“Scatti di cuore per L‚ÄôAquila”, volume pubblicato dal Cnr e Pacini Editore

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Oltre 200 fotografie realizzate dai Vigili del Fuoco nella città abruzzese dopo il terremoto sono ora raccolte nel volume ‚ÄòI giorni dell‚ÄôAquila‚Äô, pubblicato da Cnr e Pacini editore, presentato in anteprima oggi al Festival della Scienza di Genova

Per testimoniare la drammatica realtà, ma anche la straordinaria intensità dei momenti seguiti al violento sisma che nell‚Äôaprile del 2009 colpiva L‚ÄôAquila, esce ora una raccolta di oltre 200 fotografie, molte delle quali inedite, provenienti dall‚Äôarchivio dei Vigili del Fuoco e accompagnate dalle descrizioni degli interventi, alcuni dei quali messi a punto con la collaborazione dei ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche.

Il volume ‚ÄòI giorni dell‚ÄôAquila. Il cuore, l‚Äôingegno e la scienza negli interventi dei Vigili del fuoco e del Cnr‚Äô, pubblicato dal Cnr con Pacini editore, è stato presentato oggi al ‚ÄòFestival della scienza‚Äô di Genova, alla presenza di Luciano Maiani, presidente del Cnr, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, di Manuela Arata, presidente del Festival e di Pierfrancesco Pacini, rappresentante della casa editrice.

‚ÄúOltre alle azioni di assistenza e di soccorso susseguitesi nei giorni dopo il sisma, questo volume presenta gli interventi e le competenze messe in campo e dimostra come, anche in situazioni drammatiche, la scienza e la tecnologia riescano a fornire soluzioni per la prevenzione dei rischi e per la protezione dell‚Äôidentità materiale e culturale di una comunità‚Äù, afferma Maiani. ‚ÄúLa collaborazione, così instauratasi e tuttora attiva, tra i ricercatori Cnr e i Vigili del fuoco, gli ‚Äòangeli‚Äô del post-sisma aquilano, è quindi per me forte motivo di orgoglio e soddisfazione. Spero che questo volume possa rendere omaggio a tutti coloro che hanno sostenuto, emotivamente e praticamente, gli aquilani nell‚Äôaffrontare questo triste frangente della loro storia, augurando loro e al nostro Paese che la ripresa non sia lontana‚Äù.

Ad oggi, dopo un anno e mezzo dall‚Äôevento sismico, sono stati effettuati oltre 220.000 interventi dai Vigili del fuoco, tuttora impegnati sul campo. ‚ÄúSi è trattato di un meccanismo operativo che ha dimostrato di funzionare, anche in uno scenario così complesso, con prontezza, tempestività ed efficienza, potendo contare su elevate professionalità e ampie competenze tecnico-specialistiche, che il Corpo Nazionale oggi tende a rafforzare e sviluppare, in una prospettiva di continuo miglioramento, proprio sulla base di quell‚Äôesperienza‚Äù, dichiara il prefetto Francesco Paolo Tronca nella prefazione del volume. ‚ÄúLe immagini contenute nella pubblicazione fotografica, che il Cnr ha curato in collaborazione con il Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, rinnovano sentimenti ed emozioni di straordinaria intensità, soprattutto per coloro che, chiamati a prestare i primi soccorsi e ad organizzare l‚Äôassistenza alla popolazione, hanno vissuto i giorni più difficili di una città e di una regione così violentemente colpite dal sisma‚Äù.

Rischio geo-idrologico in Italia, il punto del dr. Guzzetti del Cnr

Alluvione

Gli eventi di frana e di inondazione di questi ultimi giorni hanno riportato alla ribalta dei media il problema del dissesto idrogeologico. Le domande che ci vengono poste sono sempre le stesse. Sono eventi che si potevano prevedere? Esistono responsabilità? E‚Äô possibile limitare gli impatti di tali eventi? Cosa si deve fare?

Vale la pena ricordare che frane e inondazioni, come la maggior parte dei fenomeni naturali, sono ‚Äì appunto ‚Äì del tutto naturali, e contribuiscono a scolpire il paesaggio italiano così come noi lo conosciamo. Il problema si pone quando frane e inondazioni interferiscono con la sfera degli interessi e delle attività umane: le persone, gli edifici pubblici e privati, le infrastrutture, ma anche i beni culturali, e il patrimonio agricolo e forestale. In questi casi il danno prodotto da frane e da inondazioni può essere molto rilevante. Quel che è indubbio è che un più adeguato utilizzo del territorio può ridurre gli effetti ‚Äì anche tragici ‚Äì degli eventi di frana e di inondazione. Veniamo da un lungo periodo di scarsa o totale mancata attenzione all‚Äôutilizzo del territorio. Sistemare le cose adesso è certamente possibile ma costoso e, soprattutto richiede uno sforzo di lungo periodo. In questo campo, non esistono scorciatoie o soluzioni miracolistiche.

Quel che è interessante è che in Italia è particolarmente elevato l‚Äôimpatto che le frane e le inondazioni hanno sulla popolazione. L‚ÄôIstituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI), del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), ha prodotto un catalogo di eventi di frana e di inondazioni storiche in Italia. Il catalogo ‚Äì unico per completezza e copertura temporale ‚Äì ha permesso di definire i livelli di rischio da frana e da inondazione a cui è soggetta la popolazione Italiana, come pure di identificare ‚Äú, ossia aree del paese maggiormente soggette a fenomeni franosi e d‚Äôinondazioni con conseguenze potenzialmente fatali.

Analizzando la parte del catalogo che copre il periodo più recente, fra il 1950 al 2008, emerge come vi siano state almeno 6380 vittime (morti, dispersi, feriti) per frana, e almeno 2699 vittime di inondazioni. Nel periodo considerato, tutte le regioni italiane hanno subito vittime per frana o per inondazione. Le regioni più esposte al rischio da frana per la popolazione sono state il Trentino ‚Äì Alto Adige (675 vittime dovute a 198 eventi franosi), la Campania (431 vittime in 231 eventi), la Sicilia (374 vittime in 33 eventi), e il Piemonte (252 vittime in 88 eventi). In Veneto, il solo evento del Vajont del 9 ottobre 1963 causò oltre 1900 vittime. Le regioni più esposte al rischio da inondazione per la popolazione sono state il Piemonte (235 vittime in 73 eventi alluvionali), la Campania (211 vittime in 59 eventi), la Toscana (456 vittime in 51 eventi), e la Calabria (517 vittime in 37 eventi).

Il CNR IRPI oltre a produrre ricerca innovativa sui processi di base che controllano e caratterizzando i fenomeni di dissesto geo-idrologico, lavora per definire metodi, strategie e strumenti utili alla previsione degli eventi, per la valutazione della vulnerabilità, e per la mitigazione del rischio da frana e da inondazione. Per il Dipartimento della Protezione Civile, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, IRPI sta sviluppando un sistema prototipale per la previsione di frane indotte dalle precipitazioni, sulla base di soglie di pioggia e di misure e previsioni quantitative della precipitazione. Il CNR IRPI ha anche messo a punto metodologie per la definizione e la mappatura del rischio da frana e da inondazione a differenti scale geografiche, da quella nazionale a quella locale.

Dott. Fausto Guzzetti – Direttore f.f. CNR IRPI

Il diritto di accesso ad Internet, ne parla l’Ittig-Cnr

ittig

Nel contesto dell’Internet Governance Forum Italia 2010, sezione incontri tematici, la Tavola rotonda: Il diritto di accesso ad Internet. Si svolgerà martedì 30 novembre 2010, ore 9.30-13.30, al CNR – Sala Pentagono, P.le Aldo Moro, 7 ‚Äì Roma.

I lavori della giornata saranno dedicati al rilevante tema dell’accesso ad Internet considerato dalla prospettiva del giurista. Il quesito iniziale affrontato dai relatori sarà, dunque, quello relativo al riconoscimento in via legislativa o, diversamente, in via interpretativa di un possibile “nuovo” diritto di accesso alla Rete.

La disamina del quadro legislativo e giurisprudenziale a livello nazionale, sovranazionale ed internazionale supporterà le riflessioni e le proposte dei relatori, che saranno poi presentate nella sessione plenaria dell’IGF Italia 2010. (http://www.igf-italia.it/igf-italia10/programma)

Dettagli tecnici dell’evento: La partecipazione alla tavola rotonda è gratuita, ma è necessario registrarsi entro il 25 novembre 2010. I dettagli della tavola rotonda e argomenti trattati nella brochure (http://www.ittig.cnr.it/EditoriaServizi/EventiConvegni/brochure30novembre.jpg), mentre la registrazione è on-line: http://www.igf-italia.it/igf-italia10/registrazione.

‚ÄúCrediamo che il nostro contributo di giuristi all’Internet Governance Forum Italia 2010 possa essere particolarmente rilevante ‚Äì apre Marina Pietrangelo, componente del Comitato scientifico assieme a Costantino Ciampi e Sebastiano Faro dell’Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica del Cnr, oltre che referente della segreteria scientifica e organizzativa dell’evento – Infatti, nella fase attuale qualunque riflessione su Internet non può prescindere da una riflessione non tanto e non solo sull’accesso ad Internet, quanto soprattutto sulla necessità di riconoscere un ‚Äúdiritto‚Äù di accesso a tale mezzo.‚Äù
‚ÄúDi accesso alla Rete si discute da anni e proprio nei primi IGF globali organizzati dall’ONU si sottolineò l’importanza della garanzia dell’accesso alla Rete per tutti gli individui ‚Äì continua Marina Pietrangelo – Oggi, dunque, i tempi sono maturi per confrontare i diversi approcci seguiti da alcuni legislatori (Finlandia, Estonia, Italia) e/o le modifiche ai testi costituzionali (Grecia, Ecuador) e/o le pronunce giurisprudenziali (Francia, Belgio, Germania), tutti finalizzati a sancire un nuovo e trasversale diritto. Molti sono gli interrogativi che ancora meritano una risposta: il riconoscimento in via legislativa di un diritto siffatto, come per esempio è avvenuto nel nostro Paese con la cosiddetta legge ‚ÄúStanca ‚Äú(v. l’art. 1, co.1, l. n. 4/2004), è di per sé sufficiente a porre una tutela o non è forse necessario prevedere che tale diritto sia realmente esigibile e, dunque, che i governi affianchino alle previsioni legislative azioni mirate per rendere effettivo il diritto in questione?. E ancora, il riconoscimento a livello costituzionale di tale diritto, come è avvenuto già in alcuni Paesi, pone garanzie ulteriori di effettività? E poi, per esempio, seguendo l’orientamento del Conseil constitutionnel francese (v. la décision n. 2009-580 DC del 10 giugno 2009), il diritto di accesso ad Internet può essere oggi considerato un diritto fondamentale, vista la sua caratteristica di presupposto necessario delle libertà di comunicazione e di espressione, sancite nelle Carte costituzionali ?. Qual è il contributo dell’Unione europea in tema di diritto di accesso ad Internet, anche alla luce delle recenti modifiche apportate al cosiddetto ‚Äúpacchetto telecom‚Äù? E di nuovo, nel nostro Paese, non è forse giunto il momento di considerare Internet un servizio universale ?‚Äù
Pagina web: http://www.ittig.cnr.it/EditoriaServizi/EventiConvegni/tavolaRotondaCNR30novembre2010.html

Italia, appello per gli imputati della manifestazione pacifista di Firenze del 1999

 
Dopo gli scontri davanti all’ambasciata statunitense tredici persone furono condannate a sette anni di carcere. Ora il secondo grado.
Nonostante un video girato da Antonello Ciano e più volte passato anche a “Striscia la Notizia” dove viene palesemente dimostrata una realtà dei fatti diversa da quanto sentenziato in primo grado.
Peace link.it tiene viva l’attenzione con articoli e appelli con firme della cultura italiana affinchè non si commetta almeno in appello un “abbaglio” giuridico.

Un appello in favore dei pacifisti condannati per i disordini di Firenze del 1999 è disponibile on line per esprime la propria solidarietà verso gli imputati. Tra i primi firmatari: Alessandro Santoro, Andrea Satta, Angela Staude Terzani, Enzo Mazzi, Folco Terzani, Luigi Ciotti, Ornella De Zordo, Marco Vichi, Sandro Veronesi, Sergio Staino, Simona Baldanzi, Maso Notarianni e Gino Strada.

Il 13 maggio 1999 un gruppo di manifestanti si ritrovò per le strade di Firenze per protestare contro la guerra in Jugoslavia. Il corteo arrivò fin sotto l’ambasciata statunitense dove la polizia presidiava la zona. Ne seguirono una serie di tafferugli di lieve entità. Dieci anni dopo, il 5 novembre 2010, inizierà il processo di appello per tredici manifestanti ritenuti colpevoli di resistenza aggravata a pubblico ufficiale.

“Nessuno, sul momento, fu fermato o arrestato, ma in seguito vi furono identificazioni e denunce“, si legge nell’appello. “Si è arrivati così alle condanne di primo grado, molto pesanti per i 13 imputati: ben sette anni, per le accuse di resistenza aggravata a pubblico ufficiale“. Le pene inflitte sembrano sproporzionate alla realtà dei fatti. Alcuni manifestanti rimasero contusi mentre una donna si dovette operare ad un occhio.

Non intendiamo sindacare le procedure legali, né esprimere giudizi tecnico-giuridici sulla sentenza, ma ci pare che le pene inflitte in primo grado e le loro conseguenze sulla vita delle persone imputate, siano del tutto sproporzionate rispetto alla reale portata dei fatti“, si legge ancora. Secondo i promotori la sentenza è soprattutto politica. “Perciò esprimiamo la nostra pubblica preoccupazione in vista del processo d’appello, convinti come siamo che la giustizia non possa mai essere sinonimo di vendetta e nemmeno strumento per mandare messaggi “esemplari” a chicchessia.

L’appello si conclude con una richiesta di sottoscrizione per salvaguardare la democrazia e la giustizia. “Questa non è una storia che riguarda solo 13 persone imputate, ma un passaggio significativo per la vita cittadina e per il senso di parole e concetti che ci sono cari, come democrazia, giustizia, equità.

APPELLO – Giustizia ed equità per chi manifestò contro la guerra.

Il 5 novembre 2010 comincerà il processo di appello per i fatti avvenuti oltre dieci anni fa, il 13 maggio 1999, nei pressi del consolato statunitense di Firenze. Quel giorno migliaia di persone parteciparono a una manifestazione contro la guerra in Jugoslavia, che si concluse appunto sotto il consolato. Vi fu un breve concitato contatto fra le forze dell’ordine e i manifestanti, per fortuna senza conseguenze troppo gravi, se non alcuni manifestanti contusi, fra cui una ragazza che dovette essere operata ad un occhio. Nessuno, sul momento, fu fermato o arrestato, ma in seguito vi furono identificazioni e denunce. Si è arrivati così alle condanne di primo grado, molto pesanti per i 13 imputati: ben sette anni, per le accuse di resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Nel dibattimento si sono confrontate le tesi – molto divergenti ‚Äì delle forze dell’ordine e dei manifestanti. Non intendiamo sindacare le procedure legali, né esprimere giudizi tecnico-giuridici sulla sentenza, ma ci pare che le pene inflitte in primo grado e le loro conseguenze sulla vita delle persone imputate, siano del tutto sproporzionate rispetto alla reale portata dei fatti. Non vi furono, il 13 maggio 1999, reali pericoli per l’ordine pubblico o per l‚Äôincolumità delle persone, e non è giusto – in nessun caso ‚Äì infliggere pene pesanti, in grado di condizionare e stravolgere l’esistenza di una persona, per episodi minimi: perciò esprimiamo la nostra pubblica preoccupazione in vista del processo d’appello, convinti come siamo che la giustizia non possa mai essere sinonimo di vendetta e nemmeno strumento per mandare messaggi “esemplari” a chicchessia. Seguiremo il processo e invitiamo la cittadinanza a fare altrettanto, perché questa non è una storia che riguarda solo 13 persone imputate, ma un passaggio significativo per la vita cittadina e per il senso di parole e concetti che ci sono cari, come democrazia, giustizia, equità. *** Primi firmatari: Alessandro Santoro, Comunità delle Piagge |¬†Andrea Calò, consigliere provinciale |¬†Andrea Satta, musicista, Tete de bois |¬†Angela Staude Terzani, scrittrice |¬†Beatrice Montini, Giornalisti contro il razzismo |¬†Carlo Bartoli, giornalista | Catia di Sabato,¬†rappresentante studenti universitari¬†|¬†Chiara Brilli, giornalista |¬†Christian De Vito, ricercatore | Corrado Mauceri, Comitato per la difesa della Costituzione¬†|¬†Cristiano Lucchi, giornalista¬†|¬†Domenico Guarino, giornalista |¬†Emiliano Gucci, scrittore¬†|¬†Enrico Fink, musicista | Enzo Mazzi, Comunità dell’Isolotto¬†|¬†Filippo Zolesi, Sinistra unita e plurale |¬†Folco Terzani, scrittore¬†|¬†Francesca Chiavacci, consigliera comunale |¬†Francesco di Giacomo, musicista Banco del Mutuo Soccorso¬†|¬†Francesco Pardi, senatore¬†|¬†Giuliano Giuliani¬†e¬†Haidi Gaggio Giuliani, genitori di Carlo Giuliani¬†|¬†John Gilbert, Statunitensi contro la guerra¬†|¬†Lisa Clark, Beati i costruttori di pace¬†|¬†Lorenzo Guadagnucci, Comitato verità e giustizia su Genova¬†|¬†Luigi Ciotti, prete¬†|¬†Mauro Banchini, giornalista |¬†Mauro Socini, presidenza Anpi Firenze |¬†Marcello Buiatti, biologo¬†|¬†Marco Vichi, scrittore¬†|¬†Maria Grazia Campus, Comitato bioetica Regione Toscana¬†|¬†Maurizio De Zordo, Lista di cittadinanza perUnaltracittଆ|¬†Miriam Giovanzana, Terre di mezzo¬†|¬†Moreno Biagioni¬†Rete Antirazzista fiorentina |¬†Ornella De Zordo, consigliera comunale¬†|¬†Paolo Ciampi, giornalista e scrittore |¬†Paolo Solimeno, Giuristi democratici¬†|¬†Petra Magoni, musicista¬†|¬†Pietro Garlatti,¬†rappresentante studenti universitari¬†|¬†Raffaele Palumbo, giornalista¬†|¬†Riccardo Torregiani¬†Comitato fermiamo la guerra Firenze |¬†Sandra Carpilapi, Sinistra unita e plurale¬†|¬†Sandro Targetti, Comitato No Tav¬†|¬†Sandro Veronesi, scrittore¬†|¬†Sara Vegni, Comitato 3 e 32¬†|¬†Sergio Staino, vignettista |¬†Simona Baldanzi, scrittrice¬†|¬†Ulderico Pesce, attore e regista¬†|¬†Vincenzo Striano, referente associazionismo.

L’album di Franco Baggiani & Pulse “Smooth” √® terzo in classifica jazz alle radio francesi, ma non solo

FRanco Baggiani & Pulse

Una buona notizia nel panorama musicale di qualità: nel mese di Ottobre 2010 l’album di Franco Baggiani & Pulse “Smooth” è terzo in classifica fra i più ascoltati nel programma “cult” di jazz condotto da Gilles Boudry della radio nazionale francese (RCV 99 FM / 41 bd Vauban, Lille France). Decisamente oltre ad essere un altro successo della “Soundracords”, che vive solo di tam tam della rete e concerti dal vivo, un successo personale del trombettista Franco Baggiani che ha fatto del jazz (ma non solo) una espressione culturale oltre che a seguire con umiltà l’insegnamento nelle scuole del circuito “Sound” della provincia di Firenze.

Ad un mio approccio di complimenti per il nuovo successo avuto nel panorama musicale di qualità, per di più fuori dai confini italiani, Franco Baggiani mi ha fatto notare che in questo momento erano più importanti le Scuole di Musica dei Comuni di Dicomano, Londa e Rufina, gestite dall‚ÄôAssociazione Sound, che basano la loro attività su una lunga esperienza maturata in anni di lavoro nella Val di Sieve, con un forte radicamento nel territorio e una profonda conoscenza dei suoi abitanti. L‚Äôofferta formativa della scuola si avvale di un gruppo di docenti di elevato livello professionale, noti musicisti e docenti esperti come Monica Masini, Leonardo Passigli, Marco Cattarossi, Moreno Ricchi, Francesco Russo, Perla Cangi, Fabio Ferrini, Franco Baggiani, Juana Esteban etc. Attraverso un lavoro d‚Äôequipe che stimola un confronto continuo e un arricchimento reciproco, gli insegnanti garantiscono una didattica moderna, vivace e allo stesso tempo rigorosa.
‚ÄúPromuovere e diffondere la cultura musicale ‚Äì dichiara Franco Baggiani – è sempre stato l’intento della scuola di musica sia attraverso le attività didattiche, rivolte a futuri professionisti o ad appassionati amatori, sia nell’ideazione e organizzazione di eventi musicali così stimolanti per gli allievi e per il pubblico. La musica in questo senso costituisce anche un eccellente veicolo di conoscenza e di incontro fra realtà culturali diverse‚Äù
‚ÄúFinalità principale della scuola ‚Äì ribadisce Franco Baggiani – è garantire un‚Äôofferta formativa musicale di base per tutte le età, a partire dalla prima infanzia. Si promuovono in particolar modo tutte le attività rivolte a bambini e adolescenti, con un insegnamento articolato su obiettivi cognitivi, affettivi e psicomotori e privilegiando la dimensione attiva dell‚Äôinsegnamento/apprendimento‚Äù.
‚ÄúLa continuità didattica della formazione musicale di base ‚Äì conclude Franco Baggiani – è comunque garantita attraverso percorsi formativi di livello avanzato. Oltre allo studio individuale dello strumento, la scuola si impegna a stimolare le dinamiche di gruppo avvicinando l‚Äôallievo alla pratica vocale e strumentale d‚Äôinsieme; sono incoraggiate l‚Äôesplorazione e la scoperta attraverso un‚Äôeducazione all‚Äôascolto del singolo in relazione al lavoro degli altri. Il momento d’incontro e di comunicazione coinvolgente ed altamente espressiva del suonare insieme sta infatti alla base dello sviluppo non solo musicale ma anche formativo di ciascun individuo.‚Äù
Per qualsiasi altra informazione consultare i siti internet: www.francobaggiani.it; www.sound-musiche.it; www.soundrecords.it.

Franco Baggiani, tra lo schivo e l’estroverso, non finisce mai di sorprendere.

Per chi non lo conosce in un “pezzo” oltre venti anni di immagini.

E io me ne fregio…

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Ettore Petrolini per tutto quello che è riuscito a darci dal punto di vista artistico, ma in questo brano riesce a dipingere la politica del suo tempo con una delicatezza e una perniciosità magistrale, …la satira di Petrolini era molto apprezzata da Mussolini che per quel che mi risulta non lo ebbe a censurare mai…la domanda che sorge spontanea ascoltantolo è …cosa è cambiato in Italia dopo tanti anni? Sembrerebbe nulla, la parte in cui dice “quando il popolo si abitua a dire che sei bravo…” è attualissima.

Ettore Petrolini (Roma, 13 gennaio 1884 ‚Äì Roma, 29 giugno 1936) è stato un attore e drammaturgo italiano, specializzato nel genere comico. √à considerato uno dei massimi esponenti di quelle forme di spettacolo a lungo considerate come teatro minore, termine con il quale si identificavano il teatro di varietà, la rivista e l’avanspettacolo. Viene ricordato nello spettacolo l’atteggiamento sbeffeggiante verso la dittatura che portò il grande attore, in occasione della medaglia che Mussolini gli volle conferire, a pronunciare l’immortale ringraziamento: “E io me ne fregio!”. La sua importanza nel panorama del teatro italiano è oggi pienamente riconosciuta. Riassumendo in sé l’attore e l’autore, Petrolini ha inventato un repertorio ed una maniera che hanno profondamente influenzato il teatro comico italiano del Novecento.

Simmetrie imperfette

simmetrie

Roma, Cnr – Biblioteca “G. Marconi”, piazzale Aldo Moro 7, Mercoledi 27 ottobre 2010 ore 17.30.

A ottobre riprendono i ‚ÄúDialoghi in Biblioteca‚Äù, il 27, infatti, nella sala di lettura della Guglielmo Marconi nella sede centrale dell‚Äôente, con il Presidente del Cnr, Professore Luciano Maiani, nella veste di moderatore, si svolgerà il dialogo sulle ‚ÄúSimmetrie imperfette‚Äù tra Gianrico Carofiglio e Giorgio Parisi. Su questo tema la modalità con la quale sono stati progettati i ‚Äúdialoghi‚Äù, raggiunge la sua espressione più virtuosa, e cioè quella della contaminazione tra i saperi (molto) diversi. Da una parte un grande fisico portatore, dunque, di una conoscenza scientifica di alto livello, dall‚Äôaltra uno scrittore di successo, ma anche e soprattutto un magistrato (adesso anche senatore della Repubblica) per il quale la ricerca della prova può basarsi, appunto, sulla rottura della riflessione simmetrica che altrimenti finirebbe per nascondere la verità processuale, cioè il territorio dove il magistrato ha trasformato in fantasia narrativa il limite della ragione.

“Simmetrie imperfette” : La ricerca delle leggi della natura, fin dal tempo dei greci, si è basata sulla ricerca di simmetrie. La figura del cerchio, ad esempio, il massimo esempio di simmetria, doveva corrispondere al percorso dei pianeti. Ma presto questa simmetria si rivela imperfetta e i pianeti sono costretti a seguire delle ellissi, cerchi imperfetti. Siamo solo all‚Äôinizio. Con la matematica si riesce a spiegare la fisica, a interpretare la realtà. La simmetria acquista un valore enorme: ad ogni simmetria matematica presente in una legge fisica risulta legato un principio di conservazione. Dalla simmetria per traslazioni spaziali, cioè l‚Äôinvarianza di una legge fisica per spostamenti nello spazio (la simmetria che ci garantisce che se una legge è valida a Roma, lo sarà anche a Parigi), discende la conservazione della quantità di moto, quel fenomeno che ci permette di costruire aerei a reazione. Dalla simmetria per traslazioni temporali, ovvero l‚Äôinvarianza di una legge fisica nel tempo (se è valida oggi, lo era anche ieri e lo sarà anche domani) deriva la conservazione dell‚Äôenergia che sfruttiamo in mille modi, ad esempio usiamo la spinta dell’acqua di una cascata per far girare le pale di un mulino. La simmetria per rotazione garantisce invece la conservazione del momento della quantità di moto che Valentino Rossi sfrutta per curvare con la sua moto, semplicemente piegandola. In natura esistono altre simmetrie. E altre conservazioni. Ad esempio la simmetria tra materia e antimateria, che ci garantisce che se tutto il mondo fosse fatto di antimateria sarebbe identico a questo e noi chiameremmo antimateria quella che oggi chiamiamo materia. Da qui deriva la conservazione della carica elettrica‚Ķ però dall‚Äôimperfezione di questa simmetria deriva l‚Äôuniverso, e non è poco!

L‚Äôenergia, infatti, se sufficiente, può trasformarsi in coppie particella-antiparticella. All‚Äôinizio dell‚Äôuniverso, quando la densità di energia era molto elevata, si formavano incessantemente coppie particella-antiparticella. Stando alle conoscenze di oggi, non esiste altro modo di formare materia, sempre in coppia particella-antiparticella. Quando poi si incontrano una particella e una antiparticella dello stesso tipo, si ‚Äúannichilano‚Äù, cioè scompaiono e si trasformano nuovamente in energia, sotto forma di luce. Con l’espansione dell’universo, la densità di energia diminuisce e non è più sufficiente per creare coppie particella-antiparticella. Se la simmetria tra materia e antimateria fosse stata perfetta, il nostro universo, oggi, sarebbe fatto solo di luce e noi non staremmo qui a porci queste domande.

Un discorso simile vale per la vita. Inizialmente l‚Äôembrione è sferico e le suddivisioni cellulari sono identiche in tutte le direzioni. Ad un certo punto, senza apparente motivo, la simmetria si rompe e inizia a formarsi la testa, gli arti, il corpo. Senza rottura di simmetria, non ci sarebbe la vita così come la conosciamo noi. A livello microscopico tutte le particelle sono identiche, tanto identiche da essere indistinguibili. Lo sono anche i legami tra le diverse particelle, e così non solo ogni protone è identico a ogni altro protone, ma lo è anche ogni atomo dello stesso elemento. Il fatto che le particelle e le loro interazioni siano sempre identiche è quello che garantisce la stabilità della materia‚Ķ ma l‚Äôinsieme di tutte queste cose uguali forma elementi macroscopici tutti rigorosamente diversi tra loro. Dove avviene questa rottura? In quale punto le cose da tutte uguali passano ad essere tutte diverse?

Moderatore è Luciano Maiani: Presidente del Cnr, è uno dei maggiori fisici a livello internazionale.Laureatosi a Roma nel 1964, ha cominciato la sua carriera all’ISS, trasferendosi subito all’università di Firenze presso la scuola dei fisici teorici italiani di Raoul Gatto. Nel 1969 si reca ad Harvard dove lavora fino al 1976. Lì, nel 1970, con Sheldon Lee Glashow e John Iliopoulos, contribuisce a estendere la famiglia dei quark ipotizzando il quarto quark, chiamato charm. Rientra in Italia come docente di fisica teorica dell’università di Roma ‚ÄòSapienza‚Äô e diventa visiting professor presso la Normale Superiore di Parigi (1977) e il Consiglio Europeo di Ricerche Nucleari (CERN) di Ginevra (1979-1980 e 1985-1986). Dal 1984 al 1991 fa parte del Comitato scientifico del Cern. Dal 1993 al 1997 è presidente dell‚ÄôINFN e dal primo gennaio 1997 alla fine del 2003 è direttore generale del CERN, dando impulso alla realizzazione del Large Hadron Collider (Lhc). Numerosi i riconoscimenti ricevuti, tra cui la medaglia Matteucci assegnata dall‚ÄôAccademia dei XL (1979), il premio Sakurai della Società americana di fisica (1987), la Medaglia Dirac del Centro di fisica teorica Abdus Salam di Trieste (2007).

Ne discutono Gianrico Carofiglio: Laureato in giurisprudenza, ha iniziato la carriera di magistrato nel 1986 e raggiungendo la Direzione Distrettuale antimafia di Bari.Il suo primo romanzo, Testimone inconsapevole, uscito nel 2002, segna l’inizio di una brillante serie di titoli che riscuotono successo di critica e pubblico. Dopo aver ricevuto numerosi premi per l’opera prima, nel 2005 Carofiglio vince il premio Bancarella, nel 2007 il premio Fregene e il premio Viadana, nel 2008 il premio Tropea e il premio Grinzane Cavour noir. Diversi riconoscimenti gli sono stati conferiti anche all’estero e dai suoi libri sono stati tratti due film. Dopo essere stato Consulente Parlamentare Antimafia, dal 2008, Carofiglio è Senatore della Repubblica.

Assieme a Giorgio Parisi: √à uno dei più autorevoli fisici contemporanei. Laureato a Roma nel 1970, dove adesso è professore di Fisica Teorica, ha lavorato presso la Columbia University, l’Institut des Hautes √âtudes Scientifiques e all‚Äô√âcole normale supérieure de Paris.Fa parte di numerose accademie scientifiche di diversi paesi tra cui, unico tra i fisici italiani insieme a Carlo Rubbia, è membro dell’Accademia Americana delle Scienze. Studioso estremamente poliedrico ha dato contributi essenziali in diversi campi: cromodinamica quantistica, fisica statistica, teoria delle stringhe, teoria del caos, teorie della complessità, fisica delle particelle elementari, allargando i suoi orizzonti anche alla biologia, immunologia e finanza. Ha ricevuto importanti riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui la medaglia Boltzmann e la medaglia Dirac, i più importanti premi per gli studiosi di fisica teorica.

Due milioni di “.it”, lo comunica il Cnr

iit

Raddoppia in soli cinque anni la presenza italiana in rete: il duemilionesimo indirizzo Internet a targa italiana è light-stone.it. Il suffisso assegnato dal Registro .it, servizio dell‚ÄôIstituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche (Iit-Cnr) di Pisa, si conferma al quinto posto in Europa e al nono nel mondo.
Due milioni di .it: raddoppiano in cinque anni le registrazioni dei domini ‚Äòa targa italiana‚Äô, attestando il nostro suffisso internet al quinto posto in Europa e al nono nel mondo. Il duemilionesimo indirizzo web a ‚Äútarga italiana‚Äù attivato dal Registro .it – la struttura gestita dall‚ÄôIstituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr) e incaricata di assegnare i domini .it ‚Äì è ‚Äúlight-stone.it‚Äù, indirizzo richiesto da una società in nome collettivo di Acqualagna (Pu) e registrato con il sistema sincrono, in tempo reale.
Si segna così un‚Äôaltra tappa fondamentale di una storia che si apre il 23 dicembre 1987 con cnr.it, il primo dominio internet italiano. Nel 2005 il milionesimo dominio ‚Äò.it‚Äô era stato raggiunto da un privato cittadino Luca Vullo di Caltanissetta – studente del Dams di Bologna che aveva richiesto l‚Äôomonimo lucavullo.it: ‚ÄúIl trend di questi ultimi anni conferma che il mercato dei nomi internet non conosce crisi e che essere presenti in rete connota una forte identità culturale e nazionale‚Äù, commenta il direttore dell‚ÄôIit-Cnr, Domenico Laforenza.
L‚Äôintroduzione del sistema sincrono, il 28 settembre 2009, ha fortemente influenzato la crescita del mercato dei domini italiani, considerando che la media mensile di registrazioni è salita a 32mila al mese, delle quali oltre 27mila in tempo reale: un andamento che ha permesso di raggiungere già il 30 settembre 2010, con 324mila nuove registrazioni, il totale dell‚Äôintero 2009 (339mila).
‚ÄúLe procedure più snelle e la tempistica decisamente più efficiente, garantite dal sistema sincrono‚Äù, commenta Laforenza, ‚Äúhanno indotto la stragrande maggioranza degli utenti a privilegiare fin da subito questo canale di registrazione, riducendo fortemente l‚Äôimpatto del vecchio sistema asincrono sul totale delle nuove registrazioni. L‚Äôattivazione del dominio in poche ore, senza inutili attese, l‚Äôeliminazione della carta e del fax, hanno determinato il successo della scelta del Registro di introdurre le registrazioni automatiche‚Äù.
‚ÄúIl sistema sincrono è stato sicuramente una tappa fondamentale del processo di innovazione del Registro‚Äù, afferma Maurizio Martinelli, responsabile dell‚ÄôUnità Sistemi e Sviluppo del Registro.it. ‚ÄúA breve saranno introdotte altre novità tecnologiche importanti tra le quali l‚ÄôIdn (Internationalized domain name), che permetterà di registrare i propri domini mantenendo il nome esattamente uguale alla reale denominazione di persona, società o marchio (ad esempio registrare nomi con lettere accentate)‚Äù.
La classifica dei paesi europei per numero di domini vede l‚ÄôItalia al quinto posto e in testa la Germania (.de), seguita da Inghilterra (.uk), Olanda (.nl); Unione europea (.eu). Nel mondo il ‚Äò.it‚Äô è al nono posto, preceduto ‚Äì oltre che dai domini europei appena citati ‚Äì dal .cn cinese, secondo in classifica, dal .ru russo, dal .ar argentino e dal .br brasiliano, rispettivamente sesto, settimo e ottavo.
Per informazioni: Luca Trombella, Registro .it – Istituto di Informatica e Telematica del Cnr di Pisa. Anna Vaccarelli, responsabile Relazioni esterne, media e comunicazioni del Registro .it.

Tecnologie in campo a supporto degli arbitri, accordo Cnr e Figc

Goal fantasma

Rinnovata la convenzione tra Consiglio nazionale delle ricerche e Federazione italiana gioco calcio per sperimentare nuovi strumenti progettati e realizzati dall‚ÄôIstituto di studi sui sistemi intelligenti per l‚Äôautomazione. Gol fantasma, fuorigioco e rigori dubbi, espulsione di giocatori estranei all‚Äôazione di gioco: sono i casi e le difficoltà più frequenti che gli arbitri si trovano ad affrontare durante una partita. Un contributo alla soluzione delle accese discussioni del ‚Äòdopo partita‚Äô potrebbe arrivare dalla tecnologia a supporto della direzione arbitrale, messa a punto dall‚ÄôIstituto di studi sui sistemi intelligenti per l‚Äôautomazione del Consiglio nazionale delle ricerche di Bari (Issia-Cnr). A fugare ogni dubbio di arbitri, assistenti e tifosi, consentendo di stabilire con esattezza e di segnalare la posizione di pallone e giocatori, un sistema di rilevazione ‚Äòmade in Italy‚Äô, basato su immagini elaborate in tempo reale, acquisite da particolari telecamere installate lontano dal campo e trasmesse a un computer dotato di apposito software. In questa prospettiva il Cnr e la Federazione italiana gioco calcio (Figc) hanno rinnovato la convenzione per lo sviluppo e la sperimentazione di ulteriori tecnologie, secondo le direttive Fifa, in vista della loro possibile introduzione in campo.

“La sperimentazione pilota delle ‘tecnologie innovative a supporto degli arbitri nel gioco del calcio’ attiva nello stadio Friuli di Udine”, spiega Arcangelo Distante, direttore dell’Issia-Cnr,“ha confermato l’efficacia dei tre prototipi per la rilevazione di Gol fantasma, Fuorigioco e Monitoraggio eventi nell’area di rigore (Megar), costituiti da ‘macchine intelligenti di visione’: una catena hardware che parte da una telecamera digitale e arriva al server che acquisisce, memorizza, visualizza ed elabora in tempo reale le immagini di un’intera partita di calcio”.
La componente ‚Äòintelligente‚Äô è costituita dal software sviluppato dall‚ÄôIssia-Cnr (algoritmi innovativi nel campo della visione artificiale), mentre la console multimediale consente il riscontro oggettivo degli eventi, il server supervisore prende le decisioni finali e trasmette alla terna arbitrale le informazioni.
Ma quali sono le caratteristiche tecnologiche essenziali del sistema e i risultati ottenuti dalla sperimentazione? Precisione, non invasività, immediatezza, riservatezza, semplicità e trasparenza sono i principali vantaggi emersi.

‚ÄúI prototipi‚Äù, spiega Distante, ‚Äúsono provvisti di sensori di rilevamento ottico dotati di una risoluzione spaziale da 0.5 a 2 megapixel e di risoluzione temporale da 25 a 200 immagini al secondo, dunque di gran lunga superiore a quella dell‚Äôocchio umano. Inoltre, la tecnologia è assolutamente non invasiva per le strutture, per le persone presenti sul campo di gioco e a bordo campo e per gli spettatori. I sensori sono infatti posti in alto sulle tribune, senza interferire con la partita. In tempo reale, senza interruzione di gioco, i sistemi elaborano le sequenze di immagini e gli eventi di interesse vengono segnalati alla direzione arbitrale via radio. Le tecnologie dunque non si sostituiscono, ma sono di supporto alla direzione nel prendere la decisione. Inoltre, ogni evento è disponibile per un riscontro off-line come una sorta di referto elettronico, per esempio per finalità formative o per una valutazione oggettiva del processo decisionale. Infine, i sistemi sono basati su tecnologie aperte e di facile utilizzo‚Äù.
La nuova Convenzione – spiega ancora Distante – prevede ‚Äúla messa a punto (upgrade) e l‚Äôottimizzazione hardware e software (upgrade) dei prototipi sperimentali installati a Udine, in particolare del gol fantasma. Abbiamo inoltre previsto l‚Äôacquisizione di nuovi dati in differenti modalità meteo-ambientali e la sperimentazione di nuove tecnologie hardware e di particolari sensori che acquisiscono 500 immagini al secondo, cioè 2,5 volte superiori a quelli attualmente utilizzati‚Äù.
‚ÄúLa tecnologia messa a punto e brevettata dall‚ÄôIssia-Cnr‚Äù, dichiara Luciano Maiani, presidente del Cnr, ‚Äútestimonia le capacità del Consiglio nazionale delle ricerche di produrre scienza e applicazioni tecnologiche per i settori più diversi e in grado di fornire efficaci strumenti in grado di rendere competitivo il Sistema Italia a livello internazionale‚Äù.

La scheda
Chi: Istituto di studi sui sistemi intelligenti per l’automazione del Consiglio nazionale delle ricerche di Bari (Issia-Cnr) e Federazione italia gioco Calcio (Figc)
Che cosa: rinnovo convenzione Cnr-Figc e presentazione dei risultati sperimentali dei prototipi Goal fantasma, Fuori gioco, Megar-Monitoraggio eventi nell’area di rigore
Per informazioni: Arcangelo Distante, direttore dell’Issia-Cnr.

Definizione di Goal Fantasma (da wikipedia.it)

Gol fantasma è una locuzione usata in ambito calcistico per indicare un gol non chiaro, generalmente a causa dell’indeterminabilità del passaggio della linea di porta da parte del pallone. La Regola 10 del Regolamento del Calcio afferma, infatti, che un gol è considerato valido nel momento in cui il pallone oltrepassa interamente la suddetta linea (a meno che il gioco non sia stato interrotto prima della segnatura a causa di un’infrazione commessa dalla squadra beneficiaria del gol)[1]. Il gol fantasma trae origine proprio a causa delle possibili interpretazioni della regola nei casi più controversi, quando il pallone, ad esempio, viene respinto mentre sta oltrepassando la linea di porta, oppure, dopo aver colpito la traversa o i pali, impatta sulla linea per poi fuoriuscire dalla porta. Tenuto conto che non è mai stato adottato in via definitiva alcun tipo di supporto tecnologico per risolvere episodi dubbi di questo tipo, le decisioni vengono effettuate a discrezione dell’arbitro, essendo l’unico elemento deputato alla direzione e alla gestione degli incontri calcistici. Sono state avanzate numerose proposte per cercare di arginare il fenomeno dei gol fantasma: dal “pallone intelligente”, ossia un pallone da calcio contenente all’interno un microchip (usato in via sperimentale nei Mondiali Under-17 nel settembre 2005 con il consenso del presidente della FIFA, Joseph Blatter[2], il quale però, pochi mesi dopo, bocciò il progetto[3][4], di cui era stato previsto l’impiego – mai avvenuto – addirittura nel campionato del mondo 2006[5]; venne poi reintrodotto, sempre sperimentalmente, nel Mondiale per club 2007[6]) all’utilizzo di due arbitri in area di rigore e posizionati sulla linea di porta (approvato dall’IFAB il 28 febbraio 2009, sostenuto dal presidente dell’UEFA Michel Platini[7] ed adottato in via sperimentale nella UEFA Europa League 2009-2010[8]), fino al progetto italiano realizzato da FIGC, CNR, RAI ed Udinese Calcio[9] (inizialmente approvato dalla FIFA il 4 marzo 2006[10], venne bloccato un anno dopo[11], non entrando mai in funzione). Il 6 marzo 2010 l’IFAB, al termine della riunione annuale, non ha approvato l’uso di tecnologie per la segnalazione dei gol fantasma, dimostrandosi invece favorevole all’impiego dei giudici di porta, ovvero di due arbitri supplementari posti dietro le porte[12]; il 21 luglio 2010 ne ha poi autorizzato l’introduzione (seppur ancora in via sperimentale) all’interno di diverse competizioni internazionali, tra cui la UEFA Champions League e la Supercoppa UEFA[13].

Troupe di “Striscia la Notizia” aggredita, tema: maltrattamento animali

Edoardo Stoppa

Edoardo Stoppa da quando si occupa per conto di “Striscia la Notizia” del mondo degli animali, è stato oggetto più volte di simili “situazioni”. Ne ha dato notizia TGCOM.

L’inviato di Striscia la Notizia, Edoardo Stoppa, e due cameraman sono stati aggrediti e derubati ad Agropoli, nel Salernitano. La troupe¬†stava per realizzare un servizio¬†sul maltrattamento degli animali,¬†quando¬†si sono avvicinati¬†due uomini che per impedire le riprese, hanno aggredito il gruppo sottraendo due telecamere. L’intervento delle forze dell’ordine ha permesso l’arresto dei due, pregiudicati,¬†con l’accusa di concorso in rapina.

Nella redazione di Striscia la notizia era arrivata la segnalazione relativa ad un’azienda zootecnica. A gestire la società, sospettata di maltrattamento sugli animali, proprio i due aggressori, una coppia di quarantenni che non gradivano si parlasse di loro. Dopo l’aggressione la troupe ha allertato le forze dell’ordine che, arrivate sul posto, hanno ricostruito la dinamica dell’aggressione. Ricorsi alle cure mediche all’ospedale civile di Agropoli, Stoppa e i due cameramen hanno quindi lasciato il centro cilentano. Solo pochi mesi fa, l’azienda zootecnica era finita nel mirino del Corpo Forestale dello Stato che aveva denunciato la presenza di capi di bestiame sprovvisti dei documenti sulla tracciabilità previsti dalla legge.

Attenzione: Traffici di cuccioli dell’est

Vivisezione

Allarme rinnovato dal gruppo “Uniti contro la vivisezione In un solo Gruppo”

http://www.facebook.com/home.php?#!/pages/Uniti-contro-la-vivisezione-In-un-solo-Gruppo/150286251669099?v=info
[email protected]

Per capire meglio il problema il gruppo propone due filmati: Da “Terra!” rotocalco settimanale a cura di Toni Capuozzo e Sandro Provvisionato del TG5, andato in onda il 27/11/2008. La Responsabile del Settore Tutela e Diritti degli Animali di Codici, Valentina Coppola intervistata sul tema del traffico dei cuccioli dell’Est. Il problema del traffico illegale di animali dall‚ÄôEst è risaputo. I cittadini sono attratti dal costo minore dei cuccioli e non sanno che spenderanno cifre considerevoli per le cure veterinarie e che alimentano un mercato che sfrutta animali fatti viaggiare in condizioni vergognose che provocano altissimi tassi di mortalità. I traffici di cuccioli dall’Est, nonostante campagne e monitoraggi da parte di associazioni, continua a essere molto alto e senza alcuna pietà per i poveri cuccioli che a insaputa degli acquirenti fanno viaggi impressionanti. Il 50% dei cuccioli muore durante il viaggio e il 40% dei restanti cuccioli muoiono per malattie.

http://www.youtube.com/watch?v=fqmdJmFZBqI
E con riprese effettuate di nascosto presso un canile, filmato inserito da curziotuvo su Youtube:
http://www.youtube.com/watch?v=Stre1ibbv_8

Le “tigri” a Genova: proviamo a capire perchè ?

Ivan

 

Ci prova molto bene Giulia Zonca su ‚ÄúLa Stampa‚Äù con l’articolo ‚ÄúLa rabbia nazionalista dietro gli ultimi hooligan‚Äù,

Bandiere albanesi al rogo e simboli etnici: calcio come megafono. Quando i giocatori serbi hanno provato a comunicare con la curva in fiamme hanno mostrato il segno tre, il solo che quella gente capisce. √à il simbolo nazionalista, la croce ortodossa che i nostalgici spacciano come riassunto della Grande Serbia: esiste solo nella loro testa ma la propagandano ovunque, soprattuto negli stadi. Il calcio non è nemmeno una copertura, è un dichiarato megafono e non è un caso che la guerra dei balcani sia iniziata durante una partita di pallone: Dinamo Zagabria-Stella Rossa, 13 maggio 1990.

Gli incidenti della partita tra Dinamo Zagabria e Stella Rossa di Belgrado sono un celebre episodio di guerriglia calcistica avvenuto il 13 maggio 1990 allo stadio Maksimir di Zagabria tra gli ultras della Dinamo (BBB – Bad Bleu Boys) e quelli della Stella Rossa (Delije). I due club per anni erano stati ai vertici del campionato jugoslavo e molto spesso si contendevano il titolo. L’atteso incontro tuttavia non venne neanche giocato a causa dei disordini in atto sugli spalti. Gli scontri ebbero luogo in un momento cruciale per l’ex Jugoslavia. Il 6 maggio 1990 si era infatti tenuto il secondo turno di elezioni in Croazia, con la vittoria dell’Unione Democratica Croata (HDZ) di Tuƒëman. Con questo esito la Slovenia e la Croazia, guidate da gruppi politici nuovi, erano diventati in testa al piano di riogranizzazione della Jugoslavia in una confederazione. Tale progetto aveva i suoi oppositori più accesi in Serbia e in particolare nel cosiddetto partito socialista di Milo≈°eviƒá. I tumulti di Zagabria provocarono 60 feriti. Le due squadre (e le rispettive tifoserie) nutrivano una reciproca rivalità da sempre, ma ad essa si aggiunsero delle tensioni nazionali extracalcistiche. Prima della partita giunsero a Zagabria circa 3.000 Delije che all’epoca erano guidati da Arkan (oggi noto come criminale di guerra alla guida di gruppi paramilitari durante il conflitto jugoslavo) che si disse entusiasta di essere presente alla gara (comunque non confermato). Allo stadio erano presenti complessivamente 15.000 – 20.000 spettatori. Parecchie ore prima della partita si sono registrati numerosi scontri tra le due tifoserie. Lo scontro vero e proprio si verificò nello stadio Maksimir. I tifosi di Belgrado, isolati nel proprio settore, iniziarono a strappare cartelloni pubblicitari e a inveire contro la tifoseria zagrebese con cori offensivi (Zagabria è Serbia, Uccideremo Tuƒëman) fino ad arrivare a veri e propri aggressioni armati di coltelli e sedie. La polizia a maggioranza serba (e quindi tollerante verso i tifosi ospiti) caricò rapidamente i tifosi della Dinamo, servendosi di manganelli e di gas lacrimogeni. Questi reagirono invadendo il terreno di gioco e raggiunsero gli ultrà serbi. La situazione precipitò e la polizia ordinò l’intervento dei reparti antisommossa, delle autoblindate e dei cannoni ad acqua. Gli scontri divampati dentro lo stadio si estesero anche fuori. Un’ora dopo gli scontri ebbero termine. In mezzo a tutto il caos parecchi giocatori della Dinamo rimasero feriti sul campo, mentre i calciatori della Stella Rossa riuscirono a rifugiarsi negli spogliatoi. Zvonimir Boban, allora capitano della Dinamo e successivamente trequartista del Milan, sferrò un calcio a un agente di polizia che stava picchiando un sostenitore della Dinamo. Venne preso di mira dagli altri poliziotti, ma in suo soccorso intervennero i dirigenti della Dinamo e alcuni tifosi blu. Questo gesto ebbe una larga eco e Boban divenne per i croati una sorta di eroe nazionale, mentre i serbi lo bollarono come nazionalista. La Federcalcio jugoslava lo sospese per sei mesi e lo condannò a pagare le spese processuali. Qualche anno più tardi l’agente aggredito (che risultò essere un musulmano bosniaco) perdonò pubblicamente il gesto di Boban. Commentando la propria reazione Boban dichiarò: “(…) posso solo dire che ho reagito a una grande ingiustizia, così chiara che uno (…) semplicemente non poteva rimanere indifferente e non reagire in nessun modo. (…) Ci furono sicuramente anche da parte mia abbastanza provocazioni, prima che l’agente di polizia mi colpisse e io gli restituissi il colpo (‚Ķ)”. I disordini avvenuti il 13 maggio ’90 furono in un certo senso il preludio alla guerra croata di indipendenza nonché uno degli episodi più emblematici della fine dell’ex Jugoslavia. Poco meno di un anno prima, il 22 marzo 1989, i tifosi della Dinamo Zagabria si scontrarono contro i tifosi del Partizan Belgrado, in casa dei tifosi serbi. Anche in questo caso durante la partita vi furono scambi di insulti su temi politici. Si presume che gli scontri siano cominciati quando i tifosi della Dinamo spararono dei petardi per festeggiare la vittoria per 2-0. Ci furono lanci di sassi, autobus distrutti e cartelloni pubblicitari divelti. Alla fine si registrarono 7 feriti e 32 arrestati. (da Wikipedia.it).

Prima scintilla di un odio etnico che ancora oggi è difficile tenere a bada. I gruppi organizzati sono il covo degli estremisti, lì dentro mischiano tutto: rivendicazioni, rabbia e follia. Ci mettono la costante protesta contro il Kosovo che non riconoscono come stato indipendente, ci mettono l‚Äôodio verso l‚Äôeterno nemico, l‚ÄôAlbania e ieri lo hanno sventolato bruciando una bandiera lanciata in fiamme giù dagli spalti. In più, ci mettono anche le loro faide, di solito scontri tra sostenitori del Partizan Belgrado e quelli della Stella Rossa. Per questo hanno minacciato il portiere Vladimir Stojkovic, passato da un club all‚Äôaltro, ed escluso dal match, per precauzione, già prima che sospendessero la gara.

Sono gli stessi che hanno guastato con scontri e cariche il Gay Pride di Belgrado qualche giorno fa, gli stessi che l‚ÄôUnione Europea ha già provato a tener lontano dalle partite senza ricevere il giusto appoggio dal governo serbo, accusato anche stavolta di scarsa collaborazione. La mappa dei loro movimenti non segue la logica, si uniscono per manifestare insofferenza e fastidio verso chi, nella loro visione del mondo, gli ruba i confini. Poi però si picchiano pure tra loro, soprattutto nei derby, una specie di happening del tafferuglio che finisce sempre con fermi e feriti. Tutta gente che puntualmente circola libera nell‚Äôoccasione successiva, tutte persone straschedate che possono acquistare liberamente il biglietto per qualsiasi gara.

Lo stadio del Partizan si chiama ancora Jna, come il vecchio esercito jugoslavo, avrebbe un altro nome ufficiale ma nessuno lo usa, una delle loro frange è stata battezzata Ultra Bad Boys e se la traduzione ¬´ragazzi molto cattivi¬ª non bastasse, aggiungono un extra negli striscioni ¬´siamo un pericolo per lo sport mondiale¬ª. Non si muovono mai senza spranghe e bengala, per fregare gli avversari a volte si avvolgono nelle bandiere della squadra rivale e si infiltrano. Quando vogliono limitarsi alle botte, ma sanno far peggio: nel settembre del 2009 hanno ammazzato un tifoso del Tolosa prima di una partita di Europa League.

Il generale Arkan, comandante delle milizie nella pulizia etnica, era un capo curva e ancora oggi i suoi seguaci sventolano il lenzuolo con la scritta ¬´le tigri di Arkan¬ª. Arkan è morto nel 2000, ma il suo club di riferimento, l‚ÄôObilic è infarcito di veterani militari, irriducibili che spacciano criminali di guerra per santi.

Secondo il quotidiano serbo ¬´Blic¬ª, sono almeno 2000 i violenti che non potrebbero più entrare in uno stadio, ma in patria comandano. Sono nel consiglio di amministrazione dei club e non si occupano solo di affari, gestiscono l‚Äôufficio minacce. Usano la persuasione per fermare decisioni non gradite, acquisti mal sopportati e i tentativi di veto sulle trasferte. Nonostante gli infiniti incidenti, raramente si arriva a giocare a porte chiuse in Serbia e quasi mai si riesce a evitare che le curve ultranazionaliste, compattate, si trasferiscano all‚Äôestero. Sono gli ultimi hooligan e sono felici di sentirsi chiamare così perché si considerano combattenti e non si preoccupano certo di essere coerenti. Ieri stavano anche contro i loro stessi colori, quelli per cui in realtà sostengono di vivere. Erano indispettiti per la sconfitta subìta in casa, contro l‚ÄôEstonia, sabato scorso. Una sconfitta, l‚Äôennesima scusa per sfasciare tutto.

¬†Ultima ora: il capo della sommossa Ivan Bogdanov e ha 30 anni: arrestato, era nascosto nel vano motore di un pullman di tifosi serbi. L‚Äôuomo si trova attualmente in stato di arresto nelle camere di sicurezza della questura. “Ivan” è stato riconosciuto dai tatuaggi incisi sulle braccia e mostrati in particolar modo quando si è arrampicato sulla rete, ripreso da tutte le telecamere. Sul suo bicipite destro porta incisa la data 1389 che ricorda la battaglia della Piana dei Merli, battaglia che – nonostante la sconfitta patita dai Serbi per mano dei Turchi – è divenuta il mito fondante dello spirito ultranazionalista serbo.

L’altra ricerca: “Ti amo anche se non so chi sei”

Cd realizzato da Roberto e Marinella Ferri con la supervisione di Franco Battiato per promuovere la donazione degli organi. Presentazione ufficiale e vendita dal 12 ottobre 2010. Questo Cd è nato per iniziativa di Marinella e Roberto Ferri, con il supporto e la supervisione di Franco Battiato.

‚ÄúLo scopo ‚Äì dichiara Roberto Ferri – è quello di diffondere, attraverso la musica, la cultura della ‚Äúdonazione degli organi‚Äù in considerazione della triste realtà, ovvero: le donazioni di organi sono notevolmente diminuite con conseguente perdita di numerose vite umane che invece potrebbero essere salvate‚Äù

La partecipazione, a questo progetto, è stata massiccia da parte di numerosi artisti ed addetti ai lavori. I brani contenuti sono in parte noti ma rielaborati, ed in parte inediti. Roberto Ferri ben conosce la realtà dei trapianti in quanto lui stesso trapiantato da tre anni di fegato ed appunto alla luce di questa conoscenza, lui stesso e la moglie Marinella stanno dedicando, dalla data del trapianto, grande attività atta a far conoscere le problematiche alle quali vanno incontro coloro che hanno necessità di entrare in lista di attesa, coloro che vi sono, coloro che muoiono nell‚Äôattesa in quanto non giunge loro un organo in tempo, come fu per Grégory Lemarchal, famoso artista francese, qui presente, che morì nel 2007 a soli 23 anni, in lista di attesa per trapianto e al quale non giunsero in tempo i polmoni di cui necessitava in quanto affetto da mucoviscidosi (fibrosi cistica).
Tali problematiche sono conosciute da pochi come per esempio nel campo dell‚Äôepatologia: enorme diffusione di malattie del fegato (2.500.000 le persone affette da epatite B e C. Oltre 2.000.000 le persone con epatopatia legata ad abuso di bevande alcoliche, 21.000 i decessi all‚Äôanno per cirrosi o tumore del fegato. Le malattie epatiche sono la prima causa di morte nella fascia d‚Äôetà tra i 35 e i 44 anni e la terza nella fascia tra i 45 e i 54 anni).

“Proprio in funzione della ricerca scientifica – aggiunge Roberto Ferri Рrivolta allo studio ed alla cura di tali malattie onde evitare successivi trapianti epatici i proventi della vendita di tale CD Рal netto delle spese sostenute – verranno devoluti a tal fine ed alla promozione della donazione di organi”

Hanno dato il loro patrocinio all‚Äôiniziativa: AISF Associazione Italiana per lo Studio del Fegato, FIRE Fondazione Italiana per la Ricerca in Epatologia, Associazione Nazionale Trapiantati di Fegato ‚ÄúG.Gozzetti‚Äù e EpaC Onlus. Gli Artisti che hanno voluto dare il loro contributo artistico al CD ‚ÄúTi amo anche se non so chi sei‚Äù: Lucio Dalla, Pia, Franco Battiato, Fiorella Mannoia, Iskra, Roberto Ferri, Marco Alemanno, Ron, Vincenzo Capezzuto, Massimo Ranieri, Sepideh Raissadat e Piccolo Coro Antoniano, Maddy Cattaneo, Alessandro Altarocca, Florence Donovan, Gianni Morandi, Fabrizio de André, Ivano Fossati, Anna Mazzamauro, Giuseppe Barbera e Grégory Lemarchal. Contatti: [email protected]. Sito Web: http://www.robertoferri.it; .

Roberto Ferri, nato a Bologna nel 1947, si può definire un cantautore e paroliere raffinato, geniale e spesso precursore dei tempi. In gioventù alterna l’attività di cantante con gli studi di chimica pura, in cui si laurea. Dopo il debutto al Festival di Castrocaro nel 1967, partecipa a Settevoci alla fine degli anni ‚Äò60, incidendo alcuni singoli per la casa discografica PDU, di proprietà di Mina. A metà degli anni ’70 si scopre paroliere. Il suo LP del 1978 Se per caso un giorno la follia parla dei vari vizi e follie dell’uomo, come il narcisismo, la gerontofilia, la sindrome di Peter Pan e anche la vivisezione. Intanto scrive per vari cantanti e vince il Festival di Sanremo 1983 con Sarà quel che sarà, interpretata da Tiziana Rivale. Prosegue l’attività di insegnante (a Firenze) e di paroliere: scrive con Fabrizio De André il testo di Faccia di cane per i New Trolls e con Gaetano Curreri la musica di E dimmi che non vuoi morire per Patty Pravo. Il suo stile è strettamente legato alle canzoni d’autore francese (Brel, Bécaud, Aznavour). Non ha mai smesso di tenere concerti. √à sposato con la cantante Marinella, partecipante a Sanremo nel 1979 (con un brano scritto da lui e Giancarlo Trombetti) e 1981.

La scaletta del CD:
– S.O.S d‚Äôun terrien en détresse
Grégory Lemarchal
– Com‚Äôé profondo il mare
Lucio Dalla – Pia – Franco Battiato – Fiorella Mannoia – Iskra – Roberto Ferri – Marco Alemanno – Ron – Vincenzo Capezzuto

– Ti amo anche se non so chi sei
Massimo Ranieri

– Salmo 121
Sepideh Raissadat – Piccolo Coro “Mariele Ventre” dell’Antoniano
РBabe our love doesn’t wanna die
Maddy Cattaneo
– La valse du pois
Alessandro Altarocca
– La Cura
Roberto Ferri – Florence Donovan – Gianni Morandi – Iskra – Sepideh Raissadat – Lucio Dalla – Franco Battiato

– Lunfardia
Roberto Ferri
– Fiori Malati
Vincenzo Capezzuto – Roberto Ferri
– Come mi fai bene tu
Giuseppe Barbera
– Anime Salve
Fabrizio De André ‚Äì Lucio Dalla ‚Äì Franco Battiato ‚Äì Ivano Fossati ‚Äì Gianni Morandi ‚Äì Roberto Ferri – Sepideh Raissadat
Р‘A Livella
Anna Mazzamauro

Silvio compra anche la Chiesa: dal mercato ‚Äúdelle vacche‚Äù a quello dei ‚Äúpastori‚Äù, lo dice l’on. Antonio Borghesi

Silvio compra anche la Chiesa: dal mercato ‚Äúdelle vacche‚Äù a quello dei ‚Äúpastori‚Äù!, lo dice l’on. Antonio Borghesi. Dopo aver fatto compravendita di deputati per salvarsi dai processi con qualche nuova legge ad personam, Berlusconi ha deciso che è venuta l‚Äôora di salvarsi ‚Äúl‚Äôanima‚Äù con la compravendita di potenti monsignori (cardinali in pectore).
Solo così si può spiegare l‚Äôincredibile dichiarazione di mons. Rino Fisichella, a proposito della bestemmia pronunciata da Silvio Berlusconi nel raccontare una barzelletta: ‚ÄúBisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare le cose e, certamente, non bisogna da un lato diminuire la nostra attenzione, quando siamo persone pubbliche, a non venir meno a quello che e‚Äô il nostro linguaggio e la nostra condizione; dall‚Äôaltra credo che in Italia dobbiamo essere capaci di non creare delle burrasche ogni giorno per strumentalizzare situazioni politiche che hanno già un loro valore piuttosto delicato‚Äù. Quindi Berlusconi va capito e scusato, secondo mons. Fisichella. La cosa ha fatto andare in bestia Rosy Bindi, oggetto privilegiato delle velenose battute di Berlusconi sulla sua presunta scarsa femminilità, la quale ha osservato: ‚ÄúFin da piccola mi hanno insegnato a non pronunciare il nome del Signore invano. E‚Äô una profonda, intima convinzione della mia fede, un segno di rispetto verso me stessa e gli altri e una regola di buona educazione. Sarò all‚Äôantica, ma mi amareggia profondamente e mi turba constatare che per un pastore della mia Chiesa (anche se voce isolata rispetto a quelle di altri pastori, di Avvenire e Famiglia Cristiana) ci sarebbero occasioni e circostanze nelle quali e‚Äô possibile derogare anche dal secondo comandamento‚Äù. Mons. Fisichella non è nuovo ad interventi a favore di Berlusconi che, per qualunque cattolico, suonano più come eresie. Basti ricordare che fece scalpore il fatto che Berlusconi si fosse accostato al sacramento della comunione in occasione dei funerali di Raimondo Vianello, ciò che il diritto canonico vieta ai separati. Anche in quella occasione, mons. Fisichella lo giustificò dicendo: ¬´Facciamo subito un po‚Äô di chiarezza. Il presidente Berlusconi essendosi separato dalla seconda moglie, la signora Veronica, con la quale era sposato civilmente, è tornato ad una situazione, diciamo così, ex ante. Il primo matrimonio era un matrimonio religioso. E‚Äô il secondo matrimonio, da un punto di vista canonico, che creava problemi. E‚Äô solo al fedele separato e risposato che è vietato comunicarsi, poiché sussiste uno stato di permanenza nel peccato. A meno che, ovviamente, il primo matrimonio non venga annullato dalla Sacra Rota. Ma se l‚Äôostacolo viene rimosso, nulla osta¬ª. Un intervento incredibile poiché per il diritto canonico Berlusconi è ancora il marito della sua prima moglie (Carla Dall‚ÄôOglio, alla quale s‚Äôè unito in matrimonio con rito religioso nel 1965). Per conseguenza quella ‚Äúsituazione, diciamo così, ex ante‚Äù sarebbe realizzata solo qualora egli fosse tornato a vivere con la prima moglie. Il che non è accaduto.
Non posso che concludere che anche la Chiesa ha evidentemente trovato il suo Berlusconi: se diventasse in futuro Papa non potrebbe che essere l‚Äôorgoglio di Silvio, che vedrebbe realizzato il suo sogno: poter comprare la Santità!.

Ridurre la pensione ai parlamentari italiani ? NO, maggioranza bulgara in parlamento

Antonio Borghesi il 21 Settembre 2010 ha presentato una mozione per ridurre la pensione ai parlamentari, o meglio per rapportarla alla pensione di tutti gli altri lavoratori italiani. Prima di tutto guardiamo come e’ andata la votazione: (Presenti 525, Votanti 520, Astenuti 5, Maggioranza 261, Hanno votato sì 22, Hanno votato no 498).
E quando mai si e’ vista una maggioranza cosi schiacciante.

La trascrizione scritta di quello che e’ stato detto e il video:

Chiedo ai presentatori se accedano all’invito al ritiro dell’ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 6/5, formulato dal Collegio dei questori.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, noi non possiamo ritirare quest’ordine del giorno, perché crediamo che su questo punto sia necessario intervenire.

L’abbiamo inserito nella contromanovra alla manovra economica del Governo, che è stata trasformata in un progetto di legge che qui non abbiamo potuto poi votare perché il Governo ha posto la questione di fiducia, ma riteniamo che questo sia un tema al quale i cittadini sono giustamente sensibili. Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. √à una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno – ce ne sono tre – e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità. Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata. Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati. Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno.
Per questo motivo, chiediamo che la Camera si esprima su questo punto e vogliamo davvero dire che non c’è nulla, ma proprio nulla, di demagogico in questa nostra proposta (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.

Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 6/5, non accettato dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 525
Votanti 520
Astenuti 5
Maggioranza 261
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 498).

La cosa che mi lascia perplesso che questa notizia e’ passata in sordina, i giornali – se pubblicata – l’hanno inserita tra la Rubrica L’idraulico che c’e’ in te e La relativita’ ristretta come quando e perche’.

FONTE:http://nonhovoglia.blogspot.com/2010/10/ridurre-la-pensione-ai-parlamentari.html

Repubblica Araba Saharawi Democratica, da Firenze il via per il riconoscimento

A Palazzo Medici Riccardi di Firenze si riuniranno personalità di livello mondiale, e intanto arriva anche il riconoscimento sull‚Äôimportanza dell‚Äôincontro da parte del Presidente della Repubblica Saharawi, Mohamed Abdelaziz.

Khadija Hamdi, premiere dame della Repubblica Saharawi e Ministro della Cultura, parteciperà alla conferenza organizzata (sabato 9 ottobre, dalle ore 9,30) a Palazzo Medici Riccardi per rilanciare, a livello mondiale, la causa Saharawi. E‚Äô la prima volta che l‚ÄôItalia ospita una iniziativa internazionale per il riconoscimento della Repubblica Araba Saharawi Democratica.

Alla conferenza fiorentina parteciperanno personalità di livello mondiale, a partire dalle rappresentanze diplomatiche dei paesi che riconoscono ufficialmente la RASD.

Prima dell‚Äôapertura dei lavori ‚Äì alle ore 9.30 ‚Äì è previsto un particolare momento di saluto nel Cortile di Michelozzo alla presenza di tutti i gonfaloni della Provincia, durante il quale la Filarmonica Musicale ‚ÄúMichelangiolo Paoli‚Äù di Campi Bisenzio eseguirà gli inni nazionali d‚ÄôItalia e del Saharawi. Alle ore 10, nella Sala Giordano, inizierà la conferenza internazionale con l‚Äôintervento degli studenti che hanno visitato i campi rifugiati Rasd e il coordinamento di Concita de Gregorio, direttore de l‚ÄôUnità.

Durante la Conferenza internazionale sarà presentata ufficialmente la campagna di sensibilizzazione ‚ÄúDalla parte dei bambini Saharawi ‚Äì Rifugiati figli di rifugiati‚Äù promossa da Carla Fracci, Assessore alla Cultura Provincia di Firenze e Ambasciatrice di Buona Volontà della Fao.

‚ÄúRiconoscere la Repubblica Saharawi ‚Äì scrive in una lettera, Mohamed Abdelaziz, Presidente della Repubblica Saharawi e Segretario generale del Fronte Polisario ‚Äì è, in primo luogo, un forte messaggio agli occupanti marocchini e in secondo luogo, alla Comunità Internazionale ed in particolare, al Consiglio di Sicurezza dell‚ÄôOnu, per accelerare la decolonizzazione del Sahara Occidentale ‚Äì in accordo con il diritto internazionale attraverso l‚Äôorganizzazione di un referendum di autodeterminazione libero e regolare per il popolo saharawi. E‚Äô per tutto questo ‚Äì prosegue ‚Äì che desiderio rivolgere, in nome della direzione del Fronte Polisario, del Governo della Repubblica Saharawi e di tutto il popolo saharawi, un messaggio di profondo ringraziamento e apprezzamento a tutta la Provincia di Firenze e a tutti quelli che contribuiscono al riconoscimento della Repubblica Saharawi‚Äù.

Alla giornata parteciperà anche Giustino Maria Apparicio Gutierrez – Ambasciatore di Timor Est a Roma, con l‚Äôintervento ‚ÄúLa lunga strada per l‚Äôautodeterminazione: il percorso di Timor Est‚Äù.

Sarà presente il Consigliere Affari Multilaterali, Ambasciata del Sudafrica a Roma, Duncan M. Sebefelo per parlare della ‚ÄúLotta per il riconoscimento dei diritti umani fondamentali‚Äù.

‚ÄúSull‚Äôimportanza dell‚Äôappoggio internazionale alla causa Saharawi‚Äù ne discuterà Luis Josè Berroteàn Acosta, Ambasciatore del Venezuela a Roma e Rappresentante Unione Africana. Infine, Fernando Pereita Lechosa del Coordinamento spagnolo di sostegno al Saharawi e Luciano Ardesi, Presidente Associazione Nazionale Solidarietà Popolo Saharawi tratterà il tema ‚ÄúReti di solidarietà: il contributo fondamentale dei volontari‚Äù.

‚ÄúLa Conferenza internazionale sull‚ÄôAutodeterminazione e il Riconoscimento della Repubblica Saharawi ‚Äì conclude il Presidente della Repubblica ‚Äì organizzata dalla Provincia di Firenze, sotto l‚Äôamministrazione di Andrea Barducci, oltre ad essere una posizione forte di sostegno e solidarietà per la legittima causa del popolo saharawi, mostra un successo giuridico e politico nel voler contrastare l‚Äôintransigenza e la mancanza di volontà politica da parte dei marocchini, che occupano illegalmente la terra di questo popolo nel Sahara Occidentale‚Äù.

Per saperne di più…

Tre donne morte annegate in un sottopassaggio a Prato. La comunità cinese: Lutto cittadino. Il sindaco: Non ci sono i presupposti


La comunità cinese di Prato è sotto choc e chiede la partecipazione al lutto di tutta la cittadinanza pratese, ma il sindaco Roberto Cenni esclude, al momento, la possibilità di proclamare il lutto cittadino.

L’articolo pubblicato a questo link¬† alcuni minuti orsono, mi ha lasciato sconcertato. Quì si vede di che pasta sono fatti il PDL (Sindaco) e la Lega, complimenti, complimenti vivissimi.

La comunità cinese di Prato è sotto choc e chiede la partecipazione al lutto di tutta la cittadinanza pratese, ma il sindaco Roberto Cenni esclude, al momento, la possibilità di proclamare il lutto cittadino.
CNRmedia ha intervistato Matteo Ye, interprete, una delle voci più ascoltate della comunità cinese di Prato, commenta così la tragedia del sottopasso di Prato dove nella notte sono morte tre donne cinesi: ¬´I sottopassi, se ci sono, devono avere la massima sicurezza. Queste tragedie non devono avvenire in un Paese sviluppato come l‚ÄôItalia, sono episodi da luoghi arretrati. √à una cosa vergognosa¬ª. Ye si aspetta la partecipazione al lutto di tutta la cittadinanza pratese, con cui i rapporti non sono sempre buoni: ¬´La solidarietà tra esseri umani, anche se ci fossero odi razziali, davanti ai morti dovrebbe essere automatica¬ª.

IL SINDACO DI PRATO – Ma il sindaco Roberto Cenni ha escluso, al momento la possibilità di proclamare il lutto cittadino. Intervistato anche lui da CNRmedia ha detto: ¬´Non credo che ci siano i presupposti. Al momento questa ipotesi non è stata presa in considerazione¬ª. ¬´√à una tragedia che ci ha impressionato, dovremo capire le circostanze che l‚Äôhanno determinata¬ª. Secondo Cenni la tragedia è stata causata da un evento naturale straordinario: ¬´Mi parlano di più di 100 millimetri in tre ore, quasi un‚Äôesplosione d‚Äôacqua. Se ci sono responsabilità specifiche lo vedremo, ma molto spesso si tratta proprio di incapacità dell‚Äôuomo a resistere a certi eventi naturali¬ª.

NON ERA IL PRIMO ALLAGAMENTO – Dieci anni fa, un allagamento simile a quello per il quale la notte scorsa sono morte tre donne cinesi c‚Äôè stato nello stesso sottopasso ferroviario, a Galciana di Prato. √à quanto risulta dagli archivi del Comune consultati dagli esperti della Protezione civile. ¬´Solo una volta, circa dieci anni fa il sottopasso dove sono morte le tre cinesi si è allagato alla stessa maniera – ha spiegato l‚Äôassessore comunale alla Protezione civile, Dante Mondanelli – Ce lo confermano i nostri funzionari. Anche quella volta l‚Äôallagamento fu dovuto ad un evento meteorologico eccezionale¬ª. Come la notte scorsa, anche in quell‚Äôepisodio l‚Äôacqua colmò tutta la discesa del sottopasso per un‚Äôaltezza di 5 metri, raggiungendo il limite del ponte della ferrovia. L‚Äôassessore Mondanelli ha invece smentito la circostanza per cui, secondo i racconti fatti dai residenti, il sottopasso si allaghi per circa un metro, un metro e mezzo di acqua, in occasione di temporali, specie in estate. ¬´Questi inconvenienti non ci risultano¬ª, ha detto l‚Äôassessore.

Tra le verifiche programmate c‚Äôè quella della società pratese di servizi ambientali, la Asm, da cui dipende la manutenzione e il funzionamento dell‚Äôidrovora di emergenza di cui è corredato il sottopasso.

Belpietro, si indaga fra mille dubbi …. che la ….. stia prendendo forma ?

Belpietro, si indaga fra mille dubbi. E’ il titolo dell’articolo di A.G. su “City” di oggi 4 ottobre 2010. Continua: Tentato agguato. L‚Äôunico testimone resta il caposcorta del direttore di ‚ÄúLibero‚Äù. Ma del presunto aggressore non c‚Äôè traccia.

Leggete tutto l’interessante pezzo, in particolare la dichiarazione di Gerardo D‚ÄôAmbrosio, ex procuratore di Milano, nel finale…….

L’articolo: La scena del crimine e le parole di Alessandro N., il caposcorta. Gli inquirenti lavorano su questi due punti per far luce sulla tentata aggressione a Maurizio Belpietro, direttore di Libero. A 4 giorni dall‚Äôagguato – giovedì alle 22.45 nel palazzo del centro in cui vive il giornalista – restano molti i punti oscuri. Stando al racconto del poliziotto, l‚Äôaggressore sale armato per le scale. Vede il caposcorta, prova a sparare ma la pistola gli si inceppa. Alessandro N. allora spara tre colpi ma l‚Äôuomo scappa dal cortile scavalcando un muro (alto più di 2 metri). Ma perché l‚Äôaggressore non ha atteso che la scorta se ne andasse? Perché il poliziotto super addestrato non ha centrato l‚Äôobiettivo a pochi metri? E poi sembrano non esserci tracce del passaggio dell‚Äôuomo sul muro e nessuno ha visto o sentito nulla a parte gli spari del caposcorta. Alessandro N., nel 1995, sventò un presunto attentato analogo ai danni di Gerardo D‚ÄôAmbrosio, ex procuratore di Milano. Anche allora l‚Äôagente era l‚Äôunico testimone. Non si trovarono mai riscontri. ‚ÄúQuel poliziotto non è un novellino – dice D‚ÄôAmbrosio -. Lascia stupiti che si sia lasciato ancora una volta sfuggire l‚Äôattentatore. Capitano tutte a lui…‚Äù. A.G.

Quattro animali morti in ogni nuova Mercedes Cls

 

“Trovato in rete” e, grazie alla traduzione di http://www.comedonchisciotte.org; ai lettori commenti e conclusioni dei contenuti e delle scelte industriali e non solo.

L’industria automobilistica è eccitata per la nuova Mercedes 2012 CLS. Tra le sue numerose caratteristiche di lusso l‚Äôinterno di pelle che ha richiesto l‚Äôuccisione di ben quattro animali. Un motivo di vanto per la casa automobilistica tedesca.

Non so voi, ma per me quattro animali morti vuol dire un prodotto di qualità! Con questo tipo di pubblicità ci puoi scommettere che sarò in prima fila presso la concessionaria Mercedes a cercare di ottenere un finanziamento per acquistare una nuova fiammante CLS!

In un’epoca in cui ciò che un tempo erano le convinzioni di una minoranza come il veganismo e i diritti animali sono oggi idee sempre più popolari, quando anche persone onnivore si sono pronunciate contro le pellicce e la caccia alle balene, si dimostra come un’azienda è completamente fuori dal mondo quando commercializza esclusivamente per gente facoltosa

Esiste una correlazione tra ricchezza e lo sfruttamento di animali, tra lusso e la personale inclinazione verso la gentilezza.

Naturalmente c’è una lunga tradizione culturale di animali usati come simboli di prestigio e ricchezza, l’esempio migliore è la pelliccia, che è ancora vista come un simbolo di ricchezza. Mentre la fabbrica e le sovvenzioni agricole hanno creato un prezzo artificialmente basso per la carne alla portata di chiunque, c’è stato un tempo nella recente storia umana che mangiare carne era riservato esclusivamente ai ricchi.

Questo aiuta a spiegare l’ ossessione culturale di marchi e prodotti di lusso con l’inserimento di animali morti. Oggi le celebrità ostentano le loro pellicce, le fabbriche di birra impacchettano le loro bottiglie dentro a scoiattoli impagliati, e la Mercedes conteggia sfrontatamente il numero di animali che è necessario uccidere per fabbricare gli interni delle proprie auto di lusso.

Il lusso è caratterizzato quasi completamente da sprechi. Nell‚Äôabbondanza, si dimostra una mancanza di preoccupazione per la frugalità, i costi, o le conseguenze. Ecco perché la carne è un bene di lusso e non importa quanto a buon mercato può essere prodotta. L’acqua, il cibo, il tempo, e i terreni richiesti per la produzione di carne sono astronomicamente superiori a quelli richiesti per la produzione di verdura, frutta o cereali.

Quando noi come società cominciamo a perdere alcune delle nostre preoccupazioni attraverso l‚Äôopulenza e il lusso possiamo iniziare a vedere i danni irreversibili che stiamo facendo non solo a noi stessi, ma anche agli animali e al pianeta. Quando inizieremo a vedere gli animali e la Terra come entità viventi e non solo come beni sfruttabili ci fermeremo per non trattarli più come status symbol da uccidere, mangiare, indossare, e per equipaggiare la linea delle nostre auto.

Mac McDaniel
Fonte: www.care2.com
Link: http://www.care2.com/causes/animal-welfare/blog/four-dead-animals-in-every-new-mercedes-cls/
25.08.2010
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di AF

Veneto – caccia alle specie protette. Il Governatore Luca Zaia approva la delibera. L’annuncio raggiante dell’europarlamentare Sergio Berlato

Dall’Agenzia di Stampa GEAPRESS (http://www.geapress.org; http://www.facebook.com/profile.php?id=1341595381#!/pages/GeaPress/122884974413093?v=info&ref=ts) ricevo e divulgo la denuncia con “dispiacere”, ma con piacere nei confronti del lavoro e dell’impegno dell’agenzia sopracitata.

Veneto aperta la caccia alle specie protette. Il Governatore Luca Zaia approva la delibera. L’annuncio raggiante dell’europarlamentare Sergio Berlato (sito internet di dominio pubblico e istituzionale: http://www.sergioberlato.it; [email protected]). Famosissimo anche per aver votato l‚Äôotto settembre scorso la direttiva pro-vivisezione, l‚Äôeuroparlamentare del Pdl Sergio Berlato torna alla carica in favore delle cacce in deroga. L‚Äôannuncia diffondendo la bozza della delibera con lo spazio già predisposto per la firma del Presidente Luca Zaia (http://www.facebook.com/Lucazaia?ref=ts). Con tale atto, come più volte annunciato da GeaPress, si consentirà l‚Äôattività della caccia da capanno, ma anche vagante, a specie di piccoli uccelli protetti dalla legge. Tali forme di caccia sono state più volte oggetto di intervento della Corte Costituzionale, della Corte di Giustizia europea, oltre che dello stesso ufficio legale della Regione Veneto.

Il mese prediletto per questo tipo di caccia è ottobre. Non potendo avere la legge, bloccata lo scorso 19 settembre 2010 al Consiglio Regionale Veneto, si ricorre alla Delibera di Giunta facilmente impugnabile al Tar ma, se ben giocata sui tempi del ricorso, consentirà per un po‚Äô di tempo le tanto vietate cacce in deroga. Se il Presidente del TAR emanerà il Decreto Urgente, si tratterà di pochi giorni di caccia, ma se così non sarà bisognerà attendere l‚Äôudienza dove verrà decisa l‚ÄôOrdinanza di Sospensiva.

La proposta tanto pubblicizzata da Berlato consentirà di sparare a cinquecentoventiseimiladuecentoottantasei piccoli uccelli, tra storni, fringuelli peppole, frosoni, pispole e prispoloni (tutti protetti dalla legge). La Deliberà è stata adottata dalla Giunta Regionale, proprio ieri. Dovrà ora andare alla IV Commissione del Consiglio Veneto, e dovrà poi tornare in Giunta per l‚Äôapprovazione definitiva. Non ci vuole molto a capire che sarà approvata e pubblicata a ridosso del sei ottobre, data di inizio prevista per la caccia alle specie protette. Tutto dipenderà poi dal TAR.

E (n.d.r.) anche da noi. Facciamo sentire il nostro dissenso.