZA D’ARMI

Guarda la lista delle adesioni!

Per adesioni scrivere a anno1aq[at]gmail.com

Come arrivare, il percorso, dove parcheggiare

E’ consigliata l’uscita autostradale (A24), L’Aquila Ovest. Di li gli autobus procedono per poche centinaia di metri, fanno scendere le persone nel punto di inizio della manifestazione (Piazza D’Armi – Via Corrado IV) e proseguono vuoti fino all’area designata per il parcheggio (viale Gran Sasso)

Guarda la mappa del percorso e dei parcheggi

Prenotazione autobus: Trento – Marina 339.8918578 | Verona – Eugenio 340.3228533 | Vicenza Nord Est – Olol 338.1212235 | Torino – Ezio 333.7640360, Silvia 349.2189851 | Val di Susa – Maurizio 334.8655120 | Milano – Andrea 346.3989550, Luca 335.7633967 | Bologna – Ludovica 389.6874064, Martina 333.4867501 | Firenze – Doretta 333.9938910 | Perugia – Ermelinda 349.1441295, Antonio 320.4407552 | Roma – Bartolo 320.0855289, studenti università Stefano 328.9073489, altri numeri Roma: 320.0855289 – 334.3358006 – 329.9565127 | Ciampino – Fabio 349.7863626 | Marche – Marianna 333.1295984 | Pescara – Renato 338.1195358 | Napoli – Laura 338.3031201 | Matera – Sandro 349.1894737 | Palermo – Radio Aut 333.6394387

Per dormire all’Aquila: 348.9953458


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Fazio/Saviano/Maroni


Intanto sul fronte Rai, dopo l’ennesima richiesta di Maroni di avere un confronto in tv con Saviano, il direttore del terzo canale Ruffini apre le porte del programma . ¬´Se Maroni non intende fare una precisazione, ma leggere un elenco, una sua lista in veste di ministro degli Interni, attenendosi al linguaggio del programma, sarà anche in questo caso il benvenuto¬ª, spiega il direttore di Raitre. Invito subito accettato da Maroni. Il ministro si è detto ¬´soddisfatto¬ª della risposta di Ruffini. E quindi lunedì prossimo sarà in studio ospite di Roberto Saviano e Fabio Fazio.

Ora mi chiedo e se domani Saviano parla e descrive fatti e misfatti della Fiat che facciamo dobbiamo far leggere l’elenco anche a Marchionne e così per la Cisl, o per il sindaco di Fondi o per il ministro Bondi ecc ecc. Perchè per Maroni sarà possibile e per gli altri no? Quale sarà l’elemento discriminante?

Propongo, nel mio piccolo di boicottare il programma di Saviano in diretta

Fondamentali per l’occupazione e il sostegno in mancanza di lavoro

Tento di reagire alla sofferenza che provo nel vedere la disperazione di coloro che devono aggrapparsi ad un lavoro, anche se detestato, o non essendo più ¬† desiderati, perchè non abbiamo un sistema che garantisca e copra bene il passaggio da un lavoro all’altro, nel pubblico e nel privato, in modalità ¬†dipendente o autonoma. E immagino …
1) ¬†la concentrazione in uno stesso luogo di tutti gli aiuti per trovare lavoro: assistenza, orientamento, formazione, collocamento delle persone in cerca d’occupazione e erogazione di retribuzione sostitutiva
2) ¬†il finanziamento del regime d’assicurazione disoccupazione garantito dai contributi calcolati in base allo stipendio/compenso di qualsiasi genere:¬†3% (il 2% a carico del datore di lavoro e¬† 1% a carico del dipendente/collaboratore in monocommittenza, l’intero 3% a carico del lavoratore autonomo). Il contributo avrebbe un significato solidaristico, quindi chi ha più mezzi maggiormente contribuirebbe per aiutare tutti nei momenti di difficoltà
3) l’importo dell’indennità giornaliera: 20 euro netti, uguale per tutti in quanto garanzia di sopravvivenza, non vincolabile a tenore di vita precedente
4) che la persona in cerca d’occupazione debba accettare le offerte di lavoro/percorsi formativi¬†ragionevoli (in caso di rifiuto di due offerte ragionevoli, possa essere sanzionata).
Esempio lavoratore¬†dipendente/collaboratore che perde l’impiego: nel corso di un decennio poniamo versi,¬†¬†su un reddito IRPEF¬†di 15.000 euro l’anno,¬†150 euro (1%) e resti disoccupato per 2 anni, l’accantonamento sarebbe di 1.500 euro, mentre l’indennità ricevuta ammonterebbe a 14.600 euro. La differenza, 13.100 euro,¬†sarebbe coperta da chi continua a lavorare ininterrottamente, ma poichè il concentramento in unico luogo di assistenza, orientamento, collocamento e erogazione della retribuzione sostitutiva garantisce che venga avviato ad altro lavoro dipendente o autonomo richiesto dal mercato, il sistema complessivo dovrebbe reggere molto meglio di quanto regge ora.
Esempio lavoratore autonomo che perde mercato: nel corso di un decennio poniamo versi,¬†¬†su un reddito IRPEF¬†di 15.000 euro l’anno, 450 euro (3% intero) e abbia un periodo di crisi per 2 anni, l’accantonamento sarebbe di 4.500 euro, mentre l’indennità ricevuta ammonterebbe a 14.600 euro. La differenza, 10.100 euro,¬†sarebbe coperta da chi continua a lavorare ininterrottamente, ma poichè il concentramento in unico luogo di assistenza, orientamento, collocamento e erogazione della retribuzione sostitutiva garantisce che venga avviato ad altro lavoro dipendente o autonomo richiesto dal mercato, il sistema complessivo dovrebbe reggere molto meglio di quanto regge ora.
Nota bene: sia i lavoratori autonomi che quelli dipendenti verrebbero tutelati, ed entrambi sarebbero incoraggiati sia a mobilità interprofessionale che territoriale, non essendovi disparità di trattamento a livello regionale.
Vi sembra una proposta insostenibile? Ne avete una migliore? Si potrebbe sperimentare in un piccolo comune virtuoso per cominciare?

La guerra della firme che lascia tutti soli…non solo Saviano

firme

Riflettevo su come cominciare questo post e mi era venuto in mente un inizio che avrebbe dovuto essere pressappoco questo: “Sia chiaro, Il Giornale mi fa schifo. Non sopporto quelle teste di Feltri, né le teste di Sallusti. La campagna contro Saviano lanciata ieri da quel quotidiano è ignobile”.
Poi, continuando la riflessione mi sono detto: “Ecco, ci sto cascando…”. Stavo cadendo (e forse comunque ci sono caduto) nel trappolone mediatico delle parti contrapposte, che da una parte celebrano l’eroe del momento e dall’altra tentano di distruggerne la forza attrattiva. In queste condizioni, se non sei “pro”, rischi di essere assolutamente “contro”. Stavo, in pratica, mettendo le mani avanti per non dover stare eventualmente a spiegare le considerazioni successive, che con molta probabilità sarebbero state lette in uno stato di (anche involontario) pregiudizio. Non è poca fiducia in chi legge, la mia. Non posso permettermela, non considerandomi un intellettuale, figuriamoci così raffinato da poter ostentare una qualunque superiorità. La mia supposizione deriva dalla semplice constatazione generale.
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Dunque, andando al sodo, considero certamente la campagna contro Saviano lanciata da Il Giornale, assolutamente squallida. Sia per l’essere contro una persona e non un qualcosa, sia per la chiara volontà di zittire lo scrittore casertano colpevole di aver raccontato i legami tra mafia e imprenditoria e politica nel Nord. E la volontà di zittire è sempre deprecabile e da combattere. Non è stata la prima volta che Saviano ha accostato la criminalità organizzata al Nord, l’ha scritto e detto molte volte. Solo che lunedì 15 novembre c’erano 9 milioni di persone ad ascoltare il monologo dello scrittore casertano, che ha detto ¬´Lega Nord¬ª. Saviano ha ricordato che la mafia fa affari dove ci sono i soldi, che nel Nord Italia ce ne sono e che perciò lì la criminalità organizzata si inserisce. E’ lapalissiano. Un sillogismo perfetto e inoppugnabile. Perciò Il Giornale ha dovuto andare indietro con la memoria di qualche anno per recuperare un articolo dell’autore di Gomorra e strumentalizzarlo. Puerile e meschino.
.
Ma, sapete come ho saputo di questa campagna del quotidiano del padrone? Leggendo su L’Unità la contro campagna contro Il Giornale che è contro Saviano. Una sfida a duello fatta con le biro, anzi, fatta con i polpastrelli sulle tastiere di casa o dell’ufficio. “Il Giornale fa partire una campagna contro l’autore di Gomorra ‘che dà del mafioso al Nord’. Noi non ci stiamo” si legge sul sito de L’Unità e sulla pagina Facebook appositamente creata. E’ la conferma che il senso della campagna è il contro quello che è contro quell’altro.
Sono andato su quel sito e stavo per apporre la mia firma virtuale. Poi ho chiuso la pagina che contava già oltre 40mila adesioni in quel momento, perchè mi sa tanto di autoconsolazione, di giustificazione a stare a casa. Pulsante sinistro del mouse a cliccare su “mi piace” o “invia la tua adesione”, un commento che accompagna la firma e sono una persona che ha fatto qualcosa. Avrei detto la mia al giornale del ducetto? Gliene avrei finalmente dette quattro a Feltri e Sallusti? Manco per niente. Rifletto un attimo e mi accorgo che avrei usato le parole di qualcun’altro, non le mie. Qualcuno dice e io mi accodo. Qualcuno parla per me e anzi peggio, mi dice che io sono contro la campagna contro Saviano per quel dato motivo.

Mi sono chiesto, e non avrò mai risposta, quante di quelle decine e decine di migliaia di persone hanno mai letto Gomorra, conoscano quello che succede a Scampia, si siano mai davvero interessate al giro di appalti e tangenti. E quanti di quelli sono mai scesi in piazza per una manifestazione, quanti hanno mai assistito ad un consiglio comunale dove si approvava l’ennesimo scempio ambientale. Quanti invece sono fans a pagine su Saviano, contro Berlusconi, per Vendola; oppure iscritti a gruppi a sostegno delle più disparate campagne pro o contro questo e quello. Tra i tanti firmatari e sostenitori web delle cause più disparate, chissà quanti rivoluzionari in poltrona si possono contare, quanti idealisti della ciabatta. Ovvio che il discorso vale anche dall’altra parte, con l’aggravante della stupidità dimostrata dall’adesione ad una campagna censoria e perciò indegna. Su questi nemmeno mi ci dilungo e contro i quali avrei preferito un’indifferenza che avrebbe ucciso quella ignobile campagna de Il Giornale sotto i colpi della noia.

Invece nei buoni della guerra delle firme, c’è un intento costruttivo, certamente apprezzabile ma altrettanto certamente effimero, che è quello di non lasciare solo Saviano. Che sarà nelle stesse condizioni di oggi, quando i buoni avranno fatto trionfare le loro firme su quelle dei cattivi, che invece continueranno, con questo andazzo, a vincere sul piano dell’attivismo, sulle pratiche reali di cambiamento, che quanto più si riducono tanto più ne trarranno vantaggio. Saviano non sarà solo quando culturalmente avrà l’appoggio di milioni di italiani mossi da reale consapevolezza e voglia di partecipare sul reale. Saviano non sarà solo quando, anzichè attendere un monologo in prima serata, milioni di persone diranno la loro e discuteranno in luoghi di aggregazione per produrre un’idea di cambiamento. A quel punto non solo Saviano, ma anche tanti altri giornalisti e attivisti a vario livello che lottano oggi contro la mafia dimenticati a sé stessi, non saranno più soli.

“Vieni via con me” tra ascolti record e critiche feroci

La trasmissione televisiva “Vieni via con me” di Fabio Fazio e Roberto Saviano, forte di indici d’ascolto record, sta continuando a sollevare vivaci dibattiti ed altrettante feroci critiche soprattutto da parte dell’establishment culturale che ogni giorno, un colpo al cerchio e uno alla botte, condanna sempre Saviano a qualcosa… o perchè non ha affondato troppo o perchè ci è andato troppo morbido o perchè è stato troppo buonista o troppo poco; personalmente ritengo che la capacità di raccontare, di evocare con le parole sia propria dei grandi autori, un dono di natura che regala ogni giorno nuove occasioni di riflessione, nuovi momenti di intensa poesia e commozione e che però spesso susciti anche grande, troppa invidia. Saviano è così come lo si vede un ragazzo con il dono, il talento, la capacità di avvincere con il racconto, un racconto spesso amaro, intriso di una realtà avvilente ed esacerbante che lega il proprio territorio alla criminalità organizzata della camorra o del sistema, come lui ci ha spiegato in “Gomorra”.
Saviano è il primo a soffrire per la violenza fatta al suo territorio e spesso ha spiegato che quella violenza “organizzata” colpisce anche al Nord o meglio in tutto il mondo; intendendo le Mafie come imprenditoria criminale, gli “investimenti” riguardano tutta l’Italia, compreso un territorio come quello del settentrione, che si è sempre sentito estraneo a queste realtà. Un ragionamento logico e semplice, fatto tante volte e purtroppo suffragato dai rapporti della DIA e dalle inchieste della Magistratura. La reazione a queste dichiarazioni a causa anche della grande cassa di risonanza dovuta all’enorme platea televisiva (oltre 9 milioni) ha provocato molte reazioni fuori misura e in alcuni casi completamente sconclusionate; ma se alla fine il ministro degli interni può anche essere giustificabile in quanto volto a difendere il suo lavoro e il suo territorio, altri soggetti sono fuori da ogni considerazione! Il quotidiano “il giornale” infatti ha veramente toccato il fondo aprendo addirittura¬†una sottoscrizione antiSaviano chiedendo cioè ai propri lettori di inviare una mail all’indirizzo: [email protected]
Saviano avrebbe quindi accusato gli abitanti del nord di essere mafiosi, secondo la logica inoppugnabile del giornale e quindi va organizzata una reazione.
Non ci sono parole, ormai l’Italia è un pozzo infinito, quando pensi che si sia arrivati al fondo più nero ecco che comincia a spuntare qualcuno con una pala pronto a sprofondare sempre di più. Personalmente ritengo che questa iniziativa non avrà nessun successo ma se magari qualcuno vuol provare a far capire allo stupido la sua stupidità (impossibile) può sempre inviare una mail a : [email protected] intimando a questi geni un buono e sano senso di vergogna.

Libri? Che passione!

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Ho letto tantissimo nella mia vita: da romanzi a saggi, da fumetti a trattati di cucina, da favole a poesie, erbari, epopee: di tutto e di più. Già da ragazzina frequentavo le biblioteche e di solito era il bibliotecario che m’indicava i libri da leggere dopo aver ascoltato gli argomenti di cui mi sarebbe piaciuto leggere.
Ricordo che nella biblioteca di Milazzo , oltre al letto e il divano dove aveva dormito e s’era riposato Garibaldi, c’erano tanti di quei libri che ci avrei perso ore ed ore a rimirarli se solo l’omino dei libri me l’avesse permesso: ho sempre avuto un’adorazione per i libri.
Da ragazzina mi attirava molto Moravia come scrittore: ‚Äúgli indifferenti‚Äù, ‚Äúla noia‚Äù, ‚Äúla bellavita‚Äù, ‚Äúla mascherata‚Äù…: tutti quelli che mi capitavano a tiro erano miei: me ne feci una cultura. Poi passai ad altri autori, ma Moravia resterà per sempre il primo amore, come colui coi quali libri scoprii il vasto mondo della lettura: il mio mondo della lettura. Grazie Moravia: per me sarai sempre un grande!
Ci fu, tanti anni dopo, in me, un bel periodo lungo qualche anno in cui praticamente divoravo in media un libro ogni due giorni, fino a che decisi che non potevo andare avanti così e poi non avevo più posto in casa, già piena in ogni angolo di scatoloni, oltre che in mansarda su tutte le travi a mia disposizione, il mucchio di libri era ormai diventata una specie di ossessione, un continuo spostarli da una parte all’altra per farsi spazio. A dir la verità non mi spiego neanche adesso come abbia fatto a divorare quel gran numero di libri visto che tempo non ne avevo proprio, ma lo trovavo sempre, leggevo anche di notte; per cui giunsi a una grande conclusione che poi mi servì anche nella vita futura che fu quella, cioè, che per le cose che mi piace fare il tempo lo troverò sempre, qualunque cosa accada, anche se delle priorità devi creartele e dartele. E difatti adesso è notte e son qui che dedico il mio tempo a questa che è diventata una delle mie passioni da circa un decennio: la scrittura.
Il mio romanzo preferito è, fin quelli letti fino a qui, ‚ÄúMarco e Mattio‚Äù di Sebastiano Vassalli: l’unico libro che ho letto due volte. Vassalli si occupò di casi psichiatrici: uno per volume e fino a qualche tempo fa prima di cominciare a scrivere saggi. La narrazione di questo libro è ambientata a Zoldo, qui nel bellunese, e finisce la sua strada a Venezia. Qui l’autore narra la storia di Marco Lovat, figlio di ciabattino, ai tempi della pellagra, che per il rimorso¬†di avere avuto rapporti omosessuali tenta una spettacolare crocefissione finendo nel manicomio di San Servolo, a Venezia, primo manicomio in Europa, oggi museo manicomiale visitabile gratuitamente tutti i giorni dalle ore 9,30 alle 17,30 (venerdì dalle 9,30 alle 15,30) telefonando per appuntamento al numero 041 5240119, meglio se qualche giorno prima. Non ci son mai stata ma conto di recarmici al più presto: adoro Venezia e da qui, più o meno, è a un tiro di schioppo.

Ma il libro che in assoluto, fino a qua, m’è piaciuto di più è uno di quei libroni grossi grossi: un libro che considero un’opera d’arte. S’intitola ‚ÄúCodex Bellunensis‚Äù ed è un erbario, farmacologia botanica, degli inizi del xv secolo scritto non si sa da chi, sembra siano stati almeno due persone a stilarlo nella zona del bellunese, sembrerebbe medici: erbario che è stato ritrovato proprietà della British Library di Londra e che il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi col patrocinio della Comunità Europea, Repubblica Italiana, Regione Veneto, fondo FE.A.O.G ‚Äì sezione orientamento ‚Äì programma Leader Plus ‚Äì e della Direzione per la Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente, ha riprodotto. Ci son dentro delle riproduzioni di pitture straordinarie di varie piante della zona, di fiori, la descrizione e la sua qualità curativa. Ma ci sono disegni anche di animaletti vari, del formaggio, del pane, della frutta, del corpo umano. Il libro è scritto in lingua volgare e insieme ad esso c’è un ‚ÄúCommentario‚Äù con traduzione del testo e commenti. L’ho sfogliato innumerevoli volte questo libro e pensato alle mani che disegnavano e scrivevano di notte magari, impiegando una vita per completarlo, i caratteri minuti del testo, intingendo chissà con che pennelli in quegli inchiostri ricavati dalle piante. Continuo a sfogliarlo ogni tanto e sempre mi appare nuovo, con la sua piantaggine, la sua ginestra, il suo finocchio, il suo cardo, il suo martagone, il suo aneto, la sua tormentilla, la stella alpina…in ogni pianta i dettagli sono minuziosamente spiegati con didascalie su ogni parte della pianta e i disegni mi affascinano molto. Un’opera d’arte: né più, né meno e mi sa tanto di poesia questo libro, di un’antica poesia.
Si attinge sempre qualcosa da un buon libro e le parole a volte scavano in noi dei solchi più o meno profondi.
Una frase mi è rimasta impressa, una frase detta davanti a una buona tazzina di caffè al bar, frase dettami da uno scrittore della zona: ‚ÄúNiente mi danno gli scrittori giovani, son fugaci, scrivono in stile tecnico, senza cuore; dovrebbero far fare politica ai giovani e lasciare la scrittura a noi di una certa età‚Äù. Non so perché, ma questa frase l’ho inscatolata in me e stanotte mi ritorna.
Personalmente sono per la libera espressione, ma preferisco sempre leggere scritti che arrivano dal cuore adesso, scritti di persone che non hanno più paura di se stesse. Ma cosa dico? Per scrivere, per pubblicare precisamente, non bisogna averne di paura perché se no non lo fai. Emozioni tante…ma la paura è superata quando ci si decide a pubblicare. E non è noia, e non è falsa modestia, e non è riservatezza: è solo paura. E’ mettersi in gioco. E noi tutti sappiamo quanto costi per tutti il mettersi in gioco, quanto costi la nudità dell’anima, l’arrivarci…ad essere.

Libri

Sfogliarvi leggervi vivervi immergersi ora
per sempre come ieri più vissuti ora
con più calma senza ansia senza nevrosi
con passione solita più matura più alta
il fuoco del sapere accorcia le distanze
fra i popoli tra la gente la vita dilania
la tristezza siamo lì tra le righe
di un foglio di carta per amare
questa vita questa madre natura
sempre generosa sempre vitale
sempre una meraviglia che richiede
occhio un piede tira l’altro e il cammino
più possente più vero si fa più sciolto
verace tra i pericoli d‚Äôottusità risate
a mezza voce e rauchi corvi che iniettano
una canzone al vento fiori che scintillano
il loro colore creduto perso
pagine sbiadite bisbigliano la vecchiaia
di pensiero sciupato frivolezze un rossetto
troppo acceso di volontà rimaste tali
fogli e fogli rilucenti di semplicità
e accoratezze novità simmetrie
melodie e visi ignoti comuni radicamenti
valori immediati e bugie geometriche
ramificati ghirigori sul tappeto profetico
risero del perché ora noto ci resta
questa risata quel ch‚Äôè fatto reso
vasi di porcellana espongono il loro
marchio agli insicuri spuntoni di roccia
che non sanno se cadere o se restare
rudimenti di calcificate realtà fanno
dell’uomo uno spirito errante
coraggio parlate libri diteci
come saremmo se voi non foste.

05/03/04 h. 16,45

Doriana Puglisi

“Gli uomini creano gli dei a propria immagine, non solo riguardo alla loro forma, ma anche al loro modo di vivere”.
Aristotele

Prendere la mafia per i maroni, non basta

antonio_iovineOggi sono in vena di congetture e perciò, a leggere la notizia dell’arresto di Antonio Iovine, boss della Camorra latitante da oltre 14 anni, mi viene da pensare che il capo-clan, per sfuggire alla cattura, si fosse rifugiato in un qualche cilindro magico, di quelli dai quali anche i prestigiatori alle prime armi tirano fuori fazzoletti e colombe. Sembra che Iovine possa rappresentare la colomba del cilindro di Maroni, ovviamente nel senso di simbolo della pace concessa a Saviano, dopo le polemiche scaturite dal monologo dell’ultima puntata di “Vieni via con me” dello scorso 15 novembre. E invece no, il boss latitante non era nascosto in un cilidro magico, ma in un normalissimo appartamento a Casal di Principe. Quando si dice che le i nascondigli migliori sono quelli più banali. Come il portafogli che cerchi in tutta casa senza trovarlo e poi ti accorgi di averlo in tasca.

Certo che i miei sono solo insani pensieri, viziati dal ricordo, ad esempio, di Gaspare Spatuzza, boss affiliato al clan dei fratelli Graviano, che accusò Berlusconi di aver messo il Paese nelle mani della mafia. Era il 4 dicembre 2009 ed il giorno dopo i titoli dei giornali erano concentrati sull’arresto dei boss Nicchi e Fidanzati.
Certamente sarà stata una coincidenza. Che grosso modo si è ripetuta qualche mese dopo, quando ci fu, a metà luglio 2010, la famosa maxi retata contro la ‘ndrangheta, preceduta, di pochi giorni, dalla notizia della condanna per mafia di Dell’Utri, co-fondatore di Forza Italia insieme a Sivlio Berlusconi.

Quello che è certo, invece, all’opposto delle mio spicciolo immaginario dietrologico, è un uso propagandistico di questi successi. Non c’è bisogno di riportare citazioni di membri del governo attuale, da Berlusconi a Maroni, per ricordare il solito panegirico dell’esecutivo in materia di lotta alla criminalità organizzata, troppo spesso dimenticando il lavoro, quello sì encomiabile, della magistratura e delle forze dell’ordine nel combattere le mafie.
Ma anche in questo caso, è difficile non notare come gli arresti, seppure eccellenti, si riferiscano all’ala militare delle organizzazioni mafiose. E’ ovvio che le mafie non si combattono solo su quel fronte, essendo quello mafioso un sistema di potere che si regge, come afferma il procuratore generale Roberto Scarpinato nel libro-intervista Il ritorno del Principe, su un codice culturale della corruzione. Insomma, non basta fare i duri e prendere, come si dice, il toro (la mafia in questo caso) per le palle (o per i maroni che dir si voglia).
Si capisce, quindi, come quegli arresti, seppure duri colpi all’organizzazione militare delle mafie, non bastano a sconfiggerle. E’ come catturare una lucertola dalla coda: si stacca e dopo un po’ ricresce, ma intanto il rettile scappa via e continua la sua corsa. Anche per questo non ho mai capito l’apprezzamento spropositato di Saviano nei confronti di Maroni, quando di lui disse che ¬´sul fronte antimafia è uno dei migliori ministri dell‚ÄôInterno di sempre¬ª.

Sono convinto che Guy Debord, se fosse ancora in vita e avesse avuto la possibilità di giudicare più ampiamente le attività del governo, avrebbe confermato la sua tesi, riportata nei “Commentari alla società dello spettacolo”, secondo la quale ¬´ci si sbaglia ogni volta che si vuole spiegare qualcosa opponendo la mafia allo Stato: essi non sono mai in rivalitପ.
In questo senso, che lo scudo fiscale abbia dato una bella mano alla protezione dei capitali mafiosi è ormai cosa detta da più parti. Così come è evidente che i tagli ai fondi da destinare alle forze dell’ordine vadano in senso opposto alla lotta alla criminalità organizzata. E non si può considerare un’azione di lotta dura alle mafie, la norma approvata in Parlamento con la quale si prevede che “i beni [‚Ķ] di cui non sia possibile effettuare la destinazione o il trasferimento per le finalità di pubblico interesse ivi contemplate entro i termini previsti dall‚Äôarticolo 2-decies [180 giorni dalla confisca definitiva, ndr], sono destinati alla vendita”. Non è difficile immaginare che fine faranno i beni non destinati al pubblico interesse e perciò venduti all’asta (quando la norma fu approvata, quasi un anno fa, si parlava di ben 3500 beni all’asta!).

Ora, giorni di crisi profonda sono annunciati per il governo e c’è già chi ride amaro sulla necessità dell’esecutivo di arrestare Matteo Messina Denaro, nelle prossime settimane. Ne saremmo ovviamente tutti molto contenti, mantenendo però la speranza che a sempre meno persone la vista sarà offuscata dal fumo della propaganda politica.

[fonte: postillanea.blogspot.com]

L’archeologia a portata di smartphone, lo dice il Cnr

bxf

Navigare con il proprio cellulare tra musei e siti archeologici virtuali. √à una delle molte novità presentate ad ‚ÄòArcheovirtual‚Äô, mostra delle tecnologie per i beni culturali organizzata dall‚ÄôItabc-Cnr nell‚Äôambito della Borsa mediterranea del turismo archeologico. Dove l‚ÄôIstituto presenta anche la prima rete europea dei virtual museum.

Tra un sms e un mail, grazie ai dispositivi di ultima generazione, sarà possibile navigare nella topografia di Teramo antica, nella Dublino del Medioevo e nella Leicester romana. Sono alcune delle novità presentate ad Archeovirtual, vetrina delle tecnologie realizzate in Europa nel settore dei beni culturali organizzata dall‚ÄôIstituto per le tecnologie applicate ai beni culturali del Consiglio nazionale delle ricerche (Itabc-Cnr) e ospitata dal 18 al 21 novembre a Paestum. Archeovirtual si tiene nell‚Äôambito della XIII Borsa mediterranea del turismo archeologico, promossa e realizzata dalla Provincia di Salerno e dalla Regione Campania, in collaborazione con Leader sas, NVidia e ProjectionDesign.

‚ÄúI nuovi cellulari, grazie all‚Äôincremento di capacità di memoria e a particolari algoritmi di compressione dei dati, offrono la possibilità di navigazione in tempo reale in ambienti 3D con ingenti contenuti multimediali‚Äù, spiega Augusto Palombini dell‚ÄôItabc-Cnr. ‚ÄúTali dispositivi si avviano a divenire i protagonisti del turismo dei prossimi anni, quale supporto più efficace per i sistemi di guida dei siti di interesse culturale‚Äù.

Il Cnr ha allestito ad Archeovirtual 18 progetti in 3D. ‚ÄúIl visitatore viaggerà nel tempo, esplorando gli insediamenti della villa di Oplontis e dell‚Äôantica Cartagine‚Äù, commenta Sofia Pescarin archeologa dell‚ÄôIstituto e direttore scientifico della mostra, ‚Äúsi muoverà nel clamore della battaglia delle Termopili, entrerà in una tomba cinese del primo secolo a.C., prenderà parte all‚Äôassassinio del principe Francesco Ferdinando a Sarajevo, costruirà personalmente una nave con i carpentieri romani e osserverà l‚Äôapplicazione dei colori di Giotto. L‚Äôedizione di quest‚Äôanno comprende anche una sezione dedicata a studenti e giovani ricercatori già autori di applicazioni di notevole qualità‚Äù.

Durante un workshop (18 novembre, ore 15-19; 19 novembre, 9.30-13.30) verrà presentata ila più grande rete europea di musei virtuali (V-MusT.net). Il progetto, coordinato dall‚ÄôItabc-Cnr, sarà inaugurato a febbraio 2011 e durerà quattro anni, con la partecipazione di università e istituzioni di Italia, Belgio, Bosnia-Herzegovina, Cipro, Egitto, Francia, Germania, Grecia, Inghilterra, Irlanda, Olanda, Spagna, Svezia.

I musei virtuali – si legge nel programma ‚Äì ‚Äúrappresentano un nuovo modello per comunicare, interagire e comprendere la realtà che ci circonda‚Äù. L‚Äôiniziativa nasce dall‚Äôesigenza di condividere il know how nel settore, affinché l‚ÄôEuropa possa acquisire ‚Äúla stessa maturità raggiunta nel cinema e nei videogames‚Äù, superare la frammentazione della propria ricerca, identificare i musei virtuali del futuro e stimolare la competitività dell‚Äôindustria nell‚Äôinformation and communication technology.

Materiale e immagini

Smile sonréire poi sorrisi riso risaie me viè da ride

http://i60.servimg.com/u/f60/13/60/70/73/raices10.jpg

Il loro sorriso ci dice ‚Äúio so io, e voi non siete un cazzo‚Äù.¬† Mon dieu di chi sta parlando RadicalSchock alla fine del¬† diario da Citt√° del Messico. riso, risaie, me vié da¬†ride ? Di Antonio Iovine, il boss dei Casalesi. ‚ÄòO Ninno. Di Edgar Valdez, narcotrafficante messicano. Barbie. Detto questo, ride forse anche di qualche altro nome ma non voglio togliere a nessuno il gusto della lettura, perchè noi si guarda, molto, forse troppa televisione, finchè i denti ce li spezzano con una risata. Operazioni di Pulizia in corso.¬† Ancora…Sorridi.Sonréir. Smile.

E mi raccomando Hasta siempre Berlusconi! …dall’ Italia al Messico.


Doriana Goracci



diario da Citt√° del Messico. riso, risaie, me vié da¬†ride

Oggi c‚Äôé un bel sole nel Distrito Federal. l‚Äôarietta frizzante mi invoglia a fare passeggiate nei parchi, a sorridere alla vita.

Accendo il computer e con sette ore di ritardo mi metto a sfogliare versioni onlain di giornali patrii. Apro repubblica e vedo in primo piano la foto di un uomo sorridente. Passano le ore, il sito si aggiorna e cambiano le foto dell‚Äôuomo che non riconosco. Per√≥ esso é sempre (pi√∫) sorridente.

Intontito cerco di capire chi é cos√≠ importante da continuare a essere nella prima pagina di Repubblica per tanto tempo con tante foto, sempre sorridente.

Dice che si tratta di Antonio Iovine, il boss dei Casalesi. ‘O Ninno. Lui se la ride, col suo maglioncino magenta, anche un bell’uomo.

L‚Äôarresto é un gran ‚Äúcolpo al cuore al clan dei casalesi‚Äù cazzo. Davvero una grande operazione di polizia, la dimostrazione che per questo governo la lotta alla mafia é una priorit√° assoluta.

L‚Äôaltro giorno ci stava Roberto Saviano in televisione, per me su iutub, che diceva a Maroni, nel programma pi√∫ cazzuto della storia d‚ÄôItalia, quello che insieme ai compari fabiofazio e michelesantoro e serenadandini rappresentano la libert√° di espressione, di informazi√≥ne, la sinistra, e se li tolgono dalla rai allora vuol dire che siamo un paese piombato nel fascismo e invece se ci stanno allora siamo un paese democratico, e dunque mi accorgo che c‚Äôé una polemica in corso tra robertosaviano e robertomaroni. Uno dei due é ministro dell‚Äôinterno della lega, l‚Äôaltro é un famoso scrittore che come tutti sanno é il paladino della lotta alla mafia e l‚Äôunica voce autorevole e indiscutibile sul tema mafia. esso é L‚ÄôESPERTO.

e insomma, la polemica sorge perché robertosaviano ha detto che i leghisti del nord quelli che trascinano l‚Äôeconomia nazionale, loro volentieri usano il denaro che proviene dalla mafia, dalle mafie. Lo accettano nelle loro imprese, lo fanno entrare nei salotti puliti del nord, della gente onesta, dei celti che non si sporcano le mani.

Questo dice robertosaviano. E fino a prima era soltanto una verit√°, che da decenni é tale, per√≥ ora che l‚Äôha detta robertosaviano, allora diventa LA VERIT√Å maiuscola, e allora robertomaroni, che oltre a essere un musicista di grande livello e leghista é anche il ministro dell‚Äôinterno, allora robertomaroni si é risentito. C‚Äôé andato in puzza, come dicono qui in Messico.

Tutto questo per dire che il giorno dopo di questa polemica su temi di attualitá, arrestano un bell’uomo con un elegante maglione magenta. Proprio il giorno dopo. E quest’uomo, conosciuto dagli amici come ‘O Ninno, sorride. Sorride molto.

E allora nella mia mente si fa spazio l’immagine di un altro bell’uomo sorridente. Che indossava una polo Ralph Lauren verde quando lo hanno arrestato a Cittá del Messico qualche mese fa. Bello, biondo e sorridente in mezzo agli sbirri che lo tengono ammanettato di fronte alle macchine fotegrafiche.

Dammi un sorriso.

Flash.

Dammi senso dello stato.

Flash.

Dammi supponenza.

Flash.

Dammi sprezzo del pericolo.

Flash.

Anche l’uomo in verde ha un soprannome. Gli amici lo conoscono come La Barbie. Lui viene arrestato all’indomani di uno scandalo che colpisce al cuore le istituzioni messicane. Un’altra veritá che diventa VERITÁ. Il massacro da parte dei narcos di 72 migranti centroamericani nello stato di Tamaulipas.

Si sa cosa fa il narco, si sa cosa fanno ai migranti ma si preferisce tacere al riguardo, tanto come si preferisce tacere sui soldi che rinfrescano le finanze delle aziende del nord produttivo, marcite dal flusso ricco e costante di denaro mafioso.

E ci si scandalizza. Ci si indigna. E robertosaviano, che continua a dire cose ovvie e continuano a osannarlo o incularselo per questo.

E in questo delirio collettivo gli unici che ridono sono loro, i camorristi, in narcos. Che al momento dell’arresto decidono di rendere pubblica la VERITÁ, renderla evidente. Che sono loro che hanno in mano le redini delle nostre vite.

Il loro sorriso ci dice “io so io, e voi non siete un cazzo”.

17 novembre 2010 RadicalShock

Il giorno del giudizio

Ormai ci siamo, il giorno del giudizio sta per arrivare, il circoletto rosso è posto sulla giornata di giovedì 18 novembre, da quel giorno si scatenerà l‚Äôinferno – di cui abbiamo avuto piccoli assaggi anche in questi giorni. Giovedì infatti inizierà la campagna elettorale più selvaggia e cruente degli ultimi 150 anni, B. è riuscito ad ottenere ciò che voleva ovvero 1 o 2 mesi di ingombro per mettere appunto la sua macchina da guerra, e guerra sarà! Cose che non abbiamo mai visto, ci sarà un contro attacco totale, una campagna a tappeto che prevede l‚Äôoccupazione perenne di radio e televisione, il mantra preordinato è quello già collaudato del tradimento, la colpa dell‚Äôimmobilismo e dell‚Äôingovernabilità verrà interamente addossata al drappello finiano, reo di aver voltato le spalle in un momento delicato, impedendo così di fatto il processo delle riforme e dell‚Äôattuazione del programma, parallelamente inizierà una campagna selvaggia di calciomercato che attraverserà trasversalmente camera e senato coinvolgendo deputati e senatori di destra e sinistra. B. è un uomo molto potente ed è questo che lo distingue da tutti gli uomini politici passati e presenti ovvero anche privo del suo potere politico conserva un potere economico non indifferente in grado operare una grande influenza persuasiva, insomma come disse Andreotti alla vigilia del processo di Perugia: ‚Äú‚ĶMi difenderò con tutte le mie forze, che non sono poche‚Äù!
Il problema vero al di là di tutti gli scenari possibili che analisti e giornalisti si stanno sforzando di immaginare e che si ha paura di fare un passo decisivo. Mi spiego; capito e compreso che il problema è B. allora tutte le forze politiche che ritengono che questo sia il problema principale ed assolutamente ostativo alla vita democratica del paese, devono assolutamente:
1) sfiduciare il governo
2) allearsi temporaneamente
3) votare oltre alla legge elettorale una semplice leggina che regoli il conflitto di interessi che proclami la completa e totale ineleggibilità dell‚Äôattuale Premier.
E‚Äô difficile ci vuole forza e tanto coraggio, correndo il rischio di un serio sollevamento popolare, fare insomma come è accaduto in Thailandia poco tempo fa.
Se non è così, se non è B. il vero problema ma si tratta solo di rivedere e riorganizzare politiche operative ed accordi di governo allora preghiamo i finiani ei pidiellini di trovare un accordo, chiudetevi in una stanza e trovate la quadra, evitate questa mattanza inutile questa nuova guerra che si sta pericolosamente armando nel paese, chi ha aperto il rubinetto adesso non ha scelte o beve o affoga.