Poveri fin da piccoli

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Devastante dal punto di vista socio-economico l’articolo pubblicato da Rosanna Dassisti sull’Almanacco della Scienza n¬∞ 14 del 10 novembre 2010.

Sono oltre un milione e mezzo i bambini indigenti in Italia, più degli anziani. Lo dicono i dati Istat, presentati nel corso di un seminario organizzato dall’Unicef Italia e dal direttore dell’Istituto centrale di statistica Linda Laura Sabbadini. Dal 1997 al 2009 l’incidenza della povertà in Italia è rimasta più o meno stabile (il 10-11% delle famiglie e il 13% degli individui) anche se, nel frattempo, cresceva nelle famiglie numerose e diminuiva negli anziani, soprattutto al Nord. “Ciò dipende dal cambiamento generazionale”, precisa Sabbadini. “Gli anziani di oggi spesso hanno un titolo di studio più alto che ha garantito loro migliori condizioni economiche in età più avanzata”.

Nel periodo di riferimento, la povertà relativa è cresciuta nelle famiglie con quattro componenti (dal 12,9% al 15,8%), con cinque o più persone (da 22,3% a 24,9%) e con figli minori (dal 14% al 15%), con due o più figli minori (dal 17,7% al 18,5%), con membri aggregati (dal 14,9% al 18,2%) e con persone in cerca di occupazione (dal 22,5% al 24,9%). Al contrario, la povertà relativa è diminuita tra single (dall’11,2% al 6,5%), anziani soli (dal 16,3% al 10,2%), di coppie di anziani (dal 15,8% al 12,1%), famiglie di ritirati dal lavoro (dal 13,9% al 10,8%), soprattutto se residenti a Nord.

Le cose non vanno meglio sul fronte della povertà assoluta, misurata su un paniere di beni e servizi indispensabili per avere vita dignitosa. Nel 2009 le persone in tale condizione erano oltre tre milioni (il 5,2% del totale) di cui 649 mila minori: il 6,3% del totale dei minori e un quinto dei poveri assoluti. Il dato arriva al 9,2% tra i minori che vivono con i genitori e almeno due fratelli e tra le famiglie con membri aggregati. Inoltre, ben 401 mila minori assolutamente poveri vivono al Sud, dove rappresentano il 10,2% del totale di quelli residenti.

Tirando le somme, nel 2009 i minori poveri nel nostro Paese sono un milione e 756 mila, dei quali quasi il 70% (un milione e 179 mila) risiede al Sud. In particolare, i dati Istat attestano l’esistenza di 507 mila bambini poveri tra zero e cinque anni, 550 mila tra i sei e i dieci anni, 296 mila tra gli undici e i tredici e 403 mila tra i quattordici e i diciassette.

L’onere della prova, ne parla il Cnr

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Andrea Camilleri, Luciano Pietronero e Giovanni Bachelet ne parleranno giovedi 25 novembre 2010, Roma, Cnr – Biblioteca “G. Marconi”, piazzale Aldo Moro 7, ore 17.20.

La ricerca del particolare è il punto di contatto tra l‚Äôindagine per la soluzione di un caso e l‚Äôesperimento scientifico; nello stesso tempo il particolare è la base di appoggio da cui muovere razionalmente e sperimentalmente per giungere alla definizione del sistema generale. Sia sul piano degli accadimenti umani, sia in quello fisico. La comparazione delle sequenze e per loro tramite la tentazione della legificazione del reale come via obbligata allo svelamento del vero, sono il terreno di confronto tra chi fa dell‚Äôindagine la propria missione, ben sapendo, però, che ogni affermazione postula, appunto, ‚Äúl‚Äôonere della prova‚Äù.

Onus probandi actori. Così il diritto romano: l‚Äôonere della prova spetta a chi promuove l‚Äôazione giudiziaria, il che, traslato nelle normali discussioni, equivale a dire che chi afferma qualcosa, ha poi il dovere di provarla. Vale per le azioni umane, ma anche per le teorie scientifiche le quali, però ‚Äì ha detto l‚Äôastrofisico inglese Stephen Hawking ‚Äì sono sempre provvisorie. Ipotesi che ‚Äì come ha sostenuto Albert Einstein ‚Äì ‚Äúnon sono unicamente determinati dal mondo esterno”.

Da Talete in poi l‚Äôuomo ha elaborato teorie su ciò che esiste, avvalorandole con gli esperimenti, sino a far coincidere il metodo sperimentale con quello scientifico. E così il pensiero umano è arrivato sino a Galileo. Oggi, però, il pensiero dell‚Äôuomo si è inoltrato in luoghi dove la definizione di esperimento si scontra con la nascita dell‚ÄôUniverso. Ed ecco allora che l‚Äôonere della prova ritorna‚Ķ.ma per scartare più che affermare.

Nella fisica contemporanea, le nozioni di legge, simmetria e spaziotempo sono strettamente interrelate, come tre vertici di un triangolo ognuno dei quali non può sussistere senza l’altro. La conservazione dell’energia è legata all’invarianza per traslazione nel tempo di un sistema fisico, la conservazione della quantità di moto all’invarianza per traslazione spaziale, e la conservazione del momento angolare all’invarianza per rotazioni nello spazio.

Immersi ina una serata di riflessione.

L’archeologia a portata di smartphone, lo dice il Cnr

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Navigare con il proprio cellulare tra musei e siti archeologici virtuali. √à una delle molte novità presentate ad ‚ÄòArcheovirtual‚Äô, mostra delle tecnologie per i beni culturali organizzata dall‚ÄôItabc-Cnr nell‚Äôambito della Borsa mediterranea del turismo archeologico. Dove l‚ÄôIstituto presenta anche la prima rete europea dei virtual museum.

Tra un sms e un mail, grazie ai dispositivi di ultima generazione, sarà possibile navigare nella topografia di Teramo antica, nella Dublino del Medioevo e nella Leicester romana. Sono alcune delle novità presentate ad Archeovirtual, vetrina delle tecnologie realizzate in Europa nel settore dei beni culturali organizzata dall‚ÄôIstituto per le tecnologie applicate ai beni culturali del Consiglio nazionale delle ricerche (Itabc-Cnr) e ospitata dal 18 al 21 novembre a Paestum. Archeovirtual si tiene nell‚Äôambito della XIII Borsa mediterranea del turismo archeologico, promossa e realizzata dalla Provincia di Salerno e dalla Regione Campania, in collaborazione con Leader sas, NVidia e ProjectionDesign.

‚ÄúI nuovi cellulari, grazie all‚Äôincremento di capacità di memoria e a particolari algoritmi di compressione dei dati, offrono la possibilità di navigazione in tempo reale in ambienti 3D con ingenti contenuti multimediali‚Äù, spiega Augusto Palombini dell‚ÄôItabc-Cnr. ‚ÄúTali dispositivi si avviano a divenire i protagonisti del turismo dei prossimi anni, quale supporto più efficace per i sistemi di guida dei siti di interesse culturale‚Äù.

Il Cnr ha allestito ad Archeovirtual 18 progetti in 3D. ‚ÄúIl visitatore viaggerà nel tempo, esplorando gli insediamenti della villa di Oplontis e dell‚Äôantica Cartagine‚Äù, commenta Sofia Pescarin archeologa dell‚ÄôIstituto e direttore scientifico della mostra, ‚Äúsi muoverà nel clamore della battaglia delle Termopili, entrerà in una tomba cinese del primo secolo a.C., prenderà parte all‚Äôassassinio del principe Francesco Ferdinando a Sarajevo, costruirà personalmente una nave con i carpentieri romani e osserverà l‚Äôapplicazione dei colori di Giotto. L‚Äôedizione di quest‚Äôanno comprende anche una sezione dedicata a studenti e giovani ricercatori già autori di applicazioni di notevole qualità‚Äù.

Durante un workshop (18 novembre, ore 15-19; 19 novembre, 9.30-13.30) verrà presentata ila più grande rete europea di musei virtuali (V-MusT.net). Il progetto, coordinato dall‚ÄôItabc-Cnr, sarà inaugurato a febbraio 2011 e durerà quattro anni, con la partecipazione di università e istituzioni di Italia, Belgio, Bosnia-Herzegovina, Cipro, Egitto, Francia, Germania, Grecia, Inghilterra, Irlanda, Olanda, Spagna, Svezia.

I musei virtuali – si legge nel programma ‚Äì ‚Äúrappresentano un nuovo modello per comunicare, interagire e comprendere la realtà che ci circonda‚Äù. L‚Äôiniziativa nasce dall‚Äôesigenza di condividere il know how nel settore, affinché l‚ÄôEuropa possa acquisire ‚Äúla stessa maturità raggiunta nel cinema e nei videogames‚Äù, superare la frammentazione della propria ricerca, identificare i musei virtuali del futuro e stimolare la competitività dell‚Äôindustria nell‚Äôinformation and communication technology.

Materiale e immagini

La tendenza: Immigrati? Sì, purché colti

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Un’indagine dell’Irpps-Cnr rileva la percezione degli italiani verso i lavoratori dell’Est europeo: i laureati sono meglio accetti. Ma finiscono per occupare posti inferiori ai loro titoli di studio. I dati della ricerca, pubblicati su ‘Studi emigrazione’, presentati domani a Roma.

In Italia il flusso migratorio costituito da laureati provenienti dai paesi dell‚ÄôEst europeo è rilevante, ma la percentuale di quanti svolgono professioni intellettuali è molto bassa: un caso di ‚Äòspreco di cervelli‚Äô (‚Äòbrain waste‚Äô). L‚ÄôIstituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpps-Cnr), che svolge da tempo studi sulle ‚Äòskilled migrations‚Äô, presenta una recente ‚ÄòIndagine sull’inserimento lavorativo delle immigrazioni qualificate provenienti dai Paesi dell’Est europeo‚Äô, pubblicata su ‚ÄòStudi emigrazione‚Äô, il prossimo martedì 16 novembre presso la sede centrale del Cnr (piazzale Aldo Moro 7, Roma – ore 16.00) durante una tavola rotonda su ‚ÄòLe migrazioni qualificate dall‚ÄôEuropa dell‚ÄôEst verso l‚ÄôItalia‚Äô.

Lo studio dell‚ÄôIrpps-Cnr si è articolato in un‚Äôindagine telefonica sulla percezione della popolazione italiana riguardo agli immigrati qualificati, effettuata su un campione di 1.500 adulti ripartiti proporzionalmente per genere, classi d’età e aree geografiche. ‚ÄúIl 30% degli intervistati considera positivo il ruolo svolto dagli immigrati per alcuni settori della nostra economia e il 26% circa lo ritiene tale anche per la nostra cultura, mentre il 23,7% dichiara che genera insicurezza e il 15,4 teme che aumenti la disoccupazione‚Äù, spiega la curatrice dell‚Äôindagine, Maria Carolina Brandi. ‚ÄúSolo il 9,8% ritiene che l‚Äôimmigrazione costituisca un ‚Äògrave problema‚Äô mentre molti la ritengono eccessiva, specialmente le persone meno istruite (il 47%). Inoltre il 13,5%, soprattutto tra i più anziani, teme che tale presenza dai paesi dell‚ÄôEst aumenti la criminalità. Peraltro, è diffusa (62%) l‚Äôopinione che su questo tema giornali e televisioni riportano una realtà falsata e appena il 16% crede ai mass media, specialmente tra i laureati ed i giovani‚Äù.

In questo quadro, l‚Äôatteggiamento degli italiani verso gli immigrati ad alta qualificazione è molto più favorevole rispetto a quello sull‚Äôimmigrazione in generale. ‚ÄúAnche se il 54% degli italiani non sa quanti siano i laureati dell‚ÄôEst Europa‚Äù, prosegue la ricercatrice dell‚ÄôIrpps-Cnr, ‚Äúla quasi totalità (93,1%) ritiene che debbano essere pagati quanto gli italiani e l‚Äô87% pensa che un laureato esteuropeo debba potere esercitare la propria professione in ogni paese dell‚ÄôUe. Tuttavia il 68,2% ritiene giusto che un laureato di qualsiasi paese accetti lavori inferiori ai suoi titoli e più della metà disapprova norme per incentivarne l‚Äôingresso: da notare che tra i laureati e tra i giovani la quota cala sensibilmente nel primo caso ma aumenta nel secondo, evidentemente per la preoccupazione della possibile ‚Äòconcorrenza‚Äô sul mercato del lavoro qualificato‚Äù.

L‚ÄôIrpps-Cnr ha inoltre svolto, in collaborazione con il Dipartimento di Sociologia dell‚ÄôUniversità di Torino e l‚ÄôIres Piemonte, un‚Äôindagine mediante un questionario rimasto on line sul sito dell‚ÄôIstituto durante tutto il 2009, cui hanno risposto 547 immigrati dell‚ÄôEuropa Orientale ad alta qualificazione. Il 30,4% degli uomini ed il 33,8% delle donne è impiegato in un lavoro operaio, assimilato o di bassa qualificazione, nonostante non l‚Äôavesse mai svolto nel paese di origine.

‚ÄúLo studio conferma‚Äù, conclude Brandi, ‚Äúcome il mercato del lavoro qualificato italiano sia molto meno ampio di quello della maggioranza dei paesi Ocse, tanto che anche gli stessi laureati italiani scelgono la migrazione, mentre sono disponibili posti non qualificati per i quali la manodopera nazionale è insufficiente. Tuttavia, una volta che l‚Äôimmigrato laureato occupa per necessità questa fascia del mercato del lavoro, non viene più riconosciuto come appartenente all‚Äôemigrazione di élite a cui, pure, larga parte degli italiani concede fiducia, finché non riesce a collocarsi in una posizione che lo renda riconoscibile come ‚Äòintellettuale‚Äô e quindi accettato‚Äù.
Una ricerca dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpps-Cnr)

Chiamiamoli col loro nome…gli strani personaggi del pallone e della tv

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Pedro & Frank de la “Posta del Gufo” scrive, personalmente condivido e sottoscrivo: “So che quello che leggerete potrà non piacere a tutti.
Capita anche a me, qualche volta, di non essere d’accordo con ciò che leggo, ma stavolta non cercate di trovare un compromesso, quello che scrivo, giusto o sbagliato, è una convinzione che deriva da una lunghissima meditazione sull’argomento e il fatto che mi riferisca, per comodità, a personaggi recenti non deve essere preso per qualcosa di personale verso questa o quella figura, piuttosto verso un atteggiamento che sta diventando maggioritario e che, francamente, non condivido e non voglio condividere.
Ho appreso con grande gioia che l’allenatore dello Sporting Gijon ha definito José Mourinho “una canaglia” e che gli spagnoli, molto meno accondiscendenti all’esterofilia di noi italiani, lo chiamano “el traductor”, perché prima di diventare lo “Special One” era quello che ripeteva in spagnolo ai giocatori del Barcellona ciò che predicava Van Gaal in inglese.
In Spagna un personaggio come lui, che vilipende i colleghi in pubblico e poi li blandisce con gli SMS invitandoli ad assistere ai suoi allenamenti, intimidisce continuamente il quarto uomo ed il direttore di gara, se mediocri, salvo poi comportarsi in maniera quasi irreprensibile quando trova uno dei rari arbitri “con los cojones”, che esulta smodatamente e in maniera spesso provocatoria, che abbandona le conferenze stampa, che sfotte professionisti pagati la centesima parte di lui rifiutandosi di rispondere o usando il tormentone ripreso da “Colorado café” : “No è mio problema”, lo chiamano ancora così: canaglia.
Noi da tempo ( e non solo Mourinho, ma anche, in altri campi, per esempio Corona) li chiamiamo “vincenti” , dopo averli chiamati “rampanti” così come chiamavamo “yuppies”, gli stronzi.
Qua la mano amico del Gijon, grazie per aver usato la parola giusta.
Veniamo al caso Cassano.
Ognuno sull’argomento è libero di pensarla come vuole, ma nel mondo in cui vivo io uno che chiama “vecchio di m…” il proprio boss, difficilmente riscuote lo stipendio il ventisette del mese successivo, e probabilmente moltissimi di noi, quando sono in trasferta per lavoro, dormono in alberghi come (se non peggiori di) quello che Fantantonio ha definito “albergo di m…”.
Il giorno dopo però ha chiesto scusa, e, commuovendo qualcuno, si è oferto di pagare una multa di un milione di Euro (come dire: c’ho li sordi e faccio come c… mi pare).
Se lo cacceranno a calci in culo, non verserò, non dico una lacrima, ma neppure una goccia d’inchiostro: gli volevano dare un premio quei tifosi la cui passione permette a lui ed a quelli come lui di vivere una vita che loro non possono neppure sognare. Gli volevano dare un premio, mica gli chiedevano di pulire i cessi.
Basta, la misura è colma, ci vorrà più che un colpo sotto o un tiro ad effetto, per farmi ricredere, caro Cassano, spero tanto che la maglia azzurra finisca sulle spalle di qualcuno, magari meno bravo, ma che non pensa che andare una sera a ricevere un premio e soprattutto l’amore dei suoi tifosi sia una “serata di m…”.
Naturalmente la cosa non è importante, io sono solo uno che in “alberghi di m…” ci ha passato tanti giorni per guadagnarsi la pagnotta, e nonostante ciò so di essere fortunato.
Ne ho strapiene le palle di personaggi così cui tutti sono pronti a riconoscere le attenuanti generiche. d’accordo ha avuto un’infanzia difficile, ma per la miseria, a quanti altri disgraziati, molto meno fortunati di uno come lui, non si perdona “nec iota unum” ed a gente così deve essere concesso di poter insultare pesantemente il proprio datore di lavoro (provate – lo ripeto – a farlo anche voi poi vedrete…) e non solo non pagare dazio, ma sentirsi anche attorno l’affetto di tutti.
Spero che Garrone (tutt’altro che uno stinco di santo) tenga duro e che non sia una manovra per nascondere la cessione di Cassano a un grande club in difficoltà, e che una volta per tutte si insegni, non solo a Cassano, che c’è una misura in tutte le cose.
Per me il calcio è un’altra cosa, ed ho perdonato tutto solo ad uno: Diego Maradona.
E se ora qualcuno Cassano lo paragona a lui, allora è bene che cambi pusher.
Così la penso, così ve l’ho detta, non avevo intenzione né di irritarvi né di contraddirvi, ma se l’ho fatto…”no è mio problema”

Pendolari esasperati: Aumentano le tariffe, vittime due volte del governo (governo ….)

Pendolari esasperati la Regione Toscana si schiera dalla loro parte. L’Assessore ai Trasporti della Regione Toscana Luca Ceccobao sui possibili rincari dei biglietti ferroviari. ¬´Invece di destinare risorse per il tpl, l‚Äôesecutivo taglia i fondi e ricatta le Regioni¬ª
¬´Il Governo ed il Parlamento devono trovare nuove risorse per salvare il trasporto pubblico locale, non aumentare le tariffe dei treni dei pendolari. Siamo davanti a scelte ingiuste e irresponsabili, i pendolari rischiano di essere due volte vittime delle scelte del Governo: subiscono il deterioramento del trasporto pubblico, e devono anche pagarlo di più¬ª. Così l’assessore toscano ai trasporti, Luca Ceccobao, interviene sulla notizia dei possibili aumenti dei biglietti per i treni regionali previsti nel maxi-emendamento alla legge nazionale di stabilità. La misura del Governo, in pratica, introduce un meccanismo che premia con fondi per investimenti le Regioni che aumentano le tariffe per il trasporto ferroviario locale.
¬´Il ministro Tremonti – spiega l’assessore – vuol scaricare il peso dei tagli al trasporto pubblico sui pendolari, spingendo le Regioni a d aumentare le tariffe sui treni regionali. Quello del Governo è un vero e proprio ricatto che vincola gli investimenti ferroviari all‚Äôaumento dei biglietti dei cittadini che usano i treno. Tutto questo è inaccettabile. Servono risorse per salvare bus e treni, non ulteriori tagli agli investimenti ferroviari e nuovi aumenti del costo dei biglietti¬ª.
Il testo del maxiemendamento, infatti, destina alcuni fondi già stanziati per le Ferrovie e il trasporto pubblico locale al “sostentamento dei costi relativi al materiale rotabile per le regioni a statuto ordinario”. Tra i criteri previsti per l’assegnazione dei fondi, si fa espressione diretta agli “aumenti tariffari‚Äù da cui risulti un ‚Äúincremento del rapporto tra ricavi da traffico e corrispettivi”.
¬´Il Governo – conclude l’assessore – dimostra per l‚Äôennesima volta da che parte sta: contro i pendolari e contro il trasporto pubblico locale. E’ evidente che il caos della maggioranza si ripercuote pesantemente anche nella formulazione della legge di stabilità, dove non c‚Äôè chiarezza sulle misure e dove si assiste ad un balletto di emendamenti e sub-emendamenti da Prima Repubblica. Purtroppo a fare le spese delle divisioni interne al centro destra sono il Paese ed i cittadini, ai quali vengono tagliati diritti fondamentali come quello alla mobilitପ.

Giochi d’azzardo: Italia prima in Europa con 1900 euro a testa

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L’Italia ha il primato, in Europa, per la maggior cifra giocata al tavolo, una media quasi 1.900 euro che vengono sottratti, all’economia reale, minorenni inclusi, il cui numero è passato da 860 mila unità a 2,1 milioni. L’Erario si preoccupa più di fare cassa che di sensibilizzare sulle tematiche di dipendenza da gioco”. Lo afferma Vittorio Carlomagno, presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani alla presentazione dello speciale “Gioco d’azzardo: il business dello Stato” edito in esclusiva con il periodico mensile “Contribuenti.it” da domani distribuito anche on line sul sito www.contribuenti.it.
Nei primi dieci mesi del 2010 si è registrato un aumento delle perdite legate alla dipendenza da giochi e scommesse del 14,1%. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono stati lasciati sul tavolo da gioco circa 640 mln in più.
In Italia, il solo gioco legalizzato coinvolge circa 29,3 MLN di persone, di cui 7,1 MLN con frequenza settimanale, e sviluppa un fatturato di circa 54,5 MLD di euro. Anche il coinvolgimento dei minorenni è aumentato passando da 860 mila unità a 2,1 milioni.

Secondo l’indagine pubblicata sul mensile Contribuenti.it, nel nostro Paese, il consumo e l’abuso di alcol e droghe viene visto come un problema sociale per la collettività e di salute per il singolo, mentre la dipendenza da gioco non viene riconosciuta dallo Stato, e chissà perché, come una malattia sebbene a livello psichiatrico, invece, venga catalogata come una vera e propria patologia. E così, tra il Superenalotto che presenta un montepremi per il “6‚Ä≥ fuori da ogni logica razionale, ed il poker on line legalizzato, non mancano le tentazioni di chi, affetto in maniera latente dal vizio del gioco, rischia di entrare nel tunnel della dipendenza. Ai tempi della crisi, tra l’altro, il fatturato dei giochi di St ato anziché scendere aumenta a conferma di come gli italiani, sempre più disperati, sono alla ricerca di un full d’assi o di una sestina vincente per ottenere ciò che non gli è permesso nella vita reale. Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani -¬† Infopress 0642828753

A Firenze un cimitero per gli animali da affezione

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La proposta in una mozione dei consiglieri del Pdl della Provincia. Con una mozione che verrà sottoposta all’approvazione del Consiglio provinciale di Firenze, i consiglieri del Pdl Enrico Bosi, Samuele Baldini, Piergiuseppe Massai, con Massimo Lensi, Erica Franchi e Leonardo Comucci, invitano il Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci ad individuare, attraverso il Piano territoriale di coordinamento provinciale, aree cimiteriali riservate all‚Äôinumazione di cadaveri di animali da compagnia e a promuovere, in assenza di fondi pubblici, le procedure di concessione a privati per la realizzazione del progetto del cimitero degli animali d‚Äôaffezione, anche avvalendosi della collaborazione di associazioni animaliste e/o di soggetti in grado di garantire un‚Äôadeguata gestione. A livello nazionale si profilano svariati progetti, tra i quali la decisione assunta dalla Giunta Comunale di Genova, a febbraio, di individuare un‚Äôarea per realizzare il primo cimitero pubblico per animali in una grande città dopo quello esistente ad Aulla, nonché la legge della Regione Abruzzo n.9 del 7 Maggio 2007 che detta i criteri e disciplina le modalità per l‚Äôistituzione di cimiteri per animali d‚Äôaffezione. La Regione Toscana ha approvato la legge n.20 Ottobre 2008 n.59 ‚ÄúNorme per la tutela degli animali‚Äù, nel cui preambolo si conferma ‚Äúl‚Äôesigenza di regolare le relazioni tra gli esseri umani e gli animali‚Äù, in seguito alla sensibilità crescente delle norme verso i bisogni degli animali in quanto ‚Äúesseri senzienti e non quali cose messe a disposizione del genere umano‚Äù, come riconosciuto dal Trattato dell‚ÄôUnione Europea di Lisbona, sottoscritto il 13 Dicembre 2007 da ventisette Stati. E’ stata riconosciuta pertanto alle specie zoofile domestiche una dignità che non ne dovrebbe escludere il beneficio della sepoltura in aree ad essa destinate, anche per consentire le manifestazioni di affetto che taluni desiderano esprimere in loro ricordo.

Mi duole il cuore, ma gli amici del centro-sinistra e sinistra della Provincia di Firenze “sono svegli o dormono” ?

Hai subito mobbing ? E’ colpa anche tua lo dice il Tar di Perugia

Il mobbing è sempre più arduo da dimostrare. Non ha diritto al risarcimento del danno da mobbing il lavoratore che soffre di una malattia psicosomatica dettata dai “cattivi rapporti umani” sul posto di lavoro.

Lo ha stabilito il Tar di Perugia che, con la sentenza 469, depositata il 24 settembre 2010 (Pres. Lignani, Est. Ungaro), ha respinto il ricorso di un dipendente pubblico che si era ammalato di una grave forma di gastrite a causa, aveva sostenuto, del mobbing subito sul luogo di lavoro.

Nell’esaminare i casi di preteso ‘mobbing’ – leggesi nella sentenza – il Giudice deve evitare di assumere acriticamente l’angolo visuale prospettato dal lavoratore che asserisce di esserne vittima“.

E’ possibile – prosegue il Tar – che i comportamenti del datore di lavoro, pur se oggettivamente sgraditi, non siano tali da provocare significative sofferenze e disagi, se non in personalità dotate di una sensibilità esasperata o addirittura patologica ‚Ķ E’ anche possibile che gli atti del datore di lavoro siano di per sé ragionevoli e giustificati e in particolare che abbiano una certa giustificazione o quanto meno spiegazione siccome indotti da comportamenti reprensibili dello stesso interessato, ovvero da sue carenze sul piano lavorativo, difficoltà caratteriali, etc.“.

Non si deve cioè sottovalutare – concludono i Giudici – l’ipotesi che l’insorgere di un clima di cattivi rapporti umani derivi, almeno in parte, anche da responsabilità dell’interessato‚Äù.

La strada del mobbing, dunque, è sempre più ardua da pecorrere.

Della serie: “becco e bastonato”

Legge Bacchelli al “Califfo” ma vogliamo scherzare?

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Il momentaccio del Califfo: è caduto e guadagna “poco”
Notizia del 8 novembre 2010 – 16:30 su LIBERO NEWS
Franco Califano non riesce più a fare serate e di Siae prende “solo” 10.000 euro a semestre. Il suo legale: un momento difficile ma non chiederà aiuto allo Stato
…..

Vorrei proprio vedere: dieci mila euro ogni sei mesi sono 1.667 euro al mese, ben oltre un buon stipendio di un operaio che si ammazza di lavoro. E per ammazza è compreso nel prezzo anche morire sul lavoro.

Hanno esagerato, il maestro sta poco bene e ora è in via di miglioramento. Più che altro si trova in difficoltà emotiva ma sicuramente non ci sono le condizioni per chiedere la legge Bacchelli“. Questo quanto dichiarato dall’avvocato di Franco Califano Marco Mastracci all’ADNKRONOS. “√à vero – ha aggiunto Mastracci – che è caduto e si è rotto tre vertebre e quindi non può lavorare, però ha tanti amici che gli stanno dando una mano, soprattutto per far fronte alle sue necessità primarie. Il maestro è stato frainteso, sicuramente non si trova per strada“.

Temeva che tutto finisse per diventare una noia terribile. Franco Califano è invece finito a combattere contro un nemico ancora più temibile, la miseria. O almeno è ciò che il cantautore 72enne sostiene, invocando l’aiuto di Stato per il suo caso “disperato”: ¬´Il 15 luglio di quest’anno – racconta al Corriere – sono caduto dalle scale e mi sono rotto tre vertebre. Questo incidente ha fatto venir meno la mia unica consistente fonte di reddito, ovvero le serate. E mi ha messo in ginocchio¬ª.

Tanto che il Califfo ora chiede per sé l’applicazione della legge Bacchelli, quella che prevede un vitalizio per i grandi artisti, intellettuali e sportivi che versano in situazioni d’indigenza: ¬´Io non credevo che fosse possibile – ammette – Ma alcuni amici, come il mio medico curante e il senatore Domenico Gramazio del Pdl hanno preso a cuore il mio caso e mi hanno spiegato che esiste una legge, la cosiddetta legge Bacchelli, che prevede un sussidio mensile vitalizio per persone che abbiano dato lustro alla cultura italiana. Ne so poco, ma mi sembra di avere tutti i requisiti per beneficiarne¬ª.

Poco importa che Califano incassi più di 1.600 euro al mese in diritti d’autore: ¬´¬´Mah, io non so bene come funzioni la Siae, so soltanto che prendo circa diecimila euro a semestre. Sempre diecimila. Non ce la faccio. In questo momento non sono più autosufficiente¬ª. Il sostegno statale per lui è quasi dovuto: ¬´√à vero, sono stato un artista di fama, ma ho avuto anche un sacco di guai . Non dimentichiamo che fui arrestato nel 1970 per possesso di stupefacenti, nella vicenda che coinvolse Walter Chiari, e rifinii in carcere nel 1983 per lo stesso motivo e pure per porto abusivo di armi, questa volta insieme a Enzo Tortora. In entrambi i processi sono stato assolto perché il fatto non sussiste. Forse lo Stato mi deve qualcosa¬ª.

I meriti artistici, sia come autore per altri sia come interprete, non mancano al Califfo e i bisogni, ora che anni di eccessi chiedono il conto, sembrano reali. Eppure, a molti potrebbe apparire irrispettoso concedere un beneficio a una persona che ammette di aver sempre fatto la bella vita: ¬´Non ero uno che badava a spese . Quando usciva un nuovo modello di auto il primo veicolo disponibile era il mio. Per non parlare delle moto. Quando avevo storie con attrici importanti abitavo all’Excelsior o al Grand Hotel. Avevo sempre come minimo tre macchine, una Mercedes, una Jaguar decappottabile e una Maserati o una Ferrari¬ª.

Ecco, forse oggi potrebbe accontentarsi di un po’ di meno.


Fuel cell: ridurre la taglia, aumentare la competitività lo dice il Cnr

L‚ÄôItae-Cnr presenta ad ‘H2Roma Energy&mobility show’, all‚ÄôEur dal 9 all‚Äô11 novembre, la configurazione range extender, caratterizzata da celle a combustibile di piccola misura che fungono da ‘caricabatterie’ incrementando l‚Äôautonomia del veicolo elettrico. Per il mercato futuro si lavora invece sul total fuel cell. I progetti riguardano la realizzazione di un minibus, una city car, una bicicletta a pedalata assistita, un‚Äôimbarcazione e un aereo.

Il percorso del futuro. Da oggi al 2020, dieci anni che cambieranno l‚Äôauto‘: questo il tema della nona edizione di ‘H2Roma Energy&mobility show’, che si terrà all‚ÄôEur, presso il Salone delle Fontane in via Ciro il Grande 10/12, dal 9 all‚Äô11 novembre. L‚Äôevento dedicato alla mobilità sostenibile è promosso dall‚ÄôIstituto di tecnologie avanzate per l’energia ‘Nicola Giordano’ del Consiglio nazionale delle ricerche di Messina (Itae-Cnr), Centro interuniversitario Sapienza Università di Roma (Cirps) ed Enea e offre a esperti, ricercatori, manager e cittadini l‚Äôopportunità di conoscere i passi intermedi verso il traguardo dell‚Äôauto a zero emissioni, come l‚Äôibrido, l‚Äôelettrico, i biocombustibili di seconda generazione e le innovazioni prodotte dai più importanti costruttori mondiali.

‚ÄúL‚ÄôItae-Cnr è coinvolto, sia come coordinatore sia come partner, in una vasta gamma di progetti incentrati sull’utilizzo delle celle a combustibile (FC-fuel cell)‚Äù, spiega il direttore dell’Istituto Gaetano Cacciola. ‚ÄúL‚Äôapproccio dell‚ÄôItae punta su una configurazione di powertrain detta ‚Äòrange extender‚Äô, caratterizzata dalla copresenza di tecnologie più mature quali batterie ed eventuali supercapacitori e di fuel cell di piccola taglia che, in questo caso, svolgono il ruolo di ‘caricabatterie a bordo’ incrementando l‚Äôautonomia del veicolo. La configurazione range extender mira a una commercializzazione imminente del prodotto, poiché la taglia ridotta della cella a combustibile permette di contenere costi e quantità di idrogeno rispetto ai veicoli ‚Äòtotal fuel cell‚Äô, unendo innovazione e competitività‚Äù.

Un‚Äôaltra tipologia di progetto presentata dall‚ÄôItae punta, invece, al mercato futuro. ‚ÄúIn questo caso la configurazione total fuel cell prevede che la FC abbia una dimensione vicina a quella del motore elettrico‚Äù, continua Cacciola. ‚ÄúIl veicolo è concepito come un prodotto high-tech: hardware e chassis assemblati con materiali leggeri e con struttura a pianale intercambiabile, connessione internet e sistemi radio in grado di comunicare con altri veicoli simili (Its – Information Technology System)‚Äù.

I progetti dimostrativi dell‚ÄôIstituto attivi riguardano lo sviluppo di mobilità elettrica ibrida a celle a combustibile (Fuel Cell Hybrid Electric Vehicles ‚Äì FCHEVs) e, in particolare, la realizzazione e ottimizzazione di un minibus, una city car, una bicicletta a pedalata assistita, un‚Äôimbarcazione e un aereo. ‚ÄúAltri progetti‚Äù, conclude il direttore dell‚ÄôItae-Cnr, ‚Äúriguardano la realizzazione di veicoli ibridi in cui la driving force è affidata a un motore elettrico, in grado di funzionare anche come generatore durante le discese e le frenate per recuperare l‚Äôenergia cinetica che altrimenti andrebbe dissipata (regenerative braking)‚Äù.

La casta si lamenta dei controlli dell’Inps…

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La casta si lamenta dei controlli dell’Inps: Alle ultime verifiche è risultato che solo 60 deputati circa su 630 hanno contratti regolari con i loro assistenti parlamentari. Eppure c’è chi si lamenta perché l’Inps ha deciso di controllare. Lo rivela in un video l’on. Antonio Borghesi di Idv. Per capire il concetto di casta vi consiglio di un breve passaggio a questo link

Lo “sporco” lavoro delle volontarie del sud

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Lettera sfogo ricevuta da Francesca Cossari (volontaria al sud Italia in difesa e assistenza agli animali)

In questi giorni, alcune volontarie in particolare, ma tutte le volontarie del sud sono state vittime di ingiurie, diffamazioni, accuse, insinuazioni e chi ne ha piu’ ne metta, senza prove, senza ritegno e senza verità.

L’oggetto principale delle note che stanno girando è la deportazione dei cani del sud al nord e centro europa, il lavoro delle staffettiste, le raccolte fondi.

Io non sono un animalista come lo intende la maggior parte di questo virtuale mondo, mangio la carne anche se sempre di meno, mi occupo solo di cani e di gatti, e non era neanche nelle mie intenzioni farlo.

Ci sono capitata per forza maggiore, forse come tante altre, che cominciano a salvare un cane e poi si ritrovano in questo vortice cercando di salvarne il piu possibile.

Non nego che il traffico dei cani ci sia, non nego i furgoni stirpati di cani, io personalmente non ho mai fatto staffette, ma nego la mala fede di ogni volontaria del sud. Sono balle, semplicemente accuse diffamatorie e ingiuste.

Voglio dirvi in concreto come si svolge il lavoro di una volontaria.

Un giorno vai al supermercato, al cinema dovunque e per la tua strada incontri un cane, forse due o forse una cucciolata. Ti fermi e ti chiedi : adesso? Cosa faccio? dove li porto? Poi passa il primo passante e ti dice: ancora con sti cani, ma non li bruci.

Una volta si ammazzavano! E tu disperata ancora pensi come faccio? Non si ha neanche piu la forza di rispondere. Li carichi in macchina, te la vomitano, te la pisciano te la cagano. Oddio che disastro ma ancora non realizzi. Lo si fa dopo

Cominci a chiamare in giro e vedere se c’è un posto dove metterli momentaneamente non c’è. E sapete perchè ? . Perchè tutte siamo nella stessa barca. Provi con le pensioni, anche se costano molto. Tutte piene.

Allora recuperi qualcosa li metti in un terreno pubblico, in un recinto che ti prestano, dovunque possano stare per un po’.

Allora si comincia: Vermifugo, Cibo, Coperte e Cuccia, Antiparassitario, Chip, bollettino asl, benzina, telefono. O signur quanti soldi, tanti. Questo mese posso spendere solo 100‚Ǩ ho la rata dell’auto da pagare, o magari l’affitto, la luce, la mensa al bimbo, oppure non lavori. Cazzo mi danno solo 600 euro. devo smetterla, non posso, devo girarmi dall’altra parte. DEVO DEVO DEVO. ma non ce la facciamo mai.

Mentre accudisci ancora riprovi la strada istituzionale, comune, asl, vigili. Signorina ma si rende conto del disavanzo che ha la sanità Calabrese ? ma si rende conto di quanti omicidi ci sono, si rende conto che la gente non ha lavoro e fa la fame? Si rende Conto? Si e chi si rende conto di queste anime? Nessuno, troppe cose al sud non vanno, non c’è tempo per i cani. Ma ancora una volta ti umili, si ti umili a parlare con questi politici corrotti che trovano soldi per le loro cene, per le miss, per incarichi del cazzo, per tutto tranne che per sterilizzare.

Dopo qualche giorno ti arriva la sorpresa: Avvelenati 5 cani al Borgo. Allora la rabbia. Si comincia con le denuncie, con articoli sul giornale, con tutto cio’ che la rabbia che hai in corpo sia capace di esprimere, a parte la violenza. Non è servito a nulla. La tua cucciolata è ancora la. La tua shila è ancora in clinica, non sai se vivrà, e mentre vai in clinica trovi un gatto o un cane morto sulla 106, quel che resta della bestia. Si perchè neanche le carcasse portano via. Mi è stato detto: Signorina 350‚Ǩ escluso Iva per lo smaltimento della carcassa, voi animalisti non vi rendete conto.

noi animalisti non ci rendiamo conto.

Ora io chiedo come si fa a giudicare senza vivere le situazioni, senza vederle almeno? Si accusa la trovato senza le prove, si accusa me per la raccolta fondi, si accusa la prox di turno etc etc.

Ma voi i cani li accudite? Sapete quanto costa accudirli? Sapete quanto costa un volo o una staffetta dal sud?

E vi sembra cosi anormale che vogliamo trovargli una sistemazione in qualche famiglia o rifugio meglio gestito nel Nord?

Vi siete mai fatte un giro nei canili calbresi? Sapete quanti cani abbiamo liberi nel territorio? O credete veramente che tutti partono? Io ne ho su badolato paese di 3mila abitanti : 7 Cani di quartiere diciamo. Gatti: una 20 solo nel mio terreno.

Parliamo dei microcip. I cani devono partire con chip. Ok tutti daccordo. Partono con chip poi la saccente di turno dice: non si sa dove sono, i chip non risultano, ancora intestati al comune di scicli.

Vi fornisco il numero del chip del mio cane e troverete la risposta. il mio cane adottato a bologna, traferito in calabria ancora risulta dopo due anni intestato a bologna. Vi prego verificate ecco il chip 380098101314340. Cosi la saccente di turno che sostiene che non ho animali puo’ verificare anche che almeno uno di cane c’è l’ho.

Nessuno nega che i traffici di cani ci siano, nessuno nega che possano o siano spariti cani, ma come si fa a diffamare le persone pubblicamente senza avere prove? La magistratura non mi pare abbia indagato nessuno e voi chi siete per farlo? Certo potete sollevare dubbi tra di voi pero’, non pubblicamente. Agite, verificate, fate una denuncia, perchè qui non sarebbe una denuncia contro ignoti presto cestinata ma una denuncia con tanto di nome e cognome. La stessa che fate qua su fb.

Ci sono volontarie coscenziose che addirittura rischiano ancora di tenerseli sulla sponda del torrente o su un ciglio della strada, pur di fare le cose in regola, o per i vostri dubbi far saltare uno stallo o future adozioni.

Io vorrei e ho fatto questa nota affinche il mio desiderio lo conoscano in tanti, vorrei che le volontarie avessero piu’ rispetto, prima di infangarle di accusarle, vi pregherei di verificare. Vorrei che voi del nord che avete la fortuna di avere dalla vostra almeno le sterilizzazioni e quindi l’assenza di randagismo, che ci aiutaste. che insieme a noi attacchiate i veri responsabili: Le ALS, I SINDACI.

E’ umiliante fare la raccolta fondi, ma è necessaria, chi accudisce i cani lo sa.

In questo momento per dirvene una, il rifugio fata della scerbo deve pagare i mangimi. Dove sta il comune? dove stanno le grandi associazioni? Non si sa. Ma sappiamo dove sta la Scerbo, La Pullano, La Console, La Canino, Dacciunazampa, La Carratelli, maraldi, cosentino, stasi, etc etc. Stanno in mezzo a quei pelosi che chi diffama non vede tutti i giorni morire come lo vediamo noi.

Grazie

Francesca Cossari

Partiti 2010. Pericoli d’involuzione della democrazia, considerazioni di Ferdinando Imposimato

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… Occorre una forte iniziativa dei movimenti che tenda a responsabilizzare i partiti per un cambiamento: la gestione dei partiti con metodo democratico, con la partecipazione reale e il controllo da parte degli iscritti …

Ricevo da Ferdinando Imposimato e pubblico

Partiti 2010. Pericoli d’involuzione della democrazia
di Ferdinando Imposimato [17/03/2010]

In Italia la democrazia regredisce, nonostante l’azione dei movimenti e dei magistrati in difesa della legalità costituzionale. Il premier mantiene i consensi, anche se si registra una flessione non decisiva ai fini dell’esito delle prossime elezioni.

Il popolo viola è la novità politica fondamentale di questi ultimi tempi. La nascita e la crescita del movimento viola e le sue iniziative in difesa di libertà di stampa, Corte Costituzionale, magistratura e Costituzione sono le sole iniziative di opposizione al regime instaurato dal premier. E hanno consentito la partecipazione di tante persone fuori dai partiti al tentativo di cambiamento della politica, in difesa dei diritti inviolabili dell’uomo tra cui il diritto al lavoro dignitoso. E la libertà di informazione, pilastro della democrazia.

Ma non si coglie alcun segnale di rinnovamento nei partiti, che dovrebbero proporsi come forza alternativa. Cosa è successo, dopo che il CDA della RAI e la commissione parlamentare di Vigilanza hanno confermato la bocciatura dei talk show? Nulla. Silenzio. A parte le reazioni di Repubblica e del Fatto e i coraggiosi servizi della Dandini.

C’è un clima di rassegnazione e di indifferenza che evoca l’atmosfera di disimpegno che favorì l’avvento del fascismo. Ciò che preoccupa più di ogni altra cosa è l’assenza di segnali di cambiamento nei partiti, fondamento della democrazia. Riemergono personaggi logori e squalificati, responsabili del disastro del centro sinistra, che trovano spazi anche nei movimenti. Alla iniziativa popolare del 13 marzo in piazza del Popolo, tra coloro che hanno preso la parola è stato Paolo Ferrero, ex Ministro del Governo Prodi, uno dei maggiori responsabili della sconfitta del centro sinistra. Egli, assieme a Vendola, ha distrutto, con una scissione devastante, un grande partito come Rifondazione Comunista che, forte dell’8 %, raccoglieva il consenso di milioni di lavoratori. Secondo gli ultimi sondaggi, la sinistra radicale nel suo insieme non supera il 3%. Un crollo irreversibile.

Intanto nel PD continua a fare capolino l’irriducibile Massimo D’Alema, che concede interviste a destra e manca riproponendosi come il nuovo che avanza. Egli parla di ‚Äúbarbarie in circolazione‚Äù e ‚Äúdi un Presidente del Consiglio che, avendo due milioni e centomila disoccupati, si occupa di fare chiudere una trasmissione che per lui è scomoda‚Äù. E ottiene la patente del popolo viola per avere votato contro la legge sul legittimo impedimento. Ma si dimentica che egli ha gravi e imperdonabili colpe sulla nascita e la crescita di Berlusconi come leader incontrastato. Ed ecco il curriculum dell’ineffabile ‚Äúbaffino‚Äù.

D’Alema non ha mai cessato di colludere con il primo ministro, cui si è rivolto per averne l’appoggio prima per tentare la scalata al Quirinale, dicendosi disposto alle riforme volute dal Cavaliere, poi chiedendo il suo consenso per diventare Ministro degli Esteri della UE e infine avendo i voti del PDL per diventare Presidente del Copasir. Tutto questo in continuità con le scelleratezze del passato. Che, è bene ricordarlo anche al popolo viola, rischia di ritornare.

Infatti l’inizio del declino della democrazia italiana non è di oggi: risale all’elezione al parlamento di Silvio Berlusconi, avallata da D’Alema. Fu l’uso insipiente di una furbizia gravemente censurabile del centrosinistra a compiere il primo di una serie di errori, che hanno portato il paese sull’orlo del baratro oltre il quale sta la fine della nostra democrazia. La furbizia consistette nell’ ignorare, a dispetto delle censure di Paolo Sylos Labini, Giorgio Bocca e Vito Laterza- l’esistenza di un decreto presidenziale 30 marzo 1957 n 361 che all’articolo 10 contempla esattamente il caso Berlusconi: ‚ÄúNon sono eleggibili coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private, risultino vincolati con lo Stato per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica…‚Äù. Quando Berlusconi fu eletto in violazione della legge, la giunta delle elezioni , concluse per la sua eleggibilità , in base ad un’assurda interpretazione della legge. Anche allora le interpretazioni erano creative e non esplicative. E oggi il Premier dilaga . Questo era prevedibile: a non prevederlo furono D’Alema e Prodi, con l’assurda giustificazione che il problema del conflitto di interessi non interessava al Paese. Ma interessava alla democrazia che è competizione alla pari tra i partecipanti alla contesa elettorale, come stabilisce l’art 51 della Costituzione. Se questa regola cardine non é rispettata, tutto il sistema vacilla. L’allora Presidente del Consiglio Massimo D’Alema, che ignora la Costituzione e il conflitto di interessi, disse che Mediaset era un patrimonio nazionale. Il problema non era toccare Mediaset, ma applicare la legge. Ed il governo di centro sinistra si pronunciò per l’eleggibilità di Berlusconi per l’ ambizione di D’Alema che mirava ai voti del premier per stravolgere la Costituzione introducendo il Presidenzialismo .

Con quale faccia tosta, D’Alema accusa il premier, suo amico e sodale? Come fa a dimenticare che il disastro dell’Agcom- lo ricorda Sergio Rizzo sul Corsera del 15 marzo 2010- è dovuto ad una legge ‚Äúfatta male mentre era in pieno svolgimento la Bicamerale presieduta da Massimo D’Alema‚Äù. ‚ÄúIn quel momento- nota Rizzo- il tema del conflitto di interessi televisivo era stato completamente accantonato a vantaggio del compromesso. Una scelta insensata che portò alla nascita di un’ agenzia che è organo della maggioranza e non garantisce la indipendenza della informazione‚Äù. Con l’aggravante che i cittadini contribuenti sono costretti a pagare al Presidente Corrado Calabrò la bellezza di 477.752 euro lordi l’anno, mentre agli otto commissari provenienti dai vari partiti, ne toccano 398,127 l’anno. Un record assoluto che nessuna altra autorità ‚Äúindipendente‚Äù può vantare. Nè si vede un’opposizione convinta del PD di fronte al tentativo di ‚Äúprivatizzare‚Äù la giustizia del lavoro, privando i lavoratori italiani, già umiliati da precariato e miseria dei salari, della garanzia di giudici imparziali al servizio della Costituzione. Se dovesse passare quella legge, per i lavoratori sarebbe un disastro. ll disegno del premier è ridurre anche la Consulta ad un organo del governo, come Agcom, Cda RAI e vigilanza.

Il nodo resta sempre quello della degenerazione dei partiti, incapaci di rinnovarsi negli uomini e nelle regole. Lo ha ben detto anche Massimo Fini sul Fatto del 17 marzo. La degenerazione dei partiti è stata possibile grazie all’assenza di regole e controlli sul loro funzionamento. La vita dei partiti si è così spenta fino ad isterilirsi.

Nessuno dei bubboni più gravi esplosi negli ultimi tempi è dovuto all’azione dell’opposizione. Guido Bertolaso ha potuto affidare per anni appalti miliardari a imprenditori amici e amici degli amici, grazie all’assenza totale dei partiti della opposizione. E solo grazie alla magistratura di Firenze e di L’Aquila, si è scoperto il marciume che infesta la protezione civile. Oggi bisogna riconoscere che il problema non è più solo dei programmi che non esistono. E’ degli uomini che non rappresentano più gli interessi e i valori della sinistra.

La strada da percorrere è la gestione democratica e trasparente dei partiti, con regole sul loro funzionamento. Che non siano affidate a statuti interni, inesistenti o violati. A ben riflettere, la crisi dei partiti è stata voluta da coloro che costituiscono la loro leadership. Sul piano giuridico i partiti, pur essendo previsti dalla Costituzione (art. 49) come essenziali alla democrazia, sono semplici associazioni di fatto non riconosciute – sembra incredibile ma è così – disciplinate dagli articoli 36 e seguenti del codice civile. Come tali essi non sono soggetti ad alcun controllo nè di rango costituzionale ne di altro genere. La ragione di tutto questo è nella insufficienza della legislazione costituzionale e nella mancanza di una legge ordinaria in grado di fissare delle regole sulla democrazia interna, sull’accesso ai partiti e sulla tutela degli iscritti.

Su questa esigenza di riforma dei partiti, il popolo viola tace ed è inerte, ma anzi lascia spazio a personaggi senza credito e con gravi responsabilità. E’ la strada per l’autodistruzione dei movimenti. Essi non possono ignorare che i partiti, pure rappresentando interessi particolari della realtà sociale, svolgono una funzione pubblica che non può essere abbandonata a se stessa, come è adesso. E soprattutto non possono essere lasciati alla iniziativa di cambiamento degli stessi apparati, che non ci sarà mai. E quando i partiti sono, come oggi, senza statuto pubblico, si lascia scoperto uno dei settori più delicati della vita politica e si lasciano senza garanzia i cittadini.

Una battaglia al loro interno può avere conseguenze sulla direzione della cosa pubblica, e dunque sui cittadini, anche su quelli che non militano nei partiti. E dunque non è più tollerabile la gestione autoritaria e arbitraria dei partiti da parte della leadership, non solo nell’area della maggioranza ma anche in quella della opposizione.

Occorre una forte iniziativa dei movimenti che tenda a responsabilizzare i partiti per un cambiamento a partire da una legge ordinaria che preveda rotazione nelle cariche direttive, congressi periodici, programmi differenziati, l’eliminazione dei partiti-persona, controlli dei bilanci da parte di organi esterni indipendenti. E soprattutto la gestione dei partiti con metodo democratico, con la partecipazione reale e il controllo da parte degli iscritti.

Diversamente, di fronte allo spettacolo di oligarchie immarcescibili e di partiti logori e spenti nella opposizione e la valanga di abusi, attacchi alla stampa, alla giustizia, al Parlamento e ai lavoratori da parte della maggioranza si prospetta il dramma dell’astensionismo. Che non può essere arginato neppure dai movimenti; questi rischiano di morire rapidamente se si lasceranno egemonizzare da partiti e personaggi senza alcuna credibilità morale e nessun radicamento sociale, come purtroppo sembra stia accadendo.

Gruppo per il ripristino della Costituzione del 1948
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Iscrivetevi al Comitato Cittadino Democrazia Diretta
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Cnr e Fastweb per la telemedicina

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Le nuove frontiere della sanità online sono state le protagoniste assolute del seminario svoltosi oggi al Festival della Scienza di Genova. Il Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) in partnership con Fastweb ha illustrato i nuovi paradigmi della medicina telematica, come il fascicolo sanitario elettronico, la telediagnosi, il teleconsulto e l‚Äôassistenza a distanza alle persone non autosufficienti (‘casa intelligente’) che basano la loro applicazione su collegamenti alla rete a banda ultralarga.

Le nuove frontiere della sanità online sono state le protagoniste assolute del seminario svoltosi oggi al Festival della Scienza di Genova. Il Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) in partnership con Fastweb ha illustrato i nuovi paradigmi della medicina telematica, come il fascicolo sanitario elettronico, la telediagnosi, il teleconsulto e l‚Äôassistenza a distanza alle persone non autosufficienti (‘casa intelligente’) che basano la loro applicazione su collegamenti alla rete a banda ultralarga. I vantaggi derivanti dall‚Äôapplicazione in campo sanitario delle connessioni ultraveloci e delle moderne tecnologie sono stati illustrati nel corso di una dimostrazione pratica del progetto e-Dea condotto dal Cnr e dall‚ÄôAzienda ospedaliera S. Camillo-Forlanini di Roma. Durante il seminario in corso a Genova un medico ha eseguito in diretta la telediagnosi a distanza su un paziente ricoverato presso il S. Camillo e sottoposto a risonanza magnetica.
Grazie al collegamento di Fastweb in fibra ottica a 100 Megabit tra Genova e Roma le immagini sono state inviate in tempo reale dall‚ÄôOspedale, attraverso l‚Äôinfrastruttura di rete Megalab, all‚ÄôArea della ricerca del Cnr di Tor Vergata e da lì direttamente a Genova per la diagnosi a distanza. Le reti a banda ultralarga infatti sono e saranno sempre di più l‚Äôelemento strategico per lo sviluppo di nuove applicazioni per la telemedicina a distanza.
‚ÄúL’applicazione che è stata mostrata oggi‚Äù, commenta Alfredo Lavagnini, responsabile dell’Area della ricerca del Cnr di Tor Vergata, ‚Äúrappresenta uno degli esempi più significativi delle potenzialità che si aprono dall’unione delle tecnologie di comunicazione a banda larga con le nuove tecnologie informatiche sviluppate per il campo sanitario e dei loro effetti tangibili a beneficio del cittadino‚Äù.
Riferimenti: Luca Pitolli, Isc-Cnr, [email protected]

Franco Baggiani and Grooves Explosion, il nuovo cd del musicista italiano

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Nasce da un’idea del trombettista Franco Baggiani l’ultima produzione Sound Records, con la particolarità di essere il primo disco del catalogo, suonato interamente con lo Stick. In collaborazione con Moreno Ricchi, che oltre ad aver suonato lo stick in 8 dei 10 brani complessivi, ne ha curato gli arrangiamenti e i missaggi. Ospite speciale è la promoter italiana della Stick Enterprises, Virna Splendore, all’opera in “Terminal” e “25.9.1983”. La formazione è completata dalla cantante Romina La Salandra, che ha realizzato le linee melodiche vocali, e da Antonio Montanari, solista alla chitarra e ai synth. Speciali ringraziamenti a Tomas Mulinacci che ha suonato in duetto con Antonio Montanari in “Call Center”.
Interamene composto da Franco Baggiani. Oltre la tromba del musicista italiano (toscano) coadiuvato da Moreno Ricchi Stick, Virna Splendore – Stick in “Terminal” e “25.9.1983” (promoter ufficiale della Stick Enterprises in Italia), Romina La Salandra alla Voce, Antonio Montanari Chitarra e Sinth e da Tomas Mulinacci alla chitarra in duetto con Antonio Montanari in “Call Center”.

Considerazioni del tutto personali: non possiamo far altro che pensare che uno come Baggiani che sforna quattro cd l’anno tutti diversi l’uno dall’altro, abbia qualcosa da dire…bello l’uso dello stick e interessanti le composizioni.

Dieci i brani della raccolta: 1) Niente di personale; 2) Lippa’s Groove, 3)¬† Giusto compromesso, 4) Terminal, 5) Call center, 6) Unghebo’s ghisa, 7) Han sessione, ottava traccia 25.9.1983, 9) Judo fu e decima e ultima traccia: Puro dico.

Altra produzione “Soundrecords”. Ma chi è la Soundrecords:

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“L‚Äôetichetta Sound Records nasce a Pontassieve(Fi) presso Sound, il gruppo che, oltre a racchiudere in sé un grande numero di centri musicali e scuole di musica del centro Italia, si occupa da tempo di produzioni (Urbanfunk, Soundgospeltrain, in Dynamics, The Sound Street band, varie big bands e gruppi jazz, gospel, funk, elettronica e rock) e di servizi per la musica in generale. La scelta di creare una propria etichetta è nata dall‚Äôesigenza degli artisti orbitanti intorno a Sound di dotarsi di uno strumento di produzione su misura per le proprie esigenze artistiche: dunque, dopo un breve lasso di tempo nel quale sono maturate tali riflessioni, la scelta autonoma è parsa l‚Äôunica possibile. Sound Records è interessata al jazz e alla musica popolare contemporanea in ogni sua forma, con un‚Äôattenzione a 360 gradi intorno alla contemporaneità con artisti della propria scuderia. Il percorso produttivo è iniziato con il SoundGospelTrain ed è proseguito con il Chorus Quintet, con The Sound Street Band e con gli Urbanfunk, che sono ritornati sul mercato con un progetto nuovissimo e diverso dal passato. Altre realtà sicuramente da citare sono l‚ÄôITALIAN PROJECT di Andrea Coppini, il Trittico trio, il quintetto di Franco Baggiani, TATTOO con Marco Galardi e un percorso di contaminazione fra jazz e poesia con artisti importanti della scena teatrale italiana. Dal Dicembre 2008 Sound Records apre definitivamente le proprie porte a tutti quegli artisti meritevoli che operano nei più diversi contesti musicali: dalla classica contemporanea, all’hard rock, dalle nuove musiche acustiche alla world music, dalla dance al dark. Siamo interessati anche a proporre ristampe, download esclusivi di opere prodotte all’estero etc… Le nostre antenne sono già puntate verso i tanti fermenti che animano il sottomondo musicale”
Direttore esecutivo: Franco Baggiani
Direttore artistico: Antonello Cresti
Progetto grafico: Francesco Fusi
Programmazione: Stefano Pardini
ADDETTO STAMPA
Leonardo Bartoletti
           
           
           
           
           
           
           
           
           
   

Ecco come drogano le nostre menti, lo spiega il neurolinguista Noam Chomsky

60042 431333057381 71253357381 5626159 5887670 n Noam Chomsky: le 10 Strategie della Manipolazione attraverso i mass media

La manipolazione mediatica ormai non ha confini. Il consenso politico e quello d’opinione è regolato attraverso ben precise strategie mediatiche che si appoggiano su 10 regole di base. Noam Chomsky ci aiuta a svelare l’inganno.

Per questo ringrazio l’amico Tonino Basile che mi ha girato questo scritto da leggere con attenzione e riflettere.

In questi giorni di forte instabilità politica si riaccendono i toni e si rimescolano i temi che hanno animato il calderone mediatico degli ultimi 15 anni: sicurezza, giustizia, economia, tradimento, sesso. Nel nostro Paese succede che molti ingenui continuino ad esempio a meravigliarsi delle boutade del presidente del Consiglio, limitandosi a bollare barzellette e proclami del premier brianzolo come uscite inammissibili, senza considerare quanta macchinazione logica stia dietro ad ogni singola affermazione. Un meccanismo ben oliato a cui fanno ricorso non solo uomini politici, ma esperti di marketing e uomini di potere in genere. Un noto studioso di linguistica come Noam Chomsky ha stilato una lista di 10 regole, che vengono utilizzate per drogare le menti, ammaliandole, confondendo in loro ogni percezione, rimescolando realtà e fantasia, evidenza e costruzione illusoria. Ecco quali sono:

1-La strategia della distrazione

L‚Äôelemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l‚Äôattenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d‚Äôinteressarsi alle conoscenze essenziali, nell‚Äôarea della scienza, l‚Äôeconomia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. ‚ÄúMantenere l‚ÄôAttenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo ‚ÄúArmi silenziose per guerre tranquille‚Äù).

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni

Questo metodo è anche chiamato ‚Äúproblema- reazione- soluzione‚Äù. Si crea un problema, una ‚Äúsituazione‚Äù prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità

Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E‚Äô in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

4- La strategia del differire

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come ‚Äúdolorosa e necessaria‚Äù, ottenendo l‚Äôaccettazione pubblica, nel momento, per un‚Äôapplicazione futura. E‚Äô più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che ‚Äútutto andrà meglio domani‚Äù e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all‚Äôidea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini

La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? ‚ÄúSe qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedere ‚ÄúArmi silenziosi per guerre tranquille‚Äù).

6- Usare l‚Äôaspetto emotivo molto più della riflessione

Sfruttate l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette aprire la porta d‚Äôaccesso all‚Äôinconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti‚Ķ.

7- Mantenere il pubblico nell‚Äôignoranza e nella mediocrità

Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. ‚ÄúLa qualità dell‚Äôeducazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell‚Äôignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori”.

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità

Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza

Far credere all‚Äôindividuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l‚Äôindividuo si auto svaluta e s‚Äôincolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l‚Äôinibizione della sua azione. E senza azione non c‚Äôè rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano

Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il ‚Äúsistema‚Äù ha goduto di una conoscenza avanzata dell‚Äôessere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l‚Äôindividuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

Robotica tra etica e diritto, ne parla l’Ittig-Cnr

Il Comitato scientifico dell’Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica del Cnr, coordinato da Giancarlo Taddei Elmi. In collaborazione con il Dipartimento Identità Culturale del Cnr organizza il Seminario – Tavola rotonda: Robotica tra Etica e Diritto, mercoledi 24 novembre 2010, alle ore 9.00, presso la sede dell’ITTIG-CNR, in via dei Barucci n¬∞ 20.
La giornata di studio mira a discutere in modo interdisciplinare un tema di grande attualità, gli esiti etici e giuridici della robotica intesa come scienza che costruisce e applica le macchine robotiche. I domini dove vengono utilizzati oggi i robot sono molteplici e molteplici sono le funzioni che questi svolgono.
L’aspetto etico può essere visto sotto due profili, come etica della robotica, ossia le regole per i costruttori e gli utilizzatori dei robot e come etica dei robot, ossia le regole di comportamento dei robot stessi. Anche l’aspetto giuridico ha due profili, uno di diritto della robotica ossia la regolamentazione giuridica della costruzione e dell’uso dei robot e delle conseguenze da essi prodotte e l’altro dei diritti dei robot, ossia la regolamentazione giuridica dei comportamenti e delle azioni dei robot con attribuzione di diritti e doveri e previsione della responsabilità degli effetti delle loro azioni. Discuteranno questi temi filosofi della scienza e del diritto e informatici.
Per informazioni ed iscrizioni: Segreteria scientifica e organizzativa Giancarlo Taddei Elmi, è consigliabile l’iscrizione gratuita, vista la disponibilità limitata di posti a disposizione, entro il 23 novembre 2010 al Fax 0554399605 o via email: [email protected]

Nel nuovo numero della Rivista “Informatica e diritto” dell’Ittig-Cnr: ‚ÄúDiritti di libert√† nel mondo virtuale della rete‚Äù

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Nel nuovo numero della Rivista “Informatica e diritto”: ‚ÄúDiritti di libertà nel mondo virtuale della rete‚Äù
a cura di Marina Pietrangelo. La rivista semestrale d’informatica giuridica e di diritto dell’informatica ha dato il seguito naturale della call indetta tre mesi orsono dal comitato scientifico della stessa, al fine di approfondire tematiche inerenti ai diritti di libertà nel mondo virtuale della rete, alla quale, hanno risposto firme autorevoli del mondo scientifico. La prefazione a cura di Marina Pietrangelo, come del resto gli abstracts in inglese e italiano sono consultabili in rete:
http://www.ittig.cnr.it/EditoriaServizi/AttivitaEditoriale/InformaticaEDiritto/1-2009.html
La rivista in questo numero affronta “L’internet governance”, con scritti di Laura Abba, Stefano Trumpy, Davide De Grazia, Antonio A. Martino, Alessandro Nicotra e Rita Rossi, temi come “La riservatezza dei dati personali in Internet” con contributi di Daniela Messina, Jeanne Pia Mifsud-Bonnici, Ugo Pagallo e Giuseppe Vaciago e, in chiusura “L’Internet di seconda generazione e il diritto” con il contributo di Francesca Badocco, Elena Bassoli, Maria Concetta De Vivo, Guido Di Donato e Giovanni Pellerino.
La rivista semestrale d’informatica giuridica e di diritto dell’informatica “Informatica e diritto” è curata dall‚ÄôIstituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica del Cnr (Ittig-Cnr). Direttore Responsabile è Costantino Ciampi (tra l‚Äôaltro direttore anche dello stesso istituto del Cnr). Per informazioni e reperibilità della stessa: Segreteria di Redazione Rivista “Informatica e diritto”, Via de’ Barucci, 20 ‚Äì 50127, Firenze – tel.: +39 055 43995 – fax: +39 055 4399605 – mail: [email protected]
Si tratta di una rivista d’informatica giuridica e di diritto dell’informatica, sorta nel 1975 per iniziativa dell’Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica del CNR. E’ stata dall’inizio (fino al 1991) pubblicata dalla casa editrice Le Monnier, mentre dal 1992 diventa un periodico semestrale pubblicato a Napoli da Edizioni Scientifiche Italiane. Dato il carattere scientifico della pubblicazione e l’ampia partecipazione di collaboratori internazionali, gli articoli sono redatti oltre che in lingua italiana, anche nelle principali lingue europee come francese, inglese, portoghese, spagnolo e tedesco. Il periodico è dedicato allo studio e all’analisi critica dei problemi applicativi delle nuove tecnologie dell’informazione nel campo del diritto, nonché dei problemi giuridici scaturenti dallo sviluppo dell’informatica e della telematica nelle moderne società. Relativamente all’informatica giuridica, la Rivista accoglie studi in tema di documentazione giuridica automatica, sistemi informativi, automazione della Pubblica Amministrazione e degli studi legali, tecniche di intelligenza artificiale e di rappresentazione della conoscenza applicata al diritto, sistemi esperti in campo legale, offrendo un panorama sufficientemente indicativo delle tendenze di sviluppo dell’informatica giuridica in Italia e all’estero. Per quanto riguarda il diritto dell’informatica, oltre ai problemi quali quello relativo alla riservatezza delle informazioni personali contenute nelle basi di dati pubbliche e private vengono trattate questioni più recenti in merito alla protezione giuridica del software, allo sviluppo della contrattualistica avente per oggetto beni e servizi telematici, nonché alla disciplina per regolare l’introduzione e l’uso dell’informatica nel settore pubblico.

Geapress comunica: Gatto Francofonte, tutti denunciati i responsabili. Di loro si occuperà la Procura dei minori.

Indagini concluse e tutti denunciati. Sono cinque i minori responsabili del video prima inserito e subito tolto dal gruppo ‚Äúmala crew‚Äù. Sono stati già notiziati dagli inquirenti. Maltrattamento di animali, dunque, il reato. La Procura dei Minori del Tribunale di Siracusa si occuperà ora del loro caso. Impossibile stamani poter parlare con il Sindaco di Francofonte, dove si è consumato il misfatto. Qualche imbarazzo in Comune, poi qualcuno ci dice che è il giorno dei morti.

Sulla vicenda è invece intervenuto il Presidente della Provincia di Siracusa On.le Nicola Bono che così ha dichiarato ‚Äú‚ÄúEsprimo il mio sdegno nei confronti di un atto di gratuita violenza nei confronti di un essere indifeso che, al contrario, merita rispetto e considerazione.Condivido perfettamente, essendo da sempre un sostenitore della tutela degli animali la nuova iniziativa di legge governativa tesa ad introdurre una specifica ipotesi di reato per la violenza agli animali che prevede fino a due anni di carcere in ordine alla gravità delle azioni commesse‚Äú.

Il video, caricato inizialmente nel gruppo neocostituito ‚Äúmala crew‚Äù, era stato subito oggetto delle proteste di utenti indignati i quali, a quanto pare, si beccarono pure risposte strafottenti da parte di alcuni del gruppetto. Secondo quanto appreso da GeaPress le indagini avrebbero fatto capo sia alla Polizia Postale che all‚ÄôArma dei Carabinieri. Ora la conferma. Stamani tutti denunciati e già notiziati.

A parte le attenuanti, tra cui la particolare situazione dei minori che si spera possano essere recuperati per quello che hanno fatto anche dagli assistenti sociali, GeaPress precisa l‚Äôincongruità di una legge, quale quella sul maltrattamento, la quale prevede solo multe e basse pene reclusive non applicabili, comunque, in flagranza di reato. Le previsioni di pena più pesanti non valgono inoltre per le condotte colpose, ma solo per quelle dolose, tra le quali, evidentemente, anche il grave fatto occorso a Francofonte. Solo in casi remoti, comunque, chi tortura un animale potrà finire in carcere.

Conclusioni personali: andrà come al solito tutto a “tarallucci e vino”, in Italia è così. Basta buonismo, basta bravate di minorenni, pene severe. Lavori socialmente utili ? Lavori …. e non aggiungo altro il resto ai commenti dei lettori. Mi ha fatto piacere l’intervento del Presidente della Provincia, desolante il comportamento delle altre istituzioni politiche.